(fast motion 200%) Comune di Macugnaga INTEGRALE - car webcam
Macugnaga si compone delle seguenti frazioni: Staffa (il capoluogo), Pecetto, Borca, Isella, Testa, Ripa, Opaco, Chiesa Vecchia, Fornarelli, Quarazza, Pestarena, Motta, Stabioli.
La Valle Anzasca é la valle attraverso la quale si raggiunge la parete est del Monte Rosa, la più ampia delle Alpi sia in larghezza che in altezza (4365 m.). La valle inizia a Piedimulera (248 m.) e proseguendo si giunge a Castiglione (519 m.), che per le proprie costruzioni caratteristiche è considerato uno degli angoli più belli dell' Ossola di pietra.
Si sale poi ad Antrogna (665m.) dove si può ammirare la parrocchiale del '600, una delle più grandi della regione, conosciuta anche come la Cattedrale trà i boschi . Proseguendo si trova Pontegrande (526 m.) anticamente crocevia tra la valle Anzasca e la Valsesia. Si giunge quindi a Bannio Anzino (669 m.) una volta capitale della valle, con origini gallo-romane del primo secolo a.C., conserva antiche tradizioni tra cui la più caratteristica è senz'altro la Milizia, con le sue eleganti uniformi. Da Bannio si può raggiungere in auto Soi (999 m.) e da lì, a piedi, Colle Baranca (1818 m.). Al di là dell'Olocchia si trova Anzino (679 m.).
Proseguendo si incontra Vanzone con S. Carlo (675 m.) e poi Ceppo Morelli (750 m.) e Campioli (863 m.) dal quale parte un sentiero che conduce fino all'Alpe Cortenero (2036 m.). A 1035 m. si trova Pestarena, detta il paese dello'oro, per le miniere che sono rimaste operative sino al 1961.
Successivamente si incontra Borca (1195 m.) a sinistra della quale si apre la Valle Quarazza con l'incantevole Lago delle Fate; con circa mezz'ora di cammino si raggiunge la città morta, ciò che rimane di un villaggo di minatori, dalla quale si parte per raggiungere il Passo della Miniera. A Borca si possono visitare l'interessante Miniera d'oro della Guia, testimonianza delle numerose miniere aurifere che sino ad inizio secolo sono state operanti nella valle e la Casa-Museo Walser, presso la quale si raccolgono preziosi reperti dell'antica civiltà formatasi ai piedi del Monte Rosa.
Panorama La Valle Anzasca si chiude a Macugnaga, proprio a ridosso del Monte Rosa.
Località tristica di grandissimo interesse, raccoglie nelle sue 4 principali frazioni, Pestarena, Borca, Staffa e Pecetto, un grande numero di strutture ricettive a disposizione dei visitatori, oltre a impianti di risalita che consentono di raggiungere agevolmente il Monte Rosa. Macugnaga è una delle più importanti zone di insediamento Walser dell'Ossola. Oltre alla funivia del Monte Moro che conduce fino a quota 2900 m. ed alla seggiovia che da Pecetto raggiunge il Belvedere a 1932 m., Macugnaga offre in inverno ai turisti un totale di 12 impianti di risalita che conducono a 38 km. di piste.
Macugnaga - Staffa (Valle Lanzasca Piemonte) chiesa di S. Maria Assunta - slideshow
Al centro della frazione di Staffa si trova la parrocchiale di Santa Maria Assunta, la cui costruzione iniziò alla fine del 1700, affiancata da un alto campanile eretto nel 1936. L'edificio è a pianta rettangolare con una sola e sfarzosa navata e rivolge la sua facciata verso il fondovalle. Qui una lapide ricorda l'ascensione alla cima Dufour del Monte Rosa compiuta nel 1889 dal sacerdote Achille Ratti, poi divenuto papa con il nome di Pio XI.
3. Macugnaga. Piemonte. Italy
Museo della Montagna e del Contrabbando: Via Prati - Località Staffa
Museo Walser
Via Monterosa 232, Borca
Музей-шахта: Miniera dell'oro della Guia
Frazione Fornarelli, 28876 Fornarelli, Macugnaga VB
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(fast motion 400%) Valle Anzasca INTERA da Piedimulera fino a Macugnaga e Monte Rosa - car webcam
Piedimulera Meggiana Molini Pontegrande Vanzone Ceppo Morelli Pestarena Fornarelli Borca Macugnaga
Macugnaga si compone delle seguenti frazioni: Staffa (il capoluogo), Pecetto, Borca, Isella, Testa, Ripa, Opaco, Chiesa Vecchia, Fornarelli, Quarazza, Pestarena, Motta, Stabioli.
La Valle Anzasca é la valle attraverso la quale si raggiunge la parete est del Monte Rosa, la più ampia delle Alpi sia in larghezza che in altezza (4365 m.). La valle inizia a Piedimulera (248 m.) e proseguendo si giunge a Castiglione (519 m.), che per le proprie costruzioni caratteristiche è considerato uno degli angoli più belli dell' Ossola di pietra.
Si sale poi ad Antrogna (665m.) dove si può ammirare la parrocchiale del '600, una delle più grandi della regione, conosciuta anche come la Cattedrale trà i boschi . Proseguendo si trova Pontegrande (526 m.) anticamente crocevia tra la valle Anzasca e la Valsesia. Si giunge quindi a Bannio Anzino (669 m.) una volta capitale della valle, con origini gallo-romane del primo secolo a.C., conserva antiche tradizioni tra cui la più caratteristica è senz'altro la Milizia, con le sue eleganti uniformi. Da Bannio si può raggiungere in auto Soi (999 m.) e da lì, a piedi, Colle Baranca (1818 m.). Al di là dell'Olocchia si trova Anzino (679 m.).
Proseguendo si incontra Vanzone con S. Carlo (675 m.) e poi Ceppo Morelli (750 m.) e Campioli (863 m.) dal quale parte un sentiero che conduce fino all'Alpe Cortenero (2036 m.). A 1035 m. si trova Pestarena, detta il paese dello'oro, per le miniere che sono rimaste operative sino al 1961.
Successivamente si incontra Borca (1195 m.) a sinistra della quale si apre la Valle Quarazza con l'incantevole Lago delle Fate; con circa mezz'ora di cammino si raggiunge la città morta, ciò che rimane di un villaggo di minatori, dalla quale si parte per raggiungere il Passo della Miniera. A Borca si possono visitare l'interessante Miniera d'oro della Guia, testimonianza delle numerose miniere aurifere che sino ad inizio secolo sono state operanti nella valle e la Casa-Museo Walser, presso la quale si raccolgono preziosi reperti dell'antica civiltà formatasi ai piedi del Monte Rosa.
Panorama La Valle Anzasca si chiude a Macugnaga, proprio a ridosso del Monte Rosa.
Località tristica di grandissimo interesse, raccoglie nelle sue 4 principali frazioni, Pestarena, Borca, Staffa e Pecetto, un grande numero di strutture ricettive a disposizione dei visitatori, oltre a impianti di risalita che consentono di raggiungere agevolmente il Monte Rosa. Macugnaga è una delle più importanti zone di insediamento Walser dell'Ossola. Oltre alla funivia del Monte Moro che conduce fino a quota 2900 m. ed alla seggiovia che da Pecetto raggiunge il Belvedere a 1932 m., Macugnaga offre in inverno ai turisti un totale di 12 impianti di risalita che conducono a 38 km. di piste.
Macugnaga (Valle Anzasca Piemonte) Borca e Staffa - edifici civili e religiosi - slideshow
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Le campane di Macugnaga (VB)
Macugnaga (VB), Chiesa di Santa Maria Assunta detta Chiesa del Dorf o Chiesa Vecchia
4 campane a corda (Mi4 Capanni 1981; Reb4 1594; Lab3 Silvio Mazzola 1899; Fa3 Bianchi 1909)
Plenum
La leggenda narra dell'edificazione di una piccola cappella nell'anno 843, mentre i lavori per la costruzione di un edificio di culto più grande cominciarono ufficialmente nel 1115, data della conclusone del cantiere di Bannio Anzino. L'antico edificio venne ingrandito nel corso del 1262 e alcune sue parti attuali risalgono proprio a questo periodo. Il più antico documento conservato nell'archivio parrocchiale reca la data 1317, dove si cita esplicitamente un edificio di culto dedicato a Maria. Si tratta della chiesa come la possiamo vedere oggi, salvo qualche aggiunta posteriore occorsa nel 1560: l'architrave della porta d'ingresso reca incisa questa data. Il 7 giugno venne posta la pietra per l'edificazione del campanile, completato con l'aggiunta di due campane alla sua sommità. Quando una di queste si crepò, venne fusa da due esponenti delle maestranze itineranti della Lorena, che lasciarono però incise sulla campana unicamente le loro iniziali e nulla di più. Il giorno 1 gennaio 1639 l'edificio subì gravi danni per un grave incendio che distrusse il villaggio annesso; l'opera venne completata dall'inondazione del settembre 1640, che spazzò via gli edifici già inceneriti e rese inagibile la chiesa parrocchiale. I lavori di pulizia da fango e detriti si protrassero fino al 1649, quando venne rifatto il rifatto del portico, contro le future inondazioni. L'anno seguente cominciarono i lavori per il rifacimento dell'interno dell'edificio: l'altare maggiore, le balaustre e il pulpito attuali risalgono a questo periodo. Con la consacrazione della nuova chiesa parrocchiale l'edificio venne declassato a chiesa cimiteriale nel 1759 e rimaneggiato nell'Ottocento, con l'aggiunta della grotta di Lourdes e il rifacimento dell'altare di san Bernardo da Mentone. A cavallo tra XIX e XX secolo vennero aggiunte due grandi campane all'interno della torre di pietra, mentre nel 1982 fu la volta dell'antica campana minore ormai resa inservibile da una crepa. La chiesa nella sua struttura attuale presenta diversi accenni dello stile gotico, che vanno a inserirsi nella tipica pietra usata per la costruzione degli edifici della valle. La parte più recente della chiesa, il campanile, presenta un ritorno allo stile romanico, di qualche secolo antecedente all'epoca dell'ultimo grande ampliamento della chiesa. All'interno del cimitero è presente un antico ossario, risalente al 1749. Di fronte alla chiesa sorge il celebre Vecchio Tiglio, che i Walser piantarono come segno di legame con la patria lontana: l’albero ha circa 500 anni ed è uno dei più vecchi d’Europa.
Un ringraziamento al parroco don Maurizio e alla custode.
Il Monte Rosa e Macugnaga
La Valle Anzasca si sviluppa per 30 km ad ovest della Val d'Ossola con un dislivello di più di mille metri e culmina con il Monte Rosa, massiccio grandioso le cui vette si innalzano sino a quota 4633 metri ed il cui scenario è davvero unico in tutta la catena alpina. Il suo nome è dato dal fatto che allalba e al tramonto le sue cime si tingono di rosa, poiché riflettono il colore del sole. Le numerose vette che toccano quota 4000 metri e più, rendono il Monte Rosa molto attraente dal punto di vista alpinistico. La parete est, che si affaccia su Macugnaga, è considerata una vera e propria cima himalayana con i suoi oltre 2.000 metri di ghiaccio, neve e roccia.
Macugnaga, definita la perla del Rosa, è il centro di maggior richiamo della Valle Anzasca ed i suoi primi insediamenti risalgono intorno alla metà del 1200. Allepoca i monaci furono i promotori della nascita della prima fiera che si svolgeva vicino alla chiesa e, tuttora, Macugnaga rappresenta il centro commerciale dellintera valle.
I Walser hanno lasciato un segno indelebile tra queste montagne ed hanno tramandato sino ad oggi la propria storia e le proprie tradizioni. Questo popolo di montagna era originario dellalto vallese tedesco e, tra il XIII ed il XIV secolo, attraverso unimportante migrazione diede vita alla prima colonizzazione alpina medievale.
Le tracce di questo insediamento sono particolarmente evidenti, nel villaggio walser ben preservato e conservato così come nel Museo casa walser dove è possibile scoprire le dure condizioni di vita di un popolo che seppe adattarsi a un ambiente particolarmente difficile.
Macugnaga è anche meta degli appassionati sciatori d'inverno, e di escursionisti e amanti della natura e della tranquillità in estate.
Merita una visita la Miniera della Guia, situata in località Borca: si tratta di una miniera-museo lunga un chilometro e trecento metri nella quale è possibile rivivere la storia di un mestiere tanto faticoso, conoscere le tecniche e i procedimenti di estrazione dell'oro, osservare gli antichi strumenti.
Valanga, il racconto degli operai che hanno rischiato di morire
9 gennaio 2018 - Hanno visto la morte in faccia: sono vivi per miracolo i sei operai di Enel Distribuzione a Macugnaga. Nella notte stavano installando dei conduttori a 15mila volt quando si è staccata una valanga nella zona dietro la chiesa vecchia del paese Il racconti di uno degli operai coinvolti
Macugnaga
Casa tipica Walser a Macugnaga, frazione Pecetto,
fiori di Macugnaga e case walliser
Una gran pennellata multicolore dalla vetta del Monte Rosa ai balconi della case Walser di Macugnaga, in estate.
DONNAVVENTURA - la cultura Walser
Gli alberi monumentali del Piemonte - Convegno Verde Torino 2017
Presso la Biblioteca civica Villa Amoretti (Parco Rignon), nel gennaio 2017 si è aperto il convegno Verde Torino su botanica, arte, letteratura e biodiversità nel capoluogo piemontese, organizzato dall'associazione Archivio Sergio Albano
Intervento di Francesco Albano - che cosa sono gli alberi monumentali: i criteri per il loro censimento, l'elenco e l'individuazione degli alberi monumentali in Torino
I grandi platani:
Torino, Parco della Tesoriera, Il nonno (circa 4':44)
Torino, zona Parco del Valentino (circa 5':38)
Torino, Giardini Cavour (circa 5':55)
Torino, Villa Rey - Cimitero Monumentale (6':12)
Santena (TO), Castello Cavour, (circa 6':29)
Asti, Palazzo Alfieri (circa 6':52)
Alessandria, SR 10, il platano di Napoleone (circa 7':24)
Savigliano (CN), piazza Nizza (circa 8':08)
I grandi ippocastani:
Casorzo (AT), chiesa di San Vincenzo Martire, la castagna (circa 9':23)
Cavallermaggiore (CN), Madonna del Pasco (circa 10':39)
Dogliani (CN), piazza Belvedere (circa 10':55)
Dronero (CN), parco della Rimembranza (circa 11':02)
Castagneto Po (TO), (circa 11':10)
Cumiana (TO), Torre di San Giacomo (circa 11':43)
Piedimulera (VB), Chiesa di S. Antonio Abate (circa 12':10)
Le grandi Pinacee:
Garessio (CN), Castello Reale di Valcasotto (circa 12':34)
Acqui Terme (AL) (circa 13':10)
Biella, Giardino pubblico Zumaglini (circa 13':38)
Comignago (NO) (circa 13':57)
Novara, zona cimitero (circa 15':20)
San Sebastiano Curone (AL) (circa 15':33)
Montalenghe (TO), pressi villa associazione San Giuseppe Cafasso (circa 15':39)
Fenestrelle (TO), bosco di Chambons-Depot (circa 16':09)
Rima San Giuseppe (VC) (circa 16':48)
Pietraporzio (CN), Alta Valle Stura (circa 16':57)
Crodo (VB), Alpe Cheggio (circa 17':25)
Chiusa Pesio (CN), Certosa di Chiusa Pesio (circa 17':47)
Oulx (TO) (circa 18':34)
Le vecchie querce:
Torino, Parco del Valentino, zona Rocaille (circa 20':31)
Trofarello (TO) (circa 21':09)
Torino, Borgo Medievale (circa 21':13)
Avolasca (AL), fraz. Oliva (circa 21':30)
Farigliano (CN) (circa 21':55)
Arquata Scrivia (AL), Loc. Belvedere a Rigoroso (circa 22':02)
Casalborgone (TO) (circa 22':26)
Tassarolo (AL) (circa 22':55)
Novi Ligure (AL) (circa 23':05)
Cupressacee:
Rocchetta Tanaro (AT), cappella votiva di Sant'Emiliano (circa 23':53)
Pollone (BI), Parco della Burcina (circa 24':25)
Rivara (TO) Villa Ogliani (circa 25':29)
Roccavione (CN), Parco della Villa dei conti Salazar (circa 25':33)
Caluso (TO), Parco Spurgazzi (circa 25':45)
Santena (TO), Castello di S. Salvà (circa 25':55)
Faggi e castagni da scoprire:
Castagneto Po (TO), Bosco del Vaj (circa 26':33)
Rocchetta Tanaro (AT), Val du Gè, il faggio Emilio (circa 27':15)
Moncenisio (TO) (circa 27':36)
Entracque (CN), pressi fraz. S. Giacomo (circa 27':44)
Vernante (CN), Val Grande (circa 27':58)
Alba (CN), giardino Vittime dei Campi di Sterminio (circa 28':37)
Giaglione (TO) (circa 29':01)
Bioglio (BI), parco Villa già della Fam. Sella (circa 29':21)
Melle - Monteu Roero (CN) (circa 29':34)
Crodo (VB), pressi Oratorio S. Antonio Abate, Pianta Maria Bona (circa 29':55)
Le due Ginkgo biloba L.
Torino, Giardini Cavour (circa 30':15)
Casalbeltrame (NO), villa comunale Gautieri-Bracorens (circa 30':46)
Tigli antichi e olmi secolari:
Crescentino (VC), loc. Rabeto (circa 31':33)
Macugnaga (VB), Chiesa Vecchia e cimitero (circa 32':01)
Cumiana (TO), Castello Canalis (33':00)
Vernante (CN), Vallone Grande (33':08)
Mergozzo (VB), piazza Vittorio Veneto (circa 33':19)
Torino, Parco del Valentino (circa 33':35)
Pomaro (AL), Castello di Pomaro (circa 34':03)
Torino, Giardini Reali (circa 34':09)
Bra (CN), Lo Monte (circa 34':23)
Racconigi (CN), Parco Reale del Castello (circa 34':37)
Dalla F di Fraxinus alla T di Taxus:
Rorà (TO), borgata Rounzèi (circa 34':49)
Moncenisio (TO), piazza parrocchiale (35':00)
Porte (TO) (circa 35':15)
Vercelli, piazza del Duomo (circa 35':22)
Campiglione Fenile (TO), villa Luserna dei Marchesi San Martino (35':47)
Rivara (TO), palazzo comunale (circa 38':16)
Alba (CN), via Castelgherlone (circa 36':23)
Castelnuovo Scrivia (AL) (circa 36':47)
Dormelletto (NO) (circa 36':54)
Torino, Giardini Sambuy (circa 37':01)
Bardonecchia (TO), piazza Suspize (circa 37':40)
Premosello-Chiovenda (VB), Chiesa Madonna dello Scopello (circa 38':00)
Verbania, fraz. Cavandone (circa 38':39)
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Castiglione della Valle-Chiesa di S. Michele Arcangelo (Sec.XII)
L'Antico Borgo Medievale di CASTIGLIONE DELLA VALLE e Chiesa di S.Michele A.
-nella Valle Siciliana-era noto con il nome di CASTRUM LEONIS
in Vallis Sicilianae-oggi in territorio di COLLEDARA (TE)
E' al Centro del Parco Territoriale Attrezzato del FIUME FIUMETTO
Domodossola (2/2) La Città Vecchia TUTTA INTERA - slideshow
Domodossola (Domo in tedesco, Döm in walser, Dòm in dialetto ossolano) è un comune italiano di 18.307 abitanti della provincia del Verbano-Cusio-Ossola.
La città è il centro principale della val d'Ossola e si trova nella piana del fiume Toce, alla confluenza di val Bognanco,val Divedro, valle Antigorio-Formazza, valle Isorno e val Vigezzo.
L'espressione «D come Domodossola» è adottata nell'alfabeto fonetico italiano.
La città si adagia sul conoide di deiezione del torrente Bogna, che si allarga tra la frazione Caddo di Crevoladossola e il Sacro Monte Calvario, occupando la porzione media del bacino del fiume Toce. Il territorio comunale si estende tra i 238 m s.l.m. e i 2635 m s.l.m., per un totale di 36,9 km².
Domodossola è tra le Città decorate al Valor Militare per la Guerra di Liberazione perché è stata insignita della Medaglia d'Oro al Valor Militare il 21 settembre 1945 per i sacrifici delle sue popolazioni e per la sua attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale.
Simbolo della città, piazza Mercato è caratteristica per i portici quattrocenteschi a sostegno delle case padronali a balconate e loggette del XV e XVI secolo. I capitelli delle colonne, che sostengono archiromanici e gotici scompagnati, sono finemente scolpiti i e nelle testate recano stemmi delle casate ossolane, tra le quali figurano i De Rodis, i Silva, i Da Ponte e i Ferrari. Nel centro della piazza si ergeva l'antico palazzo trecentesco del Comune, demolito nel 1805 per aprire la strada napoleonica del Sempione[18]. Sul lato settentrionale era localizzato anche il palazzo del vescovo-conte con la relativa torre, mentre a sud si impone ancor oggi il Teatro Galletti. La concessione del mercato settimanale al borgo di Domodossola, secondo la targa posta nel 1891 in piazza, sarebbe stata fatta da Berengario I il 19 dicembre 917. In realtà il diploma originale è stato alterato: certo è che tuttavia il mercato sia assai antico, probabilmente presente già all’epoca dei Leponzi[19].
Di particolare interesse anche la via Briona, sovrastata dalla torre trecentesca del palazzo vescovile, che, partendo dalla piazza Mercato, fungeva da via d'accesso per i principali passi transalpini. Racchiusa fra case con tetti in piode e apprezzata per i balconcini sostenuti da cariatidi, era la strada dei mercanti, ove vi transitava anche la diligenza svizzera delSempione[20].
Restano ormai poche tracce delle antiche mura pentagonali, che già dai primi del 1300 cingevano il borgo di Domodossola. Nucleo principale della cinta muraria era il castello (sito nei pressi dell'attuale piazza Tibaldi), il Castrum novum già citato in pergamene del 1001 e il 1007, che venne abbattuto nel 1804 per aprire la strada napoleonica del Sempione. Oggi sono ancora visibili i resti di una torre angolare unita alle mura su via Facchinetti e la Torretta, bell'esempio di torre in beola locale, cui fu aggiunto il portico e il tetto a metà Ottocento.
Tra i quartieri più antichi del borgo è La Motta (ossia: monticello, cumulo), probabilmente così chiamata per i depositi di detriti dovuti alle inondazioni del torrente Bogna. In via Carina è possibile ammirare abitazioni con balconate in larice, testimonianza dell'influenza walser, mentre fulcro del quartiere è la Piazza Fontana, con al centro la fontana ottagonale e un piccolo obelisco. Obelisco di dimensioni maggiori, proveniente da un anticocimitero, occupa la posizione centrale in Piazza Chiossi. Infine è caratteristico l'arco a sesto acuto a strisce bianche e scure di Vicolo Andromia.
Chiesa di San Fiorenzo - Bastia Mondovì ( Piemonte)
Chiesa cimiteriale del paese di Bastia Mondovì, nella media valle del Tanaro (Piemonte, provincia di Cuneo), San Fiorenzo presenta le pareti quasi interamente affrescate con scene del Nuovo Testamento e, su una parete, un Giudizio Universale: curioso, in questo, il particolare del demonio in forma di drago o pescecane, che inghiotte i dannati tra le sue fauci.
Dibattito post film Homines Dicti Walser - Macugnaga 21 agosto 2016 - Roberto Marone e il pubblico
Che cosa significa essere Walser oggi? Il progetto Homines dicti Walser, promosso dal Forte di Bard nell'ambito del Festival Torino e Le Alpi, con la supervisione del fotografo e regista francese Yann Arthus-Bertrand e le musiche del compositore israeliano Armand Amar, ha visto la realizzazione di un film e di una serie di workshop per raccontare l’anima Walser della comunità del Monte Rosa, tra i Comuni della Valle di Gressoney e quelli della Valsesia. Frutto del progetto sarà un mosaico di ritratti ed emozioni con l’intento di valorizzare e preservare le specificità di una collettività che ha eletto le terre alte a sua dimora.
Dorf Macugnaga 19.02.2011
Passeggiata al dorf di Macugnaga
macugnaga.net macugnaga.mobi
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Liguria di Ponente -Imperia-Pigna -Alta Val Nervia HD
Pigna è un piccolo comune ligure della provincia di Imperia.
Pigna deriva dall'omonimo Pignata proveniente da Pegognaga.Il comune, compresa la frazione di Buggio, è situato nella parte montana dell'alta val Nervia. Il paese è attraversato dal torrente Nervia ed è posto ad un'altitudine di circa 200 - 300 metri sul livello del mare.
Recentemente sono state rinvenute tracce di primitivi insediamenti umani risalenti all'epoca preistorica, facendo presupporre agli storici che il primitivo villaggio di Pigna possa essere stato un dominio del municipio di Albintimilium, l'odierna Ventimiglia. Un insediamento dell'epoca romana fu invece scoperto nel sito dove oggi sorge la chiesa benedettina di San Tommaso.
Storicamente le prime notizie ufficiali risalgono tra il XII secolo e il XIII secolo quando i conti di Ventimiglia, signori della valle, fecero erigere un castello a scopo difensivo. La scelta della posizione del maniero fu estremamente strategica per i conti ventimigliesi poiché esso sorgeva alla confluenza della strada che da Ventimiglia conduceva a Triora, collegando così la costa con l'entroterra ligure-piemontese-nizzardo.
A partire dal XIII secolo il feudo fu sottoposto ai conti di Provenza - che lo sottoposero al contado di Nizza - erigendosi in comune libero e stipulando accordi per le terre agricole-pastorali con i comuni vicini di CastelVittorio, Triora, Apricale,
Dolceacqua, Saorge e Briga questi ultimi ora in territorio francese.
Il 10 di Ottobre in occasione della festa di San Tiberio, patrono del borgo, è tradizione festeggiare con una grande “raviolata” in ricordo della vittoria ottenuta sui Saraceni che tentavano di entrare in Pigna. Per difendersi i Pignaschi raccolsero tutto l'olio che era in loro possesso e lo riversarono bollente sugli assalitori che fuggirono precipitosamente senza più tentare di assaltare il paese. Per festeggiare, i paesani fecero una grande mangiata di ravioli ....sconditi, non avendo più olio per condirli!