TREKKING: San Vivaldo - Pozzi Giurassici dell'Evola - Con ilrifugiotrekking - di Sergio Colombini
L'itinerario di oggi inizia da San Vivaldo, ci incamminiamo verso il convento da dove inizia il sentiero 3 del comune di Montaione. Dopo aver superato il piccolo cimitero di San Vivaldo, iniziamo la discesa verso l’Egola (o Evola come dicono i locali) che raggiungiamo in corrispondenza di un facile guado. Arriviamo, con una breve deviazione, nel luogo dove l’Egola riceve l’affluente Egoletta, formando una grande marmitta chiamata Pozzo Latino. L’ambiente intorno è molto bello con piccole marmitte, liscioni e con la particolare struttura dell’alveo dei due torrenti, costituito esclusivamente da rocce lisce e levigate. Ripreso il sentiero ripario dell’Egola, superiamo la strada per Montaione, iniziando la discesa verso la zona delle rocce ofiolitiche. Superati alcuni guadi, raggiungiamo la zona dei grandi pozzi, nei quali vediamo il fantastico lavoro fatto dalle acque in migliaia di anni. Marmitte, solchi, ghiotte e liscioni si susseguono armonicamente rendendo veramente bello il luogo. Un ripido sentiero, fatto di scaloni e corrimano ci permette di giungere al Pozzo di Diago, che in quell’ora riceve un fascio di luce che esalta la composizione cromatica, rendendo il luogo ancor più bello e ricco di fascino. Dopo un tratto in salita, nuova calata verso un altro pozzo con “briglia”. Ora il percorso si svolge quasi dentro il torrente, dove la via per non bagnarsi diventa scelta personale. Ci aiutano radici di pioppi ripari, rocce affioranti e tronchi. Finalmente arriviamo al grande Pozzo sfondato, enorme scarpata solcata dall’Egola, in un ambiente fatto di ripide rocce. Un piccolo ponticello in pietra (nel passato raggiungeva un grande mulino, adesso diruto) ci ha permesso di attraversare facilmente il fiume, facendoci accomodare al solicchio per la pausa pranzo. Ripartiti, abbiamo nuovamente guadato l’Egola e, dopo un breve saliscendi, un ponte a raso ci ha permesso l’ultimo attraversamento del fiume. Da qui siamo risaliti verso il grande cascinale di Bosco Gucci (oggi abbandonato), raggiungendo la strada Tonda-S.Vivaldo. Fatte poche centinaia di metri scendiamo nel vallone del torrente Carfalo raggiungendo la sorgente, posta in un lago nascosto in mezzo alla vegetazione. Una vegetazione rigogliosa, umida e grandi quantità di rovi hanno costretto a passaggi ardui ma alla fine la strada del ritorno è stata raggiunta. Una nota di merito va al comune di Montaione per l’ottima segnalazione dei sentieri.