LU PANIRI TE E SITE A PALMARIGGI
San Foca 11/08/2019 di Rocco pizzonia
Campane e Festa San Giuseppe Artigiano - Guardiagrele (CH) 1° Maggio 2018
In questo ci troviamo a Guardiagrele (CH), precisamente in località Comino, dove si trova la Parrocchia di San Giuseppe Artigiano.
La visitiamo in occasione dei Festeggiamenti del Santo, il 1° Maggio 2018.
La Chiesa si presenta semplice nelle sue forme e moderna nel suo aspetto. L'interno si presenta ad aula unica con un crocifisso possente sulla parete del tabernacolo. Sulla destra della facciata si colloca il campanile che possiede due campane, la grande a slancio e la piccola a mezzo slancio. I motivi sulla diversa elettrificazione delle campane non sono a mia conoscenza.
Il video si introduce con una vista esterna ed interna della Chiesa parrocchiale per poi proseguire con le riprese dei Festeggiamenti.
Le suonate per la Santa messa delle 18, presieduta da Don Nicola del Bianco sono le seguenti:
- (04:11): Plenum ascendente;
- (10:54): Distesa della piccola.
Al termine della Santa Messa segue la Processione accompagnata dalla Banda Città di Guardiagrele. Le suonate a Plenum sono state eseguite per l'uscita, il passaggio ed il rientro della Processione. Al rientro della Processione gli spari ed il suono delle campane sono molto suggestivi e tipici delle Feste abruzzesi.
Il Programmatore in Sagrestia della Italsonor è visibile al minuto (05:25). Le note delle campane sono:
II - SOLb4
I - REb4
Buona visione!
Si consiglia l'utilizzo delle cuffie per un ascolto più accurato.
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Bandiere delle Due Sicilie_Omelia Don Luciano Rotolo_Bari, 8 dicembre 2017
Le Due Sicilie sono uno degli stati più antichi d'Europa: nacque infatti il 25 dicembre 1130 a Palermo, con l'incoronazione di Re Ruggiero II d'Altavilla che riuscì a riunire la Sicilia insulare al di là del Faro (cioè Messina) con la Sicilia continentale al di qua del Faro (cioè tutte le terre dagli Abruzzi alle Calabrie). Considerato da sempre il fondatore della Nazione Napolitana ha per questo meritato una possente statua che si può ammirare ancora oggi nella facciata del Palazzo Reale a Napoli.
Altra data miliare nella storia delle Due Sicilie è la battaglia di Bitonto del 25 maggio 1734 con il prodigio della Vergine Immacolata: da qui nacque il profondo legame con la Vergine.
Con questa battaglia Re Carlo di Borbone liberò le Due Sicilie dal dominio austriaco, restituendo finalmente al Regno la piena indipendenza nazionale.
I due Regni di Sicilia e di Napoli, distinti ma sempre uniti sotto le varie dinastie succedutesi, vennero quindi unificati l'8 dicembre 1816, prendendo il nome di Regno delle Due Sicilie.
La data non è casuale ma fa sempre riferimento alla Vergine Immacolata, considerata da prima ancora della proclamazione del dogma di fede da parte della Chiesa, la Patrona principale del Regno insieme a San Francesco da Paola.
La bandiera nazionale, di colore bianco ha al centro un grande stemma che contiene a sua volta tutti gli stemmi delle varie dinastie succedutesi al governo delle Due Sicilie: al centro di esso c'è l'ultimo - quello borbonico - con tre gigli dorati in campo azzurro.
La bandiera era concepita dunque come un segno del cammino continuo e armonioso dello Stato. (Don Luciano Rotolo).
Bari, Chiesa di San Giuseppe - 8 dicembre 2017.
Passionisti a Manduria (Taranto)
60 anni di sacerdozio di P. Eugenio Villani. Intervista al Cardinale Salvatore De Giorgi, Arcivescovo emerito di Palermo.
Processione e Reposizione del SS. Sacramento - Chiesa Madre
Processione e Reposizione del SS. Sacramento - Chiesa Madre Mesagne
Don Luciano Rotolo benedice le bandiere delle Due Sicilie_Bari 8 dicembre 2017
Le Due Sicilie sono uno degli stati più antichi d'Europa: nacque infatti il 25 dicembre 1130 a Palermo, con l'incoronazione di Re Ruggiero II d'Altavilla che riuscì a riunire la Sicilia insulare al di là del Faro (cioè Messina) con la Sicilia continentale al di qua del Faro (cioè tutte le terre dagli Abruzzi alle Calabrie). Considerato da sempre il fondatore della Nazione Napolitana ha per questo meritato una possente statua che si può ammirare ancora oggi nella facciata del Palazzo Reale a Napoli.
Altra data miliare nella storia delle Due Sicilie è la battaglia di Bitonto del 25 maggio 1734 con il prodigio della Vergine Immacolata: da qui nacque il profondo legame con la Vergine.
Con questa battaglia Re Carlo di Borbone liberò le Due Sicilie dal dominio austriaco, restituendo finalmente al Regno la piena indipendenza nazionale.
I due Regni di Sicilia e di Napoli, distinti ma sempre uniti sotto le varie dinastie succedutesi, vennero quindi unificati l'8 dicembre 1816, prendendo il nome di Regno delle Due Sicilie.
La data non è casuale ma fa sempre riferimento alla Vergine Immacolata, considerata da prima ancora della proclamazione del dogma di fede da parte della Chiesa, la Patrona principale del Regno insieme a San Francesco da Paola.
La bandiera nazionale, di colore bianco ha al centro un grande stemma che contiene a sua volta tutti gli stemmi delle varie dinastie succedutesi al governo delle Due Sicilie: al centro di esso c'è l'ultimo - quello borbonico - con tre gigli dorati in campo azzurro.
La bandiera era concepita dunque come un segno del cammino continuo e armonioso dello Stato. (Don Luciano Rotolo).
Bari, Chiesa di San Giuseppe - 8 dicembre 2017.
Campane della cattedrale di Lubjana v 19
Scampanio h 16
Visto che dopo il castello abbiamo deciso di visitare la città mi sono recato in cattedrale e alle 4 ha suonato lo scampanio
Campana dei Caduti - Intervista Landeshauptmann del Tirolo Günther Platter
Campane di Negrisia di Ponte di Piave (TV) (v.008)
*PILLOLE DI STORIA SULLE CAMPANE*
Sul dopo guerra (1914/1918):
Nell’attesa della nuova torre, si è provveduto, a spese del Commissariato, ad un campanile provvisorio; più che campanile, è un ammasso cubico di mattoni, sassi e cemento armato, su cui furono sistemate le nuove campane su castello in ferro, fornito dalla Ditta Giuseppe Morellato di Falzè di Trevignano. La sistemazione delle campane si effettuò nel 1921.
Delle vecchie campane scomparse per opera del nemico, nessuna traccia si potè avere dopo l’armistizio: erano campane antiche, fornite, se non ci inganniamo, dalla Ditta Ing. De Poli di Vittorio Veneto; erano campane rinominate per il loro timbro perfetto, per la eleganza dei fregi, per la perfezione del concerto.
Le nuove campane furono fornite dal Commissariato delle Terre Liberate, in seguito a denunzia per interessamento dell’Opera di Soccorso di Venezia. Sono quattro, compreso il sonello, e pesano complessivamente Kg. 3.830.300; costituiscono un concerto superbo, che fa dimenticare il concerto perduto: la Ditta De Poli, fornitrice anche delle nuove campane, non ha, neppure nel dopo guerra, smentire quelle tradizioni gloriose che la costituiscono una tra le prime fonderie d’Italia. - È doveroso ricordare che le campane di Negrisia furono concesse con qualche vantaggio di tempo, prima di quello fissato dall’Opera di Soccorso di Venezia, per merito a dei personaggi importanti e una in particolare amico di Don Antonio Lanzarini (il primo sacerdote a consacrare la chiesa attuale e voluta da lui; come descritta di un magnifico tempio a tre navate con molti altari: è una delle più belle della zona), che tanto s’interessò perché Negrisia fosse esaudita nei suoi voti. Furono fuse il 6 luglio 1921 alle ore 6 del pomeriggio, e consacrate da S. Ecc. Mons. Vescovo di Treviso il 9 agosto 1921: alle tre campane furono imposti i nomi di Romana Luigia, Assunta Giuseppina, Antonia Valentina.
Le tre campane, dalle note musicali re bemolle, mi bemolle e fa del corista normale, sono adorne di fregi, di iscrizioni e di immagini sacre.
La maggiore, dal peso di chilogrammi 1381.300, porta le immagini sacre di San Luigi. di S. Romano, dell’Immacolata e del Sacro Cuore; ed è munita delle seguenti iscrizioni: A FULGORE ET TEMPESTATE, LIBERA NOS DOMINE— S. ROMANO M. DI NEGRISIA 1921– POST BELLI FLAGELLUM NOVA SINT OMNIA: CORDA, VOCES ET OPERA — PER SINGULOS DIES CANTICUM NOVUM CANTABO TIBI, DEUS— ME FREGIT FUROR HOSTIS; AT HOSTIS AB AERE REVIXI; ITALIAM CLARA VOCE DEUMQUE CANES.
La media, dal peso di Kg. 1195.900, porta le immagini sacre di S. M. Assunta, di S. Giuseppe, di S. Marco, di S. Francesco; ed è munita delle iscrizioni: SI VOCEM DOMINI AUDIERITIS, NOLITE OBDURARE CORDA VESTRA— S. ROMANO MARTIRE DI NEGRISIA 1921– UT MENTES NOSTRAS AD COELESTIA DESIDERIA ERIGAS, TE ROGAMUS AUDI NOS— ME FREGIT FUROR HOSTIS, ect.
La inferiore, dal peso di Kg. 789.600, è decorata dalle immagini sacre rappresentanti S. Valentino, il Crocifisso, S. Antonio di Padova e S. Giovanni Battista; ed è arricchita dalle seguenti iscrizioni: GENERATIONES ET GENERATIONES IN PACE PER ME DOMINUM LAUDABUNT— A PESTE, FAME ET BELLO LIBERA NOS DOMINE— ME FREGIT FUROR HOSTIS ect.
Infine il sonello, del peso di Kg. 149.500, dal nome di Rosaria Teresa, in re bemolle, ottava superiore, del corista normale, è fregiato delle immagini sacre rappresentanti la B. V. del Rosario, S. Pietro Ap. e S. Teresa; le sue iscrizioni sono le più simpatiche perché associano i due sentimenti di fede e di patria, di cui pulsano i cuori di tutti gli Italiani ma specialmente il cuore del popolo veneto: AUDITE VOCEM MEAM, ET BENE SIT VOBIS— OSTENDISTI, DOMINE, POPULO TUO DURA; NUMC AUTEM EXALTABO MANE ET VESPERE MISERICORDIAM TUAM— ME FREGIT FUROR HOSTIS ect. Tutte poi sono insigne dello stemma dell’Opera di Soccorso di Venezia e della Ditta De Poli di Vittorio Veneto.
Giunsero in paese accolte a festa dal popolo il 25 Luglio e suonarono a festa per la prima volta sul castello provvisorio il 9 agosto 1921. Suoneranno con maggior allegrezza, ce lo auguriamo dall’alto della nuova torre. —fonte: pp.175,176,177 del libro: Negrisia di Piave e la nuova chiesa di S. Romano.
L’antica precedente chiesa, sempre dedicata a San Romano Martire, come purtroppo capitò a tutti i paesi sul fronte del Fiume Piave durante la Grande Guerra venne bombardata dalle artiglierie italiane che da destra del Piave puntavano alla sinistra perché c’erano gli invasori austriaci. Inoltre nella località Grave, verso il Piave, venne fatta una chiesa provvisoria in legno nel dicembre 1919.
La chiesa attuale venne ultimata e consacrata successivamente dopo la prima Guerra Mondiale; i lavori avanzavano il 15 ottobre 1922 e fu ultimato alle condizioni attuali nel luglio 1926.
Il Ave Maria di Lourdes iniziale è stata una vera sorpresa; quando partì cinque minuti prima di mezzogiorno per non lasciare il primo ritornello incompleto con dei colpi ho acceso subito al secondo. Seguente il plenum;
A presto!
Promo Concerto 2 Agosto 2019, Assisi
2 agosto, concerto davanti alla Basilica di Santa Maria degli Angeli per il giorno del Perdono insieme ai tanti marciatori che arriveranno alla Porta del Cielo... Emozione e gioia pura!
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festeggiamenti in onore di san foca, presso francavilla angitola
San Cataldo arriva in Cattedrale
La processione del patrono di Taranto, San Cataldo, giunge al termine con l'ingresso in Cattedrale.
Inno Alla Campana (Maria Dolens)
Provided to YouTube by iMusician Digital AG
Inno Alla Campana (Maria Dolens) · Coro S.Ilario
Come Un Viandante Sperduto
℗ Coro S.Ilario
Released on: 2018-05-05
Auto-generated by YouTube.
La festa patronale di San Foca
Il centro di Francavilla Angitola omaggia il suo Santo Patrono
Natale di sangue: tre morti sulla Lecce – Maglie
Campana dei Caduti - Intervista Presidente Fugatti
Benedizione del fuoco _ 9 dicembre 2019 ore 17
A NATALE - Paesani Sound feat And-so-Retu
Producer: And-so-retu
Mastering: Paesani Sound
Riddim: Paesani Sound feat And-so-retu
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