ROCCA SAN FELICE (Avellino-Irpinia-Italy) - il castello,il borgo medievale,la mefite,il paese -
Rocca San Felice è un comune italiano di 894 abitanti della provincia di Avellino in Campania.I momumenti e luoghi di interese sono il Castello,l'area archeologica della Valle d'Ansanto detta anche Mefite,la Chiesa di Santa Maria Maggiore,il borgo medievale,il Santuario di Santa Felicita.Un odore di uova marce preannuncia la presenza della Mefite. La strada che si percorre, anche se asfaltata, è antichissima: dalla gente del luogo viene chiamata ancora la Domizia, la Napoletanao, più modernamente, la via dei contrabbandieri, in quanto di qui passano coloro che vogliono raggiungere Napoli dalla Puglia, evitando la 303 e l'autostrada. Tra Rocca San Felice, Frigento e Villamaina, in contrada Santa Felicita, è ubicata quindi la Mefite o Mofeta della Valle di Ansanto. Ricordata da Virgilio (Eneide, libro VII, 568), che vi immaginò uno degli ingressi degli Inferi e da altri scrittori latini, consiste in un laghetto di circa 50 m di diametro nel quale l'acqua grigia e melmosa ribolle non per l'alta temperatura, ma per lo sprigionarsi violento di gas venefici. Intorno al laghetto vi sono altre piccole pozze, banchi di fango e pendii privi di vegetazione ricoperti da cristalli di gesso e zolfo; immediatamente al lato scorre un ruscello, noto come Vallone dei Bagni. Il sito Ampsanctus o Ansactus (oggi Valle d'Ansanto) venne celebrato da diversi autori latini, tra cui il celeberrimo poeta Virgilio nell'Eneide (VII Canto, Versi 563-565):
Est locus Italiae medio sub montibus altis,
nobilis et fama multis memoratus in oris,
Ampsancti valles...
Hic specus horrendum et saevi spiracula Ditis
Monstrantur, ruptoque ingens Acheronte vorago
Pestiferas aperit fauces.
Traducendo liberamente:
Esiste nell'Italia centrale un luogo ai piedi di alte montagne
conosciuto e famoso dovunque,
la valle d'Ansanto...
Qui un orrendo speco e gli spiragli di Dite
vengono mostrati, e una vasta voragine dove inizia l'Acheronte
che spalanca le fauci pestifere.
La descrizione della Mefite fatta millenni fa da Virgilio è attualissima: egli parla di specus orrendum e di pestiferas ... fauces, fornendo una descrizione fedele del sito.
Infatti, il centro delle Valle d'Ansanto è occupato da un'area pianeggiante arida e desolata dal colore grigiastro con chiazze gialle (zolfo), priva di vegetazione. Sotto ad un dirupo, si trova il laghetto detto Mefite, caratterizzato dai gas che provengono dal sottosuolo, che a contatto con l'acqua superficiale, la fanno ribollire, originando delle esalazioni gassose, rumorose e tossiche, in quanto ricche di anidride carbonica ed acido solforico. Vengono creati anche dei vortici e gorghi che inghiottono tutto ciò che vi si getta (per restituirlo, talvolta, dopo tempo totalmente disidratato, come tanti oggetti antichi).In alcuni momenti, avvicinarsi troppo è estremamente pericoloso, tanto l'aria sia pesante ed irrespirabile. Non a caso, purtroppo, si sono registrate diverse morti, sia di persone che di animali. Ciò spiega perchè coloro che vogliano avvicinarsi al luogo, possono evitare i gas mettendosi sopra vento. II laghetto, visitato ancora oggi da vari studiosi, ha un perimetro di circa 40 metri e una profondità non superiore ai due metri.
I rinvenimenti archeologici dimostrano che qui sorgeva il santuario della dea Mefite, il cui culto era diffuso in tutta l'Italia meridionale sin dal VI secolo a.C. Ad esso si sovrappose in seguito la devozione per Santa Felicita, venerata in una chiesa vicina. Vincenzo Maria Santoli, appassionato studioso della storia delle Mefite così scriveva: fermarsi in questi luoghi non è sicuro per gli uomini, specialmente se soffiano venti. Il luogo è stato da sempre frequentato da curiosi che talvolta sono quivi deceduti, come documentano sin dal XVII secolo i registri parrocchiali di Rocca San Felice. Risale al 21 agosto 1993 l'ultimo decesso di due geologi che hanno perso la vita ignorando la pericolosità del luogo. Nel 1820 il geologo Giovan Battista Brocchi dimostrò che gli effetti venefici erano dovuti all'anidride carbonica scrivendo: ho computato che l'altezza dello strato di gas acido carbonico sta nel maggiore bulicame di cinque palmi all'incirca (130 cm)... e la mofete è più energica ancora presso la ripa destra del contiguo torrente in luogo perciò chiamato vado mortale. La causa di morte è rappresentata quindi dai gas venefici provenienti dal sottosuolo, più pesanti dell'aria e, perciò, soggetti a ristagnare quando non ci sono venti o quando questi impediscono la loro dispersione.
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