Fino del Monte
Fino del Monte visto dal campanile
Cima Fertazza 2101 mt | 17.08.2016 | Mari ♥ Jac | Gopro Hero 3+
Alla fine del parcheggio della seggiovia in località Pescul parte questa stradina silvo – pastorale n.569 che sale attraverso un bosco in prevalenza di abeti fino al Rifugio Fertazza m 1839. Superato il Rifugio e la partenza della seconda seggiovia il sentiero si inoltra in un bosco di abeti e larici e dopo un breve tratto svolta a sinistra dove inizia a salire attraversando prati e delle antiche baite. Arrivati nei pressi della Cima del Monte Fertazza a quota m.2101 continuando a sinistra dopo pochi metri si arriva al Rifugio Belvedere. Proseguendo a destra lungo il sentiero n.566 alle nostre spalle la famosa parete Nord – Ovest del Civetta e il Maestoso Monte Pelmo e dinanzi a noi La Regina delle Dolomiti la Marmolada e Il Gruppo del Sella.
Da Sant Antonio Abbandonato a Catremerio fino al Crosnello - Val Brembilla, 18-08-2017
La frazione di Sant’Antonio Abbandonato sorge a quota 987 mt. s.l.m. sulla cresta del monte tra la Valle Brembilla e la Valle Brembana. Le due contrade principali sono Castignola di Qua e Castignola di là, composta da Cais, Stalla e Moia e dal piccolo borgo di Muraca.....
Corale Fino del Monte canta il tomba Antenna 2 TV 030409
La Corale Fino del Monte canta il tomba nella Basilica di Clusone - Antenna 2 TV 030409
Monte Penna secondo tentativo
Trekking sul Monte Penna: secondo tentativo
Siamo scesi lungo la strada asfaltata per circa 5 minuti fino ad arrivare ad uno spiazzo dove sono ben visibili i cartelloni del Cai che indicano l'inizio dell' Anello Del Monte Penna.
Da li in poi abbiamo preso il sentiero segnalato dai cerchi gialli passando per il Lago Del Monte Penna.
Oltrepassato il laghetto tenendo sempre il sentiero segnalato coi cerchi gialli siamo arrivati ad un primo bivio dove abbiamo abbandonato i cerchi gialli e preso il sentiero segnalato con i triangoli gialli. Siamo saliti ancora fino ad arrivare ad un secondo bivio incrociando il sentiero che porta verso il Passo Del Chiodo.
Tiriamo dritto indicazioni Monte Penna percorrendo sempre il sentiero segnalato dai triangolini gialli fino ad arrivare ad un terzo bivio: si incrocia il sentiero che a sinistra porta verso Faggio Dei Tre Comuni.Proseguiamo sul nostro sentiero delimitato dai triangolini gialli (e segnalato dal cai come sentiero 831) con pendenza via via crescente giungiamo alla spettacolare sella fra il Monte Pennino ed il Penna; l’ambiente qui è davvero suggestivo, con scorci mozzafiato a 360 gradi.
Ha inizio il tratto finale per escursionisti esperti: affrontiamo il canalino nord, attrezzato con catene in buonissimo stato, per un centinaio di metri; l’unico punto un po’ più difficoltoso è proprio sotto la cima, sul traverso conclusivo verso sinistra.
Sulla vetta ci attendiamo la grande Statua della Vergine col Bambino ed una Cappella votiva, circondate da un panorama strepitoso su Arco Alpino, Apuane, Appennino Ligure e Corsica, nelle giornate più terse.i.fino ad arrivare in cima alla vetta del Monte Penna.
Per questo motivo, gli antichi Liguri lo ritenevano sede della divinità celtica Penn, dal quale prende il nome. In condizioni di cielo limpido si può vedere perfino la Corsica.
Siamo poi scesi dalla parte opposta da dove eravamo arrivati seguendo il sentiero segnalato con i quadrati gialli fino ad arrivare al Passo Dell'incisa. Da qui siamo scesi lungo un sentiero molto largo che ci ha portato prima alla Segheria del bosco e poi di nuovo al sentiero preso all'inizio e quindi alla macchina.
Buona Visione!!!
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Canali Youtube da vedere per chi ama la montagna e l’outdoor:
Pescho Anvi:
Omar Cai Salatissimo:
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music:
1 Octagon by Silent Partner from YouTube Audio Library
2 Gillicuddy - Springish
3 As We Go by The 126ers
4 Golden Days by Topher Mohr and Alex Elena
5 Eagle Rock by Wes Hutchinson
Le Tre Cime Di Lavaredo
Bellissima escursione fatta a settembre (2013), con un gruppo di amici ho camminato attorno alle Tre Cime, seguendo un percorso che raggiunge quattro rifugi, ammirando uno spettacolo di montagna stupendo!
Per arrivare alle Tre Cime di Lavaredo dalla parte dell'Alto Adige si arriva in auto fino a Dobbiaco e poi si prosegue verso la valle di Landro, il lago di Landro e Misurina.
Arrivati al lago di Misurina si svolta a sinistra e si sale lungo una strada asfaltata a doppia corsia fino alla sbarra dove si paga un pedaggio per poter passare e quindi si parcheggia più in alto sul grande parcheggio del rifugio Auronzo (2320 m, Auronzo di Cadore).
Parcheggiata l'auto ai piedi delle Tre Cime (che da questo lato hanno una forma diversa da quella che abitualmente di vede nelle cartoline) si inizia l'escursione lungo una strada sterrata con il numero 101 che, sempre in semi-piano, conduce alla parte opposta delle Tre Cime di Lavaredo. Tratto soleggiato dalla mattina alla sera che passa sopra il limite superiore del bosco, lungo i ghiaioni.
Dopo ca. 20 minuti di cammino arriviamo ad una chiesetta dedicata a Maria Ausiliatrice e poco dopo al rifugio Lavaredo (2344 m).
Dal rifugio Lavaredo si può proseguire a sinistra lungo il sentiero che taglia diagonalmente i depositi detritici alla base della Torre Piccola di Lavaredo (2857 m) o proseguire lungo una strada sterrata fino alla forcella Lavaredo (2454 m) che si raggiunge in ulteriori 45 minuti. La seconda alternativa è sicuramente più lunga ma anche più agevole ed è quella che abbiamo scelto.
Arrivati in cima alla forcella notiamo la forma classica delle Tre Cime di Lavaredo. In lontananza si intravvede il rifugio A. Locatelli (2405 m).
Uno spettacolo mozzafiato: sulla sinistra si ergono maestose le Tre Cime di Lavaredo: La Cima Piccola di Lavaredo (2857 m), la Cima Grande di Lavaredo (2998 m) e la Cima Ovest di Lavaredo (2973 m); di fronte: ilTeston Rudo (2737 m), la Croda dei Rondoi (2800 m), la Torre dei Scarperi (2687 m), il Monte Mattina (2464 m), la Torre Toblino (2617 m) ed il Sasso di Sesto (2539 m) ai piedi del quale si vede il rifugio A. Locatelli. Ed ancora: il Monte Paterno (2744 m) e la Croda Passaporto (2701 m). Raggiunto il Rifugio Locatelli, fatto uno spuntino, siamo ritornati sui nostri passi e scesi dove ci sono alcuni sentieri che conducono lungo il lato nord delle Tre Cime di Lavaredo per arrivare fino alla parte opposta, dove troviamo un piccolo laghetto alpino (la sorgente del fiume Rienza), un rifugio ed un ulteriore laghetto alpino.
Proseguendo raggiungiamo il Col Forcellina ed alla fine dell'attraversamento del grande ghiaione la Forcella di Mezzo, quindi arriviamo nuovamente al parcheggio da cui abbiamo iniziato l'escursione.
In ca. 5 ore si riesce a fare il giro completo delle Tre Cime di Lavaredo, una bellissima escursione non molto faticosa e con pochi dislivelli.
Video con brano originale dell'amico Luca, dal titolo Frecce Tricolori Anthem presente anche sul suo Canale RomeSnowShower - Original Soundtracks:
Beautiful hike made in September (2013), with a group of friends I walked around the Tre Cime , following a path that reaches four shelters , admiring a gorgeous spectacle of the mountain !
To get to the Three Peaks from the South Tyrol you arrive by car to Dobbiaco and then continue towards the Landro Valley , Lake Landro and Misurina .
Arrived at the lake Misurina turn left and climb along a two-lane paved road to the gate where you pay a toll to pass and then you park further up on the big parking lot Auronzo refuge ( 2,320 m , Auronzo ) .
Park the car at the foot of the Three Peaks (which on this side have a shape different from that of commonly seen in postcards) you start the hike down a dirt road with the number 101
Video with original song of his friend Luke , titled Frecce Tricolori Anthem also featured on his channel RomeSnowShower - Original Soundtracks
TERRE BIANCHE - Monte Vignola - Colli Euganei - video completo
Buon giorno a tutti/e, il sentiero presentato nel video e stato realizzato in forma gratuita in quanto molti hanno chiesto di realizzare dei video aiuto per gli escursionisti e non , insomma alle prime armi.
Per realizzare il video percorso siamo partiti dal parcheggio del ristorante Iseo che si trova a Treponti di Teolo (PD ) in via Vallarega nr 16.
Il percorso e semplice si parte dal ristorante e si va verso la via Pastorile da li si svolta a sinistra e si prosegue sempre dritto per la carreggiata che costeggia il monte vignola, finche ci si trova a fiancheggiare l'ultimo stabile se si va dritto si va in strada e se si gira a sinistra si vede un piccolo sentiero a sinistra e che continua a costeggiare il monte , si segue tenendo tutti i sentieri a sinistra finchè ci troviamo sopra al monte , sopra troverete un'altra strada che va sempre verso l'alto la si prende fino a trovare un incrocio di strade sempre bianche che portano a varie abitazioni, se proseguite dritto arriverete a una chiesetta caratteristica del posto e poi dovete tornare indietro e prendere le scalette che trovate lì nell'incrocio .Dalle scalete proseguite a destra finche il sentiero si allarga ( carreggiata bianca ) che va tutto in discesa fino a trovare il bosco. Non entrate nel bosco girate tutto a sinistra e prendete la strada che attraversa il campo di vigne . finchè entrate nel bosco, percorrete tutto il sentiero nel bosco, finchè uscite sulla strada che avete fatto in salita da lì girate a destra e la percorrete in discesa ,finchè finisce la strada bianca e vi ritroverete davanti a una sbarra che recinta un'abitazione, li a destra vedrete un sentiero lo prendete e lo percorrete tutto fino ad arrivare sul parcheggio del ristorante iseo . finito il giro, avete percorso circa 8 km.
qui sotto troverete il link dove potete scaricare il file per il vostro gps:
pagina web dedicata :
sito web:
sponsor :
ortofrutta-beria.it
link utili per l'escursione :
Albert Lanièce
...e il suo CORO VERRES
DG300 nel vento della val Cannobina
31-03-2013
in una giornata di vento in val Cannobina sotto il monte Zeda con le sue nuvole di neve
Rifugio Soldanella da Ballabio (Lecco) - VideoTrekking
Escursione che parte da Ballabio , Valsassina in prov. di Lecco, e ci conduce in 1,10 h al Rifugio Soldanella sito ai Pian dei Resinelli.
A questo indirizzo trovate la descrizione completa del percorso e anche alcune fotografie :
Grazie da Saliinvetta.com
Valle di Saint Barthèlemy: Cuney
La conca di Cuney si trova nella valle di Saint Barthelemy, in valle d'Aosta. Al centro della conca, a lato di una sorgente benedetta che è stata meta di pellegrinaggi dai tempi più antichi nel 1656 venne costruita una cappella. Consacrata il 26 luglio 1659 è dedicata alla Madonna della neve (5 agosto). La cappella originale venne successivamente ricostruita nel 1861. Il dipinto sopra l'altare risale al 1825 e rappresenta i santi Ilario, Bernardo, Bartolomeo ed Eusebio. I muri sono ricoperti di ex voto. Quello di Cuney è il più alto santuario d'Europa (2656 m.).
Il rifugio fu poi costruito tra il 1957 e il 1958.
Le immagini del video vengono dal percorso verso Cuney partendo dal villaggio di Porliod/Lignan (1900 m), Tsa de Fontaney (2307 m.), Col de Salvé (2569 m.) e ai laghi Pisonet (2738 m.) ed Ermite (2680 m.). Il ritorno da Cuney to Porliod ha seguito l'itinearario 11C passando da Sarrioles-Sarreun (2385 m.). La cartina alla fine del video mostra gli itinerari.
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Cuney is a mountain basin situated in Saint Barthelemy valley, in Val d'Aosta region. In the middle of the basin, alongside a consecrated spring which has been the destination for pilgrimages since the earliest times, a chapel was built in 1656, consecrated on the 26th of July 1659 and dedicated to the Madonna della Neve. The original chapel was then rebuilt in 1861. The painting above the altar is dated back to 1825. It shows the Virgin with Child and the saints Ilario, Bernard, Bartholemew and Eusebius. The walls are covered with votive offerings. Cuney is Europe's highest shrine (2656 m.).
The Cuney refuge was then built in 1957_1958.
The pictures have been taken while climbing to Cuney from the village of Porliod (1900 m.), Tsa de Fontaney (2307 m.), Col de Salvé (2569 m.) and to the lakes Pisonet (2738 m.) and Ermite (2680 m.). The return from Cuney to Porliod was on 11C through Sarrioles-Sarreun (2385 m.). A Map at the end of the video show the way.
PIAN DEI RESINELLI (LAGO DI COMO, LECCO, ITALY)
I Piani dei Resinelli, o Piani Resinelli, o Pian de' Resinelli (ossia Altopiano della famiglia Resinelli dal nome della famiglia che ne ebbe la proprietà) è un altipiano compreso tra i 1200 ed i 1300 m s.l.m. situato nelle Prealpi lombarde in provincia di Lecco, dove nasce il torrente Calolden. Questo altipiano è situato alle pendici della Grignetta divenendo un punto di appoggio per le relative escursioni e si estende sui comuni di Abbadia Lariana, Mandello del Lario, Ballabio e Lecco. Le prime notizie risalgono al XVII secolo quando veniva usato dalla famiglia Alippi come alpeggio. Nel 1830 la famiglia Resinelli vi costruì un roccolo di caccia e dal 1930 questo divenne il nome della località. Sul finire del XIX secolo si costruirono i primi rifugi: nel 1899 quello della Società Escursionisti Milanesi e nel 1911 il rifugio Carlo Porta. Nel 1917 venne costruita la chiesetta progettata dall'architetto Paolo Mezzanotte dedicata al Sacro Cuore. All'inizio del XX secolo con la diffusione dell'alpinismo e del turismo nacque l'esigenza di collegare attraverso una strada carrabile i Piani, allora raggiungibili solo con una mulattiera al fondovalle. Il primo progetto realizzato dall'ingegnere Naco Guzzi risale al 1915, ma l'inaugurazione della Strada Consortile Ballabio-Piani Resinelli arrivò solo il 7 ottobre 1936. La strada che era di proprietà di un consorzio costituito dai quattro comuni di Ballabio, Abbadia Lariana, Mandello del Lario e Lecco rimase a pedaggio sino al 1980. Dopo la sua realizzazione i Piani hanno avuto uno sviluppo turistico con la costruzione di rifugi, alberghi, case da vacanza e impianti sciistici. La pratica dello sci ai Resinelli ha origini molto antiche: nel febbraio 1913 la SEL (Società Escursionisti Lecchesi) vi organizzò i primi campionati italiani. In seguito venne realizzato anche un trampolino per il salto con gli sci, successivamente smantellato. Alla fine degli anni Cinquanta sorsero i primi impianti sciistici. In pochi anni vennero aperti tre impianti: gli skilift Coltignone, Baby e la manovia Campo Scuola. La località poté contare su una significativa frequentazione in quanto era ottima sia per i principianti, che per gli sciatori più esperti, che potevano cimentarsi sulle piste servite dallo skilift Coltignone. Negli anni Ottanta il progressivo calo di presenze e la sempre minor quantità di neve crearono difficoltà economiche ai gestori degli impianti sciistici, che vennero così abbandonati. Nel 1961 in seguito alla donazione fatta dalla famiglia lecchese Gerosa-Crotta al Touring Club Italiano di un'area di circa 185 ettari (estesa a nord del monte Coltignone) ai Piani Resinelli nacque il Parco Valentino che comprende anche il Museo Naturalistico delle Grigne.
Galleria di immagini con fotografie scattate giovedì 9 aprile 2015.
Dolomiti del brenta 19 - 23 agosto 2011
Percorso spettacolare indescrivibile. Escursione esequita da Cesare e Pino dal 19 al 23 agosto 2011.
I°giorno: Partenza da Riese Pio X°(TV) per Madonna Di Campiglio,arrivo presso la cabinovia del Grostè, saliti al passo del Grostè in cabinovia, da qui hanno inizio i nostri 5 giorni sulle Dolomiti del Brenta, si percorre il sent. Benini fino alla bocca del tuckett,adesso giù per la vedretta di Brenta arrivo e pernottamento al rif. Tuckett. Breve visita alla chiesetta dedicata a tutti i defunti delle montagne, qui il mio pensiero va a due persone, Marianna Bergamin deceduta poco tempo fa sulle Pale di San Martino, e per il mio amico Antonio Silvestri scomparso qualche anno fa proprio qui sul Crozzon del Brenta, e depongo in loro memoria due fotografie. II° giorno: partenza dal rif. Tuckett si prende il sentiero delle Bocchette alte e arrivo e pernottamento al rif. Alimonta III° giorno: partenza dal rif. Alimonta percorriamo il sent. delle Bocchette Centrali arrivo al rif. Pedrotti qui breve sosta per una birra e si riparte per il sent. Palmieri verso il rif. Agostini dove pernotteremo. Un grazie va per la sua cordialità e gentilezza al gestore del rif. Agostini il signor Roberto Cornella. IV° giorno: lasciamo il rif. Agostini per il sent. attrezzato Castiglioni arrivo e breve sosta con birra al rif. XII Apostoli si riparte per il sent. dell'Ideale passando per la vedretta d'Angola, bocca dei Camosci vedretta d'Ambiez,vedretta della Tosa,sent. attrezzato Brentari arrivo e pernottamento al rif. Pedrotti. V° giorno: partenza dal rif. Pedrotti percorriamo il sentiero Orsi fino al rif. Tuckett, da qui proseguiamo sul sent. 316 dove rangiungiamo la stazione della cabinovia del Grostè che ci portera a valle dove abbiamo parcheggiato l' auto e da qui a casa.
J'Abbruzzu - tratto dallo spettacolo Gli Italiani delle Montagne
Promossa dal CAI Torino e dal Coro Edelweiss del CAI Torino, la cantata è stata ideata dal Maestro Vittorio Antonellini e dal Compositore Luciano Di Giandomenico, con testi di Roberto Biondi e con la consulenza artistica ed organizzativa di Gianluigi Montresor.
Si tratta di una composizione sinfonica originale di 70' , nella quale vanno ad incastonarsi 10 brani corali, 2 brani solistici, numerose letture di testi espressamente ideati per la cantata.
La cantata si articola in diversi momenti: un prologo ed un epilogo (Manet Immota) racchiudono 5 aree tematico-temporali, come in un'ideale giornata che ripercorre alcuni snodi significativi del rapporto tra la gente di montagna e la storia d'Italia degli ultimi 150 anni: l'alba (dal Risorgimento alla Prima Guerra Mondiale), il mezzogiorno (dalla Prima alla Seconda Guerra Mondiale), il tramonto (La Seconda Guerra Mondiale fino all'armistizio), la notte (dal 1943 alla nascita della Repubblica), l'alba di un nuovo giorno (il dopoguerra).
In ciascuno di questi momenti storici, la gente di montagna -- che indifferentemente chiameremo via via Alpini o Alpinisti o Montanari -- ha fornito un contributo determinante alla creazione e alla crescita dell'Unità d'Italia: personaggi storici di rilievo e gente comune, cittadini appassionati e montanari solidi come la roccia, hanno onorato la bandiera italiana, con la vita di tutti i giorni e con gli eroismi dei giorni più bui.
A loro è dedicata questa cantata, e a tutti gli italiani che ancor oggi credono che l'unità nazionale non sia un retaggio retorico del passato, ma una fonte perenne di impegno civile e di partecipazione democratica alla crescita morale ed economica dell'Italia, e di cui CAI ed ANA sono espressione concreta ed operativa non solo nel passato ma ancora ai giorni nostri.
Non a caso il prologo e l'epilogo, che racchiudono la cantata, vanno sotto il nome di MANET IMMOTA, brano originale del M° Di Giandomenico, che prende spunto dal motto della città dell'Aquila, ferita dal terremoto del 2009, e che impavida resiste nonostante tutto, monito ed esempio per tutti gli italiani, per non cedere allo sconforto e, forte della solidarietà nazionale che mai è venuta meno, si propone come la metafora di un futuro migliore per tutta l'Italia.
Setting pathways and signage Monte Carro - CAI Val Comelico - 2136 meters
Opening access on top of Monte Carro, Carnic Alps, Santo Stefano di Cadore
TREKKING - Appennino Tosco Emiliano: Passo delle Forbici - Rifugio Battisti
Dal Casone di Profecchia, località sciistica sulla strada per il Passo delle Radici si prende una strada sulla sinistra che arriva al Passo delle Forbici 1574 m. s.l.m.qui si parcheggia l'auto.
Il sentiero inizia accanto alla cappella, c'è la sbarra, in breve tempo si arriva al rifugio la Segheria all'interno dell'Abetina Reale.
Da qui inizia il sentiero in salita per il Rifugio Battisti a 1761 m. s.l.m.
Dopo pranzo prima di ritornare all'auto, facciamo una breve deviazione per il lago Bargetana.
Il Tricolore Sul Monte Greppino
Oggi pomeriggio verso le 12:00 sono partito da solo con il mio amato cappello alpino e sono andato a mettere la bandiera italiana sul monte greppino... c'erano le rocce tutte gelate, e - 4 gradi° e io nonostante tutto ho messo il tricolore italiano ...!!!
Fanfara Bersaglieri - La Ricciolina
Sul Monte Grappa
ci sta una Ricciolina
che fa l'amore
col bersaglier.
O Ricciolina
tu sei la mia morosa,
sei la morosa
del Bersaglier.
O Bersagliere
parlate un pò più piano
se no la mamma
ci sentirà.
Se la ci sente
non ci fa andare in camera
così l'amore
non si può far.
La Ricciolina
abbraccia il Bersagliere
e se lo bacia
tutta passion.
Il Bersagliere
da un colpo e poi va via
col passo lesto
da Bersaglier.
La Ricciolina
la piange e con ragione
per la passione
del Bersaglier.
A quattro mesi
la luna va in crescenza
e per l'amore di un bersaglier.
A sette mesi
è nato un bel bambino
con la divisa
da Bersaglier.
A cinque anni
andava in bicicletta
col pennacchietto
da Bersaglier.
Ed il bambino
chiamava suo padre
e suo padre
è un Bersaglier.
Il Monte Grappa
ha fatto un Bersagliere
e per la Patria
ed è per te
Colma di Mombarone 2371m 10 Giugno 2018
Parto da Trovinasse, frazione di Settimo Vittone al confine tra il Piemonte e la Valle d'Aosta. Primo tratto nel bosco fino all' Alpe Rasca inferiore, con belvedere sulle cime piemontesi e valdostane. Si percorre quindi un pianoro fiorito che nella seconda parte diventa acquitrinoso, consiglio di rimanere sulla sinistra e aggirare la piana. Dai 1800m comincia un'altra ripida salita, intervallata da nevai più o meno grandi. Il Mombarone è già visibile con il monumento al Cristo Redentore che si staglia nel cielo. Si sale sul ripido fino al rifugio Monbarone 2312m situato sotto la vetta. La valle del'Elvo nel biellese presenta il solito nebbione mentre il lato piemontese-valdostano è ancora libero da nubi. Il monumento in cima alla montagna è dedicato al Cristo Redentore ed è stato eretto per il Giubileo del 1900; ce ne sono una ventina sparsi per l'Italia nelle varie regioni. Questa costruzione è quella del Piemonte settentrionale, ed è stata riedificata dopo che nel 1948 un fulmine la distrusse ; mostra il Cristo con la croce che domina la cappella sottostante chiusa da un cancelletto e con all'interno un bauletto di legno con il libro di vetta. Trascorro più di un'ora in cima e riparato dl vento mi godo il pranzo. Intanto il vento scopre le cime del Mars e del Mucrone. In discesa mi fermo prima al rifugio e quindi al bivacco Adriano Cosa della sezione alpini di Ivrea, situato una cinquantina di metri sotto il rifugio stesso. Bello il panorama sulla vallata e sulle cime che pian piano si coprono. Al di sotto dei 1700m torna il sole e mi avvicino all'auto. Bella escursione in un luogo sempre visto dalle montagne vicine ma dove non ero mai salito. In solitaria. 10 Giugno 2018.
GRUPPO FOLKLORISTICO MOTTARONE Avv. Fiorito - Sovazzinella
La sovazzinella, inno del gruppo folk... la prima strofa con ritornello