Ercolano - La Casa del Rilievo di Telefo
La casa del Rilievo di Telefo è una casa di epoca romana, sepolta durante l'eruzione del Vesuvio del 79 e riportata alla luce a seguito degli scavi archeologici dell'antica Ercolano: è così chiamata poiché al suo interno venne rinvenuto un altorilievo raffigurante il mito di Telefo.
Originariamente la casa del Rilievo di Telefo era unita con la casa della Gemma ed apparteneva con ogni probabilità a Marco Nonio Balbo:durante dei lavori di ristrutturazione, nel periodo augusteo, le due abitazioni vennero divise, assumendo l'aspetto definitivo; altri lavori di restauro si resero necessari a seguito dei danni provocati dal terremoto di Pompei del 62. Durante l'eruzione del Vesuvio del 79, così come il resto della città, anche la casa venne sepolta sotto una coltre di fango e fu riportata alla luce agli inizi del XX secolo a seguito degli scavi condotti da Amedeo Maiuri.
Con i suoi milleottocento metri quadrati, la casa è la seconda più grande di Ercolano dopo la casa dell'Albergo: sorge nei pressi delle Terme Suburbane a cui è collegata tramite un accesso privato, ha un impianto irregolare, frutto dei continui ampliamenti per avvicinarsi al mare, e strutturata su tre livelli. Superato il vestibolo, si accede all'atrio: dal tipico aspetto ellenistico, è molto simile ad un peristilio, con impluvium centrale in marmo, trasformato dopo il terremoto del 62 in un pluteo per accogliere piante e due colonnati laterali, utilizzati per reggere il piano superiore: le colonne sono realizzate in mattoni ricoperte di stucco rosso, mentre le pareti hanno affreschi in terzo stile di colore giallo, anche se per effetto dei gas sviluppatisi a seguito dell'eruzione sono diventati rossi, con decorazione di elementi architettonici; tra le colonne sono stati rinvenuti otto oscilla, ossia dischi in marmo sui quali sono raffigurati scene dionisiache. Sull'atrio si aprono una diaeta, all'interno della quale è stato rinvenuto un altorilievo, di cui oggi è possibile osservare una copia, raffigurante il mito di Telefo, un oecus, originariamente rivestito in marmo, l'accesso alla stalla, che gode anche di un ingresso direttamente dalla strada e il tablino, con pavimento a mosaico bianco e doppio bordo nero e pareti in stucco giallo. Un corridoio a rampa conduce al livello sottostante dove si trova il peristilio, porticato su tutti e quattro i lati con trentadue colonne in opera listata: circonda un giardino ed una piscina che conserva ancora l'intonaco di colore blu. Intorno al peristilio si aprono tre ambienti tutti pavimentati a mosaico ed al di sotto di questi, ancora da esplorare, si trovano altre stanze delle quali sono visibili solo i bordi decorati a stucco. Un altro corridoio porta ad una sorta di torre, caratterizzata da più livelli, dei quali i più bassi al momento dell'eruzione erano già in disuso poiché soggetti all'azione negativa del mare: esternamente la torre è decorata da semicolonne che sorreggono archi, mentre all'interno ogni piano è suddiviso in tre o quattro camere ed in particolare, ben conservati sono sia l'ultimo piano con pavimento in marmi policromi e pareti in cipollino e africano, sia quello sottostante che presenta marmi meno pregiati in opus sectile come pavimentazione e stucchi alle pareti in rosso e bianco che tendono a riprodurre la carta da parati.
All'interno della casa sono state ritrovate un gran numero di statue tutte di scuola neoattica, oltre ad un sigillo in bronzo appartenente con ogni probabilità ad un servo. Durante alcuni scavi condotti sulla spiaggia, dopo aver rimosso circa un metro di fango, sono venuti alla luce trenta metri quadrati di pezzi di legno non carbonizzato appartenenti all'abitazione: questi dovevano far parte del tetto ed hanno conservato la loro colorazione in azzurro e rosso, oltre a mostrare segni d'incastro tra loro.
Ercolano mostra a Londra i suoi tesori
Per la prima volta nella storia del British Museum, Ercolano è in mostra a Londra. Numerosi reperti provenienti dagli scavi archeologici di una delle cittadine che l'eruzione del Vesuvio del 79 d.C. seppellì, sono dal 23 marzo al 29 settembre esposti nell'ambito di 'Life and death in Pompeii and Herculaneum' sponsorizzata dalla Goldman Sachs. A Londra sono esposte 250 preziose testimonianze della vita quotidiana dei romani che vivevano nei siti vesuviani: così il corredo chirurgico di un medico, uno dei fuggiaschi, il cui scheletro è stato rinvenuto nei fornici della spiaggia di Ercolano, o una serie di gemme rinvenute nelle fogne del cardine V, ed ancora reperti appartenenti ai tripudi, mobili da cerimonia, trovati nella Villa dei Papiri ed il pannello del controsoffitto della Casa del rilievo di Telefo. Ed ancora tavolini, armadietti ed una culla, oggetti di arredamento mai esposti o conservati normalmente anche se restaurati nei depositi della Soprintendenza archeologica. In mostra ancora lenticchie, fichi, datteri, cipolle, piselli, mandorle e grano a testimonianza di cosa mangiavano gli abitanti vesuviani poco prima di essere carbonizzati dalle ceneri ardenti del Vesuvio. Una mostra importante perché per sei mesi Pompei, Ercolano e gli altri siti saranno al centro del percorso espositivo internazionale. L'appuntamento si spera sia una anteprima di quella che dovrà essere l'apertura nel 2014 dell'Antiquarium di Ercolano, uno spazio espositivo ed un laboratorio didattico, di cui si parla da anni, dove esporre in maniera permanente gli oggetti di vita quotidiana venuti alla luce nel corso degli scavi archeologici degli ultimi 10 anni, ciò che fino ad oggi se è stato visto lo è stato per le mostre nazionali ed internazionali.
La città che con Pompei ed Oplonti fu devastata da venti ore di furia del vulcano continua a parlare grazie agli scavi ed ai diversi progetti internazionali di studio e ricerca. In epoca recentissima alcune importanti scoperte come il tetto in legno che ricopriva il Salone dei marmi della Casa del rilievo di Telefo. Al di sotto di uno strato di fango solidificato dell'eruzione del 79 d. C., è stato rinvenuto un intero tetto romano, con le assi e le travi ancora perfettamente conservati, e una serie preziosa di elementi decorativi del controsoffitto del vasto ambiente. Così a Londra e si spera presto ad Ercolano, un cesto da biancheria, una panca da giardino ed una culla per neonato, sono i pezzi eccezionali che narrano il glorioso passato. In vetrina oggetti che spiegano come uomini d'affari, donne potenti, schiavi liberati e bambini vivevano. Tra i reperti più preziosi un dipinto che mostra il fornaio Terentius Neo con sua moglie, persone comuni che erano anche alfabetizzate e che morirono carbonizzate ad opera di una delle più grandi eruzioni di tutti i tempi.
Ercolano (Parte seconda)
a visita negli scavi di Ercolano nell' aprile 2016.
I nostri reportage sono raccolti e consultabili sul portale online
infomuseum.org
notizie, mostre, musei, artisti e altro
Opere:
01:14 Decumano Massimo
03:29 Casa del colnnato tuscanico
03:52 Thermopolium
05:03 Collegio degli Augustali
07:29 Terme del Foro
08:23 Palestra
08:51 Fontana di Nettuno
09:01 Casa Sannitica
09:52 Casa di Nettuno e Anfitrite
11:17 Casa dal gran portale
11:57 Casa del tramezzo di legno
12:48 Casa dall'atrio a mosaico
13:20 Casa dell'Albergo
13:37 Casa di Argo
Musiche realizzate dal Burning Streets Project -
ERCOLANO LA CITTA SEPOLTA
Ercolano è famosa nel mondo per gli scavi archeologici della città romana fondata, secondo la leggenda, da Ercole e distrutta dall'eruzione del Vesuvio del 79; insieme a quelli di Pompei e Oplontis, fanno parte dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.
Secondo la leggenda narrata da Dionigi di Alicarnasso, Ercolano venne fondata da Ercole nel 1243 a.C., di ritorno dall'Iberia mentre storicamente fu fondata o dagli Osci nel XII secolo a.C, come sostenuto da Strabone, o dagli Etruschi tra il X ed l'VIII secolo a.C.. Conquistata dai Greci nel 479 a.C., che le diedero l'impianto proposto da Ippodamo da Mileto, passò successivamente prima sotto il dominio dei Sanniti e poi sotto quello dei Romani, nell'89 a.C., a seguito della guerra sociale, diventando un municipio. La città divenne quindi un luogo residenziale per l'aristocrazia romana e visse il suo periodo di massimo splendore grazie al tribuno Marco Nonio Balbo, il quale l'abbellì facendo costruire nuovi edifici, come la Basilica, e restaurando altri: nello stesso periodo furono costruiti anche due complessi termali e il Teatro. In seguito fu gravemente danneggiata dal terremoto di Pompei del 62 e poi completamente sepolta sotto una coltre di fango e materiali piroclastici alta dai dieci ai venticinque metri a seguito dell'eruzione del Vesuvio del 79 tale strato, col passare degli anni, si solidificò, formando un piano di roccia chiamato pappamonte, simile al tufo ma più tenero, che protesse i resti della città.
Scavi di Ercolano
Gli scavi archeologici di Ercolano hanno restituito i resti dell'antica città di Ercolano, seppellita sotto una coltre di ceneri, lapilli e fango durante l'eruzione del Vesuvio del 79, insieme a Pompei, Stabiae ed Oplonti.
Ritrovata casualmente a seguito degli scavi per la realizzazione di un pozzo nel 1709, le indagini archeologiche ad Ercolano cominciarono nel 1738 per protrarsi fino al 1765; riprese nel 1823, si interruppero nuovamente nel 1875, fino ad uno scavo sistematico promosso da Amedeo Maiuri a partire dal 1927: la maggior parte dei reperti rinvenuti sono ospitati al museo archeologico nazionale di Napoli, mentre è del 2008 la nascita del museo archeologico virtuale che mostra la città prima dell'eruzione del Vesuvio.
Il sito di Ercolano, gestito dalla Soprintendenza Pompei, viene visitato mediamente da trecentomila turisti ogni anno: nel 1997, insieme alle rovine di Pompei ed Oplonti, è entrato a far parte della lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.
Nel 2016 gli scavi hanno fatto registrare 437107 visitatori.
Scavi di Ercolano - giugno 2017 - Claudio Costanzi
Ercolano, completamente sepolta sotto una coltre di fango e materiali piroclastici alta dai dieci ai venticinque metri a seguito dell'eruzione del Vesuvio del 79. Tale strato, col passare degli anni, si solidificò, formando un piano di roccia chiamato pappamonte, simile al tufo ma più tenero, che protesse i resti della città. Il suo ritrovamento avvenne per caso nel 1709 da un contadino di nome Ambrogio Nocerino, detto Enzechetta, durante lo scavo di ampliamento di un pozzo per l'irrigazione del suo orto.
Il rilancio di Pompei in collaborazione con l'Archeologico
Roma, (askanews) - Una Pompei nuova quella che appare al visitatore con la riapertura di cinque domus restaurate. Nuova anche nella concezione, lavorare in più stretta collaborazione con il museo archeologico di Napoli.
Nella città sepolta da Vesuvio riapre il complesso di Giulia Felice, un albergo con impianto termale e un porticato dalle colonne quadrate in marmo con ampio giardino, accessibile dallo spiazzo dell'Anfiteatro.
Riaprono i bellissimi giardini della casa di Octavius Quartius e quelli della Casa del Frutteto, ma anche quelli della casa della Venere in Conchiglia, dove risplende l'affresco della dea sul mare.
Infine la Casa di Marco Lucrezio sulla via Stabiana. Una piccola parte della Pompei che sarebbe ancora da esplorare, ma abbastanza per dare fiducia nel futuro di questo sito così complicato che ha raccolto 3,2 milioni di visitatori nel 2015, il 20% in più rispetto all anno precedente.
E a Pompei sono stati esposti anche i resti di cibo e frutta carbonizzati. Perché il sovrintendente Massimo Osanna ha un progetto preciso: Io credo molto nella rete di collaborazioni, e questo è un esempio di come si possa lavorare uniti. Pompei non può essere una monade isolata, si deve aprire al mondo, alle istituzioni, al ministero: con Napoli il dialogo deve essere serrato e con Paolo Giulierini ci stiamo riuscendo.
Sì, perché grossi pezzi di Pompei ed Ercolano non sono dove si trovavano al momento dell'eruzione, bensì all'Archeologico di Napoli, il museo che ospita i reperti e gli arredi delle città sepolte dalla lava. La sfida è portare anche a Napoli i turisti.
Collaborazione quindi in primo luogo con il sovrindentente Giulierini, che in parallelo alla riapertura delle domus,ha organizzato la mostra Mito e natura: per riportarci al senso della natura percepito dagli abitanti dell'antica Pompei.
Scavi di Ercolano Herculaneum Ruins Hotel Beb www.bbfauno.com
L'antica città di Herculaneum, già gravemente danneggiata dal terremoto del 62, venne distrutta dall'eruzione del Vesuvio (79), che la coprì con un'ingentissima massa di fango, cenere ed altri materiali eruttivi. B&B Pompei Il Fauno dista solo 20 minuti dagli Scavi di Ercolano!! Prenota online su bbfauno.com Per Info whatsapp 3273543655
Scavi di Ercolano
2 Novembre 2013
In giro per gli scavi di Ercolano!
Gli scavi archeologici di Ercolano hanno restituito i resti dell'antica città di Ercolano, seppellita sotto una coltre di ceneri, lapilli e fango durante l'eruzione del Vesuvio del 79, insieme a Pompei, Stabiae ed Oplonti.
Ritrovata casualmente a seguito degli scavi per la realizzazione di un pozzo nel 1709, le indagini archeologiche ad Ercolano cominciarono nel 1738 per protrarsi fino al 1765; riprese nel 1823, si interruppero nuovamente nel 1875, fino ad uno scavo sistematico promosso da Amedeo Maiuri a partire dal 1927: la maggior parte dei reperti rinvenuti sono ospitati al museo archeologico nazionale di Napoli, mentre è del 2008 la nascita del museo archeologico virtuale che mostra la città prima dell'eruzione del Vesuvio[1].
Il sito di Ercolano, gestito dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei, viene visitato mediamente da trecentomila turisti ogni anno: nel 1997, insieme alla rovine di Pompei ed Oplonti, è entrato a far parte della lista dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO[2].
Gli ultimi scavi a Ercolano hanno riportato alla luce preziosi tesori d'arte
Giornale Luce B0428 del 1934
Descrizione sequenze:gruppo di piccole case ; operai in lavori di scavo, caricano carriole di terra, . ; ingresso di antica villa, giardini, corridoi interni ; un restauratore attacca le tessere di un mosaico ; oggetti d'arte antica in vetrine e in esposizione in una sala ; scorci dell'antica città, ;
Archivio Storico Luce .
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ERCOLANO: LA VILLA DEI PAPIRI
ERCOLANO: LA VILLA DEI PAPIRI
Ercolano. MAV: inaugura Herculaneum 360.
saraci
HERCULANEUM VLOG: A RAINY DAY IN ERCOLANO PROVINCE OF NAPLES CAMPANIA ITALY
Herculaneum - Campania - Italy.
Located in the shadow of Mount Vesuvius, Herculaneum was an ancient Roman town destroyed by volcanic pyroclastic flows in 79 AD. Its ruins are located in the commune of Ercolano, Campania, Italy. It is most famous for having been lost, along with Pompeii, Stabiae, Oplontis and the neighborhood of Monte Bursaccio in Boscoreale, in the eruption of Mount Vesuvius in AD 79 that buried it in superheated pyroclastic material. It is also famous as one of the few ancient cities that can now be seen in almost its original splendor; unlike Pompeii, it was mainly affected by pyroclastic flows, thus preserving the wooden objects such as roof tops, building beams, beds, doors, and even food. Moreover, Herculaneum was a wealthier town than Pompeii, possessing an extraordinary density of fine houses, and far more lavish use of colored marble cladding. The discovery in recent years of some 300 skeletons along the sea shore came as a surprise, as it had been assumed that the town had been evacuated.
MUSIC CREDIT: NOCOPYRIGHTSOUNDS
RetroVision-PUZZLE
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Killercats Kaibu
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Defqwop: Heart Afire
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Ercolano: Chiusura degli scarichi a mare
Herkulaneum Ausgrabungen bei Neapel 4K
Herculaneum (ital. Ercolano) war eine antike Stadt am Golf von Neapel, die wie Pompeji und Stabiae beim Ausbruch des Vesuvs in der zweiten Hälfte des Jahres 79 untergegangen ist. (Wikipedia)
Ercolano Terme Suburbane - www vesuvioweb com
Le Terme Suburbane di Ercolano. Musica di Geirr Tveitt: Fare Thee Well. 2009.
VISITA: Ercolano celebra David Packard, mecenate da un decennio
Ercolano, (TMNews) - Ercolano ha accolto e celebrato il suo mecenate, David Packard junior con una seduta in Consiglio Comunale e una visita agli scavi archeologici dove sta per dare il via ad una nuova sfida: ridare splendore alla Villa dei Papiri. Figlio di uno dei fondatori della multinazionale dell'informatica e alla guida della fondazione Packard Humanities Institute, Packard festeggia oltre 10 anni di collaborazione e impegno con la città per la ristrutturazione e il mantenimento degli scavi. Nell'impresa il patron del colosso informatico ha investito circa 20 milioni di euro, per passione, dice. Questo luogo è più bello di quando ci sono venuto per la prima volta e ne sono molto felice ha dichiarato sostenendo di essere soddisfatto dei lavori compiuti. Le idee da realizzare sono ancora tante, oltre ai lavori su Villa dei Papiri Packard ha affermato che gli piacerebbe realizzare un museo direttamente all'interno degli scavi per conservare tutti i reperti recuperati.
Herculaneum Casa dei Cervi - www vesuvioweb com
Una dimora nobile e ricca nell'antica città romana di Herculaneum. La cosiddetta Casa dei Cervi. Prende il nome dal rinvenimento di statue di marmo il cui soggetto è la caccia a due cervi. Commento musicale: Frédéric Chopin (1810 - 1849)
Waltz No.19 in A minor. Realizzazione grafica Aniello Langella 2009.