Basilica di San Lorenzo in Damaso SDC18964
San Lorenzo in Damaso è una basilica che si trova a Roma, nel rione Parione, incorporata nel Palazzo della Cancelleria, nella piazza che da questo prende nome. È una delle molte chiese romane dedicate a san Lorenzo.
La chiesa è nota sin dall'antichità, dal sinodo di papa Simmaco, 499) come Titulus Damasi. Secondo la tradizione San Lorenzo in Damaso fu costruito per la prima volta da papa Damaso I nella sua casa verso il 380.
Esiste un distico attribuito a papa Damaso che celebra la costruzione della chiesa:
HAEC DAMASVS TIBI CHRISTE DEVS NOVA TECTA DICAVI
LAVRENTII SAEPTVS MARTYRIS AVXILIO.[1]
Donato Bramante la modificò sostanzialmente alla fine del XV secolo su ordine del cardinale Raffaele Riario, durante i lavori di restauro del contiguo Palazzo della Cancelleria, dandole una nuova forma interna.
Nei primi anni del XIX secolo, sotto la dominazione francese, fu sconsacrata. Nel 1820, dietro indicazione di papa Pio VII, fu restaurata da Giuseppe Valadier, ricevendo l'assetto attuale.
Un ulteriore restauro fu reso necessario dopo un incendio che danneggiò la basilica nel 1944.
La chiesa è costruita su un mitreo romano; scavi sotto il cortile del Palazzo della Cancelleria nel 1988 -- 1991 hanno rivelato fondazioni (IV e V secolo) della grande basilica fondata da Papa Damaso I, una delle più importanti chiese paleocristiane di Roma. Inoltre è stato identificato un cimitero in uso dall'VIII secolo fino a poco prima della costruzione dei palazzo. La chiesa paleocristiana aveva come particolarità una navata trasversale posta dietro l'abside, sicché la basilica appariva circondata da portici[2].
Interno
Interno di San Lorenzo in Damaso.
Sull'altare maggiore c'è un olio di Federico Zuccari; sotto l'altare ci sono i corpi dei santi Eutichiano e Damaso. A sinistra c'è una statua di S. Ippolito, copia di quella che si trova ai Museo lateranense - Musei lateranensi Laterano.
Vestiboli
Il portale è del Vignola. Nel primo vestibolo c'è la tomba di Alessandro Voltrini, un cubiculario di papa Urbano VIII, opera del Bernini, mentre nel secondo vestibolo c'è una statua di Carlo Borromeo opera di Stefano Maderno (1576-1636). Nel vestibolo, a destra c'è una cappella disegnata da Nicola Salvi, lo scultore di Fontana di Trevi, su incarico del cardinale Tommaso Ruffo che ebbe il titolo tra il 1740 ed il 1753. Gli affreschi sono di Corrado Giaquinto; il quadro sull'altare è opera di Sebastiano Conca. Sempre nel vestibolo, a sinistra c'è la cappella del Sacramento, commissionata dal cardinale Pietro Ottoboni ed affrescata con un'allegoria biblica da Andrea Casali.
Cappelle
Nella I cappella ci sono i monumenti del principe Camillo Massimi e della moglie, rispettivamente di Filippo Gnaccarini (1804-1875) e di Pietro Tenerani (1789 - 1869).
Nella II cappella sempre a destra c'è, tra le altre, la tomba di Pellegrino Rossi, ministro del governo costituzionale di Pio IX, ucciso nel 1848, di Pietro Tenerani.
Nella II cappella a sinistra c'è la tomba di Annibal Caro, ornata con una statua di Giovanni Antonio Dosio
Nella III c'è il sepolcro del vescovo Lodovico Scarampi. La tomba è ornata da una statua giacente opera di Paolo Taccone
La cappella interna della sacrestia ospita una madonna di Nicolò Circignani, detto il Pomarancio e due statue di argento di Ciro Ferri
La facciata della chiesa è inserita nella lunga facciata del Palazzo, sulla destra.
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Slideshow Valle d'Aosta - Itinerario di Viaggio
La Valle d'Aosta raccontata tramite le nostre foto migliori.
La Valle d'Aosta è una regione autonoma dell'Italia e si trova nel nord-ovest del paese. Prende il nome dal suo capoluogo, Aosta.
In Valle d' Aosta ci sono moltissime cose da vedere, luoghi da visitare, castelli e parchi. Tramite la nostra slideshow vedrete il Parco del Gran Paradiso, che si estende per circa 70.000 ettari.
All'interno del Parco ci sono le Cascate di Lillaz, facilmente raggiungibili con un breve sentiero a piedi.
Passiamo poi a descrivere la città di Aosta, riconoscibile dalla Porta Pretoria, ancora in perfette condizioni. Da visitare anche il teatro romano e il museo archeologico.
Molto interessante il Criptoportico forense: una galleria sotterranea che circondava l'area sacra del foro romano. Da non perdere la Basilica Paleocristiana di San Lorenzo: una chiesa del V secolo riconducibile ad una delle prime chiese cittadine eretta sulle tombe dei primi martiri.
Altre foto che vederete nella slideshow riguarderanno i castelli valdostani. Tra cui ricordiamo il castello di Fenis, costruito dalla famiglia Challant, si trova su una piccola collina circondato da prati. Il Castello Gamba edificato a inizio ‘900 contenente una collezione di arte moderna e contemporanea composta da più di 150 opere. Il castello è circondato da 5 ettari di parco all’inglese. Interessante anche il Castello di Issogne una villa signorile trasformata in castello attraverso le modifiche del conte Giacomo di Challant e conosciuto soprattutto per la fontana del melograno ed il portico affrescato con graffiti incisi nelle pareti risalenti all’epoca della costruzione del castello. Il Castello di Verres: una fortezza militare del XIV secolo composto da un cubo di 30 metri per lato circondato da mura e raggiungibile solo attraverso una ripida mulattiera sulla cima di una collina. Molto bello anche il borgo di Bard con il suo forte.
Per leggere il nostro itinerario della Valle d'Aosta cliccate qui
Itinerario 3 giorni in Valle d'Aosta
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Aosta 2016
Aosta è una città importante dai tempi dei romani, vi si trovano ancora molte testimonianze dell'antico impero romano, il teatro romano, la porta Pretoria, il ponte romano e l'arco di Augusto sono gli esempi migliori.
Il centro storico è gradevole, con le sue vie e le piazze, anche la loro disposizione fa capire l'origine romana, è ricca di posti da visitare, come la Cattedrale con il Criptoportico forense, il Museo archeologico, la chiesa paleocristiana di San Lorenzo, bella anche la piazza Chanoux, piazza principale e dove si trova il municipio.
Ma un po' tutta la Valle d'Aosta è da visitare, tra Alpi e castelli...
Sulle tracce del Romanico astigiano
La provincia di Asti è una fucina di meraviglie erette nel periodo medievale, sulle antiche vie di pellegrinaggio. Chiese romaniche dal caratteristico stile, talvolta nascoste alla vista, portano i segni di un'intensa frequentazione con graffiti e incisioni. Mirabili sculture simboliche, in certi casi uniche, attendono il visitatore curioso e attento al loro ermetico significato. In questo video:
San Secondo a Cortazzone; S. Martino a Montafia; SS. Nazario e Celso a Montechiaro d'Asti; Madonna della Neve a Castell'Alfero; San Vittore a Montemagno. Della chiesa di San Marziano a Viarigi abbiamo parlato in un video a parte
Prossimi ne seguiranno...Buona visione!
????100 OPERE D'ARTE SPIEGATE: 016 - Pala di Santa Lucia di Lorenzo Lotto - RADIO 3
????TUTTE LE OPERE????➤
Lorenzo Lotto, Pala di Santa Lucia (1523), olio su tavola, tavola centrale cm 243 x 237, predella 32 x 189. Jesi Pinacoteca Civica e Galleria d'Arte Contemporanea.
Il dipinto è una delle prove più convincenti della vocazione narrativa del pittore veneziano, di quel carattere aneddotico e realistico che gli procurò apprezzamento, non tanto nella sua città, quanto in provincia. In particolare in quella marchigiana e proprio nella città di Jesi dove incontrò un ambiente accogliente e prodigo di richieste di lavoro. L'opera racconta la devozione, la condanna e il martirio della santa siciliana. La leggerezza e la vivacità con cui Lotto descrive gli episodi, lontane da ogni enfasi retorica, propongono un inedito percorso narrativo che lega in stretta continuità le scene della predella e quella della tavola centrale.
Bibliografia
- Francesca Cortesi Bosco, Per Lotto nelle Marche e i suoi committenti (1523-1532), in “Bergomum”, 91, n.2, aprile-giugno, 1996
- Massimo Firpo, Artisti, gioiellieri, eretici. Il mondo di Lorenzo Lotto tra Riforma e Controriforma, Roma-Bari, Laterza, 2001
- Carlo Pirovano, Lotto, Electa. Milano, 2002
- Giovanni C.F.Villa ( a cura di) Lorenzo Lotto, catalogo della mostra, Roma, Scuderie del Quirinale, marzo-giugno 2011) Silvana Editoriale, Milano, 2011
Antonio Pinelli
Biografia
Antonio Pinelli si è laureato a Roma nel 1967 con Giulio Carlo Argan ed è attualmente professore emerito di Storia dell’arte moderna dell’Università degli Studi di Firenze. Ha insegnato per molti anni all’Accademia di Belle Arti (prima a Macerata e poi a Roma), all’Università di Pisa (dal 1988 al 2005) e a quella di Firenze (dal 2006 al novembre 2013, data del suo pensionamento).
Nel 1976 ha fondato la rivista “Ricerche di Storia dell’arte”, edita da Carocci, di cui è tuttora Direttore responsabile.
Ha scritto una settantina di saggi in riviste italiane e internazionali e una quindicina di libri, molti dei quali tradotti in varie lingue. Tra i suoi libri più noti: La Bella Maniera. Artisti del Cinquecento tra regola e licenza (Torino, Einaudi,1993); Nel segno di Giano. Passato e futuro nell’arte europea tra Sette e Ottocento (Roma, Carocci, 2000); La bellezza impura. Arte e politica nell’Italia del Rinascimento (Roma-Bari, Laterza, 2004); La storia dell’arte, Istruzioni per l’uso (Roma-Bari, Laterza, 2009); Souvenir. L’industria dell’antico e il Grand Tour a Roma (Roma-Bari, Laterza, 2010).
Sta scrivendo per l’editore Loescher un manuale di Storia dell’arte, intitolato Le ragioni della bellezza, di cui sono usciti i primi due volumi, dedicati all’antichità e al Medioevo. Da molti anni svolge anche un’assidua attività divulgativa, collaborando con le pagine culturali dei quotidiani Il Messaggero e La Repubblica.
Padova e la sua Arena: scavi archeologici, anfiteatro romano.
PADOVA, 26 NOVEMBRE 2013-
Anche Padova aveva la sua Arena. Sono stati portati alla luce in questi giorni i resti di quello che duemila anni fa era un'arena romana. E per due giorni sarà possibile visitare il sito archeologico.