Campanine in concerto al Santuario della Santissima Trinità di Casnigo
Campanine in concerto al Santuario della Santissima Trinità di Casnigo. Scuola Campanaria di Scanzo. 27 maggio 2018.
Trieste: Canal Grande, Ponterosso
Il Canal Grande di Trieste è un canale navigabile che si trova nel cuore del Borgo Teresiano, in pieno centro città, a metà strada circa tra la stazione ferroviaria e piazza Unità d'Italia, con imboccatura dal bacino di San Giorgio del Porto Vecchio. Fu realizzato nel 1754-1756 dal veneziano Matteo Pirona, scavando ulteriormente il collettore principale delle saline, quando l’imperatrice Maria Teresa decise di interrarle per permettere lo sviluppo urbanistico della città all’esterno delle mura. È stato costruito affinché le imbarcazioni potessero giungere direttamente sino al centro della città per scaricare e caricare le loro merci. Nella sua conformazione iniziale, il canale era più lungo di come si presenta oggi, ed arrivava sino a lambire la chiesa di Sant’Antonio Taumaturgo. La parte terminale del canale è stata infatti interrata nel 1934, con le macerie derivanti dalla demolizione della città vecchia, ricavando così l’attuale piazza Sant’Antonio Nuovo con al centro una grande fontana. Nell'interramento è stata sepolta anche una piccola nave torpediniera che si trovava lì ormeggiata in avaria ed abbandono dalla fine della guerra.
La chiesa di Sant'Antonio Taumaturgo (chiamata comunemente chiesa di Sant'Antonio Nuovo), in stile neoclassico completata nel 1849 su progetto di Pietro Nobile, è il principale edificio religioso del Borgo Teresiano e del centro di Trieste. Sulla piazza si affaccia il caffè Stella Polare, uno dei caffè storici di Trieste.
ll tempio serbo-ortodosso della Santissima Trinità e di San Spiridione, opera dell'architetto Carlo Maciachini (1869), è la chiesa della comunità serbo-ortodossa di Trieste. Il complesso architettonico riflette un gusto bizantino e si caratterizza per un cupola più alta dei quattro campanili, per le calotte emisferiche azzurre e per le ampie decorazioni a mosaico che abbelliscono le pareti esterne. Ornano la facciata nove grandi statue opera dello scultore milanese Emilio Bisi (1850-1920). L'interno è riccamente decorato secondo i canoni bizantini, interamente ornato da pitture ad olio imitanti il mosaico. Nel presbiterio sono situati tre altari. La grande lampada d'argento che pende all'ingresso è dono dello zar Paolo I.
Il canale è attraversato oggi da due ponti e da una passerella pedonale dedicata a James Joyce e detta ponte curto. Il nome dei ponti deriva dal colore con cui erano dipinte in origine le loro strutture. All'epoca della loro costruzione i ponti erano girevoli o apribili, per permettere l’accesso al canale dei velieri per lo scarico delle merci. I ponti mobili furono successivamente sostituiti dagli attuali ponti fissi in muratura, che però consentono soltanto il passaggio di piccole imbarcazioni durante la bassa marea. Il Ponte Rosso, a metà canale, fu costruito in legno nel 1756, appena ultimata la costruzione del canale. Era allora l'unico ponte esistente, in quanto gli altri ponti vennero costruiti in epoca successiva. Fu rifatto ampliandolo una decina d'anni dopo e rifatto ancora, questa volta in ferro, nel 1832. Sul Ponte Rosso si trova la statua dello scrittore irlandese James Joyce, in ricordo della sua permanenza in città. Il Ponte Verde, all'inizio del canale, all'imbocco dal mare, fu costruito in ferro nel 1858. Gli fu affiancato nel 1904 un altro ponte, detto Ponte Bianco o Ponte Nuovo, sul quale passava la ferrovia che una volta collegava il porto vecchio al porto nuovo passando per le Rive. A fianco del Ponte Rosso si trova l’omonima piazza Ponterosso, sede di mercatino all’aperto di frutta, verdura e fiori. Su un lato della piazza si trova una fontana del 1753 –di Giovanni Battista Mazzoleni), con al centro la statua di un puttino, familiarmente chiamato Giovannin de Ponterosso, per il fatto che l’acqua che lo alimentava proveniva dal rione di San Giovanni. All'inizio del canale, a ridosso del ponte, si trova uno squero per la messa a secco e la manutenzione delle piccole imbarcazioni.
Sull’area del canale si affacciano il fianco del palazzo Aedes, detto grattacielo rosso (1928 – architetto Arduino Berlam) (facciata principale sulle Rive), la sede espositiva del palazzo Gopcevich (1850 – architetto Giovanni Andrea Berlam), dal particolare intonaco bianco e rosso, sede anche del Museo Teatrale Carlo Schmidl, il fianco del Palazzo Genel (1873 – Domenico Monti) (facciata principale su Piazza Ponterosso), il fianco del Palazzo Carciotti (1805 – architetto Matteo Pertsch) (facciata principale sulle Rive)m a fianco della chiesa serboortodossa il palazzo Curtovich del 1777 ecc.
Dedicato alla mia amica triestina Fulvia e a tute le bele mule de Trieste!! :)
Musica: Tchaikovsky: walzer dei fiori, tratto da youtube.
Chiesa di San Lussorio 4K Fordongianus OR Sardegna
Edificata intorno al 1110-1120 dai monaci Vittorini di San Vittore di Marsiglia, la chiesa di San Lussorio sorse sulle rovine di un preesistente luogo di culto paleocristiano dedicato al Santo, che secondo la tradizione fu martirizzato a Fordongianus durante le persecuzioni di Diocleziano.
Il giovane Lussorio, ufficiale romano intorno al 304 d.C., si convertì al cristianesimo e si fece battezzare, contravvenendo in tal modo alle leggi che vietavano di professare la religione cristiana; fù perciò processato a Karales e condannato a morte per decapitazione.
La sentenza fu eseguita a Forum Traiani ed il suo corpo venne sepolto in un ipogeo, utilizzato originariamente per il culto pagano delle acque: nacque così la cripta di San Lussorio, meta di pellegrini da tutta l’isola, che ancora oggi conserva l’originaria struttura paleocristiana affrescata e decorata con mosaici di eccezionale importanza.
La cripta subì diversi ampliamenti e fu anche utilizzata come luogo di sepoltura collettivo, finchè non venne edificato un santuario in onore di Lussorio, del quale attualmente sono visibili solo l´abside affrescata e alcuni tratti del pavimento.
Il tempio sacro attuale, in stile romanico-pisano, è ad una navata con copertura a capriate in legno; all’abside sono addossate due colonnine con basi scolpite: quella di sinistra presenta una figura arcaica con il braccio sinistro sollevato. Accanto all’altare si trova la scalinata che conduce alla cripta dove, secondo la leggenda, fu martirizzato San Lussorio.
La semplice ma suggestiva facciata in stile gotico-aragonese risale al '500 ed è caratterizzata dai colori bianco e rosa delle pietre dal taglio regolare.
fonte
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ROMA - Basilica di Sant' Agnese Fuori le Mura
La basilica di Sant'Agnese fuori le mura si trova nel quartiere Trieste, in via Nomentana e può essere visitata assieme al Mausoleo di Santa Costanza che si trova vicinissimo. La basilica è raggiungibile scendendo alla fermata Sant'Agnese/Annibaliano della metro linea B.
Da vedere all'interno della basilica:
- Il soffitto è a cassettoni, di legno intagliato e dorato, realizzato nel 1606.
- Nella cappella centrale si può ammirare un rilievo marmoreo della scuola di Andrea Bregno del XV secolo, raffigurante i due santi Stefano e Lorenzo; ed inoltre una testa marmorea di Cristo.
- L'altare maggiore, risalente 1620 circa, realizzato con intarsi di pietre e marmi preziosi: esso custodisce la teca argentea con le reliquie delle sante Agnese ed Emerenziana.
- Il mosaico dell'abside raffigurante Sant'Agnese e i papi Simmaco ed Onorio risalente al 625-638, che è l'opera più preziosa e più antica dell'intera basilica.
- L'affresco dell'arco trionfale di Pietro Gagliardi raffigurante il Martirio di sant'Agnese.
- La cripta che custodisce la tomba delle sante Agnese ed Emerenziana.
Filmato con Sony RX10M3 in 4K.
Musica:
Icarus by Scott Buckley |
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Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)
#roma #rome
San Michele a Ome in Franciacorta
Chiesa di San Michele a Ome nel territorio della Franciacorta, La chiesa nel suo interno possiede due affreschi raffiguranti San Michele nell'atto della pesatura delle anime o psicostasia. Questo antico rito ha origini nell'antico Egitto essendo già presente nel celebre Libro dei Morti. Oltre a questo particolare il territorio su cui è costruita la chiesa è caratterizzato da un insolito incremento del campo geomagnetico. Esiste un legame tra i numerosi siti sacri dedicati a San Michele Arcangelo come Mont Saint Michel in Francia, la Sacra di San Michele in Val Susa, il Santuario di San Michele Arcangelo in Gargano, il rito della pesatura delle anime e l'elevato campo magnetico terrestre?
Castello Medievale dei conti D'Aquino, Roccasecca (FR) drone Fly to Discover
Documentario giarato dai droni validati di Fly To Discover in provincia di Roccasecca, Frosinone. Prima di salire, appena passato il cancello d'ingresso del parco archeologico, si innalza la Chiesa di San Tommaso, aperta al pubblico per chi volesse visitarla.Per arrivare al castello si percorre una scalinata in legno ben fatta dal quale si possono osservare i ruderi minori che risultano essere maggiormente visibili con i droni. Il castello è situato in posizione strategica,in cima al monte, costruito sulla roccia e gode di un panorama che risulta difficile descrivere a parole... le immagini che hanno catturato i droni di Fly To Discover sapranno rendere l'idea.
Sito azienda ripese aeree con drone Roma:
flytodiscover.com
VEDI ANCHE:
Campane di Negrisia di Ponte di Piave (TV) (v.008)
*PILLOLE DI STORIA SULLE CAMPANE*
Sul dopo guerra (1914/1918):
Nell’attesa della nuova torre, si è provveduto, a spese del Commissariato, ad un campanile provvisorio; più che campanile, è un ammasso cubico di mattoni, sassi e cemento armato, su cui furono sistemate le nuove campane su castello in ferro, fornito dalla Ditta Giuseppe Morellato di Falzè di Trevignano. La sistemazione delle campane si effettuò nel 1921.
Delle vecchie campane scomparse per opera del nemico, nessuna traccia si potè avere dopo l’armistizio: erano campane antiche, fornite, se non ci inganniamo, dalla Ditta Ing. De Poli di Vittorio Veneto; erano campane rinominate per il loro timbro perfetto, per la eleganza dei fregi, per la perfezione del concerto.
Le nuove campane furono fornite dal Commissariato delle Terre Liberate, in seguito a denunzia per interessamento dell’Opera di Soccorso di Venezia. Sono quattro, compreso il sonello, e pesano complessivamente Kg. 3.830.300; costituiscono un concerto superbo, che fa dimenticare il concerto perduto: la Ditta De Poli, fornitrice anche delle nuove campane, non ha, neppure nel dopo guerra, smentire quelle tradizioni gloriose che la costituiscono una tra le prime fonderie d’Italia. - È doveroso ricordare che le campane di Negrisia furono concesse con qualche vantaggio di tempo, prima di quello fissato dall’Opera di Soccorso di Venezia, per merito a dei personaggi importanti e una in particolare amico di Don Antonio Lanzarini (il primo sacerdote a consacrare la chiesa attuale e voluta da lui; come descritta di un magnifico tempio a tre navate con molti altari: è una delle più belle della zona), che tanto s’interessò perché Negrisia fosse esaudita nei suoi voti. Furono fuse il 6 luglio 1921 alle ore 6 del pomeriggio, e consacrate da S. Ecc. Mons. Vescovo di Treviso il 9 agosto 1921: alle tre campane furono imposti i nomi di Romana Luigia, Assunta Giuseppina, Antonia Valentina.
Le tre campane, dalle note musicali re bemolle, mi bemolle e fa del corista normale, sono adorne di fregi, di iscrizioni e di immagini sacre.
La maggiore, dal peso di chilogrammi 1381.300, porta le immagini sacre di San Luigi. di S. Romano, dell’Immacolata e del Sacro Cuore; ed è munita delle seguenti iscrizioni: A FULGORE ET TEMPESTATE, LIBERA NOS DOMINE— S. ROMANO M. DI NEGRISIA 1921– POST BELLI FLAGELLUM NOVA SINT OMNIA: CORDA, VOCES ET OPERA — PER SINGULOS DIES CANTICUM NOVUM CANTABO TIBI, DEUS— ME FREGIT FUROR HOSTIS; AT HOSTIS AB AERE REVIXI; ITALIAM CLARA VOCE DEUMQUE CANES.
La media, dal peso di Kg. 1195.900, porta le immagini sacre di S. M. Assunta, di S. Giuseppe, di S. Marco, di S. Francesco; ed è munita delle iscrizioni: SI VOCEM DOMINI AUDIERITIS, NOLITE OBDURARE CORDA VESTRA— S. ROMANO MARTIRE DI NEGRISIA 1921– UT MENTES NOSTRAS AD COELESTIA DESIDERIA ERIGAS, TE ROGAMUS AUDI NOS— ME FREGIT FUROR HOSTIS, ect.
La inferiore, dal peso di Kg. 789.600, è decorata dalle immagini sacre rappresentanti S. Valentino, il Crocifisso, S. Antonio di Padova e S. Giovanni Battista; ed è arricchita dalle seguenti iscrizioni: GENERATIONES ET GENERATIONES IN PACE PER ME DOMINUM LAUDABUNT— A PESTE, FAME ET BELLO LIBERA NOS DOMINE— ME FREGIT FUROR HOSTIS ect.
Infine il sonello, del peso di Kg. 149.500, dal nome di Rosaria Teresa, in re bemolle, ottava superiore, del corista normale, è fregiato delle immagini sacre rappresentanti la B. V. del Rosario, S. Pietro Ap. e S. Teresa; le sue iscrizioni sono le più simpatiche perché associano i due sentimenti di fede e di patria, di cui pulsano i cuori di tutti gli Italiani ma specialmente il cuore del popolo veneto: AUDITE VOCEM MEAM, ET BENE SIT VOBIS— OSTENDISTI, DOMINE, POPULO TUO DURA; NUMC AUTEM EXALTABO MANE ET VESPERE MISERICORDIAM TUAM— ME FREGIT FUROR HOSTIS ect. Tutte poi sono insigne dello stemma dell’Opera di Soccorso di Venezia e della Ditta De Poli di Vittorio Veneto.
Giunsero in paese accolte a festa dal popolo il 25 Luglio e suonarono a festa per la prima volta sul castello provvisorio il 9 agosto 1921. Suoneranno con maggior allegrezza, ce lo auguriamo dall’alto della nuova torre. —fonte: pp.175,176,177 del libro: Negrisia di Piave e la nuova chiesa di S. Romano.
L’antica precedente chiesa, sempre dedicata a San Romano Martire, come purtroppo capitò a tutti i paesi sul fronte del Fiume Piave durante la Grande Guerra venne bombardata dalle artiglierie italiane che da destra del Piave puntavano alla sinistra perché c’erano gli invasori austriaci. Inoltre nella località Grave, verso il Piave, venne fatta una chiesa provvisoria in legno nel dicembre 1919.
La chiesa attuale venne ultimata e consacrata successivamente dopo la prima Guerra Mondiale; i lavori avanzavano il 15 ottobre 1922 e fu ultimato alle condizioni attuali nel luglio 1926.
Il Ave Maria di Lourdes iniziale è stata una vera sorpresa; quando partì cinque minuti prima di mezzogiorno per non lasciare il primo ritornello incompleto con dei colpi ho acceso subito al secondo. Seguente il plenum;
A presto!
Pieve di Codiponte - Auctor Beate Saeculi
Pieve di Codiponte - Parrocchia SS. Cornelio e Cipriano
Casola in Lunigiana (provincia di Massa Carrara - Italia)
Canto gregoriano Auctor Beate Saeculi disponibile sul sito:
Auctor beate saeculi, Christe Redemptor omnium, Lumen Patris de lumine, Deusque verus de Deo.
Amor coegit te tuus Mortale corpus sumere, Ut novus Adam redderes Quod vetus ill(e) abstulerat.
Ill(e) amor almus artifex Terrae, marisqu(e) et siderum, Errata patrum miserans, Et nostra rumpens vincula.
Non corde discedat tuo Vis ill(a) amoris inclyti: Hoc fonte gentes hauriant Remissionis gratiam.
Percuss(um) ad hoc est lancea, Passumqu(e) ad hoc est vulnera, Ut nos lavaret sordibus Unda fluent(e) et sanguine.
Iesu tibi sit gloria, Qui Corde fundis gratiam, Cum Patr(e) et almo Spiritu In sempiterna saecula. Amen.
Il complesso è uno dei più rappresentativi monumenti della Lunigiana, nei pressi del ponte sul fiume Aulella, in una zona dove tre valichi collegano la valle con quella più estesa del Serchio, percorsi già utilizzati in epoca preistorica, poi dai Liguri Apuani e dai Romani.
La zona fu inizialmente sede di un Pago romano e poi di un villaggio. Dall'VIII secolo sorse una pieve, poi andata in rovina e ricostruita nel XII secolo in stile romanico. Il primo documento relativo ad una chiesa transmontem ad Sanctum Ciprianum è del 793. Del 1148 è il privilegio di papa Eugenio III per il vescovo lunense Gottifredo, in cui compare la denominazione Plebs Sancti Cipriani de capite ponte. In seguito, nelle decime bonifaciane, fu chiamata Plebs de Codeponte e dal 1303 Ecclesia Sanctorum Corneli et Cipriani. Nel XIV secolo la pieve fu ristrutturata dopo una frana. La canonica fortificata deriva dall'ampliamento di un'antica casa torre. La pieve probabilmente fungeva da ricovero per i pellegrini che si recavano a Lucca a visitare il Volto Santo, percorrendo la variante della Via Francigena che attraversava la Garfagnana.
Il campanile è del XVII secolo. L'abisde minore è stato invece ricostruito durante gli ultimi restauri del Novecento.
Foto di gabriella280659 - tranne le due contrassegnate con (*) reperite in rete.
- campanile ricostruito nel 1778, preesistente alla chiesa (come denunciato dal livello del primitivo basamento) e un tempo posta probabilmente a sostituzione dell'abside minore di destra
- facciata in conci squadrati in pietra serena e arenaria grigia, con due insoliti contrafforti a sezione triangolare posti a bilanciamento della spinta degli archi interni
- bifora
- canonica
- tratto delle antiche mura
- finestre delle mura attraverso cui si vedono alcune vette delle Alpi Apuane
- interno a pianta basilicale di tipo latino, divisa in tre navate da due file di sei colonne e quattro semicolonne, sostenenti archi a tutto sesto; il soffitto è in legno a capriate visibili
- capitelli paleoromanici, di tipo cubico scantonato (ad angoli smussati), variazioni del corinzio, con motivi fitomorfici (foglie angolari, palme, alberelli, intrecci viminei, gigli, margherite a sei petali), figure umane (faccini, atleta o uomo itifallico, orante, Marzo che suona i due corni), figure animali (fiera rampante, cammello, uccello, serpente con i piedi, sirena a due code divaricate, simbolo della seduzione o della fertilità)
- vasca battesimale(*) con croce contornata da serpente che si morde la coda, simbolo dell'eterno circolo della vita
- traccia di vasca battesimale(*) preromanica a pianta esagonale
- trittico raffigurante la Madonna col Bambino, il Volto Santo e i santi Cornelio e Cipriano, attribuito da U. Formentini ad Angelo Puccinelli da Siena attivo nella seconda metà del XIV secolo, da altri a diversa mano del 1500
- bifora della facciata dall'interno
- viste laterali del complesso
- entrata dell'antico camposanto sul retro presso il campanile
- portale sul fianco destro, probabile entrata originaria, con decorazione a faccini e simboli di epoca altomedievale, in particolare i faccini centrali dell'architrave rappresenterebbero la Trinità
- particolare di alcuni faccini del portale(*)
- abside maggiore
- parte della canonica con feritoie
- ruderi del monastero delle Clarisse
- nucleo storico del borgo antico con ruderi del castello edificato nel sec. XI dai Bianchi d'Erberia
- Codiponte presso il fiume
- Pizzo d'Uccello (Alpi Apuane)
Petrizzi (CZ) - Storia Cinema Trieste con Film (1954/1962)
CINEMA TRIESTE: 55° Anniversario dalla chiusura del salone di via Vittorio Emanuele III al Corso del paese. Video provvisorio nella speranza che Youtube ripristini il servizio per poter montare video-foto in sequenza come avveniva fino al 20 settembre scorso. Intanto abbiamo raccontato per il meglio la storia della sala cinematografica del nostro paese molto simile, per tanti aspetti, a quella del Nuovo Cinema Paradiso. Come si vedrà dalle fatture e dalla corrispondenza, che partono dal 12/12/1954, si può ricostruire tutta la programmazione dei film al tempo in visione. Questo anche per la precisione dell'impresario Francesco Giorla di annotare tutto con scrupoloso ordine cronologico. La prima Agenzia a fornire i film fu la Cine Sud di Potenza e poi la San Paolo Film di Catanzaro, la Metro Goldwyn Mayer di Napoli, l'Angelicum Film di Messina etc. § Aprì la stagione la pellicola Alba di Gloria (Dicembre '54) con un costo elevato di ben 4590 lire Ige e spedizione comprese. Tutte le proiezioni erano preceduti dalla Settimana Incom e da altri documentari dell'Istituto Luce. Dopo il '62, con una pausa di chiusura, il cinema riaprì come sala parrocchiale con la gestione dell'arciprete don Bruno Samà e del capo sig. Pietro Carellario. Il locale fu chiuso definitivamente verso gli Anni '70 causa l'avvento della televisione e della costante emigrazione che spopolò il paese. Il nuovo proiettore usato (mi pare un Ferrania) fu quello in dotazione al Centro di Lettura, prestato dal dirigente, prof. don Elio Anzani, che il bravo don Bruno utilizzava anche per le proiezioni scolastiche e dell'oratorio. Credo sia cosa giusta ricordare, dopo diversi lustri, l'opera di educazione sociale ed evoluzione culturale che promosse il Cinema Trieste a Petrizzi. L'arredo: le poltroncine in legno furono date gratis dalla Famiglia Giorla per la Chiesetta della Provvidenza. Mentre centinaia di locandine originali dei film, depositate nei locali di fronte al Cinema Trieste (divenuti poi calzoleria), purtroppo andarono distrutte dall'incuria del tempo! Vai a saperlo che per collezionismo oggi avrebbero avuto una quotazione da asta d' antiquariato! § (Video Lelio - Raffaele Cosentino già giornalista Rai) §
Curriculum n5 - Ristrutturazione Tabià e costruzione autorimessa a Mareson.
Curriculum n5 - Ristrutturazione Tabià, realizzazione piscina interna e costruzione autorimessa interrata a Mareson di Val di Zoldo.
Le campane di Palosco (BG) - Concerto solenne
Concerto di 8 campane in Do3
Pruneri 1907 (Do3, Re3 e Fa3 rif. Giovanni Battista De Poli 1948)
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Concerto solenne (?) a 8 campane per l'Angelus nella festa patronale di S. Lorenzo
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Campane della Concattedrale di San Giovanni Evangelista in Sansepolcro (AR) SECONDA PARTE - v.101
Domenica del Cristo Re, 24 Novembre 2019
Suonata a doppio, con il campanone a bicchiere e II-IV a scampanio, a seguire distesa della piccola e breve accenno di distesa alle 17:45 per la messa delle ore 18:00.
Concerto di 5 campane in Sol3 calante a slancio manuale, fuse da anonimo in diverse epoche, con ceppi e castello in legno:
I (Campanone): Sol3 calante, fusa nel 1455. Ha un diametro di 97,7 cm, uno spessore di 7,6 cm e un peso di 8,26 quintali. E' dedicata a San Giovanni Evangelista, protettore della concattedrale.
II (Ventitré): Sib3, rifusa nel 1732. Ha un diametro di 81 cm, uno spessore di 5,8 cm e un peso di 3,93 quintali.
III (Mortina): Si3 calante, così chiamata perché viene suonata per i funerali. Fu fusa nel 1695. Ha un diametro di 75,6 cm, uno spessore di 5,7 cm e un peso di 3,47 quintali.
IV (Ave Maria): Do4 calante, fusa nel 1302. Deve il suo nome al fatto che suona per l'Ave Maria serale. Ha un diametro di 75,6 cm, uno spessore di 5,4 cm e un peso di 2,83 quintali.
V (Cennino): Re4, fusa nel 1619. Deve il suo nome al fatto che è suonata come ultimo richiamo per le messe. Ha un diametro di 64 cm, uno spessore di 5 cm e un peso di 2,30 quintali.
Si ringrazia Gianfranco Valentini per aver raccontato la storia di 0:06.
Ecco la seconda parte di questo video. Tra una settimana arriverà un'altra sorpresa imperdibile!!! Chi sa già stia zitto.
Le campane di Piana dei Monti, Madonna del Sasso (VB) - Festa Patronale 2018
Madonna del Sasso (VB), fraz. Piana dei Monti, Chiesa Parrocchiale di Santa Maria Assunta
3 campane a corda
(MI4 Roberto Mazzola 1954; DO4 Francesco Sottile 1663; SOL3 Giovanni Battista Sottile 1683)
Distesa a 3 campane per la S. Messa solenne nella festa patronale dell'Assunta
La piccola località è da sempre uno spartiacque tra la Valsesia e il Cusio; storicamente ha risentito dell'influenza di entrambe le valli. Questo è particolarmente evidente all'interno della chiesa parrocchiale di S. Maria Assunta, dove lo stile valsesiano è arricchito da alcune aggiunte tipiche della Riviera di san Giulio. Il piccolo borgo è meta di villeggiatura per le persone provenienti dal milanese e attualmente conta una ventina di abitanti residenti. La festa patronale cade il giorno dell'Assunta (15 agosto), quando la popolazione si riunisce al circolo del paese, per poi salire alla chiesa parrocchiale per la processione con la statua della Madonna. Anticamente era usanza esporre ai balconi delle case alcune pezze di tela bianca, che ornavano le abitazioni e che formavano una sorta di padiglione per proteggere dal sole le persone che sostavano all'esterno della chiesa. Il nucleo originario sul quale fu edificata la chiesa originaria risalirebbe a prima del XV secolo. L'interno della chiesa, rimaneggiato tra Seicento e Settecento, si presenta riccamente decorato; di notevole bellezza sono l'altare maggiore, in legno scolpito e dorato, e alcuni affreschi del XVII secolo che si conservano pressoché intatti. L'esterno della chiesa è in pietra, secondo le usanze locali; il campanile svetta su tutto il piccolo borgo quale punto più alto. La vera particolarità è la chiusura di due delle quattro finestre della cella campanaria, in modo da diffondere il suono unicamente nelle due direzioni verso le quali la chiesa affaccia sul caseggiato. Il campanile di metà Seicento ospita tre campane, aggiunte nel corso dei secoli: originariamente erano due, una piccola e una più grande aggiunta qualche anno dopo, finché Mazzola non aggiunse la terza nel 1954, per festeggiare e commemorare l'Anno Mariano indetto da papa Pio XII.