CASTELLO Carlo V
Il Bellissimo Castello Carlo V di Monopoli
il castello di carlo V a Capua; in quanti ne conoscono l'esistenza e in quanti l'Hanno Visitato?
è un fortezza nascosta al Centro di Capua
Capua Castello CarloV
Il video mostra, per quanto possibile, lo stato di abbandono e di degrado del bellissimo castello di Carlo V, sconosciuto e nascosto agli occhi del grande pubblico, nonostante si trovi nel centro della citta.
The Castle of Ettore Fieramosca in Capua, Italy (Castello e. Fieramosca)
Following the crisis of the Empire, the arrival of the Lombards and the foundation of the Duchy of Benevento , under King Arechi, gave way to a new military administration based on the fortification of the territory divided into 34 different counties (including Mignano) .
Picture Gallery:
Around the eighth century with the materials removed from the Vicus (local stone such as yellow tuff and limestone) was built, on a watershed protected by natural defenses, the Castle of Mignano which will always be considered a fiefdom of great prestige, as well as structure defense and refuge for the rural population.
The first written tests of the existence of the Castle date back to 1034 and its first real count was Landolfo Fusco . In 1134 the castle was confiscated by Roger II of Altavilla , who used it, given its strategic position, as a safe place to organize the rebellion against the Monastery of Montecassino . Mignano, therefore, as well as Galluccio were the scene of the war between the king and Pope Innocent until the latter was taken prisoner in the castle. After the Peace of Mignano of 1139, the lord of the feud and of the Castle of Mignano was the soldier Malgerio Sorello .
Furthermore, the location of the Castle on the Via Appia Traiana meant that it was chosen as a place for a stop by the King of France, Philip II Augustus , returning from the III Crusade.
In 1201 the fief of Mignano , came under the Kingdom of Sicily , ruled by Pope Innocent III guardian of Frederick II of Swabia, until the latter, declaring an adult at only 14 years, began his fight against the papacy.
The Pope forced Federico, under penalty of excommunication to undertake a new crusade in the Holy Land and during his absence, in 1229, he returned the fief of Mignano to the heirs of Sorello . A few years later, King Carlo D'angiò left the Castello di Mignano to defeat Manfredi in the famous Battle of Benevento .
From 1373 on the other hand the fiefdom passed to the Baroness Andreina Acciamoli countess D'Altovilla, famous for her beauty to such an extent that Giovanni Boccaccio dedicated the De Mulieribus Claris to her.
ETTORE FIERAMOSCA
Among the great and noble families who owned the Castle of Mignano , we give much value to the Fieramosca , men of arms of Capua; Rossetto Ferramosca is the first to give luster to the family, then he is succeeded by Rinaldo and finally, at his death in the siege of Gaeta, his sons.
In particular, the castle of Mignanobequeaths to Ettore, who in 1501 bravely fights against the French troops that had occupied Mignano Ettore, a skilled leader who leads the Italian knights who support the Spanish army, but unfortunately, during a battle in Puglia, he is captured by a squad of Frenchmen led by the Mounsier de la Motte. In February 1503 a collective duel is organized from which the valiant cavalier Fieramosca comes out winning forcing the opponent to surrender.
MODERN HISTORY
During the Second World War , Mignano Monte Lungo was severely hit by German bombing and Castello itself was not spared, suffering serious structural damage and becoming a place of refuge for the Mignano population. In 1956 the structure, with adjoining valley and five hectares of neighboring land, were purchased by the Bishop of Teano, Mons. Francesco Simeone, and donated to the parish church of Santa Maria Grande. His and his enthusiasm, with the support of numerous volunteers, allowed the damage inflicted by the war to be repaired. Following the death of Mgr. Simeone, the Castle ended up abandoned and suffered the damage due to the improper use of the rooms over the years, remaining the property of the Episcopal Curia of Teano-Calvi.
THE CASTLE TODAY
In 2009 the structure was given back to the population of Mignano Monte Lungo thanks to its acquisition by the Municipality. Today we can admire it in all its glory thanks to the restoration carried out under the high surveillance of the Superintendency of Fine Arts and Landscape for the Provinces of Caserta and Benevento.
The work was possible thanks to a € 8,041,650.00 loan included in the project restoration work on the Ettore Fieramosca castle , presented by the Municipality of Mignano Monte Lungo in 2011 for admission to the resources of POR Campania FESR 2007 / 2013.
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Gambatesa- CB - Castello di Capua: gli affreschi
Gambatesa - CB - Castello di Capua: gli affreschi
Visita al castello di Carlo V a Crotone
Ma che bel castello, il Carlo V ha un altro segreto
Durante gli scavi dell'equipe guidata dal Prof. Paul Arthur, docente di Archeologia Medievale dell'università del Salento, è emersa la parte sommersa del Castello Carlo V di Lecce. La fortezza fatta edificare da Carlo Magno nel 1539 nasconde un'altra storia. Siamo stati nel cortile interno del castello dove continuano gli scavi.
Castello di Gambatesa
Architetto Franco Valente - Visita guidata con gli affreschi del Castello Di Capua di Gambatesa.
Castello di Capua mito, storia e paesaggio Gambatesa Viaggio in Molise Puntata 2078 Telemo
Difesa aerea su Capua giorno e notte - 5
Gino Pizzati dopo aver conseguito il brevetto C di volo a vela nei campi estivi della GIL si arruola nella Regia Aeronautica. Dopo il corso di pilotaggio viene assegnato al 6° stormo. In seguito combatte sui cieli di Malta con il RE 2001. Con il Gruppo viene poi assegnato a Capua alla difesa notturna di Napoli. Ottiene la Medaglia d'argento sul campo dopo aver disputato oltre 10 combattimenti abbattendo anche alcuni aerei nemici (in totale a fine guerra saranno 5). L'8 settembre senza ordini torna a nord verso casa. Là ritrova Bonet, Bajlon e Visconti che stanno costituendo l'Aeronautica Nazionale Repubblicana. Decide di aderire.
Pizzati è testimone dello scontro tra Visconti e il comando italiano che vuole accettare l'annessione dell'ANR alla Luftwaffe. Visconti si strappa i gradi dalla divisa per protesta e dopo giorni concitati riesce a far si che l'inglobamento venga evitato.
Con Visconti e gli altri Pizzati parte per la Germania per conseguire l'abilitazione alla guida dei caccia tedeschi Messerschmitt BF 109.
Pizzati è anche tra i pochi piloti mandati da Visconti ad imparare il pilotaggio del Messerschmitt ME 163 Komet con motore a razzo. Pizzati e gli altri faranno il corso ma non potranno pilotare il Komet a causa del maltempo. Tornato in Italia Pizzati vedrà la fine del Primo gruppo caccia e di Visconti...
Sottotitoli in tedesco Andy Aichner
Castello di Vicalvi
Vicalvi ancient castle.
Capua DA ANNIBALE A GARIBALDI - ( Parte prima)
#eustonews #castello #monopoli #giap nella fossa dei dannati
#eustonews #castello #monopoli #giap nella fossa dei dannati e strani rumori di sottofondo
STORIA DI CAMPOBASSO - Dall'antichità ad oggi
Documentario sul Molise e le sue bellezze: la città di Campobasso, la storia, il centro storico, i monumenti, le 12 chiese, la cattedrale, il castello Monforte, il museo sannitico e il Museo dei Misteri
STORIA
Sull'altura che domina l'odierna città era presente un insediamento di controllo dei Sanniti, di cui ancora oggi si conservano le tracce, posto a controllo del tratturo. Lo scopo difensivo del sito è confermato dal ritrovamento, nei pressi del castello Monforte, di resti di mura osco-sannite e dal rinvenimento, tra le rovine della Chiesa di San Mercurio nel 1930, di un'iscrizione osca portante il nome di “Valvennius”. Tale insediamento gravitava probabilmente intorno a un centro più importante che alcuni storici identificano con l'antica città di Aquilonia, situata sul Monte Vairano tra i comuni di Campobasso, Busso e Baranello, e della quale sono riaffiorate, dopo attente campagne di scavi, numerose tracce che oggi costituiscono un sito archeologico.
A pochi chilometri da Campobasso, nel comune di Sepino, è presente un altro importante sito archeologico, quello di Altilia, di cui si conservano molto bene le ampie strade, le mura, gli archi, le porte, le terme, il foro e il suggestivo teatro, a testimoniare l'importanza che questo territorio ha avuto in epoca sannita prima e romana poi.
La storia del territorio di Campobasso è quindi indissolubilmente legata a quella dell'antico Sannio-Pentro e a Roma.
Le fonti storiche datano l'atto di nascita di Campobasso all'epoca della Langobardia Minor e più precisamente nel periodo del Ducato di Benevento, essendo toponomizzata come Campus Vassorum. Risale infatti all'anno 878 un documento stilato da un monaco dell'abbazia benedettina di Santa Sofia di Benevento, in cui si fa menzione di Campobasso come finibus campibassi. Questo documento, reperibile come Codice Vaticano Latino 4939, è il Chronicon Sancte Sophie ed è stato redatto al tempo in cui Adelchi era quindi principe di Benevento.
Successivamente durante l'egemonia normanna, Campobasso assume un'importanza economica sempre crescente riuscendo a diventare la “capitale” della Contea sotto la signoria dei De Moulins. Il fiorire dei commerci e l'aumentata importanza amministrativa comportano l'ampliamento dell'antico borgo che si espande soprattutto intorno alla chiese di San Bartolomeo e di San Mercurio. Diverse sono le connotazioni che il borgo assume nel tempo: Civitas, Castrum, Universitas Hominum.
Tra i documenti storici del periodo compreso tra l'anno 1000 e il Trecento spicca la Pancarta Campobassana del 1277 in cui trentadue campobassani denunciarono a Carlo I d'Angiò le angherie e i soprusi del feudatario Roberto di Molise.
Il Quattrocento è per Campobasso un'età d'oro grazie all'intraprendenza dei Monforte-Gambatesa, divenuti i feudatari del borgo. Secondo alcuni storici i Monforte sarebbero i discendenti dei Monfort di Francia e d'Inghilterra, scesi in Italia al seguito di Carlo D'Angiò. Il personaggio di spicco dei Monforte fu il conte Cola detto anche il Campobasso, di cui parla anche Benedetto Croce[11]. Si distinse per le sue virtù militari durante la lotta di successione al Regno di Napoli tra Angioini e Aragonesi. Cola batté moneta e provvide ad ampliare il castello dotando la città di forti mura perimetrali lungo le quali edificò le porte di San Leonardo e di Santa Cristina.
Nel 1442, con la sconfitta degli Angioini, che i Monforte avevano appoggiato, Campobasso passa agli Aragonesi e in seguito ai De Capua.
il dottor palasciano
interpretazione del dottor Palasciano nel cortile del castello di Carlo V a Capua da parte dell'attore Antonio Vitale
CAPUA LEGGE. Maratona di lettura e mostra fotografica a cura di Appunti fotografici
CAPUA IL LUOGO DELLA LINGUA FESTIVAL XII edizione
direzione artistica Giuseppe Bellone
presenta
Sabato 1 luglio ore 21.30 QUADRIPORTICO DELLA CATTEDRALE
CAPUA LEGGE
Maratona di lettura e mostra fotografica a cura di Appunti fotografici
Possono i libri condizionare la nostra vita, influenzare le nostre scelte? Non c’è dubbio!
C’è chi come don Chisciotte è addirittura diventato “pazzo” per colpa loro.
Capua Legge è una maratona di lettura.
Nella città dove è nato l’italiano, concludiamo la dodicesima edizione del festival Capua il Luogo della Lingua con una festa della lettura, invitando tutti i cittadini capuani e non a leggere una pagina del libro che maggiormente ha lasciato una sorta di imprinting nel cuore.
Capua Legge è anche una mostra fotografica a cura di Appunti fotografici che ritrae Cittadini Capuani nell’atto di leggere.
Da mercoledì 21 giugno fino a mercoledì 28 giugno, tutti coloro che vogliono partecipare alla maratona di lettura, sono invitati a passare dalle 17.00 alle 20.00 al negozio Cose d'Interni, dove i fotografi di Appunti Fotografici hanno allestito un set per immortalare tutti i partecipanti nell'atto di leggere.
La mostra sarà allestita la sera del 1 luglio nel Quadriportico della Cattedrale.
Il ricavato della vendita delle foto sarà destinato ai progetti di Capua solidale.
Capua il Luogo della Lingua Festival è la rassegna promossa dall’associazione Architempo, con la direzione artistica di Giuseppe Bellone, che dal 2005 coinvolge la città di Capua ogni anno e vede la letteratura attorniarsi di altrettanti validi strumenti: il teatro, l’architettura, l’arte visiva, la musica e tutte le sue declinazioni.
È a Capua, altera Roma secondo Cicerone, considerata “Porta del Sud” fino all’Unità d’Italia, che nel 960, precisamente 1057 anni fa, si ha il “Placito Capuano”.
Il “Placito Capuano” è unanimemente riconosciuto dagli storici come il primo documento scritto del volgare italiano, considerato “l’atto di nascita dell’italiano”.
Siamo nell’anno 960, a Capua, la città più importante del territorio di Terra di Lavoro e capitale del Principato longobardo, erede dell’antica Capua rasa al suolo dagli invasori saraceni e ricostruita ex novo sulla riva del fiume Volturno nella località che i romani chiamavano Casilinum.
Il Placito era il documento emesso da un giudice che dava un parere su una disputa, l’oggetto del documento è la sentenza con la quale il giudice di Capua dell’epoca, Arechisi, riconosce all’abbazia di Montecassino il diritto di proprietà su alcune terre occupate dal proprietario terriero Rodelgrimo.
Questa è la formula in volgare italiano recitata dal “placito”: “Sao ko kelle terre, per kelle fini que ki contene, trenta anni le possette parte Sancti Benedicti“, ovvero “So che quelle terre, entro quei confini di cui si parla, li ha posseduti per trent’anni l’abbazia di San Benedetto”.
La sentenza è importante perché dalla stessa emerge la chiara intenzione di farsi capire anche da chi non conosceva il latino, idioma con il quale venivano formulate tutte le sentenze giuridiche. Il Placito è quindi il primo documento depositato in lingua volgare che per la prima volta possiede la necessaria dignità per apparire in un documento e rappresenta la prima applicazione del volgare italiano in un atto scritto
L’idea di ispirarsi a esso per il tema di un festival nasce proprio dall’esigenza di sottolinearne l’importanza per il nostro patrimonio linguistico e culturale.
L’antica e affascinante città, testimone privilegiata del passaggio della grande storia nel nostro territorio, si trasforma nei giorni del Festival in palcoscenico.
Cultura, letteratura, teatro, musica e gastronomia si fondono per dare vita ad un unico grande spettacolo dal vivo espressione di una poliedricità che appartiene al linguaggio, anzi ai linguaggi, che non poteva non essere celebrata a Capua, uno dei luoghi simbolo del patrimonio che prima di ogni altro ci rappresenta, la lingua italiana.
Capua al risveglio...
Capua (in osco KAPU.svg, in latino Capŭa, in greco Καπύη), oggi indicata con Capua antica o Capua arcaica per evitare ambiguità, è stata una città sorta nel IX secolo a.C. sul luogo dell'attuale comune campano di Santa Maria Capua Vetere.
La città era considerata una delle più grandi città dell'Italia antica, dopo Roma. Fondata, secondo Strabone, dagli Etruschi nel primo quarto del V secolo a.C.,[1] si trovava sulla via Appia[2] ed era la più importante città della zona[3].
Con una storia di oltre ventotto secoli è stata città osca, etrusca, sannita e romana, divenendo, nel periodo di massimo splendore, una delle città più grandi del mondo.
Dopo la distruzione e il saccheggio da parte dei Saraceni nel IX secolo, la popolazione si è trasferita a Casilinum
Lo sfascio del palazzo dove è nata l'Italia
Tutta questa vicenda si interseca anche con un luogo particolare, Palazzo Teti Maffuccini a Santa Maria Capua Vetere, non un palazzo tra i tanti ma quello in cui è nata l‛unità d‛Italia, e su questo palazzo, che cade a pezzi, la procura ipotizza un appalto sospetto da 2 milioni di euro per la realizzazione del Polo della legalità, una gara per la quale sarebbero girate mazzette per circa 100 mila euro....
Castello di San Felice a Cancello.
Presentazione de I Castelli di Terra di Lavoro
Un felice connubio tra i più importanti e suggestivi castelli della provincia di Caserta e le eccellenze dell'enogastronomia di Terra di Lavoro. Tutto ciò, in sintesi, è racchiuso all'interno dell'opera I Castelli di Terra di Lavoro, viaggio tra cultura e sapori da scoprire, il volume realizzato dall'architetto Salvatore Costanzo e dall'agronomo Ciro Costagliola, dirigente del Settore Agricoltura della Provincia di Caserta. Stamani, presso la Sala Consiliare della Provincia in corso Trieste, è stata presentata questa importante opera, raccolta in un cofanetto composto da 4 libri, scritti in 4 lingue diverse (italiano, inglese, francese, spagnolo), con il preciso scopo di poter essere fruibile da parte di un pubblico vasto, composto in special modo da turisti e visitatori. Il volume è anche l'occasione, attraverso la dettagliata descrizione di 25 tra i più importanti castelli di Terra di Lavoro, per porre l'attenzione su queste importantissime opere architettoniche, che in molti casi avrebbero bisogno di interventi di ristrutturazione. Il lungo viaggio dei due autori parte da Capua, con il meraviglioso Castello di Carlo V, il Castello delle Pietre e i basamenti delle Torri di Federico II. Successivamente, l'itinerario prevede delle tappe nella parte meridionale della provincia (Marcianise, Aversa, Succivo e zone limitrofe), per poi finire nell'Alto Casertano e nella zona del Litorale domitio, passando per Casertavecchia e Castel Morrone.
Alla presentazione del libro, che ha visto il giornalista Michele De Simone, presidente dell'Assostampa di Caserta, nel ruolo di moderatore, ha preso parte anche il presidente della Provincia di Caserta, Domenico Zinzi, oltre ai due autori, Salvatore Costanzo e Ciro Costagliola. Quest'opera -- ha esordito Zinzi -- fonde alla perfezione le bellezze architettoniche e le eccellenze dell'enogastronomia della provincia di Caserta. Invito i due autori, che hanno realizzato un volume di grande pregio ed estremamente utile, a continuare il loro lavoro, prendendo in considerazione altre realtà presenti sul nostro territorio, così da poter dar vita ad un ulteriore contributo altrettanto importante. E' significativo che questo volume sia stato scritto in 4 lingue. In tal modo sarà possibile utilizzarlo in tutte le principali occasioni di promozione turistica della provincia di Caserta. Zinzi, poi, ha sottolineato l'importanza della cultura come strumento di sviluppo del territorio: Stiamo dando grande importanza alla cultura -- ha aggiunto -- in quanto siamo convinti che essa possa rappresentare anche un'opportunità di crescita economica, attraverso la promozione e la messa in rete di tutte le risorse artistiche, architettoniche, archeologiche e paesaggistiche di cui dispone la nostra terra.