La Chiesa dei SS. Martiri come non l'avete mai vista - Arona
In occasione del Tredicino 2019 un piccolo omaggio alla meravigliosa Chiesa dei SS. Martiri di Arona S. Graziano - S. Felino - S. Fedele - S. Carpoforo.
Sulla sommità della scalinata in fondo a piazza S. Graziano ad Arona, sorge la chiesa di origine romanica dei Ss. Martiri.
La chiesa, detta anche di San Graziano, è stata negli anni più volte ristrutturata, fino ad acquisire l'attuale facciata barocca, caratterizzata da suggestive pareti quattrocentesche, costituite da blocchi squadrati di serizzo.
A testimonianza delle sue origini medievali, si possono ammirare, nell'attiguo edificio che ospita gli uffici municipali, i resti del monastero fondato nella seconda metà del sec. X e a cui la chiesa era annessa.
All'interno sono custodite diverse opere d'arte: il marmoreo altare maggiore con bassorilievi raffiguranti i Martiri (sec. XV), una pala capolavoro risalente al 1480 di Ambrogio da Fossano detto il Bergognone e le suggestive vetrate decorate, tra cui spicca quella del 1502 collocata nella cappella di San Carlo. In una teca foderata con pregiato tessuto serico settecentesco, sono invece conservate alcune reliquie di San Carlo, tra cui il suo pastorale.
Tornando all'esterno non si possono non notare la bella fontana del 1852 nella piazzetta antistante, e sul retro, la Cappella-Ossario Beolchi, notevole espressione del barocco lombardo (sec. XVII) che colpisce per le affascinanti inferriate floreali in ferro battuto e la presenza di qualche affresco ancora leggibile.
Ogni anno il 13 marzo, in occasione della festa patronale di Arona, conosciuta come il Tredicino, le spoglie dei santi Fedele, Corpoforo, Graziano e Felino vengono esposte alla venerazione popolare. La tradizione vuole celebrare in questo giorno la restituzione agli aronesi nel 1576 di una parte delle reliquie di questi martiri, concessa da San Carlo Borromeo.
dal sito
Osogna (Canton Ticino, Svizzera): Inno ai Santi Martiri Gratiniano e Felino
Inno religioso esclusivo di Osogna, composto nel 1868 da Don Giovanni Battista Martinoli.
Viene generalmente cantato durante la processione in occasione della festa dei Santi Gratiniano e Felino; al fine di salvaguardare questa preziosa testimonianza di devozione popolare, delle signore del paese si sono gentilmente messe a disposizione per farsi registrare mentre intonano questo canto unico al mondo.
Il testo, di particolare eleganza metrica e stilistica, racconta la vita di questi Martiri decisamente poco conosciuti: essi, infatti, sono venerati in pochissimi luoghi, tra cui Arona, in provincia di Novara, dove ne sono anche conservati i corpi.
TESTO
Cantiamo ai Santi Martiri
Felino e Gratiniano
Cantiam d'un cor cristiano
L'inno del nostro amor.
Cantiamo ai nostri Martiri,
Fratelli, in lieto coro,
Cantiam sull'arpe d'oro
L'inno del nostro amor.
Loro in pagane tenebre
Avvolti e in folli onori
Di subiti splendori
Irradia il Re del Ciel.
E i Numi fandi lasciano
E i sozzi riti e l'onte,
E della vita al fonte
Trovano il bello e il ver.
L'oro e l'argento gettano
In seno al poverello;
Tesoro assai più bello
Per loro è povertà.
Ma il fier tiranno Decio,
D'odio bollente, e tristo,
I due campion di Cristo
In carcere gettò.
Quivi tormenti orribili
Ai corpi loro inflisse:
Ma venne Cristo e disse:
Ecco con voi io son.
E quell'orrendo carcere
Fiume di luce inonda,
E par che in lor trasfonda
Raggi di sol divin.
Unghie di ferro straziano
Novellamente i forti,
E a lento fuoco morti
Cieco furor li vuol.
Ed essi in que' martiri
Cantano lodi a Dio,
Beati nel desio
Di più patire ancor.
Né mai lor fe' si tacque,
Né mai lor gioia svenne
Finché crudel bipenne
Il capo lor troncò.
Le sacre spoglie il Tevere
Nega tener sepolte,
Le rende e son raccolte
Dal popolo fedel.
O fortunata spiaggia
Che accogli que' tesori
Amico il sol t'indori,
L'onda ti baci ognor.
E voi, o Santi Martiri,
Gradite i nostri canti,
Tergete i nostri pianti,
Salvateci nel Ciel.
Arona Lake & shopping
14 maggio 2019 - Dal 5 luglio al 31 agosto Arona si trasformerà in un centro commerciale all'aperto. Tanti eventi per unire turismo e commercio
Arona, entro fine anno cambia la viabilità nella parte alta della città
20 marzo 2019 - A favore del progetto si è espresso, martedì sera, il consiglio comunale. Anticipata di un anno la rivoluzione viaria di Arona
Chiesa di San Gaudenzio Baceno sec.X
La Chiesa Parrocchiale Monumentale di San Gaudenzio ha origini molto antiche; infatti i primi documenti che testimoniano l’esistenza di una primitiva cappella, risalgono ai primi anni del 1000. Mons. Bascapè, vescovo di Novara dal 1593 al 1615, cita documenti che riguardano una “capella” donata ai canonici di s.ta Maria di Novara da Gualberto, vescovo di Novara dal 1032 al 1039. L’edificio, a pianta rettangolare, era ubicato ove attualmente vi è il presbiterio. Costruita in romanico lombardo, fu dedicata a S. Gaudenzio, primo vescovo di Novara (337-417).
Il primo ampliamento va collocato fra il XII e il XIII secolo. Non essendovi spazio sufficiente, fu mutato l’orientamento, da est a sud, edificando quella parte che oggi è la navata centrale (comprese due navatelle) e la facciata romanica compresa fra le due lesene. Nel 1326, ove era situato l’accesso alla primitiva cappella, il chierico Signebaldo de Baceno figlio di Giacomo eresse la “Cappella della Madonna”.
Alla fine del XV secolo si avvertì la necessità di un nuovo ampliamento e di un abbellimento della chiesa che vennero realizzati mediante la riduzione dell’ampiezza della navata centrale e il successivo ampliamento in larghezza con la creazione delle navate laterali, in stile gotico. L’occasione fu data nel 1486 dal matrimonio di Bernardino de Baceno, valvassore imperiale di Antigorio e Formazza, con la nobildonna Ludovica Trivulzio, figlia di Antonio Trivulzio, rappresentante del duca di Milano in Ossola Ebbe anche inizio la stesura degli affreschi che furono completati solo nel 1542 con la grande Crocifissione sulla parete di destra del presbiterio.
A partire dall’ultima decade del Cinquecento, in conseguenza delle nuove norme dettate dal Concilio di Trento, l’interno della chiesa fu soggetto a nuovi interventi tali da modificarne sensibilmente la struttura. Nel 1522-23 avvenne la costruzione del campanile; nel XVII secolo furono trasformati gli altari laterali; chiuse le grandi finestre bifore e aperte nuove ai lati dei quattro altari. Nel 1628 fu costruita la Cappella della Confraternita del SS. Sacramento. Nel 1696 fu abbattuta la parete di fondo, vennero costruiti una nuova abside, il coro e la nuova sagrestia. A metà Ottocento venne restaurata e parte degli affreschi vennero ritoccati. Nel 1914 avvenne la costruzione della cappella esterna. (vedi piantina con le varie fasi costruttive)
Basilica di s. andrea delle fratte ( roma )
La basilica di Sant'Andrea delle Fratte è un luogo di culto cattolico del centro storico di Roma, situato nel rione Colonna.
La chiesa venne elevata alla dignità di basilica minore da papa Pio XII il 25 aprile 1942; su di essa insistono gli omonimi parrocchia, affidata all'Ordine dei Minimi, e titolo cardinalizio. Essa è inoltre santuario della Madonna del Miracolo.
La chiesa, già esistente nell'XI secolo, venne ricostruita in forme barocche su progetto di Francesco Borromini, tra il 1653 e il 1658 (la facciata venne realizzata soltanto nel 1862). Il nome deriva dalla sua ubicazione, nei pressi di piazza di Spagna, un tempo alla periferia del centro abitato, dove erano situati alberi e cespugli
Padre Tarcisio Manta- Chiesa di San Giuseppe-- Potenza
Documentazione fonte: TGR a cura di Gianfranco Bonavita
Pozzuoli・Cuma - Phlegraean fields, Italy.
Campi Flegrei.
Chiesa di San Giuseppe dei Falegnami
San Giuseppe dei Falegnami è una chiesa di Roma situata nei pressi del Foro Romano ed edificata direttamente sopra il carcere Mamertino. Il 30 agosto scorso è improvvisamente crollato il tetto della chiesa e il soffitto cassettonato in legno dorato realizzato all'inizio del Seicento, sul quale era realizzata la scena della Natività, è rovinato sulla navata.
Al momento della rimozione delle macerie sono state rinvenute le statue della Madonna e del Bambino Gesù e gli operai si sono trovati davanti una suggestiva immagine: sotto le macerie del tetto vi era la statua della Vergine Maria posta sopra il Bambino Gesù, sembra come a volerlo proteggere dalle macerie, e i due sguardi si incrociano.
La Chiesa è stata riaperta temporaneamente fino al 6 gennaio grazie ad una copertura provvisoria in lamiera installata al posto del tetto per preservare l'interno dell'edificio dalle intemperie. All'interno della chiesa sono state esposte le statue della Natività che originariamente ornavano il soffitto ligneo recuperate dopo il crollo.
Approfittando della riapertura, in questi giorni siamo stati a visitare San Giuseppe dei Falegnami. Queste le immagini della chiesa e delle statue della Natività recuperate dopo il crollo e ora esposte.
4 novembre 2019 Duomo: festa liturgica di san Carlo Borromeo
ITALIA, CARCEGNA & ARMENO TRIP.. 3-18-2012
DONNA NAVA ZANETTI, ITALIAN COOKING AND TRAVEL.
CARCEGNA AND ARMENO, ITALY TRIP. MARCH 18, 2012
ONLY IN GOODDAY WESTERN VISAYAS PROGRAM, VIA SKY CABLE TV, EVERY FRIDAY, SAT., SUNDAY. CIAO
Dr.sa Mariachiara Romagnoli (LU): Controllare la vista e gli occhi per facilitare la prevenzione
La Dr.sa Mariachiara Romagnoli ci parla dell'importanza della prevenzione per la cura e l'analisi di possibili problematiche asintomatiche.
Oleggio, vista panoramica dalla piazza.
Vista panoramica dal campanile della piazza di Oleggio, provincia di Novara
Il Restauro delle statue delle Quattro Stagioni_Gymnasium, Orto Botanico, Palermo
L’Orto Botanico di Palermo è uno di quei luoghi in cui natura, architettura e arte insieme danno forma a uno spazio unico e irripetibile. L’Orto viene realizzato a partire dal febbraio del 1789 sotto la guida del 1° Direttore, Giuseppe Tineo. L’Architetto Francese, progetta in dettaglio anche l’apparato decorativo, stabilendo temi e collocazioni di affreschi e sculture, affidati ad un gruppo di artisti locali. Sul coronamento del Gymnasium, Leon Dufourny progetta le 4 statue che raffigurano il ciclo delle stagioni. Gaspare Firriolo, appartenente ad una dinastia di stuccatori, realizza le Statue con un impasto di calce e cemento portland, laterizi e scaglie di calcarenite su un’ossatura costituita da quadralini di ferro pieno. La natura composita del materiale e la continua esposizione agli agenti atmosferici e all’aerosol marino, rendono le statue fragili, cosicché esse, nel corso del tempo, sono sottoposte a numerosi restauri (1931_1990). Nel le statue si presentano nuovamente in uno stato di forte degrado. L’università degli Studi di Palermo affida all’Impresa Scancarello Gaetano i lavori di restauro diretti dall’Ufficio Tecnico e svolti sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza Regionale ai Beni Culturali e Ambientali.
Lesioni diffuse e cedimenti degli appoggi fanno temere questa volta, per la stessa stabilità delle sculture. Il restauro vero e proprio è stato preceduto da una serie di indagini tecniche quali la caratterizzazione delle malte e l’analisi con microscopio ottico e termocamera. Gli esiti di tali accertamenti e lo studio dei restauri precedenti hanno permesso di elaborare un programma di intervento che ha riguardato le parti strutturali delle statue, permettendo il risanamento in profondità delle armature ossidate e il rifacimento delle malte disgregate. Le porzioni superficiali sono state liberate dagli strati sovrapposti e restituite, laddove possibile, alle originarie finiture.
I lavori sono stati terminati nel marzo 2018 dall'Impresa Scancarello Gaetano ( impresascancarello.it ).
Riprese e montaggio video a cura di Andrea Musicò.
Campane di Carmagnola (TO) - borgo San Bernardo
Chiesa di San Bernardo - borgo San Bernardo in Carmagnola (TO).
Concerto di 8 campane in mi bemolle3
* * *
suonata alla romana proposta in elettrico manuale da Matteo Aresca e memorizzata nella centralina.
Nella mattinata di sabato 1 dicembre siamo stati invitati dal parroco don Giovanni Manella presso la parrocchiale di borgo San Bernardo per registrare alcune suonate natalizie e solenni da inserire nella memoria dell'impianto. Tra queste abbiamo inserito una Ducale con le tre campane maggiori a bicchiere che, purtroppo, non è stata memorizzata dall'impianto, una suonata alla Romana e una suonata alla Romana natalizia.
un sentito ringraziamento al parroco don Giovanni per la calorosa accoglienza e a Matteo Aresca per la gentile collaborazione!
FB:
WEB:
CORSA DELLA TORTA 2019 ????♂️????