Ravenna Battistero degli Ariani
Ravenna Battistero degli Ariani
Il Battistero degli Ariani si trova a Ravenna e fu fatto costruire all'epoca del re ostrogoto Teodorico, nella prima metà del VI secolo.
Il battistero è inserito, dal 1996, nella lista dei siti italiani patrimonio dell'umanità dall'UNESCO, all'interno del sito seriale Monumenti paleocristiani di Ravenna.
Teodorico, di culto cristiano-ariano, decise di far convivere pacificamente i goti di culto ariano e i latini di culto cristiano-ortodosso (terminologia indicante all'epoca i seguaci della dottrina canonica riconosciuta dalla chiesa e dall'impero romano d'oriente), mantenendo le due popolazioni separate, il che comportò la distinzione dei rispettivi quartieri e la costruzione dei rispettivi edifici di culto in città.
Vicino all'odierna via Diaz, Teodorico fece costruire una basilica per gli ariani, l'attuale chiesa dello Spirito Santo che fu molto rimaneggiata nelle epoche seguenti ed un battistero ad essa anticamente collegato oggi detto degli Ariani per distinguerlo dal battistero Neoniano degli Ortodossi più antico di circa un secolo. Si tratta dell'unico battistero conosciuto ad essere stato costruito propriamente per il culto ariano in Italia.
Esternamente l'edificio, che accusa la subsidenza tipica del territorio ravennate, si presenta come una costruzione in laterizi a pianta ottagonale, con absidiole nel registro inferiore e finestre ad arco in quello superiore. Lungo il perimetro esterno correva un deambulatorio che si interrompeva soltanto in corrispondenza dell'abside rivolto ad oriente. I restauri hanno chiarito che l'edificio era parte integrante della retrostante chiesa dello Spirito Santo.
L'interno si presenta spoglio, con la muratura a vista e privo di arredi (la presenza della vasca battesimale è ricordata oggi solo da una lastra marmorea rotonda al centro dell'edificio) mentre la cupola è completamente decorata a mosaico; la superficie musiva è più piccola rispetto a quella del battistero Neoniano e l'organizzazione decorativa meno complessa, con solo due registri circolari che organizzano la raffigurazione. Al centro si trova una rappresentazione circolare del Battesimo di Cristo con San Giovanni Battista, la personificazione del fiume Giordano e la colomba dello Spirito Santo; nel registro più esterno si trova il trono vuoto dell'Etimasìa (che rinvia alla Seconda Venuta del Cristo) e i dodici Apostoli in atto di offrire corone con le mani coperte, divisi da esili palme[1]. La raffigurazione è orientata per essere vista dal battezzando che stava all'interno della vasca rivolto verso l'altarolo (oggi non più presente)ad oriente.
La rappresentazione è semplice, con figure piuttosto statiche e ripetitive nell'aspetto che indossano solo l'alba (paramento bianco, base per tutti gli altri paramenti liturgici) e i volumi appiattiti e calligrafici. Spicca l'affermazione dominante del fondo oro, che si stava imponendo in tutto il mondo mediterraneo come veicolo per rappresentazioni più astratte e simboliche, inondate da una luce ultraterrena. A differenza del battistero Neoniano, infatti, il fondo su cui si muovono gli apostoli e si svolge il Battesimo è totalmente dorato; mentre nel battistero Neoniano il fondo è di un blu intenso e i volti degli apostoli sono maggiormente caratterizzati fisionomicamente e più plastici nella resa formale.
Ipotesi sui significati Ariani di alcune simbologie cristiane:
È possibile che i vescovi ariani committenti abbiano voluto esprimere la loro dottrina con due simboli presenti nella rappresentazione: il Cristo che va verso oriente (in posizione esattamente opposta a quella del Cristo cattolico); e il becco della colomba che, bagnando il Cristo con l'acqua primigenia della Genesi, lo santifica come lo Spirito santificò le acque originarie.[2]
La presenza del trono dell'Etimasia, piuttosto che rinviare alla Seconda Venuta del Cristo, potrebbe indicare altresì l'aspetto corporale della natura del Cristo, secondo le concezioni ariane: sul Trono è infatti presente un sudario, che rimanderebbe alla natura umana del Cristo[3].
In una fase critica primitiva, infatti, l'analogia con i mosaici neoniani e la mancanza di temi legati all'arianesimo ha fatto pensare che i mosaicisti del battistero fossero cristiani ortodossi, essendo le popolazioni ostrogote dedite prevalentemente all'arte orafa. Con il progredire degli studi sull'arte ravennate si è chiarito il ruolo dell'arte musiva teodoriciana a Ravenna, che ha lasciato anche gli splendidi mosaici di Sant'Apollinare Nuovo, in parte modificati dopo la riconquista giustinianea.
da WIKIPEDIA
Il battistero degli Ariani (RAVENNA, Emilia Romagna, ITALY)
Del principio del 6° sec. sono il battistero degli Ariani, con mosaici stilisticamente diversi dai precedenti (benché ispirati a quelli del battistero neoniano), e la chiesa dello Spirito Santo (già cattedrale ariana, in parte rifatta nel 16° sec).
Il Credo nei mosaici di Monreale - Credo nello Spirito Santo
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Battistero Neoniano, Ravenna, Emilia Romagna, Italy, OSMO+
Il Battistero Neoniano, detto anche degli Ortodossi, è un battistero presente a Ravenna risalente al V secolo e prende il nome dal vescovo Neone che ne ha fatto proseguire la costruzione dopo il suo predecessore Orso. L'appellativo degli ortodossi va invece inteso secondo il significato dell'epoca, che intendeva i cristiani della retta dottrina in contrapposizione all'eresia ariana.
Con il passaggio della sede vescovile da Classe a Ravenna alla fine del IV secolo, venne iniziata una nuova cattedrale, la Cattedrale Ursiana (dal nome del vescovo Orso Ursus), della quale sopravvivono pochi resti inglobati nell'attuale duomo di Ravenna e nell'attiguo Museo arcivescovile. Il Battistero venne avviato nei primissimi anni del V secolo dallo stesso vescovo Orso e terminato verso il 450 circa. Neone, nel 458 circa, intervenne con importanti opere strutturali, in particolare con la costruzione della cupola (alleggerita da tubi fittili) in sostituzione del soffitto originariamente piano, cupola che venne decorata con ricchi mosaici ancora oggi visibili.
Una vecchia tradizione, priva di fondamento storico, vuole che l'edificio fosse costruito sopra il calidarium delle antiche terme romane.
Per via della subsidenza tipica di Ravenna il monumento oggi è interrato di circa 2 metri; in pianta presenta la forma ottagonale, secondo la numerologia che associava l'otto con la resurrezione, essendo la somma di sette, il tempo, più uno, Dio Padre. Esternamente ha un semplice rivestimento in laterizio, dal quale emergono quattro absidiole aggiunte nel X secolo, mentre le lesene e arcate cieche risalgono alla costruzione originaria e furono riprese da modelli settentrionali (cfr. la basilica Palatina di Costantino a Treviri o la basilica di San Simpliciano a Milano).
L'interno spicca per la decorazione di tutta la cupola a mosaico al tempo del vescovo Neone. Entro tre anelli concentrici sono rappresentati vari soggetti:
Nel tondo centrale, su sfondo oro, si trova la scena del Battesimo di Gesù con San Giovanni Battista nel gesto di battezzare il Cristo immerso fino alla vita nel Giordano; del fiume compare anche una personificazione a destra, sottolineata dalla scritta Iordañ n, mentre sopra il Cristo svetta la colomba dello Spirito Santo. I volti di Gesù e del Battista furono rifatti nel XVIII secolo, per cui la parte centrale della scena, dai contorni ben visibili, non è più quella originale.
La seconda fascia presenta i dodici apostoli su sfondo azzurro, con le vesti (toga e pallio) alternate nei colori bianco e oro, e con in mano delle corone da offrire al Cristo. Le immagini presentano ancora una notevole consistenza plastica e un senso di movimento, che testimoniano gli ininterrotti rapporti con l'arte classica; contemporaneamente indice di rapporti con il mondo bizantino sono la vivace policromia, la monumentalità e la ieraticità delle figure. Gli apostoli sono intervallati da candelabre e dal cerchio superiore pendono drappi bianchi che visti dal basso formano la forma di una corolla di un fiore. Tra i riti preparatori al battesimo, nella iniziazione cristiana, principale era quello della traditio symboli, cioè dare ai candidati catecumeni il Credo, ossia l'insegnamento, l'apprendimento e la consegna per la vita della tessera fidei.
Servitori ripieni di Spirito Santo - Atti 9:17 - Nicola Pascuzzi
Predicazione della Parola di Dio dalle nostre riunioni di culto:
Chiesa Cristiana Evangelica - Assemblee di Dio in Italia -
Potenza, Largo Ravenna n°5:
Domenica ore 18:00;
Martedì ore 18:30.
Vieni a trovarci, ti aspettiamo!
Ravenna Battistero Neoniano
Ravenna Battistero Neoniano
Il Battistero Neoniano, detto anche degli Ortodossi, è un battistero presente a Ravenna risalente al V secolo e prende il nome dal vescovo Neone che ne ha fatto proseguire la costruzione dopo il suo predecessore Orso (†ca. 396). L'appellativo degli ortodossi va invece inteso secondo il significato dell'epoca, che intendeva i cristiani della retta dottrina in contrapposizione all'eresia ariana.
Il battistero è inserito, dal 1996, nella lista dei siti italiani patrimonio dell'umanità dall'UNESCO, all'interno del sito seriale Monumenti paleocristiani di Ravenna.
Il soffitto, originariamente piano, venne sostituito da una cupola (alleggerita da tubi fittili) su iniziativa di Neone, il quale fece provvedere anche alla decorazione a mosaico. Anche le pareti vennero decorate all'epoca e presentano al piano inferiore archi ciechi su colonnine, al cui interno sono poste lastre di porfido e marmo verde all'interno di riquadri geometrici; l'archivolto è occupato da mosaici; nel registro superiore si ripresentano gli stessi archetti, ma che contengono a loro volta tre archetti minori ciascuno, con quello centrale che è occupato da una finestra, mentre i due laterali sono decorati da stucchi dei sedici profeti maggiori e minori (uno sciagurato restauro dei primi del Novecento credendo che si trattasse di aggiunte posteriori li rimosse, ma ci si accorse poi con rammarico che erano invece originali del V secolo, per cui oggi se ne ammira solo delle ricostruzioni); al di sopra degli archetti si trovano affreschi con tralci di vite, pavoni ed altri simboli. Il capolavoro più importante qui custodito è però il mosaico del soffitto, dove entro tre anelli concentrici sono rappresentati vari soggetti:
L'anello esterno, a fondo azzurro, presenta una serie di finte architetture tripartite, con una nicchia o esedra al centro di ciascuna, affiancata da due strutture portate da quattro colonne ai lati, che creano un effetto di alternanza tra concavo e convesso; queste specie di quinte teatrali si trovano nell'arte romana, per esempio già negli affreschi di Pompei; al centro delle nicchie si trovano altari per la messa o troni vuoti con le insegne di Cristo (l'etimasia).
La seconda fascia è la più interessante e presenta i dodici apostoli su sfondo azzurro, con le vesti (toga e pallio) alternate nei colori bianco e oro, e con in mano delle corone da offrire al Cristo. Le immagini presentano ancora una notevole consistenza plastica e un senso di movimento, che testimoniano gli ininterrotti rapporti con l'ambiente romano; contemporaneamente indice di rapporti con il mondo bizantino sono la vivace policromia, la monumentalità e la ieraticità delle figure. Gli apostoli sono intervallati da candelabre e dal cerchio superiore pendono drappi bianchi che visti dal basso formano la forma di una corolla di un fiore. Tra i riti preparatori al battesimo, nella iniziazione cristiana, principale era quello della traditio symboli, cioè dare ai candidati catecumeni il Credo, ossia l'insegnamento, l'apprendimento e la consegna per la vita della tessera fidei. [1]
Nel tondo centrale, su sfondo oro, si trova la scena del Battesimo di Gesù con San Giovanni Battista nell'atto di somministrare il sacramento al Cristo immerso fino alla vita nel Giordano; del fiume compare anche una personificazione a destra, sottolineata dalla scritta Iordañ n (il nume Giordano), mentre sopra il Cristo svetta la colomba dello Spirito Santo. I volti di Gesù e del Battista furono rifatti nel XVIII secolo, per cui la parte centrale della scena, dai contorni ben visibili, non è più quella originale.
La catechesi dell'iniziazione si basava oltre che sui quattro Vangeli anche sui testi dei profeti del Vecchio Testamento che sono qui rappresentati nelle sedici figure a stucco nello spazio del tamburo, nei muri ad archi ciechi tra le otto finestre (quattro profeti maggiori e dodici minori).
Da WIKIPEDIA
Carmelitane Ravenna La preghiera nell'oriente cristiano.avi
Tre incontri nel Monastero delle Monache Carmelitane di Ravenna con l'Archimandrita di Bologna Dionysios Papavassiliou, nella comunione fra le Chiese d'oriente e d'occidente, per pregare insieme e per approfondire la conoscenza della ricchezza della spiritualità ortodossa.
Church aims to create biggest mosaic in the world
(25 Nov 2017) LEADIN:
An Italian artist is hoping to create the biggest mosaic in the world - surpassing the 1500 square metre Hanoi Ceramic Mosaic Mural Project.
Andreina Giorgia Carpenito is creating a piazza outside a church made from donated and unwanted tiles.
STORYLINE:
The artists here at the Chiesa dello Spirito Santo in the tiny village of Indicatore in Tuscany are hoping that one day this mosaic will become the largest in the world.
Built in the 60's the church is devoid of the rich history and architectural splendour that usually accompany Italy's numerous churches.
Twenty years ago it faced closure due to a growing list of outstanding structural repairs and dwindling attendance from parishioners. But a 1996 meeting between the parish priest, Father Sante Chiocciol,i and artist and mosaic maker Andreina Giorgia Carpenito changed all that.
Together they set about using art as a tool to help restore the church and stop it being demolished.
Carpenito initially worked on the interior of the building restoring the window behind the altar and then the façade. Then almost a decade later, came the idea of creating a mosaic.
In 2008 I was asked to do another piece of work for the interior of the church. We didn't know how to give this little village of 3,000 inhabitants a square. We wanted to eliminate the parked cars and the bus traffic in front of the church, so we created this square (piazza). And not knowing how to decorate or enrich it, I looked to Gaudì (Antoni Gaudì 1852-1926 ndt) for help, so I imagined all the elements, all the mosaics of the Sagrada Familia in Barcelona, and I asked a friend to bring me not Gaudì's tiles but simple, rejected tiles, says Carpentino.
Father Chioccioli suggested using Ezekiel's Vision as the main theme. Tradition states that prophet Ezekiel had a vision of a baptismal font stretching out from the east, making everything it touched flourish. It was an appropriate metaphor for the impoverished community of Indicatore - a village born in the late sixties between a railway line and an industrial zone.
In 2008, after a friend provided Carpenito with unused construction materials, the mosaic project started.
The mosaic is dedicated to Ezekiel's Vision, the prophetic vision of a baptismal font that makes everything that touches it flourish. It gives life to the vegetation, to the earth. It's depicted as leaves and fruits. Fish represent a dream, so they fly over the ground and flowers fly over water, so it's the representation of the good in humanity, paradise, where everybody is well and everything becomes a dream. The other part, a much smaller part, represents evil. The desertification of mankind and of Earth, but more of mankind, says Carpenito.
The funds for materials were at first provided personally by Father Chioccioli and Carpenito, but soon many local businesses and industries started donating unused materials, tiles, bricks and adhesives.
The fund raising still relies on donations and volunteering and there is no salary for Father Santi or Carpenito. The cost of the project during 2016 was almost € 30,000. Father Chioccioli and Carpenito were unable to provide figures for the entire project.
Through social networks, word of the mosaic has reached artists around the world - some of whom have offered to collaborate free of charge.
Today Carpentino is being helped by the Mosaico Paulista group - a renowned Brazilian group of mosaic artists who have travelled from San Paulo.
According to the Guinness World Records, the largest ceramic mosaic is a 1,570.2 m² mural built on the Red River Dyke in Hanoi, Vietnam.
But Father Chioccioli is far more interested in the social appeal of the mosaic rather than entries into record books.
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Convento di Arcetri, Firenze
Forlì chiesa della Madonna del Fuoco Madonna dei Miracoli
La Madonna del Fuoco è un'immagine della Beata Vergine con Bambino, venerata a Forlì e considerata la protettrice della città.
L'immagine è una delle più antiche xilografie oggi esistenti: scampata a un incendio divampato durante la notte in una scuola della città, è conservata nel
duomo di Forlì. A memoria di tale evento, dalle finestre delle abitazioni forlivesi vengono esposti uno o più lumini rossi, lasciati ardere durante la notte tra il 4 e il 5 febbraio. Dove un tempo vi era quella scuola, sorge la chiesa del Miracolo della Madonna del Fuoco.
L'immagine della Madonna, una xilografia su carta sostenuta da una tavoletta di legno, era esposta fin dal 1425 sul muro di una scuola di Forlì dove insegnava un tal Mastro Lombardino da Riopetroso. Durante l'inverno, all'interno della scuola veniva acceso un focolare in modo da poter riscaldare gli alunni. Probabilmente quella sera, al terminare delle lezioni, non ci si assicura che le ceneri siano ben spente. Durante la notte del mercoledì 4 febbraio 1428 si sviluppa perciò un incendio che avvolge la scuola, distruggendola. La popolazione accorre per circoscrivere il fuoco e salvare tutto ciò che è possibile. L'incendio però dura più giorni e della scuola rimangono solo le macerie annerite. Desta perciò grande stupore rinvenire l'immagine della Madonna praticamente intatta. Fra i testimoni, vi è il celebre Ugolino Urbevetano da Forlì.
Il Governatore della città, il Legato pontificio Monsignore Domenico Capranica, ordina di traslare l'immagine nel duomo della città con una solenne processione, tenuta l'8 febbraio.
Alla fine del Quattrocento Caterina Sforza decide, in onore della Madonna del Fuoco, di dar vita alla Compagnia dello Spirito Santo, composta da otto sacerdoti, e alla Congregazione di Carità.
L'immagine rimane esposta per i primi tempi nella Cappella di San Bartolomeo, nel duomo cittadino; in seguito, dal 1619 al 1636, viene approntata, nella navata sinistra della chiesa, la costruzione di una cappella per ospitare e venerare la Patrona della città. In memoria dell'avvenimento viene eretta in Piazza Maggiore (l'attuale Piazza Aurelio Saffi) una colonna con statua in marmo dedicata alla Madonna (rimossa nel 1909 e successivamente, all'epoca del vescovo Raimondo Jaffei, reinnanlzata in Piazza del Duomo).
Due giorni prima i bambini di tutte le scuole di Forlì attaccano un disegno (relativo alla storia della Madonna del Fuoco) alla ringhiera che si trova attorno alla statua della Madonna.
La tomba di Sant'Agnese
La tomba di Sant'Agnese
Approfondimento di Valentina Luciani, guida alle Catacombe di Sant'Agnese Fuori le Mura, e di Don Edoardo Parisotto, parroco di Sant'Agnese Fuori le Mura
Navigare e vivere la propria fede
Mons. Bernard Housset, vescovo di La Rochelle et Saintes: L'EDHEC promuove da 40 anni una iniziativa molto interessante: organizzare, con tutti i giovani che lo desiderano, una regata-crociera con partenza da un porto francese. Quest'anno le cappellanie delle grandi scuole e università cattoliche hanno pensato di partecipare con tre barche, non per fare del proselitismo, ma per partecipare veramente insieme agli altri, e mostrare una presenza della Chiesa là dove i ragazzi e le ragazze studiano, si divertono e si rilassano. Il mare è un elemento essenziale. Nel Vangelo ci sono molti brani consacrati al mare: la maggior parte degli apostoli è formata da pescatori; Cristo utilizza una barca per allontanarsi dalla riva e parlare alla folla, annunciandogli la Buona Novella; è lui a invitare a Prendere il largo!. Si tratta di un simbolismo completamente cristiano. Inoltre, spesso quando si fa riferimento all'insieme dei cristiani si parla della barca della Chiesa. Una barca che, qualche volta, si trova a fronteggiare le difficoltà, a confrontarsi con la tempesta, ma che regge bene. E ciò è molto importante. Finalmente possiamo dar rilievo a questo simbolismo biblico. Sono venuto per partecipare alla partenza della regata-crociera dell' EDHEC. In tanti mi hanno domandato di benedire gli equipaggi che lo desideravano. A quanto pare ci sono 160 imbarcazioni. E' magnifico! Dunque sono il vescovo di La Rochelle et Saintes... ah, buongiorno monsieur, io sono il vescovo!...una benedizione è anzitutto un modo per rendere grazie a Dio. E' una tradizione marittima. Penso che ci sia bisogno di protezione. Il mare è pur sempre un ambiente pericoloso e i pescatori possono sempre essere colti da una tempesta; tutti coloro che hanno attraversato, che hanno solcato gli oceani per secoli hanno dovuto affrontare delle difficoltà. E questo serviva a mettersi sotto la protezione di Dio. Ma si sa che Dio non deve essere confuso con la meteorologia. Voi sarete tra i primi...Signore accogli le nostre preghiere: noi imploriamo la tua bontà su queste navi e sui loro equipaggi. Possa la loro crociera trascorrere nella gioia e nel cameratismo e possano loro arrivare a un buon porto. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, Amen! Nel nome del Padre, del Figlio, e dello Spirito Santo, Amen! Nel nome del Padre e del Figlio... Ci siamo dati molto da fare per coloro che volevano una benedizione. E voilà! Sono molto felice perché ho percepito che le persone erano contente di essere benedette... Allora, Buona crociera! Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo...Amen...Vi faccio i migliori auguri per la regata!. Le Jour du Seigneur: lejourduseigneur.com
Mosaici tra Inferno e Paradiso - Mosaics between Heaven and Hell
Mosaici tra Inferno e Paradiso
Mosaics between Heaven and Hell
Ventuno meravigliose opere a soggetto dantesco che, nel 1965, furono commissionate dal Comune di Ravenna a grandi pittori italiani del Novecento, per celebrare il VII centenario della nascita di Dante.
La poesia immortale della Divina Commedia, per la prima volta, prese corpo attraverso i bagliori degli smalti e la forza della pietra. Nomi come Franco Gentilini, Carlo Mattioli, Giulio Ruffini, Aligi Sassu, Bruno Saetti e Giuseppe Migneco realizzarono cartoni preparatori che poi vennero tradotti da alcuni degli artisti e artigiani più importanti della storia del mosaico contemporaneo.
Ines Morigi Berti, Giuseppe Salietti, Santo Spartà, Libera Musiani, Sergio Cicognani, Renato Signorini e gli altri protagonisti del Gruppo Mosaicisti dell’Accademia, ebbero infatti il merito di riportare il linguaggio musivo ravennate alla sua dimensione internazionale.
Twenty wonderful works subject to Dante that, in 1965, was commissioned by the city of Ravenna to great Italian painters of the twentieth century, to celebrate the seventh anniversary of the birth of Dante.
The timeless poetry of the Divine Comedy, for the first time, took shape through the flashes of the glazes and the strength of the stone. Names like Franco Gentilini, Carlo Mattioli, Giulio Ruffini, Sassu, Bruno Saetti and Joseph Migneco realized preparatory cartoons which were then translated by some of the artists and craftsmen most important in the history of contemporary mosaic.
Ines Morigi Berti, Giuseppe Salietti, Holy Spartà, Free Musiani, Sergio Cicognani, Renato Signorini and the other protagonists of the Group Mosaic Academy, in fact, had the merit of bringing the mosaic language Ravenna to its international dimension.
S. Messa di Pentecoste 2019 - Duomo di Parma
Ci hai risvegliato - San Basilio Magno
Ci hai risvegliato - San Basilio Magno
Nel nome del Padre, del Figlio, e dello Spirito Santo.
Amen.
Ti benediciamo, altissimo Dio, Signore della misericordia, che per noi continuamente operi cose grandi e inscrutabili. Tu ci mandi il sonno per darci sollievo dalla nostra debolezza e per alleviare la stanchezza della nostra carne tribolata. Ti ringraziamo perché non ci hai fatto perire per le nostre disobbedienze, ma ci hai trattati con amore e affabilità.
Scongiuriamo la tua incomparabile bontà: illumina gli occhi del nostro spirito e scuoti la nostra mente dal profondo sonno della tiepidezza; aprici la bocca e riempila della tua lode cosicché possiamo, senza distrazioni, cantare, inneggiare e confessare te, Padre senza principio, con il tuo Spirito tutto santo, buono e datore di vita, ora e sempre e per i secoli dei secoli.
Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male.
Amen.
Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell'ora della nostra morte.
Amen.
Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo. Come era nel principio ora e sempre nei secoli dei secoli.
Amen.
-
San Basilio Magno