CUNEO: RIAPERTA LA CHIESA DI SAN FRANCESCO
DOPO ANNI DI LAVORI DI RESTAURO E' STATO RESITUITO ALLA CITTA' DI CUNEO IL COMPLESSO DI S. FRANCESCO, CUORE DELLA CITTA' CHE HA AVUTO UN RUOLO IMPORTANTE NELLA VITA AMMINISTRATIVA DEL CAPOLUOGO DELLA GRANDA.
Torino: Casa madre dei Salesiani. Chiesa di Di San Francesco di Sales e Cappella Pinardi
Ecco alcune immagini della tettoia di casa Pinardi dove don Bosco trovò fissa dimora la domenica di Pasqua del 1846 e la chiesa di San Francesco di Sales.
Immagini di Roberto Fadda
Vazzano SAN FRANCESCO DI PAOLA festa 2019. Interno chiesa parrocchiale.
Vazzano (VV) Calabria Italia.
BY EUGENIO SELVAGGIO VV.
San Francesco al Campo - 20° Edizione della Festa del Cavallo
San Francesco al Campo - 20° Edizione della Festa del Cavallo
Silvio Dissegna: Nel dolore lui e il suo Rosario erano inseparabili
Un ragazzino di 12 anni, morto per un cancro alle ossa nel 1979, in virtù delle sue atroci sofferenze e delle sue continue preghiere, è diventato Servo di Dio. Lo ha deciso Papa Francesco, che ha ricevuto il prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, autorizzando il dicastero a prolungare i decreti sulle virtù eroiche di otto nuovi venerabili, primo passo per la beatificazione. Tra questi c'è anche Silvio Dissegna, di Moncalieri, in provincia di Torino, nato il primo luglio 1967, un bambino allegro, pieno di vita, altruista, dalla faccia sveglia, cresciuto in una famiglia semplice tra le campagne della borgata Becchio a Poirino. Un bambino che amava passeggiare a piedi e in bicicletta, giocare a pallone, a bocce o a nascondino con i suoi coetani. Gioco con allegria e se qualcuno si fa male, mi ritiro dal gioco per curarlo, e se non è grave continuo a giocare, scriveva nel suo diario. Fin da piccolo si rivela una persona speciale, pregava tutti i giorni Dio assieme ai genitori, a scuola era bravo e diligente, cercava di riportare sempre la serenità quando c'erano battibecchi ed era felice della sua vita. Il suo sogno sarebbe stato quello di diventare un bravo insegnante. A 11 anni, però, nella primavera del 1978, arrivano i primi dolori alla gamba sinistra, la prognosi non lascia dubbi: cancro alle ossa. Comincia così il suo calvario, tra le mani il Rosario, che non lasciava mai. Silvio non dispera, vuole guarire e trova conforto nella preghiera. Pochi mesi dopo è già in carrozzella. I dolori diventano atroci, il suo piccolo corpo è sempre più sofferente. Prima gli si spezza la gamba sinistra, poi perde completamente la vista ed è ricoperto di piaghe su tutto il corpo. Continua a chiedere la Comunione per trovare la forza e andare avanti. Infine perde anche l'udito. Con un filo di voce riesce solo a dire: Mamma com'è brutto non vedere il sole, la luce, le piante, i fiori ma soprattutto non vedere te, papi e Carlo (il fratello). Mamma, so che il Signore vuole questa sofferenza da me. Chi durante la notte, nei mesi della malattia di Silvio, fosse passato nei pressi della sua casa, avrebbe notato la luce accesa alla finestra della sua stanzetta: era lui che, insonne, recitava il Rosario. Il 24 settembre, ancora lucido e forte, riceve l'Unzione degli infermi e il Viatico e alle 21,20, a soli 12 anni, si spegne. Davanti alla sua tomba, ancora oggi, c'è una processione continua di fedeli devoti, mentre nella chiesa del paesino vi è una cappella dedicata a lui: sull'altare è appoggiato un quadro che lo ritrae e a fianco le mamme portano i fiocchi di nascita dei bambini come segno di ringraziamento e protezione. Silvio è conosciuto, amato, invocato e pregato in Italia e in tutto il mondo. I suoi genitori, papà Ottavio e mamma Gabriella, hanno la gioia e l'emozione di seguire da vicino l'iter intrapreso dalla Chiesa per la beatificazione del loro figlio. Silvio è pregato in oltre cinquanta stati: questo ci commuove, sottolinea Gabriella. Il giorno in cui è venuto a mancare Silvio una colomba bianca si è posata sul davanzale della finestra della sua stanza, è rimasta per un po' e poi è volata via, secondo me era un angelo venuto a prendere il nostro bambino, conclude papà Ottavio, commosso e in lacrime. Per la beatificazione di Silvio è necessario provare un miracolo. Ma è già miracoloso un bimbo che, sul letto di morte, incoraggia così il padre: «Ho tanto male, papà. Dammi la mia Madonnina che la voglio baciare e pregala anche tu perché mi aiuti. Mamma, noi saremo felici e contenti solo in Paradiso».
Padre misericordioso, sorgente di ogni bontà, il tuo Figlio Gesù si è fatto in tutto simile a noi: è stato bambino ed ha prediletto i piccoli, proponendo a tutti di essere come loro; per redimerci è diventato l'Uomo dei dolori compiendo il dono della sua vita nel Sacrificio della Croce. Nell'accoglienza disponibile della tua santa volontà, ti prego umilmente e con ardente fede, affinché sia glorificato qui sulla terra il nome del tuo Servo fedele venerabile Silvio Dissegna, che nella sua breve vita di adolescente ha saputo accogliere i doni dello Spirito Santo, corrispondendo alle richieste del tuo amore anche nel difficile cammino della sofferenza e ti chiedo di concedermi per sua intercessione la grazia di... che tanto mi sta a cuore, per Cristo nostro Signore. Amen. (Preghiera al venerabile Silvio Dissegna).
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Chiesa di San Diego all'Ospedaletto - Chiesa San Giuseppe Maggiore
Chiesa di San Diego all'Ospedaletto - Chiesa San Giuseppe Maggiore Via Medina Napoli Un gioiello chiuso ormai al pubblico.
La denominazione San Giuseppe Maggiore deriva dal fatto che a questa chiesa fu attribuito il titolo della chiesa di San Giuseppe Maggiore, ubicata a poca distanza e demolita nel 1934 durante il riassetto urbanistico del rione Carità.
L'Interno
Si presenta a tre navate con transetto e abside. In origine presentava decorazioni a fresco di Battistello Caracciolo, Andrea Vaccaro, Massimo Stanzione, pittori formatisi alla scuola del naturalismo caravaggesco.
Dei tre sono sopravvissuti gli affreschi di Battistello Caracciolo, mentre, a causa del terremoto del 1784, sono andate distrutte le opere degli altri due celebri pittori, sostituite da quelle di Angelo Mozzillo e Andrea Mattei (anch'esse perdute, nel 1943). Di Massimo Stanzione si può ammirare il Transito di San Giuseppe, dipinto su tela, nell'ultima cappella a destra.
In sagrestia vi è una tela di Andrea Vaccaro raffigurante Sant'Antonio da Padova. Anche questo ambiente ha subito danni nel terremoto del 1784, perdendo gli affreschi seicenteschi di Michele Ragolia.
L'altare maggiore, in marmi policromi del Settecento venne disegnato da Giovan Battista Nauclerio e realizzato da Giuseppe de Filippo e Giuseppe Massotti. Nella controfacciata vi sono eleganti tombe in marmo dei principi di Piombino, opere di Giacomo Colombo, scolpite nel 1703 su disegno di Francesco Solimena.
Torino, Profumo all'Inaugurazione della nuova sede del Collegio Carlo Alberto
Inaugurazione, questa mattina a Torino, per la nuova sede del Collegio Carlo Alberto. Presente, anche il presidente della Compagnia San Paolo, Francesco Profumo. Torino deve aprirsi al mondo per crescere ha detto l'ex ministro parlando con i giornalisti.
Inaugurazione restauro della Chiesa di San Pietro al Rosario (Novara)
Professione di fede del nuovo Priore Provinciale
Bologna 21 settembre 2013 alle ore 12,30 fra Fausto Arici, nuovo Priore provinciale della Provincia S. Domenico in Italia, dopo aver firmato l'accettazione dell'ufficio di priore provinciale, in presenza dei frati Capitolari e di tutta la comunità del Convento Patriarcale di S. Domenico in Bologna, recita la professione di fede con il giuramento di fedeltà che si pronuncia nell'assumere un ufficio da esercitare a nome della Chiesa
Basilica San Sigismondo Rivolta d'Adda HD
Goodbye Padre Marco (Davitti)
di Massimiliano Cordeddu
E' spirato, nella notte tra il 19 ed il 20 agosto, Padre Marco Davitti, rettore della parrocchia ortodossa di San Basilio il Grande di Bologna. Il prelato, che avrebbe compiuto 75 anni il prossimo settembre, è stato un protagonista dell'Ortodossia in Italia. La parrocchia, situata nella centralissima via Sant'Isaia a Bologna, è al servizio, come amava ripetere Padre Marco, di tutta l'Ortodossia e indipendentemente da questo o quel Patriarcato.
Padre Davitti riuscì anche ad acquistare una chiesa a Ravenna per le necessità spirituali della nascente comunità ortodossa locale.
Padre Marco era intimamente innamorato della cultura russa, della quale era un profondo conoscitore ed estimatore fin dalla gioventù, aiutato in questo dalla sua completa conoscenza sia del russo che dello staroslavo.
I fedeli, presenti numerosi alle esequie, hanno ricordato con sincera commozione la semplicità e l'umanità di Padre Marco: Ogni ortodosso - dichiara un parrocchiano - sapeva di poter contare sul suo aiuto spirituale e, fin dove poteva, anche materiale in qualunque momento.
Alle solenni esequie erano presenti 10 sacerdoti ortodossi provenienti da tutta l'Italia. Al termine del rito funebre, secondo le ultime volontà dell'Archimandrita, la salma è stata trasferita a Reggello, piccolo comune in provincia di Firenze, paese che diede i natali a Padre Marco Davitti.
Massimiliano Cordeddu
Scuola Superiore di Giornalismo
Ilaria Alpi
Università di Bologna
Mondovì chiesa della Misericordia - architetto Francesco Gallo - affreschi di Giovanni Gagini
La chiesa fu edificata dall’architetto Francesco Gallo (1672-1750) tra il 1709 ed il 1717 per l’Ordine dei Carmelitani Scalzi, che la dedicarono San Giuseppe. Dal 1861 la chiesa è officiata dalla Confraternita di Sant’Antonio Abate e San Giovanni Decollato, detta “La Misericordia”, la cui sede confinava con quella dei Carmelitani.
La facciata della chiesa, in mattoni a vista, è volutamente semplice e senza particolari elementi decorativi. Di grande effetto, invece, sono la struttura architettonica dell’edificio e il suo inserimento nel contesto urbano.
L’interno è di dimensioni contenute con la zona centrale dilatata a scapito del braccio trasversale, quasi inesistente, che termina con i due altari laterali. La decorazione pittorica della volta dell’abside con la Gloria di San Giuseppe e della cupola, dove troviamo Il Trionfo dei Santi del Carmelo, è caratterizzata da una forte impronta unitaria dovuta alla buona integrazione tra i due artisti chiamati direttamente da Francesco Gallo: il quadraturista e prospettico Pietro Antonio Pozzo di Lugano ed il figurista Giovanni Francesco Gagini di Bissone di Locarno.Spettano a Francesco Gallo anche i tre altari in marmi policromi con mensa a sarcofago.
Tra le opere conservate sono da ricordare le sedici tele settecentesche posizionate lungo il perimetro con episodi della vita di Santa Teresa d’Avila, fondatrice del Carmelo, la piccola statua in marmo bianco con la Madonna della Misericordia e orante datata 1619, e la tela risalente al XVII secolo con la Madonna e il Bambino, Sant’Antonio Abate e San Mauro proveniente dall’antica chiesa della Confraternita.
La cripta è coeva alla chiesa e vi si accede attraverso un ingresso laterale. Data la conformazione del fabbricato presenta un’apertura nella parete dell’abside che si affaccia sull’attuale via Vico. Al centro del pavimento una lastra di marmo con lo stemma dei Carmelitani segna il punto dove probabilmente era collocato l’altare, mentre in corrispondenza degli altari troviamo le lastre tombali delle famiglie dei mecenati della chiesa.
Addossate alle pareti sono le tombe dei laici ai quali veniva concesso l’onore della sepoltura, mentre nell’area dell’ abside si trovano quelli riservati ai padri carmelitani.
La Confraternita di Sant’Antonio Abate fu fondata poco oltre la metà del XIV secolo con finalità caritatevoli e assistenziali. Nel 1604 aderì alla Compagnia della Misericordia di Roma e iniziò a dedicarsi anche all’assistenza dei carcerati e dei condannati a morte, aggiungendo l’intitolazione a San Giovanni Decollato. E’ attiva ancora oggi e si dedica prevalentemente al recupero del proprio patrimonio artistico e storico.
III Preghiera Straordinaria di tutte le Chiese
Il 10 aprile scorso, sabato dopo Pasqua, per la terza volta, la Chiesa Madre di Gerusalemme (riunite le Chiese ortodosse, riformate e cattoliche) ha chiamato tutti i cristiani nel mondo ad unirsi a lei spiritualmente in una grande preghiera di intercessione per chiedere le grazie della riconciliazione, dell'unità e della pace.
L'iniziativa, che prende il nome di Preghiera Straordinara di tutte le Chiese, ha vissuto il suo terzo appuntamento presso la Chiesa dell'Annunciazione del Patriarcato Greco Melchita Cattolico di Gerusalemme. Il servizio di Stefania Sboarina.
Torino: Chiesa di San Giorgio
Immagini di Roberto Fadda
Piossasco ( To )
Immagini di Roberto Fadda
2-La Chiesa di sant'Ignazio affidata alla Parrocchia romeno ortodossa di San Callinico di Cernica
Viterbo 21 gennaio 2014. Interventi di S.E. Mons. Siluan Span, Vescovo della Diocesi Ortodossa romena d'Italia e di S.E. Mons. Lino Fumagalli, Vescovo della Diocesi di Viterbo.
Ripresa con iPhone di Mauro Galeotti per il quotidiano lacitta.eu
chiese di legno del Bihor - La Chiesa di San Nicola a Valani de Pomezeu - Biserici de lemn
La chiesa di San Nicola a Valani de Pomezeu fu costruita in legno di quercia nel 1730 dagli abitanti del villaggio. Delle pitture interne del XVIII secolo sono parzialmente conservate quelle dell'altare mentre le altre, formate da 24 pannelli, sono del 1867 firmate sulla parete ovest dal pittore M. Palann. All'interno non ci sono più icone perché trasferite al museo di Beius, infatti dal 1997 la chiesa è stata dismessa a favore di quella nuova costruita in muratura.
Torino-Angelus feriale volante tra S. Zita e S. Donato
Angelus feriale. Suonano nell'ordine:
1) N.S. del Suffragio e S. Zita: rintocco del mezzodì (sib3) e distesa fa3-la3-do4 (fonditore: Pasquale Mazzola 1879)
2) Parrocchia dell'Immacolata Concezione e S. Donato: distesa della grossa (la3)
Padre Domenico Barile: San Domenico e il Convento di Bologna
Riprende dopo due fortunate edizioni, l’iniziativa de “La bellezza della festa”, con un diverso titolo, collocazione e ambientazioni.
L’occasione del Giubileo, il passaggio del direttore Faranda dalla Pinacoteca Nazionale alla Soprintendenza e il desiderio di migliorare una formula già collaudata ci hanno portato ad elaborare una nuova proposta, benché iscritta nel solco già tracciato gli scorsi anni.
Visiteremo quest’anno quattro Basiliche cittadine in quattro domeniche: il Santuario di san Luca, culla e casa della devozione mariana cittadina (10 aprile), san Francesco (15 maggio), san Petronio (9 ottobre) e san Domenico (6 novembre).
L’Arcivescovo ha salutato con entusiasmo il proseguire dell’iniziativa e terrà la prolusione iniziale alla Basilica di san Luca domenica prossima alle ore 16,00, seguito dal direttore generale di Emilbanca, Daniele Ravaglia che introduce al senso generale dell’evento.
Le conferenze, due ogni volta, sono rispettivamente a cura della Soprintendenza e della Diocesi, fra i relatori invitati, Padre Riccardo Barile o.p, Mons. Giuseppe Stanzani, don Gianluca Busi e il direttore Franco Faranda. Saranno registrate integralmente dal regista Maurizio Grandi e pubblicate in rete, reperibili alla chiave di ricerca “Itinerari giubilari”, per favorirne la diffusione capillare.
La visita alle Basiliche permette anzitutto un contatto vivo con l’edificio di culto, le opere d’arte che contiene e la cosa più preziosa: la memoria viva della fede del popolo di Dio che durante i secoli ha dimorato in questi luoghi.
Le conferenze in questo senso cercano di partire dal dato tangibile dell’edificio e della sua storia per portare gli uditori verso una più alta consapevolezza dello spazio sacro che visitano.
Come di consueto il taglio cerca di intercettare un diverso tipo di uditore aiutandolo a completare il suo consueto punto di vista. I destinatari che partecipano normalmente a questi incontri tendono a presentarsi sotto due grandi categorie: da una parte vi sono i praticanti che associano un vissuto di fede che spesso esula da conoscenze erudite, dall’altra un pubblico colto e laico che si limita a una conoscenza storico artistica puntuale e forse distaccata dei luoghi di culto.
Gli interventi a cura della Diocesi, si muovono nella direzione impressa da una scienza recente: la cosiddetta “spiritualità attraverso l’arte”, inaugurata in tempi recenti da H. Pfeiffer e T. Verdon che si accosta alle opere d’arte illuminandole a partire dall’inserimento in un contesto che vede la fede vissuta e praticata dal popolo di Dio e ne riscopre interpretazioni spesso sorprendenti che “scaldano il cuore” riattivando la memoria dei passi del Vangelo e della Liturgia.
La Soprintendenza parte come di consueto, a sua volta, da un approccio storico critico, aprendosi ad una dimensione ulteriore instaurando un dialogo fecondo con gli edifici e le opere d’arte che vengono considerati come testimonianze del vissuto ecclesiale.
L’iniziativa, già nella sua origine cercava di raccogliere l’indicazione della Conferenza episcopale italiana, che chiedeva di collocarsi in una sorta di “Cortile dei gentili” proponendo piste di lavoro capaci di intercettare destinatari vittime di una sorta di “analfabetismo di ritorno” che hanno perso le chiavi per interpretare e godere fruttuosamente del patrimonio di fede quando visitano una chiesa, entrano in un museo, o contemplano un quadro o un arredo sacro. L’edizione nell’anno del Giubileo raccoglie nuovamente la sfida di annunciare il Vangelo a partire dal contesto delle opere d’arte in vista di una loro inedita valorizzazione.
Don Gianluca Busi
Parroco di Marzabotto, Commissione per l’Arte sacra.
2017_10_04 Santa Messa
Fonte:
Celebrazione della Santa Messa trasmessa dalla chiesa del Monastero delle monache Carmelitane Scalze in Moncalieri. Festa di San Francesco di Assisi, patrono d'Italia.