Altopiano delle Rocche -Abruzzo-Italy
Altopiano carsico dell'Appennino centrale,situato in Abruzzo,in provincia dell'Aquila.All'interno del parco naturale Sirente- Velino,ricade nel territorio di Rocca di Mezzo, Rocca di Cambio e Ovindoli.
Ovindoli [AQ]
Ovindoli (Ovinnërë in dialetto abruzzese) è un comune italiano di 1.259 abitanti della provincia dell'Aquila in Abruzzo. Fa parte della Comunità montana Sirentina e compreso all'interno del parco regionale naturale del Sirente - Velino.
Sulle pendici del Monte Magnola (2220 m) esistono piste da sci alpino di ogni grado di difficoltà e appartenenti al comprensorio sciistico delle Tre Nevi. Inoltre nell'altopiano che collega il suo territorio con Rocca di Mezzo (Altopiano delle Rocche) si trovano le piste da sci di fondo più lunghe dell'Italia centrale.
OVINDOLI..
Si trova sull'altopiano delle Rocche, nella catena del Velino-Sirente, a 10 km da Celano e la sottostante piana del Fucino, con capoluogo Avezzano. Nei dintorni si trovano i monti Faito, Magnola, Serra di Celano, Sirente e i Piani di Pezza.
Ovindoli di notte 2018
Ovindoli, a small village in the Apennine Mountains, in central Italy.
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Ovindoli, paese dell’Appennino abruzzese, in provincia de l’Aquila, in Italia, a 1.400 metri sul livello del mare, al limite dell’Altopiano delle Rocche (Ovindoli, Rovere, Rocca di Mezzo, Rocca di Cambio). Poco più di 1.000 abitanti, fortemente diminuiti rispetto ad un secolo fa. E’ attualmente conosciuto come stazione sciistica, non distante da Roma, ma ha origini antiche: è rappresentato, con il nome di Ouiedolo, nella Galleria delle carte geografiche, Musei vaticani, realizzata tra il 1581 ed il 1583. E di queste origini rimane traccia nel centro storico, caratterizzato da vicoli, che si rincorrono in continuo saliscendi. Di notte assume un aspetto quasi da presepe.
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Foto di Giovanni Matteucci, 9 settembre 2018
Rovere Aq
Il magnifico Borgo di Rovere in provincia dell'Aquila a 1413 msl, posto al confine tra l'altopiano di Ovindoli e l'altopiano delle Rocche.
Folaghe al cratere del Sirente - Secinaro - L'Aquila - Abruzzo - Italia
Ripresa con un drone delle folaghe del laghetto del Sirente nei pressi di Secinaro (AQ).
Fossa Raganesca - Ocre - L'Aquila - Abruzzo - Italia
Riprese con un piccolo drone della dolina detta Fossa Raganesca nei pressi di Ocre. La dolina, dal diametro di ben 550m, si trova nei pressi del convento di Sant'Angelo d'Ocre, della dolina di Monticchio, del castello di Ocre, del castello-recinto di Fossa e dello Spelèo Mitralico (vedi video allegati).
SLEDDOG HUSKY TREK- OVINDOLI - L'AQUILA
L' origine di OVINDOLI
è avvolta nel mistero. Molto probabilmente il primo nucleo si sviluppò intorno ad una torre o ad un castrum degli antichi Marsi, eretto a difesa di quell' importante varco verso i Vestini. L'antico castello Marso, insieme con quello di Rovere (dal latino Robur) conservò sempre la funzione di guardia e di difesa, data la privilegiata posizione geografica.
Ovindoli, comune posto in provincia dell' Aquila da cui dista 39 Km in posizione rialzata, situata nel cosiddetto Altopiano delle Rocche, in un territorio quasi completamente circondato dai rilievi dell' Appennino, le cui vette, raggiungono i 2487 metri con il Monte Velino, si trova ad un' altezza di m.1375 dal mare.
L' Altopiano delle Rocche, del quale fanno parte anche i paesi di Rocca di Mezzo, Rovere, Rocca di Cambio, è un caratteristico piano carsico, circondato da alti monti calcarei e con scarsa circolazione di acque superficiali. Esso è in pratica costituito da 2 piani: quello di Ovindoli e quello di Rocca di Mezzo. Il primo è più elevato, e le sue acque si raccolgono nel laghetto a m.1338 ai piedi della catena del Sirente, avanzo dell' antico specchio lacustre dell' ere preistoriche e che, costringerà gli abitanti a costruire i villaggi in posizione montana. Le acque di risulta, attraverso la Valle di Arano e le gole di Celano col il nome La Foce, raggiungono la conca del Fucino. Invece le acque del piano di Rocca di Mezzo si raccolgono nel Rio Gamberale, estremo limite della Diocesi dei Marsi secondo il pontefice Pasquale II del 1115.
Il torrente, attraverso un inghiottitoio da 1250m. di altezza, raggiunge per vie sotterranee la Valle dell' Aterno a 700m. fuori uscendo dalle Grotte di Stiffe.
Le cime più alte sono: M. Cagno (m. 2152), M. Rotondo (m. 2062), M. Magnola (m. 2223) che impediscono alle umide correnti del sud, d' irrompere sul pianoro dal clima piuttosto secco.
I° Cicloturistica Rocca di Cambio 23 settembre 2018 - L'Aquila - Abruzzo - Italia
I° Cicloturistica Rocca di Cambio del 23 settembre 2018 organizzata dalla locale Proloco. Probabilmente la prossima edizione sarà competitiva.
Ciaspolata sui Piani di Pezza - Aq
I Piani di Pezza sono un altopiano glaciale e carsico-alluvionale situato in Abruzzo, in provincia dell'Aquila, all'interno del territorio del comune di Rocca di Mezzo (ed in parte minore nel comune di Ovindoli), incastonati nel Parco naturale regionale Sirente-Velino, nell'Appennino abruzzese. Dalle montagne circostanti si gode un ampio panorama appenninico.
Vi si accede principalmente dall'altopiano delle Rocche attraverso il Vado di Pezza (1500 m s.l.m.) provenendo da Rocca di Mezzo, o da Rovere (frazione di Rocca di Mezzo) su una strada recentemente asfaltata; quest'ultima, stretta e spesso non soggetta a pulizia in caso di innevamento, è assolutamente da evitare nel periodo invernale.
(fonte):
Tempio italico di Castel di Ieri - L'Aquila - Abruzzo - Italia
Riprese con un drone del Tempio italico di Castel di Ieri. Il tempio, che si trova sulla strada Claudia Nova, era un luogo di culto dei Peligni Superequani. Risale al IV secolo a.C..
Geografia dell'Abruzzo
In Abruzzo, la geografia presenta una grande quantità di varietà morfologiche. L'Abruzzo è situato sul versante adriatico dell'Italia centrale. Con i suoi 10.753 km² è la tredicesima regione italiana per estensione. Confina a nord con le Marche, ed in particolar modo con la provincia di Ascoli Piceno, a sud col Molise ed a ovest con il Lazio, e più precisamente con le province di Frosinone, Roma e Rieti. Ad est è bagnato dal mare Adriatico. Il punto più settentrionale della regione è situato a Martinsicuro (Teramo), quello più a sud ad Alfedena (L'Aquila), quello più orientale a San Salvo (Chieti) e quello più a ovest ad Oricola (L'Aquila). L'Abruzzo si caratterizza per la prevalenza di zone montuose e collinari. In particolar modo il 65,1% del territorio regionale è occupato da sistemi montuosi, mentre il restante 34,9% è caratterizzato da colline che degradano dalle catene appenniniche verso il mare Adriatico. I principali sistemi montuosi della regione si estendono dal passo della Torrita, vicino Amatrice, sino alla Bocca di Forlì, costituendo l'Appennino abruzzese. Si possono evidenziare tre catene, che corrono parallele da nord a sud, attraversando interamente la provincia dell'Aquila e, marginalmente quelle di Teramo, Pescara e Chieti. La catena orientale è la più conosciuta nonché la più alta. Dal passo della Torrita sino al passo delle Capannelle si ergono i Monti della Laga, che trovano nel Monte Gorzano la cima più elevata. Dalle Capannelle alla Forca di Penne si estende il Gran Sasso d'Italia, la sezione appenninica più alta, in cui è situato il Corno Grande, che sfiora i 2914 metri d'altezza. Tale sistema si pone come confine naturale tra le province di L'Aquila e Teramo. Nel versante occidentale (o aquilano), che è più verdeggiante, è situata la piana di Campo Imperatore; in quello orientale (o teramano), più brullo in quanto caratterizzato da vere e proprie pareti di roccia, si trovano i Prati di Tivo e il Ghiacciaio del Calderone, che è il più meridionale d'Europa. Dalle Gole di Popoli, infine, alla Bocca di Forlì vi è il compatto massiccio della Majella, di origine calcarea. La vetta principale è il Monte Amaro, che supera il 2500 metri. La catena centrale è limitata a nord dalla Conca Aquilana, a est dalla Conca Peligna, a sud dalla Marsica e ad ovest dalla Valle del Salto. Si tratta di un complesso che prende il nome delle due vette più elevate, il Monte Velino e il Monte Sirente, a cui si aggiungono alcuni sistemi secondari: a ovest il San Rocco-Cava, a nord il Cagno-Ocre e a sud i Monti della Magnola e le Montagne della Duchessa. Nella sezione centrale della catena, tra il Sirente ed il Velino sono situati l'Altopiano delle Rocche e i Piani di Pezza, di origine carsica. Incastonata tra il Velino, le Montagne della Duchessa, il Monte Ocre ed il Monte Cagno, nella parte occidentale del sistema sorge la piana di Campo Felice, di origine carsico-alluvionale. La catena occidentale, invece, è al confine con il Lazio ed è formata dai versanti orientali dei Monti Carseolani, dei Monti Cantari e dei Monti della Meta, nonché dai contigui Monti Marsicani, che si estendono nel territorio del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. La parte orientale della regione è caratterizzata dalla presenza di un'interrotta e lunga fascia collinare, presso Chieti, Teramo, Lanciano e Pescara). Le valli principali sono la valle del Tordino a Teramo, assieme alla valle del Vomano, la piana dell'Alento e la Val Pescara tra Chieti e Pescara, comprendendo l'entroterra provinciale di Loreto Aprutino e Città Sant'Angelo, la val di Sangro presso Lanciano e Casoli, la piana Maruccina di Ortona e San Martino sulla Marrucina, e la valle del Trigno-Sinello presso Vasto e Scerni. Le grandi bastionate montuose ad ovest e il mare a est, delimitano l'area collinare, così questa sembra essere sospesa tra il mare e le incombenti montagne della Majella, del Monte Pallano e del Gran Sasso e dei Monti Gemelli. Il paesaggio collinare, modellate dall'uomo, nella zona del Tordino e del Sangro, è caratterizzato dalla presenza di estesi oliveti e vigneti, che conferiscono colore e fascino. I colli, specialmente nella zona del Sangro-Aventino, sono alti e arcigni, talvolta caratterizzati da verdi e dolci declivi, in base alla distanza dalla Majella e dal Pallano, incluso nel gruppo dei Monti Frentani. Non mancano formazioni di calanchi dovute a fenomeni di erosione, come nella piana Marrucina nei pressi di Chieti, a Orsogna e nella riserva naturale di Atri.
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Linea Verde va in Abruzzo - Puntata: L'Aquila e la forza della ricostruzione (25/10/2009)
DOCUMENTARIO ABRUZZO
Terremoto in Abruzzo: Nulla è più come prima. Tornare sui luoghi della tragedia per documentare le ricadute negative che l’evento terremoto ha avuto sull’agricoltura dell’Abruzzo.
Scanno L'Aquila 1°Parte Abruzzo
Abruzzo Geografia
In Abruzzo, la geografia presenta una grande quantità di varietà morfologiche. L'Abruzzo è situato sul versante adriatico dell'Italia centrale. Con i suoi 10.753 km² è la tredicesima regione italiana per estensione. Confina a nord con le Marche, ed in particolar modo con la provincia di Ascoli Piceno, a sud col Molise ed a ovest con il Lazio, e più precisamente con le province di Frosinone, Roma e Rieti. Ad est è bagnato dal mare Adriatico. Il punto più settentrionale della regione è situato a Martinsicuro (Teramo), quello più a sud ad Alfedena (L'Aquila), quello più orientale a San Salvo (Chieti) e quello più a ovest ad Oricola (L'Aquila). L'Abruzzo si caratterizza per la prevalenza di zone montuose e collinari. In particolar modo il 65,1% del territorio regionale è occupato da sistemi montuosi, mentre il restante 34,9% è caratterizzato da colline che degradano dalle catene appenniniche verso il mare Adriatico. I principali sistemi montuosi della regione si estendono dal passo della Torrita, vicino Amatrice, sino alla Bocca di Forlì, costituendo l'Appennino abruzzese. Si possono evidenziare tre catene, che corrono parallele da nord a sud, attraversando interamente la provincia dell'Aquila e, marginalmente quelle di Teramo, Pescara e Chieti. La catena orientale è la più conosciuta nonché la più alta. Dal passo della Torrita sino al passo delle Capannelle si ergono i Monti della Laga, che trovano nel Monte Gorzano la cima più elevata. Dalle Capannelle alla Forca di Penne si estende il Gran Sasso d'Italia, la sezione appenninica più alta, in cui è situato il Corno Grande, che sfiora i 2914 metri d'altezza. Tale sistema si pone come confine naturale tra le province di L'Aquila e Teramo. Nel versante occidentale (o aquilano), che è più verdeggiante, è situata la piana di Campo Imperatore; in quello orientale (o teramano), più brullo in quanto caratterizzato da vere e proprie pareti di roccia, si trovano i Prati di Tivo e il Ghiacciaio del Calderone, che è il più meridionale d'Europa. Dalle Gole di Popoli, infine, alla Bocca di Forlì vi è il compatto massiccio della Majella, di origine calcarea. La vetta principale è il Monte Amaro, che supera il 2500 metri. La catena centrale è limitata a nord dalla Conca Aquilana, a est dalla Conca Peligna, a sud dalla Marsica e ad ovest dalla Valle del Salto. Si tratta di un complesso che prende il nome delle due vette più elevate, il Monte Velino e il Monte Sirente, a cui si aggiungono alcuni sistemi secondari: a ovest il San Rocco-Cava, a nord il Cagno-Ocre e a sud i Monti della Magnola e le Montagne della Duchessa. Nella sezione centrale della catena, tra il Sirente ed il Velino sono situati l'Altopiano delle Rocche e i Piani di Pezza, di origine carsica. Incastonata tra il Velino, le Montagne della Duchessa, il Monte Ocre ed il Monte Cagno, nella parte occidentale del sistema sorge la piana di Campo Felice, di origine carsico-alluvionale. La catena occidentale, invece, è al confine con il Lazio ed è formata dai versanti orientali dei Monti Carseolani, dei Monti Cantari e dei Monti della Meta, nonché dai contigui Monti Marsicani, che si estendono nel territorio del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. La parte orientale della regione è caratterizzata dalla presenza di un'interrotta e lunga fascia collinare, presso Chieti, Teramo, Lanciano e Pescara). Le valli principali sono la valle del Tordino a Teramo, assieme alla valle del Vomano, la piana dell'Alento e la Val Pescara tra Chieti e Pescara, comprendendo l'entroterra provinciale di Loreto Aprutino e Città Sant'Angelo, la val di Sangro presso Lanciano e Casoli, la piana Maruccina di Ortona e San Martino sulla Marrucina, e la valle del Trigno-Sinello presso Vasto e Scerni. Le grandi bastionate montuose ad ovest e il mare a est, delimitano l'area collinare, così questa sembra essere sospesa tra il mare e le incombenti montagne della Majella, del Monte Pallano e del Gran Sasso e dei Monti Gemelli. Il paesaggio collinare, modellate dall'uomo, nella zona del Tordino e del Sangro, è caratterizzato dalla presenza di estesi oliveti e vigneti, che conferiscono colore e fascino. I colli, specialmente nella zona del Sangro-Aventino, sono alti e arcigni, talvolta caratterizzati da verdi e dolci declivi, in base alla distanza dalla Majella e dal Pallano, incluso nel gruppo dei Monti Frentani. Non mancano formazioni di calanchi dovute a fenomeni di erosione, come nella piana Marrucina nei pressi di Chieti, a Orsogna e nella riserva naturale di Atri.
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Peltuinum (AQ) antica città italica. Bebop2 drone, Abruzzo, Italy
Peltuinum is an ancient Italian town of Vestini, whose archaeological site is located in the municipality of Prata d'Ansidonia, in the province of L'Aquila, declared a national monument in 1902
Castello del Guasto - Assergi - L'Aquila - Abruzzo - Italia
Il castello del Vasto risale probabilmente al X secolo e venne edificato in seguito alla distruzione di Forcona da parte dei longobardi. Risultava diruto già nel 1400.
Gli abitanti parteciparono alla fondazione dell'Aquila ricevendo un caseggiato nel quarto di Santa Maria dove edificarono la chiesa di Santa Maria del Guasto.
Il castello del Vasto fu ristrutturato nella seconda metà del 1700 dalla famiglia Cappelli.
La Chiesa di Santa Maria del Vasto è nominata nel 1178 in una bolla di papa Alessandro III e nel 1204 in un’altra bolla di papa Innocenzo III.
L'area di Vasto fu una roccaforte dei partigiani. Nel 1944 i tedeschi uccisero G. Di Vincenzo e fucilarono 9 persone.
Briganti e Risorgimento: eroi dimenticati: la storia dell'Abruzzo
Documentario che mostra la storia del Brigantaggio postunitario nel Regno delle Due Sicilie, e in particolare in Abruzzo.
DAL SITO:
L’isolamento fino alla metà di questo secolo era totale, quando anche la strada che sale ora dalla valle percorrendo l’altipiano delle Rocche non esisteva e sui pascoli del Sirente si ascendeva direttamente dalle case del paese, con i muli o a piedi. I valichi di montagna restavano ancora gli unici accessi consentiti per il passaggio nella limitrofa Marsica, nell’alta Valle dell’Aterno e nella più urbanizzata Valle Peligna. Negli anni del dopoguerra sulla montagna appenninica si andava ancora e soprattutto per caricare il carbone e la legna, ma sul Sirente c’era un’altra risorsa: il ghiaccio, che si asportava da alcune provvidenziali neviere, accumuli di neve che ancora oggi, grazie all’esposizione e alla quota, resistono per gran parte dell’anno e in alcuni casi sono praticamente perenni. Quando non esisteva ancora il ghiaccio artificiale la neve serviva, specie nei grandi centri, per conservare ogni sorta di alimenti, ma anche nella terapia medica, per abbassare le febbri tifoidee per esempio. Occorrevano sei ore col mulo per andare e tornare dalla montagna e in una settimana spesso si facevano tre, anche quattro di viaggi. Chi possedeva un mulo per il trasporto, perché nessun altro animale poteva fare quei percorsi impervi, alternava quest’attività ad altre, come il taglio della legna o il lavoro su piccoli appezzamenti di terra. -”Si partiva di notte, anche in segreto, perché si rubava il lavoro ad un altro: la povertà e le poche risorse della montagna mettevano le famiglie le une contro le altre. Era la Miseria. (...) Nel Paese c’era tanta concorrenza tra le famiglie per la neve, come per il taglio del bosco ed altri mestieri. Solo con la neve, a Secinaro, non si poteva vivere.”- (1). Il comune provvedeva all’appalto per la raccolta e poi al trasporto della neve, che si effettuava con squadre di mulattieri attraverso i tratturi, a Roma e fino alle Puglie. I mestieri più diffusi nei paesi a ridosso della montagna erano quelli del carbonaio, del tagliatore di legna, degli operai addetti alla lavorazione della calce, degli artigiani del legno. Questi ultimi che producevano aratri, rastrelli, basti per muli, spesse volte erano costretti ad agire di nascosto alle guardie del Corpo Forestale: andavano in montagna a raccogliere particolari piante di faggio che per le loro caratteristiche crescevano solo in alcune zone del bosco non soggette al taglio. L’economia dei paesi si reggeva quasi esclusivamente sul bosco. La legna era venduta in tutti i paesi della Val Pescara, della Marsica, dell’Aquilano, soprattutto in occasione delle fiere annuali. Chi aveva i muli era fortunato, trasportava la legna per conto terzi e vedeva qualche lira in più. Con i cavalli e i muli si facevano tutte le attività agricole, i lavori in montagna e i trasporti di merci e derrate varie. Gli altri, specialmente i carbonai, guadagnavano meno: passavano un’intera stagione nel bosco, dentro baracche appositamente costruite, dove spesso abitavano con l’intera famiglia. Si dormiva insieme alla legna, alle frasche e agli animali, su semplici sacchi di paglia. Mangiavano essenzialmente polenta e una piccola capra forniva il latte ai bambini. Alle donne toccava ugualmente una giornata massacrante. Per raccogliere la legna secca partivano di notte in piccoli gruppi e tornavano la mattina, dopo aver girato tutta la montagna con le fascine sulla testa. Senza riposare, spesso lasciando i figli piccoli, partivano di nuovo per attingere l’acqua che, specie a Secinaro era poca e per attingerla le donne scendevano con le conche nei paesi più a valle. -”l’acqua si imprestava, -racconta un’anziana donna- si misurava con il coppino e poi si restituiva; era preziosa. Anche il fuoco si prestava. Dicevano “dammi una paletta di brace”. Per non far consumare la legna, si metteva dentro il camino solo con le punte, per risparmiare”- (1). C’era poi chi integrava i magri bilanci familiari con la raccolta di altri prodotti del bosco: fragole, noci, funghi, che arrivavano fin sulle tavole dei ristoranti della capitale. La belladonna veniva raccolta per farne medicinali, la genziana e altre erbe officinali per i liquori. Le viole servivano alla produzione dei profumi. Le donne soprattutto, ma anche i bambini, raccoglievano di tutto, per vendere o barattare. Le frasche per il fuoco ad esempio venivano barattate con le patate, le lenticchie e le fave nei paesi del Fucino, ma era un lavoro estenuante, per guadagnare alfine solo un tozzo di pane. Dopo la raccolta delle frasche nel bosco, bisognava girare per i paesi e vendere le fascine; si faceva ritorno al tramonto. Chi lavorava nel bosco, non dormiva mai!
I luoghi del Tratturo Magno
Come il filo di una collana, il tratturo tiene insieme le perle del Paesaggio Abruzzese.
Un percorso dell'anima attraverso le bellezze della nostra Regione.
Bellezze naturali, artistiche, storiche, che in comune hanno un ideale cammino, a cui fanno da sfondo, il cammino della transumanza, che affonda le sue radici nella storia di questi luoghi.
Eremo di San Michele - Bominaco - Caporciano - L'Aquila - Abruzzo - Italia
Il bellissimo Eremo di San Michele nei pressi di Bominaco.
San Michele, secondo la tradizione, sarebbe passato per questo piccolo eremo lasciano le sue impronte sulla roccia.
Alla fine del XI secolo la grotta è stata lungamente abitata dal monaco eremita San Tussio originario di Bagno.
Driving in Abruzzo, Italy
Driving in Italy: from Manoppello Scalo to Chieti.
Recorded with Gopro Hero 5