La città sommersa del Salento, nel mare di Roca Vecchia e la Poesia
Salento, Costa adriatica, ecco Roca Vecchia, uno dei tratti di costa più incantevoli lungo la litoranea Lecce-Otranto, ad una distanza di circa 20km dal capoluogo salentino. Qui il paesaggio è modellato da forme carsiche superficiali: grotte, gallerie e cunicoli immersi in un territorio ancora incontaminato. All’interno di quest’area, tra le alte falesie e i resti archeologici, c'è la Grotta della Poesia, una tra le dieci piscine naturali più belle del mondo, oggetto anche di numerose leggende e meta prediletta dei tuffatori impavidi. Il vero nome della Grotta è Grotta della Posia, deriva dal greco e significa “sorgente di acqua dolce”, qui i signori del mare pregavano gli dei. Rappresentava, infatti, una vera e propria Grotta santuario. Lungo tutto il perimetro interno della grotta sono presenti simboli, iscrizioni e graffiti che risalgono sia al II secolo a.C. che all’età romana repubblicana. Nell’area adiacente il sito archeologico di Roca Vecchia che sorge e si estende su un promontorio con la torre cinquecentesca. Si tratta di uno tra gli insediamenti archeologici più importanti del bacino del Mediterraneo soprattutto per quanto riguarda l’età del Bronzo della quale ne rappresenta una straordinaria testimonianza storico religiosa. Il Castello fu eretto nel XIV secolo e posizionato a strapiombo sul mare Adriatico. Le grotte scavate nelle scogliere calcaree di Roca Vecchia sono state utilizzate da monaci basiliani che, in passato, vivevano come eremiti in questi luoghi. Luogo prezioso per gli esperti di archeologia sottomarina, su questi fondali, infatti, è stato riscontrato il ripetersi dei motivi archeologici del retroterra in una vera e propria città sommersa che, nelle profondità marine, custodisce ancora i segreti di una civiltà fiorita nel terzo e secondo secolo prima di Cristo. Sempre sul fondo marino si sovrappongono i resti della civiltà greca e romana e, infine, di quella turca e saracena a noi più vicina, la quale ha lasciato le sue tracce anche sulle aguzze rocce.
Passeggiata a Roca vecchia (Melendugno - Lecce)
Una passeggiata fra le bellezze archeologiche di Roca Vecchia ( Melendugno - Lecce )
Roca Vecchia è una località costiera del Salento e una delle marine di Melendugno, in provincia di Lecce.
Si affaccia sul Mare Adriatico ed è posta tra San Foca e Torre dell'Orso.
La bellezza naturale si somma al fascino della storia di questo luogo incantato.
Non ci si può lasciare ingannare da quello che appare oggi un piccolo centro turistico lontano dalla mondanità delle attività commerciali.
Roca va immaginata come la fiorente città messapica che è stata nel corso degli anni.
A Roca è presente la Torre costiera che ha avuto, nel tempo, un ruolo di avvistamento e di difesa collegandosi visivamente con le altre fortificazioni dell’entroterra e della costa.
Questa Torre viene denominata la Torre di Roca Vecchia e sorge un isolotto poco distante dalle rovine del vecchio castello di Roca. In passato era nota col nome di Torre di Maradico e ricadeva nel territorio del Comune di Roca Nuova.
Sede di importanti scavi archeologici, è un centro turistico di rilievo durante il periodo estivo.
Si segnalano la torre di avvistamento cinquecentesca, le rovine del castello a picco sul mare, il santuario della Madonna di Roca del XVII sec. e le due grotte Poesia (dal greco, sorgente d'acqua dolce), meglio note come grotte della Poesia. Queste ultime, in particolare, distanti circa 60 metri l'una dall'altra, sono delle grotte carsiche; l'acqua del mare giunge in ciascuna di esse attraverso un canale percorribile a nuoto o con una piccola imbarcazione.
La sua notevole importanza in ambito archeologico è legata al rinvenimento nel 1983, grazie all'archeologo Cosimo Pagliara, di iscrizioni messapiche sulle sue pareti, da cui è stato possibile stabilire che la grotta fosse anticamente luogo di culto del dio Taotor.
A nord dell'area archeologica sorge il centro attualmente abitato, noto anche come Roca li Posti, frequentato in estate da vacanzieri.
Anche Roca gode di acque cristalline e di mare sempre calmo, ideale per chi vuole trascorrere le proprie vacanze in totale relax in un mare dalle splendide acque limpide.
Piccolo viaggio a Roca Vecchia - scoprendo La poesia
Roca Vecchia o Rocavecchia è una località costiera del Salento e una delle marine di Melendugno, in provincia di Lecce. Si affaccia sul Mare Adriatico ed è posta tra San Foca e Torre dell'Orso.
Sede di importanti scavi archeologici, ospita la torre di avvistamento cinquecentesca, le rovine del castello a picco sul mare, il santuario della Madonna di Roca del XVII sec. e le due grotte Posia note come Poesia.
Queste ultime, in particolare, distanti circa 60 m l'una dall'altra, sono delle grotte carsiche cui sono crollati i tetti; l'acqua del mare giunge in ciascuna di esse attraverso un canale.
IL TUNNEL NASCOSTO DI ROCA VECCHIA
salentoacolory.it
una lunghissima opera di scavo, che termina davanti alla torre di Roca vecchia... esplorazione arrestata davanti ad una colonia di pipistrelli! Ma questo luogo è interessantissimo!
L'insenatura di Roca Vecchia
Vedi tutte le offerte presenti per la località di Roca Vecchia alla pagina
Uno dei mari più belli di Italia, con poche spiagge, ma tante piccole calette e insenature a ridosso di una suggestiva costa rocciosa, alla presenza di una pittoresca e rassicurante torre costiera nei pressi di un importante parco archeologico. Un salto in mare e nel passato salentino.
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il mare e la costa di Roca Vecchia (Melendugno) nel Salento
La località di Roca Vecchia (Melendugno) e la leggenda dela Grotta della Poesia nel Salento
maggiori info
qui:
La grotta della poesia si trova sul mare sulla litoranea San Foca - Roca Vecchia.
All'interno possiamo trovare iscrizioni in diverse lingue: greco, latino e messapico come testimonianza del resprttivo popolo.
Si ipotizza che la grotta potrebbe essere un tempio dedicato al dio messapo “Thator”.
Si narra che una principessa fosse solita fare il bagno nelle acqua della grotta.
Notizia che si diffuse tanto che diversi poeti raggiunsero la grotta per ammirare la splendida principessa per essere ispirati dalla sua bellezza.
Due sono in realtà le grotte, la Poesia grande e la piccola.
La prima è uno specchio d’acqua cristallina caratterizzata da colori cangianti, che vanno dal blu cobalto del sotto roccia al verde smeraldo.
Qui il mare regala emozioni e stimoli sensoriali, tra cui il “respiro”delle onde che si infrangono sugli scogli.
Sul versante meridionale la grotta è collegata col mare aperto mentre sul fondo si apre una sorta di cunicolo sottomarino che congiunge la “Poesia grande” con la “Poesia piccola”, ancora più selvaggia rispetto alla prima.
Se infatti alla Grotta della poesia grande si accede tramite una gradinata scavata nella roccia, la piccola è decisamente meno accessibile e più nascosta.
Si racconta che la “Poesia piccola” fosse un angolo di mare molto pescoso, tanto che era stata incorporata all’interno delle mura cittadine di Roca.
Qui, una nobile signora, Donna Isabella, trascorreva lunghe ore a pescare.
Per i Rocani, la “Poesia grande” era l’occhio vigile del mare messo a guardia della città, tuttavia i marinai turchi riuscirono a violarlo entrando in città attraverso il passaggio sottomarino.
Un luogo romantico, circondato da miti e leggende.
Emozionanti riprese aeree di Roca li posti (marina di Melendugno - Lecce) e della graziosa Grotta della Poesia.
Questo Video fà parte del Progetto iosalento.it
per la realizzazione di Video turistici professionali nel Salento.
Passeggiata a Roca Vecchia, marina di Melendugno - commentato
Passeggiata a Roca Vecchia, marina di Melendugno, un sito archeologico ricco di storia dal periodo preistorico, passando per il messapico fino ad arrivare al 1530 anno in cui Carlo V fece distruggere il castello in quanto divenuto covo di pirati.
Roca Vecchia - di Carlo Mazzotta
Roca Vecchia, località costiera del Salento, in provincia di Lecce, è una delle marine di Melendugno. Sede di importanti scavi archeologici (età del bronzo (XV-XI secolo a.C.). Roca Vecchia di Carlo Mazzotta rientra nel progetto ACMEmaps di ACMElab. acmelab.it - ACMEmaps è un progetto nato nei laboratori di ACMElab nell' agosto 2010. L'intento è quello di documentare visivamente ed acusticamente luoghi di particolare interesse paesaggistico: micro-documentari di pochi minuti per raccontare attraverso l'uso di sole immagini e suoni le bellezze naturalistiche del territorio.
Oltre al carattere puramente documentaristico, le finalità del progetto sono quelle di far conoscere il paesaggio per tutelarne le originarie caratteristiche ambientali, auspicando uno sviluppo turistico responsabile e sostenibile. Visita la pagina di ACMEmaps sul sito acmelab.it per visualizzare altri video.
Roca Vecchia-Torre e Insenatura
Roca Vecchia o Rocavecchia è una località costiera del Salento e una delle marine di Melendugno, in provincia di Lecce. Si affaccia sul Mare Adriatico ed è posta tra San Foca e Torre dell'Orso.
La Grotta della Poesia
Sede di importanti scavi archeologici, è un centro turistico di rilievo durante il periodo estivo. Si segnalano la torre di avvistamento cinquecentesca, le rovine del castello a picco sul mare, il santuario della Madonna di Roca del XVII sec. e le due grotte Posia (tanto spesso quanto erroneamente note come Poesia)[senza fonte]. Queste ultime, in particolare, distanti circa 60 m l'una dall'altra, sono delle grotte carsiche cui sono crollati i tetti; l'acqua del mare giunge in ciascuna di esse attraverso un canale percorribile a nuoto o con una piccola imbarcazione. La più grande delle due ha una pianta approssimativamente ellittica con assi di circa 30 e 18 m e dista dal mare aperto una trentina di metri. La Posia Piccola, invece, ha assi di circa 15 e 9 m ed è separata dal mare aperto da una settantina di metri in linea d'aria. La sua notevole importanza in ambito archeologico è legata al rinvenimento nel 1983 di iscrizioni messapiche (ma anche latine e greche) sulle sue pareti, da cui è stato possibile stabilire che la grotta fosse anticamente luogo di culto del dio Taotor (o anche Tator, Teotor, o Tootor).
A nord dell'area archeologica sorge il centro attualmente abitato (22 residenti nel 2001), noto anche come Roca li Posti, frequentato in estate soprattutto da vacanzieri residenti nei paesi vicini, Calimera su tutti.
Lungo la strada che collega Torre dell'Orso a Melendugno sorge il vecchio villaggio disabitato, con una masseria fortificata attualmente in restauro, di Roca Nuova. Tale borgo sorse intorno al 1480, quando la popolazione di Roca Vecchia fu messa in fuga dalle incursioni turche.
Fonte Wikipedia
Puglia- Salento- Roca Vecchia-Grotta della Poesia (analogico)
Roca Vecchia o Rocavecchia è una località costiera del Salento e una delle marine di Melendugno, in provincia di Lecce. Si affaccia sul Mare Adriatico ed è posta tra San Foca e Torre dell'Orso.
La Grotta della Poesia
Sede di importanti scavi archeologici, è un centro turistico di rilievo durante il periodo estivo. Si segnalano la torre di avvistamento cinquecentesca, le rovine del castello a picco sul mare, il santuario della Madonna di Roca del XVII sec. e le due grotte Posia (dal greco, sorgente d'acqua dolce), meglio note come grotte della Poesia. Queste ultime, in particolare, distanti circa 60 metri l'una dall'altra, sono delle grotte carsiche cui sono crollati i tetti; l'acqua del mare giunge in ciascuna di esse attraverso un canale percorribile a nuoto o con una piccola imbarcazione. La più grande delle due ha una pianta approssimativamente ellittica con assi di circa 30 e 18 metri e dista dal mare aperto una trentina di metri. La Posia Piccola, invece, ha assi di circa 15 e 9 metri ed è separata dal mare aperto da una settantina di metri in linea d'aria. La sua notevole importanza in ambito archeologico è legata al rinvenimento nel 1983 di iscrizioni messapiche (ma anche latine e greche) sulle sue pareti, da cui è stato possibile stabilire che la grotta fosse anticamente luogo di culto del dio Taotor)
Foto Roca Antica
sequenza fotografica dell'area archeologica di Roca Antica (Lecce)
Discovery of Grotta dell Poesia - Roca Vecchia - Salento - GoPro Hero 7 Black
La Grotta della Poesia – La Storia
Si narra che una bellissima principessa amasse fare il bagno nelle acque salutifere della grotta; la sua bellezza era così folgorante che ben presto la notizia si diffuse in tutta la Puglia. Fu così che schiere di poeti provenienti da tutto il Sud dell’Italia si riunivano in quel luogo per comporre versi ispirati alla sua bellezza: chi scrisse delle ninfe, chi delle principesse orientali, chi delle regine del nord, e la fama durò tanto a lungo che ancora oggi questo luogo è conosciuto come la Grotta della Poesia.
La Grotta della Poesia, oggi, è letteralmente presa d’assalto dai salentini e dai turisti che godono della bellezza di una delle dieci piscine naturali più belle del mondo. Nella grotta della Poesia, recentemente, è stato scoperto un luogo di culto messapico. Sulla Strada che collega Torre dell’Orso a San Foca, vi è un’area interessata alla realizzazione di un Parco Archeologico. Sempre sulla stessa strada sono visibili le fortificazioni messapiche di Roca Vecchia che possono essere ripercorse. Nella zona, oltre ai recenti scavi dell’abitato medioevale, si possono osservare ipogei, cripte e resti di struttura di varie epoche a partire dall’età del Bronzo. Sull’area di Roca Vecchia, dal 1984 sono stati portati avanti degli scavi archeologici di notevole importanza, grazie all’interesse dell’Amministrazione Comunale, Amministrazione Provinciale e dell’Università di Lecce, Dipartimento di Scienze dell’Antichità, Istituto di Archeologia.
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La mia attrezzatura per questo video:
- GoPro Hero 7 Black
- DJI Spark e300class
Case vacanze Salento, a Roca Vecchia e vicino la Grotta della Poesia
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La Grotta della Poesia è uno degli anfratti rocciosi più suggestivi e attraenti della Puglia e d'Italia, mentre la località di Roca Vecchia vanta un sito archeologico di inestimabile interesse storico.
Le cosiddette piscine naturali, a poche centinaia di metri dalla località, offrono invece un'occasione unica per balneare in uno scenario al quanto insolito ed unico.
Si ringrazia per il contributo offerto dall'operatore Wainer Morandi, amante della Puglia ed esperto utilizzatore del drone Phantom 2.
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CETMA - ROCA ARCHAEOLOGICAL PROJECT - Elevation&Survey backstage
CETMA, Virtual Augmented Reality & Multimedia Area. Backstage elevation and survey Grotta Poesia, Roca Vecchia. Comune di Melendugno, FSC 2000-2006 - Recupero conservativo, valorizzazione e fruizione dell'Area archeologica di Roca Vecchia. Santovito Michele, Phd Teodoro Scarano, arch. Giancarlo De Pascalis. In collaboration with Salento Droni, Environmental Surveys Srl and Angelo Cossa.
Santuario della Madonna di Roca Vecchia - Melendugno (LE)
Ritornando in Puglia, precisamente a Melendugno (LE), percorriamo la strada sul mare Adriatico, che collega la marina di Torre dell'Orso a quella di San Foca, e incontriamo la marina di Roca Vecchia. Essa è una località costiera del Salento e un centro turistico di rilievo durante la stagione estiva. Nota per i suoi importanti scavi archeologici, si caratterizza per la torre di avvistamento cinquecentesca, le mura e le iscrizioni messapiche, le rovine del castello a picco sul mare, la colonna di Santa Maria di Roca, il santuario della Madonna di Roca del XVII secolo e le due grotte Posia (dal greco, sorgente d'acqua dolce), meglio note erroneamente come grotte della Poesia. Queste ultime, in particolare, distanti circa 60 metri l'una dall'altra, sono delle grotte carsiche cui sono crollati i tetti; l'acqua del mare giunge in ciascuna di esse attraverso un canale percorribile a nuoto o con una piccola imbarcazione. La più grande delle due ha una pianta approssimativamente ellittica con assi di circa 30 e 18 metri e dista dal mare aperto una trentina di metri. La Poesia Piccola, invece, ha assi di circa 15 e 9 metri ed è separata dal mare aperto da una settantina di metri in linea d'aria.
Il Santuario della Madonna di Roca Vecchia è dedicato a Maria Santissima delle Grazie ed ha origini sconosciute. Si presume che venne costruita sul sito di un antico ipogeo rupestre o un'antica grotta bizantina. La struttura semiinterrata al quale si accede scendendo 2 gradinate gemelle, si presenta a 3 navate, ciascuna con tre colonne, i cui capitelli sono di ordine composito-corinzio; tutte le colonne sono monolitiche prese da un edificio romano. Sotto di essa vi è una grotta di origine carsica; gran parte di essa è ingombrata da macerie provenienti dal crollo dell'abside dove vi doveva essere, oltre all'icona, una grande statua della Madonna in oro zecchino. Il santuario presenta un unico altare interamente di pietra leccese, in cui è incastonata l'effigie della Madonna che la leggenda vuole essere stata ritrovata da un giovane pastorello rocano che era alla ricerca di un agnellino disperso. Ai lati dell'altare sono presenti due busti dedicati uno a Sant'Agata e uno a Sant'Apollonia. In passato esisteva un altro altare dedicato ai Santi Brizio (Patrono di Calimera) e Antonio (Patrono di Borgagne), scomparso dopo la prima guerra mondiale. Quest'altare esisteva ancora in data 27 luglio 1911 quando fu visitato dal vescovo Gennaro Trama. Nella relazione è detto che la cappella fu eretta nel 1690, in accordo con la trasformazione da cripta, quale era ancora definita nel 1656, a cappella costruita da poco. L'altare che nel 1830 era dedicato ai Santi Brizio e Antonio, nel 1911 era senza quadro, ma vi erano ancora 4 candelieri di legno e una croce con crocifisso in cattivo stato; tutto ciò però non giustifica la demolizione avvenuta in tempi sconosciuti. Una lapide dentro il Santuario riporta la seguente iscrizione: QUESTO TEMPIO ANGUSTO PER SPAZIO PER STORIA DA SECOLI SACRO ALLA MADONNA DELLE GRAZIE ALLA PIETA' DEI FEDELI CARO DA GENERAZIONI DEFRAUDATO DALL' INCORONATA VETUSTA IMMAGINE IL 24 AGOSTO 1968 CON MANO IGNOBILE DECORATO DI NUOVA TELA E PREZIOSI DIADEMI CON NOBILE GARA D' AMORE E DI RIPARAZIONE MONS. FRANCESCO MINERVA VESCOVO DI LECCE SANTUARIO MARIANO DIOCESANO COSTITUIVA E PROCLAMAVA RESTAURANDONE LE STRUTTURE PAVIMENTANDOLO IN MARMO IL 7 SETTEMBRE 1969.
Il Santuario possiede una campanella inceppata a slancio con ceppo in legno di cui non ho notizie. Essa probabilmente viene suonata mediante il battaglio dato che non ha corda sull' asta ma non ne ho certezza date le condizioni precarie con cui si presenta.
Buona visione!
Si consiglia l'utilizzo delle cuffie per un ascolto più accurato.
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Grotta della Poesia
Roca Vecchia o Rocavecchia è una località costiera del Salento e una delle marine di Melendugno, in provincia di Lecce. Si affaccia sul Mare Adriatico ed è posta tra San Foca e Torre dell'Orso. Sede di importanti scavi archeologici, è un centro turistico di rilievo durante il periodo estivo. Si segnalano la torre di avvistamento cinquecentesca, le rovine del castello a picco sul mare, il santuario della Madonna di Roca del XVII sec. e le due grotte Posia (dal greco, sorgente d'acqua dolce), meglio note come grotte della Poesia. Queste ultime, in particolare, distanti circa 60 metri l'una dall'altra, sono delle grotte carsiche cui sono crollati i tetti; l'acqua del mare giunge in ciascuna di esse attraverso un canale percorribile a nuoto o con una piccola imbarcazione. La più grande delle due ha una pianta approssimativamente ellittica con assi di circa 30 e 18 metri e dista dal mare aperto una trentina di metri. La Posia Piccola, invece, ha assi di circa 15 e 9 metri ed è separata dal mare aperto da una settantina di metri in linea d'aria. La sua notevole importanza in ambito archeologico è legata al rinvenimento nel 1983, grazie all'archeologo Cosimo Pagliara, di iscrizioni messapiche (ma anche latine e greche) sulle sue pareti, da cui è stato possibile stabilire che la grotta fosse anticamente luogo di culto del dio Taotor (o anche Tator, Teotor, o Tootor). A nord dell'area archeologica sorge il centro attualmente abitato (22 residenti nel 2001), noto anche come Roca li Posti, frequentato in estate da vacanzieri. Lungo la strada che collega Torre dell'Orso a Melendugno sorge il vecchio villaggio disabitato, con una masseria fortificata attualmente in restauro, di Roca Nuova. Tale borgo sorse intorno al 1480, quando la popolazione di Roca Vecchia fu messa in fuga dalle incursioni turche. Gli scavi effettuati a Roca hanno evidenziato un imponente sistema di fortificazioni risalente all'età del bronzo (XV-XI secolo a.C.), oltre a numerosi reperti che per affinità ricordano modelli minoici ed egei. Si ritiene che, in un periodo databile intorno al XV secolo a.C., il sito sia stato assediato e incendiato. Anche le successive mura, ricostruite nell'XI secolo a.C., presentano tracce di incendio. Di questo luogo misterioso, che come la mitica Troia fu più volte distrutto e più volte ricostruito si ignora chi fossero i popoli fondatori e perfino se queste fortificazioni servissero a difendere una città oppure - come appare più probabile - un importante luogo di culto. Il sito fu comunque frequentato per tutta l'età del ferro, mentre decisamente più cospicue sono le tracce relative all'età messapica (IV-III secolo a.C.): una cinta muraria (che tuttavia non fu completata), un monumento funerario, diverse tombe e delle fornaci. Il nome della città messapica (o per meglio dire la sua latinizzazione) si pensa fosse Thuria Sallentina. Il sito fu successivamente abbandonato (non sono state rinvenute tracce del periodo romano), mentre fu frequentato nell'alto medioevo da anacoreti, provenienti perlopiù dall'Impero Romano d'Oriente, che col tempo costituirono una comunità, abitando in una serie di grotte scavate nel calcare. Agli inizi del XIV secolo, Gualtieri di Brienne, conte di Lecce, ricostruì Roca facendone una città fortificata, ma nel 1480 la sua popolazione venne messa in fuga dalle incursioni turche. In quell'anno infatti il sultano Maometto II, dopo aver conquistato Costantinopoli (1453) e sottomesso tutta la Penisola Balcanica, inviò una spedizione che sbarcò sulla costa orientale del Salento. Roca Vecchia fu saccheggiata e usata dai Turchi come base operativa per sferrare attacchi alla città di Otranto e ad altri centri salentini. È in questo contesto che si colloca la figura, ricorrente nei racconti dei casali di discendenza Rocana, Calimera, Melendugno, Borgagne e Vernole, della mitica Donna Isabella sventurata[senza fonte], identificata forse come Maria d'Enghien[? era morta più di 30 anni prima!], castellana di Roca che perse il feudo, insieme al marito ed al figlio morti in battaglia. La città, liberata nel 1481, divenne successivamente covo di pirati, tanto che nel 1544 Ferrante Loffredo, governatore della provincia di Terra d'Otranto, dette l'ordine di raderla al suolo.
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera Musica:
This work is licensed under a Creative Commons Attribution 4.0 International License. ( CC BY - SA )
Mare di Roca Vecchia (Lecce) a Marzo in Puglia
Mare di Roca Vecchia (Lecce) a Marzo in Puglia
Area archeologica di Roca - Stefania Petrachi e Rino Scarano
Saluti ai giornalisti e spiegazione dell'area archeologica di Roca.
Rocca vecchia
Roccaspinalveti sorge alle pendici della Forra della Scarpa, nell'alta Valle del fiume Sinello.
L'odierno paese risale al XIX secolo, quando l'abitato antico, ricordato come Rocca Spina Oliveta nel Settecento e poi detto Roccavecchia, venne abbandonato per l'accentuarsi di fenomeni erosivi e ricostruito più a valle.
Del vecchio abitato si possono riconoscere l'antico palazzo feudale ed i resti di alcune case.
I reperti archeologici affiorati, tra cui due statuine votive del dio Marte, documentano una frequentazione arcaica del territorio ricollegabile alla presenza di stazioni o passaggi di greggi transumanti. Genti di stirpe sabellica potrebbero avervi creato un primo centro fortificato, poi inglobato nelle strutture medievali.
Quasi a metà strada tra Aia Bruna, sito dell'attuale Roccaspinalveti, e l'antico insediamento, sono visibili i ruderi della Chiesa di San Pietro Apostolo, di cui è possibile scorgere gli stipiti ben sagomati del portale d'ingresso nella facciata principale. Secondo fonti orali, all'interno della navata, al di sotto della terra e del materiale da crollo, è ancora presente il pavimento originario.
Roccaspinalveti stands on the slopes of Forra della Scarpa, in the high valley of the Sinello River. Today's village dates back to the XIX century, when the old urban center, known at the time as Rocca Spina Oliveta in the eighteenth century and then named Roccavecchia, was abandoned due to the increase in erosions, and it was then rebuilt downhill.
The old urban area can still be identified thanks to the ancient medieval palace and the ruins of a few houses. The archeological finds, which include two statues of the god Ares, document the evidence of ancient human presence in the territory linkable to the presence of stations or the passage of transhumance herds. Sabellic people probably settled here and created a first fortified center, which was later incorporated in the medieval structures.
Approximately mid-way between Aia Bruna, the location of the current Roccaspinalveti, and the ancient settlement, the ruins of St. Pietro Apostolo church are still visible, with the well shaped entrance door jambs on the main facade. According to folktale, inside the nave, it is still possible to find the original floor underneath soil and debris.
Bellezze del nostro Salento. Il tunnel sotterraneo di Roca
Salento, Roca Vecchia