Le campane di Abbiategrasso (MI) - Basilica di Santa Maria Nuova
Abbiategrasso (MI)
Basilica Romana Minore di Santa Maria Nuova
Concerto di 6 campane in Reb3
Roberto Mazzola - Valduggia 1975
Concerto solenne delle 5 campane maggiori per la S.Messa festiva. Ore 9:45
Mi scuso per il video un pò sgranato.
Percorso Abbiategrasso - 6. Santa Maria Nuova
Campane di Abbiategrasso (MI), Basilica di S. Maria Nuova
Abbiategrasso (MI)
Basilica di Santa Maria Nuova
Concerto di 6 campane in REb3 + 1 campana (SOL4)
Concerto solenne e distesa della campana dell'oratorio dell'Addolorata
La basilica di Santa Maria Nuova, venne realizzata tra il XIV e il XV secolo, seguendo i dettami dello stile gotico lombardo. La costruzione fu fortemente voluta dalla Confraternita di Santa Maria della Misericordia, che già a partire dal 1365 poteva già riunirsi all'interno dell'edificio. La nuova chiesa, approvata dall'arcivescovo, fu subito dedicata alla Beata Vergine Maria della Misericordia. Nel 1388, a seguito della nascita nel castello di Abbiategrasso di Gian Maria Visconti, primogenito di Gian Galeazzo e Caterina Visconti, la dedicazione della chiesa toccò a Maria Nascente. Le navate in cotto terminavano con il presbiterio e due cappelle laterali, dedicate ai santi Antonio e Caterina. La torre campanaria della chiesa principale di Abbiategrasso, venne edificata intorno alla fine del XIV secolo, seguendo i canoni dello stile gotico, grazie alla sua edificazione in mattoni a vista e il suo coronamento con una cuspide conica. Nel 1436 venne acquistata una casa antistante la chiesa, al fine di demolirla e ottenere così lo spazio per edificare un quadriportico, che delimitasse il cimitero della chiesa. Il quadriportico, completato nella seconda metà del Quattrocento, venne realizzato seguendo una forma irregolare per rispettare il tracciato delle vie limitrofe. Nel corso del secolo successivo, gli abbiatensi accolsero favorevolmente la proposta di abbellire la chiesa di Santa Maria Nuova, sotto la spinta di san Carlo Borromeo, il quale l'aveva elevata a dignità prepositurale nel 1570. Nel 1577, con l’apertura delle porte laterali in facciata e l’ampliamento della porta maggiore, era cominciato un progetto di adeguamento della chiesa, il cui pronao fu ultimato alla fine del 1601 e benedetto nel 1604 dal cardinale Federico Borromeo. Dalle varie visite pastorali, si riesce a intuire che nel corso del XVIII secolo erano presenti cinque campane sulla sommità della torre. Nel corso di alcune opere di ampliamento della chiesa, nel 1734 venne costruito un ossario ai piedi del campanile. Le cinque campane antiche vennero sostituite nel corso del 1769, grazie a un'importante opera fusoria dei fratelli Bonavilla. Qualche anno dopo (1794) il campanile venne munito di un orologio per scandire gli istanti di vita degli abbiatensi. Il campanile venne accuratamente restaurato nel corso del XIX secolo, qualche anno dopo il passaggio dei soldati di Napoleone, che bivaccarono all'interno del quadriportico danneggiando alcune opere architettoniche fatte risalire al Bramante. Nel 1818 la chiesa sostituì il vecchio altare maggiore con uno nuovo, realizzato in in stile neoclassico. Nel frattempo le cappelle laterali vennero abbellite con alcuni elementi provenienti del monastero soppresso dell’Annunciata e dalle decorazioni di Giovanni e Antonio Brighenti. Il rimaneggiamento che diede l’impronta definitiva alla basilica, risale al 1868, anno in cui la volta centrale venne parzialmente rifatta, inserendo il rivestimento delle colonne in finto marmo e intonacando alcune cappelle. Per il giubileo e i festeggiamenti dell'Anno Santo 1975 la basilica decise di rifondere le vecchie sei campane in altrettante nuove; la fusione venne affidata alla ditta Mazzola, che gettò il nuovo concerto mantenendo la medesima tonalità delle vecchie campane. All'interno del complesso basilicale di Santa Maria Nuova è presente un'altra piccola campana, che annuncia le funzioni all'interno dell'oratorio dedicato alla Madonna Addolorata. La torretta e la campana montata su di essa risalgono all'ampliamento della piccola chiesetta, avvenuto tra il 1740 e il 1747. All'interno della basilica, sono custodite opere di inestimabile valore, tra le quali spiccano lo Sposalizio della Vergine e il Transito di san Giuseppe, entrambe opera del Fiammenghino, e un quadro del Cerano raffigurante la Madonna che porge il cordone a san Francesco, tra santi, angeli e il pontefice.
Nota, fonderia e anno di fusione
SOL fonditore da verificare (oratorio dell'Addolorata)
SIb Roberto Mazzola, Valduggia 1975
LAb Roberto Mazzola, Valduggia 1975
SOLb Roberto Mazzola, Valduggia 1975
FA Roberto Mazzola, Valduggia 1975
MIb Roberto Mazzola, Valduggia 1975
REb Roberto Mazzola, Valduggia 1975
Un sentito ringraziamento al sacrestano Luigi per la disponibilità.
Chiesa di Santa Maria Nuova
Castello Visconteo di Abbiategrasso
Fortezza difensiva e residenza nobiliare, il castello di Abbiategrasso porta i segni di un passato in cui i tempi delle guerre e delle devastazioni si sono alternati ai tempi della vita, dell'arte e della caccia. I segni che ci raccontano la storia del castello ci raccontano anche le storie, straordinarie e tragiche, di coloro che ci hanno vissuto.
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Giuseppe (Bepi) de Marzi
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COROTRECIME
diretto da Luca Perreca
All'organo il Maestro BEPI DE MARZI
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ANNUNCIATA di ABBIATEGRASSO
AUDIO-VIDEO-GUIDA Convento dell'Annunciata di Abbiategrasso
photo Maurizio Bianchi
ABBIATEGRASSO, MILANO, ITALY (2 of 2)
Abbiategrasso, provincia di Milano, Lombardia, Italia. La zona dell'Abbiatense come tutta l'Italia nord-occidentale fu abitata fin dall'Età del bronzo da tribù liguri, celtiche, o celto-liguri quali gli Insubri, cui si sovrapposero a partire dal IV secolo a.C. le popolazioni galliche provenienti da oltralpe. Un forte impulso alla crescita giunse però solo in epoca romana, come testimoniano i ritrovamenti avvenuti nelle cascine del territorio, a dimostrazione dello stanziamento di nuclei agricoli. Gran parte di questi antichi insediamenti sorgevano sulla via mercantile (Strada Mercatorum) che scorreva parallela al fiume Ticino. L'economia era quindi basata principalmente sull'agricoltura con la coltivazione di cereali, la produzione di vino e olio e l'allevamento di bestiame. Di origine romana è anche parte del nome stesso di Abbiategrasso: deriva dal gentilizio della gens Avia o Abia. Con l'aggiunta dell'epiteto grasso nel X secolo, il nome completo viene ad indicare che il villaggio sorgeva nel territorio denominato valle grassa. In un antico documento (testamento dell'arcivescovo Ariberto da Intimiano, 1034) per la prima volta è riportato il nome Habiate qui dicitur Grassu,s che si è poi trasformato nell'attuale Abbiategrasso. Alla caduta dell'Impero Romano d'Occidente il territorio subisce le invasioni barbariche, fino allo stanziamento dei Longobardi. Nel 1044 Abbiategrasso diventa possedimento dell'arcivescovo di Milano, che fece costruire un avamposto difensivo contro gli Ungari, distrutto nel 1162 nella calata in Italia di Federico Barbarossa. Negli anni successivi il borgo si svilupp, non più solamente intorno alla chiesa di San Pietro, ma anche più verso sud, dove nei pressi dell'attuale chiesa di Santa Maria Vecchia sorgeva un piccolo castello. Quest'ultimo abitato diventa il principale centro di riferimento, mentre il borgo più antico continua a svilupparsi con una certa autonomia ravvisabile geograficamente tutt'oggi. Nel 1277 Abbiategrasso diviene parte del Ducato di Milano, governato prima dai Visconti (che proprio qui costruirono un proprio castello) e poi dagli Sforza. Risale a questo periodo (1377) lo stemma cittadino, quando il borgo ottenne il potere giudiziario. Con la morte di Francesco II Sforza il Ducato di Milano passa sotto l'influenza e l'occupazione spagnola, che fece prima raffozare le mura e poi demolire il castello di Abbiategrasso. La demolizione non fu poi effettuata in totale ma solo in parte: venne ridotto a semplice casa nobiliare, per poi tornare di uso pubblico a metà dell'Ottocento. Nel 1707 passa sotto il controllo austriaco, dove resta fino al 1859, dopo un'intesa attività risorgimentale. Con il passaggio al Regno d'Italia Abbiategrasso si sviluppa anche dal punto di vista industriale e la sua crescita viene assecondata con l'edificazione di un ospedale nel 1882, un cimitero imponente e nuove scuole. Abbiategrasso diventa capoluogo di un circondario della provincia di Milano. Nel 1869 venne aggregato il soppresso comune di Castelletto Mendosio. Nel 1870 fu aperta la linea ferroviaria Milano-Mortara, che causò il declino del trasporto fluviale sul Naviglio. Ad Abbiategrasso fu costruita una stazione ferroviaria. Il 31 marzo 1932 Abbiategrasso fu insignita del titolo di città.
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