Cotonificio Cantoni - Legnano - un luogo recuperato
Ciao a tutti! Ecco un luogo che da abbandonato è stato recuperato e restituito alla città.
Buona visione, oh, yeah!
COTONIFICIO CANTONI - LEGNANO (MI)
Il nucleo originario del Cotonificio Cantoni fu una filatura aperta nel 1828 a Legnano.
Il 2 ottobre 1830 vennero collaudati gli impianti sorti lungo l'Olona che utilizzavano, per muoversi, la forza motrice del fiume.
L'attività era semi artigianale ed era di proprietà di Camillo Borgomanero.
Da un documento del 1835 risulta che era socio dell'impresa anche Costanzo Cantoni.
Nella metà del 19° secolo, durante la seconda rivoluzione industriale, l'attività artigianale si trasformò in un'azienda vera e propria.
La Cantoni fu la prima azienda italiana ad essere trasformata in società per azioni e a venire quotata alla Borsa di Milano, dove restò fino al 1998.
Andrea Ponti fu il primo presidente, ma anche dopo la quotazione in Borsa il controllo del cotonificio restò sotto il controllo della famiglia Cantoni, che aveva la maggioranza azionaria.
Oltre a quello storico sorto a Legnano lungo l'Olona, la famiglia Cantoni aprì altri cotonifici. Nuovi stabilimenti furono eretti a Castellanza (1845), a Cordenons (1865), a Bellano (1870) e a Legnano nel quartiere Olmina (1960). Fabbriche minori furono aperte a Canegrate e a Gallarate (tessitura Cantoni-Introini).
Il periodo di maggiore attività della Cantoni fu la prima metà del XX secolo: nel 1902 l'azienda fu elettrificata (fino ad allora la produzione di energia era affidata a mulini lungo il fiume Olona), nel 1931 furono inaugurati nuovi reparti per la produzione di velluto, nel 1936 fu inaugurata una nuova centrale termoelettrica, nel 1941 e nel 1943 furono invece inaugurati due nuovi nuovo padiglioni per la tintoria e nel 1943 fu terminato il capannone per la macerazione.
Nel dopoguerra lo stabilimento legnanese seguì le sorti dell'azienda, che si espanse ulteriormente fino ad essere uno dei cotonifici più produttivi a livello mondiale.
Molti altri stabilimenti furono assorbiti dal Cotonificio Cantoni grazie ad alcune operazioni di acquisto che l'azienda legnanese fece nei confronti di alcune società concorrenti.
La Cantoni prese quindi possesso delle fabbriche di Fagnano Olona (ex Stamperia e tintoria F.lli Tronconi, 1967), Ponte Nossa (ex De Angeli-Frua, 1968), Arluno (ex Cotonificio Carlo Dell'Acqua, 1969) e Saronno (ex De Angeli-Frua, 1968). Oltre ai siti produttivi, la Cantoni era anche proprietaria di un cospicuo patrimonio immobiliare.
Nel 1984 la Cantoni fu acquistata da Fabio Inghirami. La nuova proprietà chiuse il reparto di filatura della storica fabbrica legnanese e tentò di indirizzare la produzione verso tessuti più ricercati.
Nonostante questo tentativo di salvare l'azienda, lo stabilimento legnanese chiuse nel 1985.
Da quell'anno l'ex sito produttivo fu abbandonato a sé stesso e cominciò ad essere occupato da senza tetto e spacciatori.
Negli anni furono proposti vari progetti di recupero e alla fine i padiglioni furono demoliti nel 2003 per la realizzazione di un parco pubblico, di un centro commerciale (le Gallerie Cantoni) e di una zona residenziale.
Per ordine della Soprintendenza ai Beni Culturali ed al Paesaggio di Milano, intervenuta quando ormai le demolizioni erano quasi al termine, le due facciate più importanti architettonicamente (in realtà le uniche non ancora demolite), quelle del reparto velluti del 1931 affacciate su corso Sempione, sono state conservate e sono parte integrante dei nuovi edifici commerciali.
Il resto del complesso, compresi altri edifici architettonicamente interessanti, fu demolito.
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