Brindisi - CHIESA DI SAN BENEDETTO
La ricostruzione del complesso monumentale delle Benedettine nere di Brindisi, già esistente attorno al Mille con il nome di Santa Maria Veterana, si può collocare al 1089-1090, per volontà del locale feudatario Goffredo da Conversano e sua moglie Sighelgaita.
Chiesa e monastero subirono numerosi rimaneggiamenti nel corso dei secoli. Nel ‘700 il vecchio monastero venne abbandonato e costruito il nuovo collegato alla chiesa attraverso un vano di passaggio. L’originaria facciata venne occlusa e il potale fu smontato e ricostruito sulla parete laterale dove si può ammirare ancora oggi.
I muri perimetrali sono scanditi da una ritmica sequenza di arcate cieche che inquadrano le monofore con la caratteristica bicromia di pietra bianca e carparo dorato caratterizzante anche il campanile a base quadrata, alto 20 m.
L’antico portale, dell’XI secolo, è decorato con intrecci viminei di fine fattura intercalati da piccole campiture lisce o incise con semplici motivi. Sull’architrave è la rappresentazione di tre scene di caccia che raffigurano due leoni ed un drago infilzati da guerrieri medievali. In alto lo stemma dell’Arcivescovo Antonio Sersale (1743-1750).
L’impianto è a tre navate coperto da volte a crociera impostate su semicolonne e colonne. Tra i preziosi capitelli corinzi se ne distingue uno a figure animali.
Nella sala di passaggio tra la chiesa ed il chiostro si conservano la statua lapidea e policroma della Madonna della neve opera di artista della scuola di Stefano da Putignano ( fine XV-inizi XVI sec.), uno fra gli scultori più importanti del panorama artistico pugliese e la statua in cartapesta settecentesca di S. Benedetto da Norcia, mirabile per l’ espressività del volto severo e solenne e per la resa del fluido panneggio.
Il chiostro, che conserva ancora un’atmosfera di pacifica quiete, è definito da una serie di quadrifore ripartite da colonnette poligonali con particolari capitelli a stampella. Nell’ambulacro tracce d’affresco tra cui un’inconsueta annunciazione con la Vergine colta dalla buona novella recatole da un piccolo angelo, intenta nel lavoro di cucito.
Scavi nei bracci del chiostro hanno portato alla luce sepolture di epoca romana e medioevale.
Culturazioni @ In_Chiostri - 5Settembre2014 - Chiesa di San Benedetto Brindisi
Marco Greco, Daniela Errico, Mino Pica (autore), Dino Panza (armonica blues), Doriana De Luca (flauto traverso), Silvia La Grotta (violino)
Chiostro bizantino della chiesa di San Benedetto nella città di Brindisi
Si iniziò la costruzione (prima fase) tra il VI e X sec su un tempio e sepolcro pagano già esistente dal tardo impero romano. Nell’886 morì l’imperatore bizantino Basilio I e gli succedette sul trono d’oriente il figlio Leone VI, il quale richiamò il generale Niceforo Foca, vittorioso su tutta la Longobardia, nominandolo comandante supremo dell’esercito imperiale e questi s’imbarcò da Brindisi alla volta di Costantinopoli con gran parte del suo esercito, lasciando però alla città numerosi prigionieri utili alla ricostruzione.
La seconda fase risale alla prima metà del XI sec, dopo che Durazzo (attuale Albania) nel 1005 tornò a far parte dei domini dell’impero d’Oriente, mentre la potenza egemone veneziana ripulì il settore meridionale della costa adriatica dalle scorrerie piratesche (slave e arabe), Brindisi riottenne l'antica importanza portuale strategica che aveva durante l'età romana, erula e gotica, giacché Costantinopoli poteva adesso essere facilmente raggiunta via terra dalla penisola italica, dopo la breve traversata da Brindisi a Durazzo.
La terza fase risale verso la fine della seconda metà del XI sec. Quando i normanni di Roberto il Guiscardo fondarono la contea di Lecce, dalla quale nel 1071, presero Taranto e Brindisi poi di Bari nel 1072 e la successiva fondazione, nel 1088 del potente principato di Taranto al quale anche Brindisi e mezzo salento furono ascritti. Tra i primi feudatari normanni, vi fu Goffredo di Conversano, che rilanciò a Brindisi una sistematica opera di riqualificazione urbanistica. Tra il 1089 e il 1090 furono edificate la nuova cattedrale e una ristrutturazione e ampliamento del tempio bizantino di via San Benedetto, che diventerà il monastero femminile di Santa Maria Veterana. Fu con la conquista normanna che la chiesa bizantina di San Benedetto assunse uno stile più romanico, arrichitosi ulteriormente durante le crociate del XII, XIII e XIV secolo. Brindisi sotto i bizantini e normanni era una città molto più piccola di quella attuale, adagiata sulla sola collina di Ponente ed era circondata da una cinta muraria ad andamento grosso modo circolare sul perimetro delle precedenti mura messianiche (1500 aC, come a Ugento) e romane (dal 200 aC), come ancora mostrano le raffigurazioni a sbalzo del tesoro di San Teodoro (1200).
Sempre nel XIII dC, nel periodo svevo, Federico II decise di impiantare un nuovo castello (attuale fortezza della marina militare in Viale dei Mille) dal quale avrebbe fatto partire una cinta muraria nuova che si sarebbe dovuta collegare a Porta Mesagne (visto che anch'essa secondo le fonti venne eretta nel XIII), adatta alla mutata situazione urbanistica, in quanto le case si erano espanse anche al di là delle vecchie mura normanne sul promontorio portuale. Sembra che Brindisi, in questo periodo fosse divisa in tre quartieri. Poi i lavori si interrupperò sia a causa dell'avvento dei perfidi angioini, sia a casa della pestilenza.
Quarta fase è riconducibile tra la fine del 1400 e l'inizio del 1500 in cui gli aragonesi e Carlo V diedero alla chiesa di San Benedetto come a tutta Puglia un aspetto più spagnolo rinascimentale con i suoi mattoni dal tufo giallo salentino, inoltre grazie all'ingegno dell’architetto militare Ferdinando di Alarcon e Giovanni Loffredo vennero innalzate massiccie fortificazioni costiere contro la minaccia delle navi turche. Anche il castello Federiciano venne ampliato e fu terminato il progetto svevo murario rimasto interrotto due secoli prima, con l'aggiunta anche di bastioni.
TERRE DEL SALENTO 04.03.11 - CHIESA SAN BENEDETTO BRINDISI.flv
Documentario Brindisi pt.4 - Chiese HD
Riprese e montaggio di Michele Signorile
Voce di Samuele Mangia
La chiesa del Cristo fu eretta nel 1232 e la sua peculiarità è il grande e ricco rosone.
La chiesa di San Benedetto è in stile romanico ed è esistente forse già prima dell'XI secolo.
Nel fianco, è un interessante portale incorniciato da una fascia intagliata a intrecci viminei, con architrave a figure appiattite dove si possono vedere scene di combattimento tra uomini e draghi.
La navata centrale è coperta da quattro volte a crociera, con larghi costoloni, le laterali sono a quarto di botte. Le colonne di marmo hanno ricchi capitelli romanici: quattro sono di tipo corinzio ed uno, quello posto sulla prima colonna di sinistra, rappresenta buoi, leoni ed arieti a teste unite.
L' ex sagrestia è adibita a sezione del Museo Diocesano, sono esposti: una statua settecentesca di San Benedetto in cartapesta: una statua, pure in cartapesta, di Sant’Anna con Maria bambina; una tela con l'Assunzione della Vergine, forse del XVII secolo e una Madonna col Bambino, pregevole scultura in pietra policroma.
Da questo ambiente si accede al chiostro ell'ex monastero, cinto da portico a quadrifore con colonnine poligonali e capitelli a stampella.
La chiesa di San Giovanni al Sepolcro è una chiesa romanica sita nel centro storico di Brindisi, chiusa al culto.
L'edificio è una costruzione di età normanna dell'XI secolo con pianta circolare.
La chiesa doveva appartenere ai canonici del Santo Sepolcro, attestati a Brindisi già intorno al 1126. Alcuni studiosi hanno ipotizzato che la chiesa possa essere stata edificata dai templari, ma tale ipotesi non risulta essere suffragata da alcun riscontro documentario.
Subì notevoli danni e un lungo degrado fino al restauro di metà Ottocento che lo portò a fungere da provvisoria sede del Museo Civico dal 1850 al 1955. Numerose campagne di scavo al suo interno hanno portato alla luce antiche testimonianze anche di epoca romana, senza fare luce sulla sua origine.
Alle pareti ci sono resti di affreschi (Deposizione di Cristo, Madonna col Bambino, San Giorgio e altri Santi) attribuibili al XIII-XIV secolo.
Fatta costruire da san Lorenzo da Brindisi su terreni di sua proprietà, la chiesa di Santa Maria degli Angeli venne destinata alle suore clarisse. I lavori, finanziati in gran parte da Massimiliano I, elettore di Baviera, iniziarono nel 1609, e prevedevano la costruzione di una chiesa e di un monastero.
In funzione dal 1619, il monastero fu abbattuto all'inizio del XX secolo.
La pianta è a croce latina e la facciata, in stile barocco, è decorata con fiori e putti. La porta lignea è ornata con bassorilievi raffiguranti San Francesco d'Assisi, Santa Chiara, San Giovanni e San Matteo.
L'interno, a navata unica, presenta lateralmente quattro cappelle, nelle quali sono ospitate alcune opere pittoriche e scultoree, tra cui un crocefisso attribuito a Angelo da Pietrafitta e il dipinto Estasi di san Lorenzo attribuito ad Oronzo Tiso.
Nella cappella dedicata al santo è conservato un crocefisso d'avorio donato da san Lorenzo da Brindisi, utilizzato dallo stesso Lorenzo per incitare i soldati cristiani nella battaglia di Székesfehérvár (Albareale) del 1601 contro gli ottomani. Qui sono conservati anche gli effetti personali del santo, tra cui il libro che usava per pregare e parti dell'abito da sacerdote che indossava. Inoltre ci sono tantissime reliquie, per lo più pezzi di ossa, di altrettanti santi.
Dietro l'altare maggiore, ornato con statue dei santi Francesco e Chiara, vi è un dipinto raffigurante l''Immacolata tra gli Angeli, di Pieter De Witte.
Una delle più belle chiese del territorio è sicuramente quella di santa Maria del Casale.
Caratteristica per il notevole gusto cromatico è la facciata a fasce di disegni ornamentali di pietre a due colori.
Fu eretta allo scadere del XIII secolo sul luogo dove la tradizione dice che san Francesco d'Assisi, di ritorno dalla Terra santa, avrebbe pregato. Il luogo dove sorgeva la chiesa della Madonna del Casale era solitario e ameno e gli arcivescovi di Brindisi vi costruirono la loro dimora estiva.
La chiesa nel 1811 fu soppressa e fu usata come caserma. I Francescani vi tornarono nel 1824 e cercarono di riparare i gravissimi danni.
Santa Maria del Casale è Monumento Nazionale dal 1875.
Le pareti sono in gran parte coperte di affreschi del XIV secolo, di forme ancora bizantine ma con qualche apporto lineare gotico. Sulla parete d'ingresso, il Giudizio universale, grandioso affresco distribuito in quattro scomparti, è riferibile ai primi decenni del XIV secolo.
TERRE DEL SALENTO 17-06-'11 SVZ BRINDISI CHIESA SAN BENEDETTO.flv
San Benedetto - Brindisi anti-crisi per i commercianti del centro
Si è brindato in via Montebello
Chiesa San Benedetto.
La chiesa di San Benedetto è una basilicacristiana cattolica di Catania, costruita nel XVIII secolo. Essa si trova in Via dei Crociferi, dove è stata edificata tra il 1704 e il 1713, ed è stata dedicata a San Benedetto da Norcia. La struttura è celebre soprattutto per la Scalinata dell'Angelo, uno scalone marmoreo di ingresso, adorno distatue raffiguranti alcuni angeli. La scalinata è cinta da una bellissima cancellata in ferro battuto. La porta d'ingresso è in legno e sulle formelle sono riportate scene della vita di San Benedetto. La chiesa fa parte del complesso conventuale delle suore benedettine che comprende anche la Badia Maggiore e la Badia Minore collegate da un ponte coperto che sovrappassa la via dei Crociferi. Al suo interno, come da fotografia a lato, si trovano affreschi di Sebastiano Lo Monaco, di Giovanni Tuccari e di Matteo Desiderato. La chiesa è ad una navata ed ha la volta completamente affrescata con scene della vita di san Benedetto. La parte più pregiata della chiesa risulta essere l'altare maggiore realizzato in marmi policromi con intarsi di pietre dure e formelle in bronzo. Oggi è affidata in custodia alle suore benedettine. Dall'aprile del 2013 la Chiesa è visitabile all'interno di un percorso guidato che comprende anche i resti di una domus romana ritrovata in occasione degli ultimi lavori di restauro, il parlatorio settecentesco del Convento di clausura e la Scalinata degli Angeli.
Best Attractions and Places to See in Brindisi, Italy
Brindisi, Italy
Brindisi Travel Guide. MUST WATCH. Top things you have to do in Brindisi. We have sorted Tourist Attractions in Brindisi for You. Discover Brindisi as per the Traveler Resources given by our Travel Specialists. You will not miss any fun thing to do in Brindisi.
This Video has covered Best Attractions and Things to do in Brindisi.
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List of Best Things to do in Brindisi
Santa Maria del Casale
Tempio di San Giovanni al Sepolcro
Colonne Terminali della Via Appia
Monumento al Marinaio d'Italia
Lungomare Regina Margherita
Porto di Brindisi
Pontificia Basilica Cattedrale
Palazzo Granafei Nervegna
Chiesa di San Benedetto
Museo Archeologico Provinciale Francesco Ribezzo
CHIESA DI SAN GIOVANNI AL SEPOLCRO
Brindisi - CHIESA DI SAN PAOLO
La Chiesa di San Paolo Eremita sorge fra il vecchio quartiere contadino di San Pietro degli Schiavoni e l’altro marinaro delle Sciabiche. Molto probabilmente fu edificata per volere di Carlo I d’Angiò, re di Napoli, il quale il 2 marzo 1284 fece dono alla comunità francescana locale del suolo su cui essa sorge. Fu terminata nel 1322, data riportata su una delle travi del soffitto dell’edificio stesso.
La struttura architettonica, ad aula unica e coro rettangolare, riprende il diffuso modello adottato da vari ordini mendicanti e prediletto proprio dai frati minori data l’assenza di barriere visive o uditive all’ascolto della parola di Dio. Sulle pareti si conservano resti delle decorazioni pittoriche che un tempo la ingentilivano con teorie di santi e scene di pietà cristiana, oggi in parte nascoste dagli altari barocchi. Degna di nota la cappella di San Francesco voluta dallo storico brindisino Giovanni Maria Moricino (1558-1628) che a Venezia, con ogni probabilità, fece modellare la statua lignea del santo.
Nel 1505 si procedette alla sostituzione del soffitto originale con l’odierna copertura a capriate.
La facciata fu riedificata per minaccia di crollo fra 1825 e 1826 e arretrata di otto metri rispetto alla precedente con conseguente soppressione della prima campata e rimozione di ben due altari. Sulla fiancata destra, caratterizzata dalla tipica bicromia ottenuta dall’alternanza di carparo e pietra bianca di Carovigno, si apre un portale sormontato da un protiro cuspidato.
Forte è la devozione dei brindisini verso la Vergine Immacolata, una statua macenula cui si attribuì lo scampo dal terremoto del 20 febbraio 1743 e, fino a non molto tempo fa, vestita in corso d’anno con quattro abiti diversi.
Gli ultimi lavori di restauro, condotti tra il 2016 ed il 2018, hanno portato alla luce affreschi rimasti nascosti da altari e strati di calce.
Il chiostro e il convento della chiesa di san Paolo Eremita a Brindisi
Il chiostro e il convento della chiesa di san Paolo Eremita a Brindisi
06 Luglio 2019 Brindisi Scoperte inedite dal restauro della chiesa cattedrale
29 ottobre - Brindisi, dopo 2 anni di restauro riaperta la chiesa San Paolo
Luigi Di Maio - San Benedetto del Tronto
Il discorso quasi intero fatto dal vice presidente alla Camera dei Deputati Luigi Di Maio a San Benedetto del Tronto il 17 Maggio 2015. 28 anni spesi bene.
ESCLUSIVA AGENDA - Il restauro della Chiesa di San Paolo di Brindisi
Una esclusiva di Agenda Brindisi che, col direttore Antonio Celeste e col redattore Domenico Saponaro, è entrata con le proprie telecamere nella bellissima chiesa di San Paolo Eremita dove sono in corso importanti lavori di restauro interni ed esterni. Vi mostriamo le immagini degli interventi con la testimonianza di una restauratrice sul ritrovamento di un affresco e l'intervista di Saponaro con l'architetto Augusto Ressa (Soprintendenza Archeologia-Belle Arti e Paesaggio di Brindisi-Lecce-Taranto), che ringraziamo per la disponibilità insieme col progettista arch. Luigi Dell’Atti e i responsabili dell’impresa appaltatrice.
Documentario Brindisi pt.2 - Piazza Duomo e dintorni HD
Video e montaggio di Michele Signorile
Voce di Samuele Mangia
La cattedrale di Brindisi fu consacrata dal papa Urbano II nel 1089 e completata nel 1143.
La cattedrale fu pesantemente danneggiata dal terremoto del 1743, in seguito è stata sottoposta a numerosi restauri, dopo i quali è stata riaperta nel 2007 alla presenza del cardinal Bertone. In cima alla chiesa romanica si innalzano quattro statue, di colore chiaro, di quasi 3 metri, che rappresentano san Teodoro d'Amasea, san Lorenzo da Brindisi, san Giustino de Jacobis e san Leucio.
Negli interni si possono trovare frammenti del pavimento musivo del 1178, il coro in legno del 1594 realizzato da intagliatori locali, il fonte battesimale del XVI secolo e alcune tele settecentesche. Nella cappella dedicata a san Teodoro d'Amasea, patrono della città di Brindisi assieme a san Lorenzo, sono custodite le spoglie del martire.
Accanto alla cattedrale, si innalza il campanile, ultimato nel 1795.
Vari eventi importanti si sono svolti qui:
Nel 1193 vi fu incoronato re di Sicilia Ruggero, primo fra i sovrani Normanni a salire al trono fuori da Palermo: nello stesso anno in questa stessa chiesa convolò a nozze con Irene, figlia di Isacco II, imperatore di Costantinopoli.
Il 9 novembre del 1225 l'imperatore Federico II sposò Jolanda di Brienne, regina di Gerusalemme.
Il 15 giugno 2008 papa Benedetto XVI ha visitato la cattedrale di Brindisi.
Sempre in piazza duomo possiamo scorgere il seminario arcivescovile. Il palazzo rappresenta il più alto esempio di Barocco nella città salentina.
Il palazzo fu terminato nel 1720, come riportato sull'ingresso ma il terremoto del 1743 probabilmente danneggiò parzialmente la facciata.
Sulla facciata si contano ben otto statue ornamentali che raffigurano: la matematica, l’oratoria, l’etica, la teologia, la filosofia, la giurisprudenza, la poetica e l’armonia.
All’interno è presente una pregevole cappella.
Accanto al Duomo è presente il portico dei templari. Per le sue caratteristiche architettoniche si può ritenere che risalga al XII-XIII secolo.
Quella di Santa Teresa è una chiesa barocca che da il nome all'omonima piazza.
Fu costruita nel 1670 con l'intitolazione a San Gioacchino. Soppresso il convento, nel 1807 divenne sede militare. Ora è la sede del museo diocesano, dove, tra le altre cose, si può vedere un'anfora proveniente dalla Palestina. Questa è arrivata a Brindisi nel Medioevo e si presume che sia una delle due anfore dove Gesù trasformò l'acqua in vino.
Sicuramente l'attrazione principale è il monumento ai caduti della prima guerra mondiale.
Rimanendo in zona, si può ammirare il palazzo Granafei-Nervegna.
L'edificio ha origine, almeno nel suo nucleo originale, nel 1565. Importantissime testimonianze archeologiche della Brindisi romana sono site anche qui, dove una domus romana ci restituisce parti di pavimentazione musiva.
Questo palazzo viene utilizzato per ospitare delle mostre, ma soprattutto come sede permanente dell'originale capitello della colonna romana situata sul porto.
Progettato negli anni Sessanta, il Nuovo Teatro Verdi si presenta come un enorme gigante in acciaio che si staglia tra le antichità romane, tra i palazzi storici del centro e nelle viuzze dell’antico quartiere degli Schiavoni.
L’interno del teatro, si sviluppa attorno ad una sala di 650 metri quadrati e conta di circa mille posti con un palcoscenico tra i più grandi d’Italia. l'edificio è noto anche col nome di teatro sospeso poichè sorge al di sopra dell’importantissima area archeologica di San Pietro degli Schiavoni.
San Pietro degli Schiavoni era il nome del quartiere che ospitava una chiesa dedicata all'omonimo santo.
Nei primi anni sessanta furono abbattute alcune abitazioni, per lo più fatiscenti, del quartiere con l'obiettivo di realizzare il nuovo Tribunale, all'epoca ospitato nel palazzo Granafei-Nervegna. Furono scoperti resti della città medievale, che furono distrutti dalle ruspe dell'epoca. Fermati i lavori del cantiere, vennero svolti degli scavi sistematici ad opera della locale soprintendenza archeologica.
Al termine degli scavi si è portata alla luce un'antica domus romana. Nel 1967 il comune aveva programmato di realizzare su quell'area il nuovo teatro comunale, ma l'importanza della scoperta e il vincolo di conservazione imposto, portarono ancora alla revisione del progetto. Il nuovo progetto del teatro Verdi, fu quindi quello di un enorme edificio sospeso in acciaio, in modo che l'intera area archeologica rimanesse fruibile ai turisti e agli studiosi.
Una strada basolata che attraversa l’intera area da nord a sud e su entrambi i lati sono visibili i resti delle strutture abitative e soprattutto dell’impianto termale, in cui sono ben visibili le varie zone di cui si componeva : il calidarium e il frigidarium.
Brindisi - CHIESA DEL CRISTO
La chiesa del Cristo dei Domenicani, con annesso convento (soppresso nel 1813), si sa completata nel 1232 e voluta dal beato Nicola Paglia di Giovinazzo, padre domenicano. La cultura di committenti e maestranze appare ancora ricca di riferimenti romanici, espliciti nella facciata monocuspidale, a conci alternati di pietra bianca e carparo dorato, su cui si apre il grande e splendido rosone. Sulla lunetta che sovrasta il portale nel 1966 è stato collocato un rilievo raffigurante il Crocifisso con ai lati il beato Nicola Paglia e S. Domenico di Guzman.
All’interno, a navata unica, si conservano due altari barocchi, risparmiati dai restauri della seconda metà del Novecento. L’attuale abside è ridotta rispetto all’originale essendo stato demolito il presbiterio,fra il XV e XVI secolo, per la ridefinizione delle strutture difensive di Porta Lecce.
Sull’altare maggiore si può ammirare il crocifisso ligneo duecentesco che ebbe larga venerazione in tutta la Terra d’Otranto, essendo considerato un manufatto miracoloso. Secondo una leggenda, infatti, fu trasportato a Brindisi da Alessandria d’Egitto su una nave veneta ed esposto temporaneamente nella chiesa del Cristo nei giorni precedenti la ripartenza alla volta di Venezia. Quando però si tentò di riportarlo sulla nave, nonostante ogni sforzo, fu impossibile rimuoverlo tanto era diventato pesante. I marinai veneti furono costretti a lasciare il crocifisso nella chiesa, accontentandosi di portar via solo l’indice della mano destra.
Altra pregevole opera è la statua lignea policroma della Madonna della Luce datata XIII sec. detta anche Madonna della pisara per la leggenda secondo la quale la Vergine volle punire con una pisara (pesante attrezzo agricolo in pietra) un oltraggio subito da un soldato francese.
XI Secolo : Incontro con 3 autori- Intervento Danny Vitale- Il tempio di S.Giovanni al Sepolcro
Grande riscontro per l'incontro XI-XII secolo organizzato dal Gruppo Archeo Brindisie dall'Associazione Le Colonne tenutosi sabato 25 Gennaio 2014, presso la Collezione archeologica Faldetta, sul lungomare di Brindisi. Ad esso hanno preso parte 3 autori di pubblicazioni edite nel 2013 aventi in comune il periodo storico al quale si riferiscono l'XI-XII secolo .Anna Cinti ha presentato gli ospiti che sono intervenuti nel seguente ordine:
Danny Vitale, che ha presentato il suo studio Il Tempio di S.Giovanni al Sepolcro. Simboli, simbolismi e allegorie.Dario Stomati, con il suo romanzo storico Margarito, il leggendario Arcipirata da Brindisie Cristian Guzzo con L'esercito normanno nel meridione d'Italia
Nel corso dell'incontro una rappresentanza in costume storico dei Vikings Italy ha conferito una nota di colore mostrando gli armamenti e l'abbigliamento tipici dei secoli presi in questione.
L'incontro si è concluso con una gradita degustazione di vino offerta gentilmente da WINE DIVISION.
ORIA - SCENNI CRISCTU
ORIA -BRINDISI-, uno dei riti della settimana santa, la traslazione di GESU' MORTO, dalla Chiesa di San Benedetto alla Basilica Cattedrale. Un percorso di circa 200 metri tutto in discesa. Questa traslazione si effettua per quattro volte nei quattro giovedì precedenti la Settimana Santa. Il simulacro è trasportato a spalla da quattro Confratelli dell'Arciconfraternita della Morte, una delle quattro Confraternite presenti in Oria.
La processione oltre che dai fedeli è preceduta dal Vescovo di Oria accompagnato dai Preti delle Parrocchie di Oria. Il video girato e montato interamente in Full HD da Angelo Dell'Aquila fa vedere la devozione degli oritani a queste processioni.