ROVIGO - CITTA' MURATA - LE ANTICHE MURA, LE PORTE DELLA CITTA’, IL CASTELLO, LE TORRI
ROVIGO – CITTA’ MURATA - CAPITALE DELLA TERRA FRA DUE FIUMI - LE ANTICHE MURA, LE PORTE DELLA CITTA’, IL CASTELLO, LE TORRI
L’abitato di Rovigo è sorto in epoca antica in un territorio acquitrinoso e paludoso protetto da un sistema di fosse che correvano parallele all’esterno della città. La necessità di dotarsi di un sistema murario a presidio del centro abitato, si ebbe già dal XII secolo, in quanto il territorio fu oggetto di ripetute contese fra gli Estensi di Ferrara, gli Scaligeri di Verona, i Carraresi di Padova e la Repubblica di Venezia. Nel corso dei secoli il tracciato assunse la forma di un pentagono schiacciato. Dal XVI secolo le fortificazioni persero progressivamente di importanza e, in molti casi, vennero costruite abitazioni addossate all’interno o all’esterno delle mura. Oggi rimangono poche tracce visibili di questo antico manufatto di epoca medievale; quelle meglio conservate sono visibili alla fine di via Boscolo: si tratta delle mura che chiudevano il lato meridionale della città.
«Nel Settecento, Rovigo era circondata da un’ampia cinta di mura: cinque porte e un portello permettevano l'accesso alla città. Di queste porte soltanto due rimasero, quella di Sant’Agostino e quella di San Bartolomeo (o San Bortolo); le altre tre, cioè quella d'Arquà, quella di San Giovanni e quella di San Francesco, furono demolite nell’Ottocento. Il portello (così chiamato perché più piccolo delle altre porte) fu distrutto nel 1823. La porta di San Bartolomeo (o San Bortolo), che prende il nome dalla chiesa extra moenia di San Bartolomeo Apostolo, fu eretta tra il 1482 e il 1486, sotto il dogato di Giovanni Mocenigo, in coincidenza con il passaggio della città al dominio della Serenissima. Si tratta di una porta in cotto, a unico fornice, merlata e adorna di stemmi nobiliari. Il relativo arco è sovrastato su entrambi i lati da una cornice, secondo lo stile del Sansovino».
LA TORRE PIGHIN
«Torre Pighin è l'unica torre di cinta rimasta a Rovigo. Originariamente la torre, avendo funzione solo di difesa, era aperta verso l'interno. Nel '700 è stata costruita al suo interno un'abitazione privata, conferendo così al monumento un aspetto veramente particolare. Torre Pighin è l'unica torre rimasta fra quelle che sorgevano lungo la cinta muraria di Rovigo. La torre aveva una funzione principalmente di difesa della città: la sua altezza altezza consentiva una maggiore comodità di avvistamento. La torre in origine era aperta verso l'interno della città, perchè aveva una finalità esclusivamente di difesa e non abitativa. Probabilmente al parte aperta era provvista di alcuni piani in legno, collegati fra di loro da scale a pioli. A seguito dell'evoluzione delle tecniche militari, la torre perse importanza e nel '700 fu trasformata in un'abitazione, aggiungendo la parete mancante. Nel corso del'800 e del '900 la convivenza di un'abitazione privata all'interno di una proprietà pubblica (la torre) rese spesso complicati gli interventi di restauro. Solo alla fine del '900 Torre Pighin è stata ristrutturata ed ora si può ammirare in tutta la sua particolarità».
IL CASTELLO E LE TORRI DONA’ E GRIMANI
«Intorno al 920 il Castello fu eretto dal vescovo di Adria, Paolo Cattaneo. Esso rappresenta il reperto urbanistico più antico della città. Ignoti sono il progettista e l’esecutore dell’opera; è invece certo che il Castello accolse la sede vescovile ed ebbe funzione difensiva contro le scorrerie degli Ungari. Si ritiene che, in origine, fosse una rudimentale fortificazione, composta da una torre cinta da una palizzata. La struttura fu poi modificata e ampliata, fino a diventare una vera e propria fortezza, cinta da mura merlate e da un fossato e dotata di ben otto torri. Vi si accedeva attraverso due ponti levatoi. Al centro della fortezza si elevava il mastio, tuttora esistente, chiamato Torre Donà: alta più di sessanta metri, essa è una delle maggiori torri medievali italiane. Nei pressi sorge la Torre Grimani, chiamata “Torre mozza” perché parzialmente crollata. Entrambe le torri sono pendenti. Simbolo della città, il Castello – che oggi prospetta su Piazza Matteotti – fu sempre considerato proprietà comunale. Quando, nel 1482, Rovigo si sottomise a Venezia, fu stabilito che la Serenissima dovesse mantenere, riparare ed eventualmente rifare – a proprie spese – le mura e le fortezze. Nel 1598 il Consiglio Rodigino concesse al nobiluomo Niccolò Denudo – a titolo di livello perpetuo – il Castello e le sue pertinenze, con l'obbligo di buona conservazione. Nel 1771 i patrizi Donà iniziarono la demolizione della torre col pretesto di pubblico pericolo, ma nella causa loro intentata dai cittadini, ebbero torto. II successore dei Donà, conte Marco Grimani, nel 1836, demoliva parte delle mura; ma la demolizione fu fermata dalle autorità».
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Lendinara Santuario Beata Vergine Nostra Signora del Pilastrello - la Madonna Nera (Rovigo Veneto)
Il santuario della Beata Vergine del Pilastrello è una chiesa dedicata alla Beata Vergine sita a Lendinara. Nel gennaio del 1911 papa Pio X la elevò al rango di basilica minore.
L'architettura della chiesa attuale è frutto di notevoli rimaneggiamenti di fine Settecento e inizio Ottocento curati dall'architetto lendinarese don Giacomo Baccari. La facciata, col doppio ordine ritmato da lesene, è stata modificata parzialmente nel 1933. Lo spazio interno della chiesa è diviso in tre navate ed è ritmato da archi a pieno centro che poggiano su pilastri. Le volte e il catino absidale vennero affrescati tra il 1939 e il 1942 dal pittore caucasico Giuseppe Chiacigh. Nel soffitto della navata centrale si trova Il Sacro simulacro che riceve forza dalla Vergine in gloria, nella controfacciata sopra il portale La salvezza dall'alluvione del 1822, verso la navata laterale sinistra il Miracolo della preservazione di Lendinara dalle rotte dell'Adige, verso la navata laterale destra La preservazione della città dalla peste del 1630 e La liberazione degli animali dalla peste del 1748, nel catino absidale L'incoronazione di Maria e dei Santi Benedetto e Francesca Romana, e del beato Bernardo Tolomei, La Natività della Vergine e I quattro profeti, nelle navate laterali gli angeli e i simboli araldici e nella cappella di Sant'Antonio Le virtù cardinali, dipinte in monocromo.
Nell'altare a sinistra si trova l'opera di G. Angeli, allievo del Piazzetta, San Francesco visitato da un angelo (1750 ca.), nel II l'Ascensione di Cristo in presenza degli apostoli e del committente V. Malmignati (1580 ca.) opera di P. Veronese e bottega. Nel III altare si colloca Il battesimo di Cristo del Montemezzano, allievo del Veronese. Salendo la scalinata sinistra si incontrano due delle sei tele dipinte tra il secondo e il terzo decennio del Settecento da Angelo Trevisani sulla storia del Pilastrello: La giovane Lucia Zante risuscitata durante il suo funerale (11 febbraio 1592) e La giovane Francesca Bimbato, annegata nel Canalbianco, viene ritrovata viva (19 luglio 1613). Una volta in cima alle scale ci si trova davanti all'altare che conserva una copia della statuetta miracolosa, derubata nel 1981. La statua è circondata da angeli in marmo scolpiti da Giovanni Maria Morlaiter (o dal bellunese Marchiori) tra il 1743 e il 1745. Dello stesso artista le statue della Verginità e dell‘Umiltà ai fianchi dell'altar maggiore.
Scendendo la scalinata opposta si incontra la cappella dedicata all'abate Celestino Colombo in cui si trova una tavola con San Pietro (inizi XVI sec.) di scuola dossesca. Nel II e III altare di destra si collocano due pale tardo settecentesche del pittore siciliano di formazione romana Tommaso Sciacca: Sant'Antonio da Padova che riceve Gesù Bambino e Sant'Antonio abate che visita San Paolo eremita. Nella seconda cappella sono conservate altre due opere splendide del ciclo di Trevisani: La giovane Maria Rigo viene resa invisibile a giovani patrizi male intenzionati (16 maggio 1591) e L'acqua mutata in sangue (1576) (1730 ca.). Tra due statue del padovano T. Bonazza si colloca una seconda pala dello Sciacca San Sebastiano e Santa Lucia (1814).
Un'altra opera di rilievo è conservata nel I altare a destra. Si tratta de I Santi Bartolomeo, Benedetto e il beato Bernardo Tolomei e i committenti Bartolomeo e Battista Malmignati (1580 ca.) di J. e D. Tintoretto. Altre due grandi tele del Trevisani sono conservate nella sacrestia: La città di Lendinara viene preservata dalla pestilenza che infuria in vari luoghi d'Italia e del Polesine (1630) e Per intercessione di Giovanni Battista, la Madonna del Pilastrello salva Lendinara da una tremenda rotta dell'Adige (24 giugno 1677). Sono, inoltre presenti, la Glorificazione del podestà di Lendinara Ludovico Pisani (seconda metà del sec. XVII) attribuita ad Andrea Celesti (o a Matteo Ghidoni), Sant'Andrea (metà del XVII sec.) di J. Ribera, alcuni dipinti di scuola romana di fine Settecento e una copia dal Guercino.
Nella navata sinistra si trova l'ingresso del Bagno. L'impianto è quello voluto dal Baccari ma ha subito molti rifacimenti e aggiunte di epoca successiva. Sulla sinistra si trova la fonte miracolosa coronata dalla Madonna in bronzo (1910) del melarese Policronio Carletti mentre alle pareti si trova il ciclo ottocentesco dei dodici dipinti con I miracoli della Vergine del Pilastrello di Giovanni Baccari. In una vasca monolitica in marmo degli inizi del Novecento sgorga l'acqua della fonte miracolosa.
CORELLI CONCERTO GROSSO per la notte di Natale LUCA PACCAGNELLA direttore 2012
Arcangelo CORELLI (1653-1713) CONCERTO GROSSO n.12 op.6 in g minor fatto per la notte di Natale ORCHESTRA GIOVANILE VENEZZE direttore LUCA PACCAGNELLA
Concertino: Elena Spremulli, Kim Joel (violini) Alessia Bruno (violoncello) Lothar Banse (cembalo)
CHIESA di SAN BARTOLOMEO - ROVIGO - ITALY 2012
AFAM - Conservatorio di musica F. Venezze di Rovigo
L’arte salvata
Nelle terre colpite dal terremoto del Centro Italia, continua il lavoro delle forze dell’ordine, della Protezione civile, dei volontari. I vigili del fuoco sono intervenuti a Fabriano, nella chiesa di Sant’Agostino che risulta per il momento inagibile a causa del sisma, per recuperare tre grandi tele di oltre 180 centimetri per 350. Altri interventi di messa in sicurezza sono stati effettuati a Sarnano, con il salvataggio di tele e oggetti sacri. E poi a Ussita, nel Maceratese, dopo aver montato un’impalcatura dietro l’altare maggiore della chiesa romanica del 1300 di Santa Maria Assunta, hanno imballato e recuperato la tela dell’Assunzione attribuita a Camillo e Fabio Angelucci. Il quadro del 1584 è stato collocato in un luogo sicuro, come già era avvenuto per la scultura lignea del SS. Crocifisso.
Padre Nostro (O.R.O) - Coro San Bartolomeo di Barberino Val d'Elsa
Concerto di Natale del 26/12/2010 Coro della Cappella Musicale San Bartolomeo Barberino Val d'Elsa (FI)
TG BASSANO (04/12/2017) - BENEDETTA E INAUGURATA LA NUOVA SEDE DEL CAPITELLO DELL’IMMACOLATA
TG BASSANO (lunedì 4 dicembre 2017) - La banda che suona, la gioia di famiglie e bambini. Domenica di festa a Campodarsego nella frazione di Sant’Andrea dove dopo 4 mesi torna a risplendere lo storico capitello dell’immacolata. Il 10 agosto, all’alba, lo spostamento per motivi di sicurezza dalla sua sede originaria tra via Bassa e via Caltana. In questi mesi il nuovo basamento è stato consolidato, la statua ripulita e restaurata. Ecco le immagini della festa domenicale con la scopertura nel capitello.
La sua nuova sede, inaugurata al termine della messa, rimarrà la rotatoria lungo Via Caltana, nell’angolo ricavato nel giardino della scuola dell’infanzia, davanti alla chiesa. Quasi novantamila euro l’importo dell’operazione. 1886 riporta la data incisa sul basamento della statua in pietra che raffigura la Vergine del Rosario. La vecchia sede era molto pericolosa per la viabilità. Lo spostamento ha conservato la sua funzione di segnavia, presenza benedicente per quanti passano lungo la strada e per gli abitanti del paese. (
Ampio servizio di Toscana Tv sull'inaugurazione dell'Oratorio San Bartolomeo
Inaugurazione del 23 novembre 2019 dell'Oratorio San Bartolomeo dopo il restauro al quale ha contribuito Ancos Confartigianato
Concorso BullOff - Fratta Polesine
I.C. Fratta Polesine - REALTÀ 1 RETE 0
San Filippo - Preghiera della Domenica - 21.07.2001
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Evento crollo tettoia ex chiesa della Misericordia
A Teramo il 14 Luglio 2017 la Santissima Madre di DIO compie un miracolo sulla scalinata esterna della ex Chiesa della Misericordia, sotto la lunetta che conserva l'affresco medievale del XIV Secolo. Dove i Teramani sono soliti sostare durante la calura estiva fino a tarda notte. Poi, alle ore 3:56:21 AM, il crollo. Tutti salvi. (Ripresa privata secondo normativa vigente). #RT #RussiaToday
Il restauro della Torre Campanaria di Melara (RO) | PianuraNews.TV
Melara (RO) - Costante Quintiliano diceva che il campanile di Melara
l'e' n bon sulda'
C a l fa la guardia al temp
Co i bot adle campane...
Porto Viro : arrivo alla chiesa di Scalon delle reliquie di San Giovanni Bosco
Santa Maria della Vita riapertura chiesa oratorio museo e santuario
Dopo un anno e mezzo di chiusura dovuta ai lavori di restauro della cupola e delle facciate, sostenuti dalla Fondazione Carisbo, riapre al culto ed al pubblico il santuario di Santa Maria della Vita, uno dei segni più preziosi impressi dallarchitettura religiosa barocca sul paesaggio del centro della città di Bologna. Intervista esclusiva di Andrea Vivit per BOTV con l'architetto Roberto Terra, del gruppo di progettazione degli interventi.
Chiesa di S. Sofia in Lendinara
S. Sofia di Lendinara.
Questo video è stato fatto dagli alunni Marco Rossi e Josuè Saron.
Amore amore... a more tanta zente primo atto
Le commedie a Polesella
Tracciato su corde San Bortolo festival dei Gruppi 6
A ROVIGO, CON COLDIRETTI E L'INSALATA DI LUSIA IGP
Nell'attuazione della PAC (Politica Agricola Comune), un nuovo speciale dedicato a Coldiretti di Rovigo alla scoperta dell'Insalata di Lusia IGP e della vocazione orticola del territorio fra i l'Adige ed il Po. Per questo la puntata continua con la visita guidata al Museo dei Grandi Fiumi di Rovigo, alternandosi con le ricette a Km0 del Ristorante Trattoria Al Ponte ed il verismo poetico di Tono Zancanaro, dedicato all'alluvione del '51 ed al mondo delle Mondine. Conduce Claudio De Stefani. Una produzione Comunicare - Sceneggiatura e Regia: Mauro Zardetto
San Bortolo BBQ
The Vicenza Health Center and the San Bortolo Hospital work hand-in-hand to take care of the Vicenza Community. Specialist Ted Gabbert joined the Vicenza Health Center for a cookout they held to show their gratitude for the San Bortolo's health physicians.