San Pietro Al Monte (Civate) - Monte Cornizzolo
L'abbazia di San Pietro al Monte è un complesso architettonico di stile romanico, situato nella valle dell'Oro nel comune di Civate in provincia di Lecco.
Il luogo, che attualmente non è più occupato da religiosi, si compone di tre edifici: la basilica di San Pietro, l'oratorio intitolato a san Benedetto e quello che era il monastero di cui rimangono solo rovine.
Le costruzioni facevano parte del complesso dell'abbazia benedettina di Civate comprensiva, nell'abitato, della basilica di San Calocero e delle chiese di San Nazaro e San Vito.
Due portali in pietra con sopra inciso il motto Ora et labora ci ricordano la passata presenza qui di frati benedettini.
L'imponente ciclo di affreschi della basilica di San Pietro, che ha come tema l'Apoteosi finale del Cristo e il Trionfo dei Giusti sulla falsariga dell'Apocalisse di san Giovanni, ne fa una tra le più importanti testimonianze romaniche lombarde.
La leggenda di San Pietro al Monte narra che l'ultimo re longobardo Desiderio vi costruisse un cenobio nel 772 per la miracolosa guarigione dell'occhio del figlio Adelchi grazie alle acque di una fonte, che scorre a tutt'oggi vicino alla chiesa.
A parziale testimonianza di una presenza tardo antica resti di una torre, cappelle, colonne e murature databili tra il V e VIII secolo.
ABBAZIA SI SAN PIETRO AL MONTE
L'abbazia di San Pietro al Monte è un complesso architettonico di stile romanico, situato nella valle dell'Oro nel comune di Civate in provincia di Lecco.
Il luogo, che attualmente non è più occupato da religiosi, si compone di tre edifici: la basilica di San Pietro, l'oratorio intitolato a san Benedetto e quello che era il monastero di cui rimangono solo rovine. Le costruzioni facevano parte del complesso dell'abbazia benedettina di Civate comprensiva, nell'abitato, della basilica di San Calocero e delle chiese di San Nazaro e San Vito. Due portali in pietra con sopra inciso il motto Ora et labora ci ricordano la passata presenza qui di monaci benedettini.
L'imponente ciclo di affreschi della basilica di San Pietro, che ha come tema l'Apoteosi finale del Cristo e il Trionfo dei Giusti sulla falsariga dell'Apocalisse di san Giovanni, ne fa una tra le più importanti testimonianze romaniche lombarde.La leggenda di San Pietro al Monte narra che l'ultimo re longobardo Desiderio vi costruisse un cenobio nel 772 per la miracolosa guarigione dell'occhio del figlio Adelchi grazie alle acque di una fonte, che scorre a tutt'oggi vicino alla chiesa.[1] A parziale testimonianza di una presenza tardo antica resti di una torre, cappelle, colonne e murature databili tra il V e VIII secolo.
Il più antico documento, IX secolo, cita la presenza dell'abate Leutgario con trentacinque monaci benedettini legati al monastero di Pfäfers in Svizzera.
Il vescovo di Milano Arnolfo volle essere seppellito a San Pietro nel 1097 dopo avervi trascorsi gli ultimi anni di vita; probabilmente la sua presenza portò ai lavori di trasformazione dell'XI secolo. L'ampliamento della struttura portò al capovolgimento dell'asse est-ovest della basilica e successivamente alla sua decorazione.
Il monastero fu distrutto per ritorsione dal Libero comune di Milano in seguito allo schierarsi dai monaci con l'imperatore Federico Barbarossa; la comunità benedettina si trasferì a valle lasciando la custodia a pochi monaci votati all'eremitaggio.
Sulla metà del XVI secolo monaci Olivetani tornarono a far vivere l'abbazia; furono scacciati definitivamente nel 1798 durante la Repubblica Cisalpina.Fonte Wikipedia
Civate - San Pietro al Monte patrimonio dell'Unesco
Lecco - 14 Novembre 2016
La Provincia di Lecco appoggia il progetto della Fondazione Comunitaria di Lecco ed entra nel comitato di San Pietro al Monte verso il suo ingresso nel patrimonio Unesco.. Riconoscimento quale monumento simbolo della Provincia di Lecco. L'amministrazione provinciale di Villa Locatelli, con l'intero consiglio, ha approvato ieri sera alla maggioranza il desiderio che il complesso benedettino di San Pietro al Monte sia considerato un patrimonio importante per il territorio. Ci piacerebbe che l'immagine del complesso sia impresso anche nella carta ufficiale della Provincia: ha aggiunto il consigliere Ugo Panzeri consigliere delegato alla Cultura. Un passo significativo di Villa Locatelli quello di ieri sera in un iter lungo e tortuoso per il riconoscimento prestoigioso dell'Inesco. Il complesso di San Pietro al Monte ha tutte le carte in regola per poterlo affrontare e concluderlo, si spera, nel migliore modo possibile, entrando a far parte della lista dei patrimoni dell’Unesco. Le origini del complesso di S. Pietro al Monte non sono ancora chiare, tuttavia la sua fondazione viene fatta risalire ai tempi di Desiderio, re dei Longobardi. La leggenda narra che il figlio Adelchi (o Adalgiso) durante una battuta di caccia sul monte Cornizzolo, dopo aver inseguito un cinghiale, perse improvvisamente la vista, ma fu guarito per intervento Divino. Re Desiderio, a ricordo del fatto miracoloso e come ringraziamento, fece costruire una chiesa dedicata agli apostoli Pietro e Paolo. La struttura della chiesa, così come la vediamo oggi, non risale però all'VIII secolo; almeno altre due costruzioni l'hanno preceduta. Il complesso attuale è quindi il risultato di notevoli mutazioni avvenute lungo i secoli. La basilica rappresenta quanto resta di un più ampio complesso benedettino, comprendente anche la chiesa di S. Calocero. Con il complesso di san Pietro al Monte ci sono altre sette abbazie in Italia sorte sempre in quel secolo Per quanto ci riguarda - conclude il consigliere Panzeri - San Pietro al Monte testimonia la presenza dei monaci benedettini in quei secoli in un territorio che si affaccia su uno straordinario paesaggio
Cammino di Sant'Agostino: sesto giorno, da Civate a Oggiono
Fiore della Rosa: sesta tappa.
Tappa mista montagna-pianura partendo da Civate e arrivando a Oggiono.
Si attraversa il centro di Civate, passando dalla Chiesa e dal convento di S.Calocero, prendendo poi decisamente in salita nel bosco, verso l'Abbazia di S. Pietro al Monte.
Da qui, sempre su sentiero, si sale al rifugio Marisa Consiglieri e al Monte Cornizzolo, punto più alto raggiunto dal cammino di S.Agostino.
Rimanendo sul crinale si arriva al monte Pesora e da qui una ripida discesa prima su sentiero e poi su strada asfaltata portano verso il paese di Pusiano, poco sopra il quale troviamo il santuario della Madonna della Neve.
Si scende quindi fino alle rive del lago di Pusiano dove inizia ora la parte pianeggiante della tappa, che ci porterà a costeggiare il lago fino a Bosisio Parini, per poi piegare decisi verso Annone.
Qualche scorcio sul lago omonimo e si arriva infine a Oggiono camminando lungo il sentiero del lago.
Purtroppo da dopo Bosisio Parini il percorso è tutto su asfalto, anche se costeggiato dal verde.
Distanza percorsa oggi: circa 27 km.
Distanza in linea d'aria dal punto di partenza a quello di arrivo: 4km.
per maggiori informazioni:
musica: The Bird Machine Act 1 di Lloyd Rodgers
Rose flower: sixth stage.
Mixed mountain-plain stage starting from Civate and arriving at Oggiono.
We cross the center of Civate, passing through the Church and the convent of S.Calocero, then taking decidedly uphill in the woods, towards the Abbey of S. Pietro al Monte.
From here, always on the path, you climb to the Marisa Consiglieri refuge and to Monte Cornizzolo, the highest point reached by the path of S.Agostino.
Staying on the ridge, you reach Mount Pesora and from here a steep descent, first on a path and then on an asphalted road, leads to the town of Pusiano, just above which we find the sanctuary of the Madonna della Neve.
We then descend to the shores of Lake Pusiano where the flat part of the stage now begins, which will lead us to skirt the lake to Bosisio Parini, and then bend decisively towards Annone.
A few glimpses of the lake of the same name and finally you reach Oggiono by walking along the path of the lake.
Unfortunately after Bosisio Parini the path is all on asphalt, even if bordered by greenery.
Distance traveled today: about 27 km.
Straight-line distance from the starting point to the arrival: 4km.
for more information:
music: The Bird Machine Act 1 by Lloyd Rodgers
Cammino di Sant'Agostino: quinto giorno, da Caslino a Civate.
Fiore della Rosa: quinta tappa.
Dal Santuario di S.Calocero si prosegue in discesa fino a raggiungere il Lambro, che ci accompagnerà fin dentro Asso.
Da qui si svolta decisamente verso Canzo, si attraversa il bel centro storico con la Chiesa di S.Stefano e il vecchio mercato coperto per imboccare infine via Gajum, che porta alle fonti omonime e alla bella salita nel bosco.
Una piccola deviazione dal percorso permette di visitare il santuario di S.Miro al Monte (purtroppo quasi sempre chiuso) poi si prosegue decisi sul sentiero lungo il torrente Ravella, fino a Terz'Alpe.
Risalendo il versante sinistro della val Ravella si giunge alla Colma (1000 m s.l.m. ) e da qui si inizia la discesa verso la piana di S.Tomaso, con uno splendido panorama sul lago di Lecco e il Resegone.
Un ultimo sforzo su un ripido sentiero che prima scende e poi risale i contrafforti del Tajasass e si avvista sotto di noi la meta della tappa odierna, il Santuario di S.Martino, che raggiungeremo percorrendo un tratto del sentiero delle vasche.
per maggiori informazioni:
musica di alexander nakarada
Rose flower: fifth stage.
From the Sanctuary of S.Calocero continue downhill until you reach the Lambro, which will accompany us as far as Asso.
From here you turn decisively towards Canzo, you cross the beautiful historic center with the Church of S. Stefano and the old covered market to finally take via Gajum, which leads to the sources of the same name and to the beautiful climb in the woods.
A small deviation from the route allows you to visit the sanctuary of S.Miro al Monte (unfortunately almost always closed) then continue on the path along the Ravella stream, up to Terz'Alpe.
Going up the left side of the Ravella valley you reach Colma (1000 m a.s.l.) and from here you start the descent towards the plain of S.Tomaso, with a splendid panorama of Lake Lecco and the Resegone.
A last effort on a steep path that first descends and then goes up the buttresses of the Tajasass and we see below the goal of today's stage, the Sanctuary of S.Martino, which we will reach along a stretch of the path of the pools.
for more information:
music by alexander nakarada
La Basilica di San Pietro al Monte (LC)
La basilica di S. Pietro al Monte si trova a circa 650 metri di altitudine ed è raggiungibile solo dopo aver percorso a piedi una mulattiera che si estende sul versante orientale del monte Cornizzolo (si consiglia pertanto di indossare scarpe comode ed abbigliamento adeguato). Partendo dalla frazione Pozzo, dopo circa un'ora di cammino, si giunge sul pianoro dove sorge la basilica di S. Pietro e l'annesso oratorio di S. Benedetto.
info@comune.civate.lc.it
Civate ultimo viaggio di Don Vincenzo Gatti
Civate, 31 dicembre 2015. L'ultimo viaggio di Don Vincenzo Gatti a San Pietro al Monte, portato a braccia dagli Amici di San Pietro
Il complesso della Collegiata di Santa Maria Maggiore a Lomello (PV) - AAUR-033_092
Il complesso della collegiata di Santa Maria Maggiore sorge a Lomello, un borgo di antichissima origine preromana e probabile sede di un pago dei Laevi, una popolazione gravitante nell’ambito della cultura di “Golasecca”. Lomello è posto al centro di una regione, la Lomellina, a cui da il nome. Non si conosce il momento di edificazione dell’attuale basilica, molti autori ne fanno risalire la costruzione tra La fine del X e il primo quarto dell’XI secolo inglobante però le fondamenta di una precedente costruzione, risalente al periodo longobardo. Negli scavi degli anni “40 si rinvenne una lapide cristiana dell’anno 554 e un mattone che, con il metodo della termoluminescenza, fu datato intorno al 765 d.C. Accanto lla chiesa sorge l’antico battistero di San Giovanni ad Fontes risalente alla fine del VI secolo, segno che al suo fianco doveva sorgere una chiesa, questo farebbe presupporre l’esistenza sul luogo di tre chiese successive di cui la prima coeva al battistero. Paolo Diacono nella sua “Historia Langobardorum” narra dell’incontro avvenuto a Lomello tra la regina Teodolinda, vedova di Autàri e Agilulfo Duca di Torino che volle sposare in seconde nozze. Una tradizione medievale narra che il matrimonio fu celebrato nello stesso borgo e nella stessa chiesa, ma di questo non vi è alcun riscontro. Nel 1107 Papa Pasquale II di ritorno dalla Francia passava per Lomello elargendo alla chiesa di S. Maria Maggiore dei privilegi tra i quali la facoltà al parroco di portare la mitra ed il pastorale. L'antica facciata della chiesa insisteva su un tratto delle mura tardo romane inglobando anche parte della base dell’antica torre campanaria, ma, forse, il terremoto del 1117 distrusse entrambe facendone arretrare la riedificazione delle prime tre campate. Infatti la nuova facciata verrà ricavata in corrispondenza di uno degli archi trasversali che caratterizzano l'interno della chiesa, ciascuno forato da due bifore di alleggerimento. Alla fine del secolo XVII la chiesa viene ristrutturata e ridimensionata riducendone la lunghezza e subendo un pesante restauro con l’edificazione di una nuova facciata e di un nuovo campanile. La navata fu coperta con una pesante volta a botte mentre l’interno fu rivestito di un vistoso stucco. Nel 1907 la chiesa venne di nuovo stravolta con l’edificazione di una nuova cappella a nord e una serie di dipinti non consoni alle linee semplici della struttura medievale. Solo i restauri avvenuti agli inizi degli anni ‘50, assieme a quelli del Battistero, hanno finalmente ripristinato in parte le forme romaniche della basilica. La chiesa è dotata di tre navate asimmetriche e con un transetto lievemente sporgente, con arcate a tutto sesto disuguali e grandi archi trasversali non paralleli tra di loro che un tempo sorreggevano l’originaria copertura lignea della navata centrale, nelle navate laterali troviamo invece le volte a crociera del tipico romanico lombardo. Tutto il materiale con cui è costruita la chiesa è quasi completamente romano. L’interno della basilica è illuminato da piccole finestre a tutto sesto ma la particolare originalità risiede nei grandi archi trasversali che attraversano la navata, alleggeriti da coppie di bifore, mentre i restauri del 1944, portarono alla luce, sotto l'abside maggiore, una cripta con colonne e capitelli, interrotta nella costruzione, riempita di terriccio e abbandonata. La costruzione della cripta sarebbe da porre all'ultimo quarto del 900. Il battistero è una è un edificio a croce raccordato da nicchie che rendono le cappelle alternativamente circolari e quadrate formando un ottagono come nei modelli dell’inizio del IV secolo. La muratura esterna nella parte inferiore è costruita con grandi mattoni che parrebbero risalire al V secolo mentre la muratura della parte superiore è più tarda con laterizi più piccoli. Sull’ottagono è impostata la cupola emisferica a otto spicchi triangola costruita con materiali di recupero probabilmente nel secolo X . All’interno troviamo il fonte battesimale di epoca longobarda a forma di esagono irregolare. La vasca ha il parapetto in muratura intonacata con nel lato sud un gradino di accesso al fonte con nel lato est un pozzetto usato per il battesimo ad aspersione, il materiale è tutto di recupero. La chiesa fu in Italia una delle prime chiese ad essere coperta con volte a crociera nelle navate laterali prima della grande diffusione dello stile romanico e oggi è ne è la più antica rimasta.
Coordinate Geografiche
45° 07’ 21”
08° 47’ 40”
h = 96 m./s.l.m.
I presepi della chiesa San Marco
3 presepi artistici e artigianali allestiti nei locali della parrocchia di San Marco
Giorni dello Spirito e di comunità - Uomini di Dio
Alcuni spezzoni tratti dal film Uomini di Dio di Xavier Beauvois, film girato nel 2010 e basato sulla storia vera dell'assassinio di una comunità di monaci cistercensi di Tibhirine nel 1996.
La chiesa di Santo Stefano di Bizzozero a Varese
La chiesa di Santo Stefano, la cui planimetria risale all’XI secolo sorge sul luogo di due costruzioni precedenti, un sacello del VII e una chiesetta del VIII secolo. Si ipotizza che questi manufatti cristiani sorgessero sul luogo di un tempio pagano dedicato al dio Silvano come è testimoniato da una lapide romana del II secolo trovata nei pressi. Il campanile è del X secolo ma la cella campanaria del XVI. Nel 1574 la funzione religiosa fu trasferita nel centro abitato e per Santo Stefano iniziò un lungo periodo di abbandono tanto che agli inizi del “900 la chiesa era semidiroccata e solo nel 1969, con la creazione di un comitato per i restauri, iniziarono i primi interventi di recupero che terminarono nel 1975. All’interno troviamo rari affreschi romanici dell’altare, dell’arco di trionfo e sulla parete nord, una cappella dedicata all’Annunciazione mostra pregevoli affreschi gotici del XIV e XV secolo.
Accompagnamento Musicale : Andrea Falconiero(1585-1656) : Suite per danze: Brando dicho el melo
Coordinate geografiche :
45° 47’ 28”
08° 50’ 37”
H = 377 m./S.l.m.
via Portorose angolo viale Borri
Santuario di San Giovanni Battista - Merlino - (LO)
Il Santuario di San Giovanni Battista presso il Calandrone, questo è il nome completo, è l'unico in Lombardia a non essere dedicato alla Madonna bensì ad un santo: San Giovanni Battista, appunto.
Il Calandrone era invece un canale che un tempo circondava il Santuario ma di cui si sono perse le tracce.
Di questo luogo non si conosce l'epoca precisa della sua costruzione. Le prime notizie, risalenti al 1261 e trascritte in una pergamena conservata nell'Archivio Vescovile di Lodi, certificano la presenza di un Oratorio che venne poi restaurato nel 1466 portando alla luce un pozzo, una lapide, un sepolcro ed altri oggetti che certificano l'esistenza di un villaggio forse ancora più antico del comune di Merlino.
La devozione a San Giovanni Battista è databile intorno al 1500 ma è solo nel 1738 che per la prima volta la cronaca parrocchiale fa riferimento alle prime Grazie ottenute per intercessione del Santo da alcuni fedeli che si sono bagnati o hanno bevuto l'acqua delle vasche.
La piccola Chiesa del Santuario, nella quale il Battista è raffigurato in un notevole affresco del 1400 posto sopra l'altare maggiore, rimane aperta dalla seconda domenica di Pasqua a tutto settembre ed è meta tuttora di numerosi pellegrini e devoti, soprattutto malati.
I pellegrinaggi culminano il 24 Giugno di ogni anno, in occasione appunto della Festa di San Giovanni Battista.
I TESORI LECCHESI DEL MEDIOEVO: ANNONE BRIANZA
I TESORI LECCHESI DEL MEDIOEVO: ANNONE BRIANZA
Caslino d'Erba - 60° di sacerdozio di Don Piero Caldara
Caslino d'Erba (CO) - 7 Ottobre 2007
60° di Sacerdozio di Don Piero Caldara
Coro Femminile Vandelia - La pulce d'acqua
di Angelo Branduardi, elaborazione di Giuseppe Mignemi
I TESORI LECCHESI DEL MEDIOEVO: MONASTERO DEL LAVELLO
I TESORI LECCHESI DEL MEDIOEVO: IL MONASTERO DEL LAVELLO A CALOLZIOCORTE
EUGENIO GUGLIELMI - convegno al Lavello 17-09-2016 (7/23)
Convegno:
Memoria, bellezza e trans-disciplinarietà
Riflessioni sull’attualità di Roberto Pane
Monastero di Santa Maria del Lavello – Calolziocorte (LC)
17 settembre 2016
Foto:
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Concerto per la Festa della Donna del Coro Polifonico Città di Tolentino
Grande successo ieri sera al Teatro Don Bosco per il concerto della Festa della donna, proposto dal Coro Polifonico Città di Tolentino e da una piccola orchestra formata da sei elementi. La serata è stata dedicata, per scelta del Coro, diretto dal Maestro Aldo Cicconofri, alla tolentinate Gabriella Scalzini, scomparsa alcuni anni fa.