Bivongi (RC) Monastero greco-ortodosso di San Giovanni Therestis - CALABRIA
Il monastero ortodosso di San Giovanni Theristis si trova presso Bivongi, in provincia di Reggio Calabria ed attualmente vi risiede stabilmente una comunità monastica appartenente alla Diocesi Romena Ortodossa d'Italia.
Nel luogo di questo aghiasma sorse nell'XI secolo un monastero bizantino a lui intitolato. Esso si sviluppò in periodo normanno come uno dei più importanti monasteri basiliani nel Meridione d'Italia e mantenne splendore e ricchezza sino al XV secolo. I suoi monaci erano molto dotti e possedeva una vasta biblioteca e ricchi tesori.
Il monastero cominciò a conoscere in seguito fasi di declino, come tutti i monasteri greci della zona: nel 1457 il Visitatore Apostolico del Papa ne constatava la decadenza.
Nel Seicento una banda di briganti creò molte difficoltà al monastero e nel 1662 i monaci lo abbandonarono definitivamente per trasferirsi nel convento più grande di San Giovanni Theristis fuori le mura a Stilo, dove furono portate le reliquie di San Giovanni Theristis e dei Santi asceti Nicola e Ambrogio.
All'inizio dell'800, in seguito alle leggi napoleoniche sui beni ecclesiastici, divenne proprietà del comune di Bivongi. Appartenne poi a diversi proprietari, che lo adattarono all'uso agricolo. Gli eredi dell'ultimo proprietario lo donarono nel 1980 nuovamente al comune di Bivongi.
Il monastero dismesso nel corso del XVII sec, con il trasferimento dei monaci a Stilo, fu scoperto da Paolo Orsi nel primo decennio del 1900,il quale per la lontananza dal centro urbano e per la mancanza di una comoda viabilità nullà poté fare per salvaguardarlo. Il San Giovanni fu riscoperto nel 1965 da Franco Ernesto, allora sindaco di Bivongi, il quale si adoperò affinché il monastero ed il Katholicon fossero conosciuti e salvaguardati. Nel 1990 cominciarono i lavori di ristrutturazione dell'edificio e dell'area per riportarlo ad essere nuovamente un luogo di preghiera per i monaci ortodossi. Nel 1994 cominciarono a vivervi stabilmente i primi monaci athoniti provenienti dal Monte Athos e nel dicembre dello stesso anno il Consiglio Regionale della Calabria dichiarò sacra l'area compresa fra i fiumi Stilaro e Assi per facilitare l'insediamento dei monaci. Il 24 febbraio 1995 il comune di Bivongi consegnò ufficialmente il monastero all'Arcidiocesi Ortodossa d'Italia per un tempo di 99 anni. Questo monastero è il primo in Italia ad essere stato fondato da monaci athoniti provenienti direttamente dall'Athos.
Il 21 marzo 2001 il monastero fu visitato dal Patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I, che vi riportò una reliquia di San Giovanni Theristis dall'omonima chiesa di Stilo. Nel 2002 sono stati definitivamente ultimati i lavori con il completamento della ricostruzione del katholikon.
Nel 2008 il Consiglio comunale di Bivongi, ha concesso l'uso del Monastero per 99 anni alla Chiesa ortodossa rumena in Italia in seguito alla mancata custodia da parte dei Greci, così come accadde qualche mese prima con il Monastero di Badia a Mandanici in Sicilia, tornato nelle mani del Comune che lo aveva concesso.
Monastero di San Giovanni Therestis (Calabria) | Axion Estin, Kyrie Eleison, Alleluiarion
Monastero di San Giovanni Therestis (Bivongi - Calabria)
Italy
The Monastery of St. Giovanni Therestis was built in the XI th Century in the territory of Bivongi in Calabria. The Calabria was under Byzantine rule until the beginning of the XI th Century, allowing the region preserve the greek culture and language and in the territory to develop the greek-orthodox Christianity of the Byzantine rite. The mount Aspromonte in those centuries became one of the main goals of the Basilian monks coming from East, especially in the VII th century, when there was the Iconoclasm. Here were built many monasteries, especially in the Valley of Amendolea River and of Stilaro River and there were several saints greeks-italians. Just in the valley of Stilaro lived and worked in the X th century Saint Giovanni Theristis (= 'the reaper') . To him is dedicated the Monastery. His mother was kidnapped by Saracens pirates and was brought in Palermo (Sicily) as a slave, instead his father was killed. The child grew up in the Christian faith and at the age of 14 years the mother invited him to return to his native country, where he was baptized and where in the course of time made many miracles.
Music: - Axion Estin, Kyrie Eleison
Voice: Divna Ljubojevic
- Alleluiarion
Choir: The Masters of Psaltic Art
Photo of Father Kosmas by Leandro Mallamaci (a great tribute to a special person)
Le immagini ai minuti 0:41; 1:01; 1:31; 3:17; 3:49; 4:39; 5:30 sono dell'utente You Tube 'Marcuscalabresus'
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Il Monastero greco-ortodosso di San Giovanni Theristis, a Bivongi in provincia di Reggio Calabria, appartiene all'Arcidiocesi ortodossa d'Italia, parte del Patriarcato di Costantinopoli. La Calabria fu sotto il dominio bizantino sino agli inizi dell'XI secolo, permettendo che la regione conservasse la cultura e la lingua greca e che nel territorio si sviluppasse il cristianesimo greco-ortodosso di rito bizantino. L'Aspromonte divenne in quei secoli una delle principali mete dei monaci basiliani provenienti dall'oriente, soprattutto nel VII secolo, durante l'iconoclastia. Qui sorsero moltissimi monasteri, soprattutto nella Vallata dell'Amendolea e nella Vallata dello Stilaro e vi furono parecchi santi italo-greci. Proprio nella vallata dello Stilaro visse ed operò nel IX secolo San Giovanni Theristis (= 'il mietitore'), al quale si attribuiscono molti miracoli. Sua madre, incinta, era stata rapita dai pirati saraceni che la condussero a Palermo dove nacque Giovanni. Cresciuto nella fede cristiana a 14 anni ella lo convinse a tornare nel proprio paese dove si fece battezzare e abbracciò la vita monacale basiliana. Giovanni morì nel 1054 e venne sepolto nel monastero della Madonna del Maestro, detto di San Giovanni Teresti vecchio o del Bosco. Dopo la sua morte la sua fama presso le popolazioni della zona crebbe così tanto che esse lo acclamarono santo e divennero meta di pellegrinaggio i suoi luoghi ed il suo aghiasma (fonte sacra). Nel luogo di questo aghiasma sorse nell'XI secolo un monastero bizantino a lui intitolato. Esso si sviluppò in periodo normanno come uno dei più importanti monasteri basiliani nel Meridione d'Italia e mantenne splendore e ricchezza sino al XV secolo. I suoi monaci erano molto dotti e possedeva una vasta biblioteca e ricchi tesori. Il monastero cominciò a conoscere in seguito fasi di declino, come tutti i monasteri greci della zona: nel 1457 il Visitatore Apostolico del Papa ne constatava la decadenza. Ma dal 1579, con la fondazione dell'Ordine Basiliano d'Italia, si ebbe una nuova fase di crescita ed il monastero divenne il principale convento basiliano della Calabria meridionale. Nel '600 una banda di briganti creò molte difficoltà al monastero e nel 1662 i monaci lo abbandonarono definitivamente per trasferirsi nel convento più grande di San Giovanni Theristis fuori le mura a Stilo, dove furono portate le reliquie di San Giovanni Theristis e dei Santi asceti Nicola e Ambrogio. All'inizio dell'800, in seguito alle leggi napoleoniche sui beni ecclesiatici, divenne proprietà del comune di Bivongi. Appartenne poi a diversi proprietari, che lo adattarono all'uso agricolo. Gli eredi dell'ultimo proprietario lo donarono nel 1980 nuovamente al comune di Bivongi. Nel 1990 cominciarono i lavori di ristrutturazione dell'edificio e dell'area per riportarlo ad essere nuovamente un luogo di preghiera per i monaci greci. Nel 1994 cominciarono a vivervi stabilmente i primi monaci athoniti provenienti dal Monte Athos e nel dicembre dello stesso anno il Consiglio Regionale della Calabria dichiarò sacra l'area compresa fra i fiumi Stilaro e Assi per facilitare l'insediamento dei monaci.
Calabria - San Giovanni Theristis
Il monastero ortodosso di San Giovanni Theristis, che si trova presso Bivongi (RC), è stato fondato da Gerasimos Atulinos nella seconda metà dell'XI secolo.
Nel 1994 è stato il primo monastero ortodosso riaperto in Italia dopo secoli di completo abbandono. Attualmente vi risiede una stabile comunità monastica appartenente alla diocesi romena-ortodossa.
Il Monastero di San Giovanni Theristìs
Il San Giovanni Theristìs di Bivongi in 2 minuti. Dalla Trasmissione i Borghi d'Italia messo in onda da TV2000
Monastero di San Giovanni Therestis (Bivongi)
i viaggi del cuore , Rete4
I racconti di Elia: A Bivongi, storia di San Giovanni Theristis e recenti scoperte parte 1di2
Cursano - zona di Stilo I Miracoli: 1)in zona Maruoni miete tutto il grano 2)Ruggero il Normanno arriva a Stilo conoscendo le proprietà taumaturgiche di San Giovanni ma lui è ormai morto, prega e si asciuga le lacrime con la veste del santo e lui guarì. 3)il cacciatore guarisce con l'acqua della cascata in cui stava meditando il santo. Ci sono stati molti miracoli. L'ultimo nel 2008 il Santo ha fermato il fuoco non facendo bruciare il monastero la basilica è stata abbandonata nel 1662 tormentata dai briganti e si spostano a Stilo la via randa collegava la certosa di Serra San Bruno con la vallata dello Stilaro A Stilo ci sono le reliquie di alcuni santi nell'altare in marmo policromo amiglie di Stilo: i caracciolo, i ferrara, i marzano, i politi, carnovale
Monastero di S. Giovanni Therystis
Maggiori informazioni su stilopromotour.it
(foto Elia Fiorenza)
San GiovanniTherestis prima del restauro
I racconti di Elia: Storia di Stilo parte 1 di 2 (riprese di Andrea Taverniti)
Monaci bizantini in Calabria
lauree monsatiche: grotta di sant'Angelo
Eremo di Monte Stella attribuita al Bonanno di scuola gaginesca
pazzano, bivongi, camini, stignano, riace
periodo normanno
2001 visita di Bartolomeo I patriarca di Istanbul incontra Bregantini che gli regala la reliquia di San Giovanni Theristis
San Basilio e i basiliani
San Bruno e San benedetto
Convetto si San Leonte a Camini
Cattolica di Stilo
Periodo svevo e angioino
Stemma di Stilo
Carlo V d'Angiò aggiunse allo stemma la dicitura: Sanguinis Praetio
CHIESA DEI TRIDETTI Staiti (RC)
CHIESA DI SANTA MARIA DEI TRIDETTI, un magnifico manufatto bizantino nonché uno dei principali della Calabria. Questo magnifico rudere si trova nel comune di STAITI un borgo (il comune meno popolato della Calabria) alle porte del Parco dello Zeffiro. Buonavisione.
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Abbazia di Santa Maria del Patir
La Calabria bizantina Giorgio Metastasio
La Madonna dell'Eremo di Monte Stella nel Comune di Pazzano (RC)
#MonteStella #Pazzano #Santuario
L’Eremo di Santa Maria della Stella o Santuario di Monte Stella, situato sul monte omonimo nel territorio del comune di Pazzano, in provincia di Reggio Calabria, è un santuario creato all’interno di una grotta.
Chi sale all’Eremo di Monte Stella, percorrendo la strada da Pazzano o da Stilo, resta sensibilmente colpito dal luogo, un abisso nelle viscere della terra ove per due secoli circa gli Eremiti vissero in contemplazione e in preghiera.
Il primo documento sull’eremo è il codice greco 598 di Parigi, contenente le opere di Sant’Efrem Diacono, e composto dal monaco Michele.
Le incursioni saracene costrinsero l’Egumeno dell’Eremo a fuggire salvando dei codici preziosi che i monaci avevano trascritto. Cessate le invasioni saracene il successore dell’Egumeno tornò riportando molti dei manoscritti che costituirono il primo fondo di biblioteca nel cenobio di Santa Maria. Da Eremo, di vita intensamente anacoretica e rigorosa, Santa Maria della Stella diviene Monastero (minore) coi Normanni,come si evince da un documento del Conte Ruggero I, che cedette al vescovo di Squillace, Giovanni Niceforo, l’Abbazia di S. Giovanni Theresti di Stilo, l’Abbazia di S. Leonte, la Chiesa di San Nicola e Santa Maria della Stella.
Nel 1522 il monastero divenne Santuario e venne collocata per la prima volta la statua della Madonna della Stella o Madonna della Scala, scolpita dal siciliano Rinaldo Bonanno.
Da eremo di Chiesa bizantina diventò, col passare degli anni, santuario della Chiesa cattolica, e le vecchie icone bizantine vennero abbandonate, e mai più recuperate. Nel secolo XV il Santuario diventa indipendente da San Giovanni Theresti e i Basiliani abbandonarono l’eremo (1670) anche se rimane all’ordine di San Basilio fino al 1946.
Vi si accede scendendo una lunga scalinata (62 scalini) scavata nella pietra. Nel santuario si trovano, oltre alla statua della Madonna, di particolare interesse, il frammento di un affresco di arte bizantina, raffigurante Santa Maria Egiziaca che riceve l’eucarestia dal monaco Zosimo. L’affresco si ritiene sia del X-XI secolo, per la particolare caratteristica delle ciocche disordinate della capigliatura della santa. All’interno della grotta vi sono rappresentazioni della Trinità, di Cristo, dell’Arcangelo Michele e la Pietà.
Attorno alla Madonna di Monte Stella si narra una leggenda. Si racconta che la nave nella quale era imbarcata la statua della Madonna inspiegabilmente si fermò a Monasterace. Da essa partì una luce rivolta verso la grotta di Monte Stella. Dei pastori videro lo strano fenomeno, e la Madonna che sopra un bue si dirigeva verso la grotta. Quando arrivò, iniziò a sgorgare acqua dalla grotta, e vennero portate due giare per raccoglierla. Esse, però miracolosamente non si riempivano mai. All’acqua, come alla Madonna, furono attribuiti poteri taumaturgici.
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* Le riprese sono di Massimo Iannuzzi - 320.0652319
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Staiti (RC) - Il paese
L'Italia in piccolo: viaggio nei comuni più piccoli di ciascuna regione d’Italia
Fondato nel XVI secolo per sorvegliare le vie di comunicazione fra l'entroterra calabrese e la costa ionica, Staiti sorge a 500 metri d'altezza, sulle prime pendici dell'Aspromonte a una decina di chilometri dal mare. Il paese fa parte di quella manciata di comuni in cui, fino a tempi recenti, si conservava l'antichissimo uso della lingua greca.
Calabria grecanica
C’è una parte di Calabria tanto poco conosciuta quanto unica e bella. È la zona della Bovesia, nella parte meridionale dell’Aspromonte, tra le montagne boscose ed il vasto Mar Jonio, caratterizzata da una comunità ellenofona, che ancora parla il “greco di Calabria”, e che conserva le millenarie tradizioni magno-greche.
Viaggio nella terra di San Nicola Greco e degli altri monaci venuti dalla Calabria - Parte 2
La Fondazione San Nicola Greco di Guardiagrele (CH), nei giorni 24 e 25 Aprile 2017, ha visitato il Comune di Pietrafitta (CS) e la Chiesa di S. Martino di Giove in Canale, tomba di Gioacchino da Fiore e casa di Sant'Ilarione, S. Nicola Greco e degli altri monaci basiliani venuti in Abruzzo nel X secolo per stabilirsi nell'antico feudo di Prata, la zona che oggi è meglio conosciuta come località Torretta, nei pressi del lago di Casoli (CH).
Questa è la seconda parte che riguarda la visita a San Matino di Guive in loalità Canale nel Comune di Pietrafitta (CS)
VAI ALLA PARTE PRIMA:
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L'ABBAZIA DEL GRAN CONTE RUGGERO
Già monumento nazionale, la Chiesa di Santa Maria, presso Mili San Pietro, è la più antica testimonianza di architettura religiosa arabo-normanna di Messina, e tra le prime della Sicilia. Edificata intorno al 1091 dal Gran Conte Ruggero d'Altavilla (che nel 1092 vi fece seppellire il figlio Giordano), e da lui affidata ai monaci basiliani, l'abbazia, tra le più importanti della Sicilia medievale, conobbe periodi di splendore e decadenza. Nel 1866, la chiesa venne acquisita dallo Stato e il monastero successivamente venduto a privati. Oggi la chiesa è patrimonio del F.E.C. del Ministero dell'Interno, e il complesso monumentale è vincolato come bene d'interesse storico, artistico ed architettonico particolarmente importante. Ultimamente ricompreso tra le Meraviglie italiane censite dal Forum Nazionale Giovani e dal Ministero della Gioventù. La chiesa, pur essendo stata recentemente restaurata si trova in condizione di abbandono, chiusa al pubblico, mentre l'annesso monastero versa in un gravissimo stato di degrado, nell'indifferenza più generale. Tra le poche opere d'arte che si sono salvate dall'incuria e dai molteplici saccheggi susseguitisi nel tempo, esistono conservati nella vicina chiesa del paese di Mili, una tavola del 1638 di Francesco Laganà raffigurante la Madonna del Rosario tra devoti oranti, un'acquasantiera in marmo cinquecentesca e una statua di marmo personificante una Madonna con bambino.
Chiesa di Santa Maria de Tridetti a Staiti (RC) come non l'hai mai vista. Calabria Greca
#Staiti #Tridetti #ChiesaBizantina
Siamo nella provincia di Reggio Calabria, sul versante ionico. Venendo da nord, sulla S.S. 106 abbiamo superato Capo Bruzzano, bellissimo promontorio a picco sul mare.
Siamo nel territorio di Staiti dove una leggenda avvolge la storia di questo luogo sacro che ha attraversato i secoli giungendo fino ad oggi. Se ti guardi attorno, vedi solo una campagna assolata e desolata. Ma la leggenda narra che lì dove ora sorge la Chiesa i Locresi di Locri Epizefiri avevano innalzato un tempio a Poseidone nel V-VI secolo a.C per ringraziare il Dio del mare di averli salvati da una tempesta. Purtroppo Annibale occupò Locri e la distrusse con tutti i suoi Templi per aver appoggiato i romani durante le guerre puniche.
Durante scavi archeologici effettuati nella zona di Santa Maria dei Tridetti fu rinvenuta una moneta di epoca greca che ritrae Poseidone. Ciò sembrerebbe confermare questa leggenda. I Monaci bizantini nell’VIII secolo decisero di edificare un nuovo Tempio nello stesso luogo e lo chiamarono Santa Maria del Tridente (il tridente di Poseidone), poi divenuto “Tridetti”.
Questa è la leggenda. L’Archeologia ufficiale sostiene che il termine Tridetti deriva dal greco tridactilon ovvero le tre dita benedicenti di Gesù con riferimento ad una icona collocata nella Chiesa in epoca Bizantina.
Quale sia la verità è difficile stabilirlo. Quello che è certo è che merita l'attenzione dovuta quella che manca, purtroppo, ai Beni Artistici e Culturali.
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Rito Bizantino a Santa Maria di Tridetti - Staiti (RC)
Evento organizzato dall'Amministrazione Comunale di Staiti, Parrocchia Santa Maria della Vittoria, Comunità Bizantina San Cipriano di Reggio Calabria in collaborazione con la Pro-Loco Staiti, Ass. La Voce del Sud, Circolo Culturale Greco Delia.
RIPRESE VIDEO:
Carmine Verduci
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