Franco Camellini Un gir per Castlaran zirudella -musica Pastel reflections Kevin Kern
Questa zirudella in dialetto di Castellarano, un borgo medievale della provincia di Reggio Emilia, propone una passeggiata nel centro storico del paese, seguendo i ricordi del narratore, che risalgono alla sua infanzia. Proprio per questo, gran parte del video è in bianco e nero e si avvale anche di vecchissime cartoline. Un tuffo nel passato che nel cuore di tanti è sempre vivo.
TRADUZIONE:
In giro per Castellarano
Esiste sul Secchia nella collina reggiana un paesino antico con gli abitanti più diversi e strani
simile a tutti gli altri, ma ai miei occhi molto speciale.
Tante delle sue bellezze per diversi motivi sono scomparse e soltanto qualcuno ne conosce le cause,come lo ricordo io quando ero bambino non riusciamo più a vederlo perché siamo diventati
troppo numerosi; infatti oggi non possiamo più vivere come un tempo e per ricordare un po' il passato provo a descriverlo.
La strada delle Radici che passa anche da Castellarano arriva da Veggia attraversando Ca' de Fii e Tressano più a monte, da una parte, la collina detta “Caffarello”, dall'altra parte un tempo c'erano alberi da frutto e viti.
Quando poi si arriva all'incrocio,un po' prima della cittadella a destra si può salire verso S. Valentino dalla località detta “Manganella”, mentre dall'altra parte della strada non ancora asfaltata, il podere delle Fiandre.
All'inizio del paese non si può dimenticare “Rovinella” su un lato del “Rio” dove scorreva l'acqua di sorgente; attorno all'aia c'erano alcune abitazioni vicine tra loro che formavano il portico, la stalla e la casa dei contadini; lungo il fossato si vedeva una fila di arnie per la produzione del miele .
Dall'altra parte del ruscello, c'era il campo sportivo, di calcio (oggi piazza XX luglio) dove, senza recinzioni, grandi e piccoli giocavano ogni giorno; e adiacente a questa piazza l'”Albergo Italia” della signora Aldina col gioco da bocce e i tavolini all'ombra di un pergolato.
Sul fondo della piazza, ci troviamo all'esterno del ponte (un tempo ponte levatoio) della Rocchetta: questa era la fortezza dove alloggiavano le guardie del Duca; se poi passavi davanti a questo maniero (oggi simbolo del paese) verso sinistra arrivavi al Mulino o al Forno lungo la via che costeggia il canale: l'acqua che muoveva la macina del mulino usciva limpida e pura per cui tutti potevano fare il bagno.
Davanti al mulino c'era una scalinata che scendeva fino a lambire l'acqua del canale dove le donne risciacquavano il bucato: le vedevi in ginocchio sopra l'ultimo gradino con accanto i panni nella loro cesta e mentre sbattevano panni e lenzuola facevano le solite chiacchiere di paese come si fa tutt'oggi .
Proseguendo per la via Radici raggiungi la “Marianna”: punto d'incontro dei compaesani la domenica dopo la S. Messa alla fine di una settimana di lavoro i quali subito dopo l'incrocio a destra salendo i 5 o 6 gradini approfittavano per andare all'appalto a comprare le sigarette e altre cose varie. Il bivio all'ingresso di via Roma un tempo non esisteva infatti la borgata era percorsa dalla sola via Radici: quella che (oggi via Roma) gira verso la piazza del Municipio; e nel Palazzo del Municipio c'erano anche le scuole elementari; da lì si va nel “Borgo” e alla chiesa di S. Croce dedicata ai Caduti e superando l'artistica facciata della vecchia Cassa di Risparmio e la casa delle storiche e insostituibili maestre Chiavelli si raggiunge la “Grotta Verde” una balera all'aperto.
Se ritorni indietro fino ai “Voltoni” della Rocchetta ti trovi nel centro storico con il selciato di sassi che erano una risorsa del fiume Secchia ; entri in “Piazzale Cairoli” al centro del quale c'era il “Pozzo rasoio” dove venivano gettati i delinquenti. Il Castello si può raggiungere per tre diverse direzioni:quella a sinistra è detta “Ratta dei maroni”forse dal nome della pianta secolare che si trova la chiesa parrocchiale; al centro la “Ratta della Porta” la più comoda e quella a destra lungo la quale trovi il “Monte di Pietà”; in cima arrivi in “S. Prospero” un bellissimo angolo
dove ci sono i resti della casa e della chiesa del Cardinal Toschi. Più avanti una piazzetta dove i ragazzi dopo aver fatto i compiti giocavano.
Di fronte l'antica casa dei “Barbanti” cinta da un alto muro e alla sua destra, per una strada stretta arrivi al vecchio Asilo delle suore che era frequentato anche dalle ragazze per imparare il cucito e il ricamo; luogo che è stato trasformato in Casa della Carità
A sinistra si sbocca davanti alla porta principale della Chiesa parrocchiale; sotto al campanile c' è un piccolo parco “al Segrel” che domina la piazzetta “d'Este S. Martino” proprio all'incrocio del Cardo e il Decumano dove si trovava il centro della roccaforte romana.
Oltre, il muretto della riva che domina il borgo, il Secchia e la sua vallata; dall'altra parte, la Torre dell'Orologio con a fianco l' Aia del Mandorlo e infine il Castello Matildico. Per notizie più complete consiglio di rivolgersi al Centro studi storici Castellaranesi