ANSEDONIA. ZONA ARCHEOLOGICA (ORBETELLO, GROSSETO, ITALY)
ZONA ARCHEOLOGICA (ARCHAEOLOGICAL ZONE) DI COSA, Ansedonia, frazione di Orbetello, Maremma, provincia di Grosseto, Toscana, Italia. Secondo una consolidata tradizione questa località deve il suo nome ad Ansedonia, ninfa protettrice dei marinai fin dall'epoca etrusca. La città di Cosa sorge sulla costa del Mar Tirreno su un promontorio roccioso (114 metri s.l.m.) che il Tombolo di Feniglia aveva legato in epoca remota alla primitiva isola dell'Argentario. L'antica città comprendeva due alture ad est ed a sud divise da un'ampia sella. La colonia di Cosa, di diritto latino, fu fondata dai Romani nel 273 a.C. dopo la sconfitta delle forze alleate delle città etrusche di Volsinii e di Vulci (280 a.C.) e la cessione di buona parte del territorio vulcente, compresa la fascia litoranea. La nuova colonia latina di Cosa venne così a controllare un' area geografica ampia circa 550 kmq. Il nome derivò da quello più antico di Cusi, o Cusia, relativo a un piccolo centro etrusco disposto sul luogo dell'attuale Orbetello. La posizione strategica e il carattere di fortezza, derivante dalla presenza di un possente circuito murario, vanno messe in rapporto sia con la minaccia che negli anni intorno alla data di deduzione delle colonie la potenza navale cartaginese costituiva per i Romani (la prima guerra Punica cominciò nel 264 a.C.) sia con la necessità di tener sotto controllo i territori etruschi di recente conquista, ancora non definitivamente sottomessa. Oggi Ansedonia è una rinomata località turistica situata sull'omonimo promontorio a sud-est del comune di Orbetello. Nell'area archeologica sono degne di nota le Mura di Cosa, il Museo Archeologico Nazionale e le opere ingegneristiche della Tagliata Etrusca e dello Spacco della Regina. Tra le varie ville lussuose di epoca moderna che caratterizzano la località si ritrovano alcune tracce di storia in alcuni monumenti isolati. Tra questi sono da ricordare la Torre di S.Pancrazio e la Torre di S.Biagio di origini medievali, presso la quale si trova la Cappella di S.Biagio costruita in epoca tardo-medievale su un antico mausoleo romano. La Tagliata Etrusca è una notevole opera di ingegneria risalente al periodo etrusco-romano. Si tratta di un canale tagliato nella roccia lungo la costa a sud-est del promontorio, ideato per evitare l'insabbiamento dell'antico porto creando un sistema di controcorrenti provenienti dal mare e dal canale emissario del non lontano lago di Burano. Questa notevole opera ingegneristica era completata dallo Spacco della Regina, una grande spaccatura del promontorio soprastante che si sviluppava lungo alcuni cunicoli scavati artificialmente. Nella zona è degna di nota anche la cinquecentesca Torre della Tagliata, edificio che venne trasformato in abitazione nei secoli successivi e nel quale dimorò anche Giacomo Puccini.
Cosa - L'antica città romana. Parte I
Il video tratta i seguenti temi:
Storia della città di Cosa: dopo aver sconfitto gli Etruschi nel 273 a.C. i Romani fondarono la città di Cosa in sommità alla collina di Ansedonia. Fu una colonia di diritto latino, cioè si amministrava autonomamente.
Le mura: sono la parte meglio conservata di tutto il sito, sono lunghe 1,5 km e dotate di 18 torri di guardia nonché di tre porte d'accesso.
Abitazioni: vengono descritte la Casa di Diana e la Casa dello Scheletro
Video seguente: Cosa - L'antica città romana. Parte II
Il mistero di Cosa (Ansedonia, GR)
L'antica colonia latina di Cosa, fondata nel 273 a.C., è attribuita ai Romani. Nulla da dire, se non fosse che la cinta muraria che racchiude la città è in opera poligonale, costituita cioè da grossi blocchi poligonali perfettamente incastrati tra loro, a secco. Dato che questo tipo di tecnica non era affine ai romani ed è documentata secoli prima della loro comparsa nella Storia, in molti altri luoghi del mondo, chi ha costruito la cinta di Cosa? Impossibile non fare un raffronto con quella che circondava l'antica Cusi o Cusia (attuale Orbetello), di cui restano solo frammenti ma sufficienti per mostrarci l'impiego della medesima tecnica. Eppure per Orbetello l'archeologia ammette una presenza ben più antica, rispetto a Cosa (almeno VIII sec. a.C.), e l'opera poligonale attribuita a genti etrusche.
Scendendo dal promontorio su cui sorge Cosa, andremo a vedere l'antico porto e due strutture spettacolari che ancora testimoniano antichi saperi: lo Spacco della Regina e la Tagliata. Due passi nel mistero sono d'obbligo in questi luoghi...
ANDIAMO AD ANSEDONIA -le rovine di COSA
#ansedonia#leanticherovinediCosa#cittàantiche#
Cosa: area archeologica con i resti dell'antica colonia romana di Cosa, le mura ciclopiche, il museo, il foro e l'acropoli.
La colonia romana di Cosa si trova sulla sommità del promontorio di Ansedonia (114 metri s.l.m.) e fu fondata dai romani nel 273 a.C. immediatamente dopo la vittoria dell'impero sugli alleati di Vulci e Volsinii. Il nome di Cosa deriva da Cusia o Cusi, un più antico aglomerato etrusco che sorgeva però più in basso probabilmente dove oggi si trova Orbetello.
Tutto l'abitato era circondato da poderose mura che avevano un'estensione di circa 1,5 km, con tre porte di accesso e 17 torri di cui una circolare. Oggi per lunghi tratti le mura sono state liberate dalla vegetazione cresciuta per secoli, e quindi risultano perfettamente visibili i grandi blocchi di costruzione.
Entreremo nell'area archeologica attraverso la porta Fiorentina (nord-ovest) e percorreremo un sentiero sterrato che originariamente attraversava i quartieri abitativi; noterete che dal terreno affiorano molte piccole volte, sono i resti delle cisterne che si trovavano sotto le case.
LA MAREMMA, L'ARGENTARIO, ORBETELLO, CAPALBIO ed ANSEDONIA si possono raggiungere facilmente sia in treno che in macchina.
In macchina : da ROMA (circa 140 km, 1 ora e 30 minuti) bisogna prendere la ss.1 Aurelia, poi l'AUTOSTRADA A12 ROMA-CIVITAVECCHIA, percorrerla tutta, e prendere nuovamente la SS.1 AURELIA. Arrivati al km 130 dell'Aurelia c'è l'uscita per CAPALBIO; continuando sull'Aurelia dopo circa 10 Km ci sono le due uscite di ANSEDONIA, la prima lato Tagliata e la seconda lato Feniglia; continuando sempre sull'Aurelia dopo circa 3 km trovate l'uscita ORBETELLO - MONTE ARGENTARIO; continuando sull'AURELIA per circa 17 Km trovate l'uscita TALAMONE - FONTEBLANDA.
In treno: la linea ferroviaria è la ROMA-PISA. Venendo da Roma la prima stazione è quella di CAPALBIO. Segue poi la stazione di ORBETELLO-MONTE ARGENTARIO, alla quale bisogna scendere per raggiungere ANSEDONIA, che dista circa 5 km. Attualmente, purtroppo, non è disponibile un servizio di trasporto pubblico dalla stazione di ORBETELLO ad ANSEDONIA (per orari consultare il sito di Trenitalia o contattare la stazione ferroviaria di Orbetello.
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Rovine etrusche ad Ansedonia presso Orbetello
Giornale Luce A0634 del 08/1930
Descrizione sequenze:Le rovine dell'antica città di Cosa presso Ansedonia ; i resti di una torre quadrata della cinta murale ; tratti della cinta ; panorama della costa sinuosa ; dall'alto delle mura una veduta di Tor San Lorenzo ; tra gli ulivi la porta romana e le mura dell'antica città ; i resti della villa Domizia edificata presso la riva del mare ; i muri perimetrali della villa ;
Archivio Storico Luce .
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La città di Cosa: breve documentario
Il video presenta il sito archeologico della città di Cosa (odierna Ansedonia), situata in provincia di Grosseto e dedotta come colonia romana nel 273 a.C.
Le mura poligonali di Cosa -Ansedonia (Toscana)
Ho visitato le mura ciclopiche poligonali di Cosa ad Ansedonia in Toscana.
Maggiori informazioni su
Cosa. L'antica città romana. Parte II
Vengono trattati i seguenti temi:
Forum di Cosa: le botteghe, Curia-Comitium, Tempio di Concordia, prigione sotterranea,
Acropoli: Tempio della Dea Mater Matuta,Tempio delle tre divinità Giove, Giunone, Minerva,
Museo: due sale espositive con reperti rinvenuti durante gli scavi
Consigli pratici: orari di apertura, come arrivare
Video precedente: Cosa - L'antica città romana. Parte I
Ansedonia Torre della Tagliata e Tagliata Etrusca
Ansedonia
Torre della tagliata
Tagliata etrusca
Escursione 4K - Anello della Feniglia
Bellissimo giro all'interno del parco della duna Feniglia. Siamo partiti da Ansedonia ed abbiamo percorso il viale principale della splendida pineta caratterizzata tra l'altro da alcune rovine di epoca romana. Nella prima metà dell'anello siamo entrati nella bellissima spiaggia, dall'aspetto selvaggio, con un mare dall'acqua cristallina, da lì è possibile ammirare il monte Argentario. Durante il ritorno abbiamo costeggiato la laguna di Orbetello popolata da diverse specie di uccelli tra i quali i fenicotteri, che nidificano proprio in prossimità della pineta. Abbiamo percorso oltre 11 chilometri con assenza di dislivello.
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Parco Archeologico di Cosa (Ansedonia) e il pranzo sociale 2015
Escursione all'area archeologica romana di Cosa (Ansedonia) guidata dalla Direttrice Mariangela Turchetti. Pranzo sociale 2015 a Porto Santo Stefano
ansedonia
tagliata e resti di cosa
Tagliata - La spiaggia di Puccini
Presentazione della spiaggia panoramica con stabilimento balneare e spiaggia libera. Descrizione del valore storico della spiaggia: porto romano, terme romane, Torre Pucini abitata da Puccini dal 1919 al 1922, Spacco della Regina e la sua leggenda,visita dello Spacco della Regina, la Tagliata, passeggiata sul promontorio con bella vista.
Cosa - L'area Archeologica
Alla scoperta degli enigmatici Massi Avelli di Torno (CO)
I Massi Avelli sono letteralmente tombe scavate in massi erratici e rappresentano un unicum del territorio che va dall'alta Brianza al Canton Ticino. Voluminosi blocchi di pietra trascinati dai ghiacciai dalla loro zona di origine e lasciati sul terreno, a centinaia di km di distanza, alla fine dell'ultima glaciazione. Ad un certo punto della storia, qualcuno (o forse una cultura, un' elite?) pensò di usare questi massi come tombe. Le fece scavare accuratamente in una misura consona a contenere un corpo umano disteso, vi fece fare un caratteristico bordo, delle canaline di scolo e fece mettere coperchi spioventi perchè l'acqua piovana non penetrasse all'interno. Non lasciò nessuna iscrizione, nessun segno, nessun ricordo della propria identità, per cui risulta difficilissimo attribuire queste sepolture a personaggi specifici e all'epoca in cui vissero. L'ipotesi più accettata è che si tratti di opere realizzate tra la fine dell'Impero romano d'Occidente e la conquista longobarda, cioè al tempo in cui l'area del cosiddetto Triangolo lariano conobbe la presenza bizantina. Questo documentario lo abbiamo girato a Torno, pittoresca cittadina sulla sponda occidentale del lago di Como, i cui boschi sono attraversati da quella che un tempo era un'importante variante della Strada Regia. Tra paesaggi bucolici, in mezzo ad uno scenario a dir poco cinematografico, andiamo alla scoperta di questi Massi Avelli, uno dei quali vale -da solo- l'escursione. Perchè? Lo scoprirete facendo gli ennesimi due passi nel mistero insieme a noi!
Area Sacra di Largo Argentina
URBS SALVIA. AREA ARCHEOLOGICA (URBISAGLIA, MARCHE, ITALY)
URBS SALVIA. AREA ARCHEOLOGICA / ARCHAEOLOGICAL AREA. Urbisaglia, comune di 2737 abitanti, provincia di Macerata, Marche, Italia. Città della Regio V Picenum nacque come colonia romana nel II secolo a.C. con il nome originario di Pollentia, in corrispondenza di un importante tracciato viario che nel suo tratto urbano costituiva il cardo maximus della città, la via Salaria Gallica, una strada a carattere intervallivo e pedemontano, che conduceva da Ausculum (Ascoli Piceno) fino alla via Flaminia. Distrutte, livellate e talvolta riutilizzate le strutture tardorepubblicane, la città vide l'avvio di un progetto unitario pianificato già in età augustea, quando la colonia assunse il nome di Urbs Salvia, portato a termine con successivi interventi in età Tiberiano-Claudia, tra i quali la realizzazione del complesso tempio criptoportico dedicato alla Salus Augusta. La monumentalizzazione della città ebbe il suo culmine in età Flavia, grazie soprattutto alle donazioni di alcuni notabili locali che si erano arricchiti con i servizi prestati presso gli imperatori. Solitamente la distruzione e l'abbandono della città sono associati al passaggio dei Visigoti guidati da Alarico nel 408-409 d.C. In realtà in quella occasione la città fu saccheggiata e parzialmente distrutta, ma non abbandonata, del resto lo storico bizantino Procopio di Cesarea, di passaggio a Urbs Salvia nel corso del VI secolo al seguito di Belisario, riferì di una città ridotta a un misero stato, ma dalle sue parole si intuisce come questa fosse ancora abitata. L'abbandono dell'insediamento in pianura fu graduale e successivamente gli abitanti di Urbs Salvia, rifugiatisi sul colle di S.Biagio, avrebbero dato origine al Castro de Orbesallia, primo nucleo dell'attuale Urbisaglia. Nell'attuale centro storico del comune si trova un moderno parcheggio a più piani intitolato alla fortezza di Masada, oggi nello stato di Israele: fu infatti Flavio Silva Nonio Basso, cittadino di Urbs Salvia, che nel 74 d.C. vi comandò le legioni romane impegnate nel famoso assedio che portò al suicidio di massa dei difensori (circa un migliaio, che lo preferirono alla schiavitù delle catene). Galleria di immagini di archivio e con fotografie scattate giovedì 10 aprile 2014.
FALERII NOVI. AREA ARCHEOLOGICA (FABRICA DI ROMA, VITERBO, ITALY)
FALERI NOVII. ZONA ARCHEOLOGICA / FALERII NOVI. ARCHAEOLOGICAL ZONE (PROVINCE OF VITERBO, ROME, ITALY).
Falerii Novi, città romana, si trova sull'attuale territorio comunale di Fabrica di Roma a circa metà strada tra Fabrica di Roma e Civita Castellana. Il sito archeologico della città romana dipende attualmente dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici per l'Etruria Meridionale. La città sorge su una strada che forse potrebbe essere la via Annia (cfr. H Nissen, Italische Landeskunde, ii. 361) una deviazione della via Cassia. Questa strada si avvicina da sud venendo da Nepet (ora Nepi), mentre il suo proseguimento a nord prende il nome di via Amerina, la via che conduceva ad Amelia. Il circuito della città era di 2108 metri, la sua forma è approssimativamente triangolare e le mura sono un esempio notevolmente fine e ben conservato di architettura militare romana. All'epoca c'erano circa 80 torrette di cui circa 50 sono ancora conservate. Inoltre due delle porte, che erano otto, sono notevoli. Delle costruzioni all'interno delle mura appena qualche cosa è conservato sopra terra, comunque il foro ed il teatro (come anche fuori delle mura l'anfiteatro e l'arena che misurava 55 per 33 metri) sono stati del tutto scavati nel XIX secolo. L'unica struttura ora che si leva in piedi è la chiesa abbaziale cistercense di S.Maria, costruita alla fine del XII secolo per iniziativa di monaci provenienti dalla Savoia. Al portale lavorarono anche alcuni marmorari cosmati che probabilmente si ispirarono ad antichi monumenti già in zona. La storia di Falerii è legata anche agli inizi della storia di Roma. Inizialmente l'antica Faleri era costruita su una rocca ed aveva stretto degli accordi commerciali ed economici con gli Etruschi in guerra contro Roma. Ci furono 3 guerre e Roma ebbe la meglio in ognuna. Ogni volta Falerii fu distrutta e ricostruita tranne dopo la terza, quando fu ricostruita in pianura, battezzata Faleri Novii e da qui sottomessa definitivamente a Roma. Falerii, o Falerii Veteres (ora Civita Castellana), era invece una delle dodici città principali dell'Etruria, situata a circa due km a occidente dell'antico tracciato della via Flaminia, circa 50 km a nord di Roma. Secondo la leggenda era stata fondata da coloni provenienti da Argo e l'asserzione di Strabone che la popolazione dei Falisci fosse di una stirpe diversa dagli Etruschi è dimostrata dalla lingua delle iscrizioni trovate in questa località. Nonostante questo è probabile che Falerii trovandosi per secoli sotto l'influenza etrusca si sia trovata in epoca tarda all'interno della lega etrusca, quando le prime locumonie dell'Etruria meridionale caddero contro Roma. Le guerre fra Romani e Falisci sembrano essere state frequenti. Ad una delle prime appartiene la leggenda del maestro di scuola che voleva consegnare i suoi ragazzi a Camillo, ma questi rifiutò la sua offerta e subito dopo gli abitanti della città si arresero. Alla fine della prima guerra punica i Falisci si sollevarono, ma la città fu subito riconquistata (241 a.C.) e perse metà del proprio territorio. Fotografie scattate mercoledì 10 aprile 2013, intercalate da altre di archivio.
Simone Santoni SUP Ansedonia Estate 2011 Sun-set
Simone Santoni surfing Sup al tramonto ad Ansedonia Luglio 2011