PIETRAPERTOSA HD VOLO DELL'ANGELO CASTELLO
Pietrapertosa nelle Dolomiti Lucane (assomigliano a quelle alpine e assumono al tramonto la colorazione rosata tipica delle Dolomiti vere e proprie) situata in provincia di Potenza fa parte del circuito dei Borghi più belli d'Italia con 1136 abitanti a 1088 mt slm
Pietrapertosa fa parte, insieme agli altri comuni lucani di Venosa, Acerenza, Castelmezzano e Guardia Perticara, del Club I borghi più belli d'Italia, che comprende quasi 200 località situate in tutto lo stivale si mostra come un antico borgo che è riuscito a mantenere nel tempo la fisionomia medievale soprattutto nella parte più antica situata alle pendici del Castello che conserva, ancora oggi, Il paese è costruito sulla nuda roccia, quasi incastonato in essa, sfruttandone ogni più piccolo anfratto. l'antico nome saraceno di Arabat caratterizzato da strade strette e vicoli ciechi. Le case tipicamente unifamiliari disposte a file dall'alto verso il basso, si adattano all'andamento del terreno, e diventano parte integrante dell'ambiente circostante tanto che spesso la roccia assume la funzione di parete delle abitazioni
Il paese si snoda praticamente lungo l'unica strada principale, fino ai piedi dell'antico castello risalente all'epoca della dominazione romana. Tale fortificazione è dominata da uno spettacolare arco naturale che un tempo era luogo di vedetta e posto di sentinella.
L'antico nome della città, ovvero Pietraperciata (che significa pietra forata) era stato dato per via della presenza del foro in una grande rupe, visibile dalla città.
Agli inizi del novecento, Pietrapertosa fu spopolata per via della malaria e dell'emigrazione verso le Americhe.
Fra i molti luoghi di interesse della città ritroviamo:
La Chiesa di San Giacomo Maggiore (Matrice) o Chiesa Madre, costruita nel 1400.
Il Convento di San Francesco fondato nel 1474 con l'obiettivo di dare un luogo che potesse ospitare i Frati Minori Osservanti locali; al suo interno è conservato il dipinto Apparizione del Bambino a S. Antonio da Padova realizzato da Giovanni De Gregorio nel 1631 e numerosi affreschi di Giovanni Luce.
La Cappella di San Cataldo situata innanzi al Castello Normanno- Svevo vi è un piccolo luogo di culto
Il Castello Normanno-Svevo, struttura di origine saracena precedentemente appartenuta al re Bomar, in seguito diventò il castello Normanno - Svevo, attualmente in stato di rudere.
L'Arabata, il quartiere più antico di Pietrapertosa, il cui nome deriva dagli arabi del re Bomar (838)
Pietrapertosa, insieme a Castelmezzano, ha assunto una recente notorietà per un'attrazione turistico-sportiva ideata a partire dalla primavera 2007. Si tratta del Volo dell'angelo che unisce i due paesi per mezzo di due cavi d'acciaio su cui i temerari che ne desiderano provare l'ebbrezza possono scivolare a 120 km orari librandosi per circa un minuto, ad un'altezza di circa 400 m, ammirando il paesaggio sottostante da un punto di vista insolito.
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Visitando Pietrapertosa si ha la sensazione che tutto sia regolato in funzione della roccia, ad esempio le numerose scale, sono l'esemplificazione della simbiosi tra il paese, i suoi abitanti e la roccia, la manifestazione del vivere il proprio territorio che non può negare la presenza massiccia quasi prorompente della natura, ma deve renderla parte integrante della struttura urbanistica. Pietrapertosa prende il nome dall'antica Petraperciata, cioè forata per la presenza di una rupe forata da parte a parte, ed è il comune più alto della Basilicata, con i suoi 1088 m di altitudine, si sviluppa sulle rocce delle Dolomiti Lucane, ben protetta da eventuali incursioni dalla valle. Questo carattere di fortezza naturale e la possibilità di dominare la valle del Basento hanno contribuito a favorire la presenza dell'uomo sin dai tempi più remoti.
Durante la visita del paese, salendo da via Garibaldi, si impongono all'attenzione del visitatore i numerosi palazzi signorili, il cui prospetto è scandito da portali in pietra decorati con fiori, quadrati, iscrizioni o emblemi, che ricordano nobiltà scomparse, gusto per l'arte e modo di vivere dei secoli passati.
Pietrapertosa (Pz) Aerial Trailer 4K
Pietrapertosa è un comune in provincia di Potenza situato in prossimità delle suggestive vette delle Dolomiti Lucane, fa parte del circuito dei Borghi più belli d’Italia.
Pietrapertosa si mostra come un antico borgo che è riuscito a mantenere nel tempo la fisionomia medievale soprattutto nella parte più antica situata alle pendici del Castello che conserva, ancora oggi, l’antico nome saraceno di Arabat caratterizzato da strade strette e vicoli ciechi. Le case tipicamente unifamiliari disposte a file dall’alto verso il basso, si adattano all’andamento del terreno, e diventano parte integrante dell’ambiente circostante tanto che spesso la roccia assume la funzione di parete delle abitazioni.
Visitando Pietrapertosa si ha la sensazione che tutto sia regolato in funzione della roccia, ad esempio le numerose scale, sono l’esemplificazione della simbiosi tra il paese, i suoi abitanti e la roccia, la manifestazione del vivere il proprio territorio che non può negare la presenza massiccia quasi prorompente della natura, ma deve renderla parte integrante della struttura urbanistica. Pietrapertosa prende il nome dall’antica Petraperciata, cioè forata per la presenza di una rupe forata da parte a parte, ed è il comune più alto della Basilicata, con i suoi 1088 m di altitudine, si sviluppa sulle rocce delle Dolomiti Lucane, ben protetta da eventuali incursioni dalla valle. Questo carattere di fortezza naturale e la possibilità di dominare la valle del Basento hanno contribuito a favorire la presenza dell’uomo sin dai tempi più remoti.
Ponte sospeso e volo dell'Angelo sulle Dolomiti Lucane
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Le Dolomiti Lucane sono montagne rocciose situate nel cuore della Basilicata. Pur non essendo montagne particolarmente imponenti offrono scenari del tutto unici ed affascinanti e rappresentano un luogo ideale per fare trekking ed escursionismo.
Sono così chiamate per la loro somiglianza con le Dolomiti Trentine e Venete.
La loro forma così singolare e affascinante è il risultato dell’erosione atmosferica.
Il complesso roccioso assume forme particolarmente incantevoli in prossimità di Castelmezzano e Pietrapertosa: i due borghi delle Dolomiti sorti per motivi strategici e difensivi a ridosso delle guglie più maestose del comprensorio.
Castelmezzano e Pietrapertosa fanno entrambi parte del circuito dei Borghi più belli d’Italia.
Castelmezzano, 750 metri di altezza, impianto ancora medioevale, con tutta la suggestione di simboli orientali che sbucano tra le case aggrappate alla roccia secondo l’antica forma di terrazzamento.
Scale e vicoli portano nel luogo dove c’era un castello-fortezza normanno-svevo, il Castrum Medianum, cioè Castello di Mezzo (da cui deriva il nome del paese).
Pietrapertosa, con i suoi 1088 metri, è il comune più alto della Basilicata, abitato fin dal IV sec.a.c.
C’è anche un castello che poggia sulla pietra e che si chiama Arabat, termine saraceno, attorno cui sono sorte le case verso il basso, tra strette strade e vicoli ciechi, usando spesso la stessa roccia delle Dolomiti come pareti, formando una sorta di anfiteatro, nascosto dalla pietra che la circonda.
Pietrapertosa
Pietrapertosa è un borgo incastonato nel cuore delle dolomiti lucane con una storia occidentale e un'anima orientale, come testimonia lo straordinario castello saraceno. Una pietra preziosa che si staglia nel blu del cielo lucano e lascia senza fiato. Assieme a Castelmezzano è famoso per il volo dell'angelo, un tuffo nel vuoto appesi ad un filo ad oltre 120 chilometri orari.
Le Dolomiti Lucane 2 giugno 2018
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MUSICA I treni a vapore
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Le Dolomiti Lucane sono montagne rocciose situate nel cuore della Basilicata. Pur non essendo montagne particolarmente imponenti offrono scenari del tutto unici ed affascinanti e rappresentano un luogo ideale per fare trekking ed escursionismo.
Sono così chiamate per la loro somiglianza con le Dolomiti Trentine e Venete.
La loro forma così singolare e affascinante è il risultato dell’erosione atmosferica.
Il complesso roccioso assume forme particolarmente incantevoli in prossimità di Castelmezzano e Pietrapertosa: i due borghi delle Dolomiti sorti per motivi strategici e difensivi a ridosso delle guglie più maestose del comprensorio.
Castelmezzano e Pietrapertosa fanno entrambi parte del circuito dei Borghi più belli d’Italia.
Castelmezzano, 750 metri di altezza, impianto ancora medioevale, con tutta la suggestione di simboli orientali che sbucano tra le case aggrappate alla roccia secondo l’antica forma di terrazzamento.
Scale e vicoli portano nel luogo dove c’era un castello-fortezza normanno-svevo, il Castrum Medianum, cioè Castello di Mezzo (da cui deriva il nome del paese).
Pietrapertosa, con i suoi 1088 metri, è il comune più alto della Basilicata, abitato fin dal IV sec.a.c.
C’è anche un castello che poggia sulla pietra e che si chiama Arabat, termine saraceno, attorno cui sono sorte le case verso il basso, tra strette strade e vicoli ciechi, usando spesso la stessa roccia delle Dolomiti come pareti, formando una sorta di anfiteatro, nascosto dalla pietra che la circonda.
The Lucanian Dolomites are rocky mountains located in the heart of Basilicata. Although not particularly impressive mountains offer totally unique and fascinating scenarios and are an ideal place for trekking and hiking.
They are so named for their resemblance to the Trentino and Veneto Dolomites.
Their unique and fascinating shape is the result of atmospheric erosion.
The rocky complex takes particularly charming forms near Castelmezzano and Pietrapertosa: the two villages of the Dolomites arose for strategic and defensive reasons close to the most majestic spiers of the area.
Castelmezzano and Pietrapertosa are both part of the circuit of the most beautiful villages in Italy.
Castelmezzano, 750 meters high, still medieval plant, with all the suggestion of oriental symbols that emerge between the houses clinging to the rock according to the ancient form of terracing.
Stairs and alleys lead to the place where there was a Norman-Swabian castle-fortress, the Castrum Medianum, ie Castello di Mezzo (from which the name of the village derives).
Pietrapertosa, with its 1088 meters, is the highest municipality of Basilicata, inhabited since the fourth century BC.
There is also a castle that rests on the stone and that is called Arabat, a Saracen term, around which the houses have risen down, between narrow streets and dead ends, often using the same rock as the Dolomites walls, forming a sort of amphitheater, hidden by the stone that surrounds it.
PIETRAPERTOSA, Potenza
Pietrapertosa è un comune italiano di 995 abitanti[1] in provincia di Potenza. Posto all'altitudine media di 1.088 metri s.l.m., è il comune più alto della Basilicata. Il suo territorio comunale, insieme ai territori dei paesi limitrofi, forma il Parco delle Dolomiti Lucane. Pietrapertosa fa parte del Club I borghi più belli d'Italia, che comprende quasi 200 località situate lungo tutta la penisola.
Il paese è costruito interamente sulla nuda roccia, quasi incastonato in essa, sfruttandone ogni più piccolo anfratto. Si snoda praticamente lungo l'unica strada principale, fino ai piedi dell'antico castello risalente all'epoca della dominazione romana. Tale fortificazione è dominata da un arco naturale che un tempo era luogo di vedetta e posto di sentinella. Elementi connotativi non solo di questo posto ma anche di tutta l'area del parco sono le opere di incanalamento delle acque meteoriche (scavate nella roccia viva), presenti sul basamento roccioso, e i gradini scavati nel masso, che, pur essendo consumati dal tempo e dai turisti (essi portano infatti alla sommità dell'arco naturale), rimangono comunque una preziosità in tutto l'ambiente circostante.
L'antico nome della città, ovvero Pietraperciata (che significa pietra forata) era stato dato per via della presenza del foro in una grande rupe, visibile dalla città. La costruzione della città è incerta, le teorie più accreditate danno nell'VIII secolo a.C. la sua fondazione ad opera dei Pelasgi, mentre stavano attraversando l'Italia meridionale. I Pelasgi costruirono le loro dimore nella parte bassa, per proteggersi da eventuali attacchi nemici e innalzarono fortificazioni sulle rocce. Ai Pelasgi si sostituirono i Greci, giunti dalla costa ionica, i quali si spinsero verso l'interno portando le loro merci e i loro manufatti. Tracce della presenza ellenica sono testimoniate dalla forma ad anfiteatro di Pietrapertosa e nel nome di alcune località come La costa di Diana. Successivamente si stanziarono i Romani, che resero Pietrapertosa il loro Oppidum e costruirono una fortezza, ove attualmente si erige la chiesa di S. Francesco. Durante le invasioni barbariche, fu occupata dai Goti e poi dai Longobardi, che inclusero Pietrapertosa nel gastaldato di Acerenza. Passò in seguito sotto la dominazione bizantina da parte del signore saraceno Bomar. Fu proprio sotto la dominanza dei Saraceni che Pietrapertosa vide la costruzione delle sue parti più caratteristiche. La discesa Normanna-Sveva, vide il paese diventare uno dei più importanti centri strategici della Lucania data la sua posizione dominante della collina sottostante, partecipò alla rivolta ghibellina contro il Papa nel 1268. In epoca angioina, divenne feudo di Guglielmo Tournespè nel 1269, per poi passare sotto altri feudatari come Pietro de Burbura (1278) e Giovanni Borbone (1280). Con l'arrivo degli aragonesi, Pietrapertosa divenne possedimento dei Gozzuti, dei Grappini e dei Diazcarlon, conti di Alife. Nel XVI secolo, passò ai Carafa, agli Aprano, ai Campolongo, ai De Leonardis, ai Suardi, ai Iubero ed infine ai Sifola di Trani. Nel giugno del 1647, il popolo pietrapertosano partecipò alla rivolta contro le gabelle imposte dai signori la quale, però, fu duramente repressa. Per sfuggire alle pene, i più poveri furono costretti ad allontanarsi dal proprio paese e, chi scappava senza versare le tasse, veniva dichiarato bandito. I fuggitivi furono così forzati a darsi alla macchia, compiendo depredazioni. Anche molti monaci di campagna, che collaboravano con i banditi, dovettero abbandonare il centro cittadino. Tra questi banditi è da menzionare Scalandrone, un contadino di Pietrapertosa, che operava nella valle del Basento. Nell'Ottocento, durante la dominazione francese di Gioacchino Murat, Pietrapertosa fu centro liberale governato da un consiglio comunale, un decurionato, un sindaco e una guardia urbana per l'ordine pubblico, tutti eletti dal sovrano. In seguito partecipò ai moti antiborbonici del 1820 e del 1848. Nel 1860, alcuni pietrapertosani si unirono alla spedizione dei mille e, subito dopo, il paese fu coinvolto nel brigantaggio. Agli inizi del novecento, Pietrapertosa fu spopolata per via della malaria e dell'emigrazione verso le Americhe.
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Dolomiti lucane Pietrapertosa
A poca distanza da Potenza, direzione Matera, il dolce paesaggio collinare della Basilicata è interrotto all’improvviso dalle guglie delle Dolomiti Lucane a cui sono state conferite nomi fantasiosi quali: l’incudine, la grande madre, la civetta, l’aquila reale e puntando gli occhi al cielo non sarà raro vedere volteggiare dei rapaci, infatti negli anfratti più inaccessibili nidificano il falco pellegrino, il nibbio reale e il gheppio. Appollaiati sulle pendici delle Dolomiti Lucane ci sono due borghi veramente graziosi che meritano sicuramente una visita: Pietrapertosa e Castelmezzano. Sicuramente il viaggiatore che si reca a Pietrapertosa non può non fare tappa ai resti del Castello (sopra), da cui si gode un panorama da togliere il fiato. Da vedere anche il quartiere di origine saracena, chiamato Arabat, caratterizzato da strade strette, vicoli ciechi e casette unifamiliari. Merita infine una visita la Chiesa Madre dedicata a San Giacomo Maggiore, di epoca Quattrocentesca. Nei borghi di Pietrapertosa e Castelmezzano è inoltre possibile assistere ai Riti arborei, cerimonie ancestrali che affondano le loro radici nei riti pagani della Basilicata. L’arrivo a Castelmezzano è uno di quelli che non si scordano facilmente. Una galleria scavata nella roccia vi condurrà al paese che vi apparirà come un piccolo presepe circondato dalle guglie delle Dolomiti Lucane. Castelmezzano fa parte dei 100 borghi più belli d’Italia e passeggiando tra le sue strade è facile capirne il motivo: case addossate alla nuda roccia, vicoli stretti, scale ripide scavate nella roccia. Centro della vita del borgo è Piazza Caizzo, sede della Chiesa di Santa Maria dell’Olmo dalla maestosa facciata in stile romanico, rivestita in pietra locale a vista. Castelmezzano e Pietrapertosa sono collegati tra loro dalla strada provinciale 13 ma per i più avventurosi vi invitiamo a raggiungere uno dei paesini in volo. Non stiamo scherzando!! Legati in tutta sicurezza ad un cavo di acciaio potrete provare l’ebbrezza del volo e godere di un panorama eccezionale ad oltre 800 metri di altitudine e ad una velocità che può raggiungere i 120 km/h. Una sensazione unica, paragonabile al volo di un uccello in picchiata! Il “Percorso delle 7 Pietre” è un’esperienza magica a contatto con la natura. Si tratta di una passeggiata letteraria lungo un sentiero contadino che collega i due borghi attraversando un ponte romano. Traendo ispirazione dal racconto di Mimmo Sammartino “Vito ballava con le Streghe” il sentiero è stato diviso in 7 tappe e in ciascuna di esse è proposta una parola chiave che restituisce il senso del racconto: destini, incanto, sortilegio, streghe, volo, ballo, delirio. Ogni sosta prevede uno spazio allestito ed una ambientazione sonora che regala ulteriori suggestioni alla magia della natura che si svela.
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Castello della Pietra
This summer I filmed a great and very photogenic palace in Liguria, Italy. I tried to catch every angle of this unique building. Enjoy the view :-)
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Mattinata - Monte Saraceno
Mattinata (Fg), luglio 2012. Necropoli di Monte Saraceno.
Castelmezzano Basilicata
Due perle meravigliose incastonate tra le spettacolari Dolomiti lucane, montagne che con le loro sagome rocciose disegnano un paesaggio unico. Due paesi divisi da una vallata mozzafiato da ammirare in un volo precipitoso ed emozionante. Un paesaggio poetico ma al tempo stesso emozionante, grazie al “volo dell’angelo”, una delle attrazioni più interessanti della regione. Si tratta di un cavo d’acciaio che collega i due paesi e permette al visitatore di volare tra i due borghi, ammirando la vallata ad una velocità di oltre 120 Km/h su uno strapiombo di circa 800 metri! Un’emozione unica che non ha paragoni nel resto d’Italia. Pietrapertosa e Castelmezzano sono tappe imprescindibili del vostro viaggio in Basilicata, in virtù della loro posizione strategica che fa somigliare i centri abitati ad enormi presepi intagliati nella montagna. E poi ci sono i centri storici: la rivista statunitense Budget Travel ha definito Castelmezzano “la migliore località del pianeta tra quelle di cui non si è mai sentito parlare”, mentre Pietrapertosa può vantare una roccaforte saracena sulla cima del paese e un’antica tradizione legata a questo popolo lontano. Sia Pietrapertosa che Castelmezzano fanno parte dei “Borghi più belli d’Italia”. Pietrapertosa e Castelmezzano sono immerse nel Parco Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane, un’area verde che si estende per 27.027 ettari. Attrezzato per escursioni, orienteering e visite guidate, il parco è metà imprescindibile per gli appassionati di bouldering d’Italia, grazie alla qualità della roccia e alla grande varietà di passaggi arrampicabili. La grande attrazione per gli amanti delle emozioni forti è sicuramente il volo dell’angelo. Un adrenalinico volo di un minuto e mezzo tra i due paesi a più di ottocento metri dal suolo, da percorrere da soli o in coppia! Si parte, in posizione orizzontale e legati a pancia in giù per ritrovarsi dopo pochi secondi a volare su una vallata verde, circondata da montagne di roccia. Un'emozione che dura poco più di un minuto ma che rimane nel cuore per tutta la vita! Dal 2015 inoltre gli amanti della montagna che visitano Pietrapertosa e Castelmezzano potranno percorrere la via ferrata. Si articola in due percorsi che si snodano sulle Dolomiti lucane, tra canali e camminamenti, con due ponti tibetani. In questi due paesi, tra viottoli nella roccia e strapiombi meravigliosi, si nascondono misteri legati al passato. Castelmezzano all’epoca delle Crociate è stata un’importante tappa per i cavalieri che si recavano in Terra Santa. È possibile riscontrate tracce di questo passato sui simboli impressi sulla facciata dell’antica chiesa di Santa Maria dell’Olmo. Se Castelmezzano è legata ai templari, Pietrapertosa ha un passato saraceno, testimoniato dalla struttura delle case del quartiere più antico conosciuto come l’ “Arabata”, dai resti dell’antica fortezza costruita in cima alle rocce e da una festa che ogni anno, nelle notti d’estate, riconduce nei vicoli del borgo odalische, fachiri e profumi lontani.
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tarantella alla festa di S Antonio 2015-Laino Borgo(CS)
Momento di allegria, tipico della festa di S.Antonio da Padova, durante la calata dei tronchi.
Spot Pietrapertosa
Progetto di alternanza scuola-lavoro giornate FAI
classi IIIC e IVC indirizzo audiovisivo e multimediale liceo artistico W.Gropius di Potenza a.s.2017/2018
ALBERGO DEL CENTRO STORICO GENERCHEF srl SALERNO (Salerno)
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Rivello - antichi borghi medioevali italiani
Rivello
Le origini della città si fanno risalire all'Alto Medioevo; tuttavia, i numerosi reperti archeologici rinvenuti nella contrada detta, appunto, Città fanno supporre che Rivello sia l'erede della città lucana - esistente già dal periodo preromano - di Sirinos. Notoria è la divisione, a partire dal medioevo, della città in due distinti quartieri, quello superiore, i cui abitanti, detti bardàv'ti, erano legati uno alla chiesa di rito latino San Nicola di Bari e quello inferiore, i cui abitanti, bardàsci, erano fautori della parrocchia di rito greco Santa Maria del Poggio.
Resistono ancora nella toponomastica Fonte dei Lombardi e Piazza dei Greci, riferimenti alle due etnie contrapposte, che diedero vita alla città: longobardi, sicuramente stanziatisi a seguito delle invasioni barbariche, e greci, probabilmente provenienti, a seguito della sua distruzione da parte dei Saraceni, dalla vicina Velia da cui si dice derivi il nome moderno Rivello ovvero Re-Velia.
Difatti, il motto del comune recita ancor oggi Iterum Velia renovata Revellum Una volta Velia, rinnovata in Rivello. Un'altra probabile origine etimologica del nome, va ricercata in una formazione del tipo iterativo Re + Vallare cioè fortificare di nuovo, da cui un latino tardo Revallo; dall'analogia con ripa, riva che darebbe la forma intermedia Rivallo potrebbe aver portato, alla forma Rivello.
Feudo dei Sanseverino, dei Ravaschiero e dei Pinelli, Rivello si riscattò, nel corso del XVIII secolo, divenendo città libera . L'ultimo feudatario, Oronzo Pinelli, non avendo avuto discendenti maschi, accettò di cedere il Feudo, ma curiosamente, sul rogito di cessione del Comune stipulato nel 1719 , oltre a 55.000 ducati, da pagarsi a rate coi relativi interessi, pattuì che ogni anno avrebbero dovuto dare a lui e poi ai suoi eredi, una certa quantità di salami artigianali e precisamente: Cantare,unità di misura pari a circa 89 kg, quattro di salami di ogni bontà, così' come si fanno in detta terra di Rivello.......omissis, a conferma della bontà dei salumi che ancora oggi si confezionano in paese. Le notevoli testimonianze architettoniche e le numerose opere artistiche testimoniano il ricco passato di Rivello; le attività più fiorenti erano quelle dell'artigianato orafo e del rame, esportate in giro per il mondo.
Il XVIII secolo fu quello più fiorente, tanto che vi fu una forte immigrazione che portò ad un notevole incremento demografico, come testimoniano gli archivi ecclesiastici. Purtroppo l'arrivo dei Francesi causò un declino, dovuto all'incertezza del momento storico. In seguito al Congresso di Vienna ed alla reastaurazione del regime Borbonico, vi furono segnali di ripresa; ma il destino era ormai segnato: con l'arrivo dei Piemontesi, dopo l'impresa dei Mille e quindi la costituzione del Regno d'Italia, le scelte politiche dei primi governi, il fenomeno del brigantaggio, la miseria e la mancanza di lavoro, costrinsero centinaia di Rivellesi, così come in tutto il centro - sud, ad emigrare per le Americhe, in cerca di miglior fortuna.
Dopo la seconda guerra mondiale, ripartì l'emigrazione, questa volta in direzione del Nord Italia, in particolare verso la Lombardia, ma anche per la Germania, la Svizzera, la Francia e il Belgio. Questo fenomeno fu molto marcato tra la fine degli anni cinquanta e la metà degli anni settanta.