Le coppelle del Rocce Ré .m4v
Le coppelle del Rocceré, Valle Maira, Roccabruna (Cuneo)
I pastori che frequentavano il Roccere' con le greggi conoscono da sempre le coppelle, fenomeni originali ma non funzionali alle loro attività.
A metà degli anni 70 Roberto Isoardi - esperto cultore dei monti di valle Maira - segnala la curiosità a Luigi Massimo, che nel 1976 scrive un articolo su Cuneo Provincia Granda, la curiosità diventa di dominio pubblico.
Passano gli anni e ad inizio anni 90 se ne interessa anche Riccardo Baldi, socio del Centro Studi e Museo di Arte Preistorica di Pinerolo, appassionato ed esperto in materia con rapporti a più livelli.
Un disastro forse doloso colpì la media e bassa valle Maira nell'inverno del '90. La neve tardò a scendere. Un incendio devastò la foresta mettendo a dura prova istituzioni e volontari, ma -- ironia della sorte -- rese più facile l'esplorazione.
Ettore d'Aquino, noto archeologo, scoprì RocceRé nel 1995 a seguito di un articolo di Baldi, lo contatta, compie studi in loco, ma la morte ne interrompe le ricerche
Fra gli elementi significativi viene individuato un focolare, presunti dolmen, un esame al carbonio 14 porta d'Aquino a datare nel neolitico i resti di quel focolare: le date sono quindi intorno a 5000 anni fa. Le coppelle sono riconosciute databili nella stessa epoca, anche in base a siti simili in altre zone della Terra.
La Soprintendenza ai beni archeologici della Regione Piemonte avvalora le coppelle già in quegli anni. Baldi rende noto a livello internazionale il fenomeno. Ma sul territorio non succede nulla.
L'anno scorso, 2009, circa 20 anni dopo, il consigliere comunale Walter Isoardi ravviva l'interesse intorno al Rocceré, primo scopo quello di ridisegnare e frequentare i numerosi sentieri testimoni di una zona bellissima.
Walter incontra le coppelle, si incuriosisce, si informa, cerca Riccardo Baldi, a novembre 2009 avviene un incontro in Comune. Un articolo sul Corriere di Saluzzo e vari servizi su Cuneo sette e altri settimanali a Bra e a Saluzzo contribuiscono a far parlare delle coppelle. Viene di nuovo interessata la Soprintendenza e i quadri dirigenti regionali, che si dimostrano attenti e pronti a suggerire
modi di ulteriore valorizzazione.
Nasce un nuovo fermento sulle coppelle preistoriche, si avanzano ipotesi sui loro scopi, a cosa servivano, chi le ha fatte circa 5000 anni fa anni fa e perché: sacrifici, zona sacra e magica per la presenza di acque in quota, posizione geografica al centro di un anfiteatro di monti dal Rosa al Viso al monregalese, alle Langhe alle colline torinesi, presunto potere taumaturgico delle polveri ottenute
scalfendo con la quarzite lo gneiss (pensando a una sorta di polvere magica che aiuti a guarire, la polvere viene prelevata, resta la coppella).
Nella zona e nelle numerose balme presenti necessari ulteriori studi. Qui forse vi era un insediamento umano. La pianura ricca di paludi e foreste era invivibile. Il clima era piu' mite. Tanto che a queste quote - 1829 metri la cima, 1712 e 1641 i colli piu' vicini (della ciabra e di Balmascura) -- ipotizzabile un insediamento umano.
Il sito è di valore come i più noti del monte Bego nella vicina valle della Meraviglie, nei pressi di San Dalmazzo di Tenda, nel parco nazionale francese del Mercantour o come quelli della lombarda valle Camonica.
In valle Maira i numeri delle coppelle rinvenute sono cresciuti: prima 3000, poi 4000, poi 5000, ora -- primavera 2012 - si è arrivati a stimarne almeno 10.000.
Lo sforzo degli amici volontari che lavorano per la valorizzazione dell'intera area fra Maira e Varaita - con epicentro Roccabruna ma con interessanti appendici anche a Valmala, Melle, Villar, Busca - continua.