Mondolfo, Abbazia s.Gervasio di Bulgaria The Abbey of St. Gervasio (manortiz)
L'Abbazia di San Gervasio (V-VI sec.) sorge al centro di un'area archeologica. Il suo titolo ha un chiaro riferimento alla Bulgaria, denominazione risalente all’alto medioevo e all’insediamento di popolazioni barbariche in questo tratto del basso Cesano.
La chiesa, con tutta probabilità sorse laddove si trovava la stazione di posta di epoca romana di Ad Pirum Filumeni. Nella cripta si trova il sarcofago in marmo risalente al VI sec., che presubilmente contiene il corpo di San Gervasio, antico patrono della comunità mondolfese e il cui culto era stato diffuso da S. Ambrogio a partire dal 386. Il sarcofago in stile ravennate è il più grande delle Marche e da questa chiesa prese inizio l'evangelizzazione della Valle del Cesano.
Il Monastero presenta impianto basilicale con interno settecentesco, le origini, però, risalgono al periodo paleocristiano nel quale la storia, attraverso i secoli, si è sedimentata nella chiesa romanica a tre navate e nei suoi successivi adattamenti settecenteschi.
Mondolfo- Abbey of S. Gervasio di Bulgaria
Mondolfo is on a pleasant hill and overlooks the Adriatic Sea. It's in the southern part of the province of Pesaro and Urbino, near the Cesano estuary. In an area already inhabited since the Eneolithic age, a Byzantine castle in the VI century was built at the top of the hill and around the XI century took place the encastellation of the small town. In order to escape the dangers of the valley, because of the arrival of Barbarians, the population, in particular from the resort of St. Gervasio, found shelter on the hills of Mondolfo (the resort of St. Gervasio is situated in the southern area of Mondolfo) where there was an important monastery, of which only the superb church is left.
The abbey of St. Gervasio (5th- 6th century) is right at the centre of an archeological area. Most probably it was built on a site already known by the Romans. In the crypt there’s biggest sarcophagus of the Marche and it dates back to the 6th century b. C. It preserves corpse of St Gervasio, the ancient patron saint of Mondolfo whose cult was started in 386 by St. Ambrose. Starting from this abbey the Cesano valley was converted to Christianity.
The monastery is of basilical shape. Its origins go back to the pre- Christian age. Then it turned into a Romanesque church with a nave and two aisles and finally in 18th century style.
per approfondire
vedi anche
Mondolfo
Lo storico borgo collinare di Mondolfo, che rientra tra I Borghi più belli d'Italia, con la sua prosecuzione nella località costiera di Marotta, rappresenta un tipico esempio di due città in una, segno della fusione di due culture, della terra e del mare.
L'antico borgo, dalla doppia cinta muraria, conserva la monumentale Chiesa di Sant’Agostino con il chiostro, la romanica Chiesa di San Gervasio e il Santuario della Madonna delle Grotte, immerso nel verde di una pineta ed inserito in un percorso ecologico-culturale denominato la Valle dei Tufi.
Lungo la cinta fortificata del castello di Mondolfo sorge il Giardino Martiniano, allestito nel Bastione di S.Anna, un bel giardino all’italiana in posizione panoramica. Antico borgo posto come un balcone sul mare, Mondolfo deriva i suo nome da Castrum Montis Offi, cioè Monte di Offo, il capostipite della famiglia feudale che ebbe la signoria sul castello fino all’avvento dei Malatesta. Al VI sec. d. C. risale la prima cerchia di mura, di forma ovale, appartenente a un castrum bizantino dalla struttura urbanistica regolare.
Il cuore dell’antico castello è la grande piazza centrale dominata dal Municipio da cui si diramano a raggiera vicoli e scalinate nelle diverse direzioni. A fianco sorge la Collegiata di Santa Giustina, con interno barocco che conserva un organo settecentesco di Gaetano Callido.
Nell’Oratorio di San Giovanni Decollato è esposto un crocifisso ritenuto miracoloso e una tela barocca raffigurante Salomè con la testa di San Giovanni.
Fra gli edifici civili da ricordare sono palazzo Giraldi della Rovere, palazzo Peruzzi e il Bastione sant’Anna, che, terminata la funzione militare, è diventato un elegante giardino all’italiana. Al di fuori della cinta muraria si possono visitare la Chiesa e il Convento di Sant’Agostino, con opere di Claudio Ridolfi e Giovan Francesco Guerrieri, il Convento di San Sebastiano e l’abbazia di San Gervasio di Bulgaria, fondata nel V-VI secolo, nella quale è custodito un importante sarcofago ravennate del VI sec.
La duplice anima contadina e marinara di Mondolfo si riflette nei prodotti tipici e nella cucina, in cui dominano le pietanze a base di farina di fava e di pesce (Spaghetti alla Mondolfese)
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Abbazia di San Pietro di Massa - Cagli
Presso la frazione Massa alle pendici del monte Nerone, sorgeva l'abbazia di San Pietro di Massa, della quale oggi resta solo la chiesa. La sua fondazione si fa risalire al secolo IX anche se le prime notizie documentate sono del 1115. L'abbazia esercitò un' enorme influenza nell'organizzazione sociale ed economica di una vasta area geografica ed era in possesso di numerose chiese e castelli nei territori di Cagli, Gubbio, Città di Castello e Senigallia.
Tali patrimoni furono causa di scontri con il comune di Cagli che saccheggiò e depredò l’abbazia in diverse occasioni. Per opera del Priore di Fonte Avellana l’abbazia benedettina perse la sua autonomia nel XV secolo a causa di una crescente laicità degli abbati ivi insediati. Nel 1514 fu unita alla sede vescovile di Cagli.
La chiesa conserva ben poco della struttura originaria a causa dei numerosi restauri avvenuti nel corso dei secoli: si possono comunque rintracciare elementi sulla facciata a capanna, su parte del campanile e sul fianco sinistro, dove nel muro di cortina è incassato un architrave con disegno a volute. L'edicola del campanile porta incisa la data XXLMDCCCLVI. L'interno si presenta ad aula unica con basse capriate a vista; l'altare maggiore è in stucco in tipico stile barocco ed è privo di pala. Interessanti sono i due locali, al di là dell'altare maggiore, con volta a crociera e archi di volta in pietra poggianti su bassi pilastri, alcuni con angoli smussati e altri su colonne; nella chiesa possiamo inoltre ammirare la pala seicentesca raffigurante la Madonna del Rosario e i Santi. Per saperne di più clicca:
Un video realizzato da Lorenzo Cicconi Massi nell’ambito del Progetto Europeo IPA Adriatic “Adriatic Route”:
“This publication has been produced with the financial assistance of the IPA Adriatic Cross-Border Cooperation Programme. The contents of this publication are the sole responsibility of Regione Marche and can under no circumstances be regarded as reflecting the position of the IPA Adriatic Cross-Border Cooperation Programme Authorities”.