Siamo noi - Alessandria del Carretto
Ci rechiamo ad Alessandria del Carretto, in provincia di cosenza, per capire le difficoltà del vivere in un piccolo comune di 500 anime. Siamo noi del 15/12/2014
Festa della pita 2016 -alessandria del carretto
suonata alla 4 palmi e mezzo matteo con tamburello e canto a sckandill con angelo meringolo e il grande zi francisch rusciano suonatore alessandrino
Festa della Pita 2017 - Alessandria del Carretto
Montaggio di alcuni spezzoni di video che più caratterizzano questa festa patronale : dal canto sulla zampogna (canto a skandill; suona : Giovanni de Stefano), al faticoso trasporto dell'abete per finire con i suoni onnipresenti degli organetti.
Le riprese sono state effettuate tutte lungo il percorso della Pita : all'interno del Parco Nazionale Pollino ad Alessandria del Carretto (CS).
Montaggio e video : Fabio Lombardi (Popolo Vascio).
RADICAZIONI 2014 N4
FESTIVAL DELLE CULTURE TRADIZIONALI .
ALESSANDRIA DEL CARRETO.
ITALIA . WITH MATTI DELLE GIUNCAIE , UNAVANTALUNA , ROCCO ADDUCI ,PAOLO NAPOLI ,SAVERIO ,ANTONIO ARVIA .
festa in Lombardia degli emigrati da San Lorenzo Bellizzi -Cosenza- Calabria
12mo raduno dei San Lorenzani del nord Italia in provincia di Como con i suonatori di Albidona e di Alessandria del Carretto
La nostra memoria: viaggio tra i borghi di Calabria e Basilicata
Un interrogativo da porsi: i centri storici e i borghi antichi di montagna del Pollino calabro-lucano sono un inutile ammasso di macerie da lasciare al proprio destino oppure una risorsa preziosa da valorizzare anche in un'ottica turistico ricettiva?
La risposta, apparentemente retorica, cela tutto il dramma delle nostre piccole realtà territoriali. I centri storici dovrebbero essere di fatto l'esempio migliore della memoria di una collettività e di una cittadina.
Come avviene in altre regioni più attente a preservare le proprie tradizioni e memorie dove gli antichi borghi sono il punto di riferimento dell'intera collettività.
Come avviene in Umbria e in Toscana dove generano un'enorme ricchezza non solo in termini economici.
La nostra memoria è un trailer di Stefano Contin che ci introduce ad altri filmati dedicati agli antichi borghi del Pollino calabro-lucano, alle loro emergenze architettoniche, alle genti e alle loro tradizioni. In queste immagini: Morano Calabro, Civita, San Lorenzo Bellizzi, Alessandria del Carretto.
festa del borgo - Alessandria - via dossena
THE BLUESPHEMY BAND
SAN LEONE SARACENA (CS ITALIA ) DI GIOVANNI TOMARCHIO 2 DA 5
La tradizione si rinnova a Saracena con la festa di San Leone, che animerà il borgo del Pollino tra musica, “fucarazzi” e identità cultura. Una cerimonia religiosa ma anche un vero e proprio rito antropologico che domenica (19 febbraio) entrerà nel vivo, alle ore 18, con la processione e il saluto dei fedeli al Santo Patrono. Poi l’accensione del grande Falò dell’Accoglienza per dare il benvenuto a residenti e visitatori che durante tutta la notte affolleranno le strade e i vicoli del paese, riscaldati ed animati dai “fucarazzi”, intorno ai quali si ritrovano parenti e amici. In piazza, inoltre, balli popolari, degustazione di piatti, stand gastronomici. I festeggiamenti termineranno lunedì (20), giorno dedicato al Santo Vescovo, che sarà omaggiato con tre funzioni religiose
servizio a cura di GIOVANNI TOMARCHIO
Tarantella Calabrese con Zampogna - Festa della pita 2019
Sebastiano Battaglia ci fa sentire una bellissima tarantella Cardola durante i festeggiamenti per la festa della pita 2019. Ovviamente il tutto accompagnato da bravissimi tamburellisti, vino e mangiare fatto in casa.
Luogo : Alessandria del Carretto (CS).
Festa delle Cappelle Laino Borgo 17 09 2017!!!
Festa delle Cappelle Laino Borgo 17 09 2017!!!
suonata di zampogna -festa della pita 2015
sant'alessandro 3 maggio 2015,alessandria del carretto (cs) alzata della pita si festeggia così
Alessandria - La Critical Mass blocca Piazza Garibaldi
Alessandria, la preghiera di nonna Tere: Ho donato una rosa a Tanaro chiedendo di non allagarci
Io e mio figlio ogni anno il 6 novembre veniamo su questa sponda e regaliamo a Tanaro la rosa di Santa Rita. Lo abbiamo fatto anche in questi giorni pregandolo di non allagare le nostre case. Nonna Tere guarda preoccupata il letto del fiume che si ingrossa sempre di più portando via metri agli argini. Come molti degli abitanti della frazione Orti di Alessandria ha già vissuto quei momenti durante l'alluvione del '94 e ora che la piena è stata annunciata, si affida alla preghiera. Questa è la parte più bassa della città, basta poco per andare sott'acqua - spiega Roberto Delsignore che si sforza di essere ottimista - Oggi però non è più come 30 anni fa e basta affidarsi agli strumenti per evitare disastri. . .di Alessandro Contaldo
Silvio ,Antonimina e la Zampogna
farneta 1988: aspettando la primavera
IL VIDEO ED IL TESTO SONO OPERA DELL'INSEGNANTE MIRELLA FABRI.
L’idea di realizzare questo video mi venne tanti anni fa, lavorando con gli alunni di Farneta, paesino calabro alle falde del monte Rotondella, mia primissima esperienza scolastica nell’ormai lontano anno scolastico 1988-89. Una mattina portai in classe la mia prima telecamera per raccontare la vita che si svolgeva in quella minuscola scuola (6 alunni in tutto!) così semplice e incredibilmente interessante, ma priva di tutti quei sussidi che avevano invece le scuole delle cittadine della costa. I ragazzi l’hanno accolta prima con timore, poi pian piano la telecamera è diventata la fedele compagna delle nostre giornate. Rivedendo oggi dopo tanti anni e avendo una lunga esperienza scolastica alle spalle, rivivo attimo per attimo quei momenti trascorsi con bambini così veri e genuini mai più incontrati poi nel mio successivo percorso lavorativo; un intero anno scolastico trascorso in quel piccolo paese di montagna! Certamente il breve documentario non esaurisce tutte le esperienze che sono state realizzate in quella realtà scolastica perché ne è solo una sintesi. Gli anni poi hanno deteriorato un poco sia le immagini che l’audio; è un video realizzato senza gli strumenti sofisticati che abbiamo a disposizione oggi! Ma rivedendolo, ricordo con emozione quei momenti, mi immergo di nuovo nei racconti di quei ragazzi nelle feste, nei giochi, nella gente e non mi par vero che siano trascorsi così tanti anni. Quegli alunni sono uomini e donne oggi, ognuno con la propria vita. Chissà se ricordano ancora i giorni, i giochi, lo studio, le passeggiate tra i vicoli, i racconti attorno alla stufa nelle fredde giornate d’inverno.
Mirella Fabri
FEROLETO I MILLE ANNI DEL SANTUARIO DI DIPODI 9 AGO
Parco nazionale del pollino
Il Parco Nazionale del Pollino (Pollino Unesco Global Geopark), suddiviso tra le province di Potenza, Matera e Cosenza, con i suoi 192 565 ettari, di cui 88 650 nel versante della Basilicata e 103 915 in quello della Calabria, è il parco nazionale più grande d'Italia. Prende il suo nome dal massiccio montuoso omonimo.
Il Parco Nazionale del Pollino è stato istituito nel 1988, mentre la perimetrazione provvisoria è del 1990, così come le misure di salvaguardia. Tra gli anni 1993 e 1994 s'insediano gli organismi amministrativi e tecnici: presidenza, consiglio di amministrazione e direzione; la sede dell'ente di gestione è ubicata in Rotonda (PZ). Il Pollino è, dunque, l'area protetta più estesa d'Italia, comprendendo, a cavallo fra il confine geografico e amministrativo delle regioni Calabria e Basilicata, 3 province (Cosenza, Potenza, Matera), 56 comuni (di cui 24 in Basilicata e 32 in Calabria), 9 comunità montane e 4 riserve orientate: Rubbio in Basilicata, Raganello, Lao e Argentino in Calabria. Le sue vette, tra le più alte del sud d'Italia, sono coperte di neve per molti mesi dell'anno. Dalle cime, ad occhio nudo, si osservano, ad occidente, le coste tirreniche di Maratea, Praia a Mare, Belvedere Marittimo e, ad oriente, da Sibari a Metaponto, il litorale ionico. I comuni in territorio lucano sono: Calvera, Castelluccio Inferiore, Castelluccio Superiore, Castelsaraceno, Castronuovo di Sant'Andrea, Carbone, Cersosimo, Chiaromonte, Episcopia, Fardella, Francavilla in Sinni, Latronico, Lauria, Noepoli, Rotonda, San Costantino Albanese, San Giorgio Lucano, San Paolo Albanese, San Severino Lucano, Senise, Teana, Terranova di Pollino, Valsinni, Viggianello. I comuni in territorio calabro sono: Acquaformosa, Aieta, Alessandria del Carretto, Belvedere Marittimo, Buonvicino, Castrovillari, Cerchiara di Calabria, Civita, Francavilla Marittima, Frascineto, Grisolia, Laino Borgo, Laino Castello, Lungro, Maierà, Morano Calabro, Mormanno, Mottafollone, Orsomarso, Papasidero, Plataci, Praia a Mare, San Basile, San Donato di Ninea, Sangineto, San Lorenzo Bellizzi, San Sosti, Sant'Agata di Esaro, Santa Domenica Talao, Saracena, Tortora, Verbicaro. Fra questi alcuni sono di interesse storico-archeologico: Castelluccio Inferiore, Viggianello e Rotonda nel versante lucano,e Castrovillari, Civita Morano Calabro, Laino Borgo, Mormanno, e Papasidero nel versante calabrese. Altri comuni, importanti dal punto di vista socio-culturale, sono le comunità albanesi che si insediarono nel territorio tra il 1470 e il 1540. Si trovano nel versante lucano San Paolo Albanese e San Costantino Albanese, mentre si trovano nel versante calabrese San Basile, Lungro, Plataci, Frascineto e Civita. Il paese più alto del parco è Alessandria del Carretto con i suoi 1000 metri s.l.m., paese che ancora oggi conserva antiche tradizioni culturali e musicali. Tra gli edifici religiosi degni di nota si annoverano, in territorio calabro, il complesso monastico della Madonna delle Armi a Cerchiara e ruderi di conventi, come quello del Colloreto a Morano Calabro, mentre in Basilicata, nel comune di San Severino Lucano, a circa 1500 metri di quota è situato il santuario della Madonna del Pollino, meta di un culto religioso profondamente radicato nella gente del luogo.
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SANTUARIO del SELVAGGIO (To)
Il toponimo Selvaggio, frazione di Giaveno, trae la sua etimologia dai termini della lingua occitana serre, che significa altura, e vacho, che significa mucca, cioè l'altura delle mucche, ovvero un alpeggio, luogo di pascolo per bovini durante la bella stagione.[1]
Si ha notizia dell'esistenza di un insediamento abitativo di più famiglie su tale altura fin dal 1513 e dal 1608 di una cappella, dotata di un modesto campanile e di due statue lignee raffiguranti Sant'Antonio Abate e San Rocco, unici reperti della cappella rimasti.[1]
Nel 1908 il teologo don Carlo Bovero († 1935), divenuto cappellano della piccola chiesetta, iniziò un'azione decisa presso popolazione ed autorità per la costruzione di una nuova chiesa in sostituzione della piccola, insufficiente cappella. I risultati del suo agire furono rapidi e notevoli: nel medesimo anno fu iniziata la costruzione della nuova chiesa su progetto dell'architetto salesiano Giulio Valotti, che venne consacrata già l'anno successivo.
Divenuta questa insufficiente a contenere il forte afflusso di fedeli, che vi accorrevano in pellegrinaggio, fu lo stesso Bovero a promuovere la costruzione, in sua sostituzione, dell'attuale Santuario. I lavori ebbero inizio, sempre su progetto del Valotti, nel 1915 e si conclusero nel 1926, così che il nuovo santuario poté essere consacrato dall'arcivescovo di arcidiocesi di Torino, mons. Giuseppe Gamba nell'agosto di quell'anno.
la surdulina del pollino (12 cm)
zampogna tipica della zona del pollino e diffusa anche nei paesi arbereshe misura 12 .5 cm costruttore andrea miraglia viagginaello
Rifugio fasanelli - Rotonda -10 06 2017
Rotonda la Festa dell'A pitu e della Rocca.