San Benedetto monastero in Cremona
San Benedetto monastero in Cremona
URBEX ???????? - Sotterranei Segreti del Monastero Medievale
Trip2Me esplora il Convento diroccato di Santa Maria delle Grazie, eretto dai Frati Dominicani nel XIII secolo. Si trova a pochi chilometri dalla città di Pistoia, immerso nel verde delle colline di Vinacciano. Si narra che intorno al convento ci sarebbero stati addirittura contatti con la Madre Celeste, con Cristo e con i Fratelli Cosmici. E' considerato un luogo altamente energetico da sfruttare per il benessere della collettività.
Ringrazio Andrea Selloni per le info e l'amicizia.
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Il Chiostro del monastero benedettino di Monreale
Il Duomo di Monreale (Palermo) è affiancato dal chiostro dell'antico monastero benedettino, realizzato sul finire del XII secolo. Si tratta di una costruzione prettamente romanica, a pianta quadrata di 47 metri di lato, con portico ad archi ogivali a doppia ghiera e con singolarissimo “toro” nell'intradosso.
Gli archi sono sostenuti da colonne binate, di ornamentazioni alterne, talune intagliate ad arabeschi ed altri con intarsi a mosaico. I capitelli sono istoriati con scene bibliche. Nell'angolo meridionale vi è un recinto quadrangolare delimitato da tre arcate per lato.
Al centro è una fontana la cui acqua scaturisce da una colonna riccamente intagliata a forma di fusto di palma stilizzato, con figure in piedi, teste foglie a rilievo. L'acqua fuoriesce in sottili getti da bocche umane e leonine. Le basi delle colonne del chiostro raffigurano un'amplissima varietà di motivi: foglie stilizzate, rosette, zampe di leone, teste di fiere, gruppi di uomini e animali, rane e lucertole. La loro esecuzione presenta grandi differenze con quella dei capitelli, tanto da far supporre che sia stata affidata ad artigiani subordinati. I capitelli dei gruppi di quattro colonne d'angolo sono particolarmente curati. Diverse sono le origini degli artisti, da Ile-de-France a Provenza, dalla Longobardia alla Puglia, realizzato in periodi differenti.
I restauri delle coperture lignee furono effettuati dall'arcivescovo Paolo dei Lapi intorno al 1400 circa, seguiti da quelli di Giovanni Ventimiglia mezzo secolo più tardi.
Nel 1515 il sopralluogo del regio visitatore Pietro Pujades aveva disposto un nuovo restauro. Nel 1542 il regio visitatore monsignor Francesco Vento sollecita i lavori, lo stato dei tetti era talmente compromesso che rischiavano di crollare. I lavori furono eseguiti dal 1544 al '54 sotto il mandato di Alessandro Farnese.
Due secoli dopo il problema si ripropone, ad affrontarlo il munifico Francesco Testa che 16 luglio 1772 dispone di rifare le coperture ripristinando gran parte delle opere murarie, con particolare riguardo alle superfici musive, alle colonne, ai capitelli, aggiungendo al complesso numerosi corpi di fabbrica.
PISTOIA (Toscana) Santuario Basilica della MADONNA DELL'UMILTÀ
La basilica della Madonna dell'Umiltà è una basilica pistoiese dedicata alla Vergine Maria. La sua costruzione già attestata in documenti ecclesiali nel XIII secolo è presunta tra il XII e XVIII secolo.
La sua importanza architettonica è dovuta alla cupola cinquecentesca realizzata da Giorgio Vasari e alta 59 metri. La struttura è anche nota come importante centro di devozione mariana e per questo assume anche il nome di santuario della Madonna dell'Umiltà.
La basilica è uno degli edifici che sotto il profilo architettonico, urbanistico e religioso maggiormente si identifica con la storia e l'immagine di Pistoia.
L'interno della basilica è ricco di opere d'arte che ornano ognuno dei sei altari posti attorno all'ampio vano circolare su cui si imposta la cupola e il presbiterio ideato dal pistoiese Jacopo Lafri; il severo vestibolo, che occupa lo spazio su cui un tempo sorgeva la chiesetta medioevale, fu arricchito da grandi riquadri ad affresco a partire dal 1720.
La struttura ottagonale di ordine corinzio è preceduta da un vestibolo o atrio con volte a botte decorate da rosoni e da una cupoletta centrale.
L'ottagono è sovrastato dalla cupola del Vasari e decorato da tre ordini architettonici nel tamburo e da un pavimento in marmi di vari colori. Lo completano sei altari laterali introdotti da archi a tutto sesto riccamente ornati che incorniciano grandi tele, opere di pittori fiorentini del Cinquecento. La balaustra realizzata nel 1597 con colonnine in bronzo racchiude un dossale marmoreo costruito nel 1612 dallo scultore Pietro Tacca e dell'architetto Lafri. Al centro del dossale fu traslata l'immagine miracolosa.
Nell'abside, si segnala il dipinto su tavola di Bernardino del Signoraccio, proveniente dal Monastero di S. Mercuriale e raffigurante La Madonna col Bambino e i santi Mercuriale e Benedetto (1493).
Altrettanto valore, se non di più, è da attribuirsi al cosiddetto tesoro della Madonna, un insieme di arredi sacri di proprietà della basilica la cui rilevanza investe non solo e non tanto il campo delle arti, quanto quello della storia sociale e religiosa della città. Fra questi si segnale il ciborio d'argento, opera dell'orafo fiorentino Giovan Battista Mariani, donato dal cavalier Fabio Tolomei nel 1630 come ringraziamento per lo scampato pericolo della peste; ad esso nel 1643 fu aggiunto, come dono del balì Camillo Rospigliosi, un gradino, anch'esso in argento, che celebra la resistenza opposta dai pistoiesi all'assedio delle truppe barberine. La stessa famiglia Rospigliosi, che insieme ai Tolomei stabilì di fatto una specie di patronato sulla chiesa, donò nel 1669, per mano di Giulio, allora Papa col nome di Clemente IX, un ramo di rose d'oro con in cima uno zaffiro. Ancor più eccezionale, sebbene meno conosciuto, il patrimonio tessile della basilica annovera fra i suoi pezzi dei capolavori assoluti, come la secentesca tovaglia realizzata in merletto ad ago tipo Venezia. A testimonianza della devozione della città resta un ricco insieme di ex voto, alcuni dei quali raffigurano in argento le parti del corpo su cui ha operato l'azione miracolosa della Madonna, e altri invece sono gioielli o comunque oggetti personali particolarmente cari a chi li ha donati.
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IL CAMMINO MONASTICO #2 - Tutto il mondo in un raggio di luce
Il cammino monastico è una serie audio che nasce dall'incontro e dal dialogo iniziato dal 2017 con padre Edmund Power, abate emerito della basilica di S.Paolo fuori le mura a Roma.
Abbiamo conosciuto padre Edmund proprio nella serie dedicata alla basilica di S.Paolo, programma basato sul suo libro Ciò che occhio non vide e le cui puntate sono disponibili sul sito della Scuola.
Questa nuova serie origina da quel dialogo e si propone di mostrare nel corso delle puntate come sia offerta a qualunque battezzato la possibilità di leggere il mondo attraverso la parola di Dio e di guadagnare uno sguardo contemplativo sul mondo e sulla storia degli uomini.
La traccia che seguiremo è da un lato la riscoperta della tradizione monastica, attraverso aneddoti e riflessioni sulla vita di San Benedetto, sulla Regola, ma anche sui padri. Dall’altro lato, mantenendo le caratteristiche di un dialogo aperto anche all’arte e alla letteratura, riprenderemo quella “Teologia visiva” conosciuta nella prima serie, per scrutare la bellezza seminata nella ricerca che l’uomo indirizza al suo Creatore.
Come sempre, stay tuned!
SITO WEB SCUOLA:
TUTTI GLI AUDIO:
MAILING LIST:
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Lavori al Convento Suore Benedettine Pistoia - Ammannati
Lavori al convento delle Suore Benedettine a Pistoia mediante Scania con piattaforma aerea 36 metri.
ammannationline.com
Monastero di Claro
Caritas Insieme no 562 in onda il 24 settembre 2005
Sabato 10 settembre inaugurazione della seconda tappa dei restauri durati otto anni dei Monastero benedettino di Claro. I lavori di restauro hanno riportato allo splendore iniziale il Monastero posto su uno sperone roccioso sopra il villaggio di Claro. La giornata di festa è stata l’occasione per migliaia di persone di visitare l’interno del monastero, gli spazi dove le suore pregano e lavorano seguendo la regola benedettina: Ora et Labora.
Con i contributi di: Renzo Respini, presidente dell'Associazione pro restuauri monastero di Claro, Roberto Poretti e Elena Robbiani dell’Associazione Amici del Monastero di Claro, Pia Durisch e Aldo Nolli, architetti progettisti del restauro, e la Badessa del Monastero di Rosano Madre Stefania.
Produzione Caritas Ticino 2005
I mille anni della basilica di San Miniato festeggiati per un anno con 50 eventi
La Basilica di San Miniato al Monte, che domina da sempre la città di Firenze, offrendo un suggestivo panorama della città - fondata il 27 aprile 1018 dal vescovo Ildebrando – si appresta a celebrare i suoi primi 1000 anni di storia con oltre 50 eventi tra cerimonie religiose, ovviamente, nuovi restauri, una grande festa per le famiglie e la cittadinanza, incontri, convegni,concerti e tanto altro ancora.
L'anno millenario è stato presentato alla stampa e alle istituzioni in occasione di un evento lunedì 16 aprile nella stessa basilica dall'Abate Padre Bernardo assieme al Vicario Generale dell'Arcidiocesi, al Ministro Lotti, al Presidente del Consiglio Regionale, alla Vice Presiente della Giunta Regionale, dal Sindaco,e dal Rettore dell'Università.
La Terrazza di Michelangelo vi presenta integralmente tale presentazione.
Come doppio preludio all’anniversario del 27 aprile , il giorno 20 verrà presentato il restauro delle tre porte lignee della Basilica appena restaurate insieme al ciborio, che però verrà inaugurato il 26.
Ufficialmente il millenario verrà aperto alle ore 17,30 di venerdì 27 quando il Cardinale Arcivescovo di Firenze, nella sua veste di Metropolita aprirà la Porta Santa della Basilica e presiederà il solenne pontificale che sarà solennizzato dal messaggio di Papa Francesco.
Quel lontano 27 aprile del 1018, il Vescovo Ildebrando recupera fra le rovine della precedente chiesa carolingia le reliquie del martire Miniato, un esule armeno ucciso nel 250 dai soldati dell'imperatore Decio, e le colloca più dignitosamente in un altare destinato a diventare la prima pietra di fondazione di una nuova basilica romanica.
Il vescovo consegna poi il pastorale a un prete del suo presbiterio, di nome Drogo, perché fosse il primo abate di una comunità monastica chiamata a vivere sulla collina di San Miniato secondo la Regola dettata da San Benedetto.
Dopo i benedettini fu la volta dei cluniacensi e infine nel 1373 degli olivetani, che vi abitano ancora oggi.
Fino al 1800 molti Arcivescovi fiorentini facevano del convento la loro residenza estiva fuggendo dalla calura fiorentina.
Ritornando al programma celebrativo a maggio troviamo l’inaugurazione dell’installazione di Marco Rotelli che decorerà la facciata della basilica con luci e colori, con l’accompagnamento di versi di Mario Luzi, mentre nella sala del Gonfalone del Consiglio Regionale si terrà il convegno “San Miniato nella geografia toscana”, con i rappresentanti delle località toscane caratterizzate soprattutto dalla toponomastica di San Miniato; mentre lungo la salita che dal centro porta alla basilica, si svolgerà una passeggiata dedicata alla Divina Commedia a cui parteciperanno centinaia di persone, fra cui una rappresentanza di detenuti e di migranti.
A giugno, il 26, festival del Maggio musicale con il concerto del coro l’Homme Armé diretto da Fabio Lombardo e musiche che spaziano dal Medioevo al ‘900.
Gli eventi poi proseguiranno con altri eventi fino al 27 aprile 2019, quando, a chiusura delle celebrazioni, sarà inaugurata una scultura memoriale dei mille anni
Ma al di là degli eventi culturali il millenario si ripromette di far conoscere meglio – in primis ai fiorentini, molti dei quali mai sono saliti su questo monte, nonostante sia a poche centinaia di metri dal più famoso, e frequentato, piazzale Michelangelo -, la basilica a tre navate, caratterizzata dal presbiterio e dal coro rialzati su una piattaforma che sovrasta la grande cripta, oltre che da un magnifico pulpito romanico e da un prezioso pavimento intarsiato, risalenti entrambi agli inizi del Duecento.
Qui, nel 1966, vi fu girata la scena del matrimonio con Maddalena de’ Pazzi del film “l’Arcidiavolo”, interpretato da Vittorio Gassman, nel ruolo del diavolo Belfagor, e dall’attore americano Mickey Rooney nel ruolo del diavoletto Adramelek, mentre nel 1962 la scena iniziale di “Amici Miei-Atto II° con Ugo Tognazzi e Giovanni Nannini e la macchina parcheggiata in zona off limits davanti alla basilica.
Tutte le informazioni sul nuovo sito della Basilica sanminiatoalmonte.it
Riprese di Franco Mariani.
Tutti i diritti riservati a laterrazzadimichelangelo.it © 2018
ABBAZIA DI MONTE OLIVETO MAGGIORE, 700 ANNI DI STORIA
QUI HA PRESO FUOCO TUTTO! Esplorazione Ville Sbertoli, Parte 2 - Urbex Italia
Link alla prima parte:
È arrivato il momento di esplorare insieme uno dei luoghi simboli dell' urbex in Italia, le Ville Sbertoli, meraviglioso complesso di strutture edificate nel 1868 ed in seguito acquistate dal medico Agostino Sbertoli di Pesaro, che secondo la leggenda sognava di realizzare un manicomio dove il figlio si sarebbe potuto curare pur restando all'interno di un ambiente accogliente e familiare. Secondo alcuni dopo la morte del dottore l'ospedale sarebbe diventato un luogo di sofferenza, dove l'applicazione di controverse teorie, oramai superate, avrebbero causato estremo dolore ai pazienti: sembra che all'interno della clinica lavorasse Cesare Lombroso in persona, autore di svariate tesi sulla fisiognomica. Nel 1978 il manicomio fu chiuso definitivamente con l'entrata in vigore della legge Basaglia, ma gli edifici periferici continuarono a ospitare la facoltà di infermieristica dell'Università di Firenze fino agli inizi del 2000.
RICORDIAMO CHE L' INGRESSO È SEVERAMENTE VIETATO E CHE LE STRUTTURE SONO PERICOLANTI.
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#LostTuscany #ManicomioAbbandonato #Esplorazione #AscosiLasciti
PROGRAMMA FESTA SAN LUDOVICO
Il programma dela festa di S. Ludovico, patrono di Serravalle pistoiese.
Poffabro
Poffabro (Pofàvri in friulano standard e in friulano occidentale , è una frazione del comune di Frisanco (PN). Sorge a 525 metri di altitudine in Val Colvera, nelle prealpi carniche. Prafabrorum, prato dei fabbri è menzionato in una sentenza del 1339, un documento del 1357 riporta notizie sulla decima di Pratum Fabri che il signore di Maniago lasciò in eredità al figlio, nel 1810 con il decreto napoleonico diventa frazione di Frisanco. Nel 1976 il terremoto di maggio lascia grandi ferite in paese. In età romana passava la strada che da Julia Concordia si inoltrava nelle Alpi. Il borgo è famoso per la sua architettura rurale, con le tipiche case in pietra dai ballatoi in legno, tanto da essere considerato uno dei cento borghi più belli d'Italia. Nel 1663 la chiesa campestre di Poffabro, dedicata a San Nicolò, diventa autonoma dalla pieve di San Mauro di Maniago. Io venni in mezzo a voi con grande timore e trepidazione”. Queste parole di San Paolo ci sembrano adatte ad esprimere lo stato d’animo che avevamo davanti alla prospettiva di dare vita a un Monastero Benedettino nella Val Colvera. Il 23 agosto 1998 questa prospettiva è divenuta realtà. Tutto ebbe inizio nella primavera del 1998 quando mons. Sennen Corrà, Vescovo della Diocesi di Concordia-Pordenone, chiese formalmente alla Madre Abbadessa del Monastero di San Cipriano in Trieste di poter avere nell’ambito della sua Diocesi una presenza monastica benedettina. La comunità monastica di San Cipriano, desiderando rispondere alla richiesta di mons. Corrà deliberò di procedere alla fondazione di una Casa dipendente sotto il titolo di “Santa Maria”, nella Diocesi di Concordia-Pordenone, in località Poffabro di Frisanco (PN). Appena giunte in Poffabro ci siamo rese conto che l’ambiente naturale ci offriva bellezza, spazio, silenzio, armonia per godere pienamente e ringraziare il Signore Creatore di queste meraviglie.
Tutto ciò è quanto di meglio si poteva desiderare per una vita monastica: difatti, i nostri antichi monaci e Padri hanno cercato luoghi simili per fondare i loro monasteri. La nostra più grande fatica è stata quella di adattare questa grande casa, messaci a disposizione dalla Diocesi, (un tempo adibita a casa per ferie) in monastero o comunque in un ambiente adatto alle necessità della vita comunitaria. Nel 2002 la Santa Sede dà al Vescovo Ovidio Poletto la facoltà di procedere all’erezione canonica del Monastero. E’ stata scelta la data della Solennità del nostro Santo Padre Benedetto – 11 luglio 2002 – per celebrare la fondazione di questo monastero di Santa Maria
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Camaldoli, inaugurata al Sacro Eremo la Porta Speciosa
Un dono prezioso per l'intera congregazione camaldolese che rappresenta un ulteriore intervento celebrativo dei mille anni di storia della comunità fondata da San Romualdo.
E' stata inaugurata, in occasione della solennità di Tutti i Santi, la Porta Speciosa, il nuovo ingresso all'Eremo di Camaldoli.
L'opera, ideata dal Maestro Claudio Parmiggiani, è stata realizzata grazie al contributo di Banca Etruria.
Servizio di Riccardo Ciccarelli;
riprese di Rossano Corsi;
intervistati: padre Alessandro Barban - priore Casa Generalizia della Congregazione degli Eremiti Camaldolesi; Lorenzo Rosi - vice presidente Banca Etruria.
Mazara, millenaria tradizione delle monache benedettine del Monastero San Michele
16 Ottobre 2019 - Mazara, millenaria tradizione delle monache benedettine del Monastero San Michele
il campanile Azzone Visconti e i campanili scomparsi di Milano ( i video di yesmilano.com 1 )
La storia del campanile fatto costruire da Azzone Visconti nel 1333 e crollato solo vent'anni dopo e i campanili scomparsi di Milano.
PRATO (Toscana) Chiesa di San Domenico
La chiesa di San Domenico di Prato si trova in piazza San Domenico. Costituisce un interessante esempio di chiesa mendicante, dove l'austerità dell'architettura è temperata sia da elementi strutturali, come la torre campanaria, sia da motivi decorativi, come gli archi bicromi degli avelli e i riquadri geometrici della facciata.
La facciata, incompleta come rivestimento, è ritmata da semipilastri, e presenta un'originale bicromia di pietra alberese e serpentino - quest'ultimo sottolinea la parte strutturale, bordando i pilastri, e divide geometricamente gli spazi -; il grande occhio che vi si apriva è sostituito da uno ellittico, più piccolo.
I fianchi adottano il mattone, forse su influsso senese, nelle paraste e negli archetti pensili del sottogronda, mentre nel paramento in alberese si aprivano eleganti bifore, ora tamponate (le finestre circolari sono invece secentesche). Una serie di arche sepolcrali ornano la base, interrotte da un bel portale del primo Trecento, vicino ai modi di Giovanni Pisano.
Dalla zona posteriore, cuspidata, emerge il bel campanile in laterizi, completato nel 1314, con i due ordini superiori forati da bifore ogivali e trifore su colonnini.
L'interno secentesco, classico e solenne, ha pareti scandite da dodici nicchioni segnati da slanciate lesene in pietra serena, con trabeazione sulla quale posa un'ampia volta a botte. Il sereno contrasto fra le limpide superfici intonacate e il grigio della pietra si arricchisce nelle testate con la fastosa cantoria barocca su disegno del Silvani (con organo secentesco di Luca Romani, ristrutturato da Carlo Puccini e Domenico Cacioli) e all'opposto con la scenografica macchina dell'altar maggiore, aperta da un finto tendaggio sollevato da angeli (Baccio del Bianco), con baldacchino e complesso ciborio su progetto del Silvani.
Negli altari laterali, imponenti, sono sistemati, tra l'altro, a destra un raffinato Crocifisso su tavola di Lorenzo di Niccolò (fine XIV secolo), un Miracolo di san Vincenzo, della scuola di Pier Dandini e una Madonna e angeli del primo Settecento, di Giuseppe Pinzani; sulla parete opposta sono una felice Annunciazione (1633) di Matteo Rosselli (autore anche della Visione di san Filippo Neri), una maestosa tavola col Crocifisso che parla a san Tommaso (1590 ca) del Poppi, e San Vincenzo che esorcizza un ossesso (1664 circa) di Vincenzo Dandini.
Nel presbiterio, con due tele con San Luigi e Sant'Elisabetta, di Alessandro Franchi (pittore).
Tra le personalità sepolte vi sono fra Benedetto Bacci (1591-1659), che morì veneratissimo nel convento del Palco, e Cesare Guasti.
La Frana di Bonito e la spettrale chiesa abbandonata dal 1977
Dal 1977 lambisce il centro abitato. Nel 2010 un nuovo versante. La frana di Madonna della Valle a Bonito non crea allarmismo ma resta sorvegliata speciale. Spettrale ed affascinante la Chiesa abbandonata, dedicata alla Divina Pastora, paurosamente inclinata ma ancora in piedi.
Diano Marino Castello
Castello Nella citta di Diano Castello immerso nel verde in posizione silenziosa e molto riservata, in vendita Maniero storico da ristrutturare, prima era un convento di frati e suore, frequentato dai Cavalieri della Croce di Malta che per l'ubicazione e il microclima salubre inviavano i nobili Templari combattenti crociati, a ritemprarsi dopo le incursioni nell'Asia Minore.
Il maniero é inserito all'interno di una vasta tenuta caratterizzata da ampie fasce pianeggianti coltivate a fiori, ulivi ed alberi da frutta
La costruzione si presenta in pianta di forma ad U ed costituito da due corpi di fabbrica contigui, il primo pianta quadrata sviluppato su tre piani con il
lato rivolto a Sud affiancato alle estremita da due piccole ali elevate di due piani, ciascuna con passaggio aperto al livello terreno, una piccola stanza al primo e copertura; il secondo corpo di fabbrica, collegato al precedente costituito da una struttura a pianta rettangolare allungata con il lato maggiore rivolto ad Ovest, elevato su due piani ed affacciante su una corte interna circondata da porticato e muro di cinta.
Il maniero é vicino al mare a piede. Contattaci 3884227157
Acquapendente il Santo Sepolcro d’Europa: Nob. Cav. Attilio De Lisa - Regione Campania (ITALIA)
Acquapendente il Santo Sepolcro d’Europa: Nob. Cav. Attilio De Lisa,nella chiesa aperta una delle Porte sante della diocesi di Viterbo
Dal Nobile Cav. Attilio De Lisa (Padre di Rocco e Vincenzo originario di San Rufo designato nel Libro d'Oro delle famiglie Nobili e Notabili Italiane) del Comune di Sanza della Diocesi di Teggiano-Policastro (Diocesi di Salerno-Campagna –Acerno e Arcidiocesi di Napoli) in provincia di Salerno appartenente sia all’Ordine Equestre Pontificio di San Silvestro Papa della Santa Sede con a capo il Gran Maestro Papa Francesco Vescovo della Diocesi di Roma e Pontefice della Chiesa Cattolica che a quello dei Cavalieri Templari “Ugone dei Pagani” oltre ad essere Dirigente di ruolo dell’A.S.L. Salerno in qualità di Referente del Governo delle Agende e delle Liste di Attesa (Ufficio gestione delle Attività ambulatoriali e del Back-Office CUP-Ticket e ALPI) presso la Direzione del P.O. di Sapri. Piccola Gerusalemme. La cripta della concattedrale del Santo Sepolcro custodisce un’antichissima riproduzione del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Acquapendente si trova sulla Francigena,la via dei pellegrini che andavano a Roma e da lì proseguivano anche per la Terra Santa. Quindi nella cripta della cattedrale si conserva la più antica riproduzione del luogo dove Gesù fu sepolto e risuscitò. E quest’anno si celebra anche il Giubileo del miracolo della Madonna del fiore. Nel duomo di Acquapendente, concattedrake della Diocesi di Viterbo ,la Porta santa per il Giubileo della Misericordia indetto da Papa Francesco è stata aperta domenica 13 dicembre 2015. Inolre la via Francigena,itinerario che da Canterbury indicava la via verso Roma e oltre fino a Gerusalemme,ha favorito fin dell’anno Mille il passaggio di pellegrini fra le strade della città di Acquapendente,in provincia di Viterbo. Non solo una tappa per sostare durante il lungo cammino,ma un’autentica oasi per riposare e riprendere le forze: lo dimostra la presenza di numerosi ostelli del pellegrino citati nei documenti medievali e dalla fondazione di un monastero del Santo Sepolcro aimitazione di quello di Gerusalemme,con annessa una casa per i pellegrini. Infine la vicinanza di sempre alla Parola del Signore Gesù e della Madre Chiesa Cattolica compreso Sua Santità,Papa Benedetto XVI,Santa Romana Chiesa,Segreteria dello Stato Vaticano,Nunziatura Apostolica in Italia,Prefettura della Casa Pontificia e Conferenza Episcopale Italiana oltre la stima alla Presidenza della Repubblica come Garanzia della nostra Costituzione insieme alla Politica Italiana,alla Giustizia,alle Forze Armate e ai Sindacati.