IL COLLE SAN CARLO DI ARONA (NO) SUL LAGO MAGGIORE
IL SAN CARLONE
Percorso 2 - Chiesa Sant'Antonio Abate
Luogo di preghiera privilegiato per i naviganti, la Chiesa Parrocchiale di Sant'Antonio Abate di Castelletto di Abbiategrasso, sorge in una posizione fondamentale, nel punto dove il Naviglio Grande fa la curva a 90° in direzione Milano. La struttura sembra risalire al 1180, edificata in concomitanza agli scavi del Naviglio, anche se i documenti certi riportano che fu Carlo Borromeo nel 1604 a far costruire la Chiesa probabilmente sopra a quella già preesistente, lavori che iniziarono nel 1610. Il primo parroco fu Gian Domenico Pessina, appartenente ad una delle famiglie più nobili di Abbiategrasso, che operò per ingrandire la chiesa a proprie spese affiancandola anche da una casa parrocchiale. Morì nel 1629 a causa della peste. La Chiesa conserva al suo interno una tela con l'Assunta di Procaccino e una statua in marmo gotico-trecentesca della Vergine con Bambino che è la più antica del genere in città.
Rocca di Arona
Alla Rocca di Arona nella Camera dei Tre Laghi è nato San Carlo Borromeo nel 1538. Insieme con la dirimpettaia Rocca di Angera erano le sentinelle del Lago Maggiore.
La Rocca di Arona ha più di mille anni. I Visconti nel 1439 l'hanno concessa in feudo ai Borromeo. La sua storia Finisce nel 1800 quando viene distrutta dall'esercito di Napoleone.
Dagli Anni Novanta la nuova vita della Rocca di Arona con l'avvio della sua riqualificazione. Il parco ha ospitato concerti di tanti big, tra questi Dee Dee Bridgewater e Michel Petrucciani.
Le campane di S. Maria Podone, Milano
Milano, Chiesa greco-ortodossa di Santa Maria Podone
Concerto di 4 campane a corda in DO4
Capanni 1984 (FA4 1997; MI4 Giovanni Battista de Andrei 1675)
Distesa a 4 campane
La chiesa di Santa Maria Podone è tra le più antiche di Milano, in quanto fu fondata dal nobile milanese Verolfo Pedone, sopra un terreno di sua proprietà, nella seconda metà del IX secolo. La chiesa dedicata alla Beata Vergine Maria, secondo la tradizione popolare, prese il nome del suo fondatore Pedone, mutatosi in Podone sul finire del XVIII secolo. Nel corso del X secolo, la chiesetta assunse un impianto basilicale romanico a tre absidi, con un piccolo campanile in facciata. Nel 1440, in occasione di alcuni interventi di restauro della piazza promossi da Vitaliano Borromeo, all'interno della chiesa venne costruita la celebre cappella Borromeo, in modo da poter ospitare un altare dedicato alla Natività di Maria. Il portale principale fu realizzato nel 1483 da alcuni scultori locali. Negli anni in cui Carlo Borromeo fu l'amato arcivescovo di Milano, egli promosse alcuni interventi di riordino della chiesa, rimuovendo in gran parte i numerosi altari delle navate laterali e finanziando lo spostamento del campanile, incarico affidato a Pellegrino Tibaldi (1565). Il nuovo campanile venne costruito sopra una cappella laterale di destra, in sostituzione della torre che si trovava in facciata. Sotto l'arcivescovo Federico Borromeo, la chiesa venne parzialmente rifatta, pur mantenendo l’impianto della basilica a tre navate, e ottenne il titolo di chiesa collegiata. Durante il rifacimento della facciata (1628), fu rimossa una'immagine di san Cristoforo dipinta da Bernardino Luini, ormai andata perduta nella sua totalità a causa delle infiltrazioni. L’altare maggiore venne realizzato nel 1629 con alcune donazioni in argento del cardinale Borromeo, che lo stesso anno inaugurò il nuovo coro. La cappella di santa Giustina, sorta di fronte a quella dei Borromeo, venne già disposta nel testamento di Vitaliano nel 1449, ma fu realizzata solamente due secoli più tardi, sempre sotto la spinta di Federico Borromeo. La parrocchia di Santa Maria Podone, ottenuto il titolo di chiesa collegiata, venne affiancata da alcuni edifici che ospitavano i sette membri del capitolo originario. Sul finire del secolo, il campanile fu dotato di due campane: la campana minore venne fusa dai Bonavilla nel 1673, mentre la campana maggiore (ancora oggi esistente) fu aggiunta da un fonditore locale due anni più tardi. Sulla campana minore oggi non più esistente, era impresso il motto della famiglia Borromeo, humilitas, che campeggia sulla facciata della chiesa e sul palazzo che l'affianca. Nel 1774 fu intrapresa una nuova opera di restauro, nel corso della quale furono affrescate le volte con motivi floreali, voluti da Gherardo Borromeo. La parrocchia fu soppressa dall’imperatore austriaco Giuseppe II nel 1788, ripristinata da Leopoldo II il 3 ottobre 1791 e poi definitivamente soppressa il 22 giugno 1805. Cinque anni dopo la soppressione, l’11 maggio 1810, venne dichiarato sciolto anche il capitolo e la chiesa divenne sussidiaria della vicina Sant'Alessandro. Nel 1827 fu realizzato un altare all'interno della cappella Borromeo, al fine di collocarvi il corpo di san Renato martire, donato da papa Leone XII al conte Gilberto Renato Borromeo. Nel 1829 venne realizzato il nuovo altare maggiore, mentre il pulpito ligneo risale al 1832. L’ultimo grande intervento architettonico risale al 1859, dove venne ampliata la cappella della Madonna del Parto, mentre il pulpito e il coro in legno di noce vennero sostituiti nel 1926. Il campanile venne restaurato nel 1980, anno in cui la campana minore venne calata perché irrimediabilmente fessurata. In occasione del quarto centenario dalla morte di san Carlo, la torre venne provvista di due campane maggiori, intonate sulla campana rimasta. Il concerto venne ulteriormente ampliato nel 1997, con l'aggiunta della campana minore, dedicata alla beatificazione del cardinale arcivescovo Alfredo Ildefonso Schuster, avvenuta il 12 maggio 1996. Santa Maria Podone divenne dapprima proprietà dell’arcidiocesi di Milano (1999), dopodiché fu ufficialmente affidata alla sacra arcidiocesi ortodossa d'Italia e di Malta, il 13 ottobre 2012, quale sede del VII vicariato di Lombardia e Piemonte. La nuova chiesa fu affidata alla protezione della Beata Vergine dell'Inno Acatisto (Aκάθιστος ύμνος) e consacrata il 15 maggio 2013, alla presenza del patriarca di Costantinopoli Bartolomeo I, durante la sua visita a Milano nell'anniversario dei 1700 anni dell'Editto di Costantino.
Un sentito ringraziamento all'archimandrita Teofilatto Vitsos per la calorosa accoglienza e disponibilità.
Castello dal Pozzo, Oleggio Castello - Novara Piemonte, Italia
Il castello - sorto attorno all’anno 1000, sulle rovine di un castrum romano rinvenuto nel 700 dopo Cristo - e un palazzo settecentesco, costruito dai Visconti d’Aragona, costituiscono a Oleggio Castello il complesso immobiliare che da sei generazioni è di proprietà dei marchesi Dal Pozzo e rappresenta l’attuale punto di riferimento del casato.
[Fonte
La ex parrocchiale di San Vittore a Robecchetto con Induno (MI)
Posta al centro del cimitero, la chiesa di San Vittore fu la parrocchiale del paese fino al 1570 quando, per disposizione di San Carlo Borromeo tale funzione fu attribuita alla chiesa di S. Maria della Purificazione posta nel centro abitato divenendo di conseguenza cappella cimiteriale. Tuttavia sia la dedicazione a San Vittore che ritrovamenti di materiale lapideo romano suggeriscono la presenza di una precedente costruzione di cui se ne ipotizza la fondazione al VII–VIII secolo. Nonostante gli interventi seicenteschi e la destinazione a deposito agricolo conserva intatta l’originaria struttura romanica.
Accompagnamento Musicale : Ludwig Senfl (1486-1543) : Ave Maria
Coordinate geografiche :
45° 31’ 17”
08° 45’ 48”
H = 160 m./s.l.m.
Visconti Castle, Pavia, Lombardy, Italy, Europe
The Castello Visconteo or Visconti Castle is a castle in Pavia, Lombardy, northern Italy. It was built in 1360 by Galeazzo II Visconti, soon after the taking of the city, a free city-state until then. The credited architect is Bartolino da Novara. The castle used to be the main residence of the Visconti family, while the political capital of the state was Milan. North of the castle a wide park was enclosed, also including the Certosa of Pavia, founded 1396 according to a vow of Gian Galeazzo Visconti, meant to be a sort of private chapel of the Visconti dynasty. The Battle of Pavia (1525), climax of the Italian Wars, took place inside the castle park. It presently houses the Civic Museums of Pavia (Museo Civici di Pavia) including the Pinacoteca Malaspina, Museo Archeologico and Sala Longobarda, Sezioni Medioevale e Rinascimentale Quadreria dell’800 (Collezione Morone), Museo del Risorgimento, Museo Robecchi Bricchetti, and the Cripta di Sant’Eusebio. Works in this picture gallery of Renaissance art, include: Bernardo Zenale; Bernardino Fasolo; Ambrogio Bevilacqua; Giovanni Francesco Caroto; Gerolamo Giovenone; Bartolomeo Montagna; Vincenzo Foppa; Giovanni Bellini; Giovanni Mansueti; Bernardino Licinio; Paolo Farinati; Correggio; Ambrogio da Fossano, (il Bergognone); Michele Bono, detto Giambono; Antonello da Messina; Ortensio Crespi; Giovan Battista Trotti, il Malosso; School of Camillo Procaccini; Studio of Frans Pourbus the younger; Isidoro Bianchi; Defendente Ferrari; Girolamo Mocetto; Benedetto Rusconi; Carlo Francesco Panfilo; Jan Wellens de Cock; School of Joachim Patinir; Ottaviano Cane; Hugo van der Goes; Pietro Grammorseo (attribution); Master of the Adoration of Antwerp; Lattanzio Gambara; Studio of Giampietrino; Rogier van der Weyden (copy); Bernardino Luini; Master of Andriola de Barrachis; Lorenzo Costa and Studio; Giacomino Vismara; Master of San Miniato; Spinello Aretino; Floriano Ferramola; Gerolamo Tessari, (Girolamo Del Santo); Domenico Campagnola; Bernardino Bergognone; Jacobello di Bonomo; Master of Montefiore Conca (attribution); Gandolfino da Roreto; Master d'Arco; (Fra Battista Spagnoli, Battista Mantovano; Palma il Giovane and his school; Studio of Lorenzo di Credi; Girolamo Melegulo; “Maestro dei cartellini”; Matteo della Chiesa; Jacopo del Casentino; studio of Lazzaro Bastiani; Bernardino Butinone; Gentile da Fabriano; Raffaellino del Colle; Giovanni Ambrogio Figino; Master di Andriola de Barrachis; Simone di Filippo, Simone de' Crocifissi; Paolo Antonio de Scazoli; Bernardino Parenzano; Giovanni di Pietro da Pisa; Luca Mombello; Studio of Jean Clouet; School of Francesco Terzi; Guariento d'Arpo; Luca Cambiaso; Terenzio Terenzi, il Rondolino; Adam Elsheimer; Studio of Bonifacio Veronese; Cima da Conegliano; Benvenuto Tisi known as il Garofalo; Alessandro Bonvicino known as il Moretto; Panfilo Nuvolone; Domenico Brusasorzi; Paolo Veronese; Alvise Vivarini; Studio of Pietro Marone; Studio of Camillo Procaccini; Teodoro Ghisi; Guariento d’Arpo; Cesare Magni; Pietro Maria Bagnatore ;Francesco da Verzate; Michelino Molinari, (da Besozzo); Giovanni Battista Crespi known as il Cerano; Giovanni Pietro and Giovanni Ambrogio De Donati; and Hans Sebald Beham.
5 giugno 2013 VILLA CLERICI - Milano Niguarda
Villa Sioli - esplorazione
Villa Sioli sorge nell'omonimo parco in centro a Senago, in provincia di Milano, e una sua parte è stata trasformata in comando dei vigili urbani, quindi entrare non è stato per niente agevole.
Il complesso risale al 1600 e in origine apparteneva alla famiglia Corbella.
In quel periodo la villa aveva una pianta a L ed era già circondata da un giardino, quello che è l'attuale parco Sioli.
Inoltre c'era anche un altro edificio, che in seguito è stato inglobato dalla villa durante i successivi ampliamenti.
Nel 1780 circa, la tenuta passò alla famiglia Martinelli che, oltre ad ampliare la villa, trasformandone la pianta ad U, fece costruire un giardino all'italiana nel parco.
I Martinelli, alla fine del secolo, ospitarono nella villa il poeta milanese Carlo Porta, che lì scrisse numerosi dei suoi componimenti.
Nel 1820 ai Martinelli subentrò la curia milanese.
Gli ambienti interni vennero ampiamente rimaneggiati durante il periodo della presenza degli arcivescovi milanesi, che impiegarono la villa come residenza estiva dopo averla ricevuta in dono dalla famiglia Martinelli.
In seguito alle leggi emanate nel 1866 si assistette alla deleteria vendita all'asta del complesso che diventò proprietà di Angelo Sioli.
Da quel momento in poi il palazzo perse ogni connotazione di edificio nobiliare: esso venne adibito ad uffici amministrativi per gli opifici che vennero edificati intorno, per i quali venne sacrificata un'ampia parte del giardino.
Attualmente la villa presenta uno schema ad U aperto verso il parco ed è impostato su due piani.
Peccato che ormai sia un rudere.
Nonostante i ripetuti appelli fatti per salvarla, le varie amministrazione comunali che si sono succedute in questi ultimi decenni non sono mai riuscite a farla ritornare interamente al suo antico splendore.
Anni fa è stata recuperata la parte su via San Bernardo adibendola a ospitare uffici comunali, una sala conferenze e una sala mostre.
Ma l’ala più importante e storica si sta sgretolando ed è in balia di vandali e saccheggiatori che hanno ormai ben poco da rubare.
Sei anni fa, la giunta aveva avanzato alcune ipotesi per il suo recupero andate poi a vuoto a causa del commissariamento del Comune e della mancanza di fondi.
In questi anni sono saltate tutte le tubature, i canali sono crollati, gli interni - diventati anche dimora di senzatetto ed extracomunitari - sono stati addirittura incendiati.
Dentro è tutto traballante e pericoloso e gli infissi sono quasi interamente crollati.
Le sale conservano ancora delle decorazioni che andrebbero riportate in luce e studiate, soprattutto quelle collocate nelle ariose ali laterali e i soffitti affrescati che, nonostante siano troppo altri per essere raggiunti dai vandali, ormai stanno crollando a causa dell'umidità.
Il giardino all'italiana non esiste più e anche la zona monumentale del parco, dove il Porta si sedeva a comporre, è stata quasi totalmente distrutta dai vandali.
L’unico vero tentativo per salvare la villa fu fatto nel 2003 dal sindaco di Senago, che aveva coinvolto la Fondazione Chiesa per realizzare una casa alloggio.
Proposta bocciata dalle Belle Arti e dal consiglio comunale.
Come al solito, oltre ai vandali che si sono dati da fare, l'inerzia burocratica italiana ha impedito di recuperare un edificio storico di grande valore.
Il gruppo ufficiale su Facebook è URBEX & MYSTERY:
Marco Patania (tooSpeed):
Le campane di Lovero (SO) - ex chiesa S. Agostino
1 campana a slancio in RE4
Calderari di Bormio (attribuzione) - anno 1671
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Distesa
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Ex chiesa di S. Agostino
Lovero (SO)
Per maggiori informazioni sulla campana e sulla chiesa:
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I - Lovero (SO), Kirche St. Augustinus
1 Glocke (d)
Giesser: Calderari von Bormio (SO) zugeschrieben
Gussjahr: 1671
Le campane di Arona (No)
Dati
Campane in reb3
Distesa 3 minori festiva/feriale perché da lunedì a sabato alle 17:30 e mentre invece da lunedì a domenica alle 12:00 distesa così
Mi scuso innanzitutto per la scarsa qualità audio ma anche perché è una zona molto trafficata ed era il punto più vicino a dove Ora mi trovo .
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Villa Visconti a Cassinetta di Lugagnano
Adagiata lungo la sponda sinistra del Naviglio Grande, Villa Visconti Castiglione Maineri è una delle più antiche ville di delizia dalle quali la noblità milanese controllava le prorie terre e asseriva la propria importanza.
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Campane di Abbiategrasso (MI), Basilica di S. Maria Nuova
Abbiategrasso (MI)
Basilica di Santa Maria Nuova
Concerto di 6 campane in REb3 + 1 campana (SOL4)
Concerto solenne e distesa della campana dell'oratorio dell'Addolorata
La basilica di Santa Maria Nuova, venne realizzata tra il XIV e il XV secolo, seguendo i dettami dello stile gotico lombardo. La costruzione fu fortemente voluta dalla Confraternita di Santa Maria della Misericordia, che già a partire dal 1365 poteva già riunirsi all'interno dell'edificio. La nuova chiesa, approvata dall'arcivescovo, fu subito dedicata alla Beata Vergine Maria della Misericordia. Nel 1388, a seguito della nascita nel castello di Abbiategrasso di Gian Maria Visconti, primogenito di Gian Galeazzo e Caterina Visconti, la dedicazione della chiesa toccò a Maria Nascente. Le navate in cotto terminavano con il presbiterio e due cappelle laterali, dedicate ai santi Antonio e Caterina. La torre campanaria della chiesa principale di Abbiategrasso, venne edificata intorno alla fine del XIV secolo, seguendo i canoni dello stile gotico, grazie alla sua edificazione in mattoni a vista e il suo coronamento con una cuspide conica. Nel 1436 venne acquistata una casa antistante la chiesa, al fine di demolirla e ottenere così lo spazio per edificare un quadriportico, che delimitasse il cimitero della chiesa. Il quadriportico, completato nella seconda metà del Quattrocento, venne realizzato seguendo una forma irregolare per rispettare il tracciato delle vie limitrofe. Nel corso del secolo successivo, gli abbiatensi accolsero favorevolmente la proposta di abbellire la chiesa di Santa Maria Nuova, sotto la spinta di san Carlo Borromeo, il quale l'aveva elevata a dignità prepositurale nel 1570. Nel 1577, con l’apertura delle porte laterali in facciata e l’ampliamento della porta maggiore, era cominciato un progetto di adeguamento della chiesa, il cui pronao fu ultimato alla fine del 1601 e benedetto nel 1604 dal cardinale Federico Borromeo. Dalle varie visite pastorali, si riesce a intuire che nel corso del XVIII secolo erano presenti cinque campane sulla sommità della torre. Nel corso di alcune opere di ampliamento della chiesa, nel 1734 venne costruito un ossario ai piedi del campanile. Le cinque campane antiche vennero sostituite nel corso del 1769, grazie a un'importante opera fusoria dei fratelli Bonavilla. Qualche anno dopo (1794) il campanile venne munito di un orologio per scandire gli istanti di vita degli abbiatensi. Il campanile venne accuratamente restaurato nel corso del XIX secolo, qualche anno dopo il passaggio dei soldati di Napoleone, che bivaccarono all'interno del quadriportico danneggiando alcune opere architettoniche fatte risalire al Bramante. Nel 1818 la chiesa sostituì il vecchio altare maggiore con uno nuovo, realizzato in in stile neoclassico. Nel frattempo le cappelle laterali vennero abbellite con alcuni elementi provenienti del monastero soppresso dell’Annunciata e dalle decorazioni di Giovanni e Antonio Brighenti. Il rimaneggiamento che diede l’impronta definitiva alla basilica, risale al 1868, anno in cui la volta centrale venne parzialmente rifatta, inserendo il rivestimento delle colonne in finto marmo e intonacando alcune cappelle. Per il giubileo e i festeggiamenti dell'Anno Santo 1975 la basilica decise di rifondere le vecchie sei campane in altrettante nuove; la fusione venne affidata alla ditta Mazzola, che gettò il nuovo concerto mantenendo la medesima tonalità delle vecchie campane. All'interno del complesso basilicale di Santa Maria Nuova è presente un'altra piccola campana, che annuncia le funzioni all'interno dell'oratorio dedicato alla Madonna Addolorata. La torretta e la campana montata su di essa risalgono all'ampliamento della piccola chiesetta, avvenuto tra il 1740 e il 1747. All'interno della basilica, sono custodite opere di inestimabile valore, tra le quali spiccano lo Sposalizio della Vergine e il Transito di san Giuseppe, entrambe opera del Fiammenghino, e un quadro del Cerano raffigurante la Madonna che porge il cordone a san Francesco, tra santi, angeli e il pontefice.
Nota, fonderia e anno di fusione
SOL fonditore da verificare (oratorio dell'Addolorata)
SIb Roberto Mazzola, Valduggia 1975
LAb Roberto Mazzola, Valduggia 1975
SOLb Roberto Mazzola, Valduggia 1975
FA Roberto Mazzola, Valduggia 1975
MIb Roberto Mazzola, Valduggia 1975
REb Roberto Mazzola, Valduggia 1975
Un sentito ringraziamento al sacrestano Luigi per la disponibilità.
Campane della Parrocchia di S. Martino di Tours in Luvigliano di Torreglia (PD)
Plenum delle 16:56 per la fine della Messa solenne delle 16:00 nella Domenica delle Palme.
Rintocchi orari delle 17:00 sul campanone.
Concerto di 3 campane + 1 campanello fuse probabilmente da Colbachini di Padova ed elettrificate alla trevigiana.
La Domenica delle Palme, ossia domenica 20/03/2016, per le giornale primaverili del FAI (Fondo Ambiente Italiano), sono andato a visitare la bellissima Villa dei Vescovi.
Sapevo che la Messa era alle 16:00 e quindi il Plenum suonava alle 15:30.
Come immaginavo, però, alle 15:30 ero in coda per entrare alla Villa e non sono riuscito a riprendere.
Alla fine della Messa, sorprendendomi, parte il Plenum e, anche se manca l'inizio, lo riprendo.
Alle 17:00, prima di entrare in chiesa, riprendo i rintocchi orari.
Mi dispiace che manca la ripresa di presentazione, ma proprio per questo, invito i campanari delle zone a fare un salto per riprendere queste meravigliose campane.
Per chi vuole sapere gli orari per riprendere, basta che mi scrivi su Google+.
Questa è la mia sorpresa per la Domenica delle Palme!!
Video 113
Il Santuario di Corbetta ed il suo museo
Video del santuario di Corbetta e del suo museo in occasione della 2^ giornata nazionale dei piccoli musei - 3 giugno 2018. ©Giuseppe Magistrelli
VIII Palio dei Rioni, Senago 1991
VIII Palio dei Rioni
Senago, 1991
Le campane di Vermezzo | distesa a 6 campane
Chiesa di San Zenone, Vermezzo
Concerto di 8 campane in Reb3 fuse da Ecat nel 2005
Distesa delle 6 campane minori per la Santa Messa del giovedì ( ore 16:30 )
Le campane di Cuggiono (MI) - Distesa II
Cuggiono (MI), Basilica di San Giorgio
Concerto di 8 campane in Sib2 (Giorgio Pruneri 1889; Sib2 Roberto Mazzola 1951)
Distesa per l'Angelus del venerdì
La dedicazione della chiesa al martire Giorgio fa supporre che il primo luogo di culto venne eretto in epoca longobarda. La prima chiesa fu realizzata nel secolo VIII, epoca in cui la presenza di famiglie longobarde è attestata da atti notarili. La primitiva cappella venne costruita per il culto dei defunti e subì radicali trasformazioni e aggiunte, che ne alterarono la struttura originaria, salvo l’orientamento a est e la posizione del campanile in facciata. L’ultimo intervento di rilievo la portò in stile neoclassico; divenuta proprietà del comune, l'antica chiesa venne abbattuta nel 1960, anche se da tempo aveva cessato di essere considerata la parrocchiale. A partire dalla seconda metà del Cinquecento questa si era resa insufficiente a contenere l'incremento della popolazione. Quando l'arcivescovo Carlo Borromeo giunse in visita visita pastorale nel 1576, questi si mostrò propenso all'ipotesi di ampliamento dell'antico edificio; la questione rimase irrisolta al 1605, quando il nuovo arcivescovo Federico Borromeo decise per la costruzione di un nuovo edificio. La costruzione venne affidata a Francesco Maria Richini, giovane architetto formatosi a Roma, che posò la prima pietra del nuovo edificio il 25 aprile 1606. La chiesa venne aperta al culto nel 1633 e ben presto arricchita con arredi e pregevoli opere d’arte, tra le quali spiccava certamente l'organo posto nel 1644 da Michelangelo Valvassori, la cui cassa armonica fu commissionate a Carlo Garavaglia, uno dei maggiori intagliatori del Seicento lombardo. Egli si adoperò per realizzare l’altare maggiore in legno e uno splendido fonte battesimale. Nel 1648 il nobile Galeazzo Arconati (donatore del Codice Atlantico alla Biblioteca Ambrosiana) fece completare la cappella del Carmine, la cui pala è opera di Carlo Francesco Nuvolone. Il campanile venne eretto nel XVII secolo, insieme con l'avanzamento dei lavori di costruzione della nuova basilica; la torre ospitava un concerto di cinque campane, la maggiore delle quali si incrinò e venne rifusa il 25 maggio 1725. In quella data venne rifusa anche la campana minore; entrambe le rifusioni avvennero per mano di Nicola Bonavilla. Il 31 maggio 1758 le autorità decisero di ampliare il campanile, in modo che le campane potessero essere collocate a un’altezza maggiore. La torre venne rialzata con la realizzazione del cupolino, portando la sua altezza a 65 metri. Le vecchie campane vennero rifuse nel nuovo concerto di sei elementi, opera di Francesco e Innocenzo Bonavilla. Le statue barocche collocate nelle nicchie del presbiterio vennero recuperate nel 1794 dal convento abbattuto di S. Francesco Grande in Milano. Le restanti opere pittoriche sono di epoca settecentesca, così come i paliotti intelvesi delle cappelle laterali. Nel 1802, su disegno di Lodovico Pollak, fu costruito il nuovo altare maggiore, che prese posto dell’originario in legno; la medesima sorte toccò all’organo. Nel 1817 l’organaro varesino Eugenio Biroldi fu incaricato della costruzione di un nuovo strumento, più grande del precedente, per cui si rese necessaria la sostituzione dell'antica cassa lignea del Garavaglia. L’organo venne ulteriormente ampliato nel 1865 dai fratelli Prestinari; ricerche d'archivio hanno portato alla scoperta di una parte del materiale fonico originale Valvassori all'interno dell'organo attuale. La facciata della basilica venne completata nel 1845, su disegno dell’architetto Giovanni Battista Bossi, e perfezionata nel 1902 con l'aggiunta del pronao. Nel 1854 si decise di rifondere tutte le campane, per ottenere un concerto più grave; l'opera venne affidata al varesino Felice Bizzozero. Qualche anno più tardi si decise di portare il concerto da sei a otto campane, rendendolo nel frattempo più grave. Le sei campane vennero calate dalla torre e rifuse per ottenere il concerto odierno, che arrivò in paese il 6 aprile 1889. Il nuovo concerto di 8662 kg, opera della fonderia Pruneri, venne benedetto l’11 aprile dello stesso anno. A inizio Novecento l’interno della basilica risultava ancora completamente spoglio; l’arciprete di allora incaricò Luigi Morgari di affrescare la volta e le pareti, per dare maggior prestigio all'opera architettonica, terminata nel 1910. Il 15 agosto 1951 si avvertì un problema nel suono della campana maggiore, che fu prontamente asportata per essere rifusa; l'opera venne affidata a Roberto Mazzola. La chiesa venne restaurata per intero grazie all'intervento dei successivi arcipreti, l'ultimo dei quali completò l'opera con la posa del pavimento (2002).
il Carnevale di Senago - 2013