Abbazia di San Lorenzo in Campo
Elevata a basilica nel 1943 da S.S. Pio XII è uno dei più importanti monumenti di stile romanico-gotico esistente nelle Marche. Fu costruita prima dell'anno Mille dai monaci. L'Abbazia è stata dedicata a S. Lorenzo martire in Roma, in silvis per la presenza di boschi sacri, e poi in campo forse in seguito all'ora et labora dei benedettini che avevano come attività principale il lavoro dei campi. E' una maestosa costruzione romanico-gotica a tre navate. Ha delle arcate a tutto sesto in muratura, sorrette da colonne di granito grigio provenienti dall'Egitto. La copertura è a capriate scoperte; la parte centrale, costituita da tre absidi, è quella più antica: risale infatti al periodo che va dal VII al IX secolo. Di notevole importanza è l'Altare Maggiore per i suoi rari e pregevoli marmi. Sotto l'Altare Maggiore è presente una bellissima cripta riportata alla luce nel 1940. Tra le opere d'arte presenti ricordiamo i due crocifissi del 1600 in legno (di Fra Innocenzo da Petralia e di Damiano d'Assisi), la tela del Ramazzani di Arcevia (1535) raffigurante la Madonna e Santi, la tela raffigurante San Demetrio e San Lorenzo.
Un video realizzato da Lorenzo Cicconi Massi nell’ambito del Progetto Europeo IPA Adriatic “Adriatic Route”:
“This publication has been produced with the financial assistance of the IPA Adriatic Cross-Border Cooperation Programme. The contents of this publication are the sole responsibility of Regione Marche and can under no circumstances be regarded as reflecting the position of the IPA Adriatic Cross-Border Cooperation Programme Authorities”.
Pergola - Fratterosa - San Lorenzo in Campo - Castelleone di Suasa
FRATTE ROSA è arroccata su una collina a 419 m sul livello del mare e fa da spartiacque fra le vallate del Cesano e del Metauro mentre più a valle l'abitato di SAN LORENZO IN CAMPO (m. 209), già sede di un'importante abbazia benedettina, è situato ai margini della ricca area archeologica dell'antica Suasa Senonum, fondata dai Galli, sottomessa dai Romani e distrutta dai Goti di Alarico nel 409 d.C. Da qui, percorrendo la statale Cesanese, si giunge all'importante centro artistico di PERGOLA (49.7 km, m. 265) dove la strada si biforca per giungere ai piedi del monte Catria, mentre più ai confini con la provincia di Ancona, CASTELLEONE DI SUASA vi accoglie con il suo tipico paesaggio di viti, olivi, colture arboree e orticole, tra cui famosissima la cipolla.
01-11-2017 San Lorenzo in Campo
Abbazia Benedettina
È fra i più bei monumenti romanico-gotici esistenti nelle Marche
Teatro Mario Tiberini
È uno dei gioielli laurentini
Abbazia di San Lorenzo Fasano - Puglia
Abbazia di San Lorenzo - Fasano
Abbazia di Santa Maria delle Macchie - San Ginesio
Dell’abbazia benedettina di Santa Maria delle Macchie non si conosce la data certa di fondazione. Secondo alcuni storici locali è da collocarsi tra l’VIII e il IX secolo, ma in base ad acquisizioni più recenti sembra invece essere successiva all’anno Mille. A partire dai primi decenni del XVI secolo fu sottoposta ad amministrazione commendataria e nel 1848 i monaci la abbandonarono definitivamente. La struttura architettonica del complesso abbaziale subì radicali trasformazioni in seguito alla ristrutturazione voluta dal Cardinale Giovanni Battista Pallotta nel 1658, che determinò il quasi totale rifacimento della chiesa. Quest’ultima presenta un impianto a navata unica e una forte sopraelevazione sulla cripta del presbiterio che rimandano ad un’impostazione planimetrica tipicamente medievale. Di particolare interesse artistico è la cripta, risalente al XII secolo, che conserva i caratteri originari della costruzione primitiva. La presenza massiccia di materiale di risulta di epoca romana, evidente nei capitelli di tipo ionico e nelle colonnine a fusto marmoreo che circondano l'altare, conferisce grande preziosità e sacralità all'ambiente. Inserita nel piccolo abitato di Macchie, dove la valle del fiume Fiastrella si restringe, a pochi chilometri dall'abitato di San Ginesio, l'antica S. Maria Macularum - che conserva intatta la cripta romanica e frammenti romani recuperati dalla vicina colonia di Urbs Salvia - apparteneva ad un'abbazia benedettina, il cui anno di fondazione non è documentato. Alcuni storici locali sostengono che esso sia ascrivibile tra l'VIII e il IX secolo, a causa dell'ampio uso di materiale romano di risulta nella cripta; mentre, da acquisizioni più recenti, pare posticiparsi a dopo il Mille. La più antica attestazione dell'abbazia, una pergamena dell'archivio della cattedrale di San Severino Marche che ne documenta l'esistenza nel 1171, secondo recenti studi non si riferirebbe in realtà all'edificio in questione bensì ad un altro dalla medesima titolazione sito a Gagliole. Più informazioni dal sito:
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Abbazia di San Lorenzo 2014
Presentazione della location
Chiesa ed Eremo di Sant'Eustachio in Domora - San Severino Marche
L’abbazia di Sant'Eustachio in Domora fu eretta dai monaci benedettini, nel secolo XI, con il titolo di S. Michele nella Valle dei Grilli, probabilmente nei pressi di un villaggio di scalpellini, da cui il termine Domora, ossia delle case, e di una strada che attraversava la gola.
Una delle caratteristiche principali dell’abbazia, dalla struttura muraria quasi del tutto in pietra, è che essa fu scavata nella roccia. Tale roccia costituisce con le sue grotte artificiali l’altra metà della spazialità interna sia della chiesa superiore sia dei locali sotterranei.
La facciata principale, che prospetta sull’antica via, si organizza secondo un rigoroso schema simmetrico ed assiale. Tra gli elementi di pregevole fattura va annoverato il portale laterale di accesso alla chiesa realizzato in blocchi di pietra finemente squadrata con archivolto decorato a motivi vegetali di foglie d’acanto, le decorazioni lapidee ad archetti pensili a tutto sesto situate a destra del portale ed il sovrastante asimmetrico rosone.
Nel XIII secolo fu ampliata e dedicata a Sant’Eustachio. Il monastero svolse un’ intensa attività ospedaliera, fornì alloggio ai viandanti. Per tale attività ricevette numerose donazioni che lo arricchirono di molte proprietà terriere e beni. Tuttavia nell'anno 1393 l'Abbazia di Sant'Eustachio in Domora venne abbandonata; i monaci si trasferirono nell'Abbazia di San Lorenzo (città di San Severino Marche) portando con sé il prodigioso Crocifisso che ancora oggi si trova sulla parete di sinistra del presbiterio. Fino all'anno 1701, nei giorni 20 maggio e 20 settembre, il crocifisso veniva riportato in processione nella chiesa della gola.
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L'Abbazia di Montelabate, meraviglia dell'Umbria
La storia del monastero benedettino di S. Maria di Valdiponte in Corbiniano detta di Montelabate, inizia intorno al IX secolo. Oggi è di proprietà della Fondazione Gaslini di Genova, che devolve le proprie rendite e, occorrendo, i propri beni alla cura, difesa ed assistenza dell'infanzia, della fanciullezza ed in particolar modo al potenziamento dell'Istituto Giannina Gaslini. fondazionegaslini.org/home/
Abbazia di S. Maria delle Moie di Maiolati Spontini
L'abbazia romanica di Santa Maria delle Moie fu fondata probabilmente all'inizio dell'XI sec. Si tratta di un bellissimo esempio di architettura romanica composta dalla chiesa e dall'avancorpo. E' costruita con blocchi regolari di pietra calcarea ed ha una struttura della pianta a croce greca.
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Venite a visitare Torino di Sangro (provincia di Chieti)
Storia
Intorno alle origini del nome sono stati fatti molti studi e ricerche ma non si è potuto risalire al vero significato dato a questo paese. Di ipotesi e leggende se ne raccontano tante. Potrebbe avere origini da “Taurus”, posto elevato, o dal “toro” raffigurato nello stemma. Potrebbe essere anche vera l’ipotesi di una imitazione, che cioè la nostra terra abbia preso il nome dalla Torino Piemonte. La leggenda più conosciuta è quella secondo cui gli abitanti di Civita di Sangro, assaliti dai Saraceni fuggirono preceduti da un toro che si fermò sulla collina su cui oggi sorge il paese e, proprio per onorare il ricordo dell’ animale che li aveva tratti in salvo, che l’insediamento prese il nome “Torino”. Nell’altomedioevo, XII secolo, Torino di Sangro fu interessato alla monastica benedettina della vicina abbazia di San Giovanni in Venere. Fino al XV secolo fu possesso feudale dell’abbazia di S.Stefano in Rivo Mare per poi essere venduta alla città di Lanciano. Nel XVI secolo fu feudo di Luigi Carafa, poi vi ebbero signoria i d’Aquino, i Giovene, i d’Avalos ed, infine, i De Stefano. Della sua storia il nostro paese racconta di emigrati ed immigrati, di antiche tradizioni tutt’ora mantenute e vanta di aver dato asilo ad un gran numero di artisti fra cui numerosi musicisti. Fino al XIX secolo la città si chiamava semplicemente Torino. Il 20 luglio 1862 il consiglio comunale deliberò di mutare il nome in Torino del Sangro, per ovviare ai disguidi postali registrati soventemente a causa dell’omonimia con la più nota città piemontese.
MONUMENTI
Anticamente Torino di Sangro contava 18 chiese, ad oggi rimangono le seguenti:
la Chiesa di San Salvatore costruita nel 1302, fu possedimento della abbazia di Santo Stefano in Rivomaris e di Arabona; è in stile romanico barocco;
la Chiesa della Madonna di Loreto, costruita nel XIV secolo, originariamente era più piccola della chiesa odierna; attualmente è a 3 navate;
la Chiesa di San Michele Arcangelo, sita in Borgata Marina, risale al 1990 quando è finanziata dal dottor Michelangelo Nicolucci; ad agosto è meta della festa di San Michele Arcangelo.[2]
la Chiesa di San Felice è sita in Viale Sant'Angelo. La chiesa con l'annesso convento risalgono al 1878, da allora hanno mantenuto sempre la struttura originaria eccezion fatta per alcune aggiunte risalenti al 1949-50 tipo la casa del custode, il porticato, il terrazzo, il lavatoio. Sempre nello stesso periodo vengono fatti dei restauri parziali nella chiesa. La facciata della chiesa è ad intonaco e mattoni con, nella parte superiore, un timpano triangolare. Il portale è incorniciato con ai lati delle lesene e sopra uno stemma. Le facciate laterali hanno delle finestre strombate ad arco ribassato. L'interno è a navata unica con volta a botte e lunette. Le pareti interne sono intonacate di bianco e beige cui sono addossate delle arcate a tutto sesto cieche che poggiano su delle lesene corinzie. Attaccato alla facciata sinistra della chiesa è l'annesso convento
IL CIMITERO MILITARE INGLESE
Detto Sangro River War Cemetery, posto tra la riserva della Lecceta e il centro storico. Fu costruito nel 1946 in concomitanza con il cimitero canadese di Ortona, in ricordo della battaglia del Sangro, svoltasi lungo la linea Gustav nella piana omonima, e combattuta specialmente a Casoli, Gessopalena, Taranta Peligna e Montenerodomo.
Il campo del cimitero è arricchito da lapidi bianche tutte uguali, alla maniera canadese, disposte in file eguali equidistanti, delle quali un tratto forma un semicerchio. Inoltre è posto un mausoleo per i caduti senza nome.
La passerella tra Badia a Settimo e San Donnino diventa realtà
Passerella pedociclabile tra Badia a Settimo e San Donnino: compiuta la bonifica bellica, si può adesso procedere finalmente ai lavori. L'opera, attesissima, è a carico della Città Metropolitana di Firenze. 4 milioni e 300mila euro, finanziati con i fondi governativi del Piano Periferie, per un anno e mezzo di lavori, partiti ufficialmente il 29 ottobre 2019
Abbazia di San Claudio al Chienti
Abbazia di San Claudio al Chienti Chiesa a due piani caratterizzata da due torri cilindriche
L'Abbazia di San Nicolò del Boschetto
© 1995 Ufficio Comunicazione Provincia di Genova
Percorso all'interno dell'antica Abbazia di San Nicolò del Boschetto in Valpolcevera.
L'Abbazia di San Nicolò del Boschetto nasce ufficialmente nel 1415, col riconoscimento da papa Martino V della donazione ai Benedettini da parte degli eredi di Magnone Grimaldi di una chiesetta intitolata a San Nicola e di una primitiva struttura, che nel corso dei secoli XV e XVI diventarono monastero compito e splendido. 1) Ebbe priori e abati di chiara fama: nel '400 il Beato Nicolò di Prussia e Giuliano Vernazza che completò la chiesa nell'ampiezza attuale; nel '500 Don Ilarione, mistico illuminato e autore di opere religiose; nel '600 Don Placido Cicala e Don Luigi Maria Doria, il primo scrittore, il secondo intenditore d'arte; nel '700 Don Angelo Serafino Cambiaso, della famiglia polceverasca del celebre pittore Luca Cambiaso, e Don Timoteo Botti che restaurarono e in parte trasformarono l'abbazia con interventi improntati alla magnificenza. 2) Ebbe benefattori tra l'aristocrazia genovese, che in ordine di tempo furono soprattutto i Grimaldi, i Lercari, gli Spinola e i Doria. 3) Del glorioso passato conserva innumerevole tracce, tra le quali sono di estremo interesse le tombe marmoree quattrocentesche di Tedisio Doria, Cattaneo Grimaldi, Battistina Doria, e cinquecentesche del doge Giambattista Spinola, Paolo Doria, Pellegrina Doria e Giambattista Buzallino.
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Abbazia dei SS Ruffino e Vitale di Amandola
L’Abbazia benedettina dei Santi Ruffino e Vitale, di stile romanico, risale alla seconda metà del XI secolo. La struttura interna, in pietra arenaria, è a tre navate, con copertura a capriate, gli affreschi sono in stile tardo medioevale. All'interno, dietro l'altare, sono conservate le reliquie di San Ruffino martire.
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Immagini spettacolari della Certosa di Padula al Tg5 grazie a Traipler: ecco il volo sul monumento
Immagini spettacolari della Certosa di Padula al Tg5 grazie a Traipler: ecco il volo sul monumento.
Mercato di San Lorenzo, protesta
Mercato di San Lorenzo, protesta ambulanti Marco Mori/New Press Photo
Abbazia di Santa Maria di Chiaravalle di Fiastra
L’abbazia Santa Maria di Chiaravalle di Fiastra costituisce uno dei monumenti più pregevoli e meglio conservati in Italia dell'architettura cistercense e rappresenta la più alta testimonianza della presenza dei Cistercensi nelle Marche, che vi arrivarono nel 1142. Oggi l’abbazia è inclusa nella Riserva naturale omonima che abbraccia un territorio di 1.800 ettari tra i comuni di Urbisaglia e Tolentino, ad una decina di chilometri da Macerata.
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Abbazia di Rambona
Abbazia di Rambona la cripta è un gioiello che merita una visita turistica
Abbazia di San Marco alla Paludi - Fermo
L’abbazia di San Marco alle Paludi si trova in campagna, nella contrada Paludi. E’ una delle abbazie più antiche e belle di Fermo. La chiesa, facente parte di una abbazia di cui rimangono pochi resti, risale alla fine del XI secolo ed è stata restaurata alla fine degli anni Novanta.
Malgrado le sue piccole dimensioni, essa è suddivisa in tre navate e al suo interno sono ben conservati numerosi affreschi. Grazie all’ inserimento nel pavimento della chiesa di piani in vetro, è possibile vedere le antiche fondamenta.
Alcuni resti dell’antica abbazia possono essere ancora visti lungo la navata principale. Di grande interesse sono le figure scolpite. Alle pareti delle navate laterali sono invece appesi numerosi quadri contenenti gli ex-voto dei fedeli. Accanto alla Chiesa si trova il convento, attualmente in restauro.
L’elegante giardino esterno, la posizione e l’ambiente in cui è inserita ne fanno una meta apprezzata anche per i matrimoni.
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