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Salerno, Cilento - Castelcivita e Fiume Calore.
Drone Luca nel Cilento. lukito87@yahoo.com | droneluca.it
Meraviglioso paese sul letto del Fiume Calore.
Castelcivita immersa nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. (A Castellùccë in dialetto cilentano) è un comune italiano di 1 678 abitanti della provincia di Salerno in Campania.
Situato alle pendici meridionali degli Alburni ed a nord-est del territorio cilentano, sorge su uno sperone naturale, con case a cascata, a 587 m sul livello del mare. Castelcivita è un nome recente: infatti, come molti paesi della Campania costruiti sull'alto di qualche montagna e poi distrutti, ha subito varie denominazioni.
Parlando della storia...
Il paese, conosciuto nell'antichità con il nome di oppido Alburno, presenta un impianto urbanistico minoico-miceneo, databile al XV-XIV sec. a. C., ma le sue origini sembrano ancora più antiche e risalire al periodo protourbano sumerico (seconda metà del IV millennio a. C.): il portus Alburnus, invece, va individuato nei ruderi del mulino grande che circondano l'omonima torre sul fiume Calore, al di sotto del complesso speleologico delle Grotte e del Ponte Pestano. Ha la sua rocca nel succorpo della chiesa parrocchiale di S. Cono v. e m. intorno alla quale gravitano quattro quartieri disposti in modo ortogonale con due assi stradali principali. Il succorpo, presunta sede del vescovo pestano nel V-VI secolo, è il risultato della rilettura, in chiave cristiana, del complesso architettonico del foro della Civitas.
Nell'VIII-IX secolo rinacque intorno al monastero greco-bizantino di S. Cono (rione La Terra), come testimonia la toponomastica longobarda dei rioni Case La Terra, Casale e Le Casaline.
È indicato già in un documento del 1171, come in quelli angioini e aragonesi, con il nome di Castelluccia, ad indicare l'originario Castella, piccola piazzaforte, del periodo romano.
Si pensa che la recinzione totale di Castelcivita sia opera di Pandolfo di Fasanella, gran feudatario, il quale la fece costruire per ordine di Carlo I d'Angiò. Il centro storico presenta l'antica struttura di fortezze e infatti è caratterizzato da vie e viuzze che si intersecano tra di loro e da innumerevoli scalini interrotti di tanto in tanto da qualche spiazzo seguendo l'andamento toponomastico del territorio. Interessanti sono i portali con architravi in pietra calcarea locale e piperno sui quali si possono ancora ammirare gli stemmi di nobili famiglie e pregevoli giochi geometrici.
Nel corso del 1799 Castelcivita fu teatro di alcuni importanti eventi che segnarono la breve esistenza della Repubblica Napoletana. In seguito alla Campagna d'Italia combattuta dalla Francia rivoluzionaria contro le potenze monarchiche europee dell'Antico regime, sorsero sul territorio italiano, numerose repubbliche filofrancesi e giacobine quali la Repubblica Ligure e la Repubblica Cisalpina nel 1797, la Repubblica Romana nel 1798 e la Repubblica Napoletana nel 1799. La vita della Repubblica Napoletana fu però particolarmente travagliata, mancò sin dall'inizio l'adesione popolare alla rivoluzione la quale coinvolse soltanto le personalità di maggiore cultura del napoletano che non riuscirono a trasmettere alla gente comune il senso della rivoluzione. Di conseguenza, nelle province non occupate dall'esercito francese, il Governo provvisorio, al fine di contenere i movimenti controrivoluzionari, fedeli al re Ferdinando IV di Borbone, diede luogo ad una dura repressione contro gli oppositori della neonata Repubblica. In tale contesto, il Governo repubblicano inviò vari contingenti armati nelle province, e tra questi vi era la colonna armata guidata dal Generale Giuseppe Schipani che aveva lo scopo di giungere in Calabria attraversando il salernitano. Le truppe del Generale Schipani, dopo aver attraversato i territori amici di Salerno, Eboli ed Albanella, giunsero nei territori dei monti Alburni che erano rimasti fedeli ai Borboni. Il Generale Schipani, dopo aver liberato dai filo-borbonici la vicina Roccadaspide si diresse verso Castelcivita dove però incontrò la tenace resistenza della popolazione capeggiata da Gerardo Curcio di Polla detto Sciarpa, che riuscì a respingere l'avanzata delle truppe franco-napoletane. Nelle settimane successive, abbandonata dai francesi, la Repubblica Napoletana. capitolerà di fronte all'avanzata da Sud del Cardinale Fabrizio Ruffo fedele al re Ferdinando IV di Borbone
Dal 1811 al 1860 ha fatto parte del circondario di Roccadaspide, appartenente al Distretto di Campagna del Regno delle Due Sicilie.
Dal 1860 al 1927, durante il Regno d'Italia ha fatto parte del mandamento di Roccadaspide, appartenente al Circondario di Campagna.