IL RISTORANTE ALLA VECCHIA MACINA DI PELLIZZANO: TERRA E ANIMA DI MONTAGNA
Il Ristorante Alla Vecchia Macina è incastonato nel meraviglioso paesaggio della Val di Sole, a poca distanza dal corso del fiume Noce e all’ombra della catena montuosa di Ortles-Cevedale a Nord, del Brenta a Sud e dell’Adamello-Presanella a ovest.
Il menu è il frutto di questa particolare collocazione e propone una serie di piatti della cucina tipica trentina.
I punti di forza del ristorante sono l’ospitalità, l’attenzione alle richieste dei clienti, la selezione degli ingredienti, la preparazione quotidiana dei piatti, la riproduzione delle ricette della tradizione trentina locale, gli abbinamenti di sapori, la cura artistica degli impiattamenti e l’atmosfera raccolta del locale.
I vecchi sassi, le pareti d'abete, il pavimento in larice riportano i clienti indietro nel tempo e conferiscono all'ambiente un'atmosfera calda e accogliente; atmosfera che avvolge l'ospite e lo predispone a ritagliarsi, ogni volta, un piacevole momento da dedicare ai cinque sensi.
Il ristorante alla Vecchia macina di Claiano, dove ci accolgono Michele e Prisca Zanella, è il locale giusto dove incontrare sia le ricette della tradizione che i prodotti del territorio.
Info e prenotazioni:
vecchiamacinapellizzano.com
Per prenotare un tavolo e concedersi un buon piatto, basta chiamare i numeri di telefono 0463 751954 e 347 6738226 o inviare una mail all’indirizzo di posta allavecchiamacina@gmail.com.
Il ristorante è in località Claiano, 13 in frazione Termenago a Pellizzano, in provincia di Trento.
Napoli, la violenza del branco - Unomattina Estate 14/08/2019
Napoli, in pieno centro, nella notte tra domenica e lunedì, due cittadini del Bangladesh sono stati aggrediti a sassate da un gruppo di giovani. Una delle vittime, Kalak Roton, colpito al volto ha subito un intervento chirurgico. In studio per commentare quanto accaduto, la psicologa Loredana Petrone. Interviene in collegamento dalla sede Rai di Napoli Leandro del Gaudio, cronista di giudiziaria del Mattino che ha seguito la vicenda.
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Ristorante la Piana a Carate Brianza - Rassegna gastronomica Colori e Sapori di Monza e Brianza
Martedì 3 dicembre la rassegna gastronomica Colori e Sapori di Monza e Brianza ha fatto tappa al ristorante La Piana di Carate Brianza. Al termine della cena si sono esibiti gli Amis de l'osteria.
Code sul ponte Paladini, automobilisti inferociti. Silent disco e maxischermo in via Emilia
Grandine 13 Giugno 2012 Castagnola Ferriere
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Alluvione nel piacentino, il M5S chiede apertura inchiesta
Baita/Chalet/Trullo in Vendita da Privato - Zona Prati Di Tivo, Pietracamela
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Descrizione annuncio:
Da Privato. Tipico chalet montano sito nella rinomata località sciistica e di villeggiatura di Prati di Tivo, arredato e disposto su due piani, con due camere matrimoniali più servizi al piano superiore, e soggiorno con cucina abitabile più salotto provvisto di divano-letto e camino a quello inferiore. L’abitazione, di circa 100 mq, è inoltre provvista di riscaldamento autonomo, e dispone di due ripostigli interni e una legnaia-ripostiglio coperta all’esterno. Può essere anche utilizzata a scopo di investimento come casa vacanze, dato che a meno di un km di distanza sorgono gli impianti sciistici e il piazzale dei Prati, provvisto di ogni comodità (minimarket, negozi, ristoranti, bar, noleggio sci e attrezzatura per sport montani...). L’immobile che proponiamo costituisce dunque una soluzione ideale per tutti gli amanti della montagna e delle innumerevoli attività ivi possibili (sci, snowboarding, escursioni, trekking, caccia, birdwatching, orienteering, mountain biking, free-climbing...) sia per adulti sia per tutta la famiglia. Prati di Tivo è inoltre parte del comune di Pietracamela (TE), che grazie al suo patrimonio storico-architettonico e alle sue meraviglie paesaggistiche è uno dei pochi in Abruzzo ad essere stato incluso nella rinomata classifica dei “borghi più belli d’Italia”, tant’è che il borgo si trova interamente all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga. Risulta altresì ben collegata con le città di Teramo, Rieti e L’Aquila.
Classe energetica G
eugenio
Tel. 3779005413
Spazzatour, turisti delle discariche con il M5S
Doveva essere lo Spazzatour del M5s, un viaggio denuncia dei parlamentari grillini nella terra dei fuochi, in realtà mancavano solo gli ombrellini per i turisti e il pranzo al sacco per fare una scampagnata come la buona tradizione vuole.
video di Francesca Saccenti
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Lá le Gobnait: ón Ortezzano go Baile Bhuirne le Dionysus Massari agus an Méara Giusy
Santa Gobnait, detta anche Santa Abigail o Deborah, è una santa irlandese (poco conosciuta fuori dall’isola) patrona degli apicoltori.
La leggenda parla di una certa Gobnet che lasciò la sua contea per seguire una visione. Un angelo le era infatti apparso e le aveva detto di cercare il luogo dovepascolavano nove cervi bianchi, perché quello sarebbe stato il luogo della suaresurrezione. Gobnet lo trovò vicino all’attuale Ballyvourney, in quella che è attualmente un’area di lingua gaelica dell’Irlanda. Baile Bhuirne (il nome gaelico di Ballyvourney) significa infatti “la città della beneamata”, forse in onore della Santa.
Gobnet fondò nel cuore di un bosco una comunità religiosa di monache, compiendo miracoli, scacciando gli invasori con i suoi sciami di api, utilizzando un globo dotato di poteri curativi, aprendo un pozzo di guarigione lì vicino e infine venendo sepolta nel suo stesso santuario. Il collegamento tra guarigione e api potrebbe essere legato a medicamenti e cure basate anche sull’uso del miele. Attorno al santuario vengono compiuti dai devoti ancora oggi dei percorsi sacri, che girano in senso orario attorno alla vecchia chiesa, alla tomba della santa, alla statua e alla pozza sacra, secondo un rituale addirittura precristiano. Se fosse una divinità da gioco di ruolo, Santa Gobnait sarebbe una forza Caotica e Buona, che può offrire ai propri seguaci i domini di Guarigione, Bene e Parassiti.
1 – L’Arrivo a Ballyvourney
Una corriera con una decina di viaggiatori mezzo addormentati percorre le strade di provincia dell’Irlanda Occidentale. Alle prime ore del mattino la nebbia è abbastanza fitta e non si vede molto del paesaggio circostante.
Entriamo in un’area di prevalente lingua Gaeilge, il gaelico irlandese. Queste ultime isole linguistiche sono dette Gaeltacht, un termine gaelico che identifica i luoghi dove il gaeilge viene ancora parlato come lingua corrente al posto dell’inglese.
La corriera ci lascia di fronte a una locanda, uno dei pochissimi edifici lungo la strada di questa località. Non c’è villaggio o almeno non ce n’è traccia. C’è solo la locanda, la fermata della corriera e una bottega dall’altro lato della strada. Entriamo e cerchiamo di fare colazione. Troppo presto, ci dicono, la taverna aprirà verso mezzogiorno.
Poche automobili, nessun passante.
Attraversiamo un ponte di pietra sul fiume Sullane, ci lasciamo la strada alle spalle e ci inoltriamo lungo la collina, su sentieri più o meno agevoli.
2 – Il Bosco Sacro
Il Bosco di Santa Gobnait è un luogo freddo e brumoso. Muschi verdi avvolgono i tronchi di querce, noccioli e betulle. Agrifogli e altri radi cespugli spuntano qua e là. Diverse sorgenti e torrentelli appaiono ai lati delle piste. Non ci sono insidie in questo boschetto ed è abbastanza facile orientarsi, arrivando in cima alla collina in un’ora circa.
3 – I dintorni del Santuario
Attorno al Santuario ci sono diverse cose interessanti, visibili da chi percorre il sentiero delle colline e si addentra nei campi e nelle brughiere. C’è un forte ad anello che doveva costituire il villaggio di riferimento quando Gobnet arrivò sul posto e alcune pietre rituali erette, ci sono boschetti e torbiere, diverse fattorie e carbonaie ancora in uso.
4 – Il Santuario
Allo stato attuale l’area sacra di Santa Gobnait è occupata in massima parte da uncimitero. La maggior parte delle tombe sono contemporanee o ottocentesche, ma vi sono anche sepolture più antiche (a cista litica) e perfino la Tomba della Santa, che dovrebbe risalire a tredici secoli fa. L’oratorio costruito da Gobnait è ancora in piedi e discretamente conservato e in un muro è incastrato il Globo. Altre nicchie nelle mura ospitano alcove con ex-voto e icone sacre. Una capanna preistorica si trova nelle immediate vicinanze e così una fonte benedetta e unpozzo sacro.
Il Santuario è meno abbandonato di quello che credevamo e, anche se in rovina, è curato e sorvegliato.