Saggio Martina violino 30 maggio 2016 chiesa di S.Filippo Fossombrone
Fossombrone e le sue bellezze
In provincia di Persaro e Urbino per una domenica alternativa vi consigliamo un giro a Fossombrone. In questa puntata abbiamo percorso Corso Garibaldi, abbiamo vsitato la Chiesa di San Filippo assolutament da non perdere per la sua bellezza barocca, ci siamo poi avventurati in una lunga scalinata che ci ha portato alla Corte Alta della città dove non potevamo perdere l'occasione di visitare il Museo Archeologico e la Pinacoteca , e poi di nuovo in centro per la visita alla Quadreria Cesarini. Ma se siete delle buone forchette , sappiate che a Fossombrone si mangia molto bene, tanti progetti di turismo culinario ci aspettano nei prossimi mesi. Scoprite le bellezze delle Marche.
Fossombrone - VI Giornata Archeologica Forsempronese... a Mario Luni
L'archeologia a Fossombrone è una risorsa, culturale, occupazionale ed economica, che sabato 8 novembre 2014 è stata ricordata ai cittadini, che nella Chiesa di San Filippo hanno partecipato alla IV Giornata Archeologica Forsempronese. Questa edizione è stata dedicata al professor Mario Luni, recentemente scomparso. L'archeologo accademico urbinate ha dedicato la sua vita, con passione e professionalità, allo scavo archeologico in Italia e all'estero. Un amore particolare per Forum Sempronii (Fossombrone) dove ha seguito le campagne di scavo. La giornata dedicata all'archeologia si è snodata tra i ricordi dell'impegno del professore e le meraviglie che si stanno svelando nell'area di San Martino del Piano. L'allievo, poi collaboratore e collega, Oscar Mei, racconta la giornata, in cui è stata presentata l'ultima produzione del professore. La via Flaminia e la Gola del Furlo, primo volume della collezione dei Quaderni del Furlo, nasce dall'intento di diffondere la conoscenza del territorio, come spiega il Presidente della Provincia, Daniele Tagliolini.
Il Pane e la Croce - Mostra storico-religiosa
Il Pane e la Croce - Mostra storico-religiosa
Il 17 -- 18 marzo 2012, nella Chiesa San Filippo di Fossombrone , avrà luogo la mostra storica , culturale e religiosa Il pane e la croce. L'iniziativa è nata da un'idea dello chef e ricercatore Luca Zanchetti, condivisa con l'associazione culturale la Scatola dei Bottoni. Un percorso, sulla scia della fede cristiana, che risalendo le origini dell'uomo, ci porta a riscoprire come le diversità si fondono trasformandosi in un solo unico pane. Un itinerario in cui Dio e l'uomo si incontrano attraverso il pane.
Per ulteriori informazioni visita il sito
oltrefano.it
Concertato da La Traviata di G.Verdi - Coro San Carlo di Pesaro
Coro San Carlo di Pesaro - pianoforte Claudio Colapinto - direttore Salvatore Francavilla
soprano Lee So-Hyun tenore Enrico Giovagnoli baritono Lucio Mauti basso Fausto Martone
bis e saluti finali dal Concerto lirico anniversario verdiano Fossombrone Chiesa di San Filippo 15 giugno 2013
Concerto San Filippo 7 gennaio 2017
Cantiere de Noel
Chiesa di S. Francesco - Reggio Emilia
3D model of the entry of S. Francesco Church in Reggio Emilia.
info.3dgeosurvey@gmail.com
Fano, Tombe Malatestiane, Portico ed ex Chiesa di san Francesco (manortiz)
Le Tombe Malatestiane
Occupano il sottoportico da cui si accede all'interno della ex Chiesa di S. Francesco, ora ridotta alle condizioni di rudere monumentale, privo di copertura e corroso dalle intemperie.
Le tombe furono qui trasferite e ricomposte nel 1659, spostandole dall'interno della chiesa che era stata prescelta dai Malatesti per ospitare le proprie sepolture. Così come appare oggi, il portico è però il risultato di una ricostruzione neogotica, portata a termine nel 1850 dall'ingegner Filippo Bandini. Delle strutture originarie restano infatti solo le paraste in pietra addossate al muro di fondo e lo splendido portale trecentesco dalla caratteristica strombatura decorata a tortiglioni. Sulla sinistra dell'osservatore è la grandiosa Tomba di Paola Bianca Malatesti (la 'Gran Signora' che fu la prima moglie di Pandolfo III, morta nel 1398). Originariamente posta nel coro della chiesa, fu qui trasferita nel sec. XVII con l'intero apparato scultoreo (statuette, mensole, archetti pensili e colonnette tortili) che ne costituiva la parte ornamentale a coronamento della bellissima immagine della defunta, giacente sul coperchio dell'elaboratissimo sarcofago.
Si tratta di un autentico capolavoro della scultura tardogotica d'importazione veneziana: i documenti dicono infatti che la realizzazione dell'opera fu affidata a Maestro Filippo di Domenico veneziano, noto allievo e collaboratore dei fratelli Pier Paolo e Jacobello dalle Masegne.
Gotiche sono anche, sulla parete laterale che delimita ad oriente il portico, la più modesta Tomba di Bonetto da Castelfranco, voluta da Sigismondo Malatesti per ospitare le spoglie del suo fedelissimo medico, morto nel 1434, e la soprastante pietra tombale in marmo rosso veronese, autentico capolavoro di scultura araldica per lo stupendo liocorno crestato che sormonta il cimiero e lo stemma malatestiano.
Sul lato opposto del portale domina la rinascimentale Tomba di Pandolfo III Malatesti - foto a pag. 30 -(già a lato dell'altare maggiore), voluta dal figlio Sigismondo che nel 1460 (a ben trentatrè anni dalla scomparsa del padre) ne affidò con ogni probabilità il disegno a Leon Battista Alberti, allora impegnato nella realizzazione del Tempio Malatestiano di Rimini.
Fatta eccezione per l'arca superiore in granito che si sa essere un sarcofago medievale sopralavorato, l'alto basamento in pietra con il motivo dei pilastri scanalati e rudentati è infatti composto secondo la tipologia più tipica del repertorio classico caro all'Alberti. Un prodotto, quindi, del ricordato cantiere albertiano riminese, ma per il quale i documenti d'archivio fanno solo il nome di Matteo de' Pasti in relazione al trasporto e alla messa in opera dei singoli pezzi.
Va aggiunto che nel corso dei recenti restauri a cui è stato sottoposto l'intero complesso monumentale non è mancata la sorpresa dell'inaspettato ritrovamento del corpo mummificato di Pandolfo III.
La chiesa, iniziata sotto gli auspici di S. Bonaventura a metà circa del secolo XIII e consacrata nel 1336, fu tra le maggiori e più belle della città. Era una tipica Chiesa ad aula, con copertura a capriate e profondo presbiterio affiancato da due cappelle minori. Perdette però il suo aspetto originario nel secolo scorso in seguito ad una radicale trasformazione in maestose linee neoclassiche su disegno dell'architetto senigalliese Giuseppe Ferroni.
Le vecchie murature, sopralzate e appesantite, finirono purtroppo per minacciare rovina dopo il terremo del 1930 e sono state in buona parte abbattute.
Il coro di voci bianche del San Carlo in scena al San Filippo Neri
Seguici su anteprima24.it e resta aggiornato
RIAPERTA LA CHIESA DI SAN ROCCO A SCISCIANO DI MAIOLATI SPONTINI 03-05-16
Grazie all’importante contributo dell’8x1000 è stata riaperta la chiesa di Scisciano, il piccolo borgo alle porte di Maiolati Spontini.
funkoff 13 settembre Fossombrone
e ancora e ancora e ancora...
S. Andrea di Suasa
TUTTI I VIDEO PUBBLICATI DA STUDIOVIDEOGRAPHICS ESSENDO DI SUA PROPRIETA' ESCLUSIVA, NON POSSONO ESSERE SCARICATI O USATI PER SCOPI PERSONALI O DI LUCRO, IN QUANTO LA TRACCIA MUSICALE È COPERTA DA COPYRIGHT.
Le origini del castello di Sant'Andrea di Suasa, situato lungo la vallata del fiume Cesano, risalgono a circa 1500 anni fa, dopo la distruzione di Suasa da parte di Alarico, re dei Visigoti . Castrum Sancti Andreae è il nome originario, ed è rinato grazie all'opera dei monaci benedettini che, dopo aver fondato il monastero dove si trova San Lorenzo in Campo, disboscarono e coltivarono l'intera valle del Cesano. Nell'alto medioevo il castello di Sant'Andrea di Suasa dipendeva dal monastero di San Lorenzo in Campo, ma intorno al 1150 ottenne una certa autonomia amministrativa. Aveva un Priore, un notaro, era, però, soggetto alla contea di Fano. Nel 1303 Pandolfo e Ferrantino Malatesti occuparono la città di Fano, il Vicariato di Mondavio e le zone limitrofe. Nel 1322 il pontefice Giovanni XXII assegnò al Rettore della Marca l'amministrazione diretta dei castelli posti nella vallata del Cesano, sottraendoli alla giurisdizione di Fano. Nel 1343 tutta la zona fu di nuovo occupata da Galeotto Malatesta e la dominazione malatestiana cessò solo nel 1463. Il castello di Sant'Andrea di Suasa legò le proprie sorti a quelle di Mondavio che, insieme a Senigallia, passarono nel 1474 sotto il dominio del duca Giovanni Della Rovere. I Della Rovere governarono il ducato di Urbino fino alla devoluzione alla Santa Sede, avvenuta nel 1631. Con la devoluzione del ducato, Sant'Andrea di Suasa entrò a far parte della Legazione di Urbino e Pesaro. Nel 1804 il comune passò, per pochi anni, a quello di Torre San Marco. Durante il Regno d'Italia napoleonico Sant'Andrea di Suasa apparteneva al Dipartimento del Metauro, distretto II di Pesaro, cantone III di Fossombrone. Con la distrettuazione definitiva del 1811, faceva parte del Dipartimento del Metauro, distretto IV di Urbino, cantone di Fossombrone. Con la Restaurazione pontificia il comune ritornò a Sant'Andrea di Suasa, appartenendo alla Delegazione di Urbino e Pesaro. Nell'assetto territoriale del 1817, il comune faceva parte della Delegazione apostolica di Urbino e Pesaro, distretto di Urbino, dipendente da San Lorenzo in Campo, sede di un Governatore. In base all'assetto territoriale del 1835, il comune faceva parte del distretto di Senigallia, dipendeva da Mondavio, sede di un Governatore, all'interno della Delegazione apostolica di Urbino e Pesaro. Con l'Unità d'Italia entrò a far parte della provincia di Pesaro e Urbino, appartenendo al mandamento di Mondavio. Nel 1869 Sant'Andrea di Suasa venne soppresso e costituito frazione del comune di Mondavio. La sua soppressione era stata decretata dalla legge comunale e provinciale del 20 marzo 1865, che stabiliva le norme per la soppressione di quei comuni con una popolazione inferiore a 1500 abitanti. Sant'Andrea di Suasa ne contava poco più di 720. DESCRIZIONE: Il borgo si sviluppa lungo il crinale di un ampia collina alla sinistra del fiume Cesano, in provincia di Pesaro Ubino, in uno scenario davvero unico, infatti il paesaggio è dominato ad ovest dalle cime dei monti Catria e Acuto e da un susseguirsi di montagne (a nord le cime del Montefeltro e della gola del Furlo, a sud sono ben distinguibili il monte San Vicino, e nelle belle giornate il Monte Conero) e ad est verso il mare le colline. La struttura urbana tradisce la sua origine dovuta all'operosità dei monaci benedettini. Infatti se l'origine del primo insediamento (il Castrum) è collocabile nell'età tardo imperiale (dopo la distruzione di Suasa), il suo sviluppo urbanistico così come giunto a noi, si è avuto attorno all'anno 1000 d.C. (la prima traccia documentale risale al 1193 d.C). Ancora integro il possente circuito murario con l'unica porta d'accesso a torre, oggi raggiungibile tramite una arcata sormontata da una rampa, ma in passato servita da un ponte levatoio
Pourquoi me reveillerWERTHEREnrico Giovagnoli
Enrico Giovagnoli al concerto lirico di Fossombrone il 16 06 2012
Recupero opere d'arte dalla chiesa di San Francesco a Matelica
Intervento dei Vigili del Fuoco a Matelica.
Link articolo:
Link pagina Facebook:
Museo in Onda - puntata n°5
23 APRILE 2014
Il libro di Angilberga - Bilblioteca Passerini Landi
Montemaggiore - Orciano - Piagge - San Giorgio
Da MONTEMAGGIORE al Metauro (m.197), vero e proprio balcone panoramico sulla bassa e media valle metaurense, si prosegue lungo la provinciale che sale e scende lungo i crinali dei colli che separano la valle del Metauro da quella del Cesano e si attraversano PIAGGE e SAN GIORGIO entrambi castelli che hanno conservato le loro cinta murarie.
Avvicinandosi infine ad ORCIANO (m. 249) si scorge ben visibile da lontano l'alto campanile e la torre del castello al cui interno è opportuno far tappa per visitare la splendida chiesa rinascimentale di Santa Maria Nuova, opera di Baccio Pontelli.
Vibo Valentia Pasqua 2019 Chiesa di Santa Maria degli Angeli Giovedì Santo.
Vibo Valentia Calabria Italia.
BY EUGENIO SELVAGGIO VV.
Crollo nel convento, i soldi non bastano
Arriva dalla sovrintendenza il denaro per restaurare il convento di San Bernardino. Ma i danni dopo il crollo del 26 gennaio sono ingenti e servono altri euro. Frate Danilo: uella struttura è patrimonio di tutti.
§.1/- (anniversari morte 1994) ** 06 agosto ** Lampedusa: Domenico Modugno, cantante italiano
PISTOIA: ANCORA FURTI IN CHIESA