Il museo Giuseppe Scarabelli nel Museo di San Domenico di Imola
Fossili, minerali, insetti, uccelli, rettili, piante, reperti dell'età del bronzo e dell'età del ferro, questo e altro nel museo più antico della città fondato nel 1857 e riallestito nel 2013, rispettandone l'antico assetto.
Euro Hotel *** Hotel Review 2017 HD, Imola, Italy
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Property Location
Located in Imola, Euro Hotel is convenient to Oratory of S. Rocco and Palazzo Calderini. This hotel is within close proximity of Appia Gate Towers and Chiesa di San Domenico.
Rooms
Make yourself at home in one of the 59 air-conditioned rooms featuring minibars. Complimentary wireless Internet access keeps you connected, and satellite programming is available for your entertainment. Conveniences include phones, as well as safes and desks.
Amenities
Take in the views from a g...
Le Collezioni d'Arte della città nel museo di San Domenico di Imola
Il video presenta le Collezioni d'Arte della città all'interno del Museo di San Domenico di Imola; sono circa seicento opere tra dipinti, sculture, ceramiche, disegni, medaglie e monete che narrano la storia della cultura figurativa imolese tra duecento e novecento, fino al periodo attuale con opere site specific, realizzate appositamente per il museo.
Fiesole Italy View from San Domenico
See the hill of fiesole from this suggestive point.
Rieti, mons. Lucarelli dà l'annuncio del nuovo vescovo
Rieti, chiesa di San Domenico, 15 maggio 2015.
Cortona e le sue Chiese.Maggio 2013
Piccolo giro a conoscere le Chiese piu' famose di Cortona e le opere d'arte in esse conservate.San Domenico-IL Duomo-Chiesa di Santa Maria Nova
Museo Diocesano di Napoli.
Inaugurata la mostra Guercino a Fano, tra presenza e assenza
FANO -- E' stata inaugurata alla Pinacoteca San Domenico di Fano la mostra Guercino a Fano, tra presenza e assenza, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Fano sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica, con il coordinamento scientifico della Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici delle Marche, il patrocinio della Regione Marche e la collaborazione della Provincia di Pesaro e Urbino, del Comune di Fano e della Diocesi di Fano Fossombrone Cagli e Pergola.
La mostra, alla cui inaugurazione è intervenuto anche il segretario generale del Ministero per i beni e le attività culturali Roberto Cecchi, propone una rassegna delle opere che l'artista Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino, realizzò a Fano su commissione delle famiglie nobili della città. In particolare, le pale d'altare Lo sposalizio della Vergine, Angelo Custode e San Giovanni Battista alla fonte, opera quest'ultima tornata per la prima volta a Fano dal lontano 1797, quando fu sottratta dalle truppe napoleoniche per essere poi, dopo varie vicende, ospitata nel Museo Fabre di Montpellier in Francia.
L'esposizione Guercino a Fano coinvolge anche altri siti nella città (Duomo, Basilica di San Paterniano, Pinacoteca e Museo Civico), in un Itinerario del '600 fanese che permette di approfondire la conoscenza di pittori emiliani.
Realizzati un volume con prestigiosi interventi di storici dell'arte, poster delle tre opere in mostra, cartoline e due annulli postali.
L'esposizione, ad ingresso libero, si protrarrà fino al primo ottobre, con apertura tutti i giorni, escluso il lunedì, dalle ore 18 alle 22. Info: 0721.802885
LE OPERE IN MOSTRA
SAN GIOVANNI BATTISTA ALLA FONTE (olio su tela, cm 243 x 169) fu commissionata al Guercino dal conte Ghisilieri (entrato nell'ordine dei Filippini di Bologna) e destinata alla Chiesa di San Pietro in Valle dei Padri Oratoriali di Fano. Ghisilieri, amico del Guercino, aveva istituito nel suo Palazzo, dal 1646 al 1652, un'Accademia di pittura frequentata dallo stesso artista. In S.Pietro in Valle rimase fino al 1797, quando venne ritirata dai commissari francesi che la portarono al Louvre. Nel 1896 fu depositata al Musée Fabre di Montpellier, che l'ha messa ora a disposizione per la mostra a Fano.
LO SPOSALIZIO DELLA VERGINE (olio su tela centinata, cm 310 x 190) fu commissionata al Guercino dalla nobile famiglia Mariotti di Fano per il primo altare di destra della Basilica di San Paterniano. L'opera fu rubata nel 1895 e presto ritrovata, ma i danni subiti per essere stata arrotolata fecero sì che venisse trasferita a Palazzo Mariotti. Nel 1967 il dipinto venne restaurato sotto la direzione della Soprintendenza alle Gallerie delle Marche e nel 1967 acquistato dalla Cassa di Risparmio di Fano. Attualmente è di proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Fano ed è custodita nella Pinacoteca San Domenico.
L'ANGELO CUSTODE (olio su tela, cm 292 x 178) venne commissionata al Guercino da Vincenzo Nolfi per la Chiesa di S.Agostino, dove rimase fino al 1943. La Chiesa fu bombardata durante la seconda guerra mondiale, ma la tela era stata in precedenza messa in salvo. Nel 1968 fu restaurata al Gabinetto di Restauro della Pinacoteca Nazionale di Bologna, per poi essere sottoposta ad ulteriore restauro nel 1993 a cura di Isidoro Bacchiocca. L'opera, di proprietà del Seminario Vescovile San Carlo di Fano -- Diocesi di Fano Fossombrone Cagli Pergola, è custodita nella Pinacoteca civica di Fano.
G. Rossini: Agnus Dei (Petite Messe Solennelle)
Gioachino Rossini:
AGNUS DEI
(Petite Messe Solennelle)
original version for Soli, Chorus, 2 pianos and harmonium
IMOLA -- Chiesa di San Domenico
Jun 5th, 2010
CORO LUIGI GAZZOTTI
Nadia Engheben, soprano
Daniela Pini, mezzosoprano
Andrea Giovannini, tenor
Marco Bussi, bass
Francesco Frudua, Olaf John Laneri, piano
Elena Dalla Casa, harmonium
Giulia Manicardi, conductor
La Chiesa Greca di rito orientale in Sicilia
Basilica of San Frediano, Lucca, Tuscany, Italy, Europe
Fridianus (Frediano) was an Irish bishop of Lucca in the first half of the 6th century. He had a church built on this spot, dedicated to St. Vincent, a martyr from Zaragoza, Spain. When Fridianus was buried in this church, the church was renamed Ss. Frediano and Vincenzo. Soon afterwards, a community of Augustinian canons was growing around this church. In the Longobard era, the church and the canon house were enlarged. In 1104, this order was recognized by Pope Paschal II. The prior of St. Frediano was later accorded a rank equal in dignity to that of a bishop. The church acquired its present appearance of a typical Roman basilica during the period 1112-1147. In the 13th-14th centuries the striking façade was decorated with a huge golden 13th century mosaic representing The Ascension of Christ the Saviour with the apostles below. Berlinghiero Berlinghieri designed it in a Byzantine/medieval style. Several chapels of the nobility were added in the 14th-16th centuries. These are lavishly decorated with paintings. The architecture of the Basilica of San Frediano well represents the characteristics of Romanesque Lucca before the influences of the nearby Pisa, in particular of the Cathedral of Buscheto, and workers from northern Italy change its traditional character. The church still has a simple type of early Christian basilica plan, with curtain walls smooth, without projections or complex joints of the arches, and architectural elements are all of Roman tradition, such as architraves and columns of the facade and the apse, the windows niche, the specially carved composite capitals. These same features are found - in a stadium even purer - in the nearby church of St. Alexander, which includes the remains of an older building in which every element, from the paths proportional to the quality of the walls, the arrangement of unusual materials to bare corinzieggianti capitals, is all ancient Roman traditions. Inside, the basilica is built in richly carved white marble. It consists of a nave and two aisles with arches supported by columns with Roman and Romanesque capitals. The Roman capitals were recycled from the nearby Roman amphitheatre. The highlight at the entrance is the huge 12th-century Romanesque baptismal font (the Fonte Lustrale). It is composed of a bowl, covered with a tempietto, resting on pillars, inside a circular basin. It is the craftmanship of master Roberto (his signature is on the basin) and two unknown masters. The basin is decorated with The Story of Moses by a Lombard sculptor. Master Roberto did the last two panels The Good Shepherd and the Six Prophets. The tempietto was sculpted by a Tuscan master, representing the months of the year and the apostles. Behind this font, higher on the wall, are two 15th century glazed terracotta lunettes : The Annunciation and St. Bartholomew, both attributed to the school of Andrea della Robbia. There is another baptismal font, still in use, carved and adapted from a sacramental altar by Matteo Civitali in 1489.
The counterfaçade houses the 16th century organ in the exquisitely carved, gold-plated choir from the 17th century.
On the right hand is the side chapel of St. Zita (1218-1278), a popular saint in Lucca. Her intact mummified body, lying on a bed of brocade, is on display in a glass shrine. On the walls of the chapel are several canvasses from the 16th and 17th centuries depicting episodes from her life. The remains of St. Frediano lie underneath the main altar from the 16th century. A massive stone monolith stands left of the main altar. This was probably pilfered from the amphiteatre of Lucca. But local tradition has it that it was miraculously transported to Lucca by San Frediano and used as a predella (step of an altar) for the first altar. The Trenta chapel in the left aisle houses the polyptych of the Virgin and the Child, a 15th-century masterpiece by Jacopo della Quercia, carved with the help of his assistant Giovanni da Imola. Below the altar is a Roman sarcophagus with the body of St Richard the Pilgrim, an English “king” (of Wessex), who died in Lucca in 722 while on pilgrimage to Rome. He was the supposed father of Saints Willibald, Winiblad and Walpurga. On the marble floor lies a tombstone of Lorenzo Trenta and his wife, equally from the hand of Jacopo della Quercia. Among the many chapels, the Chapel of the Cross certainly stands out. It contains frescoes, recently restored, by Amico Aspertini (1508-1509). The blue vault shows us God surrounded by angels, prophets and sibyls. Above the altar is an anonymous 17th-century painting representing Volto Santo, St. Augustine and St. Ubaldo. On the right wall is the fresco of St. Frediano displacing the course of the river Serchio, while trying to stop the flooding. Next to it is a column which is, at closer sight, actually flat. The sgraffiti are drawn in the art technique of trompe l’oeil, giving a false perspective and the illusion of a column.
Pistoia Cathedral, Pistoia, Tuscany, Italy, Europe
Pistoia Cathedral is the main religious building of Pistoia, Tuscany, central Italy, located in the Piazza del Duomo in the centre of the city. It is the seat of the Bishop of Pistoia and is dedicated to Saint Zeno of Verona. Most probably built in the 10th century, it has a façade in Romanesque style, inspired by other churches in Pistoia (San Bartolomeo and San Jacopo). The interior has a nave and two side-aisles, with a presbytery and crypt. A restoration in 1952-1999 returned the church to its original lines. It has been speculated that a smaller cathedral may have existed in Pistoia as early as the 5th century AD, as it had already a bishop at that time. The location of such a building is however unknown: possible sites are those of the current cathedral, of the Pieve di Sant'Andrea or of San Pier Maggiore. The first mention of a cathedral dates to 923. In 998 a diploma of Emperor Otto III refers to a Palaeo-Christian building located between the cathedral square (Piazza del Duomo) and the city's watch tower. In 1108 the cathedral was damaged by a fire, and was probably rebuilt over the next few decades, as in 1145 an altar was dedicated in it to Saint James the Great by Bishop Saint Atto. In 1202 another fire damaged the cathedral again. In 1274-1275 the aisles were covered with vaults, and in 1287 a new altar was begun. In 1298 there was further damage caused by an earthquake. In 1336 a statue of Saint Zeno was placed in the west front, sculpted by Jacopo di Mazzeo. Between 1379 and 1440 the façade was reconstructed with the addition of three tiers of loggias and a portico. In 1504 Andrea della Robbia was commissioned to undertake the decoration of the archivolt (for which he created a festoon with plant themes and, in the middle, the crest of the Opera di San Jacopo), of the portico as well as of the lunette with bas-reliefs over the central portal, depicting the Madonna with Child and Angels. He finished the works in 1505.
In 1598-1614 the medieval choir was demolished, the side chapels were modified and the original apse was replaced by a Baroque tribune surmounted by a dome designed by Jacopo Lafri, while the main aisle was covered by new cross vaults. The decoration of the tribune ceilng was also undertaken, and paintings in the same area and in the main chapel were added. In 1721 a statue of Saint James the Great, by Andrea Vaccà, was added to the façade. The medieval mullioned windows, replaced by Baroque windows, were restored between 1952 and 1966, and the vaults over the aisle were removed. The presbytery pavement is raised, housing the crypt underneath, while the nave and the aisles, separated by columns, have vaults and wooden truss covers respectively. The right aisle was once occupied by the Chapel of St. James (San Jacopo), built by bishop Atto in the mid-12th century to house the relics of Saint James brought from Santiago de Compostela. The silver altar of the saint can be seen today in the Crucifix Chapel. The Chapel of the Blessed Sacrament (Capello del Santissimo Sacramento), which houses the tabernacle, is also known as the Chapel of San Donato from a painting portraying the Madonna Enthroned between St. John the Baptist and St. Donatus (c. 1475-1486), on the right hand wall. The painting had been commissioned from Andrea del Verrocchio by the heirs of Donato de' Medici and was started by him but, left unfinished, was completed by Lorenzo di Credi. The bishop next to the Madonna has been identified as Saint Zeno. In the middle is the Assumption of the Virgin by Giovan Battista Paggi (1590-1600), while next to the entrance is the tomb of Donato de' Medici (1475), attributed to Antonio Rossellino. This chapel contains the altar of Saint James, in embossed silver sheet, which was moved here in 1953. It was begun in 1287, when Andrea di Jacopo d'Ognabene was commissioned to make representations of the Madonna and Child for the rear of the altar, and, for the front section, of Stories of the New Testament, Christ in Majesty between Mary and St. James and Three Stories of St. James, which he finished in 1316. Giglio Pisano executed the large silver statue depicting St. James Enthroned (1349-1353), commissioned as thanksgiving after the end of the Black Death in 1348. The two side antependia were executed by Leonardo di Ser Giovanni and Francesco Niccolai, with Stories of the Old Testament and Stories of St. James, between 1361 and 1371. Other works include the Apostles, St. Eulalia, Bishop Atto, St. John the Baptist and Salome by Piero d'Arrigo Tedesco (1380-1390), another Christ in Majesty with St. Anthony Abbot, St. Stephen and the cusp by Nofri di Buto and Atto di Piero Braccini (1394-1398). Filippo Brunelleschi decorated the front part with two busts of prophets (1401). The other sides were decorated by Piero d'Antonio da Pisa and Domenico da Imola.
Doppio Le 28 dell'Annunziata Campeggio 2015.
Le campane della parrocchia di Campeggio (Monghidoro Bologna Italy. Festa Grassa 9-10 maggio 2015. Doppio Le 28 dell'Annunziata eseguito dai maestri companari: Mario Marchi, Claudio Musolesi, Bruno Righini, Maurizio Gatti. (Unione Campanari Bolognesi). Riprese di Gilberto Tedeschi.
Il campanile di Campeggio fu edificato da Don Pietro Domenico Michelini, (che rimase parroco mezzo secolo, 1697-1747), conteneva tre campane, fuse dal Golfieri. Durante il secondo conflitto mondiale le campane rimasero danneggiate e furono sostituite nel dopo guerra con un concerto di 4 fuse nel 1946 dall'antica fonderia Cesare Brighenti di Bologna.
San Francesco Bologna
Con l'associazione Didasco in visita alla chiesa di San Francesco
Liturgia al Monastero Greco Ortodosso della Metropolia di Aquileia - Arcivescovo Avondios
Monastero Ortodosso San Nicola di Bari
Chiesa San Pio da Pietrelcina, Imola
Davanti alla Chiesa di San Pio da Pietrelcina in Imola, è posta un'area di circa 4000 mq nella quale, secondo il progetto originario di edificazione della Chiesa e di valorizzazione del quartiere Montericco, doveva essere realizzata una grande piazza ed edifici di massimo due piani, con specifica destinazione pubblica, sociale, culturale (es. una biblioteca, circolo, attività ricreative, commerciali ecc.). In effetti, il quartiere Montericco si prestava e si presta, in una città a forte espansione come Imola in zona sud a costituire un nuovo centro, una nuova realtà. La piazza, alla quale era stata anche dedicata una mostra qualche anno fa, che aveva suscitato l'interesse e il gradimento dell'amministrazione comunale, rappresentava e rappresenta un punto fondamentale di incontro, un luogo spazioso e armonioso, soprattutto, coordinato con la struttura urbanistica già esistente. Pare, invece, che si intendano realizzare al posto della piazza ed edifici come descritti, gli ennesmi palazzoni, di ben quattro (forse cinque) piani da destinare ad abitazioni. Con buona pace della piazza, della qualificazione del quartiere e, non meno, dei parcheggi !!! Per non parlare del fatto che, giusto lì a fianco, sono ancora sfitti quegli appartamenti destinati a case popolare a fronte dell'intervenuto fallimento dell'impresa che li ha realizzati. La vicenda, non è diversa se al posto della piazza realizzassero un inceneritore, o un termovalorizzatore, o una mega antenna per la telefonia. Nuocerebbe alla salute. In questo caso, nuoce alla vista, alla vivibilità del quartiere. Per questi motivi, vigileremo e ci mobiliteremo ad ogni livello affinché siano rispettati i piani originari. Partendo da questo semplice ed efficace video che mostra la Chiesa di San Pio in tutta la sua bellezza e prestigio architettonico, tale ad elevarla tra le migliori opere architettoniche (citata anche su numerose riviste) in Italia.
6(19) aprile 2015 - Domenica di Tommaso - Visita a Ravenna dell'Arcivescovo Mark
Неделя ап.Фомы (Антипасха) - визит Архиепископа Марка в Равенне
Pinacoteca Nazionale di Bologna La Felsina
La Pinacoteca nazionale di Bologna ,offre una vasta panoramica della pittura emiliana dal XIII al XVIII secolo, tuttavia non mancano testimonianze fondamentali di artisti non bolognesi che ebbero contatti diretti e non con la città.
Le campane di Bologna - Basilica Santuario della B.V. di S.Luca
Bologna - Colle della Guardia - Basilica Santuario della Beata Vergine di S.Luca
5+1 campane in Re3 intonate in quarto maggiore e sesta maggiore:
Re3 = Clemente e Giuseppe Brighenti, 1893
Sol3 = Giuseppe Brighenti, 1835
La3 = Giuseppe Brighenti, 1835
Si3 = Giuseppe Brighenti, 1835
Re4 = Giuseppe Brighenti, 1835
Fa4 = 1465
La chiesa attuale viene realizzata dal Dotti tra 1723 e 1757 in sostituzione di una precedente chiesa quattrocentesca mentre le due tribune esterne sono concluse dal figlio Giovanni Giacomo nel 1774. In sintonia con la tradizione bolognese il volume esterno si presenta privo di decorazioni enfatiche e solenni e si caratterizza per la semplicità del profilo curvilineo su cui è impostata la cupola. Entro una planimetria ellittica gli spazi interni si dilatano a croce greca culminando nell'altare principale che precede la cappella della Vergine. Le decorazioni sono affidate a V. Bigari per gli affreschi, ad A. Borelli e G. Calegari per gli stucchi e ad A. Piò per le statue. Tra gli artisti che adornano la chiesa si segnalano inoltre Guido Reni (terzo altare a destra), Donato Creti (seconda cappella a destra), Giuseppe Mazza (cappella di S. Antonio da Padova), Guercino (sagrestia maggiore). Nel 1930 Ferruccio Gasparri realizza una funivia che con un solo pilone supera il dislivello di 220 metri tra via Saragozza e il santuario. Le polemiche che accompagnano il conseguente annullamento del percorso devozionale si concludono però con la sua definitiva sospensione. Sul lato meridionale del Santuario si trova insieme all'antico monastero domenicano il campanile, su cui è issato un possente Doppio di 5 campane di cui le 4 piccole furono fuse nel 1935 dal fonditore Giuseppe Brighenti di Bologna mentre la grossa fu aggiunta nel 1893 per formare l'intonazione di Sesta maggiore. Questa campana riccamente decorata è una delle rarissime opere dove compaiono i nomi di Clemente e del figlio Giuseppe assieme (ne troviamo un altra a Manzolino, la piccola in questo caso). Dopo la fusione di questa campana il nome di Clemente Brighenti non appare più sui bronzi poichè morirà pochi mesi dopo, quindi questa è a tutti gli effetti l'ultima opera di Clemente Brighenti. La grossa di nota Re3 leggermente crescente, pesa 13,87 q.li ed ha un diametro di 128,3 cm. La mezzana di nota Sol3 leggermente crescente, pesa 5,27 q.li ed ha un diametro di 94,4 cm. La mezzanella di nota La3 leggermente crescente, pesa 3,7 q.li ed ha un diametro di 84 cm. La piccola di nota Si3 leggermente crescente, pesa 2,66 q.li ed ha un diametro di 74,9 cm. La piccola del maggiore di nota Re4 leggermente crescente, pesa 1,7 q.li ed ha un diametro di 63,5 cm. E' presente inoltre, di fronte alla piccola del maggiore, un sonello fuso nel 1465.
Suonate:
-Doppio con le 4 grosse: 24 di S.Bartolomeo in scala e calata in Scarto
-Doppio e Tirabasse con le 4 grosse: 36 Dell'Annunziata in scala e 14 di Sirano in scala
-Doppio e Tirabasse con le 4 piccole: 24 di S.Bartolomeo in scala e 12 Lisce in scala (videofotografie)
17 Novembre 2018, suonate in occasione del 15° Raduno dei Giovani campanari
Buona visione :-)
Giacomo (Bolocampanaro02):
Andrea Tescari:
Nicolò (CampanaroBolognese 2002):
Doppio 24 di Cento, Campeggio 2015,
Le Campane della Parrocchia di Campeggio (Monghidoro Bologna Italy). Festa Grossa 9-10 maggio 2015. Il doppio 24 di Cento eseguito dai maestri campanari: Mario Marchi, Claudio Musolesi, Bruno Righini, Maurizio Gatti. (Unione Campanari Bolognesi) Riprese di Gilberto Tedeschi.
Il campanile di Campeggio fu edificato da Don Pietro Domenico Michelini, (che rimase parroco mezzo secolo, 1697-1747), conteneva tre campane, fuse dal Golfieri. Durante il secondo conflitto mondiale le campane rimasero danneggiate e furono sostituite nel dopo guerra con un concerto di 4 fuse nel 1946 dall'antica fonderia Cesare Brighenti di Bologna.