Il Castello Clonato Rovasenda Vercelli Interno Parte Seconda
La storia inizia nel 1170, anno in cui Alberto di G. inizia la costruzione del castello (quello in centro). Inizialmente la struttura ha scopi difensivi (è circondato da un profondo fossato, e dalla torre si può sorvegliare l’intera piana circostante), ma tra il XV e il XVI secolo si trasforma in abitazione signorile. Nel 1459 Alberto (la dinastia intanto era stata costretta ad assoggettarsi a quella sabauda) fa erigere l’imponente torre, alta 48 metri. Squarciata da un fulmine nel 1721, fu restaurata soltanto nel 1927. I segni della riparazione sono visibili ancora oggi: in prossimità della fenditura, infatti, si vedono chiaramente l’innesto di un calcestruzzo differente e alcuni tiranti che evitano che la struttura si indebolisca.
Sul finire dell’ottocento, il conte Lancillotto (nome di fantasia) di G. (1850 – 1940), originario della zona di Ivrea ma imparentato coi conti di G., scoprì di non essere discendente diretto di Alberto. Di conseguenza, non sarebbe stato lui ad ereditare il castello, a vivere in quel lussuoso maniero. Alla irremovibile sentenza fecero seguito anni di violente liti familiari, in cui tuttavia Lancillotto non ottenne nulla. Il conte voleva il castello per ragioni d’onore e prestigio, ma anche per garantire alla sua sposa, Caroline Ashburner Nix (figlia di un potente, ricchissimo armatore inglese e il cui patrimonio era ben superiore a quello di Lancillotto), una vita lussuosa e agiata. La leggenda (spesso raccontata dagli abitanti del paese) secondo cui la Ashburner avrebbe minacciato di lasciare Lancillotto nel caso in cui non avesse ottenuto il castello, non ha invece fondamento storico, anche se molti la danno per veritiera. L’unica cosa certa, comunque, è che Lancillotto voleva assolutamente il castello. E fu così che venne alla luce una delle più bizzarre idee mai partorite dalla mente umana.
Il conte chiamò a raccolta l’importante architetto torinese Carlo Nigra (fautore, tra le altre cose, del Borgo Medievale di Torino) e gli chiese di progettare un nuovo castello, identico all’altro ma se possibile ancora più sfarzoso. Insomma, un edificio che facesse rodere d’invidia i parenti litigiosi e, secondo Lancillotto, scorretti. La scelta del posto cadde quindi su una porzione di terreno di proprietà del solo conte, situata – guarda caso – ad appena duecento metri dal castello medievale.
“Non volete farmi vivere al castello? Benissimo, me ne costruisco uno identico ma più bello, ad appena duecento metri dal vostro”.
Leggenda urbana,edifici abbandonati,lasciati a se stessi,le indagini sono condotte senza asportare,imbrattare,provocare danni. Urban legend, abandoned buildings, left to themselves, the surveys are conducted without remove, deface, damage.
Castello Clonato di Rovasenda - Esplorazione all'interno del castello costruito per dispetto [URBEX]
CASTELLO CLONATO DI ROVASENDA
Siamo nel vercellese e per la prima volta esploriamo un castello abbandonato, non del tutto originale, infatti è chiamato per l'appunto clonato, ma ha tutte le carte in regola per essere considerato tale...
Esplorazione da 10 e LODE!!!
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LA STORIA
La storia inizia nel 1170, anno in cui Alberto di G. inizia la costruzione del castello (quello in centro). Inizialmente la struttura ha scopi difensivi, ma tra il XV e il XVI secolo si trasforma in abitazione signorile. Nel 1459 Alberto fa erigere l’imponente torre, alta 48 metri. Squarciata da un fulmine nel 1721, fu restaurata soltanto nel 1927. I segni della riparazione sono visibili ancora oggi: in prossimità della fenditura, infatti, si vedono chiaramente l’innesto di un calcestruzzo differente e alcuni tiranti che evitano che la struttura si indebolisca.
Sul finire dell’ottocento, il conte Lancillotto di G. originario della zona di Ivrea ma imparentato coi conti di G., scoprì di non essere discendente diretto di Alberto. Di conseguenza, non sarebbe stato lui ad ereditare il castello, a vivere in quel lussuoso maniero. Alla irremovibile sentenza fecero seguito anni di violente liti familiari, in cui tuttavia Lancillotto non ottenne nulla. Il conte voleva il castello per ragioni d’onore e prestigio, ma anche per garantire alla sua sposa, Caroline Ashburner Nix (figlia di un potente, ricchissimo armatore inglese e il cui patrimonio era ben superiore a quello di Lancillotto), una vita lussuosa e agiata. La leggenda (spesso raccontata dagli abitanti del paese) secondo cui la Ashburner avrebbe minacciato di lasciare Lancillotto nel caso in cui non avesse ottenuto il castello, non ha invece fondamento storico, anche se molti la danno per veritiera. L’unica cosa certa, comunque, è che Lancillotto VOLEVA assolutamente il castello. E fu così che venne alla luce una delle più bizzarre idee mai partorite dalla mente umana.
Il conte chiamò a raccolta l’importante architetto torinese Carlo Nigra (fautore, tra le altre cose, del Borgo Medievale di Torino) e gli chiese di progettare un nuovo castello, identico all’altro ma se possibile ancora più sfarzoso. Insomma, un edificio che facesse rodere d’invidia i parenti litigiosi e, secondo Lancillotto, scorretti. La scelta del posto cadde quindi su una porzione di terreno di proprietà del solo conte, situata – guarda caso – ad appena duecento metri dal castello medievale.
“Non volete farmi vivere al castello? Benissimo, me ne costruisco uno identico ma più bello, ad appena duecento metri dal vostro”.
Follia? Forse, ma G. divenne da quel momento “terra di due castelli”.
Tra il 1901 e il 1904, il castello venne edificato e terminato. Considerata la decadenza dei conti di G., la maggior parte delle spese di costruzione furono probabilmente sostenute dalla famiglia Ashburner Nix. Agli occhi dei presenti (non è dato sapere se ci fossero anche i parenti “cattivi”, che comunque vedevano l’edificio sporgendosi dalle finestre del loro castello) apparve qualcosa di meraviglioso: un maniero in perfetto stile medievale con tanto di torri, merletti, profondo fossato, ponte levatoio, portone a sesto acuto con griglia in ferro, feritoie, posti di vedetta. Utilità? Nessuna. Le uniche ragioni di esistere di questo castello furono una ripicca bella e buona e, forse, il timore di lasciar ad altri un ingente patrimonio. Elementi che rendono questa storia ancora più incredibile.
Nel 1940 Lancillotto, novantenne, si spense. La moglie, nata nel 1869, morì quattro anni dopo. In quel luogo così assurdo ed esagerato, i coniugi avevano trascorso in pace il periodo più cupo della storia italiana. Dietro quei vetri la guerra non arrivò mai. Ci passarono però i partigiani di stanza nella zona della Baraggia, e la contessa Ashburner, ormai anziana (e forse rinsavita dalla sua sete di lusso), non esito a offrirgli un nascondiglio. Il figlio Jean-Louis di G., finita la guerra, si spostò nuovamente a Torino (da cui era fuggito durante i bombardamenti), e il portone del castello venne chiuso per sempre intorno al 1955.
Sono passati sessant’anni, e il castello “clonato” sembra non aver sentito il passare del tempo. A guardarlo dalla strada, anzi, sembra uno dei tanti castelli ben conservati e perfettamente ristrutturati che si possono trovare in Piemonte. E invece, quel maniero ha il portone chiuso da ben 60 anni. Una prova lampante, oltre che della megalomania di Lancillotto, dell’enorme abilità architettonica e costruttiva di Nigra.
Musica del video:
God Particle by Hans Zimmer - 160 BPM by Hans Zimmer
Urbex @ IL Castello Clonato di Rovasenda (VC) La Strana Ripicca di un Erede Deluso
Il Castello “Clonato” di Rovasenda: la strana Ripicca di un Erede deluso
Difficile immaginare la reazione degli antichi pretendenti a prestigiose eredità quando venivano privati dell’agognato sogno di tutta la vita. Questa storia affonda le radici a fine ‘800, e il suo protagonista è Luigi di Rovasenda, conte, che si vide negato l’accesso alla proprietà del Castello di Rovasenda, decidendo poi di costruirne uno uguale in proprio. Era il 1170 quando Alberto di Rovasenda iniziò la costruzione di un favoloso castello, che aveva lo scopo di difendere la città dagli attacchi nemici, in un insediamento secolare. Negli anni la destinazione del castello mutò più volte: prima divenne un’abitazione signorile, poi il fulcro di attività economiche e agricole. Fu verso la fine del XIX secolo che Rovasenda vide la costruzione di un nuovo castello, identico a quello preesistente, grazie a un’idea che a molti apparve folle. Luigi di Rovasenda era originario della zona di Ivrea, ma era imparentato con la famiglia dei Rovasenda, ed era convinto che un giorno avrebbe ereditato il castello della sua famiglia. Sfortunatamente per lui si scoprì che non era un discendente diretto di Alberto di Rovasenda, di conseguenza il castello tanto desiderato non sarebbe mai stato suo. In quel periodo sono immaginabili violentissime dispute familiari, su cui oggi possiamo solo fantasticare. Il Conte Luigi voleva ottenere a tutti i costi il castello per dare alla promessa sposa, Caroline Ashburner Nix, figlia di un armatore inglese, una vita lussuosa degna di una regina. Ci mise probabilmente lo zampino anche Caroline nei fatti che seguirono, perché forse minaccio Luigi di lasciarlo qualora non avesse avuto un castello nel quale abitare. Il conte diede inizio a una delle più strane idee costruttive mai partorite
Il nobile chiamò il famoso architetto torinese Carlo Nigra, e gli ordinò di progettare e costruire un castello identico a quello centrale, ma più bello e più grande dell’esistente. Inoltre, per far morire d’invidia i parenti, gli commissionò la costruzione nei terreni di sua proprietà più vicini all’altro castello. In questo modo, ogni giorno i suoi famigliari avrebbero dovuto osservare la sua nuova proprietà, molto più nuova e grande della loro. Così, facendosi finanziare dalla ben più ricca moglie, il folle progetto del conte prese il via Il castello gemello venne costruito tra 1901 e il 1904. Era bellissimo, al suo interno vi si potevano trovare splendidi affreschi e mobilio di pregio. Il conte e sua moglie passarono il resto dei loro giorni all’interno della loro bizzarra creazione, rintanandosi all’interno anche durante gli anni della Prima Guerra Mondiale. Il conte Luigi morì nel 1940, prima quindi che la Seconda Guerra raggiungesse queste zone, e fu seguito pochi anni dopo dalla moglie, che aveva abbandonato il castello durante la Seconda Guerra Mondiale. All’interno delle sue stanze vi trovarono rifugio alcuni partigiani, ospitati dalla moglie del Conte, ma venne abbandonato definitivamente nel 1955, quando il portone si chiuse per l’ultima volta. Degli oggetti interni alla “meraviglia” fatta costruire dal Conte rimane ben poco. Ladri e vandali hanno nel tempo depredato un piccolo gioiello italiano, e a sparire è stato persino un pozzo, le cui pietre sono state asportate per costruirne un altro in un luogo diverso. Gli eredi del conte riacquistarono la proprietà alcuni anni fa ma, dopo aver rifatto il tetto, furono costretti a rivenderla per le elevatissime spese di gestione e ristrutturazione. Oggi il nuovo Castello di Rovasenda riposa sornione accanto al suo gemello di 900 anni più anziano, in attesa di conoscere il proprio destino.
fonte:
Music: Hraach - Una Mattina
#mimmoamerelliurbex
Il castello di Rovasenda - alla corte del castello clonato
Un castello del 1900 ricostruito uguale a quelli del medioevo con affreschi e una storia da raccontare....
Il castello clonato venne costruito tra 1901 e il 1904 dal conte Luigi di Rovasenda, imparentato con la famiglia dei Rovasenda il conte era sicuro che un giorno avrebbe ereditato il castello di famiglia, ma cosi non fù in collera per essere stato scartato nella linea discendenza decise di costrure a pochi metri dall'originale un castello in stile medioevale chiamando in causa per la progettazione addirittura l'architetto Carlo Nigra famoso per aver costruito il borgo medioevale a torino.
nel 1955 il portone del castello si chiuse per l’ultima volta esso venne cosi abbandonato.
#urbex , #esplorazioneurbana , #castello , #luoghiabbandonati
Castello rovasenda italia
castello clonato rovasenda
Fra tutte le storie quella di questo castello è davvero singolare ovvero un membro della famiglia dei Rovasenda che poi ha dato il nome al piccolo borgo in provincia di Vercelli, che, non potendo ereditare il castello nel centro del paese decise di clonarne uno simile.
All’ingresso del borgo, ci si ritrova sulla destra un imponente castello medievale, assolutamente ben conservato, bene, questo è quello originale.
La storia inizia nel 1170, anno in cui Alberto di G. inizia la costruzione del castello in centro borgo, inizialmente aveva scopi militari in seguito divenne un’abitazione.
Sul finire dell’ottocento, il conte Lancillotto di G. (1850 – 1940), originario della zona di Ivrea ma imparentato coi conti di G., scoprì di non essere discendente diretto di Alberto. Di conseguenza, non sarebbe stato lui ad ereditare il castello, a vivere in quel lussuoso maniero.
Alla irremovibile sentenza fecero seguito anni di violente liti familiari, in cui tuttavia Lancillotto non ottenne nulla. Il conte voleva il castello per ragioni d’onore e prestigio, ma anche per garantire alla sua sposa, Caroline Ashburner Nix (figlia di un potente, ricchissimo armatore inglese e il cui patrimonio era ben superiore a quello di Lancillotto), una vita lussuosa e agiata.
La leggenda (spesso raccontata dagli abitanti del paese) secondo cui la Ashburner avrebbe minacciato di lasciare Lancillotto nel caso in cui non avesse ottenuto il castello, non ha invece fondamento storico, anche se molti la danno per veritiera. L’unica cosa certa, comunque, è che Lancillotto VOLEVA assolutamente il castello. E fu così che venne alla luce una delle più bizzarre idee mai partorite dalla mente umana.
Il conte chiamò a raccolta l’importante architetto torinese Carlo Nigra e gli chiese di progettare un nuovo castello, identico all’altro. Insomma, un edificio che facesse rodere d’invidia i parenti litigiosi. La scelta del posto cadde quindi su una porzione di terreno di proprietà del solo conte, situata – guarda caso – ad appena duecento metri dal castello originale.
L'antico castello di Rovasenda
Un piccolo giro nel centro storico del paese di Rovasenda. Il castello forse è una dei più belli di questa zona del Piemonte. Presto scriverò un articolo relativo a questa bellissima fortezza ricca di storia.
#Castello #Storia #Medioevo
Il Castello Clonato Rovasenda Vercelli Esterno con Drone Parte Prima
La storia inizia nel 1170, anno in cui Alberto di G. inizia la costruzione del castello (quello in centro). Inizialmente la struttura ha scopi difensivi (è circondato da un profondo fossato, e dalla torre si può sorvegliare l’intera piana circostante), ma tra il XV e il XVI secolo si trasforma in abitazione signorile. Nel 1459 Alberto (la dinastia intanto era stata costretta ad assoggettarsi a quella sabauda) fa erigere l’imponente torre, alta 48 metri. Squarciata da un fulmine nel 1721, fu restaurata soltanto nel 1927. I segni della riparazione sono visibili ancora oggi: in prossimità della fenditura, infatti, si vedono chiaramente l’innesto di un calcestruzzo differente e alcuni tiranti che evitano che la struttura si indebolisca.
Sul finire dell’ottocento, il conte Lancillotto (nome di fantasia) di G. (1850 – 1940), originario della zona di Ivrea ma imparentato coi conti di G., scoprì di non essere discendente diretto di Alberto. Di conseguenza, non sarebbe stato lui ad ereditare il castello, a vivere in quel lussuoso maniero. Alla irremovibile sentenza fecero seguito anni di violente liti familiari, in cui tuttavia Lancillotto non ottenne nulla. Il conte voleva il castello per ragioni d’onore e prestigio, ma anche per garantire alla sua sposa, Caroline Ashburner Nix (figlia di un potente, ricchissimo armatore inglese e il cui patrimonio era ben superiore a quello di Lancillotto), una vita lussuosa e agiata. La leggenda (spesso raccontata dagli abitanti del paese) secondo cui la Ashburner avrebbe minacciato di lasciare Lancillotto nel caso in cui non avesse ottenuto il castello, non ha invece fondamento storico, anche se molti la danno per veritiera. L’unica cosa certa, comunque, è che Lancillotto voleva assolutamente il castello. E fu così che venne alla luce una delle più bizzarre idee mai partorite dalla mente umana.
Il conte chiamò a raccolta l’importante architetto torinese Carlo Nigra (fautore, tra le altre cose, del Borgo Medievale di Torino) e gli chiese di progettare un nuovo castello, identico all’altro ma se possibile ancora più sfarzoso. Insomma, un edificio che facesse rodere d’invidia i parenti litigiosi e, secondo Lancillotto, scorretti. La scelta del posto cadde quindi su una porzione di terreno di proprietà del solo conte, situata – guarda caso – ad appena duecento metri dal castello medievale.
“Non volete farmi vivere al castello? Benissimo, me ne costruisco uno identico ma più bello, ad appena duecento metri dal vostro”.
Leggenda urbana,edifici abbandonati,lasciati a se stessi,le indagini sono condotte senza asportare,imbrattare,provocare danni. Urban legend, abandoned buildings, left to themselves, the surveys are conducted without remove, deface, damage.
Urbex Il Castello Clonato di Rovasenda
escursione urbex al Castello Clonato di Rovasenda
ATTENZIONE:QUANDO CI SIAMO STATI NOI GLI ACCESSI ERANO LIBERI E APERTI,SAPPIAMO CHE ORA SONO CHIUSI !
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UN INTERO CASTELLO ABBANDONATO - Esplorazione Rovasenda
Una delle esplorazioni più riuscite che abbiamo fatto, il posto è incredibile e meritava di essere raccontato.
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STORIE DIMENTICATE (#4) IL CASTELLO CLONATO DI ROVASENDA
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Rovasenda (Vercelli, Piemonte) Castello - videomix
Il documento ufficiale dove compare per la prima volta il nome di Rovasenda è il diploma con cui il re Carlo il Grosso, discendente di Carlo Magno, conferma, nell'882, al vescovo di Vercelli, Luitvardo, il possesso del territorio vercellese. L'atto, tra l'altro, dice: «...confirmamus totam silvam Rovaxindam pertinentem ad plebem S. Laurentii» (cioè alla pieve di San Lorenzo di Gattinara). Il paese però non si trovava nella posizione attuale, ma sulle rive del torrente Marchiazza, in località Pievanasco.
La signoria dei Rovasenda ha inizio nel 965, quando Ingone, vescovo di Vercelli concede in feudo a Aimone, conte di Vercelli, il territorio coperto per la maggior parte dalla Silva Rovaxinda.
Nel 1170 Alberto di Rovasenda inizia la costruzione del Castello, circondandolo con un ampio fossato.
Il castello riveste nel corso dei secoli diverse funzioni: nasce per scopi esclusivamente militari, si trasforma in abitazione signorile tra il XV e il XVI secolo, diviene fulcro di una struttura economica e agricola nel XVIII secolo. Nel 1355 Rovasenda diventa confederata con i Marchesi del Monferrato; questo è anche il periodo in cui la Casata dei Savoia inizia la sua ascesa come nuova potenza egemone del territorio. Nei primi anni del Quattrocento tutte le terre del vercellese sono assoggettate al dominio sabaudo, solo il feudo di Rovasenda resiste non intendendo passare sotto i Savoia. Nel 1413, però, dopo che Amedeo VIII di Savoia pone sotto assedio il castello, anche i signori di Rovasenda sono costretti a cedere e si sottomettono. Il castello nel corso dei secoli subì numerose trasformazioni e ampliamenti. Nel 1459, ad opera di Antonio di Rovasenda viene eretta la torre attuale, alta 48 metri (ancora oggi una delle costruzioni più alte di tutto il vercellese). Questa torre è uno degli esempi più importanti del vercellese; essa poggia su un unico arco, mentre il terrazzo dell'ultimo piano è aggettante sulle pareti esterne, per lasciar posto ad una corona di caditoie quadre, undici per ogni lato. Contemporaneamente sul lato nord, attigua alla torre, è stata costruita anche un'ala fortificata, che presenta lo stesso stile architettonico con i merloni sostenuti da barbacani in pietra, sporgenti sul muro sottostante per l'apertura di caditoie quadre. Una nuova ala viene successivamente costruita in epoca rinascimentale e decorata con affreschi, soffitti a cassettoni ed ampie volte. Nel 1667, durante la guerra tra gli Spagnoli e Carlo Emanuele I il castello subisce gravi danni per assedi, saccheggi e incendi.
Nel 1721 Un fulmine si abbatté sul lato occidentale della nuova torre provocando uno squarcio di 15 m. nell' angolo Sud-Ovest che verrà riparato solo nel 1927.
Negli anni settanta è stato restaurato l'interno della torre su progetto dell'ingegnere Paolo Caccia Dominioni, che fu a lungo ospite del castello, sotto lo pseudonimo di Silva, nel periodo della resistenza,
Agli inizi del Novecento venne copiato dall'architetto Carlo Nigra per realizzare il Castello nuovo di Rovasenda.[1]
Due targhe commemorative datate 1971, poste sulla facciata del castello ricordano il primo millennio della Comunità di Rovasenda e la morte del valoroso Cavaliere di ventura Pierre Terrail de Bayard Cavaliere senza macchia e senza paura, ferito a morte il 30-4-1524 nei pressi del Castello.
Castello Clonato (versione estesa)
Ritorna su Youtube il video che avevo tolto, una versione rivista, re-mixata e più lunga dell'originale.
Ah, se qualcuno vuole denunciarmi: questo video l'ho scaricato da Emule mentre cercavo video di cresime e matrimoni.
I sottotitoli sono stati rubati dagli Illuminati.
Ci scusiamo per il disagio (cit.)
Questo video può essere riutilizzato e re-mixato senza vincoli di copyright.
Music:
Castlevania - Ambienc
Castlevania - Stalk
Razvan Veina - A thousand rains - used with Creative Commons license:
Theta-Sound - Lumens - used with Creative Commons license:
Theta-Sound - Tahna - used with Creative Commons license:
Disclaimer legale:
Per la realizzazione di questo video NON è stato infranta la legge 614 C.P. in quanto il luogo NON è abitato, adibito ad attività ed utilizzato. Inoltre NON è stata effettuata violenza su beni o cose per la realizzazione del suddetto video.
IL CASTELLO CLONATO E ABBANDONATO DI ROVASENDA LEGGENDE E RICORDI RISVEGLIATI #CREW4UP
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UN CASTELLO DI SETTE PIANI ABBANDONATO NEL BOSCO!
STORIA E VALUTAZIONE DEL LUOGO TUTTO QUI SOTTO!
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ATTENZIONE! Negli ultimi mesi questo castello è diventato tristemente noto ai più, a quella parte di persone che non sono esploratori e non hanno nemmeno buone intenzioni. Purtroppo molte cose che vedete in questo video sono andate distrutte dopo aver reso noto il paese in cui si trova. Il portone del retro è stato sfondato, molti affreschi ulteriormente deturpati e (la cosa più triste e assurda) il pozzo con la rosa sopra è stato completamente smantellato da alcuni vandali... Questo dovrebbe far capire il motivo per cui non è facile per noi esploratori (che non vuole essere un nome di prestigio ma che ci vuole allontanare da quella categoria di persone che visita questi posti per vedere come arricchire la propria casa) rivelare le posizioni di determinati luoghi.
EPISODIO 9 - Castello Clonato
Ciao a tutti amici esploratori! Oggi vi portiamo alla fantastica scoperta del castello abbandonato più famoso di Italia, ovvero il castello clonato! La sua storia, per quanto non possa sembrare, non ha origini antiche. Infatti è stato edificato nei primissimi anni del 1900 per ripicca di un giovane nobile a cui era stato negato il castello di famiglia. Per permettere alla sua futura moglie una dimora altrettanto sfarzosa, come quella dei genitori, fece edificare ad appena 200 metri da casa sua (il castello) il suo futuro castello. Costruito seguendo le linee e le forme della sua vecchia casa (fa ridere casa) ma volutamente reso più sfarzoso e imponente. Qui il nobile e l'altrettanto nobile moglie hanno vissuto fino alla fine dei loro giorni avvenuta nella decade degli anni 40. Il figlio ed erede della dimora, poco prima della morte dei genitori, ritornò a Torino finita la Seconda Guerra Mondiale. Dal 1950 il portone del Castello è stato definitivamente chiuso e da allora abbandonato.
Dovrebbe esserci un erede ancora in vita che ha ereditato l'immenso castello secondo il l'anagrafe del comune in cui si trova, oggi come oggi è residente in Sardegna ma al mio tentativo di contatto non ho mai ricevuto risposta.
VALUTAZIONE: 7/10
Il castello è davvero un qualcosa di assurdo. Gigante, imponente e da un aspetto davvero medievale, come se avesse vissuto appieno quel periodo. Le mura di cinta, il portone, gli affreschi ai primi piani poi hanno un fascino che è difficile ritrovare in altri luoghi abbandonati. Le segrete poi ti danno quella sensazione di trovarti davanti il tipico fantasma di turno che abita ogni castello che si rispetti. Il fascino però purtroppo finisce qui, su 7 piani più segrete sono solo i primi due e i sotterranei che vale la pena esplorare, il resto purtroppo è un insieme infinito di stanze vuote e dove c'è stato un apparente recupero per la messa in vendita del castello, oggi è in vendita al prezzo di 400.000€. Degna di nota è la scala con l'affresco sul soffitto e la terrazzina al secondo piano.
COME SEMPRE CHIEDIAMO E CHIEDEREMO DI NON PUBBLICARE LE COORDINATE O L'ESATTA POSIZIONE DEL LUOGO! NON SI TRATTA DI ESCLUSIVA NE DI CATTIVERIA, SERVE PER MANTENERE LONTANI MALINTENZIONATI E LADRI. RICORDATEVI SEMPRE CHE CHI C'E' STATO PRIMA L'HA ANCHE CERCATO E TROVATO!
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Nessun luogo viene depredato e deturpato durante le nostre esplorazioni, i nostri metodi prevedono l'assoluto rispetto del luogo che stiamo visitando per tanto niente viene preso/spostato o rubato e la visita segue i limiti della struttura (situazioni di pericolo, porte chiuse e vie d'accesso murate).
CON I CACCIATORI DI FANTASMI IN UN CASTELLO CLONATO | GIANMARCO ZAGATO
Guarda la seconda parte nel canale del pit:
dopo l'intervista doppia, ho deciso di segnalare ai miei amici del pit, paranormale investigation team, dei veri cacciatori di fantasmi, un luogo particolarissimo che ho scoperto. è un piccolo paese in piemonte, dove ci sono due castelli identici, uno vicino all'altro, con un passato ed una storia veramente particolare
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Ghostly Fog-Rovasenda Castello Originale-SECONDA PARTE-
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Ed eccoci nella seconda parte del nostro viaggio a Rovasenda (VC) de ''La terra di due castelli''.
Qui perlustriamo il castello originale del paese,ben tenuto,curato,anche se riusciamo solo a fare una panoramica esterna del maniero,ma altrettanto ricco di storia e avvenimenti che nel corso dei secoli hanno delineato il percorso inarrestabile dell'uomo tra violenza,sangue, e voglia di vivere !!!
BUONA VISIONE !!!
Ghostly Fog-Il Castello clonato-PRIMA PARTE
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Ciao Amici, a questo giro ci troviamo a Rovasenda in quel di Vercelli,e in questa prima parte del nostro viaggio entreremo in uno dei due castelli di Rovasenda. Terra di due castelli, tra cui uno originale e un altro clonato,praticamente costruito nei primi del 900 per una ripicca familiare. Castello con affreschi stupendi,camini e antiche volte,il tutto riprodotto fedelmente come un antico maniero medievale !!!!
Purtroppo,come spesso succede,anche questo posto cade in totale stato di abbandono,in preda a vandali e svariati furti.
Nella seconda parte invece documenteremo la storia del castello originale di Rovasenda,e racconteremo come sempre la propria storia !
Beh che dire...BUONA VISIONE !!!!!
Coppa dichiara Rovasenda Ritorno
Coppa dichiara Rovasenda Ritorno
castello di castelletto
una galleria d'immagini del castello, con alcuni allestimenti per svolgere il matrimonio con rito civile all'aperto.
Castelletto Cervo si trova in Piemonte, nel biellese, a poca distanza anche da Vercelli e da Novara.