SAN GIOVANNI VALDARNO Palazzo d'Arnolfo, Basilica di S. Maria delle Grazie, Chiesa di S. Lorenzo
La città di San Giovanni Valdarno è uno dei maggiori centri del Valdarno sviluppatosi lungo la strada di grande comunicazione Arezzo-Firenze. Quì, il 21 dicembre 1401 nacque Masaccio, l'artista innovatore della pittura rinascimentale. In Corso Italia è possibile visitare, in occasione di esposizioni, la sua casa natale.
Cuore del centro storico è piazza Masaccio con il Palazzo Pretorio progettato, secondo il Vasari, da Arnolfo di Cambio. Le fanno da contorno notevoli edifici: la quattrocentesca Basilica di Santa Maria delle Grazie ed il Museo che conserva una ricca collezione pittorica e una bellissima Annunciazione del Beato Angelico; la Chiesa di San Lorenzo del XIV secolo con pareti adorne di affreschi del '400
San Giovanni Valdarno
San Giovanni fu fondata dal governo fiorentino nel 1299. Inizialmente chiamata San Giovanni in Altura, presenta una struttura urbanistica, tipica delle Terre Nuove fiorentine, attribuita alla mano di Arnolfo di Cambio. La struttura del centro è organizzata intorno a una grande piazza, sede del potere politico, posta all'incrocio dei due assi principali, perpendicolari tra loro, dai quali si dipartono le strade secondarie.
Basilica di Santa Maria delle Grazie
La Basilica di Santa Maria delle Grazie, il più importante santuario mariano della Diocesi di Fiesole, è nato intorno a una raffigurazione trecentesca della Madonna. L'altare maggiore racchiude l'affresco che narra il miracolo di Monna Tancia verificatosi durante l'epidemia di peste che aveva colpito il Valdarno nel 1479. La chiesa durante i secoli ha subito ampliamenti, nuovi cicli decorativi e restauri come l'odierna facciata risalente alla seconda metà dell'Ottocento. Delle varie fasi stilistiche ne sono testimonianza la lunetta di terracotta invetriata di Giovanni della Robbia e altre due lunette di Giovanni Mannozzi detto Giovanni da San Giovanni, con l'Annunciazione e lo Sposalizio della Vergine, poste all'entrate della Basilica, salendo le scale.
Museo della Basilica
Il Museo della Basilica fu istituito nel 1864 per raccogliere i più prestigiosi dipinti provenienti dalle chiese della città. Adiacente alla Basilica di S. Maria delle Grazie, il museo si affaccia sulla centralissima piazza Masaccio, alle spalle dell'imponente Palazzo d'Arnolfo.
Fulcro di tutto il museo è la splendida Annunciazione del Beato Angelico, una delle tre conservate al mondo. Di pregio anche opere del Quattrocento fiorentino tra le quali spiccano i dipinti Giovanni di Ser Giovanni detto lo Scheggia, fratello di Masaccio e opere del primo Seicento di Giovanni Mannozzi detto Giovanni da San Giovanni, che qui ha i natali.
Casa Masaccio
Il Museo Casa Masaccio ha sede nella casa natia del pittore che ha rivoluzionato la pittura introducendo il nuovo stilemi rinascimentali. Oggi è uno spazio aperto alla creatività giovanile, con l'intento di valorizzare le esperienze artistiche e diffondere la conoscenza e la sperimentazione dei nuovi linguaggi. E' sede della Collezione Comunale d'Arte Moderna e Contemporanea che comprende, oltre alle opere acquistate o donate in occasione del Premio Masaccio, testimonianze dell'attività espositiva dal 1980 a oggi. Promuove, insieme all'Archivio Produzione Giovanile, occasioni di confronto e di sviluppo con i giovani artisti del Valdarno, attraverso la realizzazione di laboratori, workshop, mostre, concerti e cantieri della creatività
Palazzo Arnolfo
Nel 1299 al centro della città fu costruita l'imponente mole del Palazzo d'Arnolfo, secondo quanto scrive il Vasari nelle Vite de'più eccellenti pittori scultori e architettori, su progetto di Arnolfo di Cambio al quale sarebbe stato affidato il compito di progettare sia l'impianto urbanistico innovativo della Terra Nuova, sia il suo palazzo principale: il Palazzo Pretorio, fulcro del nuovo insediamento. Sulle pareti sono conservati gli stemmi dei podestà che si sono succeduti al governo della città, tra cui alcuni in terracotta invetriata attribuiti a Luca, Andrea e Giovanni Della Robbia, a Benedetto e Santi Buglioni. L'edificio sarà sede del Museo delle Terre Nuove Toscane. Dedicato alla narrazione del loro fenomeno, esporrà i materiali con i quali le Terre Nuove si raccontano: reperti, documenti di archivio, ma soprattutto fotografie.
Quiete, Invenzione e inquietudine
Il Comune di San Giovanni Valdarno e il Museo della Basilica di Santa Maria delle Grazie presentano, nell'ambito delle iniziative per il SEICENTO IN VALDARNO la mostra Quiete, Invenzione e Inquietudine. Il Seicento fiorentino intorno a Giovanni da San Giovanni.
SAN GIOVANNI VALDARNO (TOSCANA, ITALY)
Domenica 30 dicembre 2012: vedute del Palazzo di Arnolfo e del centro storico.
S.Giovanni Valdarno, luogo di nascita dei pittori Masaccio e Giovanni da S.Giovanni, comune di 17141 abitanti, provincia di Arezzo, Valdarno, Toscana, Italia. Come indica il suo nome si trova nella valle del fiume Arno. All'origine (1296) si chiamava Castel S.Giovanni e venne edificato per conto di Firenze sui progetti che l'architetto Arnolfo di Cambio elaborò per realizzare gli avamposti del governo centrale, le terre nuove fiorentine (non vi è però la certezza della diretta partecipazione dell'urbanista ai lavori). La struttura del centro storico richiama l'organizzazione della città romana con la grande piazza centrale dalla quale si dipartono i due assi principali perpendicolari tra loro dai quali nascono le strade secondarie. Tra la fine del XIII ed il XIV secolo l'area del comune, anche oggi denominata Valdarno Superiore, non era ancora inserita in modo stabile nell'ambito del contado di Firenze. A questo scopo il capoluogo fiorentino decise di consolidare il controllo dell'intera area dell'Arno attraverso un complesso sistema di presidi militari. I centri abitati già esistenti vennero difesi con la creazione di cinte murarie come nella vicina Montevarchi, mentre al tempo stesso vennero fondate tre nuove città prontamente munite di difese murarie. La fondazione dei comuni di S.Giovanni e Castelfranco di Sopra risale infatti al 1296, secondo lo storico Giovanni Villani, mentre una provvisione del 26 gennaio 1299 prevedeva la costruzione della terza città, Terranuova Bracciolini, che venne popolata soprattutto grazie alla vicina città di Castel S.Giovanni. I coloni vennero incentivati attraverso notevoli sgravi fiscali, ma sebbene Firenze stessa si fosse accollata la parte economica di queste nuove costruzioni, a loro spettava sempre la manodopera manuale e l'edificazione delle nuove abitazioni. I tre paesi dovevano essere prevalentemente agricoli e come tale venne stabilito che nessun nobile potesse risiedervi stabilmente, ma potesse mantenervi dei possedimenti terrieri, o edilizi. Firenze lamentò in quest'epoca una certa lentezza nell'esecuzione di questi lavori di edificazione e fortificazione, che esponeva l'intera area ad attacchi sempre più frequenti, soprattutto ad opera dei pisani e della vicina Arezzo. Già nel 1352 un rapporto locale indicava come le mura risultassero in pessime condizioni e come tra il 1356 ed il 1363 la cinta muraria venne ristrutturata e rafforzata portando a ventiquattro il numero delle torri difensive. Dopo la conquista di Arezzo lo stato fiorentino dovette poi scontrarsi con la politica espansionistica dei Visconti di Milano, che miravano ad impadronirsi delle terre dell'Emilia e della Toscana. Questo fece sì che il paese di S.Giovanni mantenesse la propria funzione di presidio militare di rilievo.
Palazzo d'Arnolfo, sarà l'anno del Museo
L'inaugurazione forse a primavera 2012
Servizio di Valdarno Channel
Angelus festivo delle campane della chiesa di Santa Maria delle Grazie, Mercato San Severino (SA).
Descrizione a breve.
Festa della Madonna delle Grazie - San Giovanni di Gerace (RC) - 2016 - 5/7
Rientro della Madonna nel Santuario.
Sangiovanni Valdarno: apre il Museo delle Terre Nuove
Il trecentesco Palazzo di Arnolfo a San Giovanni Valdarno si trasforma in museo ospitando il Museo delle Terre Nuove il primo museo dedicato al fenomeno della fondazione dei nuovi centri abitati nel Tardo Medioevo, le Terre Nuove, un fenomeno che interessò gran parte dell' Europa e segnò la sua rinascita, dopo i secoli bui.
Terranuova Bracciolini
L'antica Castel Santa Maria, fondata nel 1337, fu l'ultima delle Terre Nuove costruite dalla Repubblica di Firenze nel Valdarno, fu poi gravemente danneggiata durante la Seconda Guerra Mondiale, ma il nucleo più antico conserva l'impianto originario ortogonale, delimitato da una cinta muraria ancora a tratti evidente, mentre delle porte-torri resta solo il piedritto della Porta San Niccolò, situata a nord.
Chiesa di santa Maria
Sulla grande piazza centrale venne edificata la chiesa dedicata alla Natività della Vergine, poi radicalmente modificata tra il Seicento e il Settecento.
All'interno, possiamo osservare molte opere seicentesche ma tra tutte spicca, nella canonica, la Samaritana al Pozzo del montevarchino Giovanni Martinelli, ricca di riferimenti caravaggeschi.
Palazzo Concini
Palazzo Concini era proprietà della omonima famiglia nobile dei Conti della Penna.
Fu Bartolomeo di Giovanbattista, nato nel 1507 e segretario di Cosimo I de' Medici, a volere edificare il palazzo di famiglia.
Il palazzo oggi è di proprietà del comune e i suoi spazi ospitano un ricco calendario di attività espositive e culturali.
I Castelli
Le frazioni di Terranuova Bracciolini, Penna, Cicogna, Tasso, Campogialli, Persignano, Le Ville, Castiglion Ubertini sono le vestigia di antichi castelli appartenuti alla famiglia comitale dei Conti Guidi e ai loro feudatari, Pazzi e Ubertini.
Il piccolo e suggestivo borgo di Piantravigne ha la particolarità di essere inserito in un ambiente naturale di notevole suggestione, affacciandosi sullo straordinario scenario delle balze, che come un anfiteatro naturale, rende il paesaggio decisamente fiabesco.
In un ambiente campestre quasi incontaminato troviamo la Traiana, resa famosa oggi dal ritrovamento di un bellissima e struggente tela dell'Annunciazione di Giovanni Martinelli, che dopo il restauro tornerà nella piccola chiesa parrocchiale per offrirsi ai fedeli e ai visitatori.
All'antico castello di Montemarciano, riedificato nel Trecento come una terra murata, si accede ancora oggi tramite la medievale Porta Campana opposta alla porta detta Arco Etrusco, dalla quale si scende per la strada delle Cave.
Dall'altra parte, invece, inserendoci nella strada Setteponti incontriamo l'Oratorio della Madonna delle Grazie, riconoscibile dal bel porticato seicentesco e al cui interno sono conservate notevoli opere pittoriche rinascimentali e seicentesche.
San Giovanni Ciak: Premio Masaccio
Parte della Collezione Comunale di Arte Contemporanea di San Giovanni Valdarno proviene dalle sei edizioni del Premio Masaccio (1958-1968), un premio di pittura estemporanea che viene istituito sul finire degli anni '50 sulla spinta del fervore culturale lanciato dalla ricostruzione. Il premio si svolge dal 23 al 25 giugno, a cavallo dei festeggiamenti di San Giovanni Battista, patrono della città, con una cadenza biennale. Grazie ai cinque consistenti premi-acquisto per un totale di un milione di lire, oltre Medaglia d’Oro del Presidente della Repubblica, del Presidente del Senato e del Presidente della Camera dei Deputati conferita ai primi tre classificati, varca per notorietà i confini toscani arrivando nell'edizione del 1966 a 250 partecipanti. A testimonianza delle prime cinque edizioni rimangono in collezione opere che descrivono il paesaggio del Valdarno e la sua evoluzione, indagando quindi la sua vocazione mineraria e industriale, mentre dal punto di vista stilistico si manifestano un adattamento al realismo: da sensibilità post- impressioniste a quelle più materiche con tendenze informali.
In giuria si alternano i nomi di Ernesto Treccani, Carlo Levi, Francesco Menzio, Mario Novi, Antonello Trombadori, Mario Valsecchi, Duilio Morosini. Mentre tra i partecipanti si ricordano nel 1960 Enzo Faraoni e Fernando Farulli; nel 1962 Aldo Turchiaro, Giangiacomo Spadari e Piero Plescan, nel 1964 Piero Leddi e Walter Fusi; nel 1966 Sergio Scatizzi, Sirio Midollini.
Pievi Romaniche della Toscana
Abbiamo realizzato questo video per festeggiare tutti coloro che dall'aprile del 2013 ci seguono con affetto e che ormai sono diventati tantissimi tanto da raggiungere un numero mai sperato...10.000!!!
Non ce ne vogliono ..tutte le pievi o chiese mancanti che sono comunque nel nostro cuore. GRAZIE!
Non Potho Reposare suonata da Paolo Fresu: trumpet
Jan Lungdren: piano
Lars Daniellson: bass
Clarence Penn: drums
Millenario San Miniato al Monte-Firenze: restaurate le porte della Basilica
“Haec est porta coeli”, questa è la Porta del Cielo, è scritto da mille anni sulla soglia della Porta Santa di San Miniato, una scritta che rivela cosa debba significare San Miniato al Monte per la città che si distende sotto di sé.
La Porta Santa corrisponde, nell’impianto romanico, al luogo di sepoltura del protomartire armeno Miniato e dei suoi compagni (uccisi durante le persecuzioni di Decio alla metà del terzo secolo) ed è stata restaurata, insieme alle altre due porte della basilica, grazie ai club Rotary e in occasione del Millenario di San Miniato.
Il restauro delle tre porte della Basilica è stato presentato lo scorso 20 aprile, in un evento, primo degli appuntamenti del ricco programma che per un anno celebrerà il Millenario di San Miniato.
L’impegno per il restauro è dovuto ad alcuni club Rotary: Firenze Valdisieve; Fiesole; Figline e Incisa Valdarno; Firenze Est; Firenze Granducato; Firenze Lorenzo il Magnifico; San Casciano-Chianti; Scandicci.
A collaborare con la Soprintendenza per la cura del restauro è stato l’architetto Neri Andreoli del Rotary Club Firenze Valdisieveche ha compiuto un’opera di ricerca storica, tecnica e strutturale e ad eseguire il lavoro è stata la Ditta Monti Enrico.
“Un intervento svolto con dedizione degna di questo luogo magico: basti ricordare che alcune delle chiodature delle porte che nel tempo erano andate smarrite sono state forgiate di nuovo a mano”, ha raccontato Riccardo Berti, presidente del Club Rotary Valdisieve, che si è fatto promotore dell’intervento di restauro presso gli altri club.
“Volevamo contribuire con un piccolo e concreto segno alla ricorrenza, così importante e unica, del Millenario di San Miniato – ha spiegato Berti – è stato durante un colloquio con l’abate Bernardo che si è concretizzata l’idea di restaurare le porte della Basilica. Padre Bernardo aveva proposto la sola Porta Santa, ma noi ci siamo impegnati a restaurarle tutte e tre. Abbiamo ricevuto l’entusiastica adesione, la collaborazione e il supporto di altri Club della zona, senza i quali non avremmo potuto portare avanti questo splendido progetto”.
Montaggio di Franco Mariani.
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Cattedrale - Duomo di San Lorenzo ( Viterbo )Nikon D5100
La Cattedrale di San Lorenzo fa parte del polo monumentale del Colle del Duomo di Viterbo. Venne eretta alla fine del XII secolo sulle rovine di un tempio pagano dedicato ad Ercolei. La città di Viterbo ed il suo circondario, già pieve nel 775, furono erette a diocesi da Papa Celestino III nel 1192 e San Lorenzo divenne così Cattedra vescovile. La Cattedrale assunse una significativa importanza nella seconda metà del XIII secolo, allorché essa ed il vicino Palazzo dei Papi divennero sede del papato. Nel marzo del 1940 papa Pio XII elevò la chiesa alla dignità di basilica minore. La chiesa ha un’imponente struttura romanica risalente al XII secolo anche se la facciata, a causa dei rimaneggiamenti del XVI secolo, si presenta come struttura di stile rinascimentale. Il campanile, costruito nel 1369, presenta le caratteristiche del gotico toscano formato nella parte alta da strati segnati da doppie bifore e da fasce policrome orizzontali che alternano il bianco del locale travertino e l’azzurro del basalto, ed è l’unico elemento rimasto fedele all’originale. La facciata fu realizzata per volere del Cardinale Giovan Francesco De Gambara nel 1570, e ulteriori rifacimenti seicenteschi eliminarono l’originaria struttura medioevale. Anche il duomo, come molti edifici storici viterbesi, fu colpito dai bombardamenti del 1944, pertanto parte della chiesa è stata ricostruita. L’interno dell’edificio è suddiviso in tre navate. La parte centrale è ricoperta da un pavimento cosmatesco. Nella navata destra si possono ammirare: il fonte battesimale del XV secolo, le Cappelle di Santa Caterina verso l’entrata e quella dei Santi Valentino ed Ilario a metà della navata, e diversi dipinti del XVII secolo, tra cui quello di Giovan Francesco Romanelli con la Sacra Famiglia e S. Bernardino. Nel Cappellone, che si apre dietro il presbiterio, si trova la volta affrescata da Giuseppe Passeri (XVII secolo) con il Giudizio Universale e le Virtù Cardinali e una tela del Romanelli con S. Lorenzo in gloria. La navata sinistra conserva il monumento funebre di Giovanni XXI e le lastre tombali di Alessandro IV (1261) e Clemente IV (1268). Da menzionare anche la riproduzione della Madonna della Carbonara, conservata in originale al Museo Colle del Duomo. Seguono: la Cappella di S. Lucia con affreschi barocchi ed altre tele eseguite tra XVII e XVIII secolo. Alla fine della navata è collocata la tavola del Redentore Benedicente tra S. Giovanni Evangelista, S. Leonardo, S. Benedetto e S. Giovanni Battista (1472). Nella Cattedrale furono sepolti due Papi: Papa Alessandro IV (1199 – 1261), al secolo Rinaldo di Jenne, rifugiatosi a Viterbo temendo la cattura da parte di Manfredi di Sicilia, la cui tomba è andata perduta e Papa Giovanni XXI (1210 – 1277), al secolo Pedro Julião, unico papa di origini portoghesi, che morì dopo essere rimasto vittima di un grave incidente nel Palazzo papale: la volta del suo studio gli crollò addosso, probabilmente per un difetto di costruzione. La tomba è tuttora visibile al fondo della navata sinistra.
Chiesa di San Lorenzo L'esterno
Rapino - Chiesa di San Lorenzo
Una Chiesa di antiche origini di cui si trovano tracce scritte già dal 1066. Uno dei tesori di questo delizioso borgo ai piedi della Maiella.
SAN MINIATO: LA RICERCA DELL'IMMAGINE MEDIEVALE DELLA CITTA' 17 GENNAIO 2014
Le associazioni Architettura e Territorio Lanfranco Benvenuti, Moti Carbonari Ritrovare la Strada, insieme al gruppo Smartarc - San Miniato Arte e Architettura hanno organizzato una serata dibattito dal titolo SAN MINIATO: LA SVEVA CITTA' DEL VALDARNO INFERIORE. ANNI '30 DEL '900: LA RICERCA DELL'IMMAGINE MEDIEVALE DELLA CITTA' che si è tenuto venerdì 17 gennaio 2014, presso la sede dell'Accademia degli Euteleti.
Sono intervenuti la Prof.ssa Maria Laura Cristiani Testi (Università degli Studi di Pisa), il Prof. Francesco Gurrieri (Università degli Studi di Firenze) e l'Arch. Riccardo Lorenzi (Soprintendenza per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Artistici, Storici ed Etnoantropologici per le province di Pisa e Livorno).
L'incontro è stato patrocinato dal Comune di San Miniato e dalla Fondazione San Miniato Promozione e organizzato in collaborazione con l'Accademia degli Euteleti della Città di San Miniato, a cui va un sentito ringraziamento, per la disponibilità e l'ospitalità .
Grazie all'attestazione di immagini fotografiche dei primi anni del XX secolo e di documenti finora inediti, è possibile tracciare un quadro degli interventi di restauro architettonico operati a San Miniato negli anni '30 del '900. Il dibattito proposto vuole essere un momento di confronto su questo periodo, sulle tematiche del restauro e fornire nuovi spunti di riflessione sull'immagine della Città di San Miniato e di alcuni dei suoi edifici caratteristici.
Il titolo dell'incontro, nella sua prima parte, prende spunto da una pubblicazione del Canonico Galli Angelini, che costituisce un primo e parziale punto di approdo sintetico della storiografia sanminiatese. Il Canonico Galli Angelini è anche la figura centrale su cui ruota l'ambiente culturale sanminiatese nel primo dopoguerra ed è attivo anche nel dibattito italiano, intervenendo ai congressi nazionali promossi attorno al tema del restauro.
Negli anni '30 del '900, l'apertura di numerosi cantieri offre l'occasione per indagare, riscoprire e valorizzare quei caratteri architettonici considerati peculiari e identitari di San Miniato ed in particolare della sua storia medievale. Numerosi edifici vengono così interamente o parzialmente ristrutturati e spesso stonacati. Anche la nuova sede della Cassa di Risparmio di San Miniato (1925) viene realizzata con linee e motivi decorativi neo-gotici.
Nello stesso periodo il dibattito europeo sul restauro architettonico conosce una nuova stagione programmatica. Dopo le esperienze ottocentesche di Eugène Emmanuel Viollet-le-Duc e John Ruskin, viene raggiunto un nuovo punto di approdo con la sottoscrizione della cosiddetta Carta di Atene nel 1931, a cui fa seguito la Carta del restauro italiana. Quest'ultima è composta da una serie di indicazioni stilate dal Consiglio Superiore di Antichità e Belle Arti, diffuse sotto forma di circolari a cui contribuì Gustavo Giovannoni, una figura di primo piano nel dibattito dell'epoca; le indicazioni, trasmesse alle sovrintendenze, costituirono una sorta di codice normativo unificante in materia di restauro.
Abbraccia il Battistero di Firenze donazione Dario Nardella sindaco Firenze
Abbraccia il Battistero: iniziativa sostenuta da Unicoop Firenze con Opera di Santa Maria del Fiore - la onlus che tutela, promuove e valorizza il patrimonio artistico della Cattedrale di Santa Maria del Fiore di Firenze, per raccogliere fondi per il restauro del Battistero di Firenze. Anche il sindaco di Firenze Dario Nardella tra i sostenitori dell'iniziativa! Per saperne di più leggi la notizia:
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Lunedì
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Sfilata di oci al Carnevale di San Giovanni Valdarno.
Simpatica sfilata di un gruppo di oci al Carnevale di San Giovanni Valdarno, domenica 3 marzo 2019.
LUCOLENA (GREVE IN CHIANTI, FIRENZE, ITALY)
Lucolena, frazione di Greve in Chianti, provincia di Firenze, Toscana, Italia. Greve in Chianti è un comune di 13954 abitanti situato sulla via Chiantigiana che unisce Firenze con Siena attraversando il suggestivo panorama del Chianti. Fin dal Medioevo la storia di Greve è legata alla sua piazza principale che ha sempre esercitato la funzione di mercatale. Il borgo era una semplice dipendenza del castello di Montefioralle, ma grazie alla sua posizione, è situato nel punto in cui si incontravano le vie di collegamento tra il Valdarno, la Val di Greve e la via che da Firenze attraverso le colline del Chianti conduceva nel senese, poté diventare il principale mercatale della zona. La piazza dalla caratteristica forma di triangolo allungato è per gran parte circondata da portici ed al centro è posta la statua di Giovanni da Verrazzano. Uno dei vertici della piazza è occupato dalla chiesa parrocchiale dedicata alla S.Croce (XIX secolo). Dal punto di vista storico-amministrativo prima di entrare nella provincia di Firenze Greve faceva parte del vicariato di S.Giovanni Valdarno, anche se a confine con il vicariato di Certaldo di cui faceva parte la provincia del Chianti, attualmente tutta compresa nella provincia di Siena.
SAN GIOVANNI LA PUNTA,3 LUGLIO 2016 - MADONNA DELLE GRAZIE
L' uscita del simulacro della Madonna delle Grazie con i fuochi eseguiti dalla ditta NUOVA PIROTECNICA di Nicola Occhino