Mussomeli Castello Manfredonico o Castello di Mussomeli Италия 1
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Castello Manfredonico di Mussomeli
Il castello di Mussomeli (noto anche come castello manfredonico) è una fortezza eretta tra il XIV e il XV secolo. Si trova su una rupe, a due chilometri ad est di Mussomeli (provincia di Caltanissetta), ad un'altezza di circa 778 metri.[1] La rocca di Mussomeli (anni venti) Le tracce architettoniche più antiche del sito sono di epoca sveva (tra queste, la cappella, posta nel recinto interno). Il castello fu poi edificato tra il 1364 e il 1367[2] da Manfredi III Chiaramonte, conte di Modica (morto nel 1391), mentre le forme attuali del fortilizio si devono soprattutto all'intervento operato all'inizio del XV secolo dai Castellar, signori di Mussomeli.[3] Oltre alla cappella, assai rilevante è la cosiddetta sala dei Baroni (o sala del trono), anch'essa sita nel recinto interno. Su questa corte affacciano dei pregiati portali di stile chiaramontano.[4] Interessante pure la sala del camino e la sala da pranzo, caratterizzate da elementi gotici, e la camera da letto del conte, a doppia volta a crociera. Da ricordare ancora l'armeria, la cosiddetta camera della morte, con insidiose botole, la stanza delle tre donne e il carcere feudale. All'esterno si notano il ricovero del corpo di guardia e la cappella, dedicata prima a san Giorgio, protettore dei Chiaramonte, indi alla Madonna della Catena, con probabile riferimento ai detenuti.[5] Nel 1391 il maniero entrò in possesso di Andrea Chiaramonte, che ebbe dei seri contrasti con la regina Maria, tanto da essere giustiziato l'anno successivo.[6] La rocca passerà ai Moncada e, più tardi, in modo definitivo, ai Lanza: Cesare Lanza, nel 1564, acquisirà il rango di primo conte di Mussomeli. Suo figlio Ottavio, nei primi anni del Seicento, decise di abbandonarla e adibirla a carcere: poi verrà abbandonata alla mercé delle intemperie e ciò la salvaguarderà, almeno, dai rifacimenti secenteschi e settecenteschi con la conservazione dell'aspetto originario, seppure degradato.[7] Il castello manfredonico, oltre alla sua mimetizzazione nella roccia calcarea, all'impervia e solitaria posizione, simile ad un nido d'aquila, che lo differenziava da altri fortilizi, contraddistinguendo il paesaggio e lo scenario della zona, acquistò rinomanza, anche fuori della Sicilia (lo volle visitare anche il kaiser Guglielmo II di Germania), per le leggende e le storie che riguardavano le sue mura.[8] Rimasero nella mente di molte persone l'episodio delle tre donne murate vive; la tragica vicenda di Laura Lanza, figlia di Cesare e baronessa di Carini, effettivamente avvenuta e documentata in un atto del 1563, conservato nella chiesa parrocchiale del suddetto paese siciliano[9]; il fatto riguardante lo spagnolo don Guiscardo de la Portes, al servizio, nel 1392, del re Martino I di Sicilia, presunto fantasma del maniero, morto durante un combattimento contro il ribelle Andrea Chiaramonte.[10] Restauri[modifica | modifica wikitesto] Il castello venne restaurato nel 1911, a cura dell'architetto Ernesto Arnò.[11] Un altro importante restauro è stato effettuato all'inizio del XXI secolo, con un investimento di 2,2 milioni di euro[
Mussomeli The Castle ( CL)
il castello manfredonico è una fortezza eretta tra il XIV e il XV secolo. Si trova su una rupe, a due chilometri ad est di Mussomeli .
Mussomeli,alcune scene del film: La Baronessa di Carini nel castello Manfredonico - (2007)
Castello Manfredonico di Mussomeli (CL) Sicilia - (2007)
Alcune scene del film: LAMARO CASO DELLA BARONESSA DI CARINI regia di Umberto Marino su (Rai 1)
Tra gli attori del film: VITTORIA PUCCINI (Elisa di Rivombrosa),LUCA ARGENTERO (fiction CARABINIERI e grande fratello),ENRICO LO VERSO(attore siciliano film La Scorta..)
La RAI non si è di specificarlo o di ringraziare il comune di
Mussomeli nei titoli di coda.
video realizzato da Salvatore Favata
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Il Castello di Mussomeli nel suo fascino architettonico e mistero
Leggende
numerose sono le leggende nate dalla sua storia, come quella delle tre donne, una delle più conosciute, che vede un potente principe chiamato Federico, residente nel Castello e fratello di tre graziose gentildonne cui era molto legato: Clotilde, Margherita e Costanza. Un giorno, dovendosi allontanare per la guerra, decise di non affidare a nessuno le sue tre sorelle, preferendo chiuderle in un stanza con i viveri sufficienti per tutto il periodo. Ma la guerra durò per molto tempo ed al suo ritorno, il principe Federico le trovò morte con le scarpe tra i denti. Quella stanza, oggi è detta appunto “delle tre donne”.
Il Castello di Mussomeli è legato anche alla vicenda della baronessa di Carini in quanto il padre, Don Cesare Lanza, a quel tempo il signore della baronia, qui si rifugiò dopo il delitto. Per non parlare, poi, della vicenda d’amore del soldato innamorato della figlia di Manfredi e per questo condannato a morire nella torre. La disperazione del povero innamorato lo porterà a gettarsi nel vuoto
Il Castello di Mussomeli ed i suoi fantasmi
La storia più coinvolgente, tuttavia, è senza dubbio quella legata al fantasma del castello: Don Guiscardo de la Portes. Nel 1975, il suo spirito comparve al custode Pasquale Messina: Dopo aver accompagnato gli ultimi visitatori, mi stavo riposando fumando una sigaretta quando ad un tratto sentii una folata di vento e subito dopo si materializzò un corpo. Il fantasma raccontò tutta la sua storia: egli era figlio di un mercante spagnolo. Marito della bella Esmeralda, partì per la Sicilia con l’esercito di Re Martino I per sedare la rivolta di Andrea Chiaramonte.
Lasciò così la sua bella moglie in attesa di un figlio. Desideroso di vedere il Castello di Manfreda (antico nome di Mussomeli), il soldato lasciò la città di Palermo diretto nel cuore della Sicilia. Durante il suo viaggio, però, venne attaccato dai soldati di Don Martinez, un uomo innamorato della bella Esmeralda, da lei rifiutato. Volendosi vendicare per il torto subito, ordinò la morte del suo rivale. Ferito gravemente, Guiscardo imprecò contro Dio. Poco dopo, capì d’essere uscito dal suo corpo e,a impossibilitato a percorrere la strada verso il Paradiso per via delle ingiurie dette prima della morte, venne condannato a vagare per mille anni sulla terra. Successivamente all’apparizione al custode, il fantasma sembra si sia mostrato anche ad un gruppo di turisti.
Storia
Le tracce architettoniche più antiche del sito sono di epoca sveva (tra queste, la cappella, posta nel recinto interno). Il castello fu poi edificato tra il 1364 e il 1367 da Manfredi III Chiaramonte, conte di Modica (morto nel 1391), mentre le forme attuali del fortilizio si devono soprattutto all'intervento operato all'inizio del XV secolo dai Castellar, signori di Mussomeli.
Oltre alla cappella, assai rilevante è la cosiddetta sala dei Baroni (o sala del trono), anch'essa sita nel recinto interno. Su questa corte affacciano dei pregiati portali di stile chiaramontano.Interessante pure la sala del camino e la sala da pranzo, caratterizzate da elementi gotici, e la camera da letto del conte, a doppia volta a crociera. Da ricordare ancora l'armeria, la cosiddetta camera della morte, con insidiose botole, la stanza delle tre donne e il carcere feudale. All'esterno si notano il ricovero del corpo di guardia e la cappella, dedicata prima a san Giorgio, protettore dei Chiaramonte, indi alla Madonna della Catena, con probabile riferimento ai detenuti.
Nel 1391 il maniero entrò in possesso di Andrea Chiaramonte, che ebbe dei seri contrasti con la regina Maria, tanto da essere giustiziato l'anno successivo.
La rocca passerà ai Moncada e, più tardi, in modo definitivo, ai Lanza: Cesare Lanza, nel 1564, acquisirà il rango di primo conte di Mussomeli. Suo figlio Ottavio, nei primi anni del Seicento, decise di abbandonarla e adibirla a carcere: poi verrà abbandonata alla mercé delle intemperie e ciò la salvaguarderà, almeno, dai rifacimenti secenteschi e settecenteschi con la conservazione dell'aspetto originario, seppure degradato.
Il castello manfredonico, oltre alla sua mimetizzazione nella roccia calcarea, all'impervia e solitaria posizione, simile ad un nido d'aquila, che lo differenziava da altri fortilizi, contraddistinguendo il paesaggio e lo scenario della zona, acquistò rinomanza, anche fuori della Sicilia (lo volle visitare anche il kaiser Guglielmo II di Germania), per le leggende e le storie che riguardavano le sue mura.
Rimasero nella mente di molte persone l'episodio delle tre donne murate vive; la tragica vicenda di Laura Lanza, figlia di Cesare e baronessa di Carini, effettivamente avvenuta e documentata in un atto del 1563, conservato nella chiesa parrocchiale del suddetto paese siciliano; il fatto riguardante lo spagnolo don Guiscardo de la Portes, al servizio, nel 1392, del re Martino I di Sicilia, presunto fantasma del maniero, morto durante un combattimento contro il ribelle Andrea Chiaramonte.
Sito Archeologico Polizzello e Castello Manfredonico (Mussomeli)
Audiovisivo realizzato per Legambiente Caltanissetta in occasione dell'escursione Una domenica speciale alla scoperta dei nostri territori.
Oltre al Castello ed al Parco archeologico, la comitiva di escursionisti ha visitato la sorgente detta a' favara, le rocce mesozoiche, la necropoli, la casa di Genco Russo e la borgata di Polizzello.
(La presente opera audiovisiva ha esclusivamente carattere di studio e persegue finalità di valorizzazione della cultura siciliana).
Regia e montaggio di Ubaldo Scarantino
Musica di Mario Fabiani
Castello di Mussomeli veduta aerea riprese effettuate con multirotore esacottero
Leggende
numerose sono le leggende nate dalla sua storia, come quella delle tre donne, una delle più conosciute, che vede un potente principe chiamato Federico, residente nel Castello e fratello di tre graziose gentildonne cui era molto legato: Clotilde, Margherita e Costanza. Un giorno, dovendosi allontanare per la guerra, decise di non affidare a nessuno le sue tre sorelle, preferendo chiuderle in un stanza con i viveri sufficienti per tutto il periodo. Ma la guerra durò per molto tempo ed al suo ritorno, il principe Federico le trovò morte con le scarpe tra i denti. Quella stanza, oggi è detta appunto “delle tre donne”.
Il Castello di Mussomeli è legato anche alla vicenda della baronessa di Carini in quanto il padre, Don Cesare Lanza, a quel tempo il signore della baronia, qui si rifugiò dopo il delitto. Per non parlare, poi, della vicenda d’amore del soldato innamorato della figlia di Manfredi e per questo condannato a morire nella torre. La disperazione del povero innamorato lo porterà a gettarsi nel vuoto
Il Castello di Mussomeli ed i suoi fantasmi
La storia più coinvolgente, tuttavia, è senza dubbio quella legata al fantasma del castello: Don Guiscardo de la Portes. Nel 1975, il suo spirito comparve al custode Pasquale Messina: Dopo aver accompagnato gli ultimi visitatori, mi stavo riposando fumando una sigaretta quando ad un tratto sentii una folata di vento e subito dopo si materializzò un corpo. Il fantasma raccontò tutta la sua storia: egli era figlio di un mercante spagnolo. Marito della bella Esmeralda, partì per la Sicilia con l’esercito di Re Martino I per sedare la rivolta di Andrea Chiaramonte.
Lasciò così la sua bella moglie in attesa di un figlio. Desideroso di vedere il Castello di Manfreda (antico nome di Mussomeli), il soldato lasciò la città di Palermo diretto nel cuore della Sicilia. Durante il suo viaggio, però, venne attaccato dai soldati di Don Martinez, un uomo innamorato della bella Esmeralda, da lei rifiutato. Volendosi vendicare per il torto subito, ordinò la morte del suo rivale. Ferito gravemente, Guiscardo imprecò contro Dio. Poco dopo, capì d’essere uscito dal suo corpo e,a impossibilitato a percorrere la strada verso il Paradiso per via delle ingiurie dette prima della morte, venne condannato a vagare per mille anni sulla terra. Successivamente all’apparizione al custode, il fantasma sembra si sia mostrato anche ad un gruppo di turisti.
Storia
Le tracce architettoniche più antiche del sito sono di epoca sveva (tra queste, la cappella, posta nel recinto interno). Il castello fu poi edificato tra il 1364 e il 1367 da Manfredi III Chiaramonte, conte di Modica (morto nel 1391), mentre le forme attuali del fortilizio si devono soprattutto all'intervento operato all'inizio del XV secolo dai Castellar, signori di Mussomeli.
Oltre alla cappella, assai rilevante è la cosiddetta sala dei Baroni (o sala del trono), anch'essa sita nel recinto interno. Su questa corte affacciano dei pregiati portali di stile chiaramontano.Interessante pure la sala del camino e la sala da pranzo, caratterizzate da elementi gotici, e la camera da letto del conte, a doppia volta a crociera. Da ricordare ancora l'armeria, la cosiddetta camera della morte, con insidiose botole, la stanza delle tre donne e il carcere feudale. All'esterno si notano il ricovero del corpo di guardia e la cappella, dedicata prima a san Giorgio, protettore dei Chiaramonte, indi alla Madonna della Catena, con probabile riferimento ai detenuti.
Nel 1391 il maniero entrò in possesso di Andrea Chiaramonte, che ebbe dei seri contrasti con la regina Maria, tanto da essere giustiziato l'anno successivo.
La rocca passerà ai Moncada e, più tardi, in modo definitivo, ai Lanza: Cesare Lanza, nel 1564, acquisirà il rango di primo conte di Mussomeli. Suo figlio Ottavio, nei primi anni del Seicento, decise di abbandonarla e adibirla a carcere: poi verrà abbandonata alla mercé delle intemperie e ciò la salvaguarderà, almeno, dai rifacimenti secenteschi e settecenteschi con la conservazione dell'aspetto originario, seppure degradato.
Il castello manfredonico, oltre alla sua mimetizzazione nella roccia calcarea, all'impervia e solitaria posizione, simile ad un nido d'aquila, che lo differenziava da altri fortilizi, contraddistinguendo il paesaggio e lo scenario della zona, acquistò rinomanza, anche fuori della Sicilia (lo volle visitare anche il kaiser Guglielmo II di Germania), per le leggende e le storie che riguardavano le sue mura.
Rimasero nella mente di molte persone l'episodio delle tre donne murate vive; la tragica vicenda di Laura Lanza, figlia di Cesare e baronessa di Carini, effettivamente avvenuta e documentata in un atto del 1563, conservato nella chiesa parrocchiale del suddetto paese siciliano; il fatto riguardante lo spagnolo don Guiscardo de la Portes, al servizio, nel 1392, del re Martino I di Sicilia, presunto fantasma del maniero, morto durante un combattimento contro il ribelle Andrea Chiaramonte.
Castello di Mussomeli
Gita al castello di Mussomeli (CL) Sicilia
Mussomeli Il castello Manfredonico ripreso da Linea Verde
Mussomeli Il castello Manfredonico ripreso da Linea Verde
Quando la neve cade , la natura ascolta.Mussomeli - (10-1-2017)
Le immagini innevate del Castello Manfredonico di Mussomeli - (CL)
e dintorni.
Riprese e montaggio di Salvatore Favata
Mussomeli - (10 gennaio 2017)
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Mussomeli antica fiera del castello 2016
104° edizione Antica Fiera del Castello a Mussomeli (CL). Il Castello di Mussomeli è di certo tra i più belli e ben conservati della Sicilia. A volerlo costruire fu Manfredi Chiaramonte a metà del 1300 sulla base di una precedente fortezza araba, meravigliato dalla strategica posizione che domina un vasto territorio dai suoi 778 metri s.l.m.
Dal 1 al 3 settembre la Città di Mussomeli accoglie l'Antica Fiera del Castello: Workshop, esposizione di bestiame, cortei storici, trampolieri, musici, giocolieri, mangiafuoco, sbandieratori, enogastronomia e tanto altro
Castello Manfredonico
Il castello Chiaramontano, o Manfredonico che dir si voglia, è nato per volere di Manfredi III di Chiaramonte nel 1370.
Questo antico maniero è il fiore all'occhiello della cittadina di Mussomeli che oggi conta 12.000 abitanti.
A circa due chilometri dall'abitato si erge maestoso e imponente il castello, che dopo gli ultimi recenti restauri, ha ritrovato un pò del suo originario splendore.
Il lato sud del castello è quello che più affascina, e nello stesso tempo si rimane estasiati ad ammirare la mastodontica opera ricavata sulla roccia.
MUSSOMELI (CL ) Foto del Paese - di G. Mancuso
Ho creato questo video con YouTube Slideshow Creator (
Mussomeli-Castello-Storia di Guiscardo fantasma castello video by ENZO BARBA
Mussomeli-Castello Manfredonico settembre 2007 video by enzo barba- Apparizione e storia di Guiscardo-Pasquale Messina racconta alla dama (Mariachiara Territo) innamorata del fantasma-Apparizione di Guiscardo (interpretato da Salvatore Giardina-)Esmeralda moglie di Guiscardo (Mariagrazia Arnone)
eb
Mussomeli castello Manfredonico time-lapse e caleidoscopio
La fotografia time-lapse (dall'inglese 'time': tempo e 'lapse': intervallo, quindi fotografia ad intervallo di tempo), o semplicemente time-lapse, è una tecnica cinematografica nella quale la frequenza di cattura di ogni fotogramma è molto inferiore a quella di riproduzione. A causa di questa diversità, la proiezione con un frame rate standard di 24 fps fa sì che il tempo, nel filmato, sembri scorrere più velocemente del normale.
Il caleidoscopio (dal greco καλειδοσκοπεω, vedere bello) è uno strumento ottico che si serve di specchi e frammenti di vetro o plastica colorati per creare una molteplicità di strutture simmetriche.
Il più rudimentale caleidoscopio è formato da un semplice tubo di cartone rivestito internamente di almeno due specchi (montati solitamente fra loro in modo da formare angoli di 60°); nella parte anteriore, separati dal corpo centrale da un vetro rotondo trasparente, sono inseriti dei frammenti colorati di varie forme e colori. Un vetro smerigliato chiude il tubo all'estremità.
2°reading di poesia Città di Mussomeli - (12- 5- 2019)
2° Reading di poesia “Città di Mussomeli”
Presso Castello Manfredonico di Mussomeli - (CL)
12 maggio 2019
Hanno collaborato per la riuscita dell’evento:
Organizzato da
Salvatore Cappalonga
Coadiuvato da
Angela Torregrossa
Riprese e montaggio
Salvatore Favata
Foto
Calogero Giarrizzo
Un “Grazie particolare” a
Rosario Marzo
Per la stampa delle antologie
Un ulteriore ringraziamento Va alla pittrice
Lucia Strazzeri
Per aver esposto quadri Di così alto valore
Ed alla ditta
DonnAssunta
Per l’assaggio gratuito di prodotti tipici locali
Un ulteriore “Grazie” al Sindaco
Giuseppe Catania
All’assessore alla cultura
Seby Lo Conte e
Alla presidente
Della Pro Loco di Mussomeli
Zina Falzone
Per averci concesso il gratuito patrocinio
Del castello Chiaramonte di Mussomeli
Hanno declamato in questo reading
Alberto Crapanzano -------- Speranza
Andrea Lazzara -------- Partire è un po’ morire
Angela Ylenia Torregrossa --- Poesia
Antonella Seidita ------- l’armonia dei silenzi
Arcangela Rizzo ----- Sicilia
Bruno giordano ---- Il vento
Calogero Giarrizzo ----- Sogno
Claudia Angileri ------- Per sempre donna
Emanuele Lo Monaco ---- L'amuri di gioventù
Francesco Camagna ----- A mia madre
Gianni Ortale ------ Il viaggio
Giovanni Marino ------ Brasi
Giuseppe Migliore ------ L’omunicuca voli fari lugrannazzu
Giusy La Mantia -------- Mamma
Letizia Tomasino -------- Speranza
Luigi Benigno --------- Lo specchio del fiume
Maria Chiarello --------- Figlia di tutti noi
Maria Galioto --------- Femminicidio
Maria Quartana -------- A nonna
Marianna Buttaci -------- La carizza
Rosalia Adragna --------- Si putissi
Rosario Marzo --------- A lumera
Rossana Rox Licari ------ Qualcosa di magico
Salvatore Cappalonga ------ Vanessa
Salvatore Mirabile ------ Na puisia nova
Serena Manzone ------- Sorso di vita
Vincenza Mistretta ------ I bambini giocosi
Vincenza Vacanti ------- La donna
Vita Alba Tumbarello ----- Madre
Vito Mezzapelle ------ Sicilia Marturiata
Ospite d’onore
Franco Maida
con la poesia ------ La pensione
Secondo ospite
Giuseppe Cuschera
con la poesia ----- Scrissero
Grazie a tutti per avere partecipato a questo evento
con la speranza che sia stato gradevole
Arrivederci all'anno prossimo
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L'ombra di Guiscardo
Il nobile Guiscardo da anni vaga per le stanze del castello Manfredonico di Mussomeli (CL).
Un luogo magico, inconsueto ricco di storia..
Alla scoperta della cripta della chiesa di San Giovanni Battista. Mussomeli - (5-3-2019)
Alla scoperta della cripta della chiesa di San Giovanni Battista
Riprese e montaggio di Salvatore Favata
La video intervista del parroco Don Leonardo Mancuso
Parroco della chiesa di San Giovanni Battista a Mussomeli
Mussomeli - (CL) - 5 marzo 2019
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Castello di Pietrarossa Caltanissetta
Del Castello di Piertarossa di Caltanissetta restano sconosciute le origini. Sorge su un’altura nei pressi della città, in prossimità della Chiesa di Santa Maria degli Angeli, e si presume che sia stato costruito nel IX secolo, ma ci sono alcuni storici che sostengono che sia stato costruito dai Sicani (la loro presenza sull’isola è stimata nell’VIII secolo circa, prima dell’arrivo dei greci). Domina, dall’altura, tutta la vallata fino al fiume Salso.
I ruderi testimoniano quello che fu uno dei più importanti Castelli della Sicilia dalla venuta dei Normanni fino alla lunga dominazione Spagnola.
Costruito su una serra calcarea che domina la valle del Salso viene identificato nel linguaggio popolare come murra di l’Anciuli, (il termine murra in dialetto siciliano sta ad indicare la sabbia o la pietra rossa, e Anciuli è un chiaro riferimento alla vicina chiesa “Santa Maria degli Angeli”).
Ciò che resta dell’antico castello è ora proprietà comunale, insieme alla Chiesa di S. Maria degli Angeli (in via di restauro), costruita nel XIII secolo, seconda parrocchia della città dopo Santo Spirito.
Scavi ottocenteschi hanno messo in luce l'imbocco di una galleria sotterranea che doveva essere probabilmente una via di fuga del castello. Tale imbocco è stato però subito richiuso alimentando così la leggenda dei Cuniculi, gallerie sotterranee che dovrebbero collegare fra loro diversi palazzi e chiese di Caltanissetta.
..... ci viani o castiaddu?
Visita al Castello Manfredonico di Mussomeli - Video di Salvuccio Lamonaca