Confartigianato Verona - Restauro arche Chiesa Santi Apostoli
Il servizio del TG Arena (Telearena) dedicato al restauro delle arche funerarie della Chiesa dei Santi Apostoli, nel cuore di Verona. Confartigianato Verona, UPA Servizi ed Edilcassa Veneto, insieme per restituire ai Veronesi e ai turisti questi antichi manufatti.
URBEX ITALY- CASCINA-CHIESA-CIMITERO DELLA COLOMBARA
Ciao a tutti, in questo video io, Paolo, Stefano e il Pink Fluffy Unicorn ci siamo recati nella zona della Colombara a visitare ben tre posti: la cascina (che ho chiamato la casa delle casse), la chiesa (ormai chiusa da tempo) e il cimitero abbandonato.
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le statue degli apostoli saranno riportate all'interno del Duomo di Orvieto
Dopo circa 130 anni, da quando le statue dei dodici apostoli, creazioni dei più bravi artisti dell'epoca, furono tolte dall'interno del duomo , il 17 novembre 2019 vi ritorneranno accolte dall'applauso di quasi tutta la popolazione orvietana- Più di 100 anni che tanta bellezza artistica è stata tenuta chiusa in contenitori nei sotterranei del duomo, ed alcune decine di anni portate in mostra presso l'ex chiesa di Sant'Agostino nel quartiere medievale di Orvieto. Ma ad un certo punto gli orvietani si sono ribellati a certe decisioni , e con petizioni, con richieste sempre più pressanti verso l'istituzione dell'opera del Duomo,con commenti di passa parola di chiara esplicitazione di malcontento per vedere le statue esposte in un luogo non appropriato, ha spinto le autorità preposte a riconsiderare tutta la situazione ed arrivare alla determinazione di riporle all'interno del duomo per cui le statue erano state concepite.
Campane della Parrocchia dei Ss. Apostoli in VENEZIA (02)
Doppio delle 16:30 per la Messa delle 17:00.
Concerto di 3 campane + 2 sonelli fuse da fonditori ed in epoche diverse ed elettrificate a slancio tranne il sonello maggiore che non è dotato di aspa e di corda, originariamente dalla ditta Vanin Mario di Trebaseleghe.
Domenica 13/11/2016, sapendo che veniva chiusa la Porta Santa a San Marco mi sono recato a Venezia.
Alle 15:06 mi partono le tre minori che comunque non caricherò, ma dopo non suona più niente.
Così mi incammino per andare verso Rialto.
Alla 15:45, mentre visitavo la chiesa di S. Salvador, sento il Plenum di San Marco.
Mi dico che sicuramente ci sarà stato un disguido, così, anche se con un po'di rammarico, mi incammino verso Rialto, dove, dopo aver fatto un giro sul famosissimo ponte, vado a visitare il Fondaco dei Tedeschi.
Dopo penso ad un luogo da riprendere visto che non ho potuto fare un video speciale di San Marco.
Penso subito ai Santi Apostoli, così mi dirigo verso la chiesa.
Alle 16:27 mi trovavo davanti alla chiesa e, alle 16:30, parte il previsto doppio che è stata una salvezza per fare almeno un video.
Dopo torno a casa prendendo la motonave dalla Riva degli Schiavoni (zona chiesa di San Zaccaria) alle 17:45 e arrivo a casa alle 18:55 con un leggerissimo rammarico per San Marco, ma ripagherò tutto con domenica prossima perché tornerò a Venezia per la vigilia della Madonna della Salute.
1^: Do3, fusa da Pietro Colbachini di Bassano nel 1863;
2^: Re3 (Divina Provvidenza), fusa da Daciano Colbachini di Padova nel 1980;
3^: Mib3, fusa da Pietro Colbachini di Bassano nel 1853;
1° sonello: Do4 crescente, fusa da Cavadini di Verona nel 1909;
2° sonello: Mi4, fusa da De Poli di Vittorio Veneto nel 1908.
Video 181
video del nuovo organo Francesco Zanin della Chiesa S. Devote del Principato di Monaco
video - audio del nuovo organo in stile nordico costruito nel 2013 da Francesco Zanin per la chiesa di S. Devote del Principato di Monaco
Basilica dei Santi Cosma e Damiano - Roma
website:
La basilica riadattò uno degli ambienti del Tempio della Pace, a cui si accedeva dal lato del Foro Romano per un atrio di ingresso a pianta circolare, già trasformato da Massenzio in un tempio dedicato al proprio figlio divinizzato, morto prematuramente (tempio del Divo Romolo). Il tempio venne donato da Teodorico il Grande re degli Ostrogoti, e da sua figlia Amalasunta nel 527 a papa Felice IV, insieme alla biblioteca del Foro della Pace e il papa unì i due edifici per formare una basilica dedicata ai due santi greci, Cosma e Damiano, in contrasto con l'antico culto dei Dioscuri, Castore e Polluce, che erano stati venerati sino alla chiusura nel vicino tempio situato nel Foro Romano.
Nel IX secolo vennero collocati nella chiesa i busti dei santi Marco e Marcello, che vennero riscoperti nel 1583 durante il pontificato di papa Gregorio XIII.
Nel 1947 la vecchia entrata attraverso il tempio di Romolo venne chiusa e sostituita da un nuovo ingresso realizzato su via dei Fori Imperiali. Contemporaneamente il tempio di Romolo fu ripristinato nello stato di epoca romana.
Vicino alla nuova entrata del complesso ci sono due stanze, con la pavimentazione marmorea originale del Foro della Pace ed il muro su cui erano affisse le 150 lastre di marmo che componevano la Forma Urbis Romae. La pianta della basilica venne concepita in accordo con le norme della Controriforma: una singola navata, con tre cappelle per lato, ed un grande abside, che ora risulta fuori misura per via del restauro eseguito nel XVII secolo: l'arco posto in fondo alla chiesa risulta ora molto più piccolo di ciò che era un tempo.
L'abside è decorato con mosaici romano-bizantini rappresentanti la seconda venuta di Cristo sulla Terra. Oltre a Gesù sono rappresentati i santi Pietro, Paolo, Cosma, Damiano, Teodoro e il papa Felice IV. Quest'ultimo tiene con le mani il modellino di una chiesa.
The basilica of Santi Cosma e Damiano is one of the ancient churches of Rome called tituli, of which cardinals are patrons as deacons: the Cardinal Deacon of the Titulus Ss. Cosmae et Damiani is Giovanni Cheli. The basilica, devoted to the two Greek brothers, doctors, martyrs and saints Cosmas and Damian, is located in the Forum of Vespasian, also known as the Forum of Peace.
It is possible that the temple was in origin the temple of Iovis Stator or the one dedicated to Penates, and that Maxentius restored it before the re-dedication.
The ancient Roman fabric was Christianized and dedicated to Sancti Cosma et Damiano in 527, when Theodoric the Great, king of the Ostrogoths, and his daughter Amalasuntha donated the library of the Forum of Peace (Bibliotheca Pacis) and a portion of the Temple of Romulus to Pope Felix IV. The pope united the two buildings to create a basilica devoted to two Greek brothers and saints, Cosmas and Damian, in contrast with the ancient pagan cult of the two brothers Castor and Pollux, who had been worshipped in the nearby Temple of Castor and Pollux. The apse was decorated with a Roman-Byzantine mosaic, representing a parousia, the Second Coming of Christ at the end of time. In 1947, the restorations of the Imperial Forums gave a new structure to the church. The old entrance, through the Temple of Romulus, was closed, and the temple restored to its original forms; with the Pantheon, the Temple of Romulus is the best preserved pagan temple in Rome. Next to the new entrance to the complex, there are the rooms with the original marble paving of the Forum of Peace, and the wall where the 150 marble slabs of the Forma Urbis Romae were hung. Through the cloister, the entrance to the church opens on the side of the single nave. Saint Paul presenting Saint Damian and Pope Felix IV; the latter holds a model of the church.
The importance of this Basilica for the history of medicine is not only related to the fact that the two brothers were physicians and became soon patrons of physicians, surgeons, pharmacists and veterinThe plan of the basilica followed the norms of the Counter-Reformation: a single nave, with three chapels per side, and the big apse, which now looks quite oversized because of the reduction in height of the 17th century restoration, framed by the triumphal arch, also mutilated by that restoration.
The mosaics are masterpieces of 6th-7th century art. In the middle is Christ, with Saint Peter presenting Saint Cosmas and Saint Teodorus (right), andarians, but also to the tradition according to which Claudius Galen himself lectured in the Library of the Temple of Peace (Bibliotheca Pacis). Furthermore, for centuries, in this medical area roman physicians had their meetings.
Photos and Editing donni
Ancona, Chiesa del Gesù e di san Francesco alle Scale (manortiz)
La Chiesa del Gesù di Ancona è tra gli edifici storici di maggiore interesse in città. Il monumento fu commissionato dal conte Nappi nel 1605. Nel 1733 i Gesuiti affidarono a Luigi Vanvitelli il progetto dell’ampliamento della chiesa e dell’annesso convento, ultimato nel 1743 secondo le sue attuali forme. La facciata, con il suo andamento curvilineo, assume valenza urbanistica: riecheggia infatti l’arco dell’insenatura del porto amplia lo spazio della piazza. L’alto pronao, che copre il portale d'ingresso e la scalinata, è sorretto da due colonne doriche e da doppi pilastri d’angolo, mentre le due volute laterali legano le due rampe della scala. Nella parte superiore, l’attico balaustrato, nasconde il retrostante tiburio a ottagono che racchiude la cupola. Per la facciata è stato utilizzato il mattone e la pietra bianca d'Istria, validi elementi scenografici. La pianta del monumento è a croce latina; la navata è coperta da una volta a botte lunettata. Due cappelle si aprono per lato. Nell’altare maggiore era conservata la Circoncisione di Orazio Gentileschi, attualmente custodita nella Pinacoteca civica. In una delle cappelle laterali è invece conservata la tela di Sebastiano Conca Partenza di San Francesco Saverio per le Indie del 1700.
Dall’alto di una gradinata, la Chiesa di San Francesco delle Scale prospetta su Piazza San Francesco, con un notevole effetto scenografico. Poco dopo la costruzione del convento e dell’oratorio (1295), la Chiesa fu costruita nel 1323 e dedicata inizialmente a Santa Maria Maggiore. All’inizio del 1400 venne ampliato il convento e contestualmente si costruì uno scalone monumentale che dalla strada più in basso consentiva l’accesso direttamente alla chiesa. All’esterno, si nota il magnifico portale gotico-veneziano a forma di tabernacolo, realizzato in pietra di Brioni da Giorgio da Sebenico, alla metà del Quattrocento (1455). Attorno all'ingresso si trovano, finemente scolpite, teste a tutto rilievo, opera di Giorgio Orsini, pure di Sebenico. Qualche studioso volle vedervi Dante, Petrarca, Laura, Boccaccio ecc. Nel padiglione è San Francesco; ai lati Sant'Antonio da Padova e San Lodovico da Tolosa. Sotto, San Bernardino di Siena e Santa Chiara. Nel 1790 l'architetto Francesco Maria Ciaraffoni ristrutturò la chiesa modificandola internamente e sopraelevando la facciata. Durante il periodo napoleonico, la chiesa è stata utilizzata per scopi militari, chiusa al culto nel 1852 e adibita a ospedale. Radicalmente ristrutturata alla fine dell’Ottocento, ospitò la Pinacoteca civica fino alla sua riconsacrazione, avvenuta nel 1953. L'interno, a navata unica, custodisce nel primo altare a destra, il Battesimo di Cristo di Pellegrino Tibaldi; l'altare di fronte accoglie la tela Angeli che trasportano la Santa Casa di Loreto di Andrea Lilli, e la Gloria, opera in gesso di Gioacchino Varlè. Nell'abside è invece collocata l'Assunta di Lorenzo Lotto. La Vergine è presentata secondo uno schema tipologico che sarà abbondantemente ripetuto nell'arte della Controriforma: è ritta in piedi mentre viene trasportata in alto da un coro di angeli, tiene le braccia aperte e lo sguardo è rapito in cielo. Sotto di lei gli Apostoli in un gesticolare meravigliato e un pò smarrito, circondano il sepolcro vuoto. Mosso da un'esigenza tutta interiore, il Lotto procede per via di riduzione eliminando dalla rappresentazione ogni ambientazione isolando su un cielo incupito la figura della Vergine, per cui l'osservatore viene sospinto ad alazare lo sguardo in un rapporto di contemplazione diretta con il miracolo. In un contesto pervaso di malinconia che abbraccia le persone e intristisce il luogo affiora il particoalre poetico dei petali di fiori che occupano il sepolcro vuoto, unico segno del passaggio umano di Maria.
MONTE DEL PRECIPIZIO
819 - Servizio di Francesco Zampini - La città di Nazareth a sud è chiusa dal monte del Precipizio, un luogo panoramico che si erge sulla sottostante pianura. Qui ogni anno convergono i cristiani locali per far memoria della pagina evangelica di Luca che narra di Gesù condotto sul ciglio del monte per essere precipitato.
L'arte e' di casa a Vico Pancellorum
BAGNI DI LUCCA - Fino al 16 agosto a Vico Pancellorum si possono visitare due collettive organizzate dalla locale associazione “il risveglio”: una si trova all'interno della Chiesa del SS Crocifisso, l'altra nella parte alta del paese, nella casa che fu di Castruccio Castracani.
Scropri le vie di Vigodarzere
a spasso per vigodarzere
Castiglione Messer Marino dedicazione altare della Chiesa della Madonna del Monte 070914
Love Project al via dalla Garfagnana
CAREGGINE - La chiesa di Isola Santa ha rappresentato la prima tappa del progetto artistico di Kean e Fabrizio Da Prato.
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Museo Diocesano - Tesoro di S.Nazaro
Quattro sono i manufatti, provenienti dalla Basilica Apostolorum, che saranno conservati nella teca. Il primo è una capsella reliquiario in argento, realizzata nella seconda metà del IV secolo da una Officina tardo antica, decorata con rilievi a sbalzo di altissima qualità che ricoprono le quattro facce della cassa e il coperchio. Fu utilizzata dal vescovo Ambrogio per contenere le reliquie degli Apostoli inviate da Roma da papa Damaso e portate a Milano da Simpliciano, per consacrare la basilica Apostolorum. Il reliquiario fu ritrovato nel 1578 da Carlo Borromeo sotto laltare maggiore della basilica. Protetta da un sarcofago, la capsella conteneva la teca sferica dargento di Manlia Dedalia, fedele ad Ambrogio e amica di sua sorella Marcellina. Nel 1579 la capsella verrà riseppellita sotto laltare del presbiterio per essere definitivamente rinvenuta nel 1894.
Quindi, la Teca di Manlia Dedalia, esempio di arte paleocristiana milanese della fine del IV secolo. Questa teca, in argento in lastra inciso, fu trovata nel 1578 sotto laltare maggiore della basilica di San Nazaro in occasione della ricognizione delle reliquie voluta da san Carlo, allinterno dellomonima capsella dargento. Probabilmente, venne ricollocata allinterno della stessa capsella quando anche questultima fu nuovamente posta sotto laltare, ed entrambe tornarono alla luce solo nel 1894. Di proprietà della famiglia Borromeo, èentrata a far parte del tesoro del Duomo sino al 2007. Il cofanetto ha forma sferica leggermente schiacciata ai poli ed è composto da due valve lavorate a sbalzo con grande maestria e chiuse da una cerniera e da un gancio a baionetta. Sul coperchio compare liscrizione DEDALIA VIVAS e sulla base IN CHRISTO. Allinterno della cornice compaiono il Chrismon (simbolo di Cristo) con le lettere Alfa e Omega.
Il terzo oggetto è un capolavoro del primo quarto del XIII secolo. Si tratta di una Colomba eucaristica, in rame dorato in lastra con smalti champlevés, realizzato a Limoges. È un vaso sacro a forma di colomba, allusiva rappresentazione dello Spirito Santo, che nasce con la funzione di raccogliere le ostie consacrate. Sul dorso vi è infatti una cavità, chiusa da un coperchio, in cui si inserivano le ostie consacrate, in genere allinterno di una piccola teca doro. Nel caso di questo manufatto, lesposizione avveniva sopra laltare di San Pietro in San Nazaro, e si conosce, da documenti del XV secolo, che in quelle occasioni venivano concesse ai fedeli particolari indulgenze.
Sempre realizzato a Limoges, è la quarta opera, una Pisside a turris del XII-XIII secolo, in rame dorato in lastra con smalti champlevés. La decorazione è formata da lastre di smalto azzurro e verde con croci greche in smalto bianco. Nella basilica di San Nazaro fu usata come contenitore per le ostie da portare agli ammalati e poi come reliquiario. Lampio utilizzo delloggetto si deduce anche dallo stato di conservazione: esso presenta infatti una superficie piuttosto abrasa, fino alla quasi totale perdita della doratura originaria.
La vetrina, disegnata dallarchitetto Piva e realizzata da Goppion spa, è stata realizzata grazie a BPM, con il contributo di Regione Lombardia.
Museo Diocesano
Corso di Porta Ticinese, 95 20123 Milano
Telefono e fax 02.89.42.00.19
e-mail: info@museodiocesano.it
museodiocesano.it
Basilica Santa Maria dei Miracoli: inaugurazione dell'organo monumentale del 1700
Sabato 8 settembre, alle ore 19.00, presso la Basilica Santa Maria dei Miracoli -- Andria -- si è tenuta l'inaugurazione dell'Organo monumentale del 1700. L'evento è stato organizzato dall'Associazione Madonna dei Miracoli, Basilica Santa Maria dei Miracoli e dai Padri Agostiniani, con il patrocinio del Comune di Andria oltre che della Regione Puglia, della Provincia Barletta-Andria-Trani, del GAL Le Città di Castel del Monte, della Pro Loco Andria, dell' Arciconfraternita Maria SS.ma Addolorata, dell'Arciconfraternita SS.Corpo di Cristo in Cattedrale e dell'Opera Pia Ass. Monte di Gesù. La è stata allietata da un Recital d'organo e dal Canto Gregoriano eseguito dalla prof.ssa Mafalda Baccaro e Padre Gregorio Santolla O.S.B. (Il concerto sarà trasmesso in diretta su radio S.Maria dei Miracoli -- mhz 105.900).
Pisa - Chiesa di San Sisto ed epigrafe araba - Spedizioni Pisane nel Mediterraneo 2/4
San Sisto era l'antico patrono di Pisa e veniva festeggiato il 6 agosto.
Questo giorno era ritenuto propizio per la città in quanto anniversario di importanti vittorie riportate dalla Repubblica.
Il 6 agosto 1284 però, Pisa perse 12.000 uomini nella battaglia della Meloria e da allora San Sisto non fu più festeggiato.
La chiesa fu consacrata nel 1133 ma era già utilizzata da tempo come sede dei più importanti atti notarili del Comune.
Le donne possono diventare sacerdotesse?
Il sacramento dell'ordine. La controversa questione della materia di questo sacramento. La questione del sacerdozio per le donne e la dichiarazione in merito di Giovanni Paolo II. Radio Buon Consiglio, i sette sacramenti, trentunesima puntata, Martedì 10 Novembre 2015, Spazio Giovane
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Le campane di Messina - Duomo di S.Maria Assunta
Messina - Piazza Duomo - Basilica Cattedrale di S.Maria Assunta in cielo
8+2 campane in scala diatonica maggiore di Fa#2 di cui la grossa la terza e la quinta elettrificate a battaglio cadente veloce mentre le altre sono fisse con i martelli:
Fa#2 = Daciano Colbachini e Figli di Padova, 1929
Sol#2 = Daciano Colbachini e Figli di Padova, 1929
La#2 = Daciano Colbachini e Figli di Padova, 1929
Si2 = Daciano Colbachini e Figli di Padova, 1929
Do#3 = Daciano Colbachini e Figli di Padova, 1929
Re#3 = Daciano Colbachini e Figli di Padova, 1929
Fa3 = Daciano Colbachini e Figli di Padova, 1929
Fa#3 = Daciano Colbachini e Figli di Padova, 1929
Campane nel piano sottostante alla cella campanaria:
I = Micheal Salicula, 1400 ca.
II = Micheal Salicula, 1400 ca.
Il duomo di Messina è uno dei più antichi, ma anche dei più nuovi d'Italia. Terremoti e incendi hanno drammaticamente punteggiato la sua esistenza, condividendo la storia della città, colpita più volte da sismi disastrosi: l'ultimo, quello memorabile del 1908, fece più di 60000 morti. La costruzione della cattedrale si ritiene ultimata verso il 1150, in epoca normanna, ma la sua consacrazione avvenne sotto gli Svevi, il 22 settembre 1197, alla presenza dell'imperatore Enrico VI, figlio di Federico Barbarossa, e di sua moglie, la regina Costanza, ultima principessa normanna che portò in dote il regno di Sicilia. Da allora il duomo è stato modificato più volte; lo stravolgimento maggiore si ebbe nel '600, sotto il dominio spagnolo, quando la purezza essenziale delle line medievali venne appesantita da stucchi e decori barocchi. Soltanto negli anni '20 del secolo scorso, in occasione della ricostruzione dopo il terremoto del 1908, venne restituita alla chiesa l'originaria sobrietà propria delle cattedrali normanne. Tra manomissioni, interventi e modifiche, il duomo continuò la sua storia fino a quel terribile 13 giugno 1943, quando finì sotto i bombardamenti americani: l'incendio che ne seguì portò alla distruzione dell'interno e di tutto l'apparato decorativo. L'opera di rifacimento, secondo le linee tracciate nei restauri degli anni '20, fu rapida. Già nell'agosto 1947, grazie alla tenacia dell'Arcivescovo di Messina, Angelo Paino, la chiesa venne riaperta al culto e insignita del titolo di Basilica da Papa Pio XII. All'interno, la pianta basilicale è scandita, nella navata centrale, da due serie di 13 colonne. In fondo, nell'abside centrale, emerge l'imponente mosaico del Cristo Pantocratore (termine greco che significa benedicente), fedele riproduzione di quello trecentesco. Dodici cappelle delle navate laterali (sei per lato) sono occupate da statue raffiguranti gli apostoli. Il progetto originario dell'allestimento è opera del Montorsoli; le statue originali sono state realizzate fra il '500 e il '700, ma purtroppo sono andate distrutte durante l'incendio seguito ai bombardamenti del '43; quelle attuali non sono altro che copie realizzate da diversi artisti e per questo contestate da più parti. La chiesa è chiusa dal transetto, dove è collocato un grandioso organo polifonico, uno dei più grandi d'Europa e secondo in Italia solo a quello del duomo di Milano. L'altare maggiore, dedicato alla Madonna della Lettera, patrona di Messina, è realizzato come una macchina scenica a baldacchino, adorna di marmi e rame dorato. Il campanile del Duomo di Messina contiene al suo interno l'orologio meccanico e astronomico più grande e complesso che esista al mondo. Progettato dalla ditta Ungerer di Strasburgo per incarico dell'Arcivescovo dell'epoca Mons. Angelo Paino, fu inaugurato il 15 agosto 1933. A mezzogiorno un complesso sistema di contrappesi, leve e ingranaggi consente che le statue di bronzo dorato, collocate nella facciata prospicente la piazza, si muovano. Partendo dal basso gli automi rappresentano: Il carosello dei giorni della settimana, il carosello delle età, il Santuario di Montalto, le scene Bibliche, la Madonna della Lettera, Dina e Clarenza, il Gallo, il Leone e i quadranti delle Ore. Le 8 campane sono state fuse dalla Fonderia Pontificia Daciano Colbachini e Figli di Padova nel 1929. La campana maggiore di nota Fa#2 pesa 49,80 q.li ca. (è la ventunesima campana più grande d'Italia). La seconda di nota Sol#2 pesa 34 q.li ca. Nel piano sottostante la cella campanaria troviamo due campane che si salvarono dal terribile terremoto del 1908. Furono fuse dal fonditore Micheal Salicula nel '400.
Suonate:
-Angelus feriale Ore 12:00 con il battiore, 3 ruggiti del leone e il gallo che canta 3 volte
-Battito Ore 12:30 dalla cella
-Battito Ore 12:45 dalla cella
27 Agosto 2018
Buona visione :-)
Giacomo (Bolocampanaro02):
Andrea Tescari:
Nicolò (CampanaroBolognese 2002):
Tg Tramonti - Don Emilio D'Antuono: cinquanta anni di sacerdozio (Video)
Descrizione
Ci accingiamo a festeggiare i cinquanta anni di sacerdozio del caro Don Emilio. Il 18 settembre prossimo si compiranno, infatti, i 50 anni della sua missione sacerdotale
La Chiesa è quella di San Bartolomeo Apostolo, il villaggio è quello di Novella Valle di Tramonti ha una lunga, ricca ed ancora inesplorata storia alle sue spalle che merita di essere studiata. Storia locale, cittadina, religiosa, politica, amministrativa, storia dell'arte, dell'ambiente e della cultura nel Comune di Tramonti, in Costa d'Amalfi.
Statua di San Francesco d'Assisi presente nella chiesa dedicata al Santo a Pisa
Statua di San Francesco d'Assisi presente nella chiesa dedicata al Santo a Pisa.
Riprese di Franco Mariani.
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BASILICA DEI SANTI FILIPPO E GIACOMO VISTA INTERNA (Cortina D'Ampezzo)
La Basilica dei Santi Filippo e Giacomo, dedicata agli apostoli Filippo e Giacomo, patroni del paese, è sede della parrocchia e del decanato di Cortina d'Ampezzo. Costruita tra il 1769 e il 1775 sul luogo in cui erano sorte due precedenti chiese del XIII e del XVI secolo, è il vanto della comunità. È posizionata nel pieno centro del paese, chiusa tra il celebre Corso Italia (sul lato destro) e Via del Mercato (su quello sinistro).
Celeberrimo è, infine, il campanile della basilica, divenuto un simbolo inconfondibile di Cortina d'Ampezzo. Eretto dall'architetto Silvestro Franceschi tra il 1852 e il 1858 al posto di una precedente torre campanaria tardocinquecentesca, il campanile si erge per 65,80 metri, in uno stile sobrio, elegante e maestoso che non è né tirolese, né cadorino.