11 gennaio 2015 - Sacra Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe
11 gennaio 2015 - Rubrica curata dalla sezione di Pordenone di Una Voce Italia all'interno del Telegiornale di TelePordenone
Galluccio (Caserta) - Borghi d'Italia (Tv2000)
Il Comune protagonista della XVI puntata stagionale di Borghi d’Italia sarà Galluccio (Caserta), conosciuto come il paese dei castagneti monumentali.
Protagonisti della puntata saranno il sindaco, il parroco, il vescovo, le parole degli abitanti, i borghi e le chiese del territorio, il museo, i piatti tipici, i rinomati vini Doc, gli artigiani e la tradizionale festa di Sant’Antonio Abate.
12 gennaio 2014 - I Domenica dopo l'Epifania - Sacra Famiglia di Gesú, Maria e Giuseppe
12 gennaio 2014 - Rubrica curata dalla sezione di Pordenone di Una Voce Italia all'interno del Telegiornale di TelePordenone
Campane del Duomo di San Nicolò Vescovo in Sacile (PN) v.437
Distesa delle tre campane maggiori (dura 3 minuti) per l'Angelus festivo nella domenica della Sacra Famiglia, 29 dicembre 2019
Concerto di 4 campane in scala Lidia di Re3 calante fuse da Pietro Colbachini di Bassano nel 1921 + 1 campanello fuso da Lucio Broili ed elettrificate con le tre maggiori a slancio friulano e le altre a slancio classico.
Dopo Fossalta di Portogruaro ci spostiamo in Friuli (che lontana da Sacile non è più di tanto), nello specifico nella splendida città di Sacile, denominata anche Il Giardino della Serenissima.
Infatti, durante la dominazione Veneziana, Sacile è diventata un centro di grande importanza e che ha riscontrato un enorme sviluppo urbanistico per l'epoca proprio grazie ai Veneziani i cui tratti si riconoscono ancora oggi nell'impostazione del centro storico e, in modo particolare, nei palazzi storici.
Il bellissimo centro storico è caratterizzato dal passaggio del fiume Livenza che lo rende ancora più caratteristico e singolare.
Devo ammettere che qui a Sacile non ci ero mai stato e ci sono andato per la prima volta proprio il giorno che ho realizzato questo video quando mi ci sono recato per visitare i mercatini di Natale che la Pro Loco organizza e che ammetto che non mi sono dispiaciuti per niente.
Una volta arrivato e trovato parcheggio vicino al centro storico, mi sono diretto in piazza dove ho con calma visitato tutte le bancarelle dei mercatini, individuandone anche una che mi aveva particolarmente colpito per pranzarci.
Dopo la visita al bellissimo mercatino, mi sono diretto al Duomo che è veramente molto bello sia esternamente (con la bellissima facciata la cui trifora al centro ricorda vagamente il Duomo di Cividale del Friuli) sia internamente specialmente nell'area absidale che è interamente decorata con affreschi stupendi (che ben potete gustarvi nelle canoniche due panoramiche interne).
Appena arrivato la Messa festiva all'interno era ancora in corso, quindi ho approfittato per fare prima le panoramiche esterne girando un po'intorno alla chiesa anche cercando di scegliere il miglior angolo di ripresa e immortalando ogni inquadratura dato che è veramente bella in ogni posizione.
Una volta scelto il punto per riprendere inizio a montare il cavalletto e a posizionare la videocamera e il microfono.
Puntuali, senza nessun battiore, iniziano a muoversi le campane e subito sento che partono le tre maggiori.
Buono a sapersi che, nonostante la vicinanza con il Veneto (Sacile è proprio al confine tra Veneto e Friuli) la tradizione del Dopli all'Angelus festivo venga mantenuta.
Da ciò viene dedotto anche che la distesa festiva sono quindi le tre maggiori poiché sono le uniche sincronizzate alla friulana.
Dal vivo concerto veramente belle, in modo particolare la grande ha un ottimo timbro.
Al termine dell'Angelus ho smontato tutto e sono entrato in chiesa dove la Messa nel frattempo era finita.
Veramente un bellissimo interno.
Una volta fatte le riprese panoramiche interne mi sono diretto nuovamente verso la piazza dove ho mangiato in una delle casette allestite per i mercatini.
Dopodiché, dopo una passeggiata per la cittadina, sono rincasato con un altro video in tasca.
Dalle vacanze di Natale, però, non è tutto finito...anzi, con i prossimi video vedrete molte sorprese...
I: Re3 calante, fusa da Pietro Colbachini di Bassano nel 1921;
II: Mi3 calante, fusa da Pietro Colbachini di Bassano nel 1921;
III: Fa#3 calante, fusa da Pietro Colbachini di Bassano nel 1921;
IV: Sol#3 calante, fusa da Pietro Colbachini di Bassano nel 1921;
Sonello: fuso da Lucio Broili.
Video 437
Si dichiaravano nullatenenti ma vivevano nel lusso, sequestro milionario a Rom di Pordenone
Sequestrate dalla Guardia di Finanza di Pordenone 12 ville di pregio, 3 terreni edificabili, 1 appartamento e 1 locale commerciale. Si tratta di beni appartenenti a due famiglie rom, residenti tra la provincia pordenonese e quella veneziana, che al fisco risultavano nullatenenti. Gli indagati, con modalità illecite, erano dediti al commercio di autovetture di grossa cilindrata, tra cui Ferrari, Lamborghini e Porsche, oltre alla costruzione e vendita di ville di lusso e la lucidatura e doratura degli arredi sacri di proprietà della Chiesa. Nei loro confronti pende la richiesta di applicazione delle misure di prevenzione patrimoniale in quanto si ritiene che vivessero abitualmente con i proventi di attività delittuose. Le stesse misure saranno oggetto delle udienze già fissate dal Tribunale di Prevenzione di Pordenone per il prossimo mese di settembre.
(Cristina Pantaleoni)
Giuseppe Dossetti
Giuseppe Dossetti è un riformatore cattolico italiano. E' nato nel 1913 a Genova, vissuto nella sua infanzia nella provincia di Reggio Emilia, poi diventato da studioso un membro dell'Università Cattolica di Milano con padre Agostino Gemelli, poi partigiano, costituente, leader politico, fondatore di una impresa intellettuale senza pari nell'Italia degli anni Cinquanta al centro di documentazione. Diventerà anche il fondatore di una comunità monastica, di cui sarà superiore, prete, perito del Vaticano II, e poi dopo eremita nel Medioriente fino al suo ritorno sulla scena pubblica, anche politica, alla metà degli anni Ottanta. E' un personaggio della cui esperienza biografica ci sono tutte le caratteristiche del cattolicesimo italiano del secolo XX. Da un lato nella sua esperienza di studioso e canonista, questa grande fiducia nella conoscenza intellettuale come strumento per cambiare la realtà. E' una cosa che Giuseppe Dossetti apprende dalla Cattolica di Agostino Gemelli e che poi porterà con sé anche nella vita politica e poi più tardi fra l'esperienza bolognese e il Vaticano II nel tentativo di mettere al centro della riforma della Chiesa una confessione di fede cristologica più forte. C'è all'interno della sua vita un'esigenza molto forte di coerenza spirituale, di radicalismo di vita cristiana. Sarà un giovane ragazzo consacrato, farà i voti nell'Istituto di padre Agostino Gemelli e poi di nuovo in quello di Lazzate negli anni Cinquanta e poi darà vita ad una sua esperienza monastica con l'idea che la consacrazione sia un modo per vivere più in profondità il battesimo e non un di più la costituzione di una milizia all'interno del cattolicesimo romano. All'interno della vita politica italiana rappresenterà l'aspirazione di una generazione cattolica che aveva sofferto dell'esclusione della chiesa dalla vita politica, dell'autoesclusione della chiesa dalla vita politica, come causa anche del fascismo, e sarà il portatore di una visione dei cattolici come forza riformatrice, non moderata, della scena politica. Sconfitto sì da Alcide De Gasperi e nella costituzione della DC come partito centrista, ma anche capace di seminare un'aspirazione di progresso che non cesserà di germogliare all'interno della vita italiana e che alla fine lo vedrà negli anni Novanta protagonista di una campagna pubblica contro l'idea del primo governo Berlusconi di modificare la Costituzione. Ma soprattutto sarà un grande riformatore della Chiesa. Parteciperà al Concilio Vaticano II in una posizione marginale sul piano istituzionale, ma da protagonista. Lascerà dietro di sé una scia di nostalgia, questa idea del dossettismo come la grande occasione mancata della Chiesa oppure come il grande incubo che non cessa di ripresentarsi davanti all'idea che il cattolicesimo sia reazionario.
Sesto al Reghena (Pordenone) - Borghi d'Italia (TV2000)
La XV puntata stagionale di Borghi d’Italia ci accompagna alla scoperta del Comune di Sesto al Reghena (Pordenone)...
Abbazia di Piona
L’Abbazia di Piona si trova poco distante da Colico, ma per raggiungerla si deve dapprima salire e poi scendere il promontorio dell’Olgiasca.
Dopo un breve tragitto su una strada ciottolata, perfettamente percorribile dai veicoli, si raggiunge questa oasi di pace e serenità dove risiedono i monaci cistercensi del priorato di Piona.
“Silentium” è la parola che accoglie il visitatore subito dopo aver varcato il cancello d’ingresso che ci immette sul viale pedonale che ci conduce all’abbazia.
Due minuti e davanti a noi si presenta la chiesa, stile romanico lombardo, con l’annesso chiostro.
Una facciata semplice con una monofora ed un portone bronzeo suddiviso in sei riquadri, raffiguranti la storia di San Benedetto e tratti dai “Dialoghi” di San Gregorio Magno.
Unica navata, lunga circa 20 metri e larga 8 metri, con abside con copertura a botte affrescata.
L’edificio attuale è opera di un ampliamento della precedente chiesa consacrata nel 1138 alla Beata Vergine Maria. Il campanile quadrato è stato ricostruito alla fine del Settecento in seguito al crollo, per dissestamento del terreno, della preesistente torre campanaria di forma ottagonale a base quadrata che si trovava sul lato opposto della chiesa.
Questa collocazione trova riscontro anche in una recente scoperta legata al Cenacolo Vinciano di Leonardo da Vinci del professor Ernesto Scolari*, appassionato studioso del genio vinciano. Dopo una serie di restauri dal Cenacolo emerge nel suo fondo un paesaggio tipico dell’alto Lario con una chiesa dal campanile ottagonale alla sua destra: ecco l’abbazia di Piona alle origini.
Questa raffigurazione di Leonardo da Vinci, in una delle sue opere più conosciute ed ammirate, deriva dalla conoscenza delle ricchezze paesaggistiche del nostro territorio e dal legame personale con la famiglia Birago, che deteneva la Commenda del Priorato di Piona.
Benedizione della cella campanaria di Anduins
© Eleonora Crupi
Aversa - L'arrivo del nuovo vescovo Angelo Spinillo
- AVERSA. E' stata una vera e propria festa la cerimonia di benvenuto per il nuovo vescovo della diocesi di Aversa monsignor Angelo Spinillo. Un bagno di folla ha accolto il nuovo Pastore a Porta Napoli e lo ha accompagnato, dopo i saluti di rito, fino alla Cattedrale tra due ali di fedeli festanti. Folla, ed è bene sottolinearlo per capire come monsignor Spinillo si sia fatto voler bene dai fedeli della sua precedente sede, proveniente anche da molti comuni della diocesi di Teggiano-Policastro, giunti ad Aversa numerosi con alla testa i sindaci della zona. Le autorità presenti erano numerosissime. In primo luogo, in chiesa, il cardinale di Napoli Crescenzio Sepe, originario di Carinaro, ossia della diocesi di Aversa, nel cui seminario ha studiato, oltre a numerosi vescovi delle diocesi campane tra cui quello di Caserta, monsignor Pietro Farina che ha avuto l'interim della diocesi di Aversa nel periodo tra le dimissioni di monsignor Mario Milano e l'arrivo di monsignor Spinillo.
A Porta Napoli, ad attendere il vescovo, c'erano il sindaco di Aversa Mimmo Ciaramella, ma anche tutti i primi cittadini degli altri 28 comuni ricompresi nella diocesi normanna, molti dei quali dell'hinterland settentrionale di Napoli, come Giugliano in Campania, Caivano, SantAntimo, Grumo Nevano Frattamaggiore, Cardito e così via. Sempre a livello di sindaci presenti anche i primi cittadini di molti comuni della diocesi di provenienza di monsignor Spinillo, quella di Teggiano -- Policastro. Presenti, inoltre, il senatore aversano del Popolo della Libertà Pasquale Giuliano, il presidente dell'amministrazione provinciale di Napoli Luigi Cesaro e il vicepresidente di quella di Caserta Nicola Golia, in rappresentanza del presidente Domenico Zinzi. Numerose anche le autorità militari, tra le quali il comandante del reparto territoriale di Aversa dei carabinieri il colonnello Francesco Marra e il dirigente del commissariato di Aversa questore Luigi Del Gaudio. Monsignor Spinillo è sembrato subito a proprio agio nella città normanna e al sindaco Ciaramella che, dopo avergli rivolto il benvenuto e auspicato una fattiva collaborazione nel rispetto dei ruoli, gli ha donato le chiavi della Città, ha risposto: Lei ha detto che è un piccolo dono. In effetti è così, ma è anche un grande dono, perché consegnare le chiavi di casa ad una persona significa farlo sentire a casa propria e, in verità, io già mi sento a casa mia. E non a caso, poco prima, rispondendo al sindaco che lo aveva salutato con A Maronna t'accumpagna, famosa frase di saluto del cardinale Sepe, ha ricordato l'importanza di Maria, sottolineando l'importanza simbolica del luogo dove è avvenuto il saluto: presso il complesso monumentale dell'Annunziata, ossia Maria Annunciazione. Subito dopo i saluti la processione, aperta da due agenti motociclisti della polizia municipale si è snodata per via Roma tra due ali di persone acclamanti, con molti balconi che portavano esposti i copriletto in omaggio al nuovo vescovo.
Sosta nei pressi della parrocchia dello Spirito Santo e, poi, presso quella dei santissimi Filippo e Giacomo, con i giovani dell'oratorio che hanno esploso coriandoli al passaggio di monsignor Spinillo. Colorata, allegra e gioiosa l'accoglienza che gli hanno riservato gli scout dell'Agesci (erano presenti sia i due gruppi di Aversa I e Aversa II che tutti gli altri della diocesi normanna che, ricordiamolo, abbraccia anche numerosissimi comuni dell'hinterland settentrionale di Napoli) all'altezza del complesso conventuale di Sant'Antonio al Seggio. Tra un tripudio di foulard nei diversi colori di appartenenza roteati in aria e tradizionali grida scout, un rappresentante dell'Associazione ha donato al vescovo il foulard grigio dei capi Agesci, sottolineando il benvenuto al nuovo Pastore nella grande famiglia scout della diocesi aversana. Un'altra folla immensa attendeva il corteo vescovile presso la cattedrale. La chiesa, in verità, era già praticamente gremita e anche la piazzetta antistante, dove è stato sistemato un mega schermo sul quale è stata proiettata la solenne concelebrazione, non mostrava spazi liberi.
Insomma, la partecipazione non solo dell'intera città di Aversa, ma anche di fedeli giunti dagli altri comuni della diocesi, in festa perché sperano di voltare pagina, con un Pastore che sia effettivamente parte della comunità. Una volontà che Spinillo ha già mostrato di avere con il segnale forte, fortissimo della sosta in preghiera, nella giornata di venerdì, sulla tomba di don Peppe Diana, il prete anticamorra che ha pagato con la vita il desiderio di dare un riscatto civile a questa martoriata terra.
(19.02.11) interviste di Nicola Rosselli e Sebastiano Picone, riprese e montaggio di Vincenzo Trusolo
Natale Roma 2018, lo spettacolo del presepe di sabbia in piazza San Pietro
Quasi 700 tonnellate di sabbia e più di 14 giorni di lavoro, così è stato realizzato il presepe di Piazza San Pietro. Tutto di sabbia. Grazie al lavoro degli scultori del team Sultans of sand. Il suo nome è Sand Nativity ed è un regalo che il comune di Jesolo e il patriarcato di Venezia hanno fatto al Papa e alla Chiesa universale. L`olandese Susanne Ruseler ha lavorato sui pastori e gli animali a sinistra, il russo Ilya Filimontsev ha scolpito il nucleo centrale della Sacra Famiglia e l`Angelo, e il ceco Radovan Zivny ha cesellato i volti e le vesti dei Re Magi a destra della scena.Alla base c'è una piramide di sabbia jesolana originaria delle Dolomiti, mescolata con acqua e compattata con macchiari appositi in casseri di legno. Il presepe si sviluppa su una superficie di circa 25 metri con un bassorilievo di 16 metri di lunghezza, 5 di altezza e 6 di profondità.L'albero di Natale, invece, un abete rosso che proviene dalla foresta del Cansiglio, è stato donato dalla diocesi di Concordia-Pordenone. Alto circa 21 metri, con diametro di 50 centimetri e una circonferenza massima di circa 10 metri alla base, viene dalle terre del Friuli Venezia Giulia messe in ginocchio dal maltempo e dei nubifragi di qualche settimana fa.
L’intensa settimana di Celebrazioni della Chiesa ambrosiana - 10/12/2015 - La Chiesa nella Città
Dalla Conferenza stampa per l’apertura della Porta Santa in Duomo a Milano, all’annuncio per la mancata visita del Papa che non verrà il 7 maggio prossimo, fino al servizio della Solennità dell’Immacolata, la puntata presenta alcuni dei principali eventi con il cardinale Scola. Inoltre la Celebrazione della IV Domenica dell’Avvento ambrosiano in Cattedrale, un intervista all’Arcivescovo di Milano sulla paura dopo gli attentati di Parigi e il conferimento degli Ambrogini d’Oro e di Benemerenze civiche a figure e realtà legate alla Diocesi.
Concludono la trasmissione, la Celebrazione per la chiusura del pellegrinaggio in Lombardia della statua della Madonna di Loreto e le immagini più suggestive dell’apertura della Porta Santa in Vaticano con papa Francesco
Le campane di San Giorgio di Lomellina (PV) Chiesa Parrocchiale di San Giorgio
San Giorgio di Lomellina, Chiesa Parrocchiale di S.Giorgio
Diocesi di Vigevano
Concerto di 5 campane in Do3
Fuse da: ??
Sistema: Ambrosiano
Concerto Solenne a 5 campane per la Santa Messa Festiva delle ore 11.15 nella XXV Domenica di T.O. (Ore 11.00)
Ed ecco un altro paese della Lomellina, San Giorgio, che ha uno tra i campanili più belli della zona.. arrivato alle 10.30 sono entrato in chiesa, ma non visto nessuno, così ho cominciato a chiedere a qualche passante, una catechista mi ha risposto che avrebbero suonato alle 11, trovando strano che venisse fatto un solo segno ho chiesto come mai suonavano una volta sola e non 3 come tutti (o quasi) gli altri paesi e la signora mi spiega che purtroppo vi sono state delle lamentele e il nuovo parroco ha limitato i segni da 3 ad 1, inoltre mi fa i complimenti per l'interessante ed originale passione! Alle 11 mi sono piazzato e sono pronto per la suonata, dopo gli undici rintocchi partono come per una distesa, ma per la mia grande felicità, vanno in piedi!! Beh che dire, sono molto contento del fatto che abbia suonato il solenne, perchè questo è un bellissimo concerto e già mi ero ri-proposto che sarei tornato a riprendere il solenne... a presto!
Campane di Porto Santa Margherita, località di Caorle (VE), Parrocchia di San Giovanni XXIII
Porto Santa Margherita, località di Caorle, Chiesa Parrocchiale di San Giovanni XXIII
Patriarcato di Venezia
Vicariato di Caorle
Parrocchia Croce Gloriosa
- [6:24] battiore delle 12 e distesa della campana maggiore (dura circa 1 minuto e mezzo) per l'angelus feriale
- [10:08] distesa del sonello (dura circa 1 minuto e mezzo) alle 7.55 come unico segno per la messa feriale delle 8
- [12:18] tocco delle 18.30 e doppio festivo discendente (dura 2 minuti)
- distesa del sonello alle 18.55 - non presente nel video
Per la messa prefestiva delle 19 nella vigilia della solennità della Santissima Trinità - 15 giugno 2019
Concerto di 3 campane a slancio friulano in Sol3 + sonello, fusi da Ecat di Mondovì (CN), elettrificate dalla Vanin di Trebaseleghe (PD) con il concerto a slancio friulano e il sonello a slancio, gestite da un programmatore Ecat Sirio12:
I: Sol3 crescente (batte le ore)
II: La3 crescente
III: Si3 crescente (batte le mezz'ore)
Sonello: Mi4 crescente
Ecco il primo video della mia permanenza a Caorle, più precisamente nella frazione di Porto Santa Margherita. Siccome mia mamma ha deciso di fare una vacanza di una settimana in questo posto, con la mia famiglia, siamo partiti il 12 di giugno di pomeriggio e siamo arrivati all'Hotel Ambassador (dove ho alloggiato io) verso sera. Il giorno dopo, siccome volevo riprendere un angelus, imposto il navigatore verso la parrocchia e, di fretta, mi incammino visto che mancava una mezz'oretta. Arrivato lì (5 minuti prima) piazzo il cavalletto, accendo la videocamera e aspetto la suonata. Con qualche secondo di ritardo, batte le ore e suona la grande per un minuto e mezzo circa. Dopo la suonata mi dirigo in chiesa. Molto bella e molto moderna! Poi faccio le riprese esterne e ritorno in hotel per pranzare. Il giorno dopo del 13 giugno (ossia il 14), sono venuto di nuovo alla chiesa per riprendere la suonata feriale per la messa delle 8 di mattina, e sapevo che le campane avrebbero dovuto suonare mezz'ora prima, come tutte le altre messe ma dopo le 7.30 non ha suonato niente.
Riprovo alle 7.45.
Niente anche a quest'ora.
Aspetto le 8 e con mia fortuna alle 7.55 parte il sonello. Non si può vedere la partenza in quanto avevo smontato tutto. Sabato 15, vigilia della Santissima Trinità, mi sono diretto di nuovo alla chiesa per riprendere il doppio per la messa delle 19. Essendo arrivato prima delle 18.30, monto tutte le attrezzature. Dopo il tocco della mezza sulla piccola, parte il doppio in discendente. Molto belle le campane anche se un poco metalliche. Dopo la suonata si conclude il primo video di questa vacanza. Non preoccupatevi. Ce ne saranno altri 5 di cui non vi dico nulla.
Video 217
Campane di Calcroci, frazione di Camponogara (VE) (02), Parrocchia del Santissimo Redentore
Calcroci (fraz. di Camponogara), Chiesa Parrocchiale dell Ss. Redentore
Diocesi di Padova
Vicariato di Campagna Lupia
Suonate per la messa solenne delle 11:30 nella solennità di Tutti i Santi (1 novembre 2018):
- Battiore delle 11 e concerto solenne a 5 campane (dura circa 3.30 minuti). Alla fine della suonata si sentono in sottofondo le 3 campane della chiesa di S.Gregorio di Lughetto;
- distesa delle 3 campane maggiori alle 11:15 (dura circa 30 secondi);
- plenum festivo alle 11:25 circa (dura 1 minuto)
Concerto di 5 campane alla veronese, in scala diatonica maggiore di Sib3, fuse dalla Fonderia Capanni di Castelnuovo ne' Monti (RE) ed in manutenzione dalla Elettrojolly di Polverara (PD):
I: Sib3 (batte i rintocchi delle ore). È dedicata al Gesù Cristo Redentore
II: Do4. È dedicata alla Vergine Maria e a Giovanni Paolo II
III: Re4 (batte un solo tocco alla mezza). È dedicata a S. Antonio di Padova e a San Leopoldo.
IV: Mib4. È dedicata agli Angeli
V: Fa4. È dedicata alla Sacra Famiglia
Video 161
3 agosto 2013 - Dedicazione della Chiesa Cattedrale
3 agosto 2013 - Rubrica curata dalla sezione di Pordenone di Una Voce Italia all'interno del Telegiornale di TelePordenone
Torrice (Fr)
Il nome di Torrice deriva verosimilmente dalle torri che la cinta muraria medioevale presentava quando nel secolo X il centro ciociaro venne fortificato.Ma resti archeologici fanno ritenere che nell’epoca romana, forse a causa della sua vicinanza con Frusino e con la via Latina, il territorio torriciano fosse popolato da gente abitante in un pagus o attorno a qualche piccola villa rustica.Le prime testimonianze storiche risalgono all’inizio del millennio quando Torrice viene menzionata prima come località e poi come castrum appartenente alla circoscrizione religiosa verolana e soggetto politicamente allo stesso vescovo.Questi era in lotta con la potente famiglia feudale dei Girinidi, arroccata a Monte San Giovanni Campano e padrona di molti castelli della zona.I vescovi erano soliti definire le controversie sistemando il territorio con vasti possedimenti a contratto livellare, garantendosi poi la presenza dì un gruppo di milites fedeli. Da questì milites, venne probabilmente quel gruppo di condomini che controllò Torrice nei secoli XI-XII e fino ai primi decenni del Duecento.I condomini ebbero il potere giudiziale, riscuotendo decime e servizi, come detentori di ogni potere sul piccolo castello. Nei secoli del Medioevo Torrice venne più volte attaccato e incendiato: nel 1129 dal le truppe pontificie di Onorio Il durante il tentativo papale di riconquista della Campagna, nel 1165 dalle milizie tedesche di Federico I il Barbarossa guidate da Diopoldo il quale fece devastare e depredare le contrade.Se in questi secoli Torrice sembra già una piccola comunità autonoma per aver portato a compimento il suo processo di affrancamento da Veroli e dai castelli vicini in realtà era ancora sottoposta a signori feudali consorziati in condominio. Dal 1224, il borgo fu tuttavia concesso dal papato ai de Ceccano mentre al vescovo di Veroli rimasero i diritti signorili.Durante il Trecento Torrice fu sottoposto a continue scorrerie provocate dalle lotte contro i Caetani. I suoi abitanti parteciparono all’assalto della rocca di Ferentino, allorché i campanini insorsero contro il cardinale Egidio d’Albornoz e l’estensione delle sue costituzioni alla provincia di Campagna e Marittima. Malgrado la presenza dei de Ceccano fosse forte, Torrice tornò sotto la giurisdizione del vescovo verolano e della Chiesa romana. Per questi motivi venne attaccato e occupato da Onorato Caetani nel 1399 durante i fatti dello scisma d’Occidente in cui Torrice fu coinvolto riuscendo infine a tornare all’obbedienza del papa legittimo.Dopo questi avvenimenti Torrice fu occupato da Ladìslao di Durazzo re dì Napoli a cui i torriciani si ribellarono di struggendogli le fortificazioni che erano state erette.Agli inizi del Quattrocento esisteva l’universitas, il comune rurale che nel Cinquecento appariva dotato di propri statuti.La comunità venne poi nuovamente sottoposta a un’ultima signoria dei ceccanesi per passare nel 1484 sotto Deifobo dell’Anguillara e poi da un signore all’altro, fra i quali, il cardinale Francesco Mendoza causa di una certa influenza spagnola sul castello. Seguì per Torrice un periodo di spopolamento, ma la ripresa demografica si ebbe subitanea e vigorosa. Nel Seicento Torrice fu al centro di gravissimi problemi economici a cui si tentò di far fronte mediante un vasto disboscamento del territorio, da destinare all’allevamento e all’agricoltura.Nei secoli dell’età moderna, dopo la guerra di Campagna, l’ultima combattuta nel Lazio meridionale fino all’invasione francese del 1798 si ebbero i problemi provocati dal brigantaggio, resi più virulenti dalla focosa personalità degli abitanti. Qualche torriciano partecipò alle ribellioni antigiacobine venendo però condannato al patibolo.I segni della ripresa demografica ed economica del Settecento furono la progettazione e la realizzazione del rinnovamento del patrimonio edilizio, sia sacro, con la ricostruzione secondo criteri barocchi delle principali chiese, che profano, con la riedificazione di molte abitazioni e la costruzione di nuovi palazzi.All’inizio dell’Ottocento poche erano le famiglie benestanti e grandissimo il numero delle famiglie contadine e nullatenenti. Nei primi decenni, malgrado la forte presenza ecclesiastica, a Torrice si diffondevano sentimenti anticlericali e carbonari: un torriciano, Nicola Fabrizi, fu l’organizzatore di una vendita carbonara che si ramificò e si collegò con altre vendite della provincia, segnale dei cambiamenti radicali in corso anche nelle province più arretrate dello stato papale. Questa fiammata antiecclesiastica non diventò progetto politico accolto da tutti i torriciani: non si ebbero nel Risorgimento fatti rilevanti né i paesani mostrarono di avere un ruolo attivo nei fatti storici del secolo XIX.Torrice è stato colpito diverse volte dai terremoti: si ricordano ancora i danni prodotti da quello del 1915.
Vlog : Garda tre giorni in paradiso.
Un piccolo viaggio per staccare un po' dalla quotidianità'.
Per info e collaborazioni :
Mail : gingerlife.youtube@libero.it
Santuario Santa Maria dell’Isola
Restituito il busto reliquiario ligneo di Sant’Ulpiano
al Santuario Santa Maria dell’Isola.
Il Comandante del Nucleo carabinieri Tutela del Patrimonio di Udine
consegna al Santuario un antico reliquiario ligneo,
risalente al XVIII secolo rubato 40 anni fa, Ritrovato a Pordenone
Quando il fuoco aggredì la Sindone
- Le drammatiche immagini dell'incendio che nella notte tra l'11 e il 12 aprile 1997 devastarono la cappella del Guarini dove era stato conservato il Sacro Telo. Le operazioni di salvataggio. L'inizio dei restauri. Per gentile concessione dell'ufficio comunicazione del comando provincare dei Vigili del fuoco di Torino.