Il castello di Zivido
San Giuliano Milanese, frazione Zivido. Il castello, ovvero breve viaggio nella nostra storia.
Complesso Templare di San Bevignate a Perugia
Riprese video: Fabio Ciurnella, Francesco Bastianelli.
Regia e fotografia: Francesco Bastianelli.
Musica: Folk round - Kevin Mc Leod
Comune di Perugia - Assessorato alla Cultura, Turismo e Università
Si ringrazia: Castello di Monterone.
Castello Cusago DE
Info:
Pro Loco di Cusago
Cell. +39 349 3108542
info@prolococusago.org
prolococusago.org
IAT Milano
Tel. +39 02 77404343
turismo@provincia.milano.it
visitamilano.it
Castello Cantelmo Alvito Fr
ERRE ABBIGLIAMENTO DONNA @ GOLF CLUB AMBROSIANO 1
Sfilata del negozio Erre Abbigliamento Donna (Rosate-Milano)
presso il Golf Club Ambrosiano (Bubbiano)
Presentazione collezione spring/summer 2011
Prima Uscita: Abiti da giorno
Il Castello e il Duomo di Montichiari (Bs)
Il Castello Bonoris in
Montichiari sorge sul colle di San Pancrazio dominando scenograficamente il nucleo storico della città, con torri e mura merlate. Il castello fu probabilmente costruito nella sua forma originaria attorno al 1100. Nei secoli successivi perse la sua funzione strategica per divenire soltanto baluardo di difesa del borgo subendo diversi rimaneggiamenti.
Cantù [4K] La città del legno e del carnevale
Cantù (Cantuu in dialetto brianzolo[2], AFI: [kãˈtyː]) è un comune italiano di 39.936 abitanti della provincia di Como in Lombardia. È il venticinquesimo comune più popoloso della Lombardia.
L'origine del nome di Cantù risalirebbe a Canturium che può derivare dai Canturigi, popolazione che abitò la regione Insubria nel VI secolo a.C., o da Cantores, indicante una Cantoria presso qualche edificio religioso. La sua storia iniziò nel V secolo a.C. con la fondazione di Galliano, primo nucleo abitato, da parte dei Galli Insubri. Nel 196 a.C. il villaggio venne conquistato dalle legioni romane che lo inglobarono nel municipio Novum Comum (Como). Cantù fu un borgo di importanza strategica commerciale perché vi passava l'antica strada Milano-Como.
Nel V secolo d.C. la città, grazie ad un discreto sviluppo culturale e religioso, divenne una pieve e si staccò da Como col nome di Canturio. Nel 483 d.C., con un decreto di papa Gelasio I all'arcivescovo di Milano Teodoro dei Medici, venne dichiarata Corte Reale con altre terre. Nel 605 d.C. circa, il territorio canturino si separò da quello comasco, dato che quest'ultimo divenne diocesi suffraganea del Patriarcato di Aquileia.
Verso la fine del X secolo, a Intimiano si costituì una curtis, che comprese anche Galliano. Da Gariardo, nobile e signore della curtis, nacque Ariberto, futuro arcivescovo di Milano. Nel 1004-1005 d.C. Ariberto da Intimiano ristrutturò, o forse riedificò, la basilica di Galliano (esistente dal V secolo d.C.) e, il 2 luglio del 1007, la consacrò a San Vincenzo. Canturio fece parte del Contado della Martesana, controllato da Milano, e dal 1118 partecipò alla decennale lotta contro Como, subendo una grave sconfitta nel 1124. In seguito, unito alla Lega Lombarda, affrontò l'Imperatore Federico I Barbarossa e, con l'aiuto di Como, riuscì a respingerlo nel 1160. Dopo la caduta di Milano, ospitò l'arcivescovo Enrico Sertala e i nobili milanesi scacciati dal popolo e, a fianco dei Visconti, partecipò alle guerre contro i Torriani nel XIII secolo.
Cantù fu anche teatro delle contese tra Guelfi e Ghibellini e nel XIV secolo si dichiarò Repubblica indipendente da Milano rimanendo tale per 10 anni. Nel 1324 diventò signoria di Gaspare Grassi che la fortificò con numerose torri. Tornata sotto l'influenza viscontea, venne travagliata dalle lotte tra i vari pretendenti. Nel 1449 Francesco Sforza inviò il capitano di ventura Antonio Centelles a Cantù. Alla fine dell'anno e nel gennaio del 1450 venne sconfitto in due scontri con i Veneziani condotti da Jacopo Piccinino. In seguito al sospetto che volesse cambiare bandiera venne fatto imprigionare da Francesco Sforza prima a Lodi e poi nel castello di Pavia. La città canturina venne donata da Francesco Sforza a Polidoro Sforza Visconti e nel 1475 affidata in feudo ai conti Pietrasanta che vi fecero erigere un castello in cima al colle centrale, poi distrutto nel 1527 da Gian Giacomo Medici. Del castello rimane solo l'antica torre, trasformata poi in campanile della chiesa di San Paolo.
Dal 1500, Cantù perse il suo aspetto strategico e diventò una cittadina operosa nel centro di un vasto comprensorio. Infatti si hanno notizie della produzione artigianale dei chiodi e del pizzo a tombolo e nella prima metà dell'Ottocento, infine, iniziò la produzione artistica del mobile. Nel 1797, Cantù entrò a far parte del Distretto del Lario con la nascita della Repubblica Cisalpina. La fioritura dell'artigianato canturino, in un periodo di intenso sviluppo industriale, è data dall'istituzione di una Scuola d'Arte per l'arredamento nel 1882, la prima del genere sorta in Italia.
Manifestazioni
La Giubiana (ultimo giovedì di gennaio): secondo tradizione viene bruciato nella piazza principale un fantoccio raffigurante una donna, dopo averlo fatto sfilare per le vie del paese. L'evento ricorda la condanna a morte di una donna che si narra abbia tradito i compaesani consegnando le chiavi della città ai Comaschi, durante la guerra Milano - Como, in cui Cantù era schierata con la prima. (Manifestazione a cura della Pro Cantù)
Carnevale (sabato antecedente la prima domenica di quaresima secondo il rito ambrosiano) tradizionale sfliata di carri allegorici e gruppi mascherati, negli ultimi anni si è affermato come il più grande Carnavale Ambrosiano
Santa Apollonia e fiera - mercato (9 febbraio)
Fiera d'agosto (15 e 16 agosto)
Fiera del Crocifisso (3º mercoledì di ottobre)
Festival organistico internazionale Città di Cantù
Premio Letterario Nazionale Il Tombolo Città di Cantù (Organizzato dalla Pro Cantù)
Il Mese del Libro Convegno sul libro oggi - il libro e il mobile - il libro in strada (Organizzato dalla Pro Cantù)
Concorso Internazionale per Pianoforte e Orchestra Città di Cantù
Video girato e montato da: Gregory Gerosa
Le campane di Rosate (MI) [Suonate a festa con la tastiera, parte 2]
Rosate (MI), Chiesa Prepositurale di Santo Stefano
Concerto di 8 campane in SIb2
Fratelli Barigozzi 1888 (RE3 Luigi Ottolina 1952)
Suonate a festa con la tastiera
L'antica pieve di santo Stefano, comprendeva tutti i comuni limitrofi a Rosate; con il passare del tempo, l'antica struttura della plebana si consolidò e si ampliò, anche grazie all'aspetto religioso, gestito dalle diverse comunità, che si basavano sulle principali parrocchie dei centri abitati, adiacenti il comune di Rosate. Parallelamente alle definizioni interne l'amministrazione della chiesa, stavano sorgendo molti centri nella medesima area. Questi misero in discussione la secolare influenza religiosa della città, che pure manteneva un ruolo primario. La pieve fu sede di una chiesa collegiata fino al 1797, che risultò essere l'anno di inizio della decadenza del predominio della pieve rosatese sull'area, soprattutto dopo l'invasione rivoluzionaria francese, che abolì la sede plebana, sostituendola con un distretto. Durante questo periodo, sono segnalate varie leggi volte a staccare il territorio della pieve da Milano, per essere portato sotto Pavia. La prima fu opera dell'imperatore Giuseppe II nel 1786, annullata dal fratello Leopoldo II nel 1791. La legge venne nuovamente applicata nel 1815; essa rimase in vigore fino al 1859, anno dell'annessione piemontese, che comportò la restituzione alla provincia pavese del suo territorio storico. Durante una perizia sullo stato del castello delle campane (1887), ci si rese conto che l'incastellatura di legno che sosteneva i cinque bronzi della torre, risultava essere in una pessima condizione: per questo motivo venne imposto l'arresto del suono delle campane. A questo punto, si decise di rifondere le vecchie campane in un nuovo concerto composto da otto elementi. Nello stesso periodo venne poi realizzata la nuova cella campanaria ottagonale, che portò il campanile a raggiungere i quarantaquattro metri di altezza. Il nuovo concerto, la cella campanaria e il castello delle campane venne interamente realizzato dai fratelli Barigozzi. Nel 1952, la sesta campana venne rifusa per mano di Luigi Ottolina, a seguito di un'incrinatura. Nel 1972, con il sinodo diocesano del cardinale Giovanni Colombo, la pieve di Rosate venne abolita e la prepositurale venne compresa nella zona pastorale VI. La pieve di Rosate conserva ancora oggi alcuni privilegi, come l'elezione di un prevosto, il titolo di canonici per i sacerdoti residenti, il diritto di intrattenere particolari rapporti con la curia milanese, la possibilità di nominare canonici e di procurare l'acqua santa e gli oli benedetti per tutte le chiese comprese nell'ex pieve.
Salita sul campanile di Oleggio
Salita sul campanile di Oleggio.
Scala interna e panoramica.
Riprese risalenti a domenica 24 luglio 2011 durante il raduno delle fiat 500 d'epoca.
Piazza Martiri della Libertà , Oleggio (Novara) Italy
Castello di Campello
Castello di Campello Alto, un castello costruito nel 921 da Rovero di Champeause, barone di Borgogna,
Giro ad anello del Monte Faeit da Artegna ( Ring Tour of Mount Faeit from Artegna )
22-03-2018: Il primo tratto rettilineo, costeggiato da muretti a secco, porta in breve ad un grande pannello che illustra l’itinerario. Dopo aver attraversato un piccolo rio, si inizia a salire più decisamente nel bosco lungo una mulattiera lastricata. Oltre alle bacche del pungitopo il cammino risulta punteggiato anche da primule, viole ed ellebori. Dopo aver intersecato la strada il sentiero prende a salire in diagonale raggiungendo in breve lo spallone del monte. Da qui si riprende a salire con alcune svolte all’interno di un bosco di castagno che tra febbraio e marzo si ricopre di crochi. Oltrepassata una baita, si prosegue lungo il segnavia che ci porta a raggiungere la dorsale superiore dove la pendenza si appiana. Tra fioriture di croco e dente di cane, dalle caratteristiche foglie maculate, ci si porta brevemente sul versante nord del monte sbucando infine nei pressi della vetta del monte Faeit si affaccia sul paese di Magnano e sull’ampio panorama verso la pianura.
Dalla vetta si prosegue lungo lo sterrato scendendo al sottostante crocevia dove si presentano diverse possibilità di rientro. Il sentiero naturalistico cala invece sul versante nord del monte compiendo una larga ansa. Dopo aver intersecato un solco torrentizio dove si fanno più numerose le fioriture di bucaneve e campanellino il sentiero prosegue ancora lungamente in diagonale. Ad un evidente bivio ci si tiene sulla destra seguendo le rade segnalazioni. Con piacevole pendenza si scende verso il greto del torrente Orvenco giungendovi in prossimità di un vecchio ponticello. Il sentiero prosegue a sinistra ma vi è anche la possibilità di compiere una breve deviazione per visitare la cascata Tulin (cartello). Con lievi saliscendi all’interno di un rado bosco si oltrepassa la deviazione per Curminie e successivamente il greto del rio Confine per giungere al punto dove un salto di roccia sul corso dell’Orvenco crea una bella cascata Tulin incassata in un solco.
Tornati sui propri passi al ponticello, senza attraversarlo, si procede in lieve salita su un sentierino che dopo poco guadagna uno sperone erboso ricoperto di erica quasi a picco sul torrente. Oltrepassata una zona caratterizzata dalla presenza di grossi massi, con alcuni modesti saliscendi ci si riporta sulla strada asfaltata. Seguire ora le indicazioni che ci consentono di abbreviare qualche tornante fino all’ultimo comodo tratto nel bosco che porta a chiudere l’anello.
sagra dei due castelli di malpaga 8 2012 CHIUSURA GIOCHI EQUESTRI
Quel che resta del castello di Rozzano
Reportage fotografico nato da una passione.
Passione nel condividere ciò che il territorio cela nei suoi angoli più appartati.
Luoghi ormai decaduti nei quali il tempo si è fermato, ma che continuano a raccontare la storia del proprio territorio, e spesso sono ancora colmi di ricordi.
Quello che mi interessa è proporvi e mostrarvi stralci urbani congelati nel tempo a testimonianza di come la natura si riappropria degli spazi che gli erano stati ‘sottratti’.
Edifici lasciati all’incuria del tempo e della natura, ma soprattutto dell’uomo, piuttosto che riutilizzarli per attività di altro genere.
IMPORTANTE: IN TUTTE LE ESCURSIONI EFFETTUATE NON SONO MAI STATI COMMESSI ATTI VANDALICI O FURTI DI ALCUN TIPO.
L'Area Sacra della Pieve di S. Andrea a Iseo (BS)
Fuori dal clangore della stupenda cittadina lacustre, a pochi passi dal centro commerciale di Iseo ma quasi discosto dal resto, si trova l'antico complesso vescovile paleocristiano fondato nel V-VI secolo, su un'area romana. Modificato nei secoli, il nucleo si compone della Pieve di S. Andrea, con la caratteristica e monumentale tour-porche, dell'antico Battistero di San Giovanni (irriconoscibile perchè trasformato in chiesa settecentesca) e dalla piccola chiesa di San Silvestro. Quest'ultima, chiusa per decenni, ha rivelato la presenza di un interessante ciclo a tema Danza macabra nel semiciclo absidale interno.
La torre di Trasacco
Appena arrivati abbiamo visitato la torre di Trasacco (San Cesidio)
Chiesa di San Rocco - Gussago (BS)
La chiesa di S.Rocco posta sulla collina, è a navata unica e, osservandola, dimostra un ricco palinsesto costruttivo. La porzione più antica identificabile con un tempio più piccolo preesistente, risalirebbe alla prima metà del 1400. La storiografia locale riferisce che la costruzione della chiesa di San Rocco fu avviata nel XV secolo q[1] uale ex voto del comune di Gussago in seguito ad un’epidemia di peste. La struttura originaria fu profondamente rinnovata ed ampliata nel corso del XVI secolo. L’ingresso centrale è riparato da un ampio esonartece caratterizzato da tre archi a tutto sesto definiti da lesene poco aggettanti. La costruzione del portico, coperto da una copertura a tre spioventi, risalirebbe ai primi anni del ‘900 e si presume abbia sostituito una struttura simile (forse di dimensioni più ridotte) del XV secolo. Nell’ordine superiore della facciata è presente una finestratura a lunetta. La navata è coperta da un’ampia volta a botte, lievemente ribassata, probabilmente realizzata a seguito del rinnovamento del XVI secolo. Tale struttura sostituì la copertura originaria quasi certamente in legno, capriate a vista secondo l’uso delle chiese del XV secolo. Il campanile presenta modanature di stile romanico mentre la cella campanaria offre soluzioni decorative secondo modi rinascimentali.
I Borghi di Corciano - Migiana
Terre Di Confine - - - Gemmano
Gemmano - Riserva Naturale Orientata
Boccadasse.wmv
Il filmato parte dallo scoglio di Quarto fino ad arrivare a Boccadasse
SICILY REPORT 2019 IL BAROCCO DI MONTALBANO
SICILY REPORT 2019 IL BAROCCO DI MONTALBANO
Reportage Fotografico a cura di Loredana Zelinotti Photographer Report
Modica, Siracusa, Scicli, Ragusa Ibla, Donna Fugata, Marzamemi, Noto e Catania sono state inserite nella lista dei Patrimoni dell'Unesco grazie allo splendore del Barocco Siciliano.
Questi luoghi, queste chiese, queste piazze, questo insieme di esterni ed interni, vogliono esaltare la bellezza, la fantasia e l'invenzione bianca calcarea a ricavarne armoniose forme: ora mascheroni giocosi, ora balaustre decorate da animali fantastici, ora studi attenti di convessità luminose che si aprono come una scenografia teatrale che lascia senza fiato.
Questi luoghi sono rinati dopo il terremoto del 1693 in siti talvolta del tutto diversi da quelli preesistenti oltre su quelli originali, ma tutti connotati dall'identità' di ardite scenografie barocche, luminosi giardini di pietra, fantastiche architetture che sembrano una sfida orgogliosa ad ogni futuro sussulto della terra.
Così scriveva Andrea Camilleri:
Il vero oro del Barocco Siciliano porta i colori accesi del sole, del mare e della pietra.