La Fiera Mercato di San Martino - Belluno-BL Itália
Fiera di S.Martino
giorno di S. Martino o domenica successiva.
La Fiera Mercato di San Martino è dedicata al patrono della città e, tradizionalmente, coincide con la fine dell'annata agraria (testimonianze storiche la datano fin dal Trecento, seppure con carattere più specificamente di commercio di bestiame).
Per tutto il giorno il centro storico vede una ricca varietà di bancarelle, castagnate, manifestazioni enogastronomiche e mercatino dell'antiquariato Cose di vecchie case. Gli operatori propongono prodotti agroalimentari, biologici, artigianali e tradizionali, animali vivi, fiori e piante di ogni tipo. Per i bambini ci sono giocattoli, pupazzi, palloncini e gonfiabili. Non mancano i punti di ristoro con somministrazione di cibi e vivande.
In piazza Duomo la Comunità montana Belluno-Ponte nelle Alpi propone una vetrina dei produttori locali con degustazione e vendita di carni, ortaggi, frutta, succhi, marmellate e miele. Altri banchi propongono specialità etniche.
Le due campane mezzane del duomo di Belluno
Belluno, domenica 2 ottobre 2011.
Non essendo a conoscenza dell'orario esatto della suonata, sono purtroppo riuscito a registrare soltanto la parte finale della distesa.
Ad ogni modo, penso che il suono possa essere ben gustato.
Sono proprio due belle De Poli, non c'è che dire.
Qui sotto potete trovare alcune informazioni su ogni singola campana; si possono evincere delle buone curiosità....
N.B.: il titolo all'inizio del video non è esatto, poichè a suonare sono le due campane mezzane (viene dopo di loro solo la campana grande).
- LE CAMPANE -
Sino al 1934 le campane erano le seguenti: quella maggiore, del mezzogiorno, dell'agonia, quarta campana. Per ricordare i lavori di restauro della guglia e l'inaugurazione dei nuovi bronzi, l'avv. Alessandro da Borso - ispettore onorario ai Monumenti - fece apporre nella cella campanaria una lapide con il seguente testo: «Sacrilega mano nemica / asportava nella dolorante vigilia della Patria / i sacri bronzi della torre / per indomito valore dei figli eroici / riconquistati / glorificano Iddio / cantano la vittoria d'Italia / McMxxi». La campana maggiore portava il nome di Clementina Giuseppina; quella del mezzogiorno era denominata Teresa Vittoria; Francesca Giulia era la campana dell'agonia in ricordo delle madrine Francesca Coletti Belli e Giulia Pagani Agosti. La quarta campana portava i nomi di Carlottina e Maria; la campana della Messa era detta Chiara Elisabetta.
Nel 1934, per iniziativa del decano mons. Gaetano Masi, vennero fuse tutte le vecchie campane (con la sola eccezione di quella dedicata a san Lucano). Da tale fusione - eseguita dalla rinomata ed antica ditta De Poli di Vittorio Veneto - nacque l'attuale concerto della cattedrale così composto: la maggiore (detta campanone) dedicata a Cristo Re coronato di spine (s. Spina), la seconda alla B.V. Assunta (cioè quella dell'Ave Maria), la terza a san Giuseppe (è quella dell'agonia), la quarta di san Martino (è quella del Coro) e la quinta di san Lucano che viene suonata per le messe feriali.
L'alluvione del 4 novembre 1966 procurò danni di natura statica e si rese necessaria la messa in sicurezza delle parti lignee e murarie; l'angelo in cima al campanile fu riparato; si provvide all'installazione di un parafulmine; si perfezionò l'impianto elettrico delle campane installato nel 1954.
(Maggiori informazioni su saggi ed articoli di F. Tamis e F. Vizzutti - 1995)
A Belluno si racconta che, dopo l'elezione al soglio di Pietro del Card. Albino Luciani, di Canale d'Agordo (BL), la campana maggiore abbia suonato talmente tanto, da far staccare il battaglio.
Non si è appurato se sia caduto in cella o nel sottostante sagrato.
- IL CAMPANILE -
A Belluno si trova uno dei più eleganti campanili d'Italia, quello della cattedrale. Fu progettato dallo Juvarra e realizzato fra il 1732 e il 1743: misura 71,98 metri e costò complessivamente 150 mila lire venete. Sulla guglia a cipolla svetta un angelo ligneo alto 4,63 metri (già incluso nell'altezza del campanile).
AVISE (Valdigne, Valle D'Aosta) Castello e chiesa parrocchiale di San Brizio
Appartenuta in epoca medioevale ai Signori di Avise, una delle famiglie nobili più antiche e importanti della Valle, questa località ha avuto da sempre una rilevante importanza strategica, testimoniata tutt’oggi dai suoi tre castelli: quello di Cré, quello di Blonay e quello d’Avise. Quest’ultimo è una costruzione caratterizzata da una torre merlata di forma quadrangolare, dominante su una costruzione di 4 piani; all’interno è pregevole un soffitto ligneo con ornamenti tardo medioevali.
Di epoca medioevale è anche la Maison de Mosse in località Runaz, adibita a sede espositiva.
La chiesa parrocchiale di San Brizio, ricostruita nel secolo scorso, conserva il campanile romanico del 1400 a bifore e cuspide.
Tra i reperti di epoca romana ritroviamo il tratto della Strada delle Gallie qui denominato ”Pierre Taillée”, perché i romani, per aprirsi un varco verso le valli del Monte Bianco, dovettero incidere la roccia con lo scalpello.
I dintorni del paese sono fittamente lavorati a vitigno, da cui si produce il famosissimo vino “Petit Rouge”.
CHIESA PARROCCHIALE DI SAN BRIZIO
Situato nel capoluogo, l’edificio fu costruito sulle fondamenta di uno più antico, basso, irregolare e troppo piccolo, che fu interamente demolito. Una tradizione vuole che la chiesa parrocchiale fosse anticamente eretta tra Runaz e Pierre Taillée, sulla strada romana. Allorché questa chiesa, dedicata a San Martino, venne distrutta con tutto il villaggio di Runaz dagli eserciti di passaggio intorno al IX – X secolo, sarebbe stata ricostruita sull’altro lato della Dora, meno esposta alle incursioni militari, e dedicata a San Brizio, discepolo e successore di San Martino. Nel 1400, grazie a due benefattori (zio e nipote) che si chiamavano entrambi Antoine d’Avise, fu costruito il campanile della chiesa parrocchiale, ad opera di mastro Pierre Sella.
AVELLINO ( Irpinia - Italy ) - IL DUOMO CON CRIPTA - Tour Completo - THE CATHEDRAL WITH THE CRYPT -
Il Duomo di Santa Maria Assunta e di San Modestino è la cattedrale della diocesi di Avellino.La cattedrale fu costruita a metà del XII secolo, tra il 1132 ed il 1166 dal vescovo Roberto, che la dedicò a San Modestino, in stile romanico. Mantenne il suo aspetto originario fin verso la fine del Seicento, quando s'iniziarono alcune trasformazioni e restauri che, proseguendo nel Settecento, trasformarono l'antico impianto romanico in forme barocche. Il vescovo Francesco Gallo (1855-1896), che mise in opera un totale rifacimento della cattedrale trasformandola in stile neoclassico: il rifacimento della facciata fu affidato all'architetto Pasquale Cardola e fu compiuto tra il 1857 e il 1868; la trasformazione dell'interno invece fu opera dell'architetto Vincenzo Varriale, che vi lavorò dal 1880 al 1889. Il nuovo edificio dovette subire i bombardamenti della seconda guerra mondiale e il terremoto del novembre 1980: in entrambi i casi furono necessari importanti interventi di consolidamento e di adeguamento alle norme sismiche.La facciata neoclassica in marmo bianco e grigio è divisa in due ordini da un cornicione. Nell'ordine inferiore, suddiviso in cinque fasce da quattro colonne, sono inseriti i tre portali d'entrata: due lapidi, rifacimenti di quelle antiche, ricordano le vicissitudini del portale centrale, costruito dal vescovo Roberto nel 1133 ed ampliato dal vescovo Guglielmo nel 1167. Oggi nelle porte bronzee sono scolpiti momenti della storia religiosa e civile di Avellino. Nella lunetta sovrastante la porta centrale è un bassorilievo raffigurante l'Ultima cena. A fianco del portale principale, in due nicchie sono collocate le statue di san Modestino, patrono della città, e di san Guglielmo, fondatore del monastero di Montevergine e patrono dell'Irpinia. Una terza lapide ricorda l'edificazione della nuova facciata nell'Ottocento.La scala di accesso alla cattedrale (in stile barocco) e la sistemazione della piazza antistante sono opera del vescovo Martinez della fine del Settecento.Sul lato destro della chiesa è il campanile, eseguito in epoche diverse. La parte inferiore, la più antica, è costituita da pietre e marmi di edifici romani del I secolo.L'interno della cattedrale è a pianta a croce latina a tre navate suddivise da pilastri; il transetto immette nella profonda zona presbiteriale.Sono nove le cappelle o altari laterali presenti nelle due navate laterali: nella navata di destra ci sono gli altari dedicati a san Gerardo Maiella, all'Adorazione dei Magi, a sant'Antonio di Padova e alla Crocifissione. Nella navata di sinistra vi sono due cappelle iniziali, di cui la prima dedicata alla vergine dei Sette Dolori, e la seconda ha servito per lungo tempo come battistero; seguono gli altari dedicati alla Madonna Assunta e alla Madonna del Rosario; infine è un altare un tempo dedicato a sant'Alfonso Maria de' Liguori, dove si ritiene che il santo abbia celebrato la Messa.Interno della cattedrale di Avellino, visto dall'abside.Il soffitto a cassettoni della navata centrale, che copre l'antico soffitto a capriate, è stato realizzato nel Settecento; al centro è la grande tela di Angelo Michele Ricciardi che raffigura Maria assunta in cielo (1702-1705). .Nelle dieci piccole cupole che danno luce alle navate laterali sono stati dipinti episodi evangelici della vita di Maria, opera di Achille Iovine ma rifatti, a causa dell'umidità, da Ovidio De Martino. Dello stesso Iovine sono le 20 figure di profeti o di personaggi biblici dipinti negli archi che separano le navate, e le figure degli apostoli Pietro e Paolo nell'arco che immette nel transetto.Nella fascia che corre lungo il cornicione è stata inserita, in latino, una lunga frase di papa Paolo VI tratta del discorso di chiusura della terza sessione del concilio Vaticano II.Alcuni gradini danno accesso dalle navate al transetto al cui centro è oggi collocato il nuovo altare, l'ambone e il fonte battesimale.Nelle pareti al di sotto del cornicione sono collocate due tele di Achille Iovine raffiguranti la Sacra Famiglia a sinistra e san Lorenzo martire a destra; inoltre in quattro nicchie vi sono le statue in gesso dei quattro evangelisti. Al di sopra del cornicione invece hanno posto cinque tele di Angelo Michele Ricciardi raffiguranti cinque santi: Francesco Saverio, Carlo Borromeo, Andrea Avellino, Modestino di Antiochia e Gaetano di Thiene.Dal transetto si accede poi a due cappelle poste lateralmente al presbiterio. A sinistra è la cappella di san Modestino, o anche cappella del tesoro di San Modestino, perché conserva, in preziose teche, le reliquie dei santi patroni a cui la diocesi avellinese è devota, ed il busto argenteo di San Modestino.Questa è la cappella più importante del Duomo.Cappella di San Modestino, patrono di Avellino
Ho creato questo video con l'Editor video di YouTube (
Pont-Saint-Martin (Valle D'Aosta) la città intera - video&slide
Pont-Saint-Martin (Pon Sèn Marteun in patois valdostano; Pont San Martìn in piemontese; Martinstäg in walser), è un comune italiano della Valle d'Aosta sudorientale. L'abitato prende il nome dal poderoso ponte romano dedicato a San Martino di Tours, che attraversa il torrente Lys. Costruito nel I secolo a.C., nel corso di quasi 2.000 anni ha consentito il passaggio dalla regione di Eporedia (l'attuale Ivrea) verso la Valle d'Aosta. Il ponte è lungo 31 m e alto 23 m. Fu utilizzato fino al XIX secolo, poi venne costruito un ponte moderno. I principali monumenti sono.
• La chiesa di Fontaney, sede della parrocchia fino al 1899;
• Il castello Baraing, appartenente alla potente famiglia omonima;
• Le rovine del Castello di Pont-Saint-Martin detto Castellaccio, sito su di un promontorio, all'envers rispetto al borgo.
• La casaforte di Pont-Saint-Martin, nota anche come 'l Castel: si trova a sud della chiesa parrocchiale ed era la fattoria che serviva il castello sul promontorio e che venne trasformata in casaforte quando i signori di Pont-Saint-Martin abbandonarono il Castellaccio, forse intorno al XVI secolo. Dopo un restauro finanziato dal comune e con il fondo Fospi della Regione Valle d'Aosta, è stata riaperto al pubblico il 15 settembre 2012.
• il castello di Suzey, sopra Ivéry.
• La Casaforte della Rivoire, nei pressi di via Émile Chanoux, del Cinquecento; prende il nome dalla località omonima, in latino Roveriae
• Pont Saint-Martin
L'abitato prende il nome dal poderoso ponte romano dedicato a San Martino di Tours, che attraversa il torrente Lys. Costruito nel I secolo a.C., nel corso di quasi 2.000 anni ha consentito il passaggio dalla regione di Eporedia (l'attuale Ivrea) verso la Valle d'Aosta. Il ponte è lungo 31 m e alto 23 m. Fu utilizzato fino al XIX secolo, poi venne costruito un ponte moderno.
Rifugio Pranolz e la Valbelluna
Veneto, Dolomiti, Rifugio Pranolz, a 780 m. di quota, immerso nelle prealpi bellunesi, in uno splendido punto panoramico a due passi dai principali centri urbani della Valbelluna. E' questa la base strategica di Eats&Travels per visitare i luoghi tanto amati dallo scrittore Dino Buzzati, al quale è dedicato anche un sentiero nelle vicinanze della struttura. Oltre a questo nordic walking, la proprietaria Alessandra Magagnin è infatti maestro di questa attività fisica che permette di muovere il 90% dei muscoli del proprio corpo all'interno di un ambiente incontaminato che diventa una vera e propria palestra a cielo aperto.
Dopo tanto camminare è il momento di gustare i sapori del territorio: qui i caseifici vengono chiamati comunemente Latterie infatti si vende subito il formaggio, rigorosamente a chilometro zero, appena preparato. Oltre i formaggi degna di nota è la produzione del miele locale e i salumi, oltre ai piatti tipici del territorio come il piatto delle Dolomiti con funghi, formaggio fuso e il pastin che è una tipica pietanza della provincia di Belluno, realizzata con carne tritata fresca e speziata.
Visita l'Italia con noi!!!
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La chiesa di Costalta di Cadore
E' dedicata a S. Anna. Parrocchiale dal 1943. Una prima chiesa fu eretta nel secolo XVI, rifatta nel 1820; essendo questa pericolante, ne fu eretta una terza, l'attuale, nel 1862 su disegno dell'ing. Antonio Pante. L'altar Maggiore è in marmo con modesta pala con la Madonna, Bambino, S. Giuseppe e due sante. Ai lati affreschi grossolani con l'Adorazione dei Magi e l'Annunciazione. Buona la pala dell'altare con Madonna in trono con Bambino, santi e sante e, a sin. in basso, uno stemma con l'aquila a due teste. L'organo è della Fonica di Padova (1957).
(da G. Fontana, Notizie storiche del Comelico dallle origini al 1866)
Altre notizie sulla chiesa... nel sito di Costalta
dove riportiamo le osservazioni storico-artistiche di Sergio Gentilini, scrittore friulano, che soggiorna a Costalta, nel periodo estivo, da diversi anni.
Altre immagini sul Papa a Costalta:
e
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Bolzano - Duomo esterno e interno - slideshow
L'emblema della città di Bolzano si trova in centro, di fronte a piazza Walther, ed è un gioiello di arte romanica e gotica: il Duomo, costruito a partire dal XI secolo.
L'esterno, ricostruito dopo essere stato parzialmente distrutto durante la seconda guerra mondiale, invece, è un esempio di architettura gotica.
Il rivestimento, realizzato nel XIV secolo dai fratelli Schiche di Augusta in marmo rosso (Val Gardena) e giallo (Bassa Atesina), è decorato di doccioni e balaustre abilmente casellati.
Il campanile filigranato, ornato di finestre ogivali ed archi rampanti, appoggiato sulla base quadrata di origine romanica, è stato costruito nel 1517 dallo scalpellino svevo, Hans von Schussenried, e dà l'impressione di mirare giusto fino in cielo.
All'esterno, sul lato piazza Walther, si trova la porticina del vino, uno dei più bei portali gotici di tutto il Tirolo, ornato di diverse statue. Di particolare interesse sono le due figure al bordo destro e sinistro che rappresentano una coppia di vignaioli nel costume tipico dell'epoca.
Sotto la torre è collocato un affresco del XV secolo, eseguito da allievi della scuola di Giotto, come dimostrano la spazialità ed il disegno plastico delle figure. Particolare il disegno di un pellegrino al ritorno da Santiago di Compostela, come dimostra la conchiglia che porta al collo, che giace per terra colpito da una campana.
L'interno del duomo, primo esempio architettonico di una chiesa a sala, è caratterizzato da questo contrasto dell'arte gotica d'impronta nordica e del carattere rinascimentale degli affreschi datati 1360-1370, tutti opera della bottega di Giotto, che una volta ricoprivano tutte le pareti.
Un altro capolavoro dello scalpellino Hans von Schussenried è il pulpito, decorato con dei rilievi raffiguranti i padri della chiesa con i simboli dei quattro evangelisti, esempio sublime dell'arte gotica.
Sempre di stile gotico le due rappresentazioni della madonna che si trovano all'interno del duomo. La prima, collocata in una cappella dietro l'altare maggiore barocco, è una delle prime madonne lactans della storia dell'arte; l'altra, una pietà di Hans von Judenburg del 1424, colpisce per la sua espressione particolarmente dolce.
Ai piedi del campanile è racchiuso un museo dedicato al Tesoro del Duomo, con una delle più ricche raccolte di corredi sacri di età medioevale e barocca dell'area tirolese.
L'antica parrocchiale di Bolzano, dedicata all'Assunta, divenne sede vescovile solo nel 1964, con la costituzione della diocesi di Bolzano-Bressanone. Precedentemente il Decanato di Bolzano apparteneva alla Diocesi di Trento.
Una chiesa di Santa Maria venne consacrata nel 1180. Una nuova fase costruttiva, di impianto tardo-romanico, inizia nel XIV secolo. Nella seconda metà dello stesso secolo il cantiere continua in forme gotiche ad opera dei costruttori augustiani Martin e Peter Schiche. Ad essi si deve il cosiddetto Leitacher Törl (Porticina del vino), lungo il fianco settentrionale della chiesa, adorna di statue e decorazioni a traforo, presso la quale era consentita la vendita del vino.
L'attuale campanile tardo-gotico venne terminato nel 1519 dallo svevo Hans Lutz von Schussenried, artista a cui si deve anche il pulpito con i rilievi dei Padri della Chiesa all'interno, nella navata principale.
Gran parte degli affreschi e degli arredi medievali sono andati perduti: nella cappella delle Grazie, costruita nel XVIII secolo quale allungamento del coro gotico ad ambulacro, si trova una statua romanica raffigurante la Madonna della Palude. La leggenda vuole che la chiesa sia sorta sul luogo del suo miracoloso ritrovamento.
Affreschi gotici si conservano nella navata meridionale e forniscono una carrellata sintetica della ricca stagione della pittura trecentesca bolzanina: dal ciclo di Santa Margherita, in stile gotico-lineare, al San Venceslao, testimonianza della ricezione del primo giottismo (1320-1325), alle Storie di Urbano V, già della seconda metà del secolo, per giungere alla fine del Trecento con gli affreschi veronesi raffiguranti la Psicomachia, San Martino ed il povero e l'Adorazione dei Magi.
Sotto l'arco di trionfo si trova uno splendido Crocifisso doloroso in legno, forse proveniente dalla chiesa dei Domenicani, anch'esso del Trecento.
Se questo è un Uomo
Photographer: Sandro Sansone
Created and directed by Sandro Sansone
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Il sacrario militare di Redipuglia è un monumentale cimitero militare italiano sito in Friuli. Costruito in epoca fascista, è dedicato alla memoria di oltre 100.000 soldati italiani caduti durante la prima guerra mondiale. Le enormi dimensioni e l'ampia area coinvolta a parco della memoria ne fanno il più grande sacrario militare d'Italia e uno dei più grandi al mondo. Il sacrario serve anche come luogo di commemorazione per tutti i 689.000 soldati morti durante prima guerra mondiale ogni 4 novembre alla presenza del presidente del Senato che ogni anno in questa data vi si reca in sostituzione del presidente della Repubblica impegnato in contemporanea in celebrazioni analoghe all'Altare della Patria. Il monumento è il fulcro di un parco commemorativo di oltre 100 ettari che comprende una parte del Carso Triestino teatro durante la Grande guerra di durissime battaglie.
La grande scalinata di pietra che forma il sacrario di Redipuglia è collocata direttamente davanti alla collina di Sant'Elia, sede del precedente cimitero di guerra i cui resti furono traslati nell'attuale sacrario monumentale. Tutta l'area è stata convertita a parco del ricordo o della rimembranza gallerie, trincee, crateri, munizioni inesplose e nidi di mitragliatrice sono stati conservati sul sito a ricordo della guerra. Nel grande parco commemorativo trovano sede numerosi monumenti e armamenti bellici dell'epoca.
L'opera, realizzata sulle pendici del monte Sei Busi, cima aspramente contesa nella prima fase della Grande Guerra, si presenta come uno schieramento militare con alla base la tomba di Emanuele Filiberto di Savoia-Aosta, comandante della 3ª Armata, cui fanno ala quelle dei suoi generali.
Recinge simbolicamente l'ingresso al sacrario, ai piedi della monumentale scalea, una grossa catena d'ancora che appartenne ad una torpediniera. Subito oltre, si distende in leggero declivio un ampio piazzale, lastricato in pietra del Carso, attraversato sulla sua linea mediana dalla via Eroica, che corre tra due file di lastre di bronzo, 19 per lato, di cui ciascuna porta inciso il nome di una località dove più aspra e sanguinosa fu la lotta. In fondo alla via Eroica si eleva solenne la gradinata che custodisce, in ordine alfabetico dal basso verso l'alto, le spoglie di 40.000 caduti noti ed i cui nomi figurano incisi in singole lapidi di bronzo. La maestosa scalinata, formata da 22 gradoni su cui sono allineate le tombe dei cadutiè simile al poderoso e perfetto schieramento d'una intera grande unità di centomila soldati. Il duca d'Aosta, morto nel 1931, chiese di avere l'onore di poter essere qui deposto tra le migliaia di soldati che persero la vita sul campo di battaglia. La tomba è ricavata in un monolito in porfido del peso di 75 tonnellate. Seguono disposte su ventidue gradoni le salme dei 39.857 caduti identificati. Le iscrizioni recano tutte la scritta Presente, che si rifà al rito d'appello dello squadrismo ove il capo delle squadre gridava il nome del camerata defunto e la folla inginocchiata rispose con il grido Presente. Nell'ultimo gradone, in due grandi tombe comuni ai lati della cappella votiva, riposano le salme di 60.330 caduti ignoti.
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Duomo di Ravello, Costiera Amalfitana - dovevado.com
Dovevado.com ti consiglia di visitare il Duomo di Ravello, dedicato a Santa Maria Assunta e costruito alla fine dell' XI secolo: è una basilica di origine benedettino-cassinese con tre navate, divise da un doppio colonnato. Crea la tua guida della Costiera Amalfitana in pdf gratuitamente e affitta un alloggio in Costiera Amalfitana... solo su dovevado.com non è mai stato così facile!
Pubblicità creativa #1
I ragazzi del GrEst di Rio San Martino (Ve) sono tornati!
Questa volta con una serie di pubblicità reinterpretate in modo ironico.
Enjoy!
In Duomo la messa solenne del vescovo: “Natale un dono di luce”
Santi Apostoli FILIPPO & GIACOMO: due pilastri della Chiesa!
Nella festa liturgica del 03 maggio scorso, partecipando alla celebrazione dei Santi Apostoli Filippo e Giacomo, ecco a voi l'omaggio che gli hanno dedicato nella cattedrale di Roma, la Basilica di San Giovanni in Laterano.
Dio ha scelto questi uomini santi
nella generosità del suo amore
e ha dato loro una gloria eterna. Alleluia.
O Dio, nostro Padre, che rallegri la Chiesa
con la festa degli apostoli Filippo e Giacomo,
per le loro preghiere concedi al tuo popolo di comunicare
al mistero della morte e risurrezione del tuo unico Figlio,
per contemplare in eterno la gloria del tuo volto.
Dal Martirologio
Festa dei santi Filippo e Giacomo, Apostoli.
Filippo, nato a Betsaida come Pietro e Andrea e divenuto discepolo di Giovanni Battista, fu chiamato dal Signore perché lo seguisse; Giacomo, figlio di Alfeo, detto il Giusto, ritenuto dai Latini fratello del Signore, resse per primo la Chiesa di Gerusalemme e, durante la controversia sulla circoncisione, aderì alla proposta di Pietro di non imporre quell’antico giogo ai discepoli convertiti dal paganesimo, coronando, infine, il suo apostolato con il martirio.
L'apostolo Filippo e Giacomo il minore vengono ricordati lo stesso giorno poiché le loro reliquie furono deposte insieme nella chiesa dei Dodici Apostoli a Roma.
Filippo (primo secolo) era originario della città di Betsaida, la stessa degli apostoli Pietro e Andrea. Discepolo di Giovanni Battista, fu tra i primi a seguire Gesù e, secondo la tradizione, evangelizzò gli Sciti e i Parti.
Giacomo (primo secolo) era figlio di Alfeo e cugino di Gesù. Ebbe un ruolo importante nel concilio di Gerusalemme (50 circa) divenendo capo della Chiesa della città alla morte di Giacomo il Maggiore. Scrisse la prima delle Lettere Cattoliche del Nuovo Testamento. Secondo Giuseppe Flavio (37 circa - 103) fu lapidato tra il 62 e il 66. Tuttavia l'attendibilità del racconto è dubbia.
Nel video sono riprese le statue degli Apostoli Filippo e Giacomo il minore poste all'interno della Basilica di San Giovanni in Laterano dentro delle nicchie dalla forma di tabernacolo
ideate da Francesco Borromini.
La statua di Filippo è stata realizzata da Giuseppe Mazzuoli mentre quella di Giacomo il Minore da Angelo De Rossi tra 1705-11.
Mi scateno dalla Gioia!
© Questo video può essere liberamente condiviso ma non ricaricato a proprio nome su canali diversi dall'originario.
FCRM131225 PRESEPE MARTINA F 4 BASILICA di San MARTINO
Presepi a Martina Franca (TA)
NATALE 2013
BASILICA di San MARTINO
Basilica di San Martino; P.zza Plebiscito:
dedicata al patrono della città, iniziata nel 1743, è stata completata nel 1763.
L'altezza della facciata, 42 metri, è la sua caratteristica più importante.
L'interno è ad una sola navata è a croce latina.
Da ammirare è l'Altare Maggiore del XVII secolo, in marmo policromo, con una statua del 500 di S. Martino in abito episcopale e due statue, ai suoi lati, che rappresentano la Carità e la Liberalità. Nella cappella del Santissimo Sacramento troviamo l'Ultima Cena del Carella, che rappresenta uno dei momenti più intensi della sua produzione pittorica.
La Venezia dell’arte e degli artisti - Mario Isnenghi
Seminario veneziano parte del ciclo Contravveleno alla morte a Venezia
Registrato il 15 gennaio 2020
PIEVE DI CADORE - TIZIANO
Pieve di Cadore è un comune di 4.087 abitanti e si trova a 878 m s.l.m.
Esso è situato al centro della valle cadorina, tra il colle Contras e Montericco e si estende da un lato fino alle pendici del monte Antelao (m. 3264 s.l.m.).
Pieve di Cadore si fregia dell'appellativo di città d'arte, grazie ai numerosi edifici storici che si possono ammirare nel suo centro, come il quattrocentesco Palazzo della Magnifica Comunità del Cadore, un'istituzione secolare di governo dei cadorini che tutela e salvaguarda l'identità e le risorse locali, e al cui interno si trova il Museo Archeologico con reperti paleo veneti, romani e celtici provenienti dalle località di Lagole e del Centro Cadore; la casa natale di Tiziano Vecellio, monumento nazionale,; la chiesa arcidiaconale di S. Maria Nascente, dove sono conservate alcune opere del pittore
Importante è il Museo dell'Occhiale dove sono esposti 2000 pezzi, provenienti da tutto il mondo e risalenti a varie epoche, che ospita spesso importanti mostre come quella allestita per celebrare il 400° anniversario dal perfezionamento del cannocchiale da parte di Galileo Galilei.
Attorno alla piazza dedicata a Tiziano, con al centro la statua bronzea del pittore, si affacciano le sedi del potere politico e religioso affiancate da nobili palazzi dell'aristocrazia locale, tra le quali si trova anche la Casa del pittore cadorino: l'edificio, dal 1922 monumento nazionale, si presenta come tipica abitazione nobiliare: di modeste dimensioni, in solida muratura, con scala di legno e lungo ballatoio che conduce al primo piano.
Tiziano Vecellio appartiene ad un'antica famiglia del piccolo centro alpino. Uomo estroverso, instancabile lavoratore, Tiziano attende alle sue opere senza mai avere sosta. La sua carriera è trionfale, la vita di lunga durata, se è vero che la morte sopraggiunge quando il pittore ha già da un po' superato l'incredibile età di ottant'anni.
Ancora molto giovane, egli abbandona la magnifica comunità cadorina per ricevere un'adeguata istruzione pittorica. Giunge così a Venezia, ove i sui primi maestri sono Gentile e Giovanni Bellini.
Tiziano Vecellio é considerato il maggior pittore Veneziano nel sedicesimo secolo ed e responsabile per la tradizione veneziana del colore. Le opere di Tiziano sono riconoscibili per il flusso delle sue linee e la rilassante natura dei suoi dipinti, di cui molti furono ritratti. Tiziano ebbe l'abilitá di catturare la personalitá e le catteristiche fisiche dei suoi soggetti. Pitture ed olio erano gli elementi che Tiziano usó molto. Il suo stile era in contrasto con le linee chiare della precedente scuola fiorentina. Il suo stile di usare colori e chiaroscuro creò una novitá stilista mai vista prima con dipinti che contenevano molti strati di smalto. Questo effetto concedeva alle opere tonalità morbide e brillanti.
Presentato il progetto Belluno per Tutti - TeleBelluno
Belluno avrà mappe tattili in rilievo nei maggiori siti storici
Il progetto, in collaborazione con l'UICI e il Comune di Belluno, nasce da un bisogno specifico espresso dagli aderenti all'UICI e che consiste nell'offrire ai non vedenti ed ipovedenti l'opportunità di muoversi con maggiore autonomia all'interno della Città di Belluno.
Scopo dell'iniziativa è quello di poter far riconoscere e memorizzare alle persone interessate, i punti fondamentali di alcuni siti strategici significativi della città attraverso la realizzazione di mappe tattili in rilievo che rappresentino la zona prescelta in modo da favorire l'individuazione, la riconoscibilità e l'orientamento all'interno dei siti o dei luoghi individuati.
Sentendo i bisogni degli associati dell'UICI, tra i siti considerati di maggiore interesse e sui quali quindi intervenire per primi, sono stati individuati il Duomo di Belluno, la chiesa di S.Stefano e il Palazzo della Crepadona.
La chiesa di Sant'Orsola di Vigo di Cadore
Ho girato queste immagini domenica 9 ottobre 2011. Sono andato in Cadore e ho visitato per la prima volta questa piccola chiesetta di montagna dedicata a Sant'Orsola nel paese di Vigo. Il video è nato spontaneo , così come l'idea di associare la musica di Ludovico Einaudi ai dipinti di un anonimo pittore del 300. Quello che vorrei comunicare attraverso questo piccolo video è lo stupore, la meraviglia dell'Arte e della natura quando sono insieme. La commozione che io sento quando ho la fortuna di assaporare la bellezza.
Gloria a te Cristo Gesù, cantato e suonato da Gerlando della Parrocchia di San Francesco di Paola AG
é UN CANTO MOLTO BELLO CHE HO DEDICATO HAI MIEI MIGLIORI AMICI ...
Gloria a te, Cristo Gesù,
oggi e sempre Tu regnerai!
gloria a te! Presto verrai:
sei speranza solo Tu!
Le Campane di Valgattara (2).
Le campane della Parrocchia di Valgattara, Monghidoro, (Appennino Emiliano, Italy) nel giorno della festa del Patrono San Bartolomeo 24 agosto 2015. Doppio le 40 eseguito dai campanari: Romano Tedeschi, Bruno Righini, Giuseppe Galeotti, Claudio Musolesi, Marino Lorenzini. Riprese di Gilberto Tedeschi.
La costruzione del campanile attuale di Valgattara fu iniziata nel 1927 e inaugurato il 24 agosto 1938. Il campanile contiene un concerto di 4 campane che furono fuse (assieme alle gemelle di San Benedetto del Querceto) nel 1894 dalla Premiata Fonderia Giuseppe Brighenti. E sono dedicate a Dio Salvatore, Santa Maria del Rosario, Sant'Antonio da Padova, e San Bartolomeo Patrono di Valgattara).