Castello Orguglioso o di Sassai (Silius - Sardegna)
Il castello Orguglioso detto anche Orgoglioso, meglio conosciuto come di Sassài, è un edificio fortificato risalente al XII secolo situato nel territorio del comune di Silius, nel Sarrabus-Gerrei, nella provincia del Sud Sardegna.
Il nome del castello pare rientrare nella serie di appellativi “guerrieri”, come quello di Gioiosa Guardia, che si rifacevano probabilmente alle già famose saghe cavalleresche e che potevano indicare roccaforti poste in situazioni strategiche.
Il castello venne costruito nel XII secolo per ordine dei giudici di Cagliari, insieme al castello di Quirra, come castello di frontiera con il Giudicato di Arborea. Il sito prescelto, a 430 m s.l.m., è una posizione altamente strategica che permetteva di monitorare il territorio circostante. La torre principale avrebbe permesso di osservare un vasto orizzonte che giungeva fino ai territori di Silius, San Nicolò Gerrei, Goni e Ballao, e da qui un buon tratto del Flumendosa. Erano ben controllate anche le vie del corso destro del Flumendosa, che passando per Ballao conducevano a Pauli Gerrei e Silius, e da questi paesi al campidano di Cagliari e alla Trexenta. Una sentinella posta sul mastio avrebbe potuto avvistare qualunque movimento di truppe e preparare tempestivamente una buona difesa.
Nel 1258 Santa Igia, capitale del Giudicato di Cagliari, venne conquistata e distrutta, e il territorio del giudicato venne suddiviso tra Giovanni Visconti di Gallura, Guglielmo di Capraia di Arborea e i pisani Ugolino e Gherardo della Gherardesca di Donoratico, mentre Castrum Calari rimase direttamente dipendente da Pisa.
Iniziata la conquista aragonese della Sardegna nel 1323, risultano ancora in mano pisana il castello Ogliastro, l’Orguglioso, i castelli di Quirra, Acquafredda, Gioiosa Guardia, Pedreso, Villa di Chiesa e il Castrum Calari. Durante l'assedio di Villa di Chiesa, mentre numerosi notabili sardi andarono a rendere omaggio all’infante Alfonso, ognuno per le competenze sui vari castelli e località che possedeva, evitarono tale gesto le località che erano in mano del Comune di Pisa, tra i quali anche l’Orguglioso. Nel 1345 le fonti citano i castelli di Orguglioso, Acquafredda, Quirra, Gioiosa Guardia e Osilo, come facenti ormai parte dei presidi della Corona d’Aragona. Il 18 agosto 1350 Nicolò Carroz venne investito del feudo dell’Orguglioso con dei Diplomi d’infeudazione spediti da Re Pietro d’Aragona.
Nel 1353 iniziò una vasta ribellione da parte di Mariano IV d'Arborea (guerra sardo-catalana). I castelli di Quirra e l'Orguglioso vennero posti sotto assedio dalle truppe del giudicato di Arborea. Il Fara riporta che il Giudice Mariano cinse personalmente d’assedio il castello di Quirra, senza però riuscirci, mentre l'Orguglioso venne posto sotto assedio e conquistato dai partigiani del Giudice d'Arborea provenienti dal cagliaritano. È possibile che il presidio dell'Orguglioso, non appoggiato dal governo centrale - che riuscì a respingere le forze arborensi solo una volta che arrivarono alle porte di Cagliari - abbia preferito arrendersi ai partigiani arborensi, così da evitare possibili rappresaglie contro il vicino borgo di Sassài. Ciò spiegherebbe come mai l'Orguglioso sia stato espugnato da partigiani, mentre il castello di Quirra, simile all'Orguglioso, non sia capitolato ad un esercito giudicale. Secondo lo storico Giovanni Battista Fara, furono i partigiani guidati da Pietro da Sena, comandante del Giudice d'Arborea, che si trova nel cagliaritano insieme ad 800 cavalieri e 7000 fanti, ad espugnare l’Orguglioso. La pace venne firmata l'11 luglio 1355 e tra i castelli nuovamente presidiati non figurò l’Orguglioso.
In seguito al suo abbandono e alla sua distruzione non venne più costruito. Il castello riappare tre anni dopo in un inventario aragonese datato 1358, in cui è rappresentato semidiroccato. Con tutta probabilità il disegnatore che eseguì lo schizzo non lo vide nemmeno, poiché esso non rassomiglia a nessuna parte del castello.
Il castello rimase attivo per circa 100 anni, gli ultimi 30 in mano agli spagnoli.
FONTE: WIKIPEDIA
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