SANTA MARIA IN BRESSANORO (CASTELLEONE, CREMONA, ITALY)
Chiesa di S.Maria in Bressanoro, frazione di Castelleone, provincia di Cremona, Lombardia, Italia. La chiesa, fatta erigere nel XV secolo da Bianca Maria Visconti per la miracolosa guarigione della figlia, fu edificata dai castelleonesi sopra la preesistente pieve sotto la guida del francescano Amedeo da Silva, che vi fondò gli amadeiti. Nel suo interno si trovano affreschi del tardo quattrocento che illustrano la vita di Gesù e culminano in una grande crocifissione. Resta aperto il problema di chi abbia potuto ideare un impianto tanto innovativo che richiama la croce greca estroflessa della chiesa di S.Sebastiano di Mantova.
(HD)サン・ジローラモ・デイ・クロアチ教会-Chiesa di San Girolamo dei Croati
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ローマのサン・ジローラモ・デイ・クロアチ教会
San Girolamo dei Croati a Ripetta è una delle chiese di Roma, nonché la chiesa nazionale dei croati a Roma. Risulta anche nota con i nomi antichi di San Girolamo degli Illirici e San Girolamo degli Schiavoni. È chiesa rettoria di San Lorenzo in Lucina e titolo cardinalizio.
san girolamo degli schiavoni Roman Catholic Church(Christian Church)
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VERCURAGO, LECCO, ITALY (2 of 2)
SANTUARIO DI S.GIROLAMO EMILIANI E CASTELLO DELL'INNOMINATO, Vercurago (2896 abitanti), lago di Garlate, provincia di Lecco, Lombardia, Italia. Il comune di Vercurago ha due frazioni: Somasca e Folla. La piccola frazione di Somasca, collocata nella parte superiore del comune lungo le pendici dei monti, da cui si gode una bellissima vista dei laghi di Garlate e Lecco, è divenuta particolarmente importante in quanto è a tutt'oggi la sede della Congregazione dei Chierici Regolari di Somasca. In questa località morì infatti il fondatore dell'ordine San Girolamo Emiliani. Nelle immediate vicinanze si trova il cosiddetto Castello dell'Innominato, che nei Promessi sposi Alessandro Manzoni descrive come il luogo dove visse la figura dell'Innominato. Gerolamo Emiliani, o Gerolamo Miani (Venezia, 1486/Somasca, 8 febbraio 1537) fu il fondatore dell'ordine dei Chierici Regolari di Somasca; è venerato come santo dalla Chiesa cattolica da cui è considerato patrono universale degli orfani e della gioventù abbandonata (Pio XI, 1928). Visse in uno dei periodi più tormentati della storia della Chiesa: quello della Riforma protestante seguito dalla Controriforma cattolica di cui fu esponente. Riflette nella sua personalità, anche senza averne una chiara coscienza, le caratteristiche dell'uomo rinascimentale. Le differenti tappe della sua vita, prima e dopo la conversione, rivelano alcuni tratti salienti che hanno segnato quell'epoca della storia. Da una parte una rinascita del paganesimo, che penetra e contagia perfino alcuni importanti settori e membri della comunità cristiana; dall'altra l'affermarsi e l'espandersi, in seno alla stessa comunità, per convinzione o reazione, di forze nuove con il proposito di riformare la Chiesa dal di dentro e dal di fuori come affermò lo stesso Emiliani: riportando in vita lo stato di santità dei tempi apostolici.
Ecco il nuovo Museo Verticale del Torrazzo di Cremona
Ecco il nuovo museo verticale del torrazzo di Cremona. Il progetto è dell'Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Cremona
SAN GOTTARDO IN CORTE (MILANO, ITALY)
Chiesa di S.Gottardo in Corte, Milano, Lombardia, Italia. La Chiesa di S.Gottardo in Corte, nota anche come Chiesa di S.Gottardo a Palazzo, è situata nel centro di Milano in via Francesco Pecorari. Fu fatta edificare come cappella ducale da Azzone Visconti nel 1330. Terminata nel 1336 (questa è la data che appare scolpita) era inizialmente dedicata alla Beata Vergine, ma Azzone, che soffriva di gotta, la dedicò in seguito a S.Gottardo protettore appunto dei gottosi.
L'architetto che la progettò fu Francesco Pecorari da Cremona (a cui è intitolata la via). Sulla sua torre ottagonale fu installato il primo esemplare di orologio pubblico. In precedenza su torri e campanili vi erano delle semplici meridiane. L'orologio era costituito da un meccanismo che scandiva il passare delle ore con una campana. Le ore erano quelle cosiddette medie ed il giorno era diviso in 24 periodi di eguale durata partendo dal tramonto. Un rintocco indicava la prima ora della notte e al tramonto i rintocchi erano ventiquattro. Il tempo scandito e l'automatismo del meccanismo destarono tale scalpore che la zona circostante venne chiamata Contrada delle ore (richiamata dalla toponomastica: ancora oggi esiste la Via delle Ore). Il meccanismo dell'orologio venne descritto in dettaglio dal cronista dell'epoca Fra' Galvano Fiamma. Quando Piermarini progettò il Palazzo Reale la chiesa venne completamente ristrutturata. La facciata, chiusa dall'ala della nuova residenza del sovrano, venne in parte smontata e rimontata sul fianco della chiesa di cui tuttora costituisce l'ingresso. L'interno fu ristrutturato nell'epoca del neoclassicismo da Giocondo Albertolli. Vi si trova il pontile cui si accede dal Palazzo Reale. Della struttura gotica restano in gran parte le mura perimetrali e l'abside a cinque lati. All'interno sono stati trasferiti i lacerti di una bella Crocifissione di scuola giottesca, riscoperti negli anni '30 del Novecento sotto altri intonaci nello zoccolo di pietra del campanile a fianco della porta attuale di accesso alla chiesa. Deteriorati in breve tempo per la permanenza all'aria aperta, vennero riportati negli anni '50 nell'attuale sistemazione. Sulla parete sinistra a lato dell'altare si trova il mausoleo (ricomposto) di Azzone Visconti, opera del pisano Giovanni di Balduccio. Dirimpetto al mausoleo di Azzone, dal lato opposto dell'altare, vi è una tela con S.Carlo Borromeo in gloria di Giovan Battista Crespi detto il Cerano.
In anteprima le sale del nuovo museo del Torrazzo di Cremona
Campane di Cremona-Duomo di Santa Maria Assunta (Torrazzo)
Campane del Torrazzo del Duomo di Santa Maria Assunta (Diocesi di Cremona-Unità Pastorale Cattedrale-San Pietro al Pò-Sant'Imerio), Piazza del Comune, Cremona (Cremuna in cremonese).
Angelus Prefestivo delle 12:00.
Dati:
Concerto di 6 campane in Lab2 più un ottavino in Lab3 e la vecchia campana delle ore in Reb3 all'Ambrosiana.
I-La2, fusa da Bartolomeo Bozzi di Milano nel 1744.
II-Sib2, fusa da Bartolomeo Bozzi di Milano nel 1744.
III-Do3, fusa da Bartolomeo Bozzi di Milano nel 1744.
IV-Reb3, fusa da Bartolomeo Bozzi di Milano nel 1744.
V-Mib3, fusa da Bartolomeo Bozzi di Milano nel 1744.
VI-Fa3, fusa da Bartolomeo Bozzi di Milano nel 1744.
Ottavino-Lab3, fusa da Bartolomeo Bozzi di Milano nel 1744.
Vecchia campana delle ore-Reb3, fusa da ? nel 1581.
Il campanile, con i suoi 112 metri, risulta essere il più alto della Lombardia e il secondo più alto d'Italia.
Cremona Campanari Ferraresi
Concerto di campane dei Campanari Ferraresi nella città di Cremona.
BOLOGNA - Chiesa San Dominico (Itálie)
V kostele svatého Dominika v Bologni je k vidění na bočním oltáři učňovské dílo slavného Michelangela. Anděl držícící svícen je na pravé straně oltáře. Je to jediný anděl, kterého Michelangelo udělal s křídly. Michelangelo se podílel i na dalších postavách světců na bočním oltáři
Chiesa di San Barnaba. Modena
Foto Hobby Guido Sgarbi
Paolo Bottini - Toccatina nuziale (2010)
Paolo Bottini esegue la Toccatina per organo solo dalla sua Messa nuziale per assemblea, coro e organo dedicata ad Elena Bugini.
La registrazione è tolta dal c.d. Il settecentesco organo della chiesa di S. Omobono in Cremona e la musica cremonese dal 2014 al Cinquencento di cui dettagli nella pagina internet . Nelle foto si può ammirare la chiesa stessa, il citato organo (durante la messa nuziale suonato da Stefano Rattini, organista titolare del Duomo di Trento) nonché Elena & Paolo.
Cremona cattedrale
Prove organo
Michele Bosio su Giuseppe Rotelli (1862-1942) - Intervista a Telecolor (2006) -
Michele Bosio parla delle ricerche condotte sull'organaro cremonese Giuseppe Rotelli (1862-1942) durante un'intervista per l'emittente televisiva locale Telecolor (Cremona) rilasciata nell'agosto del 2006.
In sottofondo «Versetti per il Magnificat in primo modo» di Federico Caudana eseguiti all'organo Rotelli (1901) della chiesa dei Padri Barnabiti di san Luca a Cremona.
GIUSEPPE ROTELLI (1862-1942)
La rivista «Musica Sacra» di Milano pubblicò nel 1907 l'elenco degli organari (costruttori di organi) allora attivi in Italia, tra gli oltre 100 nomi presenti si può trovare anche quello di Rotelli-Cremona.
La figura di Giuseppe Rotelli è tra quelle che più spiccano all'interno del processo di riforma della musica sacra (sancito con il Motu Proprio di San Pio X, 23 novembre 1903) che va sotto il nome di Cecilianesimo; tale movimento auspicava un ritorno ad una musica liturgica d'ispirazione sacra, non più melodrammatica, come invece era stata quella ottocentesca.
Giuseppe Rotelli nacque a Bozzolo (Provincia di Mantova, Diocesi di Cremona) il 16 maggio 1862. Egli trascorse la propria infanzia a Martignana Po (CR) insieme al padre, la madre e le sorelle. L'attitudine musicale del piccolo Giuseppe si mostrò quando cercò di costruire, tutto da solo, una fisarmonica. Fu allora che una signorina di Martignana Po, vistolo lavorare, propose al padre di mandarlo ad imparare l'arte organaria presso la ditta di Pacifico Inzoli di Crema. La proposta venne accettata e diede ottimi risultati.
Con Inzoli partecipò alla costruzione ed alla posa in opera del monumentale organo del Duomo di Cremona (1879), divenuto famoso in tutt'Europa per la canna maggiore di facciata (Fa1 di 24 piedi) realizzata in un'unica fusione. L'allora diciassettenne operaio si fece notare per il suo intervento di riparazione alla canna maggiore (dell'altezza di 8,40 m, del diametro di 41 cm e del peso di 202 Kg) la quale si era ammaccata durante i lavori. Non era possibile, data la lontananza della ditta (Crema) dalla sede (Cremona) e la conseguente mancanza di attrezzatura adatta al tipo di intervento, raggiungere un buon esito. Ebbene, il giovane ed esile Rotelli riuscì ad ovviare all'inconveniente introducendosi egli stesso nella canna e, malgrado la scomoda posizione, riuscì a compiere brillantemente il lavoro e a ridare alla canna la forma originale.
Nella ditta d'Inzoli conobbe Giovanni Tamburini, più vecchio di lui di cinque anni. Con questi partecipò alla costruzione dei monumentali organi per la Chiesa di Sant'Ignazio a Roma (1888) e per il Santuario di Valle Pompei (1890). Inoltre, perfezionò il somiere «a doppio scompartimento», battezzato da Inzoli somiere Roteltamburininzoli.
Nel 1894 si mise in proprio in via Fondulo n. 3 a Cremona, dando vita alla «Fabbrica d'Organi Giuseppe Rotelli». Solamente nel 1898 si trasferì in via Milano n. 4 (oggi via Ghinaglia n. 18), dove aveva fatto costruire in precedenza una casa per laboratorio ed abitazione (edificio tuttora esistente). La ditta Rotelli costruì organi in tutte le zone d'Italia, tra i lavori più importanti sono da segnalare i grandiosi strumenti per la Chiesa dei Padri Barnabiti di San Luca in Cremona (1902), Cassano d'Adda (Milano, 1909), per la Chiesa parrocchiale della Madonna della Neve a Torre Annunziata (1922), per la Basilica di Santa Maria dei Servi a Bologna (1925) e per il Santuario della Madonna dell'Olmo a Cava dei Tirreni (Salerno, 1926). Seguiti dal quintuplice organo della Cattedrale di Bologna (1929), dal triplice della Cattedrale di Napoli (1931) e dal grandioso organo per la Chiesa parrocchiale di San Giovanni ad Angri (Salerno, 1936).
Nel 1937, dopo quarantatré anni di ininterrotta attività l'oramai settantacinquenne Giuseppe Rotelli decise di ritirarsi a vita privata cedendo la ditta alla figlia Cecilia. Nel 1919 Cecilia aveva sposato l'organaro cremasco Giuseppe Varesi (1892-1963) il quale nel 1913 si era trasferito a Cremona divenendo stretto collaboratore del proprio futuro suocero. La morte colse Rotelli all'età di ottant'anni, il 10 marzo 1942 a Cremona.
Giuseppe Varesi, dal 1937 sino alla propria morte, fu il continuatore della ditta. La nuova intestazione dell'attività fu «Fabbrica d'Organi Rotelli-Varesi». Il lavoro della ditta continuò in forma ridotta sotto la conduzione di Cesare Varesi (1920-1979), figlio di Giuseppe, il quale mutò ancora l'intestazione in «Rotelli-Varesi Cesare». L'attività della fabbrica si estinse definitivamente con la morte di Cesare.
Cremona chiesa di Santa Margherita - slideshow
La chiesa, dedicata alle sante Margherita e Pelagia esiste a Cremona da epoca remota. Nel 1519 ne venne nominato priore l'umanista e poeta cremonese Marco Gerolamo Vida, poi vescovo d'Alba, che ne volle l'integrale ricostruzione e nel 1547 affidò a Giulio Campi la realizzazione architettonica dell'edificio e la decorazione interna a fresco.
Gli affreschi, sia sulla volta che sulle pareti laterali, raffigurano l'esaltazione di Cristo attraverso un parallelismo fra le storie dell'Antico Testamento, nella volta gli episodi evangelici della vita di Gesù e nei grandi affreschi laterali che furono strappati dal muro nel 1920 e riportati su tela.
Nelle piccole nicchie che si aprono sulle pareti laterali sono collocate dodici statue in terracotta patinata di nero rappresentanti i dodici apostoli, realizzate da Antonio Campi, fratello di Giulio e suo collaboratore nella realizzazione della chiesa.
Il complesso adiacente ha ospitato, fino al 1989, il Seminario Vescovile, poi spostato in un nuovo edificio in periferia.
La chiesa è particolarmente cara ai cremonesi per la devozione a S. Rita da Cascia, poiché venne riaperta al culto il 22 maggio del 1929, festività della Santa.
Ogni anno, pertanto, i cremonesi vi si recano in questa data per la benedizione delle rose.
Campane di Cremona (CR) San Sebastiano
Cremona
Chiesa Parrocchiale dei Santi Fabiano e Sebastiano
Diocesi di Cremona
Concerto di 5 campane in Lab3 calante fuse da Barigozzi nel 1909
Suonate per la Santa Messa Prefestiva delle 18:30 nella III Domenica di Quaresima:
[01:21] Distesa Ordinaria delle 3 campane minori, ore 18:00, primo segno
[04:01] Distesa Ordinaria delle 3 campane minori, ore 18:15, secondo segno
23/03/2019
12 ottobre 2017 - Milano Chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore
Prove aperte del Coro Polifonico di Segrate
promosso dal Touring Club Italiano
CREMA - Santuario di Santa Maria della Croce - MONUMENTO NAZIONALE
Il Tempio è Monumento Nazionale.
L'esterno del Tempio è rotondo e risulta fasciato da quattro ordini sovrapposti. Le fasce dei primi due ordini collegano e saldavo plasticamente i quattro bracci della croce al corpo centrale.
L'interno è composto da una vasta sala ottagonale con quattro nicchie inserite come altari nella muratura e quattro bracci di croce a pianta quadrata aperti ad arco nella muratura. L'effetto di equilibrio e di armonia tra il vano centrale e gli spazi laterali fa di questo Tempio uno dei più importanti documenti architettonici del primo rinascimento lombardo, fiorito sulle ricerche del Filarete e del Bramante.
Le dimensioni del Tempio sono le seguenti: m. 35 di larghezza, m. 35 di altezza della cupola maggiore, m. 15 di altezza delle cupole minori. Lo Scurolo è stato ricavato, si dice, nel luogo esatto dell'Apparizione.
Della decorazione originale non si ha notizia; probabilmente venne distrutta quando, nel XVI secolo, il Santuario fu trasformato in fortezza, gli ingressi furono murati e le cappelle riempite di terra, sassi e legname. Quella attuale risale al 1702 e fu opera dei fratelli Giovanni Battista e Gerolamo Grandi in collaborazione con Giacomo Parravicino. È tipicamente barocca, ad effetto; rivela grandiosità e abilità, senza eccessivi appesantimenti. Arioso e ben congegnato è l'affresco della cupola maggiore rappresentate il Trionfo della Croce; l'affresco del grande cornicione presenta una sequenza di profeti con medaglioni che illustrano la vita di S. Teresa d'Avila, riformatrice dei Carmelitani; gli affreschi delle tre mezze lune del braccio verso nord rappresentano il Faraone sommerso, Mosè che fa scaturire l'acqua dalla rupe, il serpente di bronzo; l'affresco dello Scurolo rappresenta il trionfo di Caterina della Uberti con la Madonna. Sono dei fratelli Giuseppe e Giovanni Torricelli (1762) gli affreschi delle mezze lune del braccio orientale e rappresentano Davide e Golia, Davide con l'Arca, Assalonne trafitto da Ioab. Nella cupola verso nord il cremasco Eugenio Giuseppe Conti affrescò nel 1898 il riposo della S. Famiglia e nella cupola verso sud il cremasco Angelo Bacchetta affrescò nel 1870 la Madonna in gloria.
All'interno si possono ammirare :
Pala dell'Altar Maggiore: preziosissima e splendida tavola di Benedetto Rusconi detto Diana (1460-circa-1525). Rappresenta la Madonna Assunta. Misura m. 2,50 di altezza per m. 1,95 di larghezza.
Pale degli Altari laterali: la tela della Natività è di Antonio Campi (1575); la tela della Deposizione e la tela dell'Adorazione dei Magi sono di Bernardino Campi (1576); la tela della Veronica è di autore ignoto (sec. XVI?).
Mezze lune dello Scurolo : sono otto tele del Parravicino (sec. XVIII) e illustrano la storia del Delitto, dell'Apparizione, della morte di Caterina, dei Miracoli.
Nel Battistero: tela secentesca del cremasco Tommaso Pombioli.
In Sacrestia: elegante tela raffigurante la S. Famiglia. Di autore ignoto.
I quattro altari laterali in marmo risalgono al 1784 e sono opera del bergamasco Michele Ferata.
Nello Scurolo c'è un bellissimo altare in marmo bianco scolpito da V. Vela. Curioso è l'errore di rappresentare Caterina con amputata la mano sinistra invece di quella destra: questo errore c'era anche nella statua della grande Nicchia, nel timbro parrocchiale e in un grande medaglione di ottone. Tra queste opere va ricordato l'ornamento ad arabeschi di legno dorato della grande Nicchia, il restauro ad opera del cremasco Giovanni Signorini del quadro miracoloso in terracotta, la costruzione in marmo del davanzale della Nicchia con la seguente epigrafe: “Solum Virginis Mariae Pedibus Attactum III Non. Apr. An. MCCCCXC Misericordiae Fungendae Caussa Sacrum Esto » (cioè: Suolo toccato dai piedi della Vergine Maria il 3 aprile 1490 sacro per effondere misericordia). Sempre nello Scurolo si trova la bellissima vetrata fatta dal ipilanese G. Bertini (1849) e che rappresenta l'Apparizione;
L'Altar Maggiore. È prezioso per marmi, bronzi e dorature; è elegantissimo per forma. La bellissima urna si trovava nella Cattedrale di Crema e venne rimossa durante i restauri della Cattedrale stessa. Al centro spicca un ovale di lapislazzoli. Il tabernacolo, della fine del 700, è in bronzo dorato e di stile neoclassico corinzio, con colonnine binate, statuette degli Evangelisti, un bassorilievo sulla porticina e un Cristo Risorto al vertice della graziosissima cupoletta.
Gli Amboni. Inseriti opportunamente a lato delle rampe dell'Altar Maggiore, sono di un bel marmo rosso a segmenti verticali; sono sorretti da due robusti capitelli cinquecenteschi di stile corinzio e, al centro, mostrano due bassorilievi in sbalzo su rame ad opera del bergamasco Luigi Guerinoni.
Il Battistero. È di marmo a forma poligonale, sormontato da un coperchio in rame con simboli a sbalzo, realizzati dallo stesso L. Guerinoni.
Cappella degli Albizi nell Chiesa di San Paolino a Firenze
Cappella degli Albizi nell Chiesa di San Paolino a Firenze
La prima cappella a destra contiene i monumenti di Luca e Gerolamo degli Albizi, di Giovan Battista Foggini e aiuti di bottega, ispirati ai monumenti berniniani a Roma. Risalgono all'inizio del XVIII secolo e ne fu riutilizzato, tagliato a metà, il sarcofago di Maso degli Albizi, morto nel 1417, con un delicato rilievo di cane, attribuito alla scuola di Lorenzo Ghiberti. Tipici del gusto seicentesco sono invece gli scheletri giacenti, scolpiti con realismo, che sembrano sollevarsi dal sepolcro emergendo da un drappo ricavato nella pietra scura. All'altare si trovava un'Adorazione dei Magi di Gian Domenico Ferretti (oggi spostata su una parete vicina e sostituita da una tela devozionale moderna).
Visite guidate:
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sant'antonio abate milano
Chiesa dichiarata da poco monumento nazionale, ha al suo interno tesori d'arte quali tele di Procaccini, Cerano; Morazzone nonche' in Milano, e' una rara chiesa che ci mostra il barocco lombardo.
Guita Storica di Reggio Emilia - CHIESA DI S GIACOMO E FILIPPO
Sorge sullo stesso isolato dell'ospedale, a ridosso del cardo massimo della città romana (l'attuale via Roma), subito dopo l'anno 1000. La chiesa, alla quale era annessa una canonica e un'ampia area libera, era ricordata comeextra muros per distinguerla da quella di S. Giacomo, dove ora è la Banca d'Italia. Era originariamente un edificio molto più piccolo dell'attuale, preceduto da una piazzetta-cimitero, secondo lo schema del periodo. Nei secoli successivi venne ampliata molte volte verso il piazzale antistante, fino al 1873, anno nel quale venne rifatta anche la facciata. Degno di nota è l'oratorio di S. Maria del Gonfalone, costruito nel 1640, nell'area retrostante l'abside della chiesa. Pregevole esempio di architettura barocca, dopo alterne vicende durante il 1700, venne adibito nel XIX sec. a deposito di combustibili e rimase tale fino al XX sec., quando fu demolito nel 1945.