SORDO: 100 ANNI DI BAROLO
L’Azienda Agricola Sordo Giovanni, oggi guidata dal figlio Giorgio, si trova a pochi chilometri da Alba ed è situata ai piedi della collina di Barolo, nel comune di Castiglione Falletto, in provincia di Cuneo. E’ un’azienda a conduzione famigliare che coltiva la vigna
e produce vino da oltre tre generazioni. Fu fondata nei primi del ‘900 dal nonno Giuseppe, ma la svolta giunse con il padre Giovanni che, insieme alla moglie Maria, memoria storica dell’azienda, acquisì numerosi vigneti, ricercandoli tra i migliori della zona del Barolo: ’’i Sorì’’.
I terreni di questi vigneti, composti da marne calcaree compatte, molto profonde, ricche di microelementi, con la complicità del microclima tipico delle colline delle Langhe, sono l’ambiente ideale per la coltivazione del Nebbiolo, vitigno assai vigoroso ed
esigente, che permette di ottenere vini di elevato pregio, longevi e ricchi di profumi.
Oggi l’azienda ha una superficie totale di 53 ettari vitati, distribuiti nei comuni di Castiglione Falletto, Serralunga d’Alba, Monforte d’Alba, Barolo, Novello, La Morra, Verduno, Grinzane Cavour e Vezza d’Alba.
L’azienda è dotata di moderni impianti per la vinificazione, lo stoccaggio ed il confezionamento dei vini. Un’imponente cantina
d’invecchiamento, arredata con più di cento botti di rovere di grande capacità, consente una perfetta maturazione ed evoluzione dei vini. Tutti i processi di produzione, sia nel vigneto, che in cantina, fanno riferimento alle rigorose tradizioni tramandate dai nostri padri.
Ep 234: The Greats -- Barbaresco and Barolo
This week: The Greats Barolo and Barbaresco of Piedmont, Italy. These two wines are both 100% Nebbiolo, and are fragrant, tannic, acidic, and outstanding. We cover the similarities and key differences between these greats and why each is a force in its own right.
Here are some key show notes:
Barolo
King of Wines and Wine of Kings Production Zone in Province of Cuneo: Barolo, Castiglione Falletto, Serralunga d’Alba, parts of Cherasco, Diano d’Alba, Grinzane Cavour, La Morra, Monforte d’Alba, Novello, Roddi, Verduno Production must be on hillsides: no valley floors or humid, flat areas nothing with northern exposure – mandated by 2010 law The soils and mesoclimates vary slightly, subtle differences but also winemaking plays a big role Until mid 19thc Barolo was SWEET -- 1835, Paolo Francesco Staglieno published a winemaking manual about how to make wine stable for transport – fermenting dry was one of the ways. The Barolo wars: Traditionalist v Modern
Modern: “international style” fermentation is 10 days (less tannin), age wine in new French oak barriques (smaller, more oak flavor). Very different flavors – fruitier, more new oak, doesn’t age as well. May illegally put in Barbera, Cab, Syrah… unproven as of yet Modernists producers: Elio Altare, Domenico Clerico, Robero Voerzio, Angelo Gaja, Renato Ratti
Traditionalist: Extended maceration, long cask aging, less fruit requires age and patience. Traditional producers: Giacomo Conterno, Bruno Giacosa, Giuseppe Mascarello, Capellano, Marcarini, and Giuseppe Rinaldi
Barolo wine aromas/flavors:
Classic: light in color, smells like tar and roses, very aromatic – dried fruit, mint, leather, licorice, plum, tobacco, herbs, truffles Standard Barolo must be aged for three years — two in cask and one in bottle. Riserva: Aged for five years upon release — three in cask and two in bottle. Barolo Chinato -- digestif
BARBARESCO
Barbaresco -- immediately to the east of Alba – communes of Barbaresco, Trieso, Neive plus part of San Rocco Seno d'Elvio Vineyards on Tanaro river, go up northeast of Alba, closer to the river (the Tanaro), with higher fertility in the soil Slight maritime climate – warmer, drier, milder than Barolo Barbaresco Communes: Barbaresco: 45% of Barbaresco production, largest wineries light in color and body, well structured and aromatic. Best cru: Asili, Martinenga, Montefico, Montestefano and Rabajà Neive: 31% of Barbaresco's production Powerful and tannic expressions of Barbaresco if closer to the commune of Barbaresco, to the east, more sand, lighter wines Albesani, Santo Stefano, Bricco di Neive, Gallina Treiso South of Barbaresco, highest altitude sites in the area, constant breezes, great diurnals lightest in body, perfumed, higher acidity Pajorè is best site San Rocco Seno d'Elvio: floral with finesse Barbaresco History
Cantina Sociale di Barbaresco was founded in 1896 by Domizio Cavazza: he died early in 1915, not until the late 1950s that Barbaresco was reignited -- with Bruno Giacosa and Angelo Gaja leading the way Local parish priest, Don Fiorino Marengo, founded Produttori del Barbaresco cooperative cellar, the best co-op in Europe Wines
Grapes ripen earlier, less tannic, need less aging Aromatic – spicy, perfumed, floral with rose and violet, cherry, truffles, licorice, fennel, leather tar Normale: 2 years of aging, 1 in wood Riserva: four years of gaining, two in wood Best producers and vineyards: Gaja, Bruno Giacosa, Ceretto, Produttori del Barbaresco, Roana, La Spinetta, Rizzi, Marchesi di Gresy, Punset
BAROLO V BARBARESCO:
Size: Barbaresco is smaller and more consistent Altitude: Barolo is higher than Barbaresco Weather: Barbaresco gets less rain and bad weather. Tannins: Barbaresco is better at an earlier age and lighter body than Barolo. Barolo is a better bet to hold for long periods. Soils: in Barbaresco, the roots of the vines do not have to go as deep as with the thinner soils found in many parts of the Barolo zone -- less aggressive tannins for many Barbaresco. On or the other is NOT BETTER: they are DIFFERENT
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Barbera d’Asti: una rivoluzione che fa rima con evoluzione
Più di cento giornalisti provenienti da oltre venti Paesi di ogni continente hanno partecipato alla masterclass-degustazione che si è tenuta il 1° dicembre al Foro Boario nel centro di Nizza Monferrato (At). L’incontro, denominato Barbera Revolution, è stato condotto dalla scrittrice e giornalista americana Kerin O’Keefe alla presenza di Filippo Mobrici, presidente del Consorzio tutela Barbera d’Asti e vini del Monferrato che ha organizzato l’evento.
«A Nizza Monferrato - ha ricordato Mobrici - è nata l’enologia moderna per quanto riguarda i vini rossi. E qui nel Monferrato si sta vivendo il risveglio della Barbera d’Asti, una rivoluzione che nasce dalla consapevolezza di vantare un vitigno di razza e un vino sempre più di tendenza e in linea con le esigenze e il palato del mercato. Una rivoluzione che è un’evoluzione. Abbiamo potuto assaggiare uno spaccato della Barbera d'Asti con grandi prodotti di qualità che si identificano in un'identità garantita e quindi in un'impronta digitale che rappresenta il nostro marchio, quello che noi vogliamo comunicare: noi siamo questi. Siamo arrivati a questo attraverso una rivoluzione che negli anni si è completata in quello che oggi abbiamo potuto assaggiare e in un'evoluzione moderna, un approccio diverso dal vitigno Barbera e oggi possiamo parlare della versatilità della Barbera d'Asti, e soprattutto di questo che è diventato, secondo noi, uno dei più grandi e importanti vini gastronomici d'Italia».
Un cambio di rotta che parte da lontano e che ha percorso diverse tappe. Il Consorzio è stato fondato nel 1946 ed è passato dalle 7 cantine iniziali alle 323 di oggi. Il vino Barbera ha ottenuto la Doc nel 1970 e la Docg nel 2008 per le tipologie Asti e Superiore, Nizza e Ruché di Castagnole Monferrato.
La superficie vitata è di 4.129 ettari che si estendono attraverso 169 Comuni nelle province di Asti e Alessandria con una resa per ettaro di 90 quintali. La produzione 2017 si è attestata sui 21 milioni di bottiglie di cui il 50% destinato all’esportazione. Tra le performance migliori registrate nel 2017 dalle varie tipologie di Barbera d’Asti, c’è quella della Barbera d’Asti Docg Superiore che ha fatto segnare un incremento del 16% sull’anno precedente. Molto bene anche il Nizza (+17,2%) con una produzione di 369.861 bottiglie (315.472 nel 2016) e del Piemonte Barbera (+5% con 20.259.944 bottiglie prodotte).
La Barbera d’Asti Docg si presenta di colore rosso rubino, brillante e profondo; al naso è intensa e alcolica. La tipologia Superiore, grazie al suo passaggio in legno, si arricchisce anche di note speziate. Al palato la Barbera d’Asti si presenta rotonda e vellutata, con un costante bilanciamento tra le varie componenti organolettiche. Nella versione Superiore le sensazioni si fanno più articolate. Nell’insieme la Barbera d’Asti, e in particolare la versione Superiore, è un vino vigoroso, complesso e persistente.
La degustazione al Foro Boario di Nizza Monferrato ha visto sfilare 19 vini: 12 Barbera d’Asti Superiore Docg e 7 Barbera d’Asti Docg. Tutte della vendemmia 2016. «Un’annata – ha precisato Kerin O’Keefe – caratterizzata da un mese di febbraio piovoso e da una primavera classica. La seconda metà di agosto e tutto settembre hanno goduto di temperature miti e poche piogge. Il risultato sono stati grappoli dall’elevato livello di zuccheri e con una buona acidità. Un’annata eccellente per il Piemonte e davvero importante per la Barbera d’Asti».
«Le Barbera 2016 hanno ancora tanto da dare e l’aiuto che conferisce loro il legno le va a completare. Sono vini che hanno davanti a sé una vita lunga e ben rappresentano la nostra identità consortile, che abbiamo voluto simboleggiare con un calice che è la stilizzazione grafica di un’impronta digitale. Una dichiarazione di unicità».
Per informazioni: viniastimonferrato.it
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