Pietrabbondante (Isernia) - Borghi d'Italia (TV2000)
Il Comune di Pietrabbondante, in Provincia di Isernia, si trova a 1027 metri sul livello del mare e conta 840 abitanti.
I resti delle fortificazioni sannitiche sul monte Saraceno testimoniano la presenza umana sul territorio di Pietrabbondante sin da epoca remota. Nei pressi del centro abitato, si trovano i resti dell'antico insediamento che fu il più importante santuario e centro politico dei Sanniti tra il II secolo e il 95 a.C.
Linea Verde in Molise: Pietrabbondante, il borgo dei Sanniti
Puntata del 22 ago 2010
In provincia di Isernia, ecco l'antica tout di Bovianum Vetus, l'antica città sannita di Pietrabbondante, di cui resta l'area sacra assieme al teatro romano.
Sanniti a Pietrabbondante
Il territorio di Pietrabbondante, nel cuore del Sannio pentro, è caratterizzato da emergenze archeologiche di notevole interesse. Le testimonianze più antiche, risalenti al V secolo a.C., sono quelle dei corredi restituiti dalla necropoli in località Troccola, sulle pendici occidentali del monte Saraceno. La sommità di questo monte verrà fortificata con una cinta muraria in opera poligonale, raccordata ad opere di difesa poste a quote più basse, in un momento in cui il territorio viene dotato di strutture difensive per opporsi alla minaccia romana. In questo momento (seconda metà del IV secolo a.C.) inizia la frequentazione del luogo di culto in località Calcatello. Stretto appare, fin dalle fasi più antiche, il legame tra questo santuario e l’esercito, come testimoniano le numerose armi dedicate nell’area sacra.
Il luogo di culto testimonia una sistemazione monumentale nel III secolo a.C. con la costruzione del cosiddetto tempio ionico ed una seconda sistemazione all’inizio del secolo successivo, in seguito alla distruzione di Annibale del 217 a.C., con la costruzione del tempio A. Solo alla fine del II-inizi del I secolo a.C. verrà realizzato il complesso teatro-tempio (B) con uno schema tipico dell’età ellenistica mediato dall’ambiente campano e latino. Gli ultimi scavi hanno indagato l’area a sud-ovest del complesso monumentale teatro-tempio individuando l’importante domus publica.
A poca distanza dall’area del santuario, in un territorio probabilmente ancora di sua competenza, è stato individuato il monumento funerario della famiglia dei Socellii, della seconda metà del I secolo a.C. Questa famiglia fu infatti proprietaria del santuario e delle sue pertinenze, quando, in conseguenza della guerra sociale, l'area sacra venne confiscata e ceduta ai privati.
Al III secolo a.C. appartiene anche il santuario in località Colle Vernone, nella valle del Verrino testimoniato dagli elementi architettonici dell’edificio e da una parte dell’altare con l’iscrizione in osco di dedica ad uno dei Dioscuri. Altre zone del territorio frequentate in questo momento sono l’area dell’attuale abitato di Pietrabbondante e la località di Arco.
Con l’instaurarsi del sistema municipale, gli interessi e le attività di natura amministrativa, sociale, economica e religiosa vengono concentrati nel municipio di Terventum, con il conseguente spopolamento e isolamento delle zone più elevate e meno accessibili. Una volta cessato il culto, gli edifici vennero abbandonati e solo in parte riutilizzati, come mostra un tesoretto monetale di epoca triumvirale, individuato in un vano del porticato sinistro del tempio maggiore. L’ultima frequentazione si ha nel III-IV secolo d.C. con l’uso sepolcrale dell’area dei due porticati, seguita dalla distruzione degli ultimi edifici per un evento violento, probabilmente il terremoto del 346 d.C.
Pietrabbondante
Descrizione sito archeologico di Pietrabbondante con il prof. Adriano La Regina
Isernia e Pietrabbondante
viaggio nell'antico Sannio
Pietrabbondante: il valore della Domus Publica
Pietrabbondante, da scavo riemerge un antico tempio
Ndocce Pietrabbondante 2009.mp4
Ndocce Pietrabbondante 2009
Pietrabbondante - Scavi
Pietrabbondante - Scavi (2007-2012).
Ivan Perriera: 30° Raduno Pietrabbondante
Molise: da Bojano a Campobasso, Isernia, Termoli, Agnone (Storico documentario del 1992)
Tour documentario delle città più famose della regione, a partire da Bojano fino a Isernia, Termoli, Campobasso, Civitacampomarano, Castelmauro e Castelpetroso. Alcuni di questi borghi raccolgono veri e propri tesori, come il teatro sannitico di Pietrabbondante, e l'area archeologica di Altilia - Saepinum in zona Terravecchia di Sepino (CB), a testimonianza del glorioso passato italico-romano di questa regione.
TURISMO IN MOLISE - COSA VEDERE
ncrementarsi nei primi anni 2000. La regione possiede soprattutto vaste aree di verde incontaminato[senza fonte], nonché pianure, montagne e 35 km di costa. Il turismo marittimo è concentrato su Termoli e Campomarino, mentre il turismo di montagna riguarda specialmente l'attività sciistica presso Campitello Matese e Capracotta. Il turismo artistico e culturale riguarda le principali città di Campobasso e Isernia, ma molto visitato, specialmente dai turisti che viaggiano verso la Puglia, è il borgo medievale di Termoli, frequente meta di visite per il Duomo e il Castello Svevo. Campobasso è famosa per essere una cosiddetta città giardino, durante il risanamento di Gioacchino Murat, e per il borgo medievale con chiese storiche del romanico e con il Castello Monforte; Isernia è conosciuta per la Cattedrale, per la pregevole Fontana Fraterna, ma soprattutto per l'Homo Aeserniensis, datato 700.000 anni e risalente al Paleolitico; Larino è nota come la piccola Roma,[senza fonte] poiché custodisce l'Anfiteatro Romano, il Foro, le Terme e altri luoghi di interesse come i mosaici della Lupa, del Polpo, del Kantharos, del Leone.
Altri piccoli centri di interesse sono soprattutto Agnone, la cosiddetta Atene del Molise, per aver dato i natali a vari letterati e artisti, e per la presenza della storica fabbrica di campane della Fonderia Pontificia Marinelli e per la tradizione natalizia della Ndocciata, evento dedicato al fuoco che richiama molti visitatori; Frosolone, capitale meridionale della lavorazione artigiana di forbici e coltelli, tradizione con radici medievali nella lavorazione delle spade; Bojano, con il borgo medievale di Civita Superiore), Venafro (con il borgo rinascimentale in stile napoletano), Guglionesi, Pietrabbondante (resti archeologici), Pescolanciano, Sepino (con la famosa area archeologica romana di Altilia) e Capracotta. Del turismo artistico sono state riscoperte le testimonianze delle storiche abbazie di San Vincenzo al Volturno (Rocchetta a Volturno) e Santa Maria del Canneto (Roccavivara), testimonianza del romanico molisano, come anche la chiesa di Santa Maria Maggiore di Guglionesi e quelle di San Giorgio di Campobasso e Petrella Tifernina.
Il territorio è anche molto ricco di castelli e borghi fortificati, come Bagnoli del Trigno, Civitacampomarano, Agnone, Torella del Sannio, Lupara e Sant'Elia a Pianisi. Alcuni castelli come Castropignano e Civitacampomarano hanno conservato la forma originaria del XIII secolo circa, mentre molti altri sono stati trasformati in residenze signorili dai nobili napoletani, come il castello Pandone di Venafro, il castello D'Alessandro di Pescolanciano o il castello De Capoa di Gambatesa.
Per ultimo, di recente il Molise ha riscoperto il suo passato presto-romano, con varie campagne di scavi presso il territorio dell'antico Sannio, scoprendo vari villaggi e fortificazioni dei popoli Sanniti Pentri. Così attualmente sono rappresentativi il villaggio di Saepinum a Sepino e l'area sacra del Teatro di Bovianum Vetus a Pietrabbondante.
I Tesori di Pietrabbondante TgR Molise 21-8 -2017
Il prof. Adriano La Regina racconta le novità archeologiche nel santuario italico di Pietrabbondante.
Il servizio di Francesco Cutro sul TGR Molise del 21/8/2017
FB: Istituto Nazionale di Archeologia e Storia dell'Arte
Per sostenere le attività degli archeologi impegnati a #Pietrabbondante visita:
GIRANDO IL MOLISE_Tappa #8: PIETRABBONDANTE
Eccoci con un nuovo episodio di Girando il Molise, con l'ottava tappa... PIETRABBONDANTE:
-Abitanti: circa 850 residenti
-Piatti tipici: Polenta in sugo di carne e salsiccia; Polpette “casc' e ova”; Sopressate; Insaccati; Formaggi.
-Altitudine: 1.027 m
Pagina Facebook:
Grazie per la visione.
Pietrabbondante, 20aug17 - Sannitika solo spettacolo
Viaggio nel Molise: il Teatro sannitico di Pietrabbondante spiegato da Franco Valente (2 di 2)
Nell’Alto Molise, in provincia di Isernia, vi è un paese dal nome insolito, Pietrabbondante. Non è sbagliato associare questo toponimo all’abbondanza di roccia presente nelle aree circostanti. D’altronde ci troviamo in alcuni casi in zone particolarmente elevate e brulle. Un’altra etimologia, invece, vuole che esso sia un richiamo al culto della dea Ops Consica, dea dell’abbondanza, che era venerata dai Sanniti Penti stanziati secoli fa in Molise.
Pietrabbondante è conosciuto per l’antico santuario italico prospicente il piccolo centro abitato, noto per il possente basamento del tempio principale e per lo straordinario teatro, di cui si è conservata nel tempo la splendida cavea. Nell’attuale territorio comunale, inoltre, vi erano due antichi centri sanniti, Bovanium Vetus e, forse, la notoria Aquilonia, citata più volte da Tito Livio.
L’area monumentale venne realizzata per finalità prettamente religiose e questo carattere lo conservò fino al definitivo abbandono dello spazio sacro. Non conosciamo, purtroppo, tutti i culti curati a Pietrabbondante per la scarsità di indizi archeologici (iscrizioni, statuette votive…) ed è certo solo quello dedicato alla dea Vittoria, molto diffuso in Campania, Molise e Lazio. Secondo l’archeologo Adriano La Regina, che per decenni ha scavato in quella località, si tratta di un’antica divinità di origine sabina, Vacuna, ellenizzata e venerata anche in territorio pentro. Il santuario venne costruito per volere delle famiglie aristocratiche sannite più eminenti con funzioni sacre legate alla guerra. Il ritrovamento di armi nelle tombe e nei pressi dei templi confermerebbe questa ipotesi. È probabile, quindi, che a Pietrabbondante si consacrassero le armi sottratte ai nemici al termine delle battaglie campali e dagli esiti positivi. Ciò spiega, per esempio, il culto tributato alla dea Vittoria.
teatro-pietrabbondanteL’elemento più interessante dell’intero complesso è il teatro, costruito in asse con l’ingresso del tempio principale. Non è un caso isolato e altri esempi di santuari così modellati sono presenti in diverse aree dell’Italia Centrale, come a Castelsecco, in provincia di Arezzo. La struttura presenta una cavea rialzata, perfettamente conservata, nonostante le spoliazioni secolari, insieme alle gradinate inferiori, disposti su tre file. Erano i posti riservati all’aristocrazia o ai capi tribù che si recavano a Pietrabbondante per svolgere i riti religiosi o per adempiere ad impegni politici. Degli altri edifici scenici sono rimaste solo rovine, sia degli edifici sia dei camminamenti laterali. Il resto della cavea era probabilmente costituito da panche di legno. Ciò spiega la presenta della nuda terra nella parte superiore della gradinata.
Per quale motivo i Sanniti edificarono un teatro? A questa domanda non esiste una risposta certa a causa della scarsità di prove archeologiche o documentarie che possano confermare una qualsiasi ipotesi di lavoro. Si è affermato che in origine avesse una funzione prettamente politica e militare. Lì avvenivano le adunate dei capi del popolo sannita, che provenivano da tutte le regioni abitate da queste tribù italiche. Non è erroneo affermare che, al mutare delle condizioni politiche, quando nel II secolo a.C. tutta l’area venne pacificata, il teatro servì per la realizzazione di spettacoli teatrali, sul genere di quelli molto amati dal mondo ellenistico.
A quel secolo, inoltre, risale il definitivo rifacimento dell’area sacra. Si ipotizza, infatti, che già in età antica l’intero santuario fosse caduto in disuso. Con la nascita del municipio di Terventum (l’odierna Trivento, in provincia di Campobasso), l’intera vita sociale, culturale, politica ed economica dell’area montana venne a concentrarsi nella città molisana. Le zone più interne e impervie, come quella di Pietrabbondante, vennero progressivamente abbandonate e tutti gli antichi centri sanniti si spopolarono. Anche il santuario sannita perse la sua funzione sacrale e venne riutilizzato come area sepolcrale. La fruizione del luogo si interruppe intorno al 346 d.C., quando un terremotò causò il crollo di buona parte degli edifici rimasti in piedi fino a quel momento.
Visita ai nuovi scavi nel sito archeologico di Pietrabbondante - 5 sett 2017
Nel sito di Pietrabbondante su un declivio a mille metri d’altezza, si trovano gli imponenti resti archeologici di un singolare e maestoso santuario frequentato tra il IV e il I sec. a. C., prima della annessione del Sannio da parte di Roma. I recenti scavi hanno contribuito a definire ulteriormente i caratteri culturali, le forme religiose e istituzionali dei Sanniti, che qui avevano un centro spirituale e politico.
Gli archeologi Palma D'Amico, Sara Polvere, Roberto Mazzeo, Agnese Mrosek, Annalisa Citoni, Natalia Viscardi, Pietro Cerudelli, Daniele Deidda, Sara Catalano, Magdy Tawfik, Letizia Mormile hanno ultimato per questo anno 2017 gli scavi nel sito archeologico di Pietrabbondante coordinati dal prof. Adriano La Regina. L'Archeoclub di Termoli ha contribuito alla raccolta fondi per attivare tale iniziativa. Questo filmato mostra l'avanzamento degli scavi in modo particolare di quelli effettuati lo scorso anno e quest'anno.
Carne buona Pietrabbondante
Pietrabbondante,19aug17 - La marcia dei Pentri
AGNONE, Isernia
Agnone (Agnèune in dialetto locale) è un comune italiano di 5008 abitanti della provincia di Isernia in Molise. Fino al 1811, per circa 600 anni, Agnone e il suo circondario sono sempre stati parte integrante del Giustizierato d'Abruzzo e dell'Abruzzo Citra, nel distretto di Lanciano .
Antica città sannita, è sede del più antico stabilimento al mondo per la fabbricazione delle campane (Pontificia fonderia di campane Marinelli), fondato intorno all'anno 1000 e tra i pochi che possano fregiarsi dell'onore di utilizzare per i propri prodotti lo stemma pontificio.
Agnone è una cittadina di circa 5008 abitanti ubicata nell'Alto Molise. Si trova a 830 m di altitudine sul livello del mare circondato da un paesaggio montuoso rivestito da boschi e praterie.
La tradizione vuole che Agnone sia sorta sulle rovine della città sannitica Aquilonia distrutta dai Romani durante la conquista del Sannio: nella zona sono stati recuperati diversi reperti archeologici, come la stele funeraria di Vibia Bonitas, conservata al Teatro Italo Argentino, nel centro storico della cittadina.
Importante centro durante la dominazione longobarda, andò poi decadendo nei secoli immediatamente precedenti il 1000, mentre la Valle del Verrino e le alture circostanti divennero luogo di eremi, piccoli monasteri e piccole colonie agricole.
Nel 1139 la potentissima famiglia dei Borrello, Conti di Pietrabbondante e capitani di ventura di Venezia, portarono sul luogo un notevole numero di soldati e artigiani veneziani, probabilmente provenienti dalle colonie dalmate della Serenissima (lo scrittore veneziano Alvise Zorzi propone la provenienza di questo gruppo dalle colonie veneziane della Puglia, ma il riscontro rimane impossibile per assenza di documenti e la questione resta dubbia). Appare però evidente la fondazione veneziana del paese vero e proprio - sorto sul colle arcuato di fronte al Monte Caraceno - a causa dei chiari segni di cultura veneziana osservabili nel quartiere originario, quello della Ripa, altrimenti detto borgo veneziano
La rivoluzione dei prezzi legata al primo sviluppo dell'industria italiana di fine Ottocento, tuttavia, intaccò quest'equilibrio, dando il via al fenomeno dell'emigrazione. Nonostante ciò, Agnone si distinse per spirito di iniziativa economica e culturale. Ad esempio, in pieno spirito positivista, grazie all'azione di alcuni spiriti illuminati tra cui il dr. Giuseppe Maria d'Onofrio, Agnone riuscì nell'impresa di essere elettrificata ben prima di Roma. Difatti risale al 1905 l'inaugurazione della centrale idroelettrica del Verrino, gestita dalla omonima societò elettrica, che precedette di ben 8 anni la prima centrale elettrica di Roma, la centrale Montemartini.
Durante il Regime fascista, Agnone fu sede di confino per numerosi oppositori del regime, tra cui don Raimondo Viale, protagonista de Il prete giusto di Nuto Revelli.
Dal luglio 1940, nei pressi di Agnone sorse un campo di concentramento per ebrei, oppositori al regime e principalmente rom rastrellati in tutta Italia e nell'area della ex-Jugoslavia. Il prefetto locale a tale scopo, scelse e ottenne dal vescovo dell'epoca la concessione del convento di S. Bernardino[9].Dopo l'8 settembre il campo venne aperto e le persone internate furono liberate
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