La Chiesa della Madonna dei Monti a Roma rifugio degli ebrei nel 1943
La Chiesa della Madonna dei Monti a Roma rifugio degli ebrei nel 1943. Servizio di Leonardo Possati
Il professore Armando Montefusco
ultime scoperte sulla storia della chiesa di Santa Maria del Rifugio conosciuta come chiesa di Sant'Anna
PROFUMO DI MARE / TD'I ch 97
DINO'S/ Food&Design
Dino è il patron dell'omonimo ristorante Dino's, nel cuore del centro storico di Avellino. A pochi passi dalla chiesa di Santa Maria del Rifugio, conosciuta come chiesa di Sant'Anna, in un locale accogliente e ricercato Dino offre ai suoi ospiti una selezione di pescato e di carni di elevata qualità.
Appassionato di cucina da sempre, ha imparato nel tempo a creare piatti raffinati negli abbinamenti e semplici nella cottura, garantendo, al contempo, sapore e salute.
Birre artigianali e vino delle migliori cantine locali completano una degustazione di prodotti da vivere a pranzo o a cena, coccolati in sala dalla gentilezza di sua moglie Angela Borrelli.
SANTUARIO DI MONTEVERGINE ( Mercogliano - Irpinia - Italy ) - veduta esterna -VIDEO 2-
L'abbazia di Montevergine si trova in Irpinia,nel comune di Mercogliano su un pianoro a circa 1270 metri di altitudine e domina la citta' di Avellino e la valle del Sabato.L'Abbazia è stata eretta nel 1126 per volere di San Guglielmo da Vercelli di cui le spoglie mortali sono conservate nella cripta della basilica..Con un breve editto dell'8 agosto 1879 papa Leone XIII sancì l'esenzione dell'abbazia da qualsiasi giurisdizione episcopale.È noto che all'interno dell'abbazia di Montevergine fu segretamente nascosta dal 1939 al 1946 la Sindone di Torino. Per un accordo fra Vittorio Emanuele III e papa Pio XII, la reliquia fu trasferita nel santuario, sia per proteggerla dai bombardamenti, sia per nasconderla ad Adolf Hitler che ne era ossessionato e che la voleva sottrarre.Nel 2005 ha ceduto le 9 parrocchie del suo territorio alla diocesi di Avellino in seguito alla rimozione d'autorità dell'abate Tarcisio Giovanni Nazzaro per profondi dissesti finanziari che hanno scosso l'amministrazione del santuario.La Basilica della cattedrale e la basilica antica,l'altare maggiore,il coro,l'organo,il baldacchino,le cappelle,la sala ex voto,la cripta di San Guglielmo,la mostra permanente dei presepi,il museo,la biblioteca .
La mostra si compone di pregevoli esempi di presepi regionali italiani, nonché di alcune riproduzioni di presepi di altre nazioni. Negli anni si è andata sempre più arricchendo, e costituisce oggi una delle più ricche e pregevoli collezioni italiane. Nell'atrio in sei vetrine si trovano alcuni presepi regionali. La mostra si compone di nove sale nelle quali si trovano rispettivamente: - nella prima sala un presepio con episodi della vita di Gesù, donato da Alfredo Marzano; - nella seconda sala un presepe romano del Primo Ottocento; - nella terza sala si trovano collocati la Notte di Greccio, un presepe abruzzese e uno pugliese di Alberobello; - nella quarta sala un presepio raffigurante un paesaggio siciliano con i ruderi del tempio greco, il Golfo di Taormina ed un altro tipico della produzione calabrese; - nella quinta sala una vigilia di Natale in una famiglia dell'Ottocento e un mirabile presepio con effetti di luce; - nella sesta sala un presepio veneziano del secolo XVIII; - nella settima sala sono presenti esempi di presepi di varie nazioni tra cui l'Argentina, il Perù, il Portogallo, la Danimarca e l'Andalusia; - nella sala ottava il presepio esquimese, quello vietnamita ed infine una riproduzione di quello giapponese; - nella nona sala un presepe palestinese. Si aggiungono ai citati altri centinaia di piccoli presepi che arricchiscono di fascino questa mostra, certamente unica nel suo genere. n alone di mistero avvolge la storia dell'icona di Montevergine, molte leggende si susseguono nel tempo attribuendole vari autori, nonché molteplici intercessioni grazie alle quali il quadro sarebbe giunto presso l'omonimo Santuario. Dal Seicento si è dato credito alla leggenda che voleva tale icona dipinta fino al petto direttamente dalla mano di San Luca a Gerusalemme, esposta poi ad Antiochia e infine trasportata a Costantinopoli, l'attuale Istanbul. Durante l'VIII secolo, in seguito all'insediamento di Michele Paleologo sul trono di Costantinopoli, l'imperatore Baldovino II, in fuga, avrebbe fatto recidere la testa del quadro portandola con sé durante il suo esilio. La salvò, così, dalla sicura distruzione da parte degli iconoclasti che in quel periodo davano una caccia serrata a tutte le immagini sacre. L'immagine del volto della Madonna sarebbe così giunta, per via ereditaria, nelle mani di Caterina II di Valois, che dopo averla fatta completare da Montano d'Arezzo, nel 1310 l'avrebbe donata ai monaci di Montevergine, facendola collocare nella cappella gentilizia dei d'Angiò. Durante il Concilio Ecumenico Vaticano II (1962-1965) l'autorità ecclesiastica affidò ad alcuni critici e storici dell'arte il compito di stabilire la corretta paternità del quadro e di determinare il periodo in cui la Sacra Immagine sarebbe effettivamente giunta a Montevergine. La leggenda della Sacra Icona perse presto consistenza perché contestata in diversi punti. Anzitutto nel 1310 Caterina II di Valois aveva appena dieci anni e sposerà solo tre anni più tardi il principe angioino Filippo II di Taranto; risulta difficile credere quindi che Caterina così giovane potesse aver commissionato il completamento del dipinto a Montano d'Arezzo. Inoltre un pergamena conservata a Montevergine dimostra la presenza del quadro presso il Santuario già alla fine del Duecento.
Dalle nostre chiese - NC02-2012 - TeleOltre - S.Maria C.V. 18/12/2011
Chiesa Cristiana Evangelica Nuova Pentecoste di Santa Maria Capua Vetere
Uno sguardo sulla vita comunitaria delle nostre chiese.
Pietras at Rumilia corteo storico. Pietrastornina Avellino
LIONI ( Avellino - Irpinia - Italy ) - Ponte di Annibale e piccola cappella sul fiume Ofanto -
L'Ofanto (dal latino Aufidus) è il più importante fiume della Puglia per lunghezza, bacino e ricchezza d'acque; inoltre, con i suoi 170 km totali di corso risulta anche il fiume più lungo fra quelli che sfociano nell'Adriatico a sud del Reno e in assoluto il secondo del Mezzogiorno d'Italia dopo il Volturno.Nell'Italia antica il fiume Ofanto fu conosciuto col nome di Aufidus ed è celebre per vari motivi: nei pressi dell'Aufidus fu combattuta la Battaglia di Canne; fu celebrato più volte nelle sue liriche da Quinto Orazio Flacco. Lungo il corso di questo fiume sorgevano antiche città che furono protagoniste di molti eventi storici importanti, possiamo citarne alcune: Compsa (attuale Conza della Campania), Canusium (attuale Canosa di Puglia), la rocca di Canne dove fu combattuta la più sanguinosa battaglia della storia, l'antica Aufidena e, non distante da esso, la stessa Venusia (ovvero l'odierna città lucana di Venosa) dove il famoso poeta latino Orazio nacque e visse la propria adolescenza. Una delle prime citazioni storiografiche sull'antico Aufidus risale a Polibio. Lo storico greco menziona il fiume proprio quando descrive gli eventi che caratterizzarono la disastrosa battaglia di Canne. La sua sorgente si trova sull'Altopiano Irpino a 715 m d'altezza, sotto il piano dell'Angelo, a sud di Torella dei Lombardi, in provincia di Avellino. Attraversa parte della Campania e della Basilicata, scorrendo poi prevalentemente in Puglia. Sfocia nel mare Adriatico, tra Barletta e Margherita di Savoia. Esso è lungo circa 170 km e si suddivide in Alto Ofanto (parte irpina del fiume) e Basso Ofanto (parte pugliese del fiume). L'Alto Ofanto attraversa un territorio con una intrinseca fragilità geologica, con frequenti fenomeni di dissesto idrogeologico e forte grado di sismicità, inoltre, interessante è anche l'andamento pluviometrico: si registra una piovosità media pari a 790 mm annui, con punte di 1100--1200 mm. La parte pugliese, cioè il Basso Ofanto, si presenta diversa geologicamente ed è caratterizzata da una minore piovosità (pari a circa la metà di quella che si registra nella parte irpina del fiume), tipica della Puglia. Alla fine del suo corso, l'Ofanto termina con una foce a delta, anche se in rapido arretramento verso un estuario. La pendenza media del fiume è dello 0,533%. L'Ofanto ha un regime marcatamente torrentizio con piene notevoli in autunno e inverno per le precipitazioni e magre notevolissime in estate. A dispetto poi della notevole lunghezza ed estensione di bacino la sua portata media alla foce è abbastanza scarsa (meno di 15 metri cubi al secondo)All'interno del bacino dell'Ofanto sono presenti alcuni invasi idrici indispensabili per la popolazione e per l'economia a causa della scarsità d'acqua soprattutto nelle zone delle Murge. Gli invasi sono quelli di Conza, Osento, Marana Capacciotti, Rendina, Locone, Lampeggiano, S.Pietro e Saetta. Questi invasi hanno ridotto notevolmente la portata d'acqua del fiume, non più ricca ed abbondante come quella di un tempo.Le città e i paesi attraversati in provincia di Avellino sono: Andretta, Aquilonia, Bisaccia, Cairano, Calitri, Caposele, Conza della Campania, Guardia Lombardi, Lacedonia, Lioni, Monteverde, Morra De Sanctis, Nusco, Sant'Andrea di Conza, Sant'Angelo dei Lombardi, Teora, Torella dei Lombardi (sorgente), per un totale di 18 comuni e una popolazione di 55.238 abitanti.
Secondo la leggenda sul ponte sarebbe passato il celebre condottiero cartaginese Annibale assieme ai suoi elefanti durante la discesa della penisola al tempo della seconda guerra punica.E poi che dire della bellissima stradina con le balaustre che dal ponte porta dritto alla cappella,sembra un luogo da favola.
Ho creato questo video con l'Editor video di YouTube (
Chiesetta campestre - San Rocco
16 Agosto 2018 San Rocco
L’oratorio di San Rocco di Morsano al Tagliamento risale agli inizi del XVI secolo.
Ha la facciata in parte coperta da un atrio chiuso con copertura a capanna, nel quale si aprono una porta rettangolare sormontata da lunetta, due finestre quadrate a lato dell’ingresso ed altrettante sulla parete destra. La facciata con occhio circolare termina in una monofora campanaria con tettuccio piatto.
L’interno è composto da un’aula rettangolare con travi a vista e da un presbiterio poligonale con volta a crociera.
Si conserva un trittico dipinto a fresco dall’artista spilimberghese Marco Tiussi nel 1563. Si tratta di una sorta di ex-voto perché vi è raffigurata la Madonna con Bambino tra i Santi Rocco e Sebastiano ed un camerato inginocchiato; una scritta ricorda l’iniziale contrarietà dell’uomo alla costruzione della chiesa e una sua malattia seguita da miracolosa guarigione. Ancora all’interno della chiesa, sempre del Tiussi, troviamo un affresco con la figura quasi illeggibile di San Bellino e un altro dagli intensi colori con la Madonna in trono con il Bambino tra i Santi Rocco e Antonio. Il dipinto con San Gottardo risale al 1623 ed è opera di Giuseppe Moretto. Si conserva anche una pala dell’altare maggiore, datata e firmata 1794 da Domenico Molinari con raffigurati l’Eterno Padre e Madonna con Bambino in gloria, con i Santi Rocco, Pietro, Giovanni Battista e Sebastiano. Pure del Molinari è la pala dipinta su tavola raffigurante la Madonna in trono con Bambino tra i Santi Antonio da Padova e Giuseppe.
Grotta di San Simeone | Bucciano (BN)
La grotta di S. Simeone è la più importante delle grotte del Monte Taburno, sia dal punto di vista storico che artistico. Situata a 476 metri sul livello del mare, dista circa 3 km dal centro abitato di Bucciano (275 mt). Si presume che la grotta sia stata utilizzata come luogo di culto nel primo Medioevo dai primi abitanti di Bucciano; si è giunti a questa considerazione poiché, non lontano dalla grotta (località valle), ancora oggi sono visibili i resti di un agglomerato urbano risalente a tale periodo. Fino alla seconda metà dell’ottocento, venivano organizzate processioni di pellegrini per invocare, nei periodi di forte pioggia, il bel tempo. Recenti lavori di risistemazione dell'intera area boschiva consentono di giungere alla grotta abbastanza agevolmente tramite un ripido ma suggestivo sentiero. La grotta presenta un'apertura rivolta ad est e misura 13,50 metri di larghezza, 6 metri di profondità e 15 metri di altezza. Dalla volta pendono alcune stalattiti mentre sulle pareti laterali si scorgono frammenti sbiaditi di affreschi medioevali. Sulla parete di fondo domina un meraviglioso affresco in buono stato di conservazione, risalente al 1601, che misura 1,86 mt di larghezza per 2,74 di altezza, raffigurante San Simeone vestito da vescovo che con la mano sinistra indica la scritta ecce iam serenat (ecco è arrivato il sereno!). Alla sinistra del santo è raffigurato un paese in lontananza su cui domina un castello ( si tratta della città di Airola) e persone in processione che si muovono verso la grotta. Nel dipinto si può notare l'iscrizione Fidelium Aelemosinis A.D. 1601 (con le elemosine dei fedeli nell’anno del Signore 1601) che ci permette di datare in maniera precisa l’affresco. Alla sinistra di questo affresco vi è un altro riquadro, più piccolo, in cui è raffigurato San Michele Arcangelo nell'atto di colpire il drago sotto i suoi piedi con una lunga spada stretta nella mano destra. Sulla destra della grotta è possibile ammirare un dipinto risalente al periodo bizantino che raffigura Cristo in Cattedra. A sinistra della grotta è situata ad altezza d’uomo, un’acquasantiera incavata nella roccia. A ridosso dell’affresco raffigurante San Simeone, sono visibili i resti di un’ altare minore che custodiva il Tabernacolo, i resti di un’ altare maggiore qualche metro più’ avanti e i resti di una piccola rientranza che probabilmente doveva fungere da sagrestia .Durante il periodo della 2° guerra mondiale la zona di San Simeone per la presenza di anche altre grotte minori, è stata luogo di rifugio da parte della popolazione locale.
Video girato con Huawei Mate 10 Pro
25 Aprile 2018
SENTIERO DEL FIUME
Escursione lungo il sentiero del fiume Meria,partendo da Somana,frazione di Mandello del Lario,Si raggiunge l'Alpe di Era e si ritorna dalla strada alta passando per la chiesa di Santa Maria.Il sentiero ,come si puo' vedere dalle immagini non e' adatto a tutti.
Chiesa di San Bartolomeo, Stromboli
Una piccola isola in grado di mobilitare cittadini da tutto il mondo, è la storia di Stromboli e della sua chiesa. Un terremoto aveva reso inagibile San Bartolomeo ma gli strombolani non si sono rassegnati a vedere chiuso un luogo che per secoli è stato il punto di riferimento e il rifugio della sua comunità.
Le migliaia di firme raccolte durante il censimento “I Luoghi del Cuore”, nel 2010, hanno permesso di mutare le sorti della chiesa. Grazie all’intervento del FAI e alla collaborazione con la Regione Sicilia sono stati realizzati i lavori di messa in sicurezza, che hanno permesso di riaprire la chiesa al culto.
Scopri gli altri luoghi salvati:
bit.ly/LuoghiSalvati
Tifa per l'Italia che ami e vota il tuo luogo del cuore:
Sor Vincenzo da Tattalino (Nusco AV)
In ricordo di Sor Vincenzo,.
Amava trascorrere a Nusco il periodo estivo. Allietava gli amici con la sua simpatia.
Nel salone di Tattalino, famoso barbiere/parrucchiere di Nusco, racconta dell'incontro avuto a Roma con un falegname abruzzese.
Comune di San Rufo:Nob. Cav. Attilio De Lisa-Sant’Antonio di Padova-Madonna del Rosario della Tempa.
Libro d'Oro della della Nobiltà Italiiana - Nob. Cav. Attilio De Lisa nelle famiglie Nobili e Notabili designato Anno 2016
Regione Campania – Provincia di Salerno - Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni - A.S.L. Salerno P.O. di Sapri Diocesi di Roma - Diocesi di Napoli - Diocesi di Aversa - Diocesi di Nola - Diocesi di Capua - Diocesi di Caserta - Prelatura di Pompei - Diocesi di Benevento - Diocesi di Vallo della Lucania - Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno - Diocesi di Amalfi-Cava dei Tirreni - Diocesi di Avellino - Diocesi di Ischia - Diocesi di Amalfi-Cava dei Tirreni.
Grande soddisfazione da parte del Cav. Attilio De Lisa in Sanza (Parrocchia Santa Maria Assunta e San Francesco d’Assisi) di riferimento a Mons. Antonio De Luca della Diocesi di Teggiano-Policastro appartenente sia all’Ordine Equestre Pontificio di San Silvestro Papa che a quello dei Cavalieri Templari “Ugone dei Pagani” partecipando (anche i figli Rocco e Vincenzo e il fratello Fiore) insieme al Parroco Don Michele della Monica e al Sindaco Michele Marmo (dove era presente anche l’ex Sindaco Umberto Sellaro e Segretario comunale Franco Tierno) sia alla Processione per il Paese e alla Santa Messa in Chiesa Madre Santa Maria Maggiore della festa patronale di Sant’Antonio di Padova del 13 giugno 2015 che a quella di Maria SS con la statua di San Michele Arcangelo diretta al Santuario Diocesano della Tempa del 14 giugno 2015 (che onora anche la Madonna del Rosario di Pompei e lo stesso Santuario Diocesano locale onorato dall’indulgenza plenaria di 7 anni da parte di Papa Francesco Vescovo della Diocesi Roma e Pontefice della Chiesa Cattolica fino al 2020).
Inoltre alla festa patronale di Maria SS della Tempa e al Santuario Diocesano si è vista anche la presenza dell’Arciconfraternita di Santa Maria a Parete (Regina delle Vittorie) di Liveri (Na) della Diocesi di Nola con il Vescovo Mons. Beniamino Depalma e insieme al quadro della stessa Madonna,al Vicesindaco Vincenzo Lanzara e al Parroco Padre Francescano Tarcisio Pagnozzi che ha celebrato la Santa Messa insieme a Don Michele della Monica.
Infine grande partecipazione e devozione con Preghiera al Santuario Diocesano dedicata (quella scritta da Mons. Antonio De Luca della Diocesi di Teggiano – Policastro) alla Madonna della Tempa oltre anche quella dedicata alla Madonna Santa Maria a Parete.
Dalle nostre chiese - NC04-2012 - TeleOltre - Sant'Arpino 15/01/2012
Chiesa Cristiana Evangelica Nuova Pentecoste di Sant'Arpino (CE)
Uno sguardo sulla vita comunitaria delle nostre chiese.
Sorgenti dell'Agri Tour Bike
Basilicata,Potenza,Parco Nazionale Appennino lucano Val D'Agri Lagonegrese. Luogo di partenza Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli a m.686 circa a Marsico Nuovo,direzione per contrada Campo Reale e le sorgenti del fiume Agri m.1050 circa e poi si ridiscende a Contrada del Lupo a circa m.800 e si risale per Pian del Lago m.1330 circa e ritorno per il Rifugio Fontana delle Brecce ,Piano di Prisco e Pietra Maura fino a Cognone e poi Marsico Nuovo per un totale di km.43 e m.1350 di dislivello
Video Nusco il Ritorno_0001.wmv
CHIESA CRISTIANA EVANGELICA LAGO PATRIA.
RITORNO Alla CHIESA di NUSCO DOPO DUE ANNI.
SANTUARIO DI MONTEVERGINE ( Mercogliano - Irpinia - Italy ) - Interno dell' Abbazia -
L'abbazia di Montevergine si trova in Irpinia,nel comune di Mercogliano su un pianoro a circa 1270 metri di altitudine e domina la citta' di Avellino e la valle del Sabato.L'Abbazia è stata eretta nel 1126 per volere di San Guglielmo da Vercelli di cui le spoglie mortali sono conservate nella cripta della basilica..Con un breve editto dell'8 agosto 1879 papa Leone XIII sancì l'esenzione dell'abbazia da qualsiasi giurisdizione episcopale.È noto che all'interno dell'abbazia di Montevergine fu segretamente nascosta dal 1939 al 1946 la Sindone di Torino. Per un accordo fra Vittorio Emanuele III e papa Pio XII, la reliquia fu trasferita nel santuario, sia per proteggerla dai bombardamenti, sia per nasconderla ad Adolf Hitler che ne era ossessionato e che la voleva sottrarre.Nel 2005 ha ceduto le 9 parrocchie del suo territorio alla diocesi di Avellino in seguito alla rimozione d'autorità dell'abate Tarcisio Giovanni Nazzaro per profondi dissesti finanziari che hanno scosso l'amministrazione del santuario.La Basilica della cattedrale e la basilica antica,l'altare maggiore,il coro,l'organo,il baldacchino,le cappelle,la sala ex voto,la cripta di San Guglielmo,la mostra permanente dei presepi,il museo,la biblioteca .
La mostra si compone di pregevoli esempi di presepi regionali italiani, nonché di alcune riproduzioni di presepi di altre nazioni. Negli anni si è andata sempre più arricchendo, e costituisce oggi una delle più ricche e pregevoli collezioni italiane. Nell'atrio in sei vetrine si trovano alcuni presepi regionali. La mostra si compone di nove sale nelle quali si trovano rispettivamente: - nella prima sala un presepio con episodi della vita di Gesù, donato da Alfredo Marzano; - nella seconda sala un presepe romano del Primo Ottocento; - nella terza sala si trovano collocati la Notte di Greccio, un presepe abruzzese e uno pugliese di Alberobello; - nella quarta sala un presepio raffigurante un paesaggio siciliano con i ruderi del tempio greco, il Golfo di Taormina ed un altro tipico della produzione calabrese; - nella quinta sala una vigilia di Natale in una famiglia dell'Ottocento e un mirabile presepio con effetti di luce; - nella sesta sala un presepio veneziano del secolo XVIII; - nella settima sala sono presenti esempi di presepi di varie nazioni tra cui l'Argentina, il Perù, il Portogallo, la Danimarca e l'Andalusia; - nella sala ottava il presepio esquimese, quello vietnamita ed infine una riproduzione di quello giapponese; - nella nona sala un presepe palestinese. Si aggiungono ai citati altri centinaia di piccoli presepi che arricchiscono di fascino questa mostra, certamente unica nel suo genere. n alone di mistero avvolge la storia dell'icona di Montevergine, molte leggende si susseguono nel tempo attribuendole vari autori, nonché molteplici intercessioni grazie alle quali il quadro sarebbe giunto presso l'omonimo Santuario. Dal Seicento si è dato credito alla leggenda che voleva tale icona dipinta fino al petto direttamente dalla mano di San Luca a Gerusalemme, esposta poi ad Antiochia e infine trasportata a Costantinopoli, l'attuale Istanbul. Durante l'VIII secolo, in seguito all'insediamento di Michele Paleologo sul trono di Costantinopoli, l'imperatore Baldovino II, in fuga, avrebbe fatto recidere la testa del quadro portandola con sé durante il suo esilio. La salvò, così, dalla sicura distruzione da parte degli iconoclasti che in quel periodo davano una caccia serrata a tutte le immagini sacre. L'immagine del volto della Madonna sarebbe così giunta, per via ereditaria, nelle mani di Caterina II di Valois, che dopo averla fatta completare da Montano d'Arezzo, nel 1310 l'avrebbe donata ai monaci di Montevergine, facendola collocare nella cappella gentilizia dei d'Angiò. Durante il Concilio Ecumenico Vaticano II (1962-1965) l'autorità ecclesiastica affidò ad alcuni critici e storici dell'arte il compito di stabilire la corretta paternità del quadro e di determinare il periodo in cui la Sacra Immagine sarebbe effettivamente giunta a Montevergine. La leggenda della Sacra Icona perse presto consistenza perché contestata in diversi punti. Anzitutto nel 1310 Caterina II di Valois aveva appena dieci anni e sposerà solo tre anni più tardi il principe angioino Filippo II di Taranto; risulta difficile credere quindi che Caterina così giovane potesse aver commissionato il completamento del dipinto a Montano d'Arezzo. Inoltre un pergamena conservata a Montevergine dimostra la presenza del quadro presso il Santuario già alla fine del Duecento.
Chiesa Madre della Santissima Annunziata Pietrastornina (Av)
Fiume Sele
Parco fluviale fiume Sele - Contursi Terma -Sa.