Lapedona Altidona, Chiesa s Maria de Manù e polittico di Cristoforo Cortese (manortiz)
Cenni Storici
Una chiesetta piccola, spesso dimenticata negli itinerari turistici della zona circostante, ma grande è la sua storia. Situata sulla strada che dall’Adriatica sale verso Lapedona, poco dopo il ristorante “La Storiella” forse più conosciuto, sulla destra, in posizione incantevole sul mare, preceduta da una duplice fila di cipressi rimane S. Maria de Manù. Pur sorgendo nel territorio di Lapedona che gli ha intitolato la Contrada, la giurisdizione spirituale è del pievano di Altidona. Risalente al secolo X è detta anche Madonna delle Noci perché anticamente dopo la Messa, vi si giocava a castelletti di noci (una specie di bowling i cui birilli sono rappresentati dalle noci disposte a piramide). Fu donata dalla badessa del monastero Leveriano presso il fiume Aso, all’Abbazia di Montecassino e citata –insieme alla Chiesa e Castello di S. Biagio in Barbolano, altra chiesa di Altidona- sui portali in bronzo (sesta e settimana lamina di quello di destra) della Basilica –rimasti miracolosamente illesi ai bombardamenti del 1944-: “Nel Fermano abbiamo il castello di Barbolano con la chiesa di S. Maria e S. Biagio con gli annessi possedimenti”. Semplice e spoglia nelle linee purissime del romanico classico è un vero gioiello d’arte che non sfigura accanto alle “sorelle maggiori” quali S. Maria Piè di Chienti a Montecosaro, S. Claudio a Corridonia, Ss. Stefano e Vincenzo di Monterubbiano, S. Quirico di Lapedona. Il polittico che campeggiava sull’altare, attribuito a Cristoforo Cortese (fine sec. XV), è stato trasferito nella chiesa parrocchiale di Altidona.
Questo polittico proveniente dalla chiesina romanica di Santa Maria de’ Manu detta anche di “Madonna delle Noci” (preesistente al 1032) fu fatto qui trasportare nel 1926 dal Pievano di Altidona Don Giuseppe Petroselli (+1963). Infatti tale chiesina, sebbene posta in territorio di Lapedona, appartiene alla Pievania di Altidona, cui passarono i beni dell’Abbazia di Montecassino, costituiti da questa chiesa e dal castello di Barbolano, già proprietà di detta Abbazia che a sua volta li aveva ricevuti in dono nel 1032 da Raimburga. Questo polittico, già restaurato una prima volta nel 1938 dal prof. Pio Nardini, ha avuto poi un vero restauro (con la sostituzione totale della parte lignea) in un primo tempo presso Urbino, poi presso il Laboratorio di Restauro di Palazzo Pitti in Firenze. Tale restauro è durato dal 3 settembre 1969 fino alla riconsegna avvenuta l’8 giugno 1983 (13 anni e 9 mesi) ed è stato eseguito dal prof. Giuliano Rettori. Il polittico, come si può vedere, è costituito da cinque pannelli con cornice scanditi da esili colonnine tortili. In quello centrale domina la figura della Vergine assisa su trono gotico; nei due a sinistra sono raffigurati Santa Caterina di Alessandria e San Flaviano; nei due di destra S. Ciriaco diacono e S. Antonio Abate. Tali Santi, pur contenuti in angusti spazi, si ergono in salda eleganza di forme ed austera spiritualità di espressione. Tale polittico fu attribuito per un certo tempo a Piero di Domenico da Montepulciano {Bollettino d’Arte XXXI, 1938 pagg. 173-181), ora la paternità è autorevolmente attribuita a Cristoforo Cortese, veneto, morto nel 1445 circa. L’attribuzione di paternità è suffragata da documenti del Registrum omnium possessionum del Convento di Santa Maria a Murano, datato 1391 ed ora alla Biblioteca del Seminario di Padova. In detto Registrum gli elementi decorativi a margine sono opera del Cortese. A ciò si aggiungano le miniature della Promissione di F. Foscari (collezione Felissente) a Treviso e la Mariegola di S. Maria Odorifera del Correr che “mostrano profondo legame stilistico tra loro e il polittico di Altidona”. Il polittico è di altissimo valore; non tutti i critici sono d’accordo sulla identificazione dei Santi in quanto in quello di destra anziché San Ciriaco taluno vorrebbe vedere Santo Stefano.
Prof. Gabriele Nepi
Musei Sistini nel Piceno, Museo Vescovile di Ripatransone (manortiz)
The Sistine Museums of the Piceno
Museo Vescovile di Ripatransone
Eretta a Diocesi nel 1571, Ripatransone è stata sede vescovile fino a tempi recenti: questa alta dignità ha reso la cittadina un centro ricco di arte e di storia. Il museo è allestito presso l'antica chiesa di Santa Caterina d'Alessandria(...). Tra le opere presenti nella chiesa spiccano un elegante affresco del 1427, proveniente dalla chiesa ripana di Santa Maria della Petrella, raffigurante la Madonna con Bambino tra i santi Pietro e Paolo, dovuto al Maestro di Loreto Aprutino; un affresco raffigurante la Madonna del Soccorso attribuita a Vincenzo Pagani (sec. XVI), un'imponente pala d'altare di Giovan Battista Ragazzini (fine sec. XVI), posta nel lato destro del presbiterio. Degni di particolare menzione sono anche i frammenti di un altare in terracotta invetriata (1531-1532), opera del fiorentino fra Mattia della Robbia, già eretto nell'antica cattedrale di San Benigno e le tavole con i Misteri del Rosario, assegnate tradizionalmente al ripano Ascanio Condivi, discepolo e primo biografo di Michelangelo. Dalla chiesa dei Cappuccini proviene invece la maestosa e scenografica Adorazione della Croce, di recente restituita al pittore baroccesco Girolamo Cialdieri di Urbino (secolo XVII). Al centro della navata troneggia il Banco dei Magistrati, opera in legno scolpito realizzata dall'intagliatore Desiderio Bonfini di Patrignone. Nei locali del vecchio convento si ammirano oggetti di uso liturgico, paramenti e sculture lignee provenienti dalla cattedrale e da altre chiese cittadine. Notevole fra tutte il gruppo di Santa Maria Maddalena sollevata dagli angeli, proveniente dalla chiesa suburbana dei Frati Minori Osservanti, dalla quale fu rimossa agli inizi dell'Ottocento. È opera di singolare fascino, uscita verosimilmente nella seconda metà del secolo XV dalla bottega di artisti dell'Italia nord-orientale. La santa vi è raffigurata in piedi a mani giunte, ricoperta da una ricchissima capigliatura dorata che le scende fino alle caviglie. La finezza dell'intaglio e la cura affidata alle parti dipinte, nonché la singolare iconografia, più frequente in opere pittoriche che in opere di scultura, ne fanno un lavoro di rara bellezza. Notevole per la luce ed il colore il dipinto Simone de Magistris (Caldarola 1538-1581ca) raffigurante la Madonna con il Bambino e i santi Pietro, Giovanni Battista, Rocco e Antonio da Padova (olio su tela di ,1579)
Founded in 1571, the Diocese of Ripatransone was the Episcopal seat until recently. This high honor made the city a rich art and history center. The museum is located at the ancient church of Saint Catherine of Alexandria (...) Among the works present in the church is an elegant fresco from 1427 originating from the Ripan church Santa Maria della Petrella depicting the Madonna with Child among saints Peter and Paul, attributed to the Maestro of Loreto Aprutino. Moreover, there is a fresco depicting the Madonna del Soccorso attributed to Vincenzo Pagani (XVI century), and an imposing altarpiece by Giovan Battista Ragazzini (late XVI century) placed on the right side of the presbytery. Worthy of particular mention are also the fragments of an altar in terracotta in glass (1531-1532), a work by the Florentine brother Mattia della Robbia, that had been erected in the ancient cathedral of San Benigno, and tables with the Mysteries of the Rosary, traditionally assigned to the Ripan Ascanio Condivi, disciple and first biographer of Michelangelo.
From the church of the Capuchins comes the majestic and scenographic Adoration of the Cross, recently restored by the painter from the Barocci school Girolamo Cialdieri of Urbino (XVII century). At the center of the nave towers the Banco dei Magistrati, a work done in sculpted wood created by the carver Desiderio Bonfini of Patrignone. In the areas of the old convent there are liturgical objects, vestments and wooden sculptures originating from the cathedral and from other city churches. Noteworthy among the group is the Saint Mary Magdalene raised up by angels originating from the suburban church of the Frati Minori Osservanti whence it was removed at the beginning of the nineteenth century.
The work is uniquely fascinating, having been produced during the second half of the XV century by a workshop of northeastern Italian artists. The saint is depicted standing with hands joined, covered by a very rich head of golden hair that falls down to her ankles. The fineness of the carving and the care taken in the painted parts, as well as the unique iconography, more frequent in paintings than in sculptures, make this work a rare beauty.
From
List of Catholic saints | Wikipedia audio article
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List of Catholic saints
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SUMMARY
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This is an incomplete list of people and angels whom the Catholic Church has canonized as saints. According to Catholic theology, all saints enjoy the beatific vision; it is impossible therefore for any list to enumerate them all. Many of the saints listed here are to be found in the General Roman Calendar, while others may also be found in the Roman Martyrology; still others are particular to local places and their recognition does not extend to the larger worldwide church.
Candidates go through the following steps on the way to being declared saints.
Saints acknowledged by the Eastern Orthodox and other churches are listed in Category:Christian saints by century and/or Category:Christian saints by nationality.
This list of Catholic saints is ordered chronologically by date of death.