Terranuova, al via i restauri nella chiesa di San Niccolò a Ganghereto
Terranuova Bracciolini, al via i restauri nella chiesa di San Niccolò a Ganghereto
Servizio di: Lorenzo Canali; interviste a: Laura Speranza - Opificio delle Pietre Dure, Valentina Vadi - consigliere regionale, Caterina Barbuti - assessore alla cultura
TSD Notizie del 20 aprile 2017
Terranuova Bracciolini
L'antica Castel Santa Maria, fondata nel 1337, fu l'ultima delle Terre Nuove costruite dalla Repubblica di Firenze nel Valdarno, fu poi gravemente danneggiata durante la Seconda Guerra Mondiale, ma il nucleo più antico conserva l'impianto originario ortogonale, delimitato da una cinta muraria ancora a tratti evidente, mentre delle porte-torri resta solo il piedritto della Porta San Niccolò, situata a nord.
Chiesa di santa Maria
Sulla grande piazza centrale venne edificata la chiesa dedicata alla Natività della Vergine, poi radicalmente modificata tra il Seicento e il Settecento.
All'interno, possiamo osservare molte opere seicentesche ma tra tutte spicca, nella canonica, la Samaritana al Pozzo del montevarchino Giovanni Martinelli, ricca di riferimenti caravaggeschi.
Palazzo Concini
Palazzo Concini era proprietà della omonima famiglia nobile dei Conti della Penna.
Fu Bartolomeo di Giovanbattista, nato nel 1507 e segretario di Cosimo I de' Medici, a volere edificare il palazzo di famiglia.
Il palazzo oggi è di proprietà del comune e i suoi spazi ospitano un ricco calendario di attività espositive e culturali.
I Castelli
Le frazioni di Terranuova Bracciolini, Penna, Cicogna, Tasso, Campogialli, Persignano, Le Ville, Castiglion Ubertini sono le vestigia di antichi castelli appartenuti alla famiglia comitale dei Conti Guidi e ai loro feudatari, Pazzi e Ubertini.
Il piccolo e suggestivo borgo di Piantravigne ha la particolarità di essere inserito in un ambiente naturale di notevole suggestione, affacciandosi sullo straordinario scenario delle balze, che come un anfiteatro naturale, rende il paesaggio decisamente fiabesco.
In un ambiente campestre quasi incontaminato troviamo la Traiana, resa famosa oggi dal ritrovamento di un bellissima e struggente tela dell'Annunciazione di Giovanni Martinelli, che dopo il restauro tornerà nella piccola chiesa parrocchiale per offrirsi ai fedeli e ai visitatori.
All'antico castello di Montemarciano, riedificato nel Trecento come una terra murata, si accede ancora oggi tramite la medievale Porta Campana opposta alla porta detta Arco Etrusco, dalla quale si scende per la strada delle Cave.
Dall'altra parte, invece, inserendoci nella strada Setteponti incontriamo l'Oratorio della Madonna delle Grazie, riconoscibile dal bel porticato seicentesco e al cui interno sono conservate notevoli opere pittoriche rinascimentali e seicentesche.
Alla scoperta dell'unità pastorale di Terranuova Bracciolini
Le interviste a don Donato Buchicchio e don Andrej Zalewski, dell'Unità pastorale Terranuova, e a Cristiano Bonci e Tommaso Bazzini, operatori della pastorale giovanile.
Riprese di Gianni Vukaj.
Piandiscò
Pian di Scò, attraversato dalla Strada Setteponti, antica Cassia Vetus, si estende alla destra dell'Arno su una stretta fascia collinare, dal fondovalle fino al crinale del Pratomagno. L'abitato non ha origini urbane ben delimitate, ma si è sviluppato intorno ai numerosi frantoi e mulini costruiti lungo il fosso macinante: canale artificiale medievale le cui acque venivano sfruttata per produrre energia meccanica per alimentare le ruote a pale di macine e fucine.
Pieve santa Maria.
Sull' antica strada Setteponti, o Cassia Vetus, sorsero nell'XI secolo una serie di pievi a controllo politico e religioso del territorio tra cui l'imponente Pieve Santa Maria. Documentata già nel 1008, è stata edificata in due momenti diversi, visibili osservando il paramento murario della facciata e dell'abside. L'austero interno è suddiviso in tre navate sorrette da colonne con capitelli decorati con figure antropomorfe, animali ed elementi ve¬getali, simili a quelli della pieve di Gropina. Qui sono conservate alcune opere quat¬trocentesche tra cui un affresco raffigurante la Madonna col Bambino in trono, attribuito a Paolo Schiavo e la tavola con la commiserazione di Cristo tra i Santi Nicola e Francesco attribuito dopo il recente restauro all'ambito di Luberto da Montevarchi.
Casabiondo/ Simonti
Il territorio di Pian di Scò è costellato di piccoli borghi di origine medievale ancora ben conservati, dove sorgono cappelle, oratori e chiese che arricchiscono il suo patrimonio artistico, paesaggistico e naturale. Spicca tra questi l'Oratorio dell'Immacolata concezione a Casabiondo, realizzato, a fine Seicento, in uno stile architettonico unico nel suo genere nell'intero Valdarno, e Simonti con la piccola chiesa di Santo Stefano dove si possono ammirare due pregiatissime tele seicentesche di scuola fiorentina.
Faella/Balze
Faella, il cui borgo in epoca medievale si sviluppò attorno alla chiesa di Santa Maria, è la frazione più grande del comune di Pian di Scò. Il suo abitato, insieme a Vaggio e al Matassino è situato a 200 metri di dislivello rispetto al capoluogo e proprio questo ha conferito al suo paesaggio una nota singolare, le balze: un spettacolare fenomeno dovuto a secoli di erosione causato dal defluire delle acque del grande lago che in epoca pleistocenica copriva l'attuale Valdarno.