Convento e Chiesa di San Francesco a Potenza
La presenza dei Frati Francescani a Potenza, risale al 1265, infatti già dopo quasi quarant'anni dalla morte di San Francesco (Assisi, 4 ottobre 1226), si trovano le tracce di una stazione, entro le mura della città vescovile, nei pressi della porta di S.Giovanni, per gli itineranti sulle vie dell'Italia meridionali. Sui resti di un antico luogo di culto protoromanico , nel 1274, accanto al convento, sorto nel 1265, veniva costruita la chiesa di Potenza dedicata a San Francesco d'Assisi.
Visiti le pagine dedicate, presenti sul sito uptdiocesipotenza.info , per maggiori informazioni e/o per prenotare online una visita
Potenza che ricorda parte2°chiesa san Francesco
di B: Minici e G: Pietrafesa,
Potenza: Chiesa di San Francesco
La chiesa di San Francesco dei frati minori conventuali fu fondata nel 1274. Essa fu edificata sui resti di un antico oratorio protoromanico
Best Attractions and Places to See in Potenza, Italy
Potenza Travel Guide. MUST WATCH. Top things you have to do in Potenza . We have sorted Tourist Attractions in Potenza for You. Discover Potenza as per the Traveler Resources given by our Travel Specialists. You will not miss any fun thing to do in Potenza .
This Video has covered Best Attractions and Things to do in Potenza .
Don't forget to Subscribe our channel to view more travel videos. Click on Bell ICON to get the notification of updates Immediately.
List of Best Things to do in Potenza, Italy
Museo Archeologico Nazionale della Basilicata Dinu Adamesteanu
Ponte sul Basento
Cattedrale di San Gerardo
Monte Vulture
Chiesa di San Michele Arcangelo
Chiesa Santa Maria del Sepolcro
Chiesa San Francesco
Ponte San Vito
Via Pretoria
Villa del Prefetto
Italia 2 - 31/12/2009 - Potenza - Iconografia di San Francesco D'Assisi.mp4
Convento e Chiesa di San Francesco D'Assisi di Mazara del Vallo
Nel XIII secolo d.C. nella città di Mazara, dall'effige ormai normanna, sorge, all'angolo nord di quella che fu la città cintata da mura, la monumentale chiesa di san Francesco. La dedicazione a san Francesco avvenne con la cessione della chiesa, da parte dell'imperatore Federico II di Svevia ai francescani conventuali chiamati a Mazara intorno al 1216 e guidati dal beato Angelo da Rieti, confratello di san Francesco.
Medafish - Associazione Culturale Idrisi
Regia Salvino Martinciglio - Voce fuori campo Danilo Di Maria - Testi Rossana Morello Danilo Di Maria - Luci Alessio Buonasorte - Consulenza Storico/Artistica don Leo Di Simone -- Si ringrazia per la cortese collaborazione Giovanni Vento.
40 anni fa il restauro della Chiesa di San Francesco
La siritide - Sito ufficiale lasiritide.it - Giornale web della Basilicata;
Tag:
Basilicata, regione basilicata, basilicata e puglia, La Siritide, lasiritide, Interviste sportive basilicata, basilicata da scoprire, viaggio in basilicata, tradizioni basilicata, giornale lucano, notizie lucania, matera capitale della cultura, lago pertusillo, sassi di matera, giornale basilicata, sinnica, potenza, matera, incidente, senise, tradizioni, cultura, usi e costumi, turismo Sport Calcio Cultura Informazione
Turismo a Potenza : itinerario turistico religioso
Il percorso inizia con la Cattedrale di San Gerardo, in Largo Duomo, si consiglia di visitare anche il Museo Diocesano di Potenza, per poi fare una breve sosta nella Cappella del Beato Bonaventura.
Si continua con il Convento e la Chiesa di San Francesco, per poi visitare la Chiesa di San Michele Arcangelo, terminando con una breve visita alla Chiesa di Santa Lucia.
A questo punto si deve abbandonare il centro storico per vedere la Chiesa di Santa Maria del Sepolcro.
La Basilicata per San Francesco - la comunità parrocchiale di Senise (Potenza)
narrazione del viaggio della comunità parrocchiale di Senise ad Assisi per la donazione dell'olio che alimenterà la lampada di San Francesco.
San Gianuario a Marsiconuovo provincia di Potenza in Lucania
Lapidi sepolcrali nobiliari della chiesa San Francesco di Pisa
Fino al XIII secolo il luogo deputato per la sepoltura era l’area adiacente alla Cattedrale della città.
Successivamente il “jus sepeliendi”, il diritto di seppellire i fedeli, passò anche alle parrocchie e agli Ordini Mendicanti, come i Francescani, che si andavano costituendo.
A Pisa, tuttavia, fino al Trecento, non si hanno attestazioni certe di tombe all’interno delle chiese, epoca in cui si afferma l’usanza di seppellire i laici all’interno degli edifici sacri.
La chiesa di San Francesco, per la sua importanza, sin dal momento della sua edificazione, divenne uno dei maggiori poli di aggregazione spirituale della città, ottenendo l’appoggio del ceto politico dominante, il quale da subito scelse questo edificio, insieme alla chiesa dei frati domenicani di Santa Caterina, come sede privilegiata di sepoltura.
La tomba costituiva il simbolo del prestigio e della potenza della famiglia, non era mai individuale ma collettivo, e veniva chiamato sepolcreto di famiglia.
Nel monastero di San Francesco si conservava un manoscritto anonimo, oggi perduto, contenente tutte le iscrizioni delle lapidi sepolcrali e degli stemmi nobiliari incisi che ci permettono di identificare ancora oggi alcuni personaggi che, dalla metà del XIV secolo, qui trovarono sepoltura.
Sono tutte iscrizioni sepolcrali con lo stato sociale di appartenenza: clero, aristocratici, militari, commercianti, mercantili, mentre non si trovano i nomi dei popolani, che venivano sepolti nella zona adiacente alla chiesa ed avevano tombe prive di qualsiasi elemento ornamentale.
I fedeli, calpestando tali lapidi, ovvero di persone benestanti, erano portati così a riflettere sulla vanità delle cose terrene.
La maggior parte delle lapidi presenti in San Francesco si possono raggruppare in due tipologie, risalenti nella maggior parte ai secoli XIV e XV:
1) Lastre scolpite a bassorilievo o incise con la figura del defunto giacente sul letto funebre, l’epitaffio lungo il perimetro e lo stemma gentilizio. Questo tipo di lapidi si trovano in particolar modo nel transetto.
2) Lastre aventi il chiusino, ovvero la lastra di marmo che sigilla la botola contenente le ossa, con una serie di stemmi (solitamente due) scolpiti uno nella parte alta e l’altro in quella bassa, con l’iscrizione lungo i margini. Questo tipo di lapidi sono presenti soprattutto nella navata.
Le tombe terragne del XVI e XVII secolo, qui poco presenti, assumono forme complesse oppure sono caratterizzate da decorazioni vegetali lungo il perimetro, mentre l’iscrizione occupa l’intera zona centrale. In questo tipo lapidi spesso lo stemma non compare.
Soprattutto nel medioevo gli emblemi avevano lo scopo di esprimere funzioni identificative, in quanto la popolazione era per lo più analfabeta.
Ad esempio: l’aquila imperiale indicava l’appartenenza ad una famiglia ghibellina, la conchiglia ricordava i pellegrinaggi in Terra Santa, il leone l’autorità, il grifone l’appartenenza militare.
Nel XIX secolo si è tentato di salvare molte lastre rovinate dai calpestii, oltre che da danneggiamenti vari, non ultime le alluvioni, spostandole dal chiostro all’interno della chiesa.
Fino al 1817 l’antico pavimento del primo chiostro era ricoperto di lastre sepolcrali che però si trovavano sotto mezzo metro di terra, poiché nel 1788 i Padri Agostiniani, subentrati ai Francescani nella rettoria della chiesa, avevano deciso di rialzare il suolo per impedire all’acqua piovana di filtrare in certi periodi dell’anno dalle tombe allagando il chiostro.
Quando la chiesa venne riaffidata ai Francescani, con la collaborazione dell’ingegner Giovacchino Rossini, essi decisero di numerare e trasferire le lapidi dal chiostro alla chiesa.
Scheda a cura di Franco Mariani e Nicola Nuti
Riprese di Franco Mariani.
Tutti i diritti riservati alla Parrocchia San Francesco di Pisa © 2015
Sito internet ufficiale sanfrancescopisa.it
Pagina Facebook
Processione di San Francesco e San Pio - Campobasso
Solenne Processione per le vie della Parrocchia del Sacro Cuore di Gesù dei Frati Cappuccini di Campobasso, nel giorno del festeggiamento del Patrono d'Italia San Francesco d'Assisi, 4 ottobre 2015; presieduta dal Parroco Padre Luigi Chiarolanza con la presenza del Sindaco della città Antonio Battista e accompagnata dal complesso bandistico Città di Eboli. Tradizionali soste alla statua di Padre Pio di via Montegrappa, alle Suore Francescane Immacolatine di via Piave e al Parco dei Pini.
Cosenza: il presepe della chiesa di San Francesco di Paola
Nel cuore del centro storico di Cosenza, a corso Plebiscito, nella chiesa-convento di San Francesco di Paola, è stato inaugurato un suggestivo presepe monumentale che di fatto segna l'inizio delle festività natalizie. Tra i pastori, c'è anche San Francesco, segno evidente della grande devozione dei fedeli, che da oltre 5 secoli hanno fatto della maestosa chiesa uno dei centri di devozione per eccellenza nell'affannosa ricerca dell'Assoluto che il Grande Taumaturgo, con la potenza del suo messaggio d'Amore e di Carità, riesce a trasmettere. Il presepe è frutto del lavoro e dell'impegno di un gruppo di maestri artigiani che, oltre alla tradizione partenopea, hanno proposto anche scorci molto suggestivi della città di Cosenza.
Padre Tarcisio Manta- Chiesa di San Giuseppe-- Potenza
Documentazione fonte: TGR a cura di Gianfranco Bonavita
4 ottobre san francesco patrono d'italia 2009 Assisi
Apprestiamoci a pregare per la nostra Nazione, Governanti e popolo, perché tutti si ispirino sempre più ai valori e agli esempi, testimoniati dal loro Patrono .Queste le parole del Custode del Sacro Convento p.Giuseppe Piemontese alla celebrazione della messa per la festa del 4 ottobre, festa del santo patrono ditalia. Dopo il saluto delle autorità allingresso della basilica superiore si è svolta lannuale cerimonia di lofferta dellolio per la lampada che da 70 anni arde nella tomba di Francesco. Questanno è stata la volta della regione Basilicata e del Sindaco di Potenza Vito Santarsiero che a nome dei comuni italiani ha versato e acceso lolio durante la santa messa. Di fronte allaltare erano presenti lonorevole Raffaele fitto, attuale ministro per gli affari regionali, come rappresentante delle istituzioni, ed il Cardinale Attilio Nicora, legato pontificio per la basilica di san Francesco a rappresentanza del papa. Cerano inoltre al gran completo le istituzioni umbre e della Lucania, oltre ai vescovi della regione Basilicata. Nella sua omelia larcivescovo Agostino Superbo ha ricordato le vittime degli eventi disastrosi che hanno colpito Messina e la lontana Indonesia. Per loro sono il nostro cordoglio ha detto larcivescovo - e la nostra preghiera, affinché Colui che asciuga ogni lacrima degli uomini accolga i defunti nella Sua gloria
Dalla loggia antistante la piazza inferiore si è svolto infine verso le 11 e 30 il messaggio allItalia del ministro fitto, il saluto dellon. Vito de Filippo, presidente della regione Basilicata e del ministro generale dellordine dei frati minori conventuali marco tasca. Il prossimo appuntamento è per Oggi pomeriggio alle 16 e 30 quando si svolgerà la benedizione dellItalia e del mondo dal cupolino della basilica.
Potenza: Via Pretoria, casa Natale beato Bonaventura e Cattedrale san Gerardo
Passeggiando per via Pretoria si arriva alla casa natale del beato Bonaventura(solo facciata esterna) per poi andare nella cattedrale di San Gerardo. In questa chiesa sono state scattate poche foto in quanto vi era in atto una funzione religiosa.
San Francesco al Prato il recupero strutturale
IL DIPINTO
L’immagine che chiude il video riguarda “Resurrezione di San Francesco al Prato” dipinto, olio su tavola, di Pietro Perugino. L'opera deve il nome alla chiesa di San Francesco al Prato di Perugia, da dove proviene originariamente. Venne commissionata nel 1499 e compiuta verosimilmente entro il 1501. Con le spoliazioni napoleoniche finì a Parigi nel 1797, ma riportata in Italia nel 1815 venne destinata al pontefice che decise di tenerla in Vaticano. Ad oggi il dipinto è custodito ed esposto presso la Pinacoteca Vaticana.
IL VIDEO
Il video si riferisce ai lavori strutturali progettati e diretti dall’ing. Riccardo Vetturini per il recupero della Chiesa di S. Francesco al Prato a Perugia, interventi finalizzati alla realizzazione di un Auditorium – sala riunioni e convegni.
Il progetto architettonico redatto dallo studio Signorini Associati di Perugia si esprime nei termini concettuali nella conservazione rigorosa dell’impianto allo stato attuale, prevedendo interventi di carattere precario musicali per l’allestimento di un Auditorium, sala riunioni convegni.
LE CAUSE DEL DISSESTO E GLI INTERVENTI DEL 1970
Le condizioni statiche del monumento sono state fortemente compromesse dalla situazione dell’area di sedime del piano fondale. La diversa compressibilità del terreno di fondazione e la presenza di strati di argilla, nonché la presenza delle falde acquifere sotterranee, hanno determinato i lenti movimenti che hanno prodotto nelle pareti della Chiesa ampie lesioni e fuori piombo. La parete nord che chiude il lato destro della navata così come la torre campanaria settecentesca sono fondate direttamente su uno strato conglomeratico pressoché incompressibile. Sono infatti queste le porzioni della Chiesa che non hanno subito alcun cedimento, mentre il costipamento degli antichi strati di riporto ha innescato il relativo allontanamento delle pareti del lato sud-ovest della Chiesa al quale ha fatto seguito il collasso del sistema strutturale del complesso edilizio.
Le condizioni di dissesto hanno caratterizzato la storia della Chiesa sin dalla sua realizzazione. Cronache del seicento confermano la realizzazione di cunicoli drenanti che rappresentano un primo tentativo di regimazione delle acque di falda nella zona absidale della Chiesa.
La Chiesa nasce nel 1250-1261 in perfetto stile gotico, tuttavia dopo varie vicissitudini nel settecento l’arch. Carattoli ne stravolge non solo l’aspetto architettonico figurativo del complesso ecclesiastico, ma ha anche modificato le strutture, modificando il percorso delle sollecitazioni e dei carichi cambiando la tipologia delle volte e delle coperture, l’interasse dei colonnati e inserendo un “pesante” tiburio. Questi interventi hanno di fatto sovraccaricato la zona dell’abside e del transetto, aree dove per altro gli strati di riporto avevano una maggiore potenza e di conseguenza una maggiore sensibilità a costiparsi. La superficie del contatto stratigrafico dei terreni conglomeratici in posto, presenta un declivio verso tale zona determinando così, a seguito del costipamento di tali riporti, non solo un abbassamento, ma anche una componente orizzontale del cedimento delle strutture murarie sovrastanti.
La demolizione dell’intervento Carattoliano, eseguita dal 1926 al 1934, rappresenta l’estremo tentativo di “alleggerimento” delle strutture della Chiesa così da “rallentare” l’evolversi di ciò che allora erroneamente si riteneva la “frana di San Francesco al Prato”. La ricerca delle cause di dissesto ha prodotto, dal 1922 ad oggi, una decina di studi. Intorno al 1970, a seguito del crollo di una parte della copertura, venne ricostruito il tetto e vennero eseguiti interventi di sottofondazione mediante micropali con l'intento di sanare il problema dei cedimenti verticali. In occasione del rifacimento della copertura, perseguendo il fine di riportare alla quota originaria l’altezza della Chiesa, venne realizzato una parete in cemento armato di altezza pari a circa 3.5m per uno spessore variabile di circa 70cm, cava all’interno, per l’intera lunghezza della navata.
Gli interventi strutturali e di restauro eseguiti hanno posto rimedio alle condizioni di fatiscenza e di abbandono della ex Chiesa e posto le basi per la realizzazione del nuovo Auditorium di Perugia. Gli interventi eseguiti per conto Soprintendenza dei Beni Artistici e Paesaggistici dell’Umbria sono stati svolti per stralci successivi dal 2002 al 2012. Oggi, inizio 2014, il Comune di Perugia, proprietario del bene, sta concludendo l’iter di approvazione del progetto di completamento che porterà al definitivo recupero funzionale del complesso di San Francesco al Prato a Perugia.
I QUATTRO GRANDI SANTI (1 PARTE)
Catechesi di P. Serafino Tognetti
San Francesco d'Assisi 1 parte
Campane della Parrocchia di S.Anna in Potenza Picena - Fraz. Porto (MC) (02) v.244
N.B. Il video qui presente sostituisce l’originale v.244.
- [03:24] Battiore delle 18:15 e distesa della campana maggiore (dura 2 minuti) per la messa feriale delle ore 19:00;
- [07:28] Battiore delle 12:00, 3-4-5-1 sulla grossa, Ave Maria di Lourdes e plenum festivo ascendente (dura poco più di 1 minuto) per l’Angelus domenicale;
- [12:00] Battiore delle 20:30, 3-4-5-1 sulla grossa e Ave Maria di Lourdes per l’Ave Maria serale feriale/festiva, ripresi dalla cella campanaria;
- Plenum solenne ascendente (dura 3 minuti), ripreso dalla cella campanaria e suonato in elettrico-manuale, per la processione delle ore 21:15 in occasione della festa patronale di S.Anna, 26 Luglio 2017:
[13:46] I° suonata alle 20:35 circa;
[18:32] II° suonata alle 20:50 circa.
Concerto di 3 campane a slancio + 2 sonelli fissi per il battito delle ore e quarti, elettrificate dalla De Santis di Fermo:
I: Sib3 calante, fusa da Daciano Colbachini di Padova nel 1926. Ha un diametro di 79,2 cm e uno spessore di 5,4 cm. Pesa 3,39 quintali circa.
II: Do4 calante, rifusa da Pasqualini di Fermo nel 1951. Ha un diametro di 70,4 cm e uno spessore di 5,5 cm. Pesa 2,93 quintali circa.
III: Reb4 calante, fusa dall'Allanconi nel 1999 e rivenduta dalla Trebino. Ha un diametro di 66,5 cm e uno spessore di 4,5 cm. Pesa 1,64 quintali circa.
I sonello: Fa4 (batte i quarti assieme al II sonello)
II sonello: Fa#4 calante (batte le ore)
Qui trovate il foglio con tutte le suonate preimpostate (il suono Processione non viene mai eseguito)
La Torre di Sant’Anna, detta anche “Torre del Porto”, è ciò che resta di un antica fortezza del XV sec. di cui non si è mai saputo molto. Inizialmente fu usata come torre di difesa per combattere contro i pirati, ma dopo le guerre napoleoniche fu quasi del tutto abbandonata assieme al castello; in seguito all’affermazione dell’Unità d’Italia, il Comune riacquisì la piccola dimora che fu abbattuta, lasciando solo la torre che nel 1884 vide modificata la sua parte superiore, dopo un primo restauro operato nel 1766 che coronò il perimetro di merli ghibellini. Nel 1926, VII centenario della morte di S.Francesco, su progetto di Eusebio Petetti fu edificata l’attuale chiesa di S.Anna in stile neogotico, e la torre assunse la funzione di campanile. In quest’anno risale infatti la fusione della campana maggiore da parte del noto fonditore padovano Daciano Colbachini. Probabilmente fu fusa assieme alla mezzana, che però sappiamo essere requisita nella Seconda Guerra Mondiale e successivamente restituita al pubblico nel 1951 da parte della Pasqualini di Fermo. Nel 1998 la torre subì un nuovo restauro a cura dell’Ing. Livio Gambacorta, e l’anno successivo fu fusa l’attuale piccola nel 1999 dall'Allanconi che fu poi rivenduta da Trebino. Presumibilmente l’elettrificazione risale alla fine degli anni ’90. I 2 sonelli, che sono collocati al centro della cella campanaria sono molto più antichi, o almeno quello più piccolo, ma non sono riuscito a datarli in quanto non avevo la possibilità di arrampicarmi. Per scelta, il battiore è invertito: il sonello più piccolo scandisce le ore e quello più grande i quarti.
E come promesso l’anno scorso, anche se sinceramente non ci avrei mai sperato, ecco a voi il plenum dalla cella campanaria, l’unico posto dove si può vedere e sentire in maniera adeguata, in quanto la chiesa si trova a sandwich tra la trafficatissima Adriatica e la ferrovia, quindi ottenere una ripresa silenziosa era quasi impossibile. Sorpresa delle sorprese, per la messa feriale mi sarei aspettato le 2 piccole, e invece ha suonato la grossa! Quanto ci stava bene per l’Angelus feriale…! Tra l’altro ho notato che per le messe suonano soltanto ¾ d’ora prima (non vengono scanditi neanche i tocchi), almeno ordinariamente. Un gran peccato, è quasi come le zone dell’elpidiense...
Per quanto riguarda le suonate per l’Angelus domenicale, l’unica zona dove poter vedere tutte le campane discretamente e sentirle senza particolari rumori di fondo, è proprio dalla stazione ferroviaria (ammesso che non passi un treno in corsa…). E infatti il risultato è venuto decisamente più accettabile. Ma il botto vero e proprio è dall’alto della torre di S.Anna: poiché il censimento è stato fatto l’anno passato, quella sera mi sono dedicato soltanto alle suonate. Il primo plenum solenne mi ha preso un po’ alla sprovvista, perché vedevo che il tempo passava e non succedeva niente; il secondo, invece, l’ho fatto col cavalletto affinché venisse una roba più stabile.
E da Porto Potenza è veramente tutto, spero di aver svolto un discreto servizio, l’originale v.244 era decisamente inguardabile!
SENISE HD
7.084 abitanti in provincia di Potenza, in Basilicata, nono per numero di abitanti nella provincia e diciassettesimo della Basilicata. Una vecchia tradizione narra che il paese fosse posto più in basso, verso la confluenza del Serrapotamo col Sinni, ma per la mortifera malaria fu abbandonato ed edificato nel punto dov'è attualmente collocato. La tradizione avrebbe un fondamento nel significato del toponimo Senise, che vorrebbe significare luogo del Sinni e non colonia di Siena. Lo stemma si ammira in un libro del censimento del 1753 (Catasto generale della Terra di Senise in Basilicata), importante documento conservato in quell'Archivio Municipale. La fondazione dell'attuale centro abitato di Senise è da farsi risalire al periodo normanno quando fu edificato un primitivo castello, dipendente dalla contea di Chiaromonte, parte di un complesso sistema difensivo creato a difesa della valle sottostante. Intorno a tale baluardo difensivo andò a costituirsi il primo nucleo abitato.l'impianto urbanistico di Senise rimarrà pressoché inalterato, tutto compreso nella cerchia delle mura, registrandosi semplicemente una crescita su sé stesso del centro urbano, con operazioni di sostituzioni edilizia o di accorpamento di più edifici, per la realizzazione, a partire dal XVIII secolo, dei palazzi nobiliari-signorili della borghesia agraria nata dal disfacimento e dall'abolizione dei privilegi feudali.
Quindi per tutto il XIX secolo e parte del XX secolo l'immagine urbana risulterà caratterizzata, oltre che dalla mole del castello e del convento francescano, simboli di un potere laico e religioso ormai in decadenza, da un consistente numero di edifici signorili contornati da un'edilizia minore, in qualche misura legata al palazzo signorile stesso, che rifletteranno in maniera evidente i rapporti gerarchici di natura socio-economica esistenti all'interno della comunità senisese.
Da visitare il centro storico del paese, sviluppatosi ai piedi di un castello medievale, lungo le pendici del colle, costituito da vicoli e caseggiati anch'essi medievali, che possono diventare, per chi non ha una minima conoscenza del luogo, un labirinto inestricabile. Importanti palazzi nobiliari sono all'interno del borgo antico; Palazzo Donnaperna, Palazzo Sole, Palazzo Marcone e Palazzo Barletta. Di notevole interesse i loro portali in pietra lavorati in modo particolare. L'intero centro storico si è conservato pressoché intatto, in gran parte perché poco abitato e non soggetto a importanti interventi di restauro, a favore di aree di più recente costruzione; rivive una sorta di ripopolamento solamente d'estate, quando le famiglie emigrate tornano in visita ai parenti.
Altro elemento di forte interesse è la chiesa di San Francesco, edificio costruito nel 1200 quale chiesa annessa ad un convento di frati francescani (convento divenuto sede del municipio; sono ancora visibili affreschi raffiguranti la vita di San Francesco). L'esterno, in pietra locale a vista, è caratterizzato da un portale ad ogiva, gotico, in blocchi di pietra lavorati e scolpiti con motivi decorativi; l'interno, caratterizzato da stucchi del XVII secolo e un soffitto ligneo cassettonato, custodisce affreschi di età medievale, lapidi funerarie e, nel presbiterio, un polittico realizzato dal pittore Simone da Firenze nel XIV secolo ed un coro ligneo intagliato con motivi decorativi.
Nel territorio di Senise è sito un bacino artificiale, la diga di Monte Cotugno, realizzata negli anni settanta del Novecento. L'invaso è il più grande d'Europa in terra battuta e la sua acqua è utilizzata per il bisogno irriguo del metapontino e di gran parte della Puglia; inoltre le sue acque sono spesso teatro di gare nazionali di canottaggio. È inoltre circondato da campi coltivati ad oliveti e da siti naturali ricchi di vegetazione e fauna locali.