Intervista a Maria Spadafora, direttrice dell'Archivio di Stato di Catanzaro
di Giorgia Rizzo
Catanzaro, Monumento ai caduti dei quartieri nord
Semplice, ma densa di commozione l’inaugurazione del monumento ai Caduti in guerra nativi o residenti nella parrocchia Maria Immacolata di Pontegrande. Cinquantadue i nomi impressi sulla lapide. Dietro ognuno di loro una storia di dolore e sofferenza. Oggi un amaro ricordo, soprattutto per chi tra quei nominativi scorge quello di un proprio parente. A cento anni esatti dall’avvio della Prima Guerra Mondiale il comitato “Pontegrande: dal passato per il futuro” ha voluto onorare la memoria dei militari appartenenti ai quartieri a nord della città morti in guerra per la patria, per gli ideali, per la libertà.
Un’iniziativa che ha chiamato a raccolta numerosi cittadini; vecchie e nuove generazioni che hanno assistito in maniera molto sentita alla cerimonia dell’alzabandiera prima e della deposizione davanti al monumento della corona d’alloro poi.
Ad accompagnare i rituali è stata l’esibizione di una banda musicale facente parte del Nucleo di Chiaravalle Centrale dell’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia, dipendente della Sezione di Catanzaro, che ha eseguito diverse marce militari. La realizzazione dell’opera, di altissimo valore simbolico e morale, è stata possibile solo grazie a donazioni volontarie da parte di privati cittadini, in particolare di alcuni familiari dei caduti, degli aderenti al comitato promotore e di imprenditori locali. Nessun aiuto economico è invece pervenuto dalle Istituzioni, ma oggi, con un atto di estrema generosità è stato donato, a titolo gratuito alla città di Catanzaro. Per l’individuazione dei nominativi particolarmente impegnativa è stata la ricerca, che ha richiesto la consultazione di atti e documenti del Ministero della Difesa, dell’Archivio di Stato, dell’Archivio storico comunale e quello parrocchiale. Il supporto metodologico alla ricerca è stato fornito dall’Associazione Calabria in Armi. Un’iniziativa che, con l’installazione del monumento, ha lasciato un segno tangibile di recupero della memoria e preservazione dell’identità del quartiere)
Arte della seta a Catanzaro al centro del volume di Amedeo Toraldo RTC TELECALABRIA
CATANZARO. Esce per Rubbettino un saggio di Amedeo Toraldo che per la prima volta analizza con metodo scientifico storia, mercato e produzione dei preziosi filati che hanno reso famosa la città. Da oggi in libreria “L’arte della seta a Catanzaro tra il Mezzogiorno e l’Europa nel Sei e Settecento” (Rubbettino) dello studioso catanzarese Amedeo Toraldo, arricchito da un saggio introduttivo del noto storico del Mezzogiorno Guido Pescosolido. Il libro esamina per la prima volta, in maniera scientifica e con la solida base di una ricca documentazione archivistica, la tradizione serica catanzarese, che ha contraddistinto lungo diversi secoli l’identità della città. I punti forti del saggio di Toraldo sono diversi, tra questi è certamente da annoverare l’utilizzo di fonti di natura commerciale e giuridico-istituzionale che gettano nuova luce sulla storia economica del Mezzogiorno; la conferma del ruolo giocato, ancora nella tarda età moderna, dall’arte della seta nell’economia della Penisola; l’influenza che la produzione serica ha avuto nello sviluppo della città e la sua incidenza nel mercato internazionale tra il XVII e XVIII secolo. Quello di Toraldo è il primo volume monografico di livello accademico sull’arte della seta a Catanzaro e tra i pochi interamente dedicato allo studio del settore serico in Calabria. L’esplorazione delle manifatture seriche catanzaresi “smentisce” in tutto o in parte consolidate conoscenze storiografiche come l’estinguersi delle tessiture della seta nel Mezzogiorno nel ‘600 – tutt’oggi diffusa. Lo studio delle esportazioni dei “drappi di Catanzaro” fuori della Calabria nel secolo XVII ha permesso, per la prima volta, l’elaborazione di dati quantitativi e seriali sulla commercializzazione e produzione delle tessiture catanzaresi. L’analisi economica di Toraldo affianca ai dati quantitativi la ricostruzione della geografia dei mercati, con risultati che portano a concludere che i “drappi di Catanzaro” si affermavano lontano dalla Calabria, sul mercato di Napoli, in primo luogo, e su quelli di Salerno e Aversa, rinomati centri commerciali del tempo, come sui mercati extra regnum tra cui lo Stato della Chiesa e Paesi esteri. Un contributo essenziale proviene da una fonte estremamente interessante, fino a oggi sconosciuta: lo statuto dell’Arte della seta di Catanzaro del 1718 che viene trascritto e pubblicato nelle appendici del volume. Dalla fonte statutaria apprendiamo notizie su lavorazioni del ciclo serico, metodologie e tecnologie utilizzate, composizione del mondo del lavoro, descrizione dei tessuti realizzati. A proposito di quest’ultimi, il “conto e misura de drappi” rappresenta il potenziale “campionario delle tessiture di Catanzaro che enumera 25 qualità di drappi e 5 tipologie di passamanerie; senza contare che nei tariffari troviamo altri 5 qualità di drappi diverse dalle precedenti. Numeri che, se confrontati con quelli contenuti negli statuti e nei “banni” del 1569, dimostrano l’ampliamento e l’aggiornamento dell’offerta di manufatti avvenuta nell’arco di 150 anni. Il successo delle seterie di Catanzaro è attestato dalla platea di illustri consumatori che la ricerca è riuscita a ricomporre. I “drappi di Catanzaro” furono apprezzati da elementi di spicco della nobiltà napoletana, tra i quali ricordiamo – per citarne solo alcuni – il principe di Cellamare, Nicolò Giudice, il principe della Riccia, Bartolomeo Di Capua; da alti ecclesiastici come monsignor Bernardino Rocci, nunzio apostolico del Regno di Napoli, ed infine, da una lunga schiera di prestigiosi togati che va dai reggenti del Collaterale Diego Bernardo De Zufia, Benedetto Villamil De Trelles, Melchiorre Sebastiano Navarra Y Rocaful ai presidenti della Camera della Sommaria Ottavio de Simone e Pietro Diaz Valero. Altrettanto interessanti sono le notizie che l’autore ricava sul mondo del lavoro, dal quale emergono, nominalmente, maestri filatori, tintori e tessitori ma anche la folla anonima di lavoratori della seta come “patellari” e “coglitori”. Un universo in cui è rilevante la presenza delle donne impegnate non solo nei lavori poco qualificati ma anche nella realizzazione dei filati per cucire e nella tessitura di passamanerie che dimostrano, ulteriormente, il radicamento di una specifica cultura del lavoro che ha contraddistinto anche gli aspetti sociali della città. Amedeo Toraldo è docente nei Licei e dottore di ricerca. I suoi interessi si sono rivolti anche agli ambiti dell’archivistica e della diplomatica che ha approfondito presso l’Archivio di Stato di Roma e l’Istituto storico italiano per il Medioevo. Si è occupato di storia religiosa e storia della giustizia in età moderna con articoli apparsi su “Rivista di storia della Chiesa in Italia” e “Archivio storico per la Calabria e la Lucania”.
Potere e libertà
Presentato questa mattina, nella Sala del Consiglio della Provincia di Catanzaro, il libro della dot.ssa Maria Pettinato Potere e libertà edito da La Rondine
Il volume ripercorre la storia del processo che ha portato all'Unità d'Italia, un periodo di particolare trasformazione e cambiamento ancora sottoposto a diverse interpretazioni storiche. Non si è trattato, infatti, di un evento lineare, ma di un processo che ha avuto diverse conseguenze, una delle quali è rappresentata dal rafforzamento del fenomeno del brigantaggio. La giovane autrice calabrese Maria Pettinato -- laureata in Scienze dello Spettacolo presso la Facoltà di Lettere e filosofia dell'Università di Genova - ripercorre proprio questo cammino storico offrendo uno studio che superi l'opinione comune relativa ai briganti, per ricostruirne invece la reale figura nel corretto contesto storico-sociale.
All'incontro, a cui hanno parteciperanno gli studenti del Liceo Classico Galluppi e dell'Istituto Superiore De Nobili, sono interverranno, oltre all'autrice, anche Antonio Garcea, Direttore Archivio di Stato di Catanzaro, Mario Saccà, Presidente Associazione Calabria in Armi, e Gianluca Lucia, Direttore generale La Rondine Edizioni.
MONTI (SCONCERTATO) E I GIOVANI SOTTOPAGATI ...A CATANZARO LA7 PIAZZAPULITA
trasmissione andata in onda il 24/05/2012 intervista al premier monti e servizio su catanzaro che mostra una scioccante realtà...la sua prima reazione..assordante silenzio!
dottori pagati a 5 euro l'ora e operatori di call center 250 euro mensili
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L'Ospite - Ulderico Nisticò (1 di 5)
L' ITIS G. MARCONI di Bari in collaborazione con l'Archivio di Stato di Bari
inaugura l'incontro con l'autore:
il prof. Ulderico Nisticò presenta il suo libro L'ospite (ed. Iride - 2006)
Nella Calabria del 1819 la vita lenta di un villaggio viene turbata dall'intromissione di un forestiero, uomo colto, inquieto e gravato da un segreto. In lui e nelle innumerevoli persone e situazioni si intrecciano due universi formali e linguaggi distanti secoli che ora si incontrano, ora si mostrano inconciliabili, e che tuttavia sono manifestazioni dell'umanità variegata e sempre uguale. Nello sfondo delle molte vicende di famiglie e persone, la memoria delle insorgenze calabresi contro i Francesi del 1799 e del 1806; e i contrasti violenti fra gli assetti tradizionali e i nuovi ceti beneficiari delle riforme giacobine: uno sguardo assieme critico e poetico alle radici del mondo moderno, dei suoi progressi e delle sue contraddizioni. Giacché, insegna il Vico, natura delle cose il loro nascimento.
ULDERICO NISTICO'
E' laureato in Lettere Classiche (Università degli Studi di Pisa, 1974). E' abilitato all'insegnamento di Italiano, Latino, Greco, Storia, Geografia.
E' titolare di cattedra di Italiano e Latino nella Scuola Secondaria Superiore; è stato incaricato di Latino e Greco; è incaricato di Geografia Turistica e Cultura Calabrese in Istituto Professionale; è stato responsabile nazionale dell'Associazione Cattolica Tradizionalismo Popolare; è Presidente Onorario del Laboratorio Politico Orlando Mazzotta di Cosenza; è Segretario nazionale dell'associazione Azione Sociale; è membro del Consiglio Nazionale del Sindacato Libero Scrittori Italiani; è membro del Comitato per le Problematiche Etiche e Deontologiche della Salute e per i Diritti dei Pazienti dell'ASL nr. 7 di Catanzaro; è cavaliere di merito del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio, con il grado di commendatore; è socio fondatore dell'Istituto di Studi Storici sul Fascismo; è docente di Storia Calabrese presso la Libera Università della Terza Età Magno Aurelio Cassiodoro di Soverato; è docente di Cultura Greca presso la Siddons University St. Thomas Aquinas di Westminster, London (Gran Bretagna); è componente del Comitato scientifico della Libera Accademia delle Lingue Europee ed Orientali (LALEO) di Santa Severina; è consulente culturale del Comune di Olivadi.
E' condirettore del quindicinale Helios; è componente del Comitato di redazione della rivista L'Alfiere; è componente del Comitato di redazione della rivista Orientamenti; collabora a quotidiani e riviste (Agorà; Alè Catanzaro; Antibancor; Area; Avanguardia; Calabria Letteraria; Calabria mia; Calabria; Controrivoluzione; Domani Sud; Forza Nuova; Gagliato Insieme; Giornale di Calabria; Gli Italiani; Helios; Il crotonese; Il domani; Il Fiore di Pietra; Il popolo calabrese; Il Corriere di Roma; Il giornale d'Italia; Il quotidiano della Calabria; Il quotidiano di Benevento; Il Sabato; Il Secolo d'Italia; Iniziativa; Jonio Star; L'altra storia; L'altra voce; La contea; La Meta sociale; La Piazza; La Gazzetta di Catanzaro; La Gazzetta del Sud; La Quercia; La radice; La voce delle Due Sicilie; L'Alfiere; L'altra Calabria; Le Calabrie; L'Eco della Versilia; L'Eco Serrese; Letteratura e tradizione; Linea; L'Italia Settimanale; L'Italiano; Meridiano Sud; Motivi; Nazione napoletana; Nuovosud; Oltre; Orientamenti; Quaderni sanseverinesi; Pagine Bianche; Pagine Libere; Parsifal; Partecipare; Prospettive Meridionali; Quaderni di Avallon; Repubblica Presidenziale; Rivista di storia patria; Roma; Tabula Rasa; Terra degli avi; Tuttoscuola; Vivarium Scyllacense); è stato relatore in molti convegni culturali e politici; collabora con emittenti radiotelevisive locali; ha ottenuto diversi riconoscimenti, tra cui il Premio Nazionale Chiaravalle 1976; il Premio Sibari Una cultura per il sacro 1989; il Premio Vanvitelli 1991 in Caserta; la prima classifica al Premio nazionale Fagnani 1997 di poesia della Facoltà di Lettere dell'Università di Messina; il Premio speciale della Giuria al Concorso di poesia classica L'Angelo di Palmi nel 1988; il Giglio del Sud in Modugno nel 1998; il riconoscimento nell'ambito del Premio Siberene 2001 in Santa Severina. Gli è stato conferito per il 1994 il Premio per la cultura della Presidenza del Consiglio dei Ministri per l'opera Francisci Grani Cropanitani, De situ laudibusque Calabriae et de Nymphae Arochae metamorphosi.
L'Archivio Segreto Vaticano Luca Carboni 12 Ottobre 2017
L'archivio segreto vaticano tra mito e realtà: secondo appuntamento del ciclo di incontri sugli archivi, giovedì 12 ottobre alle 17,00 al Castello di Piombino.
Relatore Luca Carboni, archivista e profondo conoscitore dei fondi conservati presso l'archivio vaticano.
Giuseppe Pinelli
GIUSEPPE PINELLI
Scheda integrale:
Regia: Nelo Risi
Casa di produzione: Comitato cineasti italiani contro la repressione
Anno: 1970
Abstract: Attraverso una serie di interviste con Licia Pinelli, la compagna di Giuseppe, e con compagni ed amici dell'anarchico milanese morto nel corso delle indagini sulla strage di piazza Fontana, il materiale di lavoro realizzato collettivamente da un gruppo di autori cinematografici italiani si propone di ricostruire i momenti più significativi di quel drammatico 16 dicembre 1969 che vide la morte misteriosa di Giuseppe Pinelli, precipitato dal quarto piano della questura di Milano.
Insieme costruisce un ritratto umano e politico di un uomo coerente e fermo nelle proprie idee, vittima innocente del clima di tensione, di provocazione e di repressione di cui la strage di piazza Fontana è uno dei momenti centrali
***
A several interwiew with licia Pinelli, the woman who lived with Giuseppe, and with many friends and comrades of the milanese anarchist who died in the course of the police enquiries concerning the piazza fontana slaughter , make up the working material collected by a group of italian film-makers whose purpose is to reconstruct the most significant moments of that tragic December 16th when GIUSEPPE PINELLI misteriously died after falling from an open window four floors above street level at the Milan Police Headquarters.
At the same time ,the film sketches the human and political portrait of a man who was consistent with his own beliefs, the innocent victim of the climate of tension, provocation and repression of which the Piazza Fontana killings are one of the central moments
Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico
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CN24 | 180secondi del 21 LUGLIO 2010
Colpo al clan di Corigliano. 67 arresti e sequestri in tutta Italia
Operazione Santa Tecla: in manette anche i fratelli del sindaco
Duro colpo al clan ...... di Corigliano Calabro. I finanzieri del Gico di Catanzaro e dello Scico di Roma e i carabinieri di Cosenza hanno eseguito 67 arresti in Calabria, Lombardia e altre regioni italiane. I soggetti, appartenenti e affiliati ad una pericolosa organizzazione 'ndranghetistica, sono accusati di associazione mafiosa, estorsione, usura, traffico e spaccio di droga. Nell'operazione Santa Tecla, sequestrati anche beni per circa 250 milioni di euro. Tra gli arrestati anche Mario e Franco Straface, fratelli del sindaco di Corigliano.
Blitz contro le cosche catanzaresi nel Lazio, Piemonte e Toscana
14 le persone fermate per usura, traffico di stupefacenti ed armi
Un'altra vasta operazione dei carabinieri contro la 'ndrangheta in Calabria, Lazio, Piemonte e Toscana ha portato a 14 arresti. Le indagini, coordinate dalla Dda di Roma e condotte dal Ros dei carabinieri, riguardano una proiezione laziale della cosca Gallace di Guardavalle (Catanzaro), dedita in particolare all'usura e al traffico di stupefacenti ed armi.
Una cartuccia di fucile sul parabrezza del procuratore di Palmi
Ennesima intimidazioni a un magistrato. Creazzo: sono sereno
Ennesima intimidazione ai magistrati di Reggio Calabria. Nel mirino questa volta è finito il procuratore di Palmi Giuseppe Creazzo, sulla cui vettura gli agenti della scorta hanno rinvenuto una cartuccia di fucile calibro 12. Le telecamere dell'impianto di videosorveglianza del garage del centro direzionale di Reggio Calabria, che ospita gli uffici della Dda, potrebbero servire ad individuare l'autore del gesto. Crazzo, ieri, ha commentato l'accaduto dicendosi comunque sereno e determinato a proseguire nel suo lavoro.
Un altro sbarco di clandestini sulle coste tra Botricello e Belcastro
Gli scafisti riescono a fuggire. In corso l'identificazione dei migranti
Reperti archeologici all'asta su e-bay. Indagato un extracomunitario
L'uomo risiedeva a Vibo. Sgominato un traffico illecito via internet
Sgominato dai carabinieri un traffico di reperti archeologici commercializzati su e-bay con base a Vibo Valentia. I militari del Nucleo tutela patrimonio culturale di Cosenza nell'ambito di un'inchiesta diretta dal Procuratore di Vibo, Mario Spagnuolo, hanno sequestrato, a Isca sullo Jonio, migliaia di reperti archeologici di presunta provenienza illecita, tra cui 1.250 monete. Nell'inchiesta è indagato per ricettazione un cittadino extracomunitario residente a Vibo Valentia.
Catanzaro, la corte d'appello scagiona i 13 'no global' per i fatti del G8
Intanto davanti al tribunale manifestazione in memoria di Carlo Giuliani
Continuano i lavori del Comitato di Sorveglianza sui Por
Soddisfatto l'assessore Mancini che punta al cambiamento
Ieri mattina, nell'Archivio di Stato di Cosenza, la seconda giornata dei lavori del Comitato di Sorveglianza sui POR Calabria. L'assessore regionale alla Programmazione Giacomo Mancini si è detto soddisfatto per la buona riuscita della riunione, per presentare i nuovi vertici politici ed i nuovi dirigenti ai rappresentanti del Governo italiano e dell'Unione Europea. Essi porteranno avanti l'idea di cambiamento che la nuova giunta regionale vuol attuare.
Il tribunale di Catanzaro si rifà il look. Consegnato il secondo lotto
Continuano i lavori di ampliamento. 11 milioni il costo dell'opera
Io, 9 mesi in custodia cautelare da innocente per colpa di un errore grossolano
Nove mesi e 20 giorni agli arresti domiciliari da innocente per un errore grossolano degli inquirenti. 294 giorni in custodia cautelare senza motivo, per colpa di superficialità e sciatteria investigativa. E' la storia capitata all'avvocato Claudio Marelli, accusato di associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato. Lo abbiamo intervistato in esclusiva per Errorigiudiziari.com.
Visita il primo archivio on line su errori giudiziari e ingiusta detenzione in Italia.
Catanzaro: la due giorni del Convegno Nazionale sulle Minoranze Linguistiche
E' stato il Teatro Politeama di Catanzaro ad ospitare il Convegno Nazionale sulle Minoranze Linguistiche. Due giorni di grande partecipazione segnati da interventi di esponenti del mondo accademico e delle istituzioni provenienti da ogni parte d'Italia. In platea, rappresentanti delle comunità calabresi di origine arbereshe, ma anche grecanica e occitana. Ma c'erano anche la comunità ladina e quella rom. E tanti ragazzi delle scuole, che indossavano i loro abiti tipici. Come salvaguardare e rendere vivo il ricco patrimonio di storia e tradizioni delle popolazioni minoritarie è stato il tema affrontato nei due giorni dei lavori. La varietà è ricchezza, si è detto, e in questa stessa direzione va la legge sullaccoglienza della Regione Calabria, recentemente indicata dallAlto Commissariato per le Nazioni Unite come modello per una legge nazionale. Alla fine dei lavori, l'approvazione di un documento unitario.
La Brigata Catanzaro ricordata in un convegno RTC TELECALABRIA
CATANZARO. “Questa è una giornata storica che ci consente di recuperare l’identità e l’orgoglio di un’appartenenza: essere figli di una grande terra”. Con queste parole il Presidente della Regione Calabria Mario Oliverio ha voluto rendere omaggio alla “Brigata Catanzaro” - che nella Grande Guerra si coprì di gloria ma che si rese protagonista anche di una vicenda drammatica e controversa con un clamoroso atto di rivolta - durante un convegno, nel centenario della seconda decimazione, che si è tenuto stamane all’Auditorium dell’Istituto Tecnico Tecnologico “Scalfaro” di Catanzaro alla presenza, tra gli altri, del Presidente emerito del Senato Franco Marini, attuale presidente del Comitato anniversari di interesse nazionale. L’iniziativa, a cui ha aderito anche l’Ufficio Scolastico di Catanzaro, fa parte di un progetto più ampio promosso dall’Icsaic, l’Istituto calabrese per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea e dal comitato spontaneo per le celebrazioni costituitosi nel capoluogo, fortemente sostenuto dalla Giunta regionale “per ricordare il contributo dei calabresi alla Prima Guerra Mondiale e indirizzare le giovani generazioni a comprendere la necessità di preservare la pace e la concordia tra le nazioni d’Europa”. In apertura di convegno - in cui sono intervenuti Pantaleone Sergi, Presidente Icsaic; Vittorio Cappelli, storico Università della Calabria; Salvatore Bullotta, della Vicepresidenza della Giunta, che ha curato il progetto per conto della Regione; Mario Saccà, giornalista e autore di importanti ricerche sulla “Brigata Catanzaro”; Giuseppe Ferraro, storico Università di San Marino; Giulia Sattolo, storica; Giuseppe Caridi, presidente della Deputazione di Storia Patria per la Calabria - è stato proiettato un frammento del documentario che i ricercatori dell’Icsaic hanno realizzato sui luoghi in cui operò l’unità dell’esercito che portava il nome del capoluogo calabrese. Per il Presidente della Regione Oliverio “ricordare l’eroismo della “Brigata Catanzaro” consente soprattutto ai giovani di abbeverarsi alla fonte delle loro radici. È un’operazione anche politica perché la Regione ha creato un’asse di investimenti proprio sul recupero della memoria attraverso un programma di sostegno ai luoghi del nostro patrimonio culturale del passato come le biblioteche e gli archivi storici, che in passato sono stati vittima di trascuratezza, o come l’Istituto calabrese per la storia dell’antifascismo e dell’Italia contemporanea, che attraverso la ricostruzione dei processi storici ci aiuta meglio a capire la realtà e chi siamo, ovvero una grande terra con grandi potenzialità”. Molto denso di significato l’intervento del Presidente emerito Franco Marini: “Conoscere quel pezzo di storia della prima guerra mondiale - ha detto - ci aiuta a comprendere meglio i motivi alla base delle fibrillazioni attuali tra i Paesi del Medioriente. Proprio nel 1916, con una accordo segreto, Francia e Inghilterra si divisero l’Iraq e la Siria, scatenando un odio da allora insanabile contro l’Occidente da parte del popolo arabo. È da lì che bisogna ragionare per non ripetere più quegli errori”. Poi sulla storia della “Brigata Catanzaro” Marini ha sottolineato come questa sia “una storia di orgoglio. Una brigata, composta da calabresi e da meridionali, che ha combattuto in prima fila, con coraggio. Una storia gloriosa vittima di un’ingiustizia”. “Stremate da dieci lunghe battaglie sanguinose la “Brigata Catanzaro” aveva chiesto invano di lasciare temporaneamente la trincea o quantomeno le postazioni più a rischio - ha raccontato Saccà a cui si deve molto della ricostruzione di quegli eventi -. C’era stato un accordo ma fu tradito e la sentenza di morte fu quanto di più ingiusto potesse accadere”. Importante è stato anche il progetto di realizzazione di un folder filatelico commemorativo e di cartoline che verranno distribuite su tutto il territorio nazionale, grazie alla collaborazione di Poste Italiane, con Icsaic e Regione Calabria e per la cui illustrazione sono stati coinvolti gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Catanzaro.
Documentario sul Maxi Processo a Cosa Nostra
Un documentario sul Maxi Processo a Cosa Nostra.
Questo e altri documenti su
La FONTANA monumentale del CAVATORE a CATANZARO ♥
Realizzato nella seconda metà del Novecento, dal noto artista calabrese Giuseppe Rito, il Cavatore(ossia l’uomo che scava la roccia) è un’imponente scultura in bronzo su base di granito, posta in una nicchia incastonata nelle mura del Complesso monumentale del San Giovanni. Interessante il contrasto cromatico che si crea fra il bronzo della statua e il granito del bassorilievo, da cui sgorga l’acqua della Fontana. La statua domina su Piazza Matteotti, e simboleggia il duro lavoro, nonché la forza e la costanza dei catanzaresi, che da secoli affrontano i disagi di una terra povera e i disastri provocati da una natura severa.
Era il 4 settembre 1984 quando, alle ore 7.50, il Cavatore fu ricollocato all’interno della fontana di piazza Matteotti, dopo essere stata spostata e “confinata”, in una desolata e desolante incuria, nel cortile della casa del custode di “Villa Trieste” per ben 14 anni. In quegli anni fu forte la denuncia in merito allo stato di completo abbandono del bronzo di Rito.
La statua giaceva lì sin dal 1970 da quando, per effetto del crollo di parte del muraglione di cinta ottocentesco delle vecchie carceri, fu rimosso per motivi di sicurezza. Fu la visita pastorale di Giovanni Paolo II che spinse l’amministrazione comunale del tempo a riprendere e a rinnovare il maquillage della città e, tra i tanti interventi, fu compreso il ripristino della monumentale fontana del Cavatore.
«Coricato per terra come un gigante schiantato dalla folgore nella tetra carcere di un magazzino» lo vide per la prima volta Lionello Fiumi che così lo definì in un suo articolo del 1954, favorevolmente colpito dalla possenza del bronzo appena arrivato dalla Fonderia Chiurazzi di Napoli e in attesa della definitiva collocazione, avvenuta, successivamente, nel gennaio del 1956. L’idea di collocare un “gigante di bronzo” nelle mura ottocentesche di quello che fu il “Castel S. Giovanni” e, precisamente, nell’esedra centrale prospiciente la piazza Matteotti, fu proprio di Rito e lo testimonia Bruzzi al quale lo stesso scultore, durante una delle tante passeggiate serali di ritorno a casa, disse: «Vedi questa nicchia? Non ti sembra l’ovale naturale d’una grande cornice? In questa anche se non mi daranno una lira … questi … amministratori del Comune e della Provincia, voglio collocare un gigante: un gigante di bronzo, un artiere bruzio che a colpi di piccone faccia spillare un torrente d’acqua viva e pura dalla Sila, dalla terra dei Bruzi, la terra dei tuoi avi». Il progetto, in effetti, si concretizzò e Rito, tra il 1951 e il 1954, lavorò alacremente al suo Cavatore e su mandato di quegli amministratori i quali, inconsapevolmente, con il progetto della fontana monumentale eressero quello che, indiscutibilmente da sempre, rappresenta per la città il suo stesso simbolo quello cioè «del vero proletariato del Sud, con i muscoli possenti, tranquillità serena di volto, fortezza di espressione, impeto cosciente di lavoro, senza rassegnazione e senza fatalismi, senza l’assillo della miseria e la ricerca dell’emigrazione, ad ogni costo, ma come fattore determinante di una vita nuova: più tranquilla».
La scultura fu voluta dal Comune, dall’Amministrazione Provinciale e dall’Ente del Turismo, la sistemazione complessiva della fontana fu redatta dall’ingegnere del comune Gustavo Pavone, mentre il progetto, come testimoniano alcune foto d’archivio, fu pensato e ideato dallo stesso scultore attraverso un modellino in creta. L’idea di Rito non fu mai tradita, anche se, esigenze di natura tecnica, portarono a ridurre l’ammasso roccioso granitico sul quale doveva ergersi l’opera dello scultore. In realtà, nel bozzetto preparatorio, la figura vigorosa del Cavatore è immersa in un ambiente roccioso, il cui picco più alto doveva raggiungere l’imposta del catino della grande nicchia, nel quale Rito oltre a «impersonare …tutta la Calabria, di questa che fu detta “la Montagna del Mediterraneo”», voleva «soprattutto, lasciare ai posteri, ai figliastri di “questa roccaforte bizantina, costruita su di un colle come la vollero i fondatori, occhio di falco fra Tirreno e Ionio, con il vento, che agro, vien già da una Sila selvosa e selvatica”, il mio nome».
Archivio Bari Calcio - Bari-Juventus 0-3 1985-1986 Cabrini,G.Pin,Briaschi
Costruzione di un ponte a Catanzaro
Giornale Luce A0468 del 11/1929
Descrizione sequenze:Veduta generale del ponte in costruzione in una zona montuosa ; lo scheletro di ferro ; gli operai al lavoro ; la struttura a unica arcata ;
Archivio Storico Luce .
Istituto Luce Cinecittà: tutte le immagini e i fotogrammi più belli di come eravamo, rivissuti attraverso i film, i documentari e i video che hanno fatto la storia del nostro Paese.
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Presentazione libro Acqua santissima di Gratteri e Nicaso
PRESENTAZIONE DEL LIBRO Acqua santissima
di NICOLA GRATTERI e ANTONIO NICASO
Nicola Gratteri e Antonio Nicaso il prossimo 27 novembre alle ore 18,30 presso l'Archivio di Stato di Reggio Calabria presenteranno il loro nuovo lavoro Acqua santissima. La pubblicazione edita da Mondadori propone, attraverso documenti antichi e recenti, il complesso e delicato rapporto tra Chiesa e 'ndrangheta. Il punto di partenza del libro è una rigorosa e minuziosa ricerca scientifica, cui l'Archivio di Stato di Reggio Calabria ha dato un sostanziale contributo con una preziosa documentazione inedita, proveniente in prevalenza dai fondi «Prefettura» e «Tribunale penale di Reggio Calabria».
La presentazione del libro sarà accompagnata da una esigua ma significativa mostra di documenti e un particolare rilievo sarà dato all'uccisione dei sacerdoti Fallara e Polimeni, assassinati a Ortì nel 1862.
Sarà possibile seguire l'evento in diretta streaming al seguente indirizzo
mnews.it
Calabria News 24 Informa - Edizione del giorno
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Catanzaro, circolo Placanica: Troppi i luoghi di degrado in città RTC TELECALABRIA
“I luoghi incerti di una città da valorizzare”. E’ su questo tema che hanno discusso i tanti intervenuti all’incontro pubblico organizzato dal Circolo culturale Augusto Placanica a Catanzaro.
Si è parlato di spazi pubblici abbandonati, di degrado, di incuria, ma anche di progettualità, di condivisione, di futuro. E’ stato Francesco Gaglianese, animatore dell'associazione Aniti, ad illustrare un progetto, in parte realizzato, teso al coinvolgimento della cittadinanza nella individuazione e successiva valorizzazione e gestione di spazi pubblici non adeguatamente utilizzati, se non del tutto dismessi.
Emblematico l’esempio della Galleria Mancuso, in passato luogo simbolo di identita’, cultura, arte e commercio, ora dimenticata a sé stessa tra sporcizia ed abbandono. Ma anche l’archivio appena intitolato ad Emilia Zinzi è assolutamente vuoto ed inutilizzabile, secondo il circolo Placanica.
E’ stato inoltre proiettato un video realizzato su un tracciato cittadino attraverso zone e strutture in totale stato di abbandono, come la vecchia Stazione di Catanzaro Sala e il vecchio Ospedale di Via Acri.
Ha proseguito la conduzione della serata Mariarita Albanese, la quale ha proposto una serie di immagini che hanno dato risalto a una condizione di degrado, ormai accettato con senso quasi di assuefazione.
Il presidente del gruppo culturale Placanica, Venturino Lazzaro, ha ribadito ai nostri microfoni che lo scopo dell'incontro non voleva essere la sola denuncia, ma una vera e propria esortazione alla condivisione di obiettivi e progetti in forma costruttiva per riportare la vita sociale in molte zone impoverite dal tempo e dalla incuria, come avvenuto nel Parco della Biodiversità e, proprio in questi giorni, nel Parco Gaslini.
Lo stesso Lazzaro ha invitato ed esortato i candidati a sindaco per le prossime elezioni amministrative, a prendere spunto, per i loro programmi, da alcuni punti del Manifesto per la Città di Catanzaro, pubblicato e offerto dallo stesso circolo alla cittadinanza ed agli amministratori nel 2012-2013.
Manuel Soluri
La rete di Montante, si allarga l'inchiesta: indagati anche Crocetta e Catanzaro
Un terremoto scuote la Sicilia che conta: quella della politica e dell’imprenditoria e travolge nuovi nomi eccellenti. Dopo l’ex responsabile Legalità di Confindustria Antonello Montante, finito ai domiciliari insieme a cinque alti esponenti delle forze dell’ordine e dei Servizi con l’accusa di concorso in associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, nel registro degli indagati della Procura di Caltanissetta spunta anche il nome di Giuseppe Catanzaro, amico e successore di Montante alla guida di Sicindustria. Oggi gli è stato notificato un invito a comparire. E un avviso di garanzia è stato inviato anche all’ex governatore siciliano Rosario Crocetta, accusato di finanziamento illecito dei partiti e concorso in associazione a delinquere finalizzato alla corruzione: avrebbe nominato in Giunta due assessori sponsorizzati dall'imprenditore. Crocetta ha saputo di essere indagato mentre si trovava al telefono con un giornalista dell'Ansa: «Guardi che non ho ricevuto alcun avviso di garanzia, non ne so niente... aspetti, aspetti» diceva parlando al telefono con l’Ansa. Poi si sono sentiti degli squilli, e Crocetta ha ripreso a parlare: «Me lo stanno notificando adesso», e ha chiuso il telefono.
Un elenco lunghissimo quello degli inquisiti: sarebbero una trentina. Nella lista anche gli ex assessori alle Attività produttive Linda Vancheri e Mariella Lo Bello - nominate da Crocetta per accontentare Montante - e l’ex presidente dell'Irsap (l'ente regionale per lo sviluppo delle attività produttive) Mariagrazia Brandara.
La maxi inchiesta dei pm nisseni «racconta» di un vero e proprio «sistema Montante». L’imprenditore che, secondo i magistrati, avrebbe condizionato per anni la vita politica della Regione anche attraverso finanziamenti a esponenti politici come Crocetta e Salvatore Cuffaro, è accusato di avere creato una rete di spionaggio per avere informazioni sull'inchiesta per concorso in associazione mafiosa in cui era coinvolto corrompendo anche uomini delle istituzioni. Quello che emerge è un sistema di potere fatto di prebende, ricatti e una impressionante attività di dossieraggio. Emblematiche in questo senso le vicende, venute fuori dall'inchiesta, che coinvolgono l'ex assessore Nicolò Marino e Giulio Cusimano. Montante sarebbe entrato in possesso di un video scabroso sulla vita privata di Marino, che aveva espresso critiche su Confindustria, e si sarebbe adoperato per diffonderlo. Stesso trattamento sarebbe stato riservato a Giulio Cusumano, che era al vertice dell’Azienda trasporti siciliana (Ast), controllata dalla Regione. Il manager si oppose alla cessione dell’Ast a una microazienda controllata, la Jonica Trasporti dove Montante aveva una partecipazione. Per convincerlo, Cusumano fu ricattato per il suo orientamento sessuale.
Tra gli indagati anche il vice questore aggiunto Vincenzo Savastano, in servizio all’ufficio della polizia di frontiera dell’aeroporto di Fiumicino e le due strette collaboratrici di Montante, Carmela Giardina e Rosetta Cangelosi che sono accusate di favoreggiamento. Secondo gli inquirenti, avrebbero aiutato l'imprenditore a distruggere alcuni documenti del suo archivio segreto, custoditi dentro una ventina di pen drive.
Nel corso di un lunghissimo interrogatorio intanto ieri Montante si è difeso davanti al gip di Caltanissetta che ne ha disposto l’arresto. Sette ore in cui ha negato ogni accusa. «Il mio assistito, all'arrivo della polizia nella sua abitazione, non si è disfatto di alcuna prova di reato. - spiega uno dei suoi legali, l’avvocato Giuseppe Panepinto -. Temendo che non si trattasse di agenti, ma di malviventi, ha tardato ad aprire e ha cercato di mettersi al sicuro. Il contenuto delle pen drive danneggiate, ritrovate dai poliziotti nello zaino dell’indagato, era stato trasferito in altre chiavette perfettamente funzionanti, già in possesso degli inquirenti».
Montante, che ha puntato il dito contro due dei suoi accusatori, Venturi e Cicero, che avrebbero agito per vendetta nei suoi confronti, ha negato di avere costruito dossier contro i suoi avversari, creando una rete di spionaggio e corruttela. «Abbiamo iniziato e continueremo a ribattere punto per punto ad ogni accusa - ha aggiunto l’avvocato Panepinto - ma è ancora presto, prematuro delineare un quadro chiaro della vicenda». Montante a dire del legale sarebbe «sorpreso, scosso e molto dispiaciuto», ma non avrebbe perso la sua totale fiducia nella giustizia. (lasicilia)