Fermo: riconsegnata la scultura del Sansovino rubata dalla chiesa di San Francesco
Servizio trasmesso nel notiziario di Tv Centro Marche,
in onda ogni giorno alle 6.30 - 7.30 - 11.30 - 13.30 - 17.30 - 19.30 - 20.30 - 23.00
Iscriviti al nostro canale per conoscere gli eventi e le curiosità delle Marche:
L'ipogeo della chiesa di San Francesco a Monterubbiano
Nel ricordo della sua utilizzazione l’ipogeo della chiesa di San Francesco viene riproposto attraverso uno studio e un video soprattutto, perché dell’ambiente sotterraneo non si perda la memoria.
Una realtà dimenticata finora stranamente sfuggita a storici e cronisti.
GRUPPO SPELEO CAI FERMO presenta
UNA PRODUZIONE GRUPPO SPELEO
MONTERUBBIANO I (FM) 19 marzo 2016
L’IPOGEO DELLA CHIESA DI SAN FRANCESCO
Video ETTORE ANTOLINI – testi MASSIMO SPAGNOLI – musiche MASSIMILIANO SCOCCIA– montaggio ANDREA CERQUOZZI
Chiesa di San Francesco Amandola
Verona - Chiesa di San Fermo Maggiore - Chiesa Superiore e Inferiore - videomix
La chiesa di San Fermo Maggiore è una delle costruzioni religiose più interessanti ed originali della città di Verona, composta da due chiese connesse e sovrapposte l'una all'altra. Un unicum in cui lo stile romanico tipico del X-XI secolo si fonde armoniosamente con il gotico del XIV secolo.
La chiesa inferiore fu eretta tra il 1065 e il 1143, sui resti di un'antica pieve del V secolo, già dedicata ai Santi Fermo e Rustico che in questo luogo erano stati martirizzati. La chiesa superiore fu eretta nei primi decenni del XIV secolo dai frati francescani, che lasciarono intatta la romanica chiesa inferiore e dettero alla superiore l'attuale stile gotico, arricchendola durante i secoli con l'originale soffitto a carena di nave, splendidi affreschi, cuspidi e numerose opere d'arte. UNA GRANDE BASILICA IN CUI LO STILE ROMANICO SI FONDE CON IL GOTICO, come si intuisce sin dalla facciata, divisa in due parti da una galleria d'archetti in parte cieca. La parte inferiore è in tufo e appartiene alla preesistente chiesa romanica; quella superiore è tipicamente gotica, con il suo rivestimento murario a fasce alternate di tufo e cotto, su cui si apre una grande finestra quadrifora, sormontata da una trifora incastonata tra due loculi. Completa la splendida visione d'insieme il magnifico portale tipicamente romanico con la sua profonda strombatura a cordoni multipli e la porta bronzea, recentemente realizzata dal maestro Luciano Minguzzi, in cui sono visibili ventiquattro formelle che raccontano la storia dei santi Fermo e Rustico. Da notare anche la statua di San Francesco, incastonata nella lunetta sopra il portale, e la pregevole arca sepolcrale in cui riposano le spoglie mortali di Aventino Fracastoro, posta sulla sinistra della scalinata che porta all'ingresso. L'interno dell'ampia chiesa superiore, a croce latina, è a navata unica con cinque absidi e vari altari laterali.
Entrando lo sguardo rimane subito affascinato dal TRECENTESCO SOFFITTO LIGNEO A CARENA DI NAVE, pregevolmente ornato da una doppia galleria di archetti su cui sono dipinti vari busti di santi. Entro queste millenarie mura sono conservati dipinti e sculture che vanno dal XIII al XVII secolo, tra cui un brano d'affresco con angeli musicanti di Stefano da Verona, vari dipinti di Domenico Brusasorci, l'affresco della Crocifissione del Turone, oltre ad opere di Francesco Torbido, Battista del Moro, Liberale da Verona, Alessandro Turchi (detto l'Orbetto). Da segnalare inoltre alcune sculture giovanili di Michele Sanmicheli e il mausoleo di Nicolò Brenzoni, autentico capolavoro dell'arte tardogotica ornato con le sculture del fiorentino Nanni di Bartolo (Resurrezione di Cristo) ED ANCHE ALCUNI NOTEVOLI AFFRESCHI DEL PISANELLO (l'Annunciazione, San Raffaele e San Michele). Per una porta nel transetto destro si scende nel chiostro romanico, dove una scala conduce alla Chiesa Inferiore. Anche in questo edificio la pianta è a croce latina, ma spartita su tre navate da numerose colonne e poderosi pilastri in pietra con capitelli medievali. Particolare attenzione va riservata agli interessanti affreschi dell'XI e XIII secolo che qui sono conservati, tra cui un Battesimo di Cristo (presente sul terzo pilastro della navata di sinistra) ed una Madonna che allatta. Nel presbiterio si trova un pregevole crocifisso ligneo risalente al XIV secolo, mentre nel transetto di destra è situata la pietra dove, secondo la tradizione, furono decapitati i santi Fermo e Rustico.
Chiesa san Francesco Fermo
Il soffitto di San Fermo
Tutte le domeniche di gennaio e le prime due di febbraio si potrà visitare il soffitto trecentesco di S. Fermo, un unicum a livello mondiale per la straordinaria combinazione di architettura e pittura.
ERIKA PRANDI – Storica dell’Arte
don MAURIZIO VIVIANI – Parroco S. Fermo Maggiore
Fermo - Al via i lavori della Chiesa di San Filippo Neri
Il progetto è stato finanziato per 600mila euro dalla Regione Marche
Fermo, Vetrate chiesa s. Antonio - Stained glass just restored at St. Anthony's Parish (manortiz)
Fermo, 8 aprile 2017 - Un luogo di bellezza assoluta, con la luce che cattura i colori e li espande all’infinito e cambia aspetto, a seconda delle ore della giornata. Torna a nuova vita la chiesa di Sant’Antonio, questi sono i giorni della rifinitura ad un lavoro di restauro durato oltre due anni, pagato con le risorse della Chiesa, ma anche con i beni personali del parroco che ha venduto proprietà di famiglia per sostenere le spese che hanno sfiorato i 900mila euro.
Un restauro, compiuto dall’estate del 2015 all’estate del 2017, che si è reso indispensabile per il deterioramento del tetto e le innumerevoli penetrazioni di acqua, per l’usura e la ruggine di tutta la struttura in ferro, per l’improrogabile ricostruzione dell’intera superficie esterna dei vetri, oltre che per la rifondazione delle vetrate stesse, che oramai poggiavano solo sulla polvere della loro stessa ruggine, e per il restauro di tutte vetrate istoriate all’interno, intere aree delle quali erano rimaste senza vetri, essendo questi crollati e distrutti in questi ultimi anni. Dunque, doveroso lavorare alla ‘chiesa di vetro’: così, da quando è sorta nei primi anni ’70, è stata chiamata a Fermo e in diocesi.
«In effetti è solo vetro e ferro - racconta il parroco don Francesco Monti, don Checco per tutti - in 4 enormi vetrate che si estendono in grandi triangoli posti come superfici di una piramide limitata da 4 costoloni di cemento armato, la cui cuspide è a 16 metri dal suolo. Al vertice si innalza per ancora 24 metri una ardita guglia anch’essa caratterizzata da bei vetri istoriati, che fa raggiungere alla chiesa l’altezza complessiva di 40 metri da terra. Niente di tradizionale, nessun mattone. Abbiamo ritenuto fondamentale ridare a questa storia, alla chiesa e alla sua ricchezza di ‘profezia’ tutto quello che le è stato finora negato».
Soprattutto oggi che anche la diocesi fermana è ferita dal sisma e ha la maggior parte delle chiese coi portoni chiusi e le strutture danneggiate e inagibili. Sant’Antonio è del tutto antisismica, don Checco ha solo un pensiero: «Speriamo soltanto che la grandiosità che ha assunto oggi la chiesa col chiarore interno e l’acquisita eleganza della livrea esterna non facciano passare in secondo piano l’impostazione «francescana» del tempio, così come era stato fin dall’inizio sognato, ma rendano lode a Dio con tutto il bello che oggi si aggiunge; quel bello che tanto Francesco stesso cercava, contemplava ed amava nella natura e in tutte le creature di Dio».
Resta la sinfonia di luci, dai vetri sistemati e ricostruiti, così come li aveva immaginati l’architetto Renato Cristiani che amava e conosceva i colori e che oggi, a 90 anni, ancora ricorda quel lavoro. Tutto viene creato dalla luce del sole e si rinnova istante dopo istante nella trasparenza delle vetrate. Come una preghiera per sempre, per trovare consolazione. La festa per la riapertura il 10 giugno e sarà un momento veramente storico, per la ‘chiesa di vetro’.
di ANGELICA MALVATANI
Gruppo Speleo CAI a Monterubbiano. Esplorato cunicolo di San Francesco
Massimo Spagnoli del Gruppo Speleo del CAI Fermo ci porta ad esplorare il tunnel sotto la chiesa di San Francesco a Monterubbiano
Fermo, Italy
Fermo, Italy
Rubens e altri capolavori nella chiesa di San Filippo a Fermo (manortiz)
FERMO - Il Rubens torna a casa. E’ infatti l’Adorazione dei Pastori, insieme ad altri dipinti come la Pentecoste di Lanfranco, l’Assunzione della Vergine di Pittore marchigiano del XVII secolo, la Natività di Giovanni Battista Gaulli, detto il Baciccio, proveniente da un’altra chiesa fermana, Santa Maria del Carmine, direttamente influenzata dal dipinto di Rubens e l’Adorazione dei pastori di Pietro da Cortona, proveniente dalla Chiesa di San Salvatore in Lauro a Roma, a costituire il fulcro della mostra dal titolo “Rubens e altri capolavori nella chiesa di San Filippo a Fermo”.
Una mostra realizzata con il sostegno di Mibact, Regione Marche, Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo, Pio Sodalizio dei Piceni, Camera di Commercio, la collaborazione dell’Arcidiocesi e l’organizzazione di Civita Mostre, che è stata inaugurata ieri in occasione della riapertura della Chiesa di San Filippo, e che rimarrà aperta fino al 5 novembre, tornando così dopo quasi un secolo nella sua sede naturale, dove fu scoperta. La chiesa è tornata al suo antico splendore. Dopo 30 anni è stata restituita alla città, al termine di lavori di recupero. In particolare la navata centrale, dotata di arredi, potrà essere utilizzata per convegni, conferenze e eventi espositivi
Chiesa del Carmine di Fermo eletta Luogo del Cuore
Servizio trasmesso nel notiziario di Tv Centro Marche,
in onda ogni giorno alle 6.30 - 7.30 - 11.50 - 13.30 - 19.30 - 20.30 - 23.00
Iscriviti al nostro canale per conoscere gli eventi e le curiosità delle Marche:
Il Duomo di Fermo - Marche from above
#inthesky #dronevideo #duomodifermo
SANT'ELPIDIO A MARE (FERMO, MARCHE, ITALY)
Sant'Elpidio a Mare, comune di 17254 abitanti, provincia di Fermo, Marche, Italia. La città occupa il territorio appartenuto a Cluana, l'antica città romana bagnata dal fiume Chienti e distrutta dai Goti nei primi anni del 400. Nell'887 fu fondata una delle più antiche e potenti abbazie benedettine delle Marche: l'Abbazia imperiale di S.Croce al Chienti. Il borgo medievale con il toponimo di Castello di Sant'Elpidio sorse nell'XI secolo sul colle alla cui sommità ospitava la chiesa della Madonna dei Lumi. Elevato al rango di libero comune nel 1250 Federico II di Svevia gli concesse la costruzione di un porto tra i fiumi Chienti e Tenna. Fu nei secoli successivi al centro di aspri contrasti con la vicina Fermo. Saccheggiato nel 1328 dalle truppe di Mercenario da Monteverde fu nuovamente distrutto dal ghibellino Rinaldo da Monteverde nel 1376 e nel 1377. Nel 1380 gli Elpidiensi ricostruirono il paese sul colle della pieve alla cui sommità la piazza Giacomo Matteotti è delimitata dalla parrocchia di Sant'Elpidio Abate, dalla torre gerosolimitana, dalla Basilica Lateranenze di Maria Santissima della Misericordia e dal Palazzo Comunale. Nel 1431 l'esercito di Francesco Sforza penetrò la cinta muraria e saccheggiò l'abitato. Nel 1797 sul colle dei Cappuccini il generale Rusca dell'esercito napoleonico sconfisse le milizie locali fedeli al Papa e inglobò il paese nel Dipartimento del Tronto con capoluogo Fermo. Nel 1828 papa Leone XII emanò una bolla con la quale gli attribuì il titolo di città. Durante la seconda guerra mondiale il territorio fu amministrato dalla Repubblica Sociale Italiana. Nel 1952 Porto Sant'Elpidio diventò comune autonomo, per cui il territorio del comune diminuì di 18,14 km². La località è famosa per la tradizionale Contesa del Secchio di origine medioevale. Galleria di immagini del centro storico con fotografie scattate sabato 14 settembre 2013.
Grottammare (Marche, Italy), Chiesa di santa Lucia (manortiz)
La chiesa di Santa Lucia fu voluta dal Papa Sisto V nel luogo in cui si trovava la modesta casa della famiglia Peretti, dove il futuro papa era nato, e fu dedicata alla patrona del suo giorno natale. È una delle più evidenti testimonianze del rapporto che legava il papa e la sua famiglia a Grottammare. Per la costruzione della chiesa erano state abbattute numerose casupole che si trovavano in questa zona.
Il progetto iniziale venne affidato a Domenico Fontana (1543-1607), che era stato il progettista delle imponenti realizzazioni romane di Sisto V, e la costruzione venne avviata nell'aprile del 1590, ma dopo la morte del papa, nell'agosto dello stesso anno, il Fontana venne esonerato dall'incarico e i lavori si interruppero.
La costruzione fu ripresa per volontà di Camilla Peretti, sorella del defunto pontefice, come ricorda la scritta posta sull'architrave del portale d'ingresso, DIVE LUCIE CAMILLA PIRIEETA DICAVIT e la legenda della medaglia conservata al Museo Sistino di Grottammare, recante sul recto l'effigie della donna, con l'iscrizione: CAMILLA PERETTA SYXTI V. P. M. SOROR e sul verso la facciata della chiesa con la didascalia: SANTA LUCIA AN. D. M. D. LXXXX. Il confronto tra l'immagine dell'edificio sulla medaglia e quello effettivamente realizzato fa supporre che la chiesa venne costruita seguendo un progetto diverso da quello originario.
La chiesa fu ultimata presumibilmente nel 1595, come lascia supporre la realizzazione in quella data di due campane destinate alla chiesa, la maggiore delle quali reca incisa una scritta di dedica alla chiesa e l'anno 1595. Nel 1597 la chiesa era certamente terminata perché venne elevata a collegiata dal Papa Clemente VIII.
Descrizione
La chiesa è l'elemento architettonico più imponente del paese alto, collocata in una posizione chiaramente visibile che caratterizza con la sua facciata lo scorcio del vecchio incasato. La facciata, orientata a est, si apre su una stretta piazza che insiste su tre archi, che fungono da sostegno, al di sotto dei quali si trovano dei lavatoi. Presenta uno stile sobrio ed essenziale, ispirato ai principi rigoristi dell'architettura tridentina.
(...)
L'interno è a pianta quadrata con croce greca inscritta. Lo spazio quadrangolare centrale è delimitato da quattro pilastri sui quali poggiano gli archi di sostegno della cupola e individuano quattro cappelle, sormontate da matronei balaustrati.
I due matronei ai lati dell'ingresso comunicano con la cantoria lignea, sopra il portale, dove si trova unorgano, costruito nel 1752 da Francesco Fedeli, che è tornato a suonare nel dicembre del 2002, dopo un accurato restauro.
L'altare maggiore è costituito da un pannello ligneo dipinto con motivi architettonici illusionistici in modo da creare un effetto prospettico. Inserita in questa cornice è la pala d'altare raffigurante il Martirio di Santa Lucia, olio su tela del XVII secolo.
Nelle quattro cappelle della chiesa sono collocati altrettanti altari minori, in stile tardo barocco, collocati nella chiesa nel corso del XVIII secolo.
Nella prima cappella a sinistra dell'ingresso, eretta nel 1731 da A. Fraccagnani, F. Palmaroli e F. Ottaviani, è collocato l'altare ligneo dedicato a San Francesco di Paola, con tela del XVII secolo raffigurante il santo.
Subito dopo questo altare si trova la tela raffigurante l'Annunciazione, risalente al XVII secolo, poi l'altare di San Giuseppe, con statua lignea del santo, commissionato da Angelo Marconi nel 1754.
Subito dopo l'altare principale si incontra la cappella elevata dalla famiglia Ottaviani nel 1754: ospita l'altare dedicato a San Nicola da Tolentino, corredato da una pala raffigurante la Madonna con Bambino, San Nicola e anime del Purgatorio.
A destra, rispetto all'ingresso principale, si trova l'altare in scagliola dedicato a San Vincenzo Ferreri, commissionato da Pietro Ravenna nel XVIII secolo e corredato da una tela raffigurante la Madonna con San Vincenzo Ferreri, recentemente attribuita al pittore fermano Ubaldo Ricci (1669-1732).
Fermo - Terza bomba contro una Chiesa, quella di Don Vinicio
Il parroco: Attacco ai preti della Caritas
Ponzano di Fermo, La Pieve farfense di santa Maria Mater Dei (san Marco) (manortiz)
CHIESA DI SAN MARCO (sec.XII).
La presenza della chiesa di San Marco, distante 500 m. dall'abitato di Ponzano di Fermo, ci porta all'epoca tardo-imperiale (300 d.C. circa).
La chiesa di San Marco, corrispondente all'antica Pieve di Santa Maria Matris Domini è stata costruita all'incrocio del terzo decumano sinistro (a sud di Fermo) col dodicesimo cardine anteriore (ad ovest di Fermo) sulla attuale strada Provinciale Ponzanese.
L'attuale tracciato della strada Provinciale Ponzanese che si sviluppa in direzione est-ovest dal fiume Ete Vivo a Monte Giberto, seguirebbe la linea del terzo decumano sinistro e meridionale della centuriazione augustea. L'incrocio del suddetto decumano col dodicesimo cardine occidentale avveniva nella zona valliva, tra il colle di Ponzano e il poggiolo di San Marco. Lungo il cosiddetto cardine si snodavano altre strade: il braccio destro scendeva verso l'Ete Vivo ed il braccio sinistro verso il Rio ed il colle di Torchiaro.
Il lotto circoscritto entro questi termini costituì nell'VIII° sec. un'assegnazione all'Abazia di Farfa menzionata Curtis Santa Mariae Matris Domini. La curtis nell'economia agraria dell'alto medioevo era un insediamento rurale, cioè il complesso dei fondi del Feudatario o dei monaci e dei fondi annessi coltivati da servi o da liberi che nel loro insieme costituivano una unità giuridica ed economica.
Prendeva nome dal toponimo della contrada del fondo principale o della chiesa ivi eretta, come appunto si riscontra nella Curtis Santa Mariae Matris Domini di cui restano salde testimonianze nella monumentale chiesa di San Marco.
(...)
L'antica e monumentale chiesa di S. Maria Mater Domini, oggi detta di San Marco, è sita, come detto, a 500 m. da Ponzano, su di un poggiolo, tra il colle dominato dal paese e l'altro colle sul quale in epoca medioevale erano arroccate le case del castrum Santa Mariae Mater Domini. Ben isolata, domina la visuale per lungo raggio all'intorno con l'imponenza della torre che la fa rassomigliare ad una fantastica locomotiva. L'asse longitudinale della chiesa è rivolta ad oriente secondo l'antico canone delle chiese romaniche. Il corpo centrale della facciata è dominato dal Portale ornato con mattoni tortili (sec. XII°) e dalla porta destra meno ornata.
per leggere tutto l'articolo del del Dott. Ferruccio Scoccia vedi
Montefortino (Fermo, Marche) (2/3) - il paese intero e il MUSEO DURANTI
Il Paese è tutto costituito di antiche, belle, case in pietra e cotto che gli dona un carattere medievale assai suggestivo. Del borgo fortificato sono rimaste la Porta di Santa Lucia, la Porta San Biagio (o Portarella) e la Porta di Valle. Queste porte immettono in una serie di vicoli che portano in Piazza Re Umberto I, caratterizzata da un'ampia vista panoramica sui Monti Sibillini.
Chiesa di Sant'Angelo in Montespino, di origine longobarda è dedicata a San Michele Arcangelo.
Convento e Chiesa di San Francesco, sorge dal 1549 nella parte più alta dell'abitato e conserva al suo interno una Madonna del Rosario di Simone De Magistris.
Palazzo Leopardi. Il maestoso palazzo cinquecentesco è sede dal 1842 della Pinacoteca civica Fortunato Duranti, che deve il nome al pittore locale (1797-1863) e collezionista di opere d'arte che provvide a donare al Comune. Fra i tesori conservatisi appaiono numerose tele di Corrado Giaquinto e diverse pitture di Cristoforo Unterperger, tre preziose tavole di Pietro Alemanno e una croce veneta del XV secolo.
Tempietto dell'Orologio, singolare costruzione del XVI secolo.
Santuario della Madonna dell'Ambro. Sorge fuori dell'abitato ad un'altitudine di 683 metri. Fu voluta in seguito al miracolo dell'apparizione della Madonna ad un pastorella muta dalla nascita, che riacquistò la parola. La chiesa, di antica fondazione, XI secolo, venne completamente rinnovata nel XVII secolo. Nella cappella dell'Apparizione, dietro l'altar maggiore, è custodita una statua in pietra policroma di scuola umbro-marchigiana del XV secolo.
Di particolare interesse sono le escursioni paesaggistiche alle Gole dell'Infernaccio e ai monti Sibilla e Pizzo Regina. Nel vicino paese di Rubbiano vi è la Casa del Parco nazionale dei Monti Sibillini.
Chiesa di San Fermo (MN) - Campane
Parrocchia di San Fermo Martire in San Fermo (MN)
Il campanile ospita 3 campane:
I) Ø 68 cm - 1936, fond. Cavadini, Verona
II) Ø 59 cm - 1687, fond. RAINERI VIVIANO E SALVATORE, BRESCIA
III) Ø 50 cm - 1616, fond. Alessandro Grosso, Mantova
Un particolare ringraziamento all'amico Franco Testa per la disponibilità dimostrata.
Con soddisfazione aggiungiamo un altro capitolo al locale censimento campanario...
Basilica di S. Francesco d'Assisi - Museo del Tesoro e Collez. Perkins - Pietro Lorenzetti
Pietro Lorenzetti (Siena, documentato 1306 (?) - dopo il 1344.
La Vergine con il Bambino. Tempera su tavola, cm.70,5 x 44,5.
.....è uno splendido esempio di Pietro maturo, dipinta un decennio o più dopo che l'artista aveva completato gli affreschi ad Assisi. Il dialogo espressivo stabilito tra le figure, con Gesù Bambino che scruta intensamente la faccia della madre - forse interrogandola - mentre lei si volta verso lo spettatore (un tempo il supplicante) con sguardo benigno ma fermo, è tipico dell'immediatezza e dell'impatto emotivo dei suoi dipinti eseguiti dopo la pala d'altare della Chiesa del Carmine del 1328........
ASSISI NON PIU' ASSISI - Il TESORO DELLA BASILICA DI S. FRANCESCO - Electa - 1999 - Milano.